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Com’è, davvero, mettersi in viaggio senza conoscere la destinazione?

La bellezza di un viaggio non risiede solo nelle destinazioni che esploriamo, ma anche nelle emozioni che proviamo lungo il cammino. C’è qualcosa di profondamente eccitante nell’idea di partire per una destinazione sconosciuta, di abbandonarsi all’ignoto, di lasciare che la curiosità e l’aspettativa guidino ogni passo del tragitto. Questa è l’essenza dei Mystery Flights, una tendenza di viaggio che sta conquistando il mondo.

Le compagnie aeree stanno rivoluzionando l’esperienza di viaggio offrendo pacchetti di breve durata verso destinazioni segrete, per regalare ai loro clienti un’avventura coinvolgente e sorprendente.

Non c’è pianificazione, non c’è una meta prefissata. Si tratta di salire su un aereo senza sapere dove ci condurrà, di lasciarsi sorprendere dal destino e di immergersi in un’avventura totalmente inaspettata, un antidoto perfetto alla monotonia. Perché, in fondo, il viaggio è tanto importante quanto la destinazione e può diventare un’avventura straordinaria se siamo disposti a lasciarci sorprendere.

Mystery Flights: volare verso l’ignoto

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Mistery Flights: viaggio verso l’ignoto

Sei stanco della solita routine di viaggio? Vorresti sperimentare qualcosa di diverso e inaspettato, che ti faccia sentire l’adrenalina scorrere nelle vene? Allora, prenota subito un Mystery Flights e lasciati trasportare in emozionanti avventure che ti terranno con il fiato sospeso.

Questi viaggi misteriosi, la cui destinazione rimane un segreto fino all’ultimo istante, rappresentanoil rimedio perfetto per combattere la monotonia dei viaggi tradizionali.

L’idea ha avuto origine negli anni ’90, grazie a compagnie aeree innovative come la Australian Airlines (ora Qantas) e la KLM. Il progetto aveva l’obiettivo di risolvere un problema semplice ma persistente: riempire i voli con posti vacanti. Così, i viaggiatori si presentavano all’aeroporto, pronti a decollare, ma senza avere alcuna idea di quale sarebbe stata la loro destinazione finale. Potevano ritrovarsi in qualsiasi luogo raggiunto dalla compagnia aerea, dove avrebbero trascorso un giorno di riposo, prima di fare ritorno a casa. Questa esperienza di viaggio, assolutamente unica nel suo genere, ha offerto a molti l’opportunità di scoprire ed esplorare luoghi che non avrebbero mai considerato prima. Un vero e proprio salto nel vuoto, che ha trasformato la routine del viaggio in un’avventura imprevista e affascinante.

Poi, nel 2021, la compagnia ha deciso di dare nuova vita ai Mystery Flights, aggiungendo destinazioni davvero spettacolari come il porto di Sydney, la Grande Barriera Corallina, il maestoso Uluru e l’incantevole Bondi Beach. Questo ritorno in grande stile ha riscosso un successo immediato e travolgente: i biglietti, infatti, sono andati esauriti in un lampo.

Prepara le valigie: un’avventura sconosciuta ti aspetta

È l’alba di un nuovo giorno, non sapete dove andrete, ma la valigia è pronta. Siete sul punto di imbarcarvi in un’avventura che mescola l’eccitazione del viaggio con il brivido dell’avventura.

Il funzionamento è semplice, anche se ogni compagnia aerea ha le proprie regole. In genere, si sceglie la data del viaggio e i giorni di permanenza nella destinazione misteriosa, dopodiché si prenota attraverso la compagnia aerea prescelta. Tre giorni prima della partenza, la compagnia invia gli orari e i numeri dei voli, insieme a un itinerario sconosciuto fino al giorno del viaggio. Quando vi recate all’aeroporto, salite a bordo del vostro volo e… sorpresa! La destinazione rimane un segreto fino all’ultimo momento.

La compagnia aerea Wizz Air ha recentemente lanciato un concorso unico nel suo genere dedicato ai più intrepidi. Il premio? I viaggiatori fortunati, sotto l’hashtag #GetLostwithWizz, sono partiti dall’aeroporto Marco Polo di Venezia, per atterrare verso una destinazione tenuta segreta fino all’ultimo momento. Alla fine, si sono ritrovati a Riyad, in Arabia Saudita, trasformando un normale viaggio aereo in un’avventura indimenticabile e carica di suspense.

Ma non è l’unica compagnia a offrire questa emozionante esperienza. Anche Lufthansa ha seguito questa tendenza, proponendo voli misteriosi verso destinazioni affascinanti come Dublino, Pamplona, Cracovia, Riga, Varsavia e Tallinn. La compagnia aerea offre inoltre pacchetti speciali per alcune delle città più belle del mondo, tra cui Amsterdam, Parigi, Roma, Venezia e Budapest.

E se vi trovate dall’altra parte del mondo, non temete! Virgin e Qantas in Australia propongono più di 20 destinazioni tra cui Brisbane, Sydney, Melbourne, Gold Coast, Newcastle e Canberra, con alloggio e trasferimento inclusi. Anche la Peach Aviation, una filiale della giapponese All Nippon Airways, offre l’opportunità di scegliere tra 11 destinazioni da Tokyo: Memanbetsu, Kushiro, Sapporo, Osaka, Fukuoka, Oita, Nagasaki, Miyazaki, Amami, Okinawa e Ishigaki. Pronti a fare il salto nel mistero?

