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La Basilicata è la Regione più accogliente d’Italia

Se l’Italia, secondo uno studio condotto da Demoskopika, ha conquista la vetta della classifica generale della reputazione turistica in Europa, c’è una regione su tutte che primeggia ed è la Basilicata.

Questa Regione ha, infatti, il primato del sistema ricettivo “più apprezzato” d’Italia secondo le valutazioni positive dei turisti su oltre 4.000 strutture rilevate in base al Regional Tourism Reputation Index.

Non è la prima volta che questa Regione ottiene degli importanti riconoscimenti. Già nel 2022 Booking.com aveva assegnato la medaglia d’oro a Matera come città più accogliente del mondo e alla Basilicata come Regione più accogliente d’Italia. Nel 2023, inoltre, la Basilicata si è aggiudicata il primo premio di Travel Appeal come destinazione con la migliore reputazione online e quindi la preferita dai visitatori italiani e internazionali e si è guadagnata il terzo posto come migliore reputazione fra i turisti stranieri, superando regioni italiane ben più famose nel mondo del turismo.

Basilicata, la Regione delle passioni

La Basilicata è sempre più una Regione che dà spazio a luoghi unici, insoliti, lontani dalle rotte del turismo di massa e attento a riscoprire luoghi di autentica bellezza, cultura e tradizione. Dopo i borghi, i paesaggi naturali e i luoghi storici, oggi la Regione ha lanciato un nuovo progetto per promuovere il turismo delle passioni con esperienze insolite da fare.

Perfetta per l’astronomia

Si tratta di ambiti meno conosciuti, ma decisamente non scontati e da scoprire. Primo fra tutti il tema dell’astronomia. La Basilicata, infatti, offre l’ambiente ideale per ammirare chiaramente le stelle di notte nelle campagne, in montagna o nei dintorni dei piccoli borghi arroccati grazie all’assenza in molti luoghi di inquinamento luminoso.

Qui c’è anche uno degli osservatori astronomici più accreditati in Italia per la divulgazione scientifica e astronomica, quello di Anzi (PZ), dove è possibile ammirare circa 4500 stelle del cielo boreale e australe.

Tra fiabe e leggende

Questa Regione misteriosa e ancestrale è anche luogo di fiabe e magia. Un possibile itinerario parte da Rapone, il Paese delle fiabe e da un libro “Lo Cunto de Li Cunti” scritto nel 1600 dal napoletano Giambattista Basile che, ispirato dal territorio lucano, raccoglie e traduce numerosi racconti popolari. Rapone ha dedicato non solo un evento, il “Rapone Fiaba Festival”, ma un progetto di comunità dove, attraverso un percorso artistico-culturale, si dà nuova vita alle fiabe più belle di tutti i tempi. Qui c’è anche il percorso delle cinque fiabe, il museo multimediale “C.E.R.A. una volta” e il “parco avventura” con percorsi dedicati ai personaggi delle fiabe.

Albano di Lucania, invece, è il “Paese della Magia” già al centro degli studi durante le spedizioni in Lucania di Ernesto De Martino negli Anni ’50, con un percorso-rituale “La Rocca del Cappello”, passando per Colobraro, con la coinvolgente iniziativa “Sogno di una notte a quel paese”, per giungere ad Agromonte, il paese degli indovinelli, tra le vette del Parco Nazionale del Pollino, dichiarato nel 2015 patrimonio naturale dell’Unesco. Qui è possibile ammirare il pino loricato definito da molti “fossile vivente” o ancora “dinosauro degli alberi”, protagonista indiscusso di questo scenario magico e fantastico.

Lucania, terra di fiori ed erme aromatiche

Infinte, la Lucania, con la sua incredibile biodiversità, tutelata e protetta da due parchi nazionali, tre parchi regionali e riserve naturali, è il luogo ideale per chi ama la natura, ma anche i fiori e le erbe spontanee. tantissime sono le piante officinali che si possono a scoprire durante le escursioni con gli esperti di “foraging“, argomenti che si possono approfondire visitando il Conservatorio di Etnobotanica ed Hortus Basiliano di Castelluccio Superiore, un giardino di piante officinali che comprende circa 150 specie per lo più autoctone oppure il Parco dei Colori di Castelgrande dedicato al celebre botanico Guglielmo Gasparrini, nato proprio qui, con una Butterfly House o ancora il Giardino Botanico Sanseverino a Grumento Nova e la Casa delle erbe di Pomarico (MT) per attività di riconoscimento delle erbe spontanee.

Tra le esperienze da non perdere, quando è stagione, è ammirare la fioritura dei campi di lavanda a Lavello con il “Bloom essence of nature”.

