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La canzone “Romagna mia” è stata scritta nel parco di questo hotel

Era il 1954 quando Aurelio Casadei, detto Secondo, compose una delle canzoni più celebri del panorama musicale italiano: “Romagna mia”. Lo fece nel giardino di un albergo che compie anch’esso 70 anni e che si trova a Gatteo Mare, nel cuore della Romagna.

Questo brano, rappresentativo del ballo liscio – entrato di diritto a far parte della tradizione, della cultura popolare e del costume italiano e oggi candidato a Patrimonio dell’Unesco – è diventato il simbolo e l’inno della Romagna. E oggi c’è la fila per poter soggiornare là dove tutto è nato e che ricorda questo importantissimo momento storico per l’Italia.

Dove è nata “Romagna mia”

La struttura si chiama Villa Mia e appartiene alla famiglia Ricci, romagnola doc, proprietaria ormai di diversi hotel lungo la Riviera Romagnola. Oggi la villetta color rosa confetto è un apart-hotel nel centro dell’isola pedonale di Gatteo Mare-Villamarina a 200 metri dalla spiaggia.

Il nome della villetta è dedicato proprio alla canzone “Romagna mia” e gli ospiti possono rilassarsi in quel giardino che fa parte della proprietà e che ispirò il re del liscio. Sulla facciata della casa è riportato il testo della canzone.

Curiosità su “Romagna mia”

Il titolo originale del brano, in realtà, era “Casetta mia” e Secondo – anche se poi sarà suo nipote Raoul Casadei a farne il fiore occhiello della sua orchestra – l’aveva già scritto, dedicandolo alla propria casa di Gatteo a Mare, ma non l’aveva mai proposto. Poi gli fu consigliato di cambiargli il titolo e di dedicarlo alla sua Romagna. Il successo fu immediato e non soltanto in Italia, ma anche all’estero, proprio grazie ai turisti stranieri che già in quegli anni frequentavano la Riviera Romagnola e le sue balere.

La stessa famiglia di Secondo Casadei ha gestito per lunghissimo tempo la “Ca’ del Liscio“, la mega balera, considerata il tempio della musica romagnola, che si trova a Ravenna, accogliendo i più grandi artisti internazionali e mondiali oltre naturalmente alle orchestre più popolari, con un’enorme affluenza di pubblico che arrivava da tutta Italia.

La Romagna e il liscio

Per chi è appassionato di liscio e di musica nazionalpopolare, da non perdere è una visita alla sede della casa discografica dei Casadei, la Casadei Sonora e all’abitazione di Secondo Casadei a Savignano sul Rubicone in provincia di Forlì-Cesena, che nel 2017 sono entrate a far parte delle oltre cento Case della Memoria in Italia, insieme a quella Giacomo Puccini, Giovanni Pascoli, Enrico Caruso, Luciano Pavarotti, Leonardo Da Vinci, Dante Alighieri e moltissimi altri personaggi della storia della cultura del nostro Paese.

Si tratta di un singolare piccolo viaggio nella “Romagna in musica”, in cui si possono apprendere la storia e le curiosità di questa tradizione musicale e si possono visionare manoscritti e spartiti originali, strumenti, foto d’epoca e i numerosi riconoscimenti di una carriera lunga 50 anni.

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Armati di arance e coraggio: la storica battaglia sta per cominciare

È tra gli appuntamenti più celebri di tutta la Penisola, una vera e propria battaglia storica alla quale bisogna arrivare armati di arance e di molto coraggio. La location? Ivrea dove ogni anno va in scena la Battaglia delle arance, tre giorni durante i quali si combatte e lo si fa utilizzando proprio gli agrumi.

La città in provincia di Torino ospita quello che viene definito il più antico Carnevale Storico d’Italia, le cui radici pare vadano ricercate nel Medioevo e in cui si intrecciano la Storia e la leggenda, dando vita a un evento che richiama tantissime persone per la sua spettacolarità. La Battaglia delle Arance è solo uno di tanti momenti che scandiscono il Carnevale ma è senza dubbio uno dei più rappresentativi, che coinvolge per tre giorni alcune delle piazze più importanti della città.

Lo Storico Carnevale di Ivrea, l’edizione 2024

Ha preso il via già il sei di gennaio lo Storico Carnevale di Ivrea, con la tradizionale prima uscita di Pifferi e Tamburi, ma è nella tradizionale Battaglia delle Arance che vede uno dei suoi momenti più significativi.

Il via è domenica 11 febbraio e durerà per tre pomeriggi fino al Martedì Grasso, ovvero il 13. L’inizio è alle 14, il primo giorno – secondo quanto riporta il programma ufficiale dell’edizione 2024 – e prevede che le nove Squadre a piedi diano vita alla Battaglia con i tiratori sui Carri da Getto nelle piazze di tiro di Ivrea: piazza Ottinetti, piazza di Città, Borghetto, piazza del Rondolino e piazza Freguglia.

Ma non solo si tiene un suggestivo corteo storico che parte il Giovedì Grasso, nell’edizione 2024 l’otto febbraio, e marcia nei giorni più importanti del Carnevale per la città, sino al Martedì Grasso quando termina in serata. Il programma è fitto e articolato e il corteo è, come viene spiegato sul sito ufficiale: “Denso di evocazioni storico-leggendarie che attinge a diverse epoche”. La protagonista è la Vezzosa Mugnaia e il perché rivela anche le origini della Battaglia delle Arance.