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Mistery Flights: pronto a partire?
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Questi aeroporti puntano a farci viaggiare senza passaporto

Ormai appare un trend sempre più chiaro ed evidente e il 2024 è l’anno del debutto: sale di molto il numero degli aeroporti che si stanno organizzando per consentire ai passeggeri di viaggiare senza passaporto eliminando i controlli del documento ai check-in, agli imbarchi e all’immigration grazie agli e-gates che funzionano con la tecnologia biometrica del riconoscimento facciale.

A fare da apripista Dubai a marzo, seguita da Singapore e dal Regno Unito.

Il debutto del riconoscimento facciale

Insomma, il 2024 sarà l’anno dell’addio al passaporto e del debutto del riconoscimento facciale, una soluzione che mira a una maggiore rapidità dell’esperienza dei viaggiatori in aeroporto che non si troveranno a dover sopportare ore di coda in attesa dei controlli: d’ora in avanti, dovranno solamente mostrare il proprio volto per ottenere l’autorizzazione in entrata e in uscita dai Paesi e per l’imbarco sull’aereo.

Ma, dietro l’obiettivo di semplificare e velocizzare le operazioni di controllo, si cela anche una precisa strategia che coinvolge gli scali: meno tempo il passeggero trascorre in aeroporto, minore è il numero di addetti che devono essere a disposizione, soprattutto quando procedure cruciali come il check-in e il controllo dei documenti vengono automatizzate.

Si tratta, in fondo, di una modalità che vede vincenti entrambe le parti in causa, i passeggeri e gli scali, che risparmieranno tempo e denaro.

A Dubai da marzo addio al passaporto

Lo scalo degli Emirati è il primo che, da marzo, consentirà ai viaggiatori di lasciare a casa i documenti.

Addio, quindi, al passaporto ma anche alle lunghe file per la verifica al custom: grazie alla tecnologia biometrica, i passeggeri dovranno semplicemente varcare un cancelletto che si apre in maniera automatica dopo aver effettuato il riconoscimento facciale.

Andranno in pensione i banchi di imbarco all’aeroporto e l’area di attesa al customer per una migliore soddisfazione dei clienti e una riduzione dei tempi.

A Singapore un token unico di identificazione

Segue Singapore che in data da definire (ma comunque nel 2024) utilizzerà la tecnologia per realizzare un “token unico di autenticazione” che sarà impiegato in vari punti di contatto automatizzati (il deposito bagagli, l’autorizzazione all’immigrazione e l’imbarco) rendendo così superato l’obbligo di presentare i documenti di viaggio quali il passaporto e le carte d’imbarco.

Il “token unico di autenticazione” includerà le informazioni indispensabili per chi viaggia, quali nome e cognome, data e luogo di nascita, la fisionomia del viso e tutti i dati riportati sui passaporti e sulle carte d’identità e che, finora, erano visionati da un addetto ai controlli pre-imbarco: un vero e proprio “salto di qualità” per i passeggeri che potranno dimenticare una fase spesso giudicata “lunga e noiosa”.

Viaggiare nel Regno Unito senza passaporto

Anche il Regno Unito sta pensando di ricorrere al riconoscimento facciale per snellire le code per i controlli che, in seguito all’uscita dall’Unione Europea, sono diventate un neo per i principali aeroporti del Paese.

L’obiettivo è, infatti, quello di velocizzare gli ingressi adesso che anche chi arriva dall’UE necessita del passaporto: sarà sufficiente registrare un “passaporto biometrico” scannerizzandolo in un’app, compilare un questionario e ottenere il via libera già prima di partire.

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Isola di Cat Ba, come un sogno che si avvera

Una delle destinazioni più affascinanti del Vietnam è la famosa Baia di Halong, Patrimonio UNESCO nonché una delle “Sette meraviglie naturali del mondo”: un luogo magico, da sogno, punteggiato da quasi duemila isole tra cui spicca l’Isola di Cat Ba, la più grande dell’arcipelago, a circa 30 chilometri da Haiphong.

Si tratta di una meta turistica oggi molto apprezzata, plasmata da una lussureggiante foresta tropicale, promontori, piccole baie, grotte visitabili, brevi tratti di costa sabbiosa che si alternano a un profilo in gran parte roccioso: qui, oltre a lasciarsi incantare da un panorama ineguagliabile, è possibile dedicarsi a svariate attività all’aria aperta come escursioni in kayak, rock climbing, trekking e itinerari in mountain bike.

Inoltre, Cat Ba è il punto di partenza privilegiato per andare alla scoperta della Baia di Lan Ha, meno nota rispetto alla Baia di Halong ma più tranquilla e altrettanto straordinaria: i tour in barca offrono l’occasione di conoscere da vicino gli antichi e tradizionali villaggi di pescatori con le “case galleggianti” direttamente sul mare.

Le principali attrazioni dell’Isola di Cat Ba

A torto, moltissimi visitatori si fermano a Cat Ba soltanto per il tempo necessario a imbarcarsi alla volta della Baia di Lan Ha: eppure, l’isola offre innumerevoli attrazioni che richiedono almeno un paio di giorni di permanenza.