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L’offerta Ryanair per chi vuole viaggiare spendendo quasi niente

L’ultima offerta lanciata da Ryanair per volare a prezzi bassissimi è un incentivo a viaggiare spendendo davvero poco. I prezzi dei biglietti aerei che partono ufficialmente da 24,99 euro, anche se in realtà ci sono offerte molto più basse, sono soprattutto per trascorrere dei weekend nelle città d’Europa.

L’offerta scade il prossimo 18 febbraio e consente di viaggiare tra 1° marzo e il 31 maggio 2024.

Abbiamo scelto i voli più convenienti per raggiungere quelle mete dove, anche una volta arrivati, consentiranno di spendere davvero poco. Ecco quali sono le destinazioni più consigliate se volete spendere poco nella vostra prossima vacanza.

Barcellona, giovane e low cost

Se c’è una meta dove trascorrere un weekend non costa un salasso è proprio Barcellona. Una volta approfittato della tariffa aerea low cost, muoversi in città costa davvero poco. L’aeroporto è raggiungibile con bus o metropolitana, le ramblas si girano a piedi, a Barceloneta si va a piedi o noleggiando una bicicletta e, volendo, anche i taxi non sono cari.

barcellona

Fonte: iStock

Una vista mozzafiato di Barcellona

Barcellona è la città delle tapas, quindi anche sui pasti si risparmia alla grande e, per dormire, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Non mancano alloggi in affitto e piccoli alberghi in zone centrali che non costano molto.

Se poi avete visitato Barcellona in precedenza, potrete anche evitare di tonare a vedere le attrazioni più famose che sono anche la cosa più cara di Barcellona, come gli edifici di Gaudí (Sagrada Família, Casa Batlló ecc) o i musei. Basta passeggiare le strade, stendersi sulla spiaggia se c’è una bella giornata o salire al Tibidabo e godersi la vista panoramica sullo skyline cittadino.

Bratislava, la migliore meta low budget

Anche in questo caso, se il volo costa poco – come accade spesso per Bratislava – la Capitale slovacca è la migliore scelta per chi ha un piccolo budget da spendere. Qui, gli hotel, anche i più belli del centro, costano poco, mangiare al ristorante è molto conveniente (si spende tra i 10 e i 15 euro, bevande incluse) e anche i divertimenti hanno costi davvero abbordabili.

Bratislava

Fonte: iStock

Bratislava, scrigno di attrazioni imperdibili

Inoltre, Bratislava si gira tutta a piedi a costo zero. Molte delle attrazioni si possono ammirare gratuitamente, come le sculture di bronzo che decorano gli angoli delle strade o il giro delle mura di cinta. L’unico investimento che vi consigliamo di fare è quello per la Bratislava Card che si acquista online e che costa 23 euro per 24 ore o 28 euro per 48 ore e che consente di prendere i mezzi di trasporto pubblico, di entrare nel castello e nei musei.

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Questo Paese europeo sta sperimentando il passaporto virtuale

L’evoluzione tecnologica è rapidissima: non facciamo in tempo ad abituarci alle funzioni di un dispositivo che ne arrivano altre ben più interessanti. È un bene? Un male? Non sta di certo a noi dirlo, ma quel che è sicuro è che quando la tecnologia è ben utilizzata i vantaggi sono notevoli (e per tutti). Partendo da questo presupposto, un Paese europeo ha deciso di sperimentare per primo il passaporto virtuale. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Cos’è il passaporto virtuale

Con le parole passaporto virtuale si fa riferimento alle credenziali di viaggio digitali (Dtc), un interessante progetto che consente di creare in modo sicuro una versione digitale del proprio passaporto fisico, in linea con gli standard dell’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO).

Se dovessimo dimenticarlo a casa, in sostanza, non sarebbe più un problema perché la Dtc viene memorizzata come credenziale verificabile nel wallet del proprio cellulare. In questa maniera, diventiamo tutti in grado di mantenere il controllo dei dati personali per condividerli, consapevolmente, solo quando necessario durante il viaggio.

Una tecnologia che è stata costruita per garantire l’autenticità, l’integrità e la proprietà e che, al contempo, può essere verificata automaticamente e ripetutamente, riducendo il rischio di frode.

Dove verrà sperimentato il progetto pilota

Il primo Paese al mondo in cui viene sperimentato questo progetto pilota è la Finlandia, più precisamente presso l’aeroporto di Helsinki, fino al 31 marzo di quest’anno. Grazie alla collaborazione di Finnair, della polizia finlandese e di Finavia, i passeggeri della compagnia aerea possono volare verso destinazioni al di fuori dell’area Schengen in maniera più rapida e senza intoppi.

Occorre solo registrarsi come utente Dtc volontario e utilizzare il proprio passaporto digitale al controllo di frontiera, quando si parte e/o si arriva in Finlandia.

