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Maldive, non solo mare: dove e quali sono le sue foreste

Siamo soliti pensare alle Maldive come a splendidi atolli microscopici che affiorano appena dall’acqua, circondati interamente da mare, dove è proprio questo l’elemento predominante, con i suoi fondali corallini e la sua incredibile vita marina.

La vegetazione delle isole, benché rigogliosa e tropicale – detto che, forse non lo sapevate, ma le palme non sono piante autoctone bensì importate – non la si può definire propriamente fitta. O almeno, questo è ciò che abbiamo sempre pensato.

Le foreste delle Maldive

Non tutti sanno, invece, che alle Maldive ci sono anche delle foreste che, nella lingua maldiviana, il Dhivehi, si chiamano “valuthere” ovvero “nelle terre selvagge”. Queste terre, oltre a ospitare tantissime specie animali (66 specie conosciute di anfibi, uccelli, mammiferi e rettili, lo 0,6% delle quali endemiche e che quindi non si trovano al di fuori delle Maldive) sono l’habitat di ben 583 specie di piante.

Le isole delle Maldive sono incredibilmente piccole. Eppure, quando si è circondati da alte palme e intricate mangrovie, immersi nel profumo legnoso del sandalo rosso e di meravigliosi fiori colorati, sembrano tutt’altro che piccole. Da non sottovalutare anche la bellezza del contrasto tra le acque cristalline e il verde della foresta che ne fanno un vero e proprio Eden.

Alle foreste maldiviane da sempre, poi, sono legate delle leggende che, durante un viaggio in questo paradiso sarebbe bello scoprire.

Premesso che ogni isola ha sempre un bel po’ di vegetazione e sentieri sterrati che la attraversano e dove passeggiare, per trovare le “valuthere” più autentiche il consiglio è di andare su una delle tante isole disabitate delle Maldive. Delle 1.192 isole coralline che formano l’arcipelago, solo 200 sono abitate, quindi c’è davvero molta scelta.

Per raggiungerle, basta chiedere alla reception del resort o della guesthouse dove si soggiorna di farsi accompagnare su una di quelle più vicine e, volendo, si può chiedere di venire a riprendervi il giorno successivo. Le isole disabitate delle Maldive sono quanto di meglio ci sia per sperimentare la completa solitudine e per godere della loro natura incontaminata.

Un parco naturale inaspettato

Nell’atollo Addu, il più a Sud della catena di atolli delle Maldive, si estende un vero e proprio parco naturale. In tutto, l’atollo comprende cinque isole abitate che hanno caratteristiche distinte molto diverse dal resto del Paese. L’atollo Addu ospita la seconda zona umida più estesa delle Maldive.

L’Addu Nature Park comprende la bellissima zona umida di Eydhigali Kilhi e l’area protetta di Koattey, sull’isola di Hithadhoo. Il parco di mangrovie ha pontili che si tuffano nei laghi e diversi itinerari ciclabili che attraversano la lussureggiante vegetazione.

È possibile fare un tour naturalistico guidato nel parco e osservare la fauna e la flora uniche di questo ricco habitat ed esplorare in canoa l’area della baia nota come Bedhi, famosa per le sue bellissime mangrovie rosse, i cuccioli di razza e di squalo. Una delle esperienze più inaspettate che si possano fare alle Maldive.

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Dentro un sogno surrealista: il parco sculture Gibbs Farm

Esistono luoghi nel mondo che sembrano sussurrare storie antiche al vento, luoghi che racchiudono in sé l’essenza della bellezza in tutte le sue forme. Posti che, nel loro silenzioso splendore, ci incantano e ci stupiscono con la loro straordinaria bellezza. Che siano doni di Madre Natura o creazioni dell’uomo, ci invitano ogni giorno a intraprendere emozionanti viaggi alla scoperta delle meraviglie che il nostro pianeta ha da offrire.

Oggi, ci lasciamo avvolgere dall’incanto di un luogo davvero speciale: la Gibbs Farm in Nuova Zelanda. Nascosta nel cuore pulsante della città di Auckland, questa fattoria si distingue da tutte le altre. Non è un semplice appezzamento di terra dedicato all’agricoltura, ma un museo a cielo aperto, un’esposizione artistica che sfida i confini tra il reale e l’immaginario. Qui, l’arte si fonde con la natura in un connubio perfetto, dando vita a un panorama surreale che ti lascerà davvero senza parole.

Gibbs Farm: la fattoria delle meraviglie

Gibbs Farm

Fonte: Getty Images

Gibbs Farm, Auckland, Nuova Zelanda

Alan Gibbs, figura emblematica del panorama economico della Nuova Zelanda, è un uomo di affari la cui ricchezza è pari solo alla sua innata passione per l’arte. Fondatore della Gibbs Amphibians, azienda leader nel settore dei veicoli anfibi ad alta velocità con sedi a Detroit, Michigan, Nuneaton e Auckland, nonostante il suo trasloco a Londra, ha mantenuto un legame forte e indelebile con il suo paese d’origine, dimostrando un impegno costante nel promuovere la cultura e l’arte neozelandesi attraverso un progetto artistico senza precedenti: la Gibbs Farm.