Si tratta, infatti, della rievocazione della rivolta a cui aveva dato vita la figlia di un mugnaio di nome Violetta. La giovane voleva sottrarsi allo ius primae noctis, quel presunto diritto del Medioevo secondo il quale il signore poteva sostituirsi al marito durante la prima notte di nozze. E si racconta che Violetta abbia ucciso il Marchese di Monferrato, che affamava la città, dando vita alla rivolta popolare.

Come si svolge la Battaglia delle Arance

Come detto, la Battaglia delle Arance si dipana su tre giorni, durante i quali il popolo è rappresentato dalle squadre di arancieri a piedi, che non hanno protezioni, a differenza di quelli che si trovano sui carri trainati dai cavalli che, invece, hanno apposite protezioni e maschere in cuoio.

Viene stilata una classifica che prende in considerazione, come spiega il sito ufficiale, l’ardore in battaglia, la correttezza nel tiro e la qualità degli allestimenti. Solo per i carri si aggiungono i finimenti dei cavalli.

Un dettaglio curioso da sapere se si vuole partecipare alla manifestazione: dal Giovedì Grasso a Ivrea, che dista una quarantina di minuti da Torino, si indossa il Berretto Frigio, di colore rosso e a forma di calza.

I numeri della Battaglia

Tra gli aspetti più peculiari di questo appuntamento vi sono i numeri. In città arrivano circa 7mila quintali di arance destinate al macero, che provengono – nella maggior parte dei casi – da aziende calabresi e siciliane che fanno parte del circuito di Libera, ovvero realtà che vogliono sensibilizzare e contrastare le mafie. Sono 7mila gli arancieri, ogni di loro lancia in media 240 agrumi al giorno. Nove le squadre a piedi, 54 i carri.

Inoltre, va ricordato che l’evento ha già una lunga tradizione: la prima è datata 1947. La Battaglia delle Arance prende il via domenica 11 febbraio 2024 alle 14, a seguire lunedì 12 alle 14,15 e martedì 13 alle 14. Gli abitanti di Ivrea hanno l’accesso gratuito, mentre per i visitatori è previsto l’acquisto di un biglietto per prendere parte agli eventi in programma domenica.

E per partecipare come arancieri? Bisogna iscriversi direttamente sui siti dei vari gruppi.

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Redang, un’isola da sogno in Malesia

L’isola di Redang è un luogo che lascia senza fiato. Ci sono svariati motivi che la rendono la destinazione perfetta per una vacanza da sogno, ma possono essere facilmente riassunti in due parole: acque incredibili. Circondata da uno degli oceani più blu del pianeta, con spiagge di sabbia bianca come borotalco che hanno come sfondo colline ricoperte da una giungla lussureggiante, è sulla lista dei desideri di subacquei e amanti dello snorkeling, che possono esplorare la barriera corallina protetta intorno a questo splendido gioiello tropicale e oltre 30 siti di immersione. Non si contano le emozioni che regala questo piccolo paradiso in Malesia, che desideriate una fuga di relax nella bellezza assoluta o fantastiche avventure da vivere e raccontare.

Redang, una delle più belle isole del mondo

Situata a circa 45 chilometri dalla costa di Kuala Terengganu, Redang (in malese: Pulau Redang) è la più grande del gruppo di nove isole che punteggiano il Mar Cinese Meridionale, al largo della costa del sultanato di Terengganu. È una delle isole più grandi della costa della Malesia Peninsulare, nonché una delle più belle del mondo.

Nel 1985, le acque che circondano l’arcipelago sono state dichiarate Parco Marino di Pulau Redang, per proteggere la splendida vita nei fondali e l’ambiente in cui si trova. Di conseguenza, l’isola è ricca di magnifici coralli e di una spettacolare fauna e flora marina che attirano da ogni parte del mondo gli amanti delle immersioni subacquee, dello snorkeling e delle nuotate memorabili.

Ogni sito di immersione offre qualcosa di diverso da vedere e sperimentare. Tra i più famosi c’è Terumbu Kili, che presenta un paesaggio marino roccioso tempestato di coralli. Il Big Mount offre ai subacquei la possibilità di osservare macro forme di vita e di incontrare lo squalo balena, mentre la barriera corallina del Mini Mount è famosa per le immersioni notturne. Un altro sito da non perdere è Tanjung Tokong, dove si possono ammirare grandi pesci napoleone, pesci pappagallo, pesci unicorno e coralli verdi di staghorn.

A Redang si trovano anche due storici relitti di navi: la H.M.S. Prince of Wales e la H.M.S Repulse, affondate all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, che hanno posto le basi per l’occupazione giapponese della Malesia.

Tour alla scoperta del Santuario delle tartarughe

In un’insenatura protetta sul lato nord di Redang si trova il Santuario delle tartarughe di Chagar Hutang. Le visite possono essere prenotate presso il negozio di immersioni del Laguna Redang Hotel. Da lì, una piccola barca vi traghetterà fino alla baia appartata, dove sarete accolti dal personale e dai volontari dell’Università della Malesia che vi illustreranno le misure di protezione adottate per garantire la sopravvivenza di questi meravigliosi esemplari.