Essendo un progetto ai suoi esordi, sono state prese in considerazione solo alcune specifiche destinazioni per sperimentarlo. Il Dtc, infatti, può essere utilizzato da e/o verso (considerando Helsinki come base): Alanya, Changi, Aeroporto internazionale di Dallas/Fort Worth, Aeroporto internazionale di Doha, Aeroporto internazionale di Dubai, Aeroporto internazionale di Dublino, Edimburgo, Haneda, Heathrow, Helsinki, Aeroporto internazionale Indira Gandhi, Aeroporto internazionale di Hong Kong, John F. Kennedy, Aeroporto internazionale del Kansai, Los Angeles, Narita Pu Dong, Aeroporto internazionale di Bangkok-Suvarnabhumi, Aeroporto internazionale di Incheon, Aeroporto di Larnaca, Aeroporto di Manchester Miami.

Se sarete tra i passeggeri che decideranno di fare questa sperimentazione, sappiate che un vostro riscontro è molto importante per la guardia di frontiera, che a sua volta vi invierà un sondaggio di feedback.

Ma non è finita qui, perché il servizio immigrazione finlandese sta valutando anche la digitalizzazione e la conversione dei permessi di soggiorno in codici a barre 2D con dati biometrici nell’ambito del progetto. Come possibile intuire, il permesso di soggiorno è un documento di viaggio fondamentale nell’ambito del passaporto e l’obiettivo è supportare il Dtc, producendo anche i documenti di accompagnamento in formato digitale.

Infine, è bene sapere che la Direzione nazionale della polizia sta esaminando la gestione degli errori dei chip nella registrazione, creazione e utilizzo del Dtc.

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C’è una nuova opera d’arte nel deserto: è un miraggio

L’arte come mezzo per accendere i riflettori su tematiche importanti, che diviene cassa di risonanza e custode di bellezza: succede nell’Arabia nord-occidentale, dove si può ammirare una nuova opera d’arte nel deserto. Una realizzazione effimera, come un miraggio, destinata allo sguardo solo per un tempo brevissimo.

Si tratta del primo progetto di una campagna inclusiva che concorre al raggiungimento di più obiettivi, scopi importanti come quelli di approfondire e arricchire la conoscenza, la consapevolezza e il desiderio del pubblico di proteggere e valorizzare l’antica storia di AlUla.

E così due mani giunte, che rievocano il senso di protezione e cura, diventano il primo mezzo con cui la campagna I Care sensibilizza a livello locale, ma anche internazionale, sull’importanza dei vari progetti di tutela del patrimonio di questo territorio. Tutto quello che c’è da sapere sull’opera realizzata da David Popa, sulla campagna e sulla zona.

L’opera d’arte nel deserto e il suo significato

Che l’arte sia un mezzo per sensibilizzare e per muovere alla riflessione, è cosa risaputa. Oltre a questi obiettivi, poi, vuole anche intrattenere e colmare gli occhi di meraviglia. Tutti obiettivi che vengono ampiamente soddisfatti da I Care, la campagna lanciata il primo febbraio 2024, che ha un obiettivo ben preciso: “Salvaguardare il ricco paesaggio di beni culturali di AlUla, compresi i monumenti naturali e realizzati dall’uomo, come mezzo per stimolare lo sviluppo economico, guidare l’impegno della comunità e ampliare la conoscenza e l’apprezzamento del passato storico dell’AlUla – obiettivi che si allineano con quelli della Saudi Vision 2030”, spiega una nota.

Il progetto ora ha visto andare in scena la sua prima fase, con la collaborazione che RCU (Royal Commission for AlUla, realtà fondata nel 2017 su decreto reale per proteggere e salvaguardare la regione) ha stretto con l’artista David Popa. Il risultato è straordinario: nel deserto di questa zona dell’Arabia Saudita sono state realizzate due mani, che sono poste a protezione della Tomba di Lihyan, Figlio di Kuza. E sono simbolo di quello che tra gli scopi principali di I Care, ovvero proteggere e custodire i luoghi storici e culturali.

Un’opera che cela un segreto, infatti è come un vero e proprio miraggio: destinata a dissolversi nel nulla.

Perché l’opera d’arte è un miraggio

L’opera realizzata da David Popa è effimera, ora la si può osservare, ma presto è destinata a scomparire. Proprio come un miraggio nel deserto, di cui resta il senso di meraviglia, o stupore, una bellezza che toglie il fiato, ma che si dissolve per sempre.

Così le mani poste in un gesto di protezione lasciano il segno con il loro messaggio, ma non durano a lungo. L’opera è stata realizzata utilizzando esclusivamente elementi naturali, tra cui terra gialla proveniente dall’Europa e terra rossa dal Medio Oriente, ed è una delle più grandi realizzate dall’artista fino a ora. Pensata per sparire in poche settimane, dissolvendosi, diviene il mezzo per ribadire: “L’urgente necessità di un’azione collettiva per salvaguardare i luoghi del patrimonio culturale ad AlUla, in Arabia Saudita, e nel mondo intero”.