In cima alla lista va menzionato senz’altro il Parco Nazionale, istituito nel 1986 e riconosciuto dall’UNESCO come “Riserva della biosfera” nel 2004: le strutture principali e il Centro Visite sono ubicati lungo la strada che collega il centro abitato di Cat Ba con il porto di Gia Luan.

Le opzioni per entusiasmanti escursioni sono molteplici a partire dal sentiero di 1,5 chilometri nel cuore della foresta di Kim Giao che conduce sulla cima di una montagnola da cui godere di un panorama davvero mozzafiato. I più fortunati potranno imbattersi in uno dei rari esemplari di Cat Ba Langur, una piccola scimmia a serio rischio di estinzione poiché rimangono soltanto una sessantina di individui.

E poi il fascino delle grotte: l’Hospital Cave (Grotta dell’Ospedale), priva di luce naturale, trasformata in ospedale durante la Guerra del Vietnam, la Grotta di Trung Trang, a una quindicina di chilometri dalla cittadina di Cat Ba, un vero tesoro di migliaia di stalattiti e stalagmiti, la Grotta di Thien Long formata da tre caverne e la Grotta di Ho Coung.

Ancora, per immergersi appieno nella cultura locale, da vedere è l’appartato villaggio di pescatori e agricoltori di Viet Hai che mantiene intatta la sua identità mentre un’altra tappa da favola è la Valle delle Farfalle, dove rilassarsi e avvistare colorate farfalle che volteggiano in un paesaggio disegnato da ripide rocce calcaree a strapiombo.

Infine, l’Isola di Cat Ba, seppur la quasi totalità della costa sia rocciosa, vanta anche alcune spiagge lungo il promontorio a sud dell’omonimo centro abitato, denominate Cat Co 1, Cat Co 2 e Cat Co 3, e la spiaggia Tung Thu, alla periferia occidentale.

Come arrivare e quando andare

Cat Ba si trova a circa 150 chilometri dalla capitale Hanoi e il modo migliore per raggiungerla è il viaggio in autobus di circa 3 ore e mezza con un breve tratto in traghetto (incluso nel prezzo) di un paio di chilometri e una decina di minuti.

Partendo, invece, da Haiphong (molo di Ben Binh) si arriva a Cat Bat con un’ora di catamarano mentre, nella parte nord dell’isola, il porto di Gia Luan serve la linea di catamarani e traghetti che provengono dal molo di Tuan Chau della città di Ha Long.

Per quanto riguarda i mesi migliori per visitare Cat Ba, sono marzo e aprile in primavera e ottobre e novembre in autunno, quando le piogge sono scarse e le temperature gradevoli.

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Ritrovato il continente perduto che ospitava mezzo milione di persone

Quasi ogni giorno, nel mondo, avvengono scoperte sensazionali che riscrivono la storia dell’Umanità, eventi accaduti milioni di anni fa e la geografia di un territorio.

Questa volta si tratta addirittura del ritrovamento di un continente perduto, una nuova Atlantide, scomparso circa 18mila anni fa e che avrebbe ospitato circa mezzo milione di persone.

Il continente perduto al largo dell’Australia

È uno studio condotto dall’archeologa Kasih Norman della Griffith University nel Queensland e pubblicato sulla rivista scientifica “Quaternary Science Reviews” a rivelare l’esistenza di un continente finora sconosciuto che, circa 70mila anni fa, si sarebbe trovato al largo della costa nord dell’Australia.

Secondo il team di studiosi, la “nuova Atlantide” avrebbe vantato un ricco, fertile e variegato ecosistema nonché una popolazione numerosa (fino a 500mila persone) non dissimile da quella delle città odierne: e, con dimensioni che superano di 1,6 volte il Regno Unito e di 1,3 volte l’Italia, occupava una superficie di 400mila chilometri quadrati ed era plasmato da laghi, fiumi, da un mare interno e da arcipelaghi così vasti da poter essere utilizzati come “ponte” per raggiungere l’Indonesia (e ciò avrebbe potuto consentire quella che Norman ha definito una “migrazione graduale” tra l’attuale Indonesia e l’Australia).

A riprova della sua presenza, sui fondali a ovest dell’Australia, al largo della costa della regione di Pilbara, gli archeologi hanno rinvenuto utensili in pietra.

Per quanto riguarda il fatto che la piattaforma ospitasse tra 50.000 e mezzo milione di persone, la responsabile dello studio ha chiarito: “Non stiamo parlando di cifre reali sulla popolazione, è solo questione di proiettare la capacità di carico del nostro paesaggio. In sostanza, diciamo che avrebbe potuto ospitare così tante persone“.

Lo studio per ricostruire l’esistenza del continente perduto

I ricercatori si sono subito messi al lavoro per approfondire l’entusiasmante questione della vasta isola al largo dell’Australia: hanno analizzato i dati barometrici (che indicano la composizione del terreno marino e la profondità) e quelli storici per stimare la popolazione del continente scomparso e il momento in cui sarebbe sprofondato.