Oltre ad apprendere i loro metodi di conservazione, i visitatori possono anche avere l’opportunità di aiutare a liberare le tartarughe nell’oceano. La maggior parte delle schiuse e dei rilasci avviene da giugno ad agosto. Dalla sua apertura, Chagar Hutang ha liberato oltre 300.000 tartarughe verdi e 7.000 tartarughe embricate. La visita al Santuario permette, infine, di fare snorkeling nella sua baia incontaminata piena di coralli.

Quando visitare Redang

Il periodo migliore per visitare l’isola di Redang va generalmente da marzo fino a ottobre. I mesi di marzo e aprile sono considerati ideali per le immersioni, con la visibilità che può arrivare a 40 metri. La stagione dei monsoni sulla costa orientale della Malesia Peninsulare inizia verso la fine di ottobre e dura fino alla fine di febbraio o inizio marzo. Durante questo periodo, resort e strutture turistiche restano chiuse. La maggior parte è situata lungo le spiagge di Pasir Panjang e di Teluk Kalong, sul versante orientale.

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Questo è il Carnevale più “stretto d’Italia”: la festa è cominciata

Colori, maschere, divertimento, gioia e tanta bellezza, ma con dei carri particolarissimi e in formato “ridotto”. A Melilli va in scena il Carnevale più stretto d’Italia e la festa è cominciata: maestoso, particolarissimo e anche con una storia ricca alle spalle. Quella che si svolge quest’anno è la 64esima edizione e si tratta di un appuntamento davvero peculiare, su cui si sta lavorando con una progettazione che mira a renderlo celebre in tutto il mondo.

Melilli è un comune siciliano, che si trova nel territorio del Libero consorzio comunale di Siracusa, qui va si tiene questo Carnevale unico nel suo genere che vede l’arte dei maestri carristi creare meraviglia, facendo i conti con le stradine strettissime del centro storico.

Il Carnevale più stretto d’Italia, benvenuti a Melilli

Si trova a soli 22 chilometri da Siracusa ed è un luogo con una storia antica alle spalle, ma anche con tradizioni che oggi lo rendono il posto da raggiungere per vivere un Carnevale davvero unico nel suo genere.

Tanto che l’obiettivo è quello di farlo inserire nel Guinness Word Record, ma non solo perché il progetto generale è ambizioso, importante e mira alla valorizzazione.

Ma perché è il Carnevale più stretto d’Italia? Si tratta di una definizione che rappresenta alla perfezione l’evento dal momento che, chi realizza i carri, deve fare i conti con una sfilata che passa attraverso strade di piccole dimensioni. “La caratteristica dei vicoli stretti del centro storico, che ospitano il passaggio dei carri allegorici “mignon” creati da artigiani carristi – viene spiegato in una nota -, ha conferito a Melilli il titolo di Carnevale più Stretto d’Italia. Carri larghi appena due metri, si aprono in piazza per circa 16/18 metri rivelando la magia al loro interno”.

E se già il Carnevale è una festa intrisa di magia, grazie ai suoi colori, alle maschere e al divertimento, qui lo stupore diventa ancora più grande. Anche perché Melilli è un contenitore di tanti appuntamenti diversi, che vanno in scena regalando tantissimo divertimento. La tradizione carnevalesca è lunga, la città è stata inserita nella Rete dei Carnevali Storici d’Italia, e qui si articola nelle sfilate in maschera di Villasmundo, nei festeggiamenti di Città Giardino e nei particolarissimi carri allegorici melillesi. “Una storicità affermata che si fa fulcro di tradizione e innovazione al contempo”, spiega la nota.

Il progetto di valorizzazione del Carnevale più stretto d’Italia

È in corso un importante progetto di valorizzazione del Carnevale più stretto d’Italia, a curarla è la cooperativa Badia Lost&Found che non guarda solo all’obiettivo di inserire questo evento nel Guinness Word Record, ma ha anche permesso a Melilli di entrare a far parte della Rete dei Carnevali Storici d’Italia dal Ministero della Cultura. Ciò significa che diventa parte integrante della Candidatura UNESCO per tutti i Carnevali Storici aderenti, tra cui Avola, Acireale, Cento, Foiano, San Giovanni in Persiceto, Sciacca, Putignano, Tempio Pausania e Fano.

Tra gli altri obiettivi raggiunti dal progetto di valorizzazione portato avanti dalla cooperativa anche l’iscrizione al Registro delle Eredità Immateriali Siciliane (REIS).

Il Carnevale prende il via l’8 febbraio e prosegue con tanti eventi fino al 13 febbraio. Tra i momenti più significativi è prevista l’inaugurazione de “Il Carnevale più Stretto d’Italia”, con una targa nel punto più “stretto” di via Iblea.

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Longyearbyen, l’incantevole città delle Svalbard dove è “vietato” morire

Il mondo è pieno di città particolari, dalla personalità unica e con caratteristiche che sono quasi impossibili da trovare altrove. Ma Longyearbyen, oltre a essere il centro abitato con più di 1000 abitanti più a Nord del pianeta, è anche una città in cui è “vietato” morire.