Situata su una vasta area verde, vicino al porto di Kaipara, questa incredibile attrazione è stata creata vent’anni fa e, ancora oggi, continua a incantare i visitatori di tutto il mondo. Ma ciò che la rende unica nel suo genere sono le imponenti sculture che popolano il paesaggio: lavori artistici monumentali che si stagliano contro il cielo, contribuendo a creare un’atmosfera di straordinario fascino.

Una destinazione imperdibile e originale che ospita le opere di 22 artisti contemporanei di fama mondiale. Ammirarle vuol dire lasciarsi incantare dalla bellezza naturale della fattoria e dai suoi tesori, veri e propri capolavori che si integrano perfettamente nel paesaggio idilliaco di queste terre.

Le sculture più incredibili del parco d’arte neozelandese

Nella spettacolare cornice della Nuova Zelanda, le opere d’arte sfidano il paesaggio naturale con audacia e originalità. Tra queste, spicca “Horizons“, una delle prime sculture commissionate per la proprietà. L’opera, realizzata nel 1994 dal rinomato artista Neil Dawson, presenta un profilo ondulato di ferro che evoca l’immagine di un gigantesco fazzoletto stropicciato. Stagliata contro il cielo come una silente dichiarazione di presenza artistica, questa scultura offre un effetto visivo mozzafiato. Mentre il vento lo muove delicatamente, sembra diventare quasi trasparente, creando un’illusione ottica che stupisce e affascina. Sembra quasi sfidare le leggi della fisica, librarsi nell’aria come una piuma e allo stesso tempo affondare le sue radici nel terreno, fondendosi con lo scenario circostante.

Accanto alla leggerezza di “Horizons“, la Gibbs Farm ospita un’altra opera d’arte straordinaria: “Red Cloud Confrontation in Landscape” di Leon Van Den Eijkel. Realizzata nel 1996, questa scultura è una sequenza colorata di volumi che, degradando in altezza con le tonalità del rosso, del giallo e del blu, creano una superficie orizzontale obliqua che scandisce il panorama naturale, un dialogo silenzioso ma vibrante tra arte e ambiente, tra l’opera dell’uomo e la bellezza della natura.

E infine, tra le molteplici installazioni, “Arches” di Andy Goldsworthy si distingue con un particolare fascino. Accessibile solo su prenotazione, è una sequenza di archi realizzati in pietra scozzese che sembrano emergere direttamente dal terreno. Creando un ponte immaginario tra il passato e il presente, l’artista ha saputo dar vita a un’opera che unisce storia, arte e natura in un connubio sorprendente. È un luogo in cui l’arte incontra la natura in modi sorprendenti e innovativi, trasformando il paesaggio in una tela vivente e dinamica.

Gibbs Farm

Fonte: Getty Images

Gibbs Farm, Auckland, Nuova Zelanda
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Al mare in Cambogia: tutto il meglio di questo Paese

Tutti conoscono il mare e le spiagge della Thailandia, ma in pochi sono attratti dalle coste della Cambogia, ed è un vero peccato: questo Paese dalla forma di una patata nasconde dei litorali e delle isole che sono eccezionali. Certo, non tutto è allo stesso livello perché l’urbanizzazione è arrivata prepotentemente anche qui, ma ciò non toglie che da queste parti ci siano degli angoli immacolati che da soli valgono il viaggio.

Cambogia, informazioni utili

La Cambogia è un Paese particolarmente ammirato per i suoi immensi templi e per la sua ricca storia, ma la verità è che ci sono anche tantissimi arenili di sabbia morbida lambiti da un mare limpidissimo.

Con ben 443 km di costa e molte isole, chi cerca mare e sole da queste parti ha l’imbarazzo della scelta: ci sono le mete di lusso, quelle adatte a qualsiasi tasca e i luoghi isolati e remoti che sono ancora paradisi intatti.

Grazie al suo clima, può essere visitata in qualsiasi periodo dell’anno, ma se si vuole evitare di incontrare possibili piogge meglio andare a novembre, dicembre, gennaio e febbraio.

Vanno bene anche marzo e aprile, ma in questa fase il caldo vero comincia a farsi sentire, mentre tra fine maggio e inizio giugno arriva il monsone di sud-ovest che porta pioggia e un elevato tasso di umidità.

A livello generale, quindi, il periodo più indicato per visitare la Cambogia, se si desidera andare al mare, va da novembre ad aprile. Se invece volete andare ad agosto, niente paura: nonostante sia la stagione delle piogge, l’acqua dal cielo scende soprattutto nel tardo pomeriggio e di notte.

Le città costiere

Iniziamo questo viaggio che ci porta a conoscere il bellissimo mare della Cambogia da alcune delle sue più rinomate città costiere. Da queste parti la principale destinazione turistica è Sihanoukville, una cittadina che si affacciata sul Golfo della Thailandia.