L’area continentale dispersa è nota come “Piattaforma Nord-Occidentale di Sahul“, un “paleocontinente” che univa l’Australia moderna, la Nuova Guinea e la Tasmania in un’unica terra: le indagini hanno fornito preziosi dati sul livello del mare tra 70.000 e 9.000 anni fa, insieme a mappe dettagliate delle caratteristiche del fondale marino della piattaforma continentale sommersa, grazie alla mappatura sonar di bordo.

In particolare, è stato dimostrato che tra 71.000 e 59.000 anni fa, il livello del mare era di circa 40 metri più basso di quello odierno, così da far emergere una serie di isole sul bordo esterno nordoccidentale del continente australiano; poi, tra 29.000 e 14.000 anni fa, si verificò un altro consistente abbassamento del livello del mare, in coincidenza con il picco dell’ultima era glaciale: pertanto, un’ampia fascia della piattaforma continentale fu esposta proprio accanto all’attuale Australia.

La sua fine risalirebbe all’ultima glaciazione, circa 18mila anni fa: gli abitanti, probabilmente sorpresi da un’inondazione, avrebbero ripiegato verso l’Australia, fatto che giustificherebbe l’aumento della popolazione nell’area nord del Paese, nelle regioni di Kimberley e Arnhem.

Le ricerche sono tuttora in corso e, adesso, l’Atlantide australe (che, secondo l’archeologa Norman “era differente da qualsiasi paesaggio oggi esistente sul pianeta“) si trova a 100 metri sott’acqua in quella parte dell’Oceano Indiano che separa l’isola di Timor dalla costa nord-occidentale dell’Australia.

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Europa Garfagnana Notizie Viaggi

Il volo dell’angelo più lungo d’Europa si farà in Italia, ecco dove

Non è ancora nata, eppure il solo pensiero della sua inaugurazione lascia senza fiato gli amanti dei voli d’angelo: la zipline più lunga d’Europa nascerà in Italia, precisamente in Toscana, nel tratto che va tra la Grotta del Vento fino al Borgo di Vergemoli. La discesa, che farà provare a chiunque lo desideri l’ebbrezza di un veloce viaggio sospeso nel vuoto, sarà lunga 3,3 chilometri e permetterà di osservare da un punto di vista mozzafiato il panorama dell’Alta Garfagnana.

I finanziamenti e il progetto della zipline

La nascita di questa spettacolare zipline si inquadrerà negli interventi conseguenti alla creazione del Bando dei Borghi del Pnnr, incentivo promosso dal Ministero della Cultura per sostenere progetti imprenditoriali e di riqualificazione turistica nel centro Italia. A vincere il Bando sono stati i Comuni Fabbriche di Vergemoli e Molazzana che, per altro, si sono anche posizionati primi nella lista dei beneficiari del Fondo per i piccoli Comuni a vocazione turistica inquadrati nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

Garfagnana, scorcio

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Il panorama in Garfagnana

Grazie al Bando e al Fondo, i Comuni hanno presentato i loro progetti e, in particolare, l’amministrazione di Fabbriche di Vergemoli ha immediatamente puntato tutto sulla teleferica, indicando come punto di partenza la bellissima Grotta del Vento, una delle grotte turistiche più belle e complete d’Europa, situata al centro del Parco naturale delle Alpi Apuane. Dopo una visita alla grotta, caratterizzata da stalagmiti e ricca di laghetti ricoperti di cristalli, i visitatori potranno letteralmente volare fino al borgo di Vergemoli, punto d’arrivo della zipline.

I lavori e il percorso

Il via ai lavori per la zipline è previsto per la seconda metà del 2024 e dovrebbero terminare nella prima metà del 2025.  Una volta a regime la teleferica dovrebbe essere aperta 8 mesi l’anno e dovrebbe garantire all’area l’afflusso di almeno 10.000 visitatori stagionali. All’atto pratico, nel totale rispetto dell’ambiente, verrà realizzato e posizionato tramite appositi supporti un maxi cavo d’acciaio, al quale verranno agganciate una serie di carrucole. Una volta correttamente imbragati e assicurati per mezzo di dispositivi all’avanguardia, i visitatori potranno “volare”.

Zipline, discesa ripida

E non è tutto qui, perché se già l’idea di un percorso in volo lungo 3 chilometri è emozionante, l’idea del Comune di Fabbriche di Vergemoli è ancora più particolare: il percorso infatti si snoderà in diverse postazioni, che permetteranno ai visitatori di fermarsi per ammirare il panorama ma anche per scendere, spostarsi a piedi o, nel caso si percepisse l’esperienza come troppo “estrema”, anche di bloccarsi e tornare indietro.

Non solo voli d’angelo

La zipline più lunga d’Europa non è il solo progetto che interesserà la zona della Garfagnana. Come abbiamo accennato, Fabbriche di Vergemoli e Molazzana hanno vinto il Bando Borghi del Pnrr e, pertanto, si sono aggiudicati finanziamenti per un totale di 1.427.683,40 euro per il triennio dal 2023 al 2025. I Comuni, inoltre, comparteciperanno alle spese investendo un totale di 500mila euro, avendo così a disposizione oltre 2 milioni di euro per qualsiasi tipo di attività, evento e/o costruzione che possa favorire un incremento dell’attrattiva turistica.