Longyearbyen, informazioni utili

Longyearbyen è la città più popolosa delle Svalbard, in Norvegia, e più precisamente una località che sorge a Spitsbergen, l’isola più grande dell’arcipelago. Situata in una valle sulle rive dell’ Adventjord, un braccio del meraviglioso fiordo Isfjorden, è incorniciata da ripide montagne e diversi ghiacciai.

Una comunità remota, tra le più isolate del mondo, ma anche una città suggestiva grazie alla presenza di tipiche casette nordiche colorate che creano un poetico contrasto con il bianco della neve. Dal nome impronunciabile – almeno per noi italiani -, si distingue per la presenza di una popolazione variegata ed accogliente, ma anche per essere piena di interessanti attrazioni turistiche.

Cosa aspettarsi

Pur essendo il centro abitato più a Nord del mondo, e per questo spesso con temperature molto rigide, a Longyearbyen la vita scorre tranquillamente, anche se ci si trova davvero in prossimità del Polo Nord. Vi basti sapere che qui dimorano circa 2000 abitanti di 50 diverse nazionalità, che possono tranquillamente muoversi anche per via della presenza di un aeroporto.

Longyearbyen, città delle Svalbard

Fonte: iStock

Le casette colorate di Longyearbyen

Ci sono asili, scuole, università, una discoteca in cui divertirsi e persino la più grande cantina di vino della Scandinavia. E poi c’è il sole di mezzanotte che illumina i profili cittadini per poco più di 4 mesi l’anno, dal 19 aprile al 23 agosto per 24 ore al giorno. Allo stesso tempo, il sole rimane sotto l’orizzonte dal 26 ottobre al 16 febbraio, anche se a causa delle montagne circostanti non è visibile fino a circa l’8 marzo.

E in più sì, Longyearbyen è conosciuta anche come “la cittadina dove è vietato morire”. Ma come è possibile?

Perché non si può morire (e nascere)

Non è propriamente del tutto corretto dire che a Longyearbyen non si possa morire. La verità è che qui, per legge, non si può essere sepolti. Questa norma potrebbe sembrare molto strana agli occhi di molti di noi, ma nei fatti è in vigore per un’ottima ragione: intorno agli anni ’20 ci fu una violenta epidemia causata da dei virus rimasti “attivi” nei corpi seppelliti molti anni prima.

Il motivo di tutto ciò è da trovare nelle temperature rigide e nel terreno perennemente ghiacciato, condizioni che impediscono la corretta decomposizione dei corpi e la distruzione dei virus.

Ma non è tutto, perché a Longyearbyen non si può nemmeno nascere: le donne in dolce attesa sono obbligate a trasferirsi sulla terraferma circa tre settimane prima della data prevista del parto. In questo caso il motivo non è legato alle temperature, ma al fatto che l’ospedale presente sull’isola non è attrezzato per mettere al mondo bambini.

Cosa visitare

Una città che potremmo definire bizzarra, ma che comunque vale la pena esplorare e conoscere. Si tratta di una realtà piccola e concentrata, e per questo facile da scoprire a piedi. Una delle attrazioni a cui vale la pena dare un’occhiata è il Museo delle Svalbard che illustra la storia, la geologia e la fauna selvatica di queste isole.

Molto interessante è anche il Museo della spedizione al Polo Nord in cui immergersi nella storia dei numerosi tentativi compiuti dagli esploratori per raggiungere il Polo Nord. Contiene reperti, vecchi documenti, giornali, immagini, filmati originali della spedizione e molto altro ancora.

Alla periferia di Longyearbyen è invece sita la chiesa cittadina, aperta alle visite 24 ore su 24. Poi ancora la Miniera di carbone Gruve 3 che si può esplorare con un tour di 3 ore che permette di scendere nelle sue profondità.

Un’attrazione inaugurata recentemente, ma estremamente interessante, è il Centro d’arte Nordover, ovvero il centro d’arte più settentrionale del mondo. Qui i visitatori possono scoprire mostre d’arte contemporanea ed eventi programmati dal Nordnorsk Kunstmuseum.

Chiesa di Longyearbyen

Fonte: iStock

La chiesetta di Longyearbyen

Gli amanti dell’enogastronomia non devono perdersi il Birrificio delle Svalbard in cui conoscere il processo di produzione e assaggiare diverse birre locali, create utilizzando l’acqua di un ghiacciaio di 2.000 anni.

C’è poi lo Svalbard Global Seed Vault, dove vengono conservati e duplicati semi provenienti da banche genetiche globali. La sua missione è salvaguardare la diversità delle colture, garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare contro potenziali minacce.

Particolarmente curioso è il Polar Permaculture, un igloo utilizzato come serra che ha lo scopo di fornire agli abitanti e ai ristoranti della città prodotti freschi a chilometro 0.

Le attività da fare

La città di Longyearbyen è un ottimo punto di arrivo e base di appoggio per un viaggio alle Svalbard. Allo stesso tempo, è anche il punto di partenza ideale per fare diverse escursioni giornaliere in motoslitta, slitta o barca e delle escursioni di più giorni nel deserto Artico. In sostanza, da queste parti le attività da fare non mancano di certo.