Sihanoukville, Cambogia

Fonte: iStock

Veduta di Sihanoukville

Questo è uno di quegli esempi del Paese dove la mano dell’uomo ha creato troppi danni: le spiagge che possiede sono bellissime, ma la cementificazione selvaggia ha portato a trasformala in una caotica località balneare, con centinaia di hotel e decine di Casinò.

Tuttavia, il mare è spesso ancora bellissimo e alcuni paesaggi sono in grado di entrare nel cuore. Per non parlare del fatto che al largo delle coste di Sihanoukville sopravvivono una decina di isole ancora intatte e perfette per lo snorkeling.

A pochi chilometri di distanza dalla città, inoltre, prede vita il Parco Nazionale Ream che, oltre a essere spesso quasi deserto, è anche la culla di alcune spiagge da sogno del Paese.

Un’altra città costiera della Cambogia è Kep, che un tempo era un rifugio sul mare per ricchi colonialisti francesi di cui oggi si vendono ancora le tracce, grazie ad alcune ville da loro costruite. Qui prendono vita diverse spiagge della Cambogia che possono rientrare nella categoria delle più belle, ma anche dei tramonti mozzafiato e un’abbondanza di prodotti tipici che riescono ad allietare il soggiorno.

Le isole della Cambogia

Il vero fiore all’occhiello del Paese, in fatto di mare, sono le sue tantissime isole che sono una più bella dell’altra. Non ve le possiamo menzionare tutte, ma sicuramente vale la pena scoprirne alcune.

La prima che vi suggeriamo è Koh Rong che si distingue per essere tra le più grandi della Cambogia. Qui il mare è da sogno ed è possibile soggiornare in piccole guesthouse sulla spiaggia.

Koh Rong. Cambogia

Fonte: iStock

Un magnifico angolo dell’isola di Koh Rong

Ancora poco turistica, è un posto in cui l’essere umano può entrare solo in punta di piedi. Inoltre, è stata persino decretata come le “Hawaii dell’Asia”. Un paradiso selvaggio e tranquillo dove è possibile fare anche trekking in montagna ed esplorazione della foresta pluviale tropicale.

In poco parole, pur essendo l’isola più famosa e meglio sviluppata, è ancora la culla di svariati paesaggi di natura incontaminata dove sopravvivono villaggi caratteristici ricchi di storia e tradizioni.

Un’altra isola molto bella è Koh Tonsay, da molti conosciuta come l’Isola dei Conigli. Qui non ci sono strade strade ed è il posto ideale per distaccarsi completamente dalla quotidianità. Tra le attività più interessanti da fare ci sono la pesca, lo snorkeling e il kayak.

Voliamo ora a Koh Thmei, non ancora del tutto raggiunta dal turismo di massa. Arrivare qui vuol dire ritrovarsi al cospetto di lunghi chilometri di costa bianca o rocciosa accarezzata da acque cristalline. In questa zona si possono fare snorkeling e immersioni, ma ci sono anche delle spiagge dedicate al surf e al kayak.

Straordinaria è anche Koh Rong Samloem che è caratterizzata da fondali eccezionali dove ammirare specie oceaniche uniche nel loro genere. Anche da queste parti si possono praticare kayak o paddle surf, ma c’è anche la possibilità di fare diverse escursioni via terra alla scoperta di luoghi dove il tempo sembra essersi fermato.

Le spiagge da non perdere

Infine, scopriamo insieme alcune delle spiagge più belle della Cambogia a partire da Otres Beach, dove è da tempo stanziato un gruppo di hippy che l’ha scelta come loro casa. Situata a sud di Sihanoukville, si tratta di un posto molto affascinante e incastonato in una cornice naturale che regala grandi emozioni, soprattutto al tramonto.

Poi ancora Sok San Beach – denominata Long Beach – che si distingue per essere una splendida spiaggia di sabbia bianca lunga 5 chilometri che sorge presso Koh Rong.

Non è di certo da meno Plankton Beach che è una spiaggia che si fa spazio presso la costa sud-occidentale di Koh Ta Kiev, un’altra bellissima isola della Cambogia.

Pagoda Beach è una magnifica spiaggia bianca, lunga 5-600 metri, che prende vita lungo la costa orientale di Koh Rong, il classico posto che possiamo definire come “un sogno che si avvera”.

Nella costa settentrionale di Koh Rong vale la pena scoprire Lonely Beach, ovvero circa 400 metri di sabbia bianca come il borotalco e bagnata da un mare turchese in cui si specchiano palme da cocco.

Insomma, pur essendo meno nota della sua vicina Thailandia, la Cambogia ha veramente molto da offrire a chi cerca paradisi in terra cristallini.