 

Alpi Apuane

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Scorcio delle Alpi Apuane

Sono già in programma delle spese per acquistare una serie mezzi elettrici da mettere a disposizione dei turisti e per creare dei parchi giochi (green e altamente sostenibili) sul territorio. Si prevedono inoltre azioni mirate sui Borghi dell’area, che interesseranno in particolare Molazzana, VergemoliEglio-Sassi e l’area Scheffel a Fabbriche di Vallico. Infine, è previsto anche un contributo al Cai (Club Alpino Italiano) per i sentieri che si diramano tra i paesi alpini, con interventi in particolare a Pania della Croce. Il 2024, insomma, sarà ricco di innovazione per l’area, che potrebbe presto diventare una meta turistica ambita e gettonata.

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Il ponte “interstellare” che sta ipnotizzando il mondo

Spesso sui social media capita di imbattersi in luoghi talmente tanto belli da non sembrare veri: calette azzurre, spiagge dalla texture particolare, canyon o montagne imbiancate. Panorami suggestivi, sì, ma anche abbastanza gettonati e comuni, se proprio vogliamo dire la verità. Invece, la viralizzazione del ponte di Chongqing in Cina sta lasciando tutti di stucco per il suo aspetto davvero insolito, che ha fatto chiedere a moltissimi utenti di Instagram e TikTok se si trattasse di un posto accessibile o dello scorcio di una futuristica base spaziale.

Sì, perché il ponte, della lunghezza totale di 3,6 chilometri, ha una forma così particolare che associarla a una navicella spaziale o a un veicolo destinato a viaggi interstellari sembra quasi naturale: per via della sua travatura reticolare in acciaio e del design circolare della parte inferiore, osservandolo ci si sente quasi pronti a partire verso l’Universo profondo.

La funzione del ponte “spaziale”

Il ponte di Chongqing è stato realizzato per collegare i quartieri di Dadukou e Banan. I progettisti volevano creare una superstrada sospesa all’avanguardia, adattandosi agli elevatissimi standard richiesti per l’organizzazione dei trasporti in Cina. Era già chiaro fin dall’inizio che la superstrada avrebbe avuto diversi livelli: nella parte superiore sarebbe stata urbana, a doppio senso e suddivisa in otto corsie, mentre nella parte inferiore doveva essere destinata al transito ferroviario.

Ponte di Chongqing

Il progetto doveva anche includere due torri, che avrebbero dovuto avere, oltre a una funzione portante, anche quella di base per delle sale di controllo e monitoraggio. L’idea, dunque, si presentava piuttosto ambiziosa ed è per questo che il lavoro è stato affidato alla China Communications Construction Company, punta di diamante del settore nel Paese.

Dall’idea alla realizzazione

Se l’idea, come abbiamo già detto, era ambiziosa, il risultato è andato addirittura oltre. Come annunciato ai tempi della realizzazione (2022) proprio dalla China Communications Construction Company, quello di Chongqing è ufficialmente diventato il più grande ponte sospeso stradale-ferroviario più lungo del mondo, con una lunghezza totale di 1.384 metri e una campata principale di 660 metri. Ma non solo, perché come dimostra la sua viralizzazione è anche uno dei più suggestivi, grazie a quello che, di base, era il suo concept.

Chongqing ponte virale

Infatti, quando il team di progettazione ha ideato il ponte, non ha voluto soltanto creare un mezzo di collegamento che desse spazio alle auto (e al treno), ma ha voluto inserire dei dettagli che si rifacessero alla cultura regionale di Chongqing e al suo fitto legame con le acque: nato dall’acqua, prosperato dall’acqua e reso magnifico dall’acqua è uno dei motti della regione cinese. Così, le sue torri sono state pensate a forma di  “goccia d’acqua”.

Grazie a questa idea le torri sembrano delle gocce, appunto, che si fondono nel fiume Yangtze partendo dall’alto, mentre il ponte passa attraverso e restituisce un effetto architettonico innovativo. In più, il design circolare della parte inferiore del ponte ha uno scopo speciale: serve principalmente a garantire una sorta di finestra, un effetto di trasparenza che fa sì che le persone possano vedere sia il paesaggio dei veicoli che gli edifici urbani da quasi qualsiasi prospettiva.

La suggestione interstellare

La parte inferiore del ponte è accessibile e il pubblico può recarsi sulla spiaggia, assistendo allo spettacolo “spaziale” che campeggia sui social. Durante la stagione secca, per altro, il fiume Yangtze si ritira e l’area diventa l’ideale per picnic e scampagnate “interstellari”, che fanno quasi pensare a chi si reca sul posto di essere all’interno di una base collocata da qualche parte su un pianeta lontano.

Chongqing

Quando si cammina sotto le torri, la parte circolare che si apre in basso sembra quasi una porta del tempo e dello spazio: uno spettacolo davvero degno delle migliori scene tratte da film di fantascienza.

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Riapre uno dei palazzi più belli (e meno noti) d’Italia

Riapre dopo un intervento di restauro uno dei palazzi più belli di Catania. Palazzo Biscari o Palazzo Bìscari alla Marina, per la città siciliana rappresenta un affascinante capitolo della sua storia architettonica e culturale.