E per concorrere a questo risultato tra i destinatari della campagna, di cui l’opera fa parte, ci sono proprio i giovani, per questo è prevista la distribuzione di kit appositi nelle scuole, la realizzazione di seminari e di visite.

AlUla in Arabia Saudita è una zona ricchissima, una destinazione culturale di massimo rilievo grazie ai tanti siti da esplorare e conoscere: tra questi Hegra, città nabatea e Patrimonio dell’Umanità Unesco e poi la città di Dadan, la biblioteca all’aperto Jabal Ikmah e Old Town di AlUla, che è stata nominata UNWTO’s Best Tourism Villages 2022.

Una destinazione perfetta per immergersi nel passato e nelle sue bellezze, ma anche in progetti artistici (e non solo) di grande rilievo.

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Il Canyon Colorato d’Egitto è un capolavoro

Dalle piramidi alla magia del deserto, passando per le località balneari più famose dove ci si può tuffare in un mare cristallino: l’Egitto è una rinomata meta turistica per gli europei (e non solo), viste le sue numerosissime attrazioni che ne fanno uno dei Paesi più visitati tutto l’anno. Accanto alle destinazioni più conosciute, tuttavia, ci sono alcune perle che spesso passano inosservate, e che invece meritano una visita. Scopriamo il Canyon Colorato d’Egitto.

Cos’è il Canyon Colorato, una vera magia

Tra le bellezze meno note d’Egitto c’è senza dubbio il Canyon Colorato, una stretta gola scavata tra le ripide pareti rocciose nella regione settentrionale del Monte Sinai. Si tratta di una formazione naturale, proprio come il più celebre Grand Canyon americano: in questo caso, però, il fiume che lo ha creato oggi non esiste più. Restano millenni di storia e di geologia che, dal fondo del canyon, ci regalano uno spettacolo emozionante: questa strettissima lingua di terra si intrufola tra le rocce della montagna, profonda mediamente una decina di metri (ma ci sono punti in cui le pareti raggiungono i 40 metri).

Il letto dell’antico fiume è il luogo ideale dove ammirare il passare del tempo: alzando lo sguardo lungo le pareti rocciose, si possono vedere strati di terra e di minerali che hanno dato vita a questo capolavoro naturale, e che formano giochi di colore davvero affascinanti, quasi ipnotici. Dal rosso dell’arenaria e dell’ossido di ferro al viola del manganese, passando per infinite sfumature di magenta, oro e giallo, sembra di essere in un mondo diverso. Ed è incredibile pensare che tutto ciò si è creato in centinaia di migliaia di anni, grazie all’impetuoso corso di un fiume ormai dimenticato che ha lasciato una traccia indelebile.

Come arrivare al Canyon Colorato

Il Canyon Colorato d’Egitto non è poi così difficile da raggiungere come potremmo immaginare: anzi, è la meta perfetta per chi è in vacanza a Sharm el-Sheikh e non vuole restare tutto il tempo a prendere il sole e a fare tuffi in acque cristalline. Ci vogliono circa un paio d’ore di viaggio in jeep per arrivare nei pressi della città di Nuweiba, alle porte del deserto, e da qui ci sono diverse escursioni possibili per ammirare il canyon, a seconda delle esigenze di ciascun viaggiatore. Il consiglio principale è quello di essere sempre accompagnati da una guida, per godersi davvero il panorama senza pensieri.

Il tour a piedi è facilmente accessibile a chiunque e richiede circa 4 ore di camminata, per percorrere il corridoio tra le rocce sia in un senso che nell’altro. In alternativa, è possibile organizzare un giro a dorso di cammello: si tratta di un’esperienza insolita e sicuramente molto suggestiva, che vi regalerà ricordi indimenticabili. Lungo il canyon ci sono dei luoghi appositi dove poter praticare l’arrampicata sportiva, un’ottima idea sia per chi è già esperto che per gli amanti delle nuove avventure, che si vogliono cimentare in qualcosa di diverso.

I periodi ideali per visitare il Canyon Colorato sono la primavera e l’autunno, quando le temperature sono più gradevoli e il sole non picchia troppo forte. Tuttavia, ci sono diverse aree riparate all’ombra dove è possibile fermarsi durante l’escursione, per rendere più facile il percorso.

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Superga, dentro la basilica sulla collina: un gioiello da scoprire

Un luogo di rara bellezza, che domina il territorio circostante e da cui godere di una vista spettacolare: la basilica di Superga è un gioiello prezioso in cui si intrecciano storia e arte, incastonati in un paesaggio meraviglioso. Visitare questa chiesa monumentale significa immergersi ne passato, osservare tantissime bellezze e colmare gli occhi di meraviglia.