Durante la bella stagione, per esempio, è possibile partecipare a numerose escursioni di trekking da fare in autonomia o insieme ad una guida preparata ed equipaggiata.

Si possono ricercare i fossili, ma anche esplorare due grandi ghiacciai, il Larsbreen e il Longyearbreen. Chi ha bisogno di un po’ di adrenalina può salire a bordo di un kayak lungo l’Adventfjord, ma anche fare trekking fino alla cima della Hiorthfjellet, la montagna più famosa e bella di Longyearbyen.

Poi ancora una gita in slitta trainata da cani per esplorare i pittoreschi paesaggi che circondano la città. È bene sapere, tuttavia, che questa attività è disponibile solo quando il terreno è completamente coperto di neve.

Non manca di certo la possibilità di fare escursioni in motoslitta, che possono essere di un’intera giornata oppure  safari di più giorni. Grazie ad esse si scoprono poetici e immensi paesaggi ghiacciati, capanne dei cacciatori, ghiacciai e la fauna artica delle Svalbard.

Infine, le crociere giornaliere a Pyramiden o Barentsburg che sono disponibili esclusivamente durante la stagione estiva. Sono due insediamenti le cui storie hanno un profondo legame con la Russia e permettono di osservare anche animali selvatici come balene, orsi polari, foche e varie specie di uccelli.

Insomma, Longyearbyen è una città davvero unica nel suo genere.

Longyearbyen, informazioni utili

Fonte: iStock

La città di Longyearbyen in lontananza
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SiViaggia ti regala il numero 36 dello sfogliabile GATE

Ogni mese vi regaliamo il magazine di lifestyle GATE da scaricare e sfogliare. La rivista, scritta in italiano e in inglese, contiene articoli di viaggi, ma anche di moda e attualità.

Alle pagine 68-71 del numero 36,trovate l’ultimissimo articolo di SiViaggia dedicato all’Arabia Saudita. Con le sue città avveniristiche, i suoi paesaggi naturali ancora poco sfruttati dal turismo, i suoi siti archeologici non troppo affollati, la sua cultura tutta da scoprire, è una destinazione ancora poco conosciuta, ma che sta attirando sempre più turisti. Vi raccontiamo cosa c’è da vedere e perché è il momento di andarci.

E poi, qualche piccolo consiglio per organizzare le prossime gite fuori porta, dal lago alla montagna.

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Un nido d’amore sotto le stelle: l’esperienza da sogno

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, lo facciamo per esplorare le meraviglie create da Madre Natura, per toccare con mano i capolavori artistici e architettonici creati dall’uomo, e anche per raggiungere quei luoghi iconici che capeggiano la lista di tutte le travel wish list. Ma lo facciamo anche e soprattutto per vivere e condividere esperienze uniche ed entusiasmanti, come quelle offerte dagli alloggi più affascinanti e suggestivi del mondo.

Case sugli alberi, baite immerse nella natura, hotel a tema e strutture ricettive dalle forme incantate non sono più semplici luoghi del riposo e del ristoro, ma sono diventati con gli anni parte integrante e caratterizzante di un’avventura straordinaria.

Come quella che si può vivere in Carinzia, magari insieme alla propria dolce metà, che permette di dormire in un nido d’amore sotto le stelle. Un rifugio delle meraviglie che offre un’esperienza da sogno. Pronti a partire?

Carinzia: un nido d’amore sotto il cielo stellato

Il nostro viaggio di oggi ci porta in Carinzia, nella regione dell’Austria meridionale incastonata tra le Alpi Orientali. Proprio qui, al cospetto della più alta montagna del Paese, il Grossglockner, i viaggiatori possono perdersi e immergersi in un paesaggio mozzafiato caratterizzato da laghi alpini e foreste lussureggianti, ma anche da edifici medievali e fiabeschi che trasportano in luoghi incantati.

Ed è sempre qui, nei pressi del lago Millstätter See, che gli avventurieri possono arricchire il loro viaggio scegliendo di dormire all’interno di uno degli alloggi più suggestivi e romantici del mondo. Si tratta dei Biwak unter den Sternen, letteralmente rifugi sotto le stelle, dei veri e propri nidi d’amore illuminati solo dalle luci del cielo. Piccole case in legno che, da sole, valgono un intero viaggio e che diventano la destinazione perfetta di una fuga d’amore.

Dormire in un rifugio sotto le stelle: l’esperienza da sogno

Se state organizzando un viaggio di coppia per suggellare le promesse e l’amore, la Carinzia è la meta ideale. Non solo perché offre panorami incantati a ogni ora del giorno, e consente di trascorrere momenti all’insegna delle bellezze naturalistiche e del relax, ma anche e soprattutto perché offre delle esperienze incredibili che passano per gli alloggi che si snodano intorno al lago Millstätter See.

Questo specchio d’acqua, caratterizzato da colori cristallini e da una superficie liscia e placida, è già meta prediletta di moltissimi viaggiatori amanti della natura. Ed è proprio qui che sono state create delle piccole baite in legno di cirmolo e di larici, alloggi straordinari per ammirare gli spettacoli del cielo immersi in un paesaggio mozzafiato.