Questo magnifico edificio che si trova in pieno centro storico, forse il più sontuoso di Catania, rappresenta una testimonianza tangibile della ricchezza e della raffinatezza che caratterizzavano la Sicilia del XVII e XVIII secolo. Ed è grazie all’impegno di risorse private che il palazzo è stato recentemente restaurato, dando vita a un vero processo di rinascita che ha l’obiettivo di preservare e valorizzare il patrimonio storico-culturale della città.

Gli sforzi congiunti di imprese territoriali, istituzioni locali, enti culturali e appassionati di storia hanno portato a un attento lavoro di restauro che ha coinvolto esperti del settore, architetti e restauratori.

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Fonte: 123rf

La scalinata esterna di Palazzo Biscari a Catania, set del videoclip dei Coldplay

Palazzo Biscari, gioiello del barocco siciliano

Palazzo Biscari è il più importante edificio privato di Catania, di proprietà della famiglia Moncada Paternò Castello di Valdisavoia Principi di Biscari, e rappresenta preziosa testimonianza del barocco siciliano. I saloni affrescati sono ricchi di fascino e di eleganza.

Sorge su un tratto delle mura cinquecentesche della città, sulle quali, subito dopo il terremoto del 1693, Ignazio Paternò Castello III Principe di Biscari ottenne, alla fine del Seicento, il permesso di elevare il palazzo dal luogotenente generale Giuseppe Lanza duca di Camastra, artefice della ricostruzione di Catania, inviato del Re di Spagna Carlo II d’Asburgo.

Il palazzo è ancora oggi in parte abitato dai discendenti della famiglia e i saloni principali sono spesso usati per ospitare manifestazioni. Lo visitò anche la Regina Madre di Inghilterra, Alexandre Dumas e persino Johann Wolfgang von Goethe che, nel corso del suo viaggio in Italia nel 1787, venne ricevuto dal principe di Bìscari.

Palazzo Biscari vanta un’antica tradizione legata all’arte e alle mostre. A partire dal XVIII secolo, ha ospitato il museo di reperti archeologici. Di recente si è aperto anche a mostre di artisti internazionali.

Tra le sue splendide sale affrescate, tra cui il Salone delle feste, in stile rococò, con le volte riccamente affrescate e un cupolino terrazzato sulla volta dove si sistemavano i musicisti a suonare, si tengono ancora oggi concerti di musica barocca. E poi, angeli e putti ovunque, dipinti alle pareti, in rilievo su stucchi e camini, e una scala che sembra avvolta in una nuvola e che è tutta da vedere.

All’interno si contano ben 600 stanze, alcune nemmeno mai esplorate, talvolta collegate tra loro da botole nascoste nel pavimento, come quella tra la stanza del principe e quella della principessa, una camera magnifica con boiserie di legni intarsiati e pavimenti di marmo di epoca romana.

Come in un film

I saloni vengono affittati anche per eventi privati e matrimoni. Sono state usate come set di diverse produzioni cinematografiche, tra cui “I Viceré” di Roberto Faenza, tratto dall’omonimo romanzo di Federico De Roberto, con Alessandro Preziosi e Cristiana Capotondi, la serie Tv “Squadra antimafia” con Marco Bocci e Simona Cavallari e, recente, il film “Cyrano” del regista Joe Wright con Peter Dinklage ed Haley Bennett.

Più recente l’esterno del palazzo è servito come location per il videoclip dei Coldplay “Violet Hill”, mentre Carmenl Consoli ha preferito aggirarsi tra le sale interne per la clip del brano “Non molto lontano da qui”.

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Champoluc, un angolo d’Italia che è un paradiso invernale ed estivo

In una conca ampia e soleggiata, con gli scenografici ghiacciai sullo sfondo, brilla Champoluc. Basta immergere gli occhi nello scenario naturale a dir poco spettacolare che circonda questa splendida località, il centro turistico più rinomato della Val d’Ayas, per innamorarsene in ogni stagione. D’estate offre sentieri escursionistici adatti a tutti, tra lussureggianti foreste di larici e pini, perfetti per rigenerarsi con piacevoli passeggiate nella natura, mentre d’inverno è frequentata per gli ottimi impianti del famoso Monterosa Ski. Scopriamo più da vicino questo gioiellino della Valle d’Aosta.

Champoluc, cosa fare in inverno

Se siete appassionati di montagna e sport invernali, Champoluc vi soddisferà pienamente. Da questa incantevole frazione di Ayas, situata a 1568 metri d’altezza, parte la telecabina che porta alla ski area del Crest, mentre, a qualche chilometro di distanza, la funicolare conduce agli impianti di Frachey – Alpe Ciarcerio.

Come detto, Champoluc fa parte del Monterosa Ski, un vasto comprensorio con 180 km di piste, dei quali 170 km coperti da innevamento artificiale. Con le sue piste varie, adatte a ogni tipo di sciatore e sempre stimolanti, offre la possibilità di godere di panorami unici, soprattutto se ci si allunga sino alla località di Frachey. Moderni impianti collegano Champoluc con la Valle di Gressoney attraverso il valico alpino del Colle della Bettaforca a 2705 metri. Per il divertimento dei bambini, vi troverete anche una pista naturale di slittino e bob, in prossimità del parco giochi, e un Baby Snow Park, serviti da 3 tapis roulants.