L’edificio svetta su un colle ed è poco distante dal centro storico di Torino, per cui è una meta obbligata se si ha in programma di visitare il capoluogo piemontese. Ricco di tesori da scoprire, questo luogo riesce a coniugare valenza storica, arte ma anche natura: da lì la vista spazia e permette di abbracciare il territorio circostante e quindi la città e le alpi.

Basilica di Superga, un gioiello da visitare

A nord est di Torino, su un colle che svetta 672 metri sopra il livello del mare, vi è un luogo di fede, in cui si respira il passato: è la basilica di Superga, il cui progetto è datato 1715 e porta la firma dell’architetto milanese Filippo Juvarra, mentre i primi lavori hanno preso il via a luglio del 1717 e sono andati avanti per 14 anni. L’inaugurazione il primo novembre del 1731.

La storia di questo luogo è strettamente legata a quella di Casa Savoia. Basti pensare che, a quanto pare, l’idea della sua edificazione è datata 1706: Vittorio Amedeo II, duca di Savoia, ed Eugenio di Savoia, principe di Carignano si trovavano proprio lì nel corso dell’assedio della città da parte dei Franco-Spagnoli. In quella occasione il duca ha fatto un voto alla Madonna delle Grazie promettendo la realizzazione. E così è stato.

La struttura è davvero imponente, a dirlo sono i suoi numeri: alta 75 metri e lunga 51. Lo stile è barocco ed è uno scrigno che contiene numerose bellezze: come le sei cappelle e i quattro altari che si trovano dentro la basilica, oppure le tele e ancora la statua in legno della Madonna delle Grazie, la stessa che pregò il duca di Savoia.

Cosa vedere se si visita la basilica

L’ingresso a chiesa e cappella del voto è gratuito, l’edificio è aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14,30 alle 17. Il sabato, la domenica e i festivi – invece – chiude alle 18. Tra le altre cose da vedere vi sono le Tombe Reali e l’Appartamento Reale. La visita delle prime ha una durata di circa 45 minuti, i lavori per realizzarle sono terminati nel 1778 e al suo interno sono ospitate 62 sepolture di Casa Savoia. Ed è in questa basilica che ha chiesto di essere sepolto Vittorio Emanuele, figlio dell’ultimo re d’Italia.

Sempre qui si trovano anche un suggestivo chiostro, la Sala dei Papi – dal 1876 pinacoteca con circa 265 dipinti – la Sala degli infanti e la Sala delle Regine. Poi vi è l’Appartamento Reale, la cui visita dura circa 45 minuti e che permette di immergersi nella storia attraverso i cinque ambienti che compongono questa area.

Per una vista che toglie il fiato, invece, bisogna entrare nella Salita alla Cupola e affrontare 131 scalini: dalla balconata esterna lo sguardo si colma di meraviglia grazie alla vista che spazia dalla città di Torino alle montagne.

Per l’ingresso a Tombe, Cupola e Appartamento si paga un biglietto. La basilica di Superga si raggiunge facilmente con i mezzi pubblici.

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Fasano: mare e patrimonio storico affascinante

La Puglia è una delle regioni più affascinanti del nostro Paese: tra mare, storia e natura, i suoi borghi e le sue splendide città vantano un patrimonio dal valore inestimabile, che ogni anno richiama tantissimi turisti (anche dall’estero). Oggi scopriamo le bellezze di Fasano, piccola cittadina a pochi chilometri dal litorale, dove si possono ammirare monumenti storici e vivere esperienze uniche.

Fasano, un territorio ricco di sorprese

Un bellissimo centro storico e tante attrazioni nei dintorni fanno di Fasano, graziosa cittadina in provincia di Brindisi, una delle località turistiche più rinomate della Puglia. La posizione è delle più fortunate: si trova infatti a pochissima distanza dal mare, dove si possono scovare alcune deliziose spiagge perfette per tutta la famiglia. Nella frazione di Torre Canne, ad esempio, c’è un lungo litorale sabbioso che vanta diversi stabilimenti balneari e numerosi locali dotati di ogni servizio, la location ideale per chi va al mare con i bambini.

Poco distante, la frazione di Savelletri ha un panorama decisamente più selvaggio e incontaminato: qui la costa è caratterizzata principalmente da piccole calette circondate da una rigogliosa macchia mediterranea, dove la sabbia è quasi bianca e il mare veramente trasparente. Ma Fasano non è solo una località balneare, bensì il luogo ideale per una vacanza a tutto tondo. È molto famosa soprattutto per il suo Zoo Safari, uno dei parchi faunistici più grandi d’Italia, che ospita circa 200 specie diverse di animali. Al suo interno c’è anche un parco divertimenti che farà felici grandi e piccini.