Sok San Beach, Cambogia

Fonte: iStock

La bellissima spiaggia di Sok San Beach
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L’albergo diffuso che ti farà rivivere la “Belle Époche” tra le Alpi

L’Austria, terra di eterna bellezza, continua ad affascinare con la sua perfetta fusione di cultura e natura, che dà vita a panorami indimenticabili. Durante i mesi invernali, il Paese si trasforma in un paradiso scintillante, quasi surreale. La neve cade delicatamente, avvolgendo ogni angolo del territorio con un manto bianco lucente che sembra tratto direttamente dalle pagine di una favola. Un luogo dove la magia dell’inverno prende forma, incantando visitatori da tutto il mondo.

Oggi, ti invitiamo a esplorare uno dei suoi tesori più nascosti: Bad Gastein. Questa località, situata a 1000 metri di altezza sulle maestose Alpi Austriache e a sud di Salisburgo, è un gioiello incastonato nel cuore dell’Europa. Sin dal ‘700, ha attratto l’élite internazionale, guadagnandosi l’appellativo di “Montecarlo delle nevi”, grazie al suo inconfondibile mix di lusso, relax e attività sportive. Le sue rinomate terme, famose per le loro acque curative, offrono un’oasi di pace e tranquillità, trasformando questa destinazione in un perfetto rifugio dalla frenesia della routine quotidiana.

Recentemente, è stato arricchito da un tocco di eleganza grazie all’intervento dello studio viennese BWM Designers & Architects che, con una visione innovativa e un occhio attento al dettaglio, ha saputo valorizzare l’unicità di questa località austriaca. Il risultato è un complesso alberghiero che rispecchia perfettamente l’essenza di Bad Gastein: un equilibrio armonioso tra storia, lusso e innovazione, il tutto immerso in un contesto naturale di straordinaria bellezza.

Due nuovi alberghi glamour brillano nel cuore di Bad Gastein

Bad Gastein

Fonte: iStock

Bad Gastein, Austria

Il progetto di BWM Designers & Architects ha seguito un fil rouge che lega insieme l’eredità storica del luogo, l’eleganza contemporanea e l’attenzione per il design narrativo, creando una sinergia unica tra architettura e ambiente.

Dopo vent’anni di chiusura, il Grand Hotel Straubinger è rinato, riaffermandosi come un’icona indiscussa di lusso e tradizione nel cuore delle Alpi austriache. Situato in prossimità dell’imponente cascata che caratterizza la città di Bad Gastein, questo storico albergo offre ai suoi ospiti un’esperienza senza pari. Ogni dettaglio, dall’arte alle piante, dal design all’architettura, è stato curato con estrema attenzione per offrire un perfetto equilibrio tra modernità e tradizione.

Il Badeschloss, invece, si distingue per l’audace aggiunta di una torre rivestita in cemento, che ospita una lussuosa piscina riscaldata a sfioro al tredicesimo piano. Questa struttura unica è stata costruita quasi sull’alveo di una cascata d’acqua calda, creando un’esperienza sensoriale incomparabile. I visitatori possono immergersi nelle acque tiepide della piscina, godendo di una vista panoramica mozzafiato sul paesaggio circostante.

Un progetto innovativo che cambia il volto di Bad Gastein

I nuovi alberghi di Bad Gastein, il Badeschloss e il Grand Hotel Straubinger, stanno cambiando radicalmente il concetto tradizionale di ospitalità. Non si limitano solamente a essere semplici strutture dove gli ospiti possono trascorrere la notte. Piuttosto, si posizionano come veri e propri punti di riferimento che stanno plasmando in modo significativo l’aspetto urbano della città.

Infatti, grazie al loro innovativo approccio di “albergo diffuso“, superano i limiti fisici di un singolo edificio. Piuttosto che essere confinati in una struttura isolata, questi hotel si espandono e si integrano armoniosamente nel contesto urbano circostante, contribuendo attivamente alla vitalità e alla dinamicità del tessuto cittadino.

Inoltre, le strutture esibiscono una raffinata collezione di opere d’arte, attentamente selezionate da Andrea von Goetz, per rendere ogni soggiorno un vero e proprio viaggio attraverso l’arte contemporanea.

Bad Gastein

Fonte: iStock

Cascata di Bad Gastein, Austria
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Stanno per decollare nuovi voli low cost dall’Italia

Sia Ryanair sia easyJet hanno appena annunciato le loro nuove rotte aeree che porteranno verso nuove destinazioni.

Entrambe le compagnie low cost hanno rivelato i loro piani tanto attesi.

Le nuove rotte di Ryanair

Ryanair decollerà con nuovi voli da Roma Fiumicino e Ciampino per Dubrovnik (Croazia), (Polonia), Göteborg (Svezia), Lisbona (Portogallo), Malta, Parigi (Francia) e Riga (Lettonia). Sono sette le nuove rotte appena annunciate.

Ma non è tutto. Saranno dieci i nuovi voli per l’estate 2024 in partenza dall’aeroporto Milano Malpensa e da quello di Bergamo Orio al Serio. Da Malpensa partiranno voli diretti ad Atene (Grecia), Budapest (Ungheria), Parigi, Marrakech (Marocco) e Tallin (Estonia), mentre da Bergamo ci saranno nuove rotte per Béni Mellal (Marocco), Castellón (Spagna), Dubrovnik, Sarajevo (Bosnia Erzegovina) e Skiathos (Grecia).

