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Alleghe, in un contesto naturale unico

È un contesto naturale unico e straordinario quello che accoglie il grazioso paesino montano di Alleghe, in provincia di Belluno, sulle rive del lago omonimo e vegliato dal maestoso Monte Civetta di ben 3220 metri.

Siamo nel cuore delle Dolomiti Patrimonio UNESCO, in un’amena località pioniera del turismo e dell’alpinismo, godibile in tutte le stagioni e, in inverno, anche per chi non scia: sì perché le innumerevoli occasioni per praticare sport all’aria aperta in un ambiente incontaminato, la ricchezza della gastronomia tipica, il lago e i colori della natura invitano a una rigenerante vacanza a 360 gradi.

Le attrazioni di Alleghe per amare la natura e le Dolomiti

Vivere Alleghe significa immergersi appieno nella bellezza, nei suoni, nel silenzio e nel fascino indiscusso delle “montagne più belle d’Italia” e delle perle di cui sono custodi.

Dopo una passeggiata in Piazza Kennedy, centro pulsante del paese su cui si affacciano ristoranti, hotel, negozietti di souvenir, noleggio sci e la caratteristica Chiesa di San Biagio, in stile gotico-alpino con alto campanile a punta con affresco che ritrae il santo, è tempo di escursioni e passeggiate. Prima tra tutte quella che gira attorno al Lago di Alleghe, 5 chilometri per due ore di cammino su asfalto, sterrato e sentieri nel bosco con l’occasione di ammirare l’abitato da differenti prospettive e di concedersi un piacevole picnic sulle sponde.

Il lago, non a caso, è il fiore all’occhiello della zona, nato da una frana che, nel 1771, precipitò dal Monte Piz ostruendo il corso del torrente Cordevole e formando, così, una diga naturale. Oggi meta turistica per eccellenza, in estate è anche navigabile: è possibile noleggiare barche e pedalò oppure cimentarsi con il windsurf, la vela e il kayak.
Durante la stagione invernale, invece, quando la superficie lo permette si trasforma in un’entusiasmante pista di pattinaggio.

Mentre percorrete il classico “giro del Lago di Alleghe” prevedete una deviazione per arrivare alla cascata del Masarè (Cascata Ru de Rialt), una delle frazioni del paese, un piccolo ma suggestivo salto d’acqua che merita una sosta: dal centro, sono venti minuti di sentiero che si snoda prima tra le case e poi nel bosco.

Altro lago da ammirare, sempre sotto l’egida del Civetta, è il Lago del Coldai, raggiungibile solo a piedi partendo da Col dei Baldi con un’ora e mezza di cammino e l’incontro con il Rifugio Coldai dove assaporare la cucina di montagna.

E le sorprese non finiscono qui.

Una vista mozzafiato del Monte Civetta (in particolare al tramonto) la dona il punto di osservazione del ponte sul Cordevole a Caprile, frazione a 1023 metri, mentre uno sguardo indimenticabile sul Lago di Alleghe dall’alto incorniciato dalle vette diventa realtà da Bramezza, “villaggio fantasma” nel comune di Rocca di Pietore, dove il tempo si è davvero fermato.

Cosa fare ad Alleghe, non solo sci

Vero paradiso per le vacanze attive in ogni periodo dell’anno, Alleghe incontra i gusti e le esigenze di tutti, non soltanto degli sciatori.

Certo, lo sci è punta di diamante del territorio: qui ci troviamo in una delle località di spicco del comprensorio sciistico Ski Civetta con 80 chilometri di piste di svariati livelli e oltre 20 impianti di risalita, nonché parte del circuito Dolomiti Superski che offre la possibilità di accedere a 12 diversi comprensori con un unico skypass.
Ed è un must per lo sci alpino, lo sci di fondo e di discesa, il freestyle, lo snowboard, le ciaspolate, il carving e le gite in motoslitta.

Ma le attività da praticare sono davvero molte a partire dal pattinaggio sul ghiaccio e dall’hockey per arrivare a splendide e facili camminate fino ai più impegnativi percorsi da trekking in quota.

Non dimentichiamo, infine, il grande richiamo delle ferrate e delle arrampicate tra cui la leggendaria “conquista del Monte Civetta” e l’avvento delle mountain bike su mulattiere, single track, sterrate e sentieri.

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Gli sport più strani praticati nel mondo. Quale proveresti?

È universalmente riconosciuto che fare sport fa bene al fisico e all’anima, è come un mantra inciso nel cuore di ognuno di noi. Ma chi l’ha detto che il calcio, il basket o il tennis siano gli unici modi per tenersi in forma e divertirsi?

Forse non tutti sanno che, in ogni angolo del globo, si celano discipline straordinarie, spesso nate da antiche tradizioni o da fusioni insolite tra differenti discipline. Sport che fanno sorridere per la loro originalità ma che, al tempo stesso, incantano per l’abilità e la passione che richiedono.

Preparati per un viaggio emozionante attraverso alcuni degli sport più stravaganti al mondo. In questa avventura scopriremo come l’ingegno umano ha saputo trasformare la competizione in qualcosa davvero unico e sorprendente.  Un’autentica espressione di arte, cultura e sconfinata creatività.