Cosa vedere a Fasano

Ma adesso andiamo alla scoperta del centro storico di Fasano, una vera perla: in dialetto viene chiamato U’mbracchie (deriva dal latino e significa “ombra”, perché le sue viuzze sono così strette che non permettono al sole di far penetrare i suoi raggi. In estate, dunque, qui fa sempre fresco ed è un piacere girare per monumenti ed edifici storici. Nucleo della cittadina è Piazza Ciaia, da cui si diramano i due corsi principali e sulla quale si affacciano alcuni splendidi palazzi. È il caso del Palazzo del Balì, attuale sede del municipio, o l’affascinante Torre dell’Orologio.

Molto suggestiva è la Chiesa madre di San Giovanni Battista, dove tanto tempo addietro si trovava un antico tempio: vanta una bellissima facciata tardo-rinascimentale costruita in tufo locale e un campanile barocco alto 28 metri. Merita una visita anche la piccola Cappella di Santa Maria della Grazia, che sembra essere la chiesa più antica di Fasano. Sempre nel cuore del centro storico, c’è il Parco della Rimembranza: è il polmone verde della città, e al suo interno ospita il Monumento ai Caduti e diversi pini dedicati ai soldati fasanesi morti durante la Prima Guerra Mondiale.

Lasciando di pochi chilometri la città, infine, è possibile visitare il parco archeologico che ospita i resti di Egnazia, antico centro abitato messapico situato lungo la storica via Traiana, che univa Benevento a Brindisi. Gli scavi, che sono tutt’ora in corso, hanno portato alla luce numerosi reperti preziosissimi, che raccontano la storia di questa città, un tempo dominata dai Greci e poi dai Romani, prima dei saccheggi e della distruzione che si abbatterono su di lei. Il vicino Museo Archeologico Nazionale di Egnazia, sorto all’esterno delle mura di cinta della città, custodisce molti di questi cimeli.

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Dove è stato girato il film Tv “La rosa dell’Istria”

Un film Tv che racconta una fase molto importante della nostra storia recente, un lungometraggio che ci fa scoprire la fame, il freddo, la minaccia delle armi e della morte, ma anche chi sopravvive a tutto ciò e le conseguenze. Parliamo de “La rosa dell’Istria”, un nuovo film di Rai1 che illustra la guerra a Canfanaro (oggi Croazia) e che investe in pieno la famiglia Braico.

“La rosa dell’Istria”, cosa aspettarsi”

“La rosa dell’Istria” è un film liberamente ispirato al romanzo “Chi ha paura dell’uomo nero?”, di Graziella Fiorentin, ed è la storia intima di una famiglia, ma anche dei grandi e sofferti amori della vita. Si tratta di una coproduzione Rai Fiction – Publispei e Venicefilm srl, che vede come attori Andrea Pennacchi, Gracjela Kicaj, Costantino Seghi ed Eugenio Franceschini sotto la regia di Tiziana Aristarco.

Una storia in grado di travalicare tempo e divisioni e che narra la vita di una ragazza che cerca di sopravvivere e di vincere, anche se il mondo che le sta intorno le crolla addosso. Lei è Maddalena, e si troverà a vivere uno degli eventi più drammatici e anche più controversi della storia del nostro Paese.

Intorno a questa giovane donna tutto è oscuro e privo di speranze, eppure lei cerca in qualche modo di vedere e riportare su tela un mondo più colorato, proiettato verso un futuro migliore. La sua è una grande speranza di ritorno alla vita per salvare e ritrovare qualcosa del suo passato che non poteva morire.

Dove è stato girato

Le riprese de “La rosa dell’Istria” sono iniziate nel 2023 e sono avvenute in una nostra regione da sogno: il Friuli Venezia Giulia. Sono state scelte diverse location, tra cui il Porto Vecchio di Trieste, Gradisca d’Isonzo, Mossa, Gorizia, Grado e Fossalon.

Il Porto Vecchio di Trieste comprende cinque moli, 3100 metri di banchine di carico e scarico merci, 23 grandi edifici ed è direttamente collegato alla vecchia ferrovia del 1857. Costruito tra il 1868 e il 1887,  conserva un interessante Polo museale e anche una Centrale che è da considerarsi un capolavoro di archeologia industriale.

Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, è uno dei “Borghi più belli d’Italia” ed è completamente immersa nel verde. Con una storia lunga ben oltre nove secoli, offre un rilevante patrimonio architettonico ma anche molti ristoranti e punti di ristoro in cui gustare i migliori vini della regione (e non solo).