Ma la grande novità sta nelle due nuove basi che Ryanair aprirà, quella di Reggio Calabria e quella di Trieste, che vanno ad aggiungersi alle altre 17 già in Italia dove la compagnia low cost opera da tempo. Dei nuovi voli però non si sa ancora nulla, ma a breve saranno annunciati anche quelli.

Intanto, come sempre accade in occasione dei grandi annunci, anche questa volta Ryanair ha lanciato in contemporanea una promozione con biglietti aerei a partire da 19,99 euro da prenotare entro le prossime ore.

Le nuove rotte easyJet

Saranno quattro i nuovi collegamenti internazionali operativi a partire dalla prossima stagione estiva per easyJet. Tra le novità annunciate dalla compagnia, fa il suo ingresso nel network l’aeroporto di Sitia, a Creta, che dal 24 e 29 giugno potrà essere raggiunto con voli diretti sia da Napoli (due volte alla settimana) sia da Milano Malpensa (un volo settimanale).

Un’altra novità è in arrivo per i passeggeri lombardi: il prossimo 31 marzo, infatti, easyJet inaugurerà i collegamenti tra l’aeroporto di Malpensa e quello di Gran Canaria. Per raggiungere questa destinazione – già collegata anche con l’aeroporto internazionale di Napoli dallo scorso anno – la low cost opererà un volo settimanale ogni domenica.

Ma non finisce qui. Dal 4 maggio, infatti, partirà un nuovo collegamento dall’aeroporto di Bari verso Ginevra, in Svizzera, operativo tre volte a settimana.

E anche easyJet associa all’annuncio delle nuove rotte un’offerta. Fino alla mezzanotte del 5 febbraio sono disponibili 300.000 posti a bordo dei voli da e per l’Italia a prezzi scontati del 20% per volare tra il 22 gennaio e il 30 novembre.

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Qui c’è un lago dalle acque trasparenti come non si sono mai viste

Ci sono dei posti nel mondo che sono ancora così intatti e immacolati da sembrare finti. Piccole gemme nascoste – anche se con i social network pure gli angoli più remoti diventano famosi e presi d’assalto dai turisti – che non deludono, perché una volta visitati ci si rende cono che sono esattamente come appaiono in foto. Non succede spesso, perché i filtri ormai sono in tutte le immagini che vediamo nel web, ma c’è qualcosa che ancora si salva, come questo incredibile lago con delle acque trasparentissime.

Il magnifico Lago Paisu Pok

Il Lago Paisu Pok, chiamato anche Paisupok, è un tesoro nascosto dell‘Indonesia e più precisamente dell’isola di Peleng, parte dell’arcipelago di Banggai. Arrivarci non è semplice perché bisogna prendere aerei, traghetti e affittare uno scooter, ma come è giusto che sia i luoghi più belli sono anche i più difficili da raggiungere.

La cosa più curiosa è che questo specchio d’acqua sembra apparire dal nulla, come un miracolo della natura che qui, a differenza di molti altri posti, regna sovrana. Ritrovarsi al cospetto di questa distesa d’acqua ha dell’incredibile, perché la trasparenza delle sue acque riflette qualsiasi cosa lo circondi in maniera poetica.

E poi c’è il sole, che con il passare delle ore va costantemente a migliorare la sua chiarezza, da poter ammirare con calma noleggiando una piccola barca, una canoa o uno stand up paddle. Per il momento è persino possibile nuotavi e fare snorkeling, in acque fresche che senza ombra di dubbio rigenerano dal caldo umido indonesiano.

Remata dopo remata, potrete osservare con estrema tranquillità i fondali, pieni di tronchi caduti e rocce che creano un ambiente che pare fatato.

A render il tutto ancor più speciale è anche l’affascinante giungla da cui è abbracciato, ancora pura e praticamente priva di barriere architettoniche.

L’importanza di questo lago

Il Paisu Pok non è solo un’oasi di tranquillità immerso nella natura più autentica, è anche un prezioso ecosistema, un habitat per diverse specie di flora e fauna.

Un posto del tutto disinteressato alla modernità, un angolo di mondo dove la natura riesce ad esprimersi in tutta la sua perfezione. La speranza, quindi, è che la fama che gli arriva con i social network non lo danneggi, perché deve essere rispettato e protetto fino a quando esisterà il pianeta Terra.

Le meraviglie dell’isola di Peleng

Se si ha l’opportunità di visitare il Lago di Paisu Pok, vuol dire che si ha a disposizione del tempo anche per scoprire le straordinarie meraviglie dell’isola di Peleng.

Si tratta di un fazzoletto di terra che galleggia nel bellissimo Mar delle Molucche e che vanta uno sviluppo costiero di 407,9 km, tanto da essere l’isola più estesa del gruppo delle Banggai.