Piccoli e confortevoli, questi edifici sono dotati di ogni comfort: un letto che riempie l’ambiente, un tavolo, due sedie e delle morbide coperte. Non mancano le ampie finestre panoramiche che offrono viste privilegiate sul lago, sulle montagne circostanti e sul cielo.

Il fascino è indiscusso, a ogni ora del giorno e in ogni periodo dell’anno. Tuttavia, se è un’esperienza magica e unica che volete vivere, vi consigliamo di prenotare il vostro rifugio in inverno, quando i fiocchi della neve danzano illuminati solo dalla luce delle stelle.

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Vacanze in Sardegna: perché andare via mare è ancora l’opzione migliore

Sta per arrivare quel momento dell’anno in cui tutti iniziamo a sognare le vacanze primaverili e, ancor di più, quelle estive. Tra le mete più straordinarie (non solo d’Italia, ma del mondo intero) da raggiungere durante le belle stagioni c’è la Sardegna, un’isola del Mediterraneo che tra mare, spiagge, storia e natura è praticamente un sogno che si avvera.

Tuttavia, emergono sempre una serie di dubbi non solo su dove andare, vista l’importante estensione della regione, ma anche su come arrivare. La buona notizia è che la Sardegna è dotata sia di porti che di aeroporti, la brutta è che in base a quello che sceglierete dovrete rinunciare a delle cose. Per fortuna, noi di SiViaggia abbiamo fatto una serie di riflessioni che ci hanno portato a capire che andare via mare è quasi sempre l’opzione migliore. E ora vi spieghiamo il perché.

I vantaggi di andare in traghetto

L’aereo è un mezzo di trasporto certamente più rapido, ma allo stesso tempo costringe a privarsi anche di alcuni elementi che possono rivelarsi utili durante un viaggio in Sardegna, primaverile o estivo che sia.

Ma non solo, perché solcare i mari a bordo di navi permette anche di muoversi più liberamente, di ammirare la bellezza del mare e guardare i colori e i paesaggi che mutano in base all’ora della giornata. Senza dimenticare il fatto che è più facile divertirsi e conoscere persone, sempre se lo si desidera.

La nave, tra le altre cose, permette di raggiungere molte più zone dell’isola e anche con più facilità, perché i porti sono in numero superiore rispetto agli scali aerei.

E poi la fondamentale possibilità di imbarcare il veicolo: se non si possiede una vettura propria, per esplorare la Sardegna si è costretti ad affittarne una. I prezzi del noleggio in Italia adesso sono alle stelle, e per questo portare la propria auto è sicuramente la soluzione più conveniente.

Ma non solo, perché imbarcando la propria automobile si possono portare bagagli senza limite di peso, opzione che in aereo non esiste.

Alcuni potrebbero pensare che i costi dei traghetti per la Sardegna siano troppo elevati, ma la verità è che a disposizione dei clienti ci sono diverse soluzioni, ideali per tutte le tasche. In più, alcune compagnie offrono persino la possibilità di far viaggiare gratis i bambini fino ai 3-4 anni e diverse riduzioni per i pargoli più grandi.

Inoltre, durante l’anno, gli operatori propongono diversi tipi di offerte per prenotazioni anticipate e anche tariffe molto economiche per chi vuole visitare la Sardegna fuori stagione.

Infine, nessun membro della famiglia viene lasciato fuori: sulle navi per la Sardegna c’è posto per il proprio animale domestico, per il quale è prevista anche una cabina pet-friendly.

Alla luce di tutti questi vantaggi può però scattare un dubbio: quale compagnia utilizzare? La risposta è che dipende da voi, ma anche che esiste una piattaforma in grado di aiutarvi tantissimo nella vostra scelta. Parliamo di Ferryhopper, che permette di confrontare varie compagnie di navigazione e prenotare traghetti per oltre 500 destinazioni, al miglior prezzo e senza costi nascosti. Inoltre, scaricando l’App di Ferryhopper, potrete gestire al meglio la vostra prenotazione, fare il check-in online e avere tutto a portata di mano.

Viaggiatrice che guarda la costa della Sardegna dal ponte della nave

Fonte: Getty Images

Viaggiare in Sardegna via mare

In Sardegna in aereo: pro e contro

Prendere l’aereo per andare in Sardegna non è un’opzione da depennare perché, anzi, può rivelarsi molto utile quando le esigenze sono diverse da quelle di un viaggio vero e proprio.

Se l’idea è quella di fermarsi in una località con tutti i servizi possibili, come per esempio le bellissime Alghero e Cagliari, l’aereo è senz’altro il mezzo di trasporto più adeguato.

Ma la verità è che una volta che si va in Sardegna non c’è niente di più bello che scoprirla, visitando le sue zone che passano dal mare cristallino alle cime da scalare. In questo caso, quindi, è preferibile il traghetto con cui portare la propria auto, perché il noleggio in aeroporto ha spesso prezzi alti, specialmente in estate.

E poi i problemi di peso: tra cibo ottimo e oggetti di artigianato fatti da maestri del settore diventa davvero complesso organizzare la valigia per il ritorno.