I fondisti trovano 3 km di pista facile, la Villy, e possono anche comodamente raggiungere la vicina Brusson, un rinomato centro per lo sci nordico. Numerosi anche i percorsi per ciaspolate al cospetto di paesaggi fantastici. Per i principianti, è consigliata la passeggiata nel vallone di Mascognaz, che attraversa una pineta secolare e conduce al borgo Walser di Mascognaz, con vista su Monte Rosa e Cervino. I più esperti, invece, possono avventurarsi per il percorso che parte da St. Jacques verso le falde del Ghiacciaio di Verra, passando da una folta pineta e conducendo fino ai prati innevati del Pian di Verra inferiore, fino a giungere alla magnifica vista del Lago Blu.

Alpinisticamente, Champoluc è un punto di partenza ideale per avventurarsi sul gruppo del Monte Rosa. Da non perdere, a 15 minuti dal borgo, una entusiasmante arrampicata su ghiaccio, al Pissun Di Mascognaz, a 1630 metri, oppure a Le Bilance, nell’alta valle di Cuneaz, a circa 2100 metri.

Scoprire Champoluc in estate

Champoluc è un sogno anche per le vacanze estive sulle montagne della Valle d’Aosta. Una volta qui, si ha innanzitutto l’occasione di entrare in contatto con la cultura Walser, che risale ai coloni tedeschi e che ha influenzato in modo significativo la regione del Monte Rosa. A monte di Champoluc, a oltre 1800 metri di altitudine si trova il villaggio Mascognaz, un gioiello da visitare per la particolare architettura Walser e per il magnifico panorama sull’alta Val d’Ayas, che oggi si è trasformato in un albergo diffuso dove la pace e la quiete sono le protagoniste assolute.

Per fare, poi, una piena immersione nella natura, poco distante da Champoluc vi aspetta il bosco di Pian Villy. Questo incanto naturale è quasi completamente composto da abeti rossi, mentre il sottobosco è costellato di ginepro, erica, barberis e mirtillo. In questo incanto naturale si trova un’area attrezzata per pic-nic e un percorso pedonale adatto a tutti – perfetto anche per una passeggiata serale in quanto è illuminato – che costeggia il torrente Evançon, passa dietro l’Ufficio delle Guide di Ayas, fino ad arrivare al parcheggio del centro termale Spa Monterosa.

Il caratteristico arco in legno con intagliata la scritta “Area Pian Villy” invoglia grandi e piccini alla scoperta del meraviglioso bosco nascosto, nel quale si possono ammirare le bellissime e particolari sculture in legno e pietra ollare create dai più famosi artisti valdostani in occasione della settimana dell’artigianato. L’occasione perfetta per passare una giornata in famiglia in tutta tranquillità, a contatto con la natura respirando l’inebriante aria di montagna.

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Ecco perché dovresti tornare a Parigi adesso

Parigi è una di quelle città che andrebbero visitate più di una volta nel corso della vita. Le ragioni sono tante, ma non quante le tantissime meraviglie che regala questo luogo. Le sue anime, la sua atmosfera caratteristica, il fascino di alcune mete imperdibili e quello di nuove location, Parigi è tutto questo ma anche molto di più.

È una metropoli in continuo mutamento, vivace e viva, che sotto il profilo culturale e artistico offre tantissimi posti da inserire nelle varie tappe se si programma un viaggio in città.

Vale sempre la pena visitare Parigi, ma ancora di più adesso, quando ci sono tante novità nell’aria. Che sia la prima volta o la decima non importa: ecco perché dovresti tornare a Parigi proprio ora.

Tutte le nuove attrazioni da visitare a Parigi

Lo sappiamo bene Parigi è una città magica, non solo per quell’atmosfera e per quell’eleganza che si respira a ogni passo, ma anche perché è una città viva, ricca di scenari da sogno e di luoghi che meritano di essere visitati.

Ci sono i grandi e intramontabili classici, che non stancano mai, ma ci sono anche tantissime novità culturali che si possono inserire nelle proprie tappe di un viaggio alla scoperta di Parigi e della sua anima più vera.

Per chi ama la musica, ad esempio, è possibile visitare Maison Gainsbourg: si tratta della casa di Serge Gainsbourg, cantautore amatissimo, morto nel 1991. Si trova in rue de Verneuil e visitarla permette di scoprire di più su di lui e la sua vita. Se si attraversa la strada vi è anche un museo che permette di immergersi nella sua opera, i biglietti si trovano online. Al momento il sito ufficiale informa che il tour casa e museo è terminato, ma tornerà in vendita nel 2024.

Aperto in inverno dal mercoledì alla domenica dalle 12, invece, è il Quai de la Photo, un luogo che è dedicato alla fotografia contemporanea: si trova all’indirizzo 9 port de la Gare, lungo la Senna. Oltre a immergersi nella fotografia, le mostre sono ad accesso libero e gratuito, si può bere un drink, mangiare oppure partecipare a giri in barca.

Tra le tappe da non perdere quando si visita Parigi vi sono il Pantheon e i Giardini del Lussemburgo e quindi perché non visitare il Maison Poincaré? Si tratta di uno spazio di recente inaugurazione, che si trova proprio nei pressi di queste attrazioni cittadine, è dedicato alla matematica ma non solo, perché vengono esplorate anche le sue interazioni con altre discipline come la fisica, la biologia e la sociologia, solo per citarne qualcuna. I biglietti si acquistano online.

