Ha ben 2.550 anni il tesoro antico che è appena stato rinvenuto, un oggetto non di grandi dimensioni ma che in qualche maniera ci racconta molto delle nostre origini, di come facevamo cose che adesso diamo per scontato.
La scoperta avvenuta in Israele
Ci troviamo in Israele e più precisamente in un sito situato sulle colline della Giudea. Proprio qui è stata recentemente scoperta, grazie a uno scavo condotto dall’Autorità israeliana per le antichità, una moneta d’argento estremamente rara e che risale al periodo persiano (VI-V secolo a.C.).
Potrebbe sembrare una banalità, ma nei fatti questo oggetto è una rara prova del primo utilizzo di monete nel Paese. In più, sono emerse anche altre ricchezze: lo scavo, effettuato nel corso dei lavori infrastrutturali intrapresi dalla Netivei, la Israel National Transport Infrastructure Company, ha messo in luce anche un edificio del periodo del Primo Tempio, con prove ancora più antiche di commercio nella forma del valore di uno shekel.
La rara moneta è stata riportata alla luce da Semyon Gendler, archeologo ad interim del distretto della Giudea dell’Autorità israeliana per le antichità. La moneta, che è stata trovata volutamente rotta, era coniata con timbro quadrato incastonato su una faccia; successivamente, tecniche più sofisticate produssero monete con stampe sporgenti anziché infossati.
L’importanza di questa scoperta
Robert Kool, capo del dipartimento numismatico dell’Autorità israeliana per le antichità, ha fatto sapere che “La moneta è estremamente rara e si unisce solo a una mezza dozzina di monete dello stesso tipo che sono state trovate negli scavi archeologici nel Paese. La moneta venne coniata in un periodo in cui l’uso della moneta era appena iniziato. Il raro ritrovamento fornisce informazioni sul modo in cui veniva svolto il commercio e sul processo attraverso il quale il commercio globale passò dal pagamento mediante pesatura di pezzi d’argento all’uso di monete. La moneta appartiene ad un gruppo di monete molto antiche coniate al di fuori di Israele, nelle regioni dell’antica Grecia, Cipro e Turchia. Nel VI-V secolo BCE tali monete iniziarono ad apparire in siti nella Terra d’Israele“.
Un ulteriore indizio del processo graduale è il fatto che la moneta sia stata ritrovata tagliata intenzionalmente in due: è il simbolo che nel IV secolo a.C. veniva utilizzata come pezzo d’argento pesato, piuttosto che come moneta, anche se le monete erano già usate in questo periodo.
Secondo Michal Mermelstein e Danny Benayoun, direttori degli scavi per conto della Israel Antiquities Authority, “Il sito era situato nella zona rurale del Regno di Giuda, la cui capitale era Gerusalemme. Fu colonizzato per la prima volta nel periodo del Primo Tempio, nel VII secolo BCE. (2.700 anni fa), durante i regni dei re di Giuda, Ezechia, Manasse, Amon e Giosia, un periodo di insediamento di punta nel regno di Giuda. Di questo periodo è stata scoperta una caratteristica “casa di quattro stanze” e il peso dello sheqel, trovato sul pavimento di una delle stanze della casa, fornisce le prime prove del commercio”.
Il peso di pietra a forma di cupola sarebbe stato utilizzato per pesare metalli, spezie e altri prodotti costosi. Il segno sul peso era un’abbreviazione (ieratica) dell’antico Egitto per la parola sheqel, e il singolo tratto inciso rappresenta uno sheqel. Il peso era di 11,07 g. “Questo era in effetti un peso standard nella regione del regno di Giuda, a dimostrazione che le merci venivano attentamente pesate sui mercati”, hanno sottolineato gli archeologi.
Secondo Eli Escusido, direttore dell’Autorità israeliana per le antichità, “È sempre sorprendente quanto importanti reperti vengano scoperti in luoghi inaspettati. Le minuscole monete sono una fonte cruciale di informazioni in archeologia. Ci forniscono dettagli visivi, iscrizioni e date. Attraverso un oggetto minuscolo come una moneta diventa possibile tracciare i processi del pensiero umano e osservare che le nostre abitudini economiche sono rimaste sostanzialmente immutate per migliaia di anni, è cambiata solo la tecnologia. In questo contesto è interessante considerare le future ricerche archeologiche in un mondo che ha adottato il commercio elettronico”.