I paesaggi sono sublimi, perché le sue coste formano tre grandi baie: Bangkalan, Peleng e Masamat. In più, si tratta di un angolo remoto del nostro mondo che è abbracciato da numerose barriere coralline e dove il mare accarezza un territorio prevalentemente montuoso in cui svetta il Monte Tombila, con i suoi 1.059 metri di altezza.

Un posto che quasi pare irreale, e dove vale assolutamente la pena visitare la cascata Batu Alambung, che sgorga da fiabeschi paesaggi montani. Bellissime sono anche le Sunsundeng Cave e il Lemelu Lake, un’altra perla trasparente dell’isola.

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Visitare il Teatro Ariston, sede del Festival di Sanremo

L’Ariston di Sanremo, famoso perché, da 74 anni, ospita il celebre Festival della canzone italiana, è uno dei teatri più conosciuti d’Italia. Non il più bello, dato che tra La Scala di Milano, La Fenice di Venezia, il San Carlo di Napoli, il Regio di Torino e altri ancora ce ne sono di molto più sontuosi e dove si sono tenuti alcuni degli spettacoli più memorabili della storia della musica italiana.

Tuttavia, il Teatro Ariston di Sanremo, proprio per la fama che ha conquistato negli anni, è una meta di pellegrinaggio per i turisti che vengono per scattarsi un selfie davanti alla celebre insegna luminosa rossa (un po’ vintage, ma è il suo bello) e decisamente, per gli appassioni di musica, merita una visita.

Non sono molti a sapere che vengono organizzati tour guidati alla scoperta degli angoli più reconditi e dei segreti che questo luogo, ricco di storia e di folklore, nasconde.

Tour del Teatro Ariston di Sanremo

I tour del teatro si svolgono tutto l’anno, tranne nei giorni in cui l’Ariston è chiuso per eventi come il Festival della canzone italiana. Il percorso guidato conduce i visitatori nei camerini, nei corridoi e nelle sale da cui sono passati i più importanti artisti del mondo.

Si va alla scoperta dei segreti e delle curiosità di questo luogo magico ed è un’occasione per vivere da protagonisti la storia della musica e dello spettacolo del nostro Paese. I tour durano un’ora e costano 9 euro a persona, ridotto 6 euro per bambini da 6 a 12 anni.

La storia dell’Ariston

Il Teatro Ariston esiste dal 1963 per volere del commendatore Aristide Vacchino, antenato dell’attuale proprietario, che acquistò il terreno su cui sarebbe sorto e lo fece edificare. Oltre a essere una struttura immensa e maestosa, per l’epoca era anche molto avanzata per la tecnologia adottata nella sua realizzazione.

Nacque come teatro, ma ben presto divenne anche un cinema – e lo è tuttora – e, dal 1977, ha iniziato a ospitare ogni anno – tranne che nel 1990, quando traslocò nel nuovo mercato dei fiori della vicina Bussana in quanto il teatro era in fase di ampliamento – il Festival della canzone italiana che prima si teneva nel Salone delle feste del Casinò municipale di Sanremo.

La nuova sede doveva essere provvisoria, racconta Walter Vacchino, attuale proprietario del teatro, nel suo libro uscito nel 2024 “Ariston – La scatola magica di Sanremo”. Una vetrata del Casinò risultata fuori norma aveva reso inagibile la Sala del giardino d’inverno e, in attesa di sistemarla, il Festival si era dovuto tenere all’interno dell’Ariston. Da lì non si praticamente più mosso.

Oltre al Festival di Sanremo

Il Teatro Ariston ospita altri eventi e manifestazioni oltre al Festival della canzone italiana. Ogni anno si tiene il Premio Tenco, uno dei più importanti riconoscimenti musicali italiani in onore del cantautore Luigi Tenco. Fino al 2014 ha ospitato il Premio regia televisiva anche chiamato Oscar Tv. Dal teatro, infine, vengono spesso trasmessi show televisivi, anche legati al Festival e la kermesse musicale dedicata ai giovani Sanremo Young.

Ma questo tempio della musica ne ha viste di tutti i colori, in realtà. Nella storia ha ospitato, infatti, tournée, spettacoli, concerti, convegni, un incontro di premi Nobel e, addirittura, incontri di boxe ed è diventato persino un luogo consacrato in occasione di una settimana liturgica, scrive Sorrisi e canzoni Tv.

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Vuoi trasferirti in Croazia? In questo villaggio le case sono quasi regalate

Una piccola comunità rurale, immersa nella campagna e situata lungo un corso d’acqua. Qui, in questa cittadina della Croazia, le case vengono vedute a un prezzo davvero simbolico: quasi regalate. Sulla scia delle varie proposte simili che si sono succedute in Italia, dove in alcuni borghi le abitazioni sono state vendute anche per solo un euro, la Croazia sperimenta nuovamente questa iniziativa per provare a ripopolare la cittadina.

Il prezzo? Solamente 13 centesimi: un’occasione perfetta per chi sogna di cambiare vita e trasferirsi all’estero, magari proprio in Croazia.