Voliamo ora a Mossa, sempre in provincia di Gorizia, un paesino agricolo che si fa spazio in una zona di rara bellezza paesaggistica in quanto circondata dai rilievi del Collio. Ricca di testimonianze del passato, come reperti preistorici e strutture dell’età romana e longobarda, è la sede del Santuario di Santa Maria dei popoli, anticamente luogo di sosta e di preghiera per i pellegrini.

C’è poi Gorizia, città piccola, piacevole e dal passato asburgico che ancora vive nei palazzi e nei giardini. Sarà Capitale europea della Cultura 2025 insieme a Nova Gorica, entrambe località che hanno vissuto in prima persona le vicende drammatiche che hanno coinvolto il confine orientale d’Italia durante il Fascismo e la Seconda Guerra Mondiale.

Particolarmente affascinante è Grado, elegante cittadina lambita dal mare e che offre un centro storico dal fascino veneziano. Da queste parti da non perdere sono la Basilica di Santa Eufemia e l’adiacente Basilica di Santa Maria delle Grazie, la più antica di Grado. Conosciuta come “isola del sole”, mette a disposizione ben tre chilometri di spiaggia.

L’ultima location de “La rosa dell’Istria” di cui vi vogliamo parlare è Fossalon, una graziosa frazione di Grado che presenta una natura incontaminata grazie alla sua riserva naturale, che è la casa di centinaia di specie di uccelli. Sono presenti anche una spiaggia selvaggia e il maestoso delta del fiume Isonzo che si getta nel mare.

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Il parco tematico dedicato al San Bernardo sta per aprire: ecco quando

Esiste un posto, non lontano dall’Italia, dove gli amanti dei pelosi a quattro zampe possono vivere e condividere esperienze uniche in compagnia di alcuni esemplari di razza. Non animali qualunque, intendiamoci, ma i San Bernardo, i grandi giganti dal cuore d’oro. Questo luogo si chiama Martigny. È qui, nel Canton Vallese, che esiste la Fondation Barry du Grand-St-Bernard, uno dei più importanti centri di allevamento del cane nazionale svizzero, nonché il più antico.

Qui è possibile incontrare i leggendari cani San Bernardo. La Fondation Barry, nata nel 2005, non solo si occupa di allevare e preservare la razza, ma organizza moltissimi incontri con le persone così da migliorare la relazione tra esseri umani e cani. Non è tutto però perché la struttura ospita anche un museo vivente incredibile che porta i visitatori a contatto con gli animali e che consente un’osservazione diretta sul loro passato e sul presente, sulla loro vita e sulla quotidianità.

Proprio qui, lo scorso gennaio, è stata posata la prima pietra del futuro Barryland. Il parco tematico – il primo e l’unico – che sarà completamente dedicato al San Bernardo. Ecco come sarà e quando aprirà le porte al pubblico.

Barryland: il parco tematico dedicato al San Bernardo

Il nostro viaggio di oggi ci conduce a Martigny, in quel dedalo di strade che uniscono l’Italia, la Francia e la Svizzera. La città del Canton Vallese, situata su un colle ai piedi delle Alpi Svizzere, è la meta prediletta degli appassionati degli sport invernali e degli escursionisti.

Arrivando qui, in un paesaggio mozzafiato che invita a vivere a ritmo lento, è possibile raggiungere un paradiso per gli amanti degli animali a quattro zampe. Martigny, infatti, ospita la Fondation Barry du Grand-St-Bernard, molto più di un allevamento, ma una vera e propria esperienza da vivere e condividere con la famiglia o con gli amici.

Questo antico e importante centro dedicato al San Bernardo, già attrazione turistica per tutti gli amanti degli animali, ha da poco inaugurato i lavori per la realizzazione del Parco tematico Barryland. Per la prima volta la Svizzera, e forse il mondo intero, potrà vantare la presenza di un parco a tema completamente dedicata alla gigante razza dal cuore d’oro.

Barryland

Fonte: Fondation Barry/GAME atelier

Barryland, le fotografie del progetto del primo parco a tema dedicato al San Bernardo

Il parco dedicato al San Bernardo: quando e dove aprirà

I lavori, per il futuro parco a tema, sono già iniziati raccogliendo l’entusiasmo dei cittadini e di tutti gli amanti degli animali. A occuparsi del progetto, che terrà sempre al centro il museo già esistente, è lo studio di architettura GAME di Martigny che ha immaginato un edificio a forma di zampa di cane.

Il parco si snoderà su una superficie di 20.000 metri quadrati e offrirà ai visitatori una prospettiva inedita e completa sulla vita di questi esemplari. In maniera interattiva e ludica verranno raccontate le storie, i miti e le leggende che ruotano intorno al San Bernardo dando così la possibilità alle persone di immergersi in tre secoli di storia.