In aereo, tra le altre cose, si sta più scomodi anche se, ad onor del vero, il viaggio dalle maggiori città italiane dura sicuramente meno di quello in nave. E poi l’ultimo piccolo svantaggio dell’aereo: si rischiano forti dolori alle orecchie per via dei cambi di pressione, fastidi che in nave non si provano.

Cosa vedere assolutamente in Sardegna

Fermo restando che il viaggio in traghetto in Sardegna presenta più vantaggi rispetto all’aereo, abbiamo deciso di selezionare per voi alcune cose da vedere assolutamente in questa magnifica isola.

La prima è la bellissima città di Olbia, in provincia di Sassari, ovvero la porta d’ingresso di quest’isola paradisiaca. Il posto ideale per ammirare le vestigia del passato grazie ai musei e alle necropoli, una delle quali comprende ben 350 tombe. Ma non solo, perché Olbia è anche il punto di partenza ideale per andare alla scoperta di un altro tesoro di questa regione italiana: la Costa Smeralda.

La seconda è Porto Torres, sempre parte della provincia di Sassari, che è un susseguirsi di spiagge da sogno. Perfettamente collegata via mare all’Italia continentale, è un angolo di Sardegna dove storia e natura convivono in armonia, tanto che a due passi da essa sorgono alcuni dei territori più affascinanti dell’isola.

Uno di questi è il Parco Nazionale dell’Asinara, ovvero un’isola nell’isola: 50 chilometri quadrati terrestri e 100 costieri che regalano inestimabili tesori naturalistici e faunistici. Sentieri immersi nella natura che si affacciano di fronte a un altro gioiello locale: l’eccezionale spiaggia La Pelosa d Stintino.

C’è poi l’irresistibile Cala Mariolu che sorge a Baunei, parte della provincia di Nuoro. Si tratta di un paradiso dal fascino tropicale caratterizzato da un fondale basso di sassolini bianchi e sabbia rosa a tratti.

La Sardegna è anche un terra ricca di borghi incantevoli come Castelsardo, in provincia di Sassari, che si affaccia sul limpido mare e che è costituito da un dedalo di stradine labirintiche. Un paesino dove il tempo pare non essere passato mai, perché le donne locali ancora intrecciano i cestini con le foglie delle palme nane.

Infine, una meraviglia della natura: la Gola Gorropu che sorge tra Barbagia e Ogliastra e che è uno spettacolare monumento naturale ricco di biodiversità e patria del trekking.

Per maggiori informazioni sugli spostamenti via mare, i prezzi e le offerte in corso, vi invitiamo a consultare periodicamente la pagina di Ferryhopper dedicata ai traghetti per la Sardegna.

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Il borgo dove sorge una suggestiva chiesa-tempio

Un piccolo borgo di montagna con pochissimi abitanti, circondato da paesaggi meravigliosi, ma anche da un alone di esoterismo: si tratta di Rosazza, antico paesino piemontese che sorge in una posizione piuttosto isolata e che deve la sua fama ai misteri che lo caratterizzano. Per la gran parte, gli edifici che vi sono stati costruiti nel corso dell’800 hanno infatti un aspetto abbastanza inquietante e sono legati all’occultismo e alla massoneria. Scopriamo qualcosa in più.

Rosazza, un paesino ricco di misteri

Situato in provincia di Biella, il paesino di Rosazza conta meno di 100 abitanti ed è un minuscolo agglomerato di casette abbarbicate ai piedi delle Alpi Pennine, nell’alta Valle Cervo. Il paesaggio è strepitoso: la natura è ancora incontaminata e offre moltissime opportunità per chi ama la vita all’aria aperta, tra itinerari di montagna e trekking impegnativi. Ma torniamo al piccolo borgo che ci affascina per il suo aspetto esoterico. A cosa è dovuto questo alone di mistero che vi aleggia? Dobbiamo fare un tuffo indietro nel tempo.

Il merito è di Federico Rosazza Pistolet, che in questa vallata nacque e visse per quasi tutta la sua vita: è stato un politico italiano, nonché senatore del Regno d’Italia a partire dal 1892, ed è conosciuto soprattutto per aver realizzato numerose opere a favore della popolazione della Valle del Cervo. In particolare, gran parte delle sue costruzioni si trova proprio a Rosazza, ed in questo modo contribuì allo sviluppo economico di questa piccola comunità montana. La parte “misteriosa” riguarda il fatto che il senatore apparteneva alla massoneria e aveva interessi per il mondo esoterico e per l’alchimia, tutti elementi che si riflettono nelle sue opere.

La chiesa-tempio e gli altri edifici esoterici

La chiesa-tempio di Rosazza

Fonte: ANSA Foto

La chiesa-tempio di Rosazza

Uno degli edifici più celebri di Rosazza, dovuti al senatore, è la chiesa-tempo che sorge nel cuore del paese. Per realizzarla, sul finire dell’800, venne fatta demolire l’antica chiesa cristiana e venne spostato il vicino cimitero. Nelle sue intenzioni, qui doveva essere costruito un tempio adibito formalmente anche al culto cristiano. Il risultato è stupefacente: vi si ritrovano tantissimi spunti che richiamano l’esoterismo e la tradizione della società iniziatica dei massoni. In particolare, spiccano il pavimento del sagrato a scacchiera, le numerose rose disseminate in tutta la chiesa e la croce a svastica sulla parete principale: si tratta di un simbolo della fertilità femminile, legato ad un antico culto gallico.