La cittadina croata dove le case vengono quasi regalate

Per chi sogna di trasferirsi in Croazia c’è un’occasione da non perdere: il borgo di Legrad mette le sue abitazioni in vendita alla cifra simbolica di 13 centesimi. Il villaggio già in passato aveva sperimentato un simile progetto e ora ci riprova con un nuovo lotto di case. L’iniziativa, che ha preso il via per la prima volta qualche anno fa, ha già dato i suoi frutti. Come riporta la CNBC, i media locali croati hanno spiegato che i bambini sono aumentati e che si sta costruendo un nuovo asilo nido. Precedentemente ne sono state vendute 17, almeno secondo quanto riferito dalla Reuters e all’epoca il Comune aveva supportato gli acquirenti per eventuali opere di ristrutturazione.

Questa iniziativa si inserisce nel solco di altre simili che hanno caratterizzato – ad esempio – diverse location italiane come Mussomeli in Sicilia, dove le case erano state vendute per un euro.

Da quando c’è stato questo nuovo annuncio a Legrad sono state già vendute cinque case e tre famiglie si sono trasferite. Ma chi ha diritto all’acquisto? I nuovi residenti del villaggio devono avere meno di 45 anni, avere una relazione e non devono avere precedenti penali o possedere altri beni. In merito a quest’ultimo aspetto non è noto se l’obbligo di non avere altre proprietà si riferisca unicamente alla Croazia o anche ad altri stati.

Legrad, tutto quello che c’è da sapere sulla cittadina croata

Legrad si trova nella regione di Koprivnica e Križevci nella zona settentrionale dellla Croazia: ha circa 2000 abitanti e si trova lungo il fiume Drava. Immersa nel verde e nella natura, ha anche delle suggestive spiagge che si trovano lungo il corso d’acqua.

Da qui si raggiunge in pochissimo tempo Zagabria (circa un’ora e mezza di viaggio in automobile), inoltre il villaggio è vicino al confine con l’Ungheria.

La sua posizione molto favorevole, infatti, nel passato l’aveva resa un importante centro commerciale per tutta la zona che attirava mercanti anche dall’Italia. Ma poi le cose sono cambiate e la cittadina è divenuta un luogo periferico e non più nevralgico. Così l’iniziativa, partita qualche anno fa, ha avuto lo scopo di ripopolare il villaggio, all’epoca il sindaco aveva detto, come riporta un articolo di Forbes: “Ci siamo trasformati in una città di confine con pochi collegamenti con altri luoghi. Da allora la popolazione è andata gradualmente diminuendo”.

Ma ora le cose stano cambiando e l’interesse si è nuovamente acceso. Del resto, Legrad è il luogo perfetto per chi ama la natura e vivere in un posto tranquillo.

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La gara più bizzarra del mondo si svolge in Germania: sta per cominciare

Lasciamo stare per un momento le montagne innevate dalle quali scendere con gli sci ai piedi, le piste per il pattinaggio, o le foreste da esplorare con le ciaspole. Perché c’è un luogo in cui vanno in scena altri sport, molto più particolari, adatti a chi vuole sperimentare le proprie abilità o tentare – più semplicemente – di cambiare location per una vacanza invernale.

Stiano parlando delle località balneari dell’isola tedesca e polacca di Usedom che si trova sul Mar Baltico, al confine tra Germania e Polonia.

Qui anche i mesi invernali regalano appuntamenti imperdibili: a partire dal Cimento di Capodanno, che prevede un bagno nel freddissimo mare, oppure corse sulle slitte trainate dai cani e, infine, sci di fondo sulla neve, ma in spiaggia.

Ora sta per iniziare una gara davvero bizzarra, si tratta del Campionato Mondiale di Corsa con le sedie da spiaggia: l’appuntamento è previsto ad Ahlbeck il 26-27 gennaio 2024.

Campionato Mondiale di corsa con le sedie da spiaggia, succede sull’isola di Usedom

Una gara molto particolare, ma non per questo facile o non faticosa. Sull’isola tedesca e polacca di Usedom, affacciata sul Mar Baltico, l’inverno attrae tantissimi turisti, perché le proposte destagionalizzate sono molto particolari. Come quella che sta per andare in scena nella località balneare di Ahlbeck quando, il 26 e il 27 gennaio 2024, si terrà il Campionato Mondiale di corsa con le sedie da spiaggia.

Un evento sportivo molto originale che prevede che i partecipanti si mettano alla prova cercando di essere veloci, mentre devono portare con sé strutture piuttosto ingombranti. Le squadre sono composte da due atleti che hanno il compito di trascinare una seduta per la spiaggia (il peso si aggira sui 60 chilogrammi) lungo un percorso di 20 metri. L’obiettivo è non solo quello di vincere arrivando primi, ma anche di tentare di superare il record di 4,91 secondi, un tempo che è rimasto imbattuto sin dalla prima edizione del Campionato, datata 2007.

Due le gare: una dedicata agli adulti e una ai più piccoli che, in questo caso, dovranno portare lungo il percorso dei cestini da spiaggia.