Fuori Parigi, una tappa imperdibile alle porte della città

Se Parigi è una città tutta da scoprire, anche le sue aree limitrofe sono ricche di gioielli. Basti pensare alla Reggia di Versailles, che si trova a circa 17 chilometri dal centro città e si può raggiungere con diversi mezzi.

Un’altra location particolarmente suggestiva è la Cité Internationale de la Langue Française che si trova all’interno del castello Villers-Cotterêts,. Si trova a circa un’ottantina di chilometri da Parigi. Qui si può approfondire la conoscenza della lingua francese grazie a uno spazio multidisciplinare. Chiusa il lunedì, si può visitare dalle 10 alle 18,30. Da Parigi si arriva qui in circa 45 minuti, partendo da Gare du Nord.

Parigi 2024, l’estate delle Olimpiadi

Se si ama lo sport, poi, non si può non visitare Parigi nell’estate 2024 quando andranno in scena i Giochi Olimpici. Le manifestazioni sportive si terranno del 26 luglio all’11 agosto, si tratta dei XXXIII Giochi Olimpici Estivi. La città sarà ricca di eventi per l’occasione, ma attenzione ai prezzi che – secondo un articolo pubblicato su La Stampa – sono aumentati un po’ ovunque: sia per i trasporti, sia negli hotel. Nella capitale francese sarebbero attesi oltre 10 milioni di visitatori.

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Il bagaglio a mano va pagato: la compagnia aerea spiega perché

Era settembre dello scorso anno e la Commissione Europea aveva appena annunciato una grande importante novità: il bagaglio a mano – se soddisfa i requisiti ragionevoli di dimensione e di peso – è un aspetto necessario del viaggio. Per questo motivo, tutti gli Stati membri devono adottare misure per garantire che le proprie compagnie aeree rispettino quanto stabilito nella sentenza, ovvero che il bagaglio a mano venga compreso nel prezzo del biglietto, e non pagato come servizio extra.

Una decisione che ha comunque ancora bisogno di tempo per essere attuata del tutto, ma che appena presa aveva già scatenato le reazioni negative di alcune compagnie aeree, soprattutto low cost. È il caso di Ryanair, vettore a basso costo irlandese, che in questi ultimi giorni ha spiegato perché, a differenza di quanto sostiene la Commissione Europea, il bagaglio a mano deve essere pagato.

Ryanair: ecco perché pagare il bagaglio a mano

La Commissione Europea aveva deciso di introdurre gradualmente questa nuova norma per una ragione ben precisa: per alcune compagnie aeree si tratta di un servizio a pagamento che crea costi nascosti. Tutto ciò si traduce, per noi passeggeri, come un non chiaro, trasparente e corretto modo per confrontare i vari prezzi disponibili.

Per questo motivo, secondo l’Ue i vettori non devono addebitare un supplemento ma, anzi, sono invitati ad adottare dei parametri di trasparenza per tutelare noi consumatori.

Tuttavia, attualmente chi vola con Ryanair (e non solo) sa di poter portare a bordo gratuitamente solo una piccola borsa o uno zaino che non superi i 40x20x25 cm. Se c’è bisogno di un secondo bagaglio, piccolo, di quelli che si infilano perfettamente nelle cappelliere in cabina, occorre acquistare la prenotazione prioritaria, oppure scegliere un’opzione separata per il bagaglio da stiva da 10 kg.

Per quale motivo? Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair, sostiene che se si desidera viaggiare low cost bisogna farlo leggeri. Ancora meglio se completamente senza bagaglio. Ciò vuol dire che secondo lui e la compagnia aerea, il bagaglio a mano è un optional, e che inevitabilmente deve essere pagato.

La questione sicurezza

Le spiegazioni di Michael O’Leary, come riporta The Mirror, non si sono limitate a quello che vi abbiamo scritto sopra. Il CEO sostiene infatti che servizi come il pagamento del bagaglio a mano non sono stati progettati per far guadagnare denaro alla compagnia aerea.

Anzi, sono stati creati proprio con lo scopo di impedire ai clienti di portare borse: “C’è un problema di sicurezza legato al bagaglio a mano. Non facciamo pagare il bagaglio a mano perché vogliamo i soldi dei clienti, lo facciamo pagare così potranno viaggiare con meno bagagli”, ha spiegato O’Leary a The Mirror

Per quanto riguarda le regole uniformi proposte dall’Unione Europea, l’amministratore delegato ha fatto sapere che: “Tutte le compagnie aeree del gruppo A4E in Europa hanno detto che si uniranno e decideranno le dimensioni del bagaglio a mano. Nessuno degli aeroporti può gestire tutte le borse che le persone vogliono portare con sé”.

Ma la realtà dei fatti è che è vero che Ryanair offre biglietti a poco prezzo, ma è altrettanto reale che è conosciuta tra i viaggiatori per le sue multe ai passeggeri che viaggiano con un bagaglio troppo grande o che hanno dimenticato di effettuare il check-in online. Soldi a cui, molto probabilmente, il vettore non è assolutamente disposto a rinunciare.