Un’altra particolarità della chiesa-tempio è la realizzazione di un sentiero che permetteva di collegarla alla Valle Cervo, al Santuario di San Giovanni e al Santuario della Vergine Nera di Oropa. Se siete a Rosazza, potete poi ammirare il magnifico castello costruito dal senatore negli ultimi due decenni dell’800: anche qui ci sono chiari riferimenti esoterici, come le false murature sbrecciate, i finti colonnati e il maestoso arco d’accesso dove svettano le teste di tre valligiane con una stella a cinque punte tra i capelli.

La stella a cinque punte è un elemento ricorrente, a Rosazza: la si trova, assieme alla rosa, in diverse fontane che sono disseminate per tutto il paese. Infine, merita una visita anche il Palazzo Comunale, realizzato attorno alla fine dell’800 per ospitare la sede del municipio. I suoi dettagli decorativi sono impressionanti, come la torre ornata da merlature ghibelline e la scala di marmo bianco che permette di accedere ai piani superiori. Si dice che qui Federico Rosazza tenesse le sue riunioni massoniche.

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L’Italia dei talenti: ecco da quali regioni vengono i vincitori di Sanremo

Che siate in viaggio, o no, vi immaginiamo comunque incollati al piccolo schermo perché la settimana dedicata alla musica italiana è ufficialmente iniziata. Martedì 6 febbraio è andata in onda, infatti, la prima serata del Festival di Sanremo, la kermesse nazionale più attesa di sempre. In attesa di scoprire chi sarà il vincitore della 74ª edizione, e di conoscere tutti quei brani e quei tormentoni che ci accompagneranno nei prossimi mesi, vogliamo portarvi con noi alla scoperta di un’Italia inedita, quella dei talenti, esplorando i territori dai quali provengono i vari cantanti vincitori del concorso canoro che si sono susseguiti negli anni. Pronti a partire?

Sanremo: l’Italia dei talenti

A stilare la lista delle regioni italiane che hanno dato i natali agli artisti che hanno primeggiato nel Festival di Sanremo è stato EnjoyTravel. Il sito di comparazione prezzi per il noleggio auto, ha pensato bene di celebrare la kermesse musicale con un viaggio inedito alla scoperta dell’Italia dei talenti. Da quali città e da quali regioni provengono i vincitori delle scorse edizioni?

A primeggiare, in questa lista, c’è il Lazio, che può vantare ben 19 vittorie, quattro delle quali attribuibili all’indimenticabile Claudio Villa. A far guadagnare il primato di regione con più vincitori del Festival di Sanremo ci hanno pensato, negli anni, i Maneskin e Marco Mengoni, da Roma, e Tiziana Rivale.

Al secondo posto troviamo la Lombardia, la regione che ha dato i natali a diversi artisti che hanno vinto la kermesse, per un totale di 17 vittorie aggiudicate. Tra questi ci sono Roberto Vecchioni e Mahmood, in gara anche quest’anno.

Con 13 vittorie la Puglia si aggiudica il terzo posto sul podio delle regioni dei talenti, di cui 4 sono attribuite all’iconico Domenico Modugno. Insieme a lui anche Anna Oxa, Nicola di Bari ed Emma Marrone, quest’ultima in gara nell’edizione del 2024.

Seguono poi l‘Emilia Romagna, che vanta 12 vittorie grazie anche alla partecipazione di Nilla Pizzi e Iva Zanicchi, e la Campania e la Toscana, entrambe con 6 vittorie. Al sesto posto, invece, troviamo la Liguria che grazie ad Alexia, ai Matia Bazar e agli altri artisti che hanno partecipato alla kermesse è arrivata a conquistare 5 vittorie.

Al settimo posto, a pari merito, troviamo Veneto e Piemonte. Seguono poi Sardegna, Sicilia e Abruzzo con 2 vittorie. A chiudere la classifica, invece, sono il Friuli-Venezia Giulia e la Basilicata con una vittoria a testa, conquistata rispettivamente da Elisa e da Arisa.

Talenti italiani oltre confine

Se avete in mente di fare un viaggio nei prossimi mesi, allora la classifica delle regioni che hanno dato i natali ai vincitori di Sanremo può tornarvi utile per nuove e inedite ispirazioni. La fine della kermesse, infatti, potrebbe trasformarsi nell’occasione perfetta per riscoprire i luoghi più affascinanti del Bel Paese seguendo le tracce degli artisti nostrani.

Non solo Italia, però. Nell’elenco stilato da EnjoyTravel troviamo anche due Paesi stranieri che hanno contribuito, involontariamente, al successo del festival dando i natali a due cantanti indimenticabili. Stiamo parlando del Vietnam e della Croazia.

Riccardo Cocciante, uno degli artisti più influenti del panorama musicale italiano, è nato infatti a Ho Chi Minh, nel Vietnam. Sergio Endrigo, invece, è nato a Pola – Croazia – nel 1933.