L’originale appuntamento è unico al mondo si inserisce all’interno di un festival che prevede due giorni in cui si terranno tantissime iniziative diverse: dall’asta di sedie a sdraio, allo spettacolo pirotecnico, senza dimenticare la festa in spiaggia.

Il molo di Ahlbeck, una delle attrazioni della zona

Fonte: Foto: TMV Grundner

Il suggestivo molo di Ahlbeck, una delle attrazioni della zona

Isola di Usedom, cosa vedere

Spiagge di sabbia, località turistiche, bellezze paesaggistiche, ma anche nate dalle mani dell’uomo: l’isola di Usedom nel Mar Baltico è una location eccezionale se si programma una vacanza, che può essere interessante in ogni periodo dell’anno.

Magari proprio per assistere alla gara più particolare e originale del mondo. L’sola è in parte tedesca e in parte polacca, si estende su una superficie di circa 445 chilometri quadrati, di questi solo una piccola parte è della Polonia, anche se ha una maggiore densità di popolazione. Ahlbeck, dove si tiene il festival, è una località balneare caratterizzata da bellissime spiagge in sabbia chiara, si trova nella zona tedesca dell’isola. Vi sono una lunga passeggiata, un suggestivo molo, bellissimi palazzi e si trova a soli due chilometri dal confine polacco.

Un luogo da raggiungere per apprezzare la magia del mare d’inverno.

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Colliano, il borgo che è il fulcro del turismo delle radici

Perduto tra le prime propaggini montane dell’Appennino Lucano, c’è un piccolo borgo che ha rischiato di scomparire: il fenomeno dello spopolamento lo ha colpito, così come ha fatto con tante altre minuscole realtà – soprattutto nell’entroterra del Sud Italia. Ma Colliano ha saputo reinventarsi, diventando non solo un grazioso paesino riccamente abitato, ma anche il fulcro del turismo esperienziale e di quello delle radici, due dei nuovi trend del 2024. Scopriamolo insieme.

Cos’è il turismo delle radici

Tra i nuovi trend in fatto di viaggi, spiccano il turismo esperienziale e quello delle radici, nei quali Colliano sembra aver trovato terreno fertile per la sua rinascita: ma di cosa si tratta? Il turismo esperienziale consiste nel prendere parte a numerose attività nel corso della vacanza, per immergersi ancor meglio nel territorio e nelle sue tradizioni. Può dunque significare fare trekking nella natura, organizzare un tour enogastronomico per scoprire le bontà di una regione, andare a caccia di funghi e tartufi o vivere un pomeriggio di vendemmia.

Il turismo delle radici è invece qualcosa di più intimo e profondo, che molti viaggiatori stanno riscoprendo in questi ultimi anni. Si tratta di tornare nei luoghi delle proprie origini, spesso in paesini quasi dimenticati dal resto del mondo, dove affondano i propri natali. In molti casi, i turisti viaggiano alla (ri)scoperta dei posti in cui sono cresciuti o che hanno visitato da piccoli, alla ricerca di ricordi bellissimi. Spesso, invece, ci si reca nei borghi in cui vivevano i propri avi, esplorando così non solo le proprie radici, ma anche antiche culture e tradizioni troppo frequentemente abbandonate nel nulla.

Alla scoperta del borgo di Colliano

In tutto questo, Colliano funge da faro nel mondo del turismo: grazie ad un lavoro lungimirante di rinnovamento, il borgo è tornato a popolarsi e ad accogliere visitatori provenienti da ogni dove. Scopriamo allora questo delizioso paesino immerso nei paesaggi incantevoli del Cilento. Siamo nell’alta Valle del Sele, dove le verdi colline si fanno strada verso l’Appennino Lucano. Antiche testimonianze forniscono la prova che in questo luogo ci furono insediamenti già nei primissimi secoli d.C., e che si svilupparono principalmente in epoca romana.

Il borgo è oggi un vero gioiellino da visitare, con molte attrazioni e splendidi edifici storici che conquistano i turisti. Nel centro storico spicca la Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo, eretta nel ‘200 e poi ricostruita diversi secoli più avanti, stravolgendone completamente l’impianto originario. A seguito del terremoto dell’Irpinia, è stata rimodernata nel 2000 e attualmente si presenta con una facciata barocca e diversi affreschi pregiati al suo interno. Molto affascinante è anche Palazzo Borriello, risalente ai XVI secolo e ora finemente restaurato per ospitare, tra gli altri, anche un centro di alta gastronomia.

È invece nella vicina frazione di Collianello che sorgono i resti dell’antico Castello Normanno, costruito attorno all’XI secolo sull’alto di una collina da cui dominava il centro abitato. Ciò che ne rimane sono solamente le basi di due bastioni laterali e nord e le imponenti mura perimetrali. Al loro interno è possibile visitare anche la Cappella della Madonna del Soccorso, risalente probabilmente al XV secolo: custodisce uno splendido altare maggiore realizzato in pietra locale e un affresco della Madonna cui la chiesa è dedicata.