Il parco a tema sarà la naturale estensione dell’attuale museo, un’attrazione turistica unica in Svizzera che, nel 2023, ha accolto più di 83.000 visitatori. Dovremmo aspettare ancora un po’ per poter perderci e immergerci nello straordinario mondo dei San Bernardo. La Fondation Barry, infatti, prevede di inaugurare il parco tematico nell’estate del 2025. Non ci resta che attendere e iniziare a pianificare il nostro viaggio.

Barryland, iniziati i lavori per il parco tematico dedicato al San Bernardo

Fonte: Fondation Barry/Nicol Greco

Barryland, iniziati i lavori per il parco tematico dedicato al San Bernardo
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Sauna in botte e bagni di birra: in questo hotel il relax è differente

Organizzare un viaggio in Germania, in qualsiasi periodo dell’anno e in ogni stagione è sempre un’ottima idea. Lo è perché il Paese dell’Europa Occidentale ospita tutta una serie di meraviglie naturalistiche, storiche e architettoniche che incantano e sorprendono a ogni chilometro percorso.

Paesaggi fiabeschi, fiumi e spiagge bagnate dal Mare del Nord, città ferventi e musei, locali notturni e movida e poi, ancora, eventi che ogni anno attirano migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo: c’è sempre un buon motivo per raggiungere il Paese.

E se quelli appena elencati non dovessero bastarvi ve ne segnaliamo un altro che, da solo, vale un intero viaggio. Sì perché in Germania, e più precisamente nella regione del Baden-Württemberg, è possibile vivere un’esperienza unica e uguale a nessun’altra, quella di immergersi in bagni di birra e dormire nell’unico hotel completamente dedicato alla bevanda alcolica simbolo del Paese. Benvenuti al BierKulturHotel.

BierKulturHotel, dove ogni esperienza ha il sapore della birra

Il nostro viaggio di oggi ci porta a Baden-Württemberg, nella regione tedesca che confina con la Francia e con la Svizzera. Si tratta di una destinazione molto popolare tra gli avventurieri che subiscono il fascino della magia e dei paesaggi incantati. Qui, infatti, si snoda la suggestiva Foresta Nera, quel territorio lussureggiante che ospita paesini pittoreschi e mozzafiato e che ha fatto da sfondo alle più belle fiabe dei fratelli Grimm.

È proprio in questo territorio, non lontano dall’affascinante Stoccarda, che troviamo Ehingen an der Donau, un delizioso villaggio che è il perfetto punto di partenza per escursioni e avventure mozzafiato. Ed è sempre qui che è possibile dormire all’interno di uno degli alloggi più particolari dell’intero Paese e di tutta Europa.

Il Best Western Plus BierKulturHotel Schwanen, questo il suo nome, è un hotel completamente dedicato alla birra, ai suoi sapori, ai suoi profumi e persino alla sua produzione. La struttura ricettiva, infatti, è dotata di un birrificio e di una distilleria a testimonianza del legame che da sempre esiste tra la Germania e la bevanda alcolica fermentata. Ma non è tutto perché qui gli ospiti possono vivere un’avventura immersiva, sensoriale e rilassante che passa attraverso la birra.

Michael Miller, gestore dell’hotel, per raccontare l’esperienza al mondo ha dichiarato: “Metaforicamente parlando, vogliamo far dormire i nostri ospiti nella birra”.

Il bagno turco nella botte, Beer spa

Fonte: Ente Nazionale Germanico per il Turismo

Il bagno turco nella botte, Beer spa

Sauna in botte e bagni di birra: un’esperienza unica

Situato a poco più di 30 minuti in auto da Stoccarda, BierKulturHotel è un alloggio incredibile capace di offrire agli ospiti un’esperienza unica e senza eguali. La struttura ricettiva, che ospita 50 camere, ha un’offerta completamente dedicata alla birra che non passa solo per il palato, ma anche e soprattutto per il relax.

L’hotel, infatti, è dotato di un’area benessere che comprende un bagno turco in botti di birra, una sauna finlandese ricavata da un vecchio birrificio e una sala relax. Ma non è tutto perché qui è possibile sperimentare anche i bagni di birra, immersioni speciali create con l’ausilio degli stessi ingredienti impiegati per la birra: del resto è lei l’assoluta protagonista dell’esperienza. Durante il percorso benessere, inoltre, gli ospiti possono gustare inediti infusi creati con la birra e con il luppolo.

Non è tutto, però, perché anche le stanze celebrano la bevanda alcolica preferita della Germania. Per far immergere completamente gli ospiti nella cultura della birra, sono stati creati degli alloggi che imitano le casse di birra utilizzando il legno proveniente dall’ex magazzino di grano e malto del birrificio.

Camera da letto del BierKulturHotel

Fonte: Ente Nazionale Germanico per il Turismo

Camera da letto del BierKulturHotel