L’antica tradizione della corsa dei cammelli

Camel Cup

Fonte: Getty Images

Camel Cup, Australia

Se pensi che i cammelli siano creature lente e pigre, dovrai ricrederti. Nel cuore dell’Australia, tra deserti sconfinati e paesaggi mozzafiato, si svolge uno degli eventi sportivi più affascinanti e singolari del pianeta: la Camel Cup. Ogni anno, la tranquilla città di Alice Springs si trasforma in un vivace palcoscenico per una delle più importanti corse di cammelli al mondo.

Questi animali sono straordinari atleti del deserto, in grado di raggiungere una velocità di 65 km/h a tutta potenza e mantenere costantemente un ritmo di 40 km/h per più di un’ora.

L’insolita sfida della corsa con la moglie

Nel cuore della Finlandia, tra i boschi silenziosi e i laghi gelidi, si svolge ogni anno una competizione originale e divertente: la corsa con la moglie. Questo evento unico nel suo genere ha luogo a Sonkjärvi, un piccolo paese che ha dato vita a questo straordinario sport negli anni ’90, sebbene le sue radici storiche risalgano al lontano 1800.

Un vero e proprio test di forza, resistenza e spirito di squadra, in cui i partecipanti devono affrontare un entusiasmante percorso a ostacoli lungo qualche centinaio di metri, con le loro spose saldamente ancorate sulle loro spalle. Questa sfida è tanto coinvolgente quanto divertente, con i concorrenti che adottano tecniche diverse e creative per “trasportare” le loro amate fino al traguardo.

Ma il premio più ambito non è solo il titolo mondiale. Il vincitore, infatti, ricompensato con un quantitativo di birra pari al peso della moglie trasportata, un premio che aggiunge un tocco di leggerezza e ironia a questa competizione già di per sé fuori dal comune.

La corsa delle sedie da ufficio

Chiunque abbia lavorato in un ufficio sa quanto possa essere tentante lanciarsi in una corsa su una sedia con rotelle. Ebbene, in Germania questo passatempo è diventato un vero e proprio sport, con concorrenti che sfrecciano lungo il percorso a bordo delle loro sedie da ufficio, in una gara di velocità più unica che rara.

Come in ogni grande evento, ci sono regole da rispettare e attrezzature da indossare. I partecipanti devono presentarsi al via con casco e protezioni, pronti a sfrecciare verso il traguardo. Ma c’è un elemento che rende questa gara ancora più speciale: l’estetica. Infatti, viene assegnato un punteggio anche alla sedia addobbata in modo più eccentrico, trasformando questa competizione in un vero e proprio spettacolo di colori, forme e creatività.

L’audace gara del Cheese Rolling

È una corsa contro il tempo, una battaglia contro la gravità e un test di coraggio. Questo è il Cheese Rolling sulla Copper’s Hill nei dintorni di Gloucester, Inghilterra. Un evento annuale che vede audaci concorrenti lanciarsi in una discesa vertiginosa per intercettare un avversario molto particolare: una forma di formaggio.

Lasciato rotolare dal culmine della collina, può raggiungere velocità fino a 110 km/h, rendendo l’impresa di superarlo nella corsa verso il traguardo un compito estremamente difficile. Nonostante possa sembrare un gioco leggero, la Cheese Rolling Race è tutt’altro che tranquilla. Ogni anno, gli infortuni sono all’ordine del giorno, con i partecipanti che spesso finiscono per rotolare giù per la collina anziché correre. Ma nonostante le contusioni e le abrasioni, l’entusiasmo e la passione degli atleti non vengono mai meno.

Yukigassen: l’imperdibile battaglia di neve

Nel cuore dell’inverno, quando il mondo sembra abbracciato da un manto silenzioso di neve, si svolge un evento tanto affascinante quanto divertente: lo Yukigassen. Questo sport, nato nelle fredde regioni del Giappone, ha trasformato un semplice divertimento in una vera e propria competizione che si è diffusa in tutto il mondo, affascinando grandi e piccini.

L’obiettivo è chiaro: colpire gli avversari con palle di neve accuratamente lanciate per eliminarli dalla gara. Tuttavia, è fondamentale equipaggiarsi con i giusti dispositivi di protezione per garantire la sicurezza di ogni giocatore.

Yukigassen

Fonte: iStock

Yukigassen, Giappone
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Viaggio a Tarifa: la meta europea dove l’inverno non esiste

Laddove il Mediterraneo si unisce all’Oceano Atlantico, sorge una delle località più affascinanti dell’Andalusia, la “città del vento” a soli 14 chilometri da Tangeri, il “punto più a sud” d’Europa dove l’estate è regina.

Si tratta di Tarifa, l’emozionante città a cavallo tra il continente europeo e quello africano da vedere almeno una volta nella vita. I motivi? 10 chilometri di candide spiagge, le condizioni ottimali per il windsurf e il kitesurf, un ricco centro storico, ottimi tapas bar e ristoranti, moderni mulini a vento e tanto, tanto sole.

Il cuore storico di Tarifa: le tappe da non perdere

Iniziamo il viaggio alla scoperta di Tarifa con una passeggiata nel suo cuore storico, la “città vecchia” cui si accede attraversando Puerta Jerez, l’unica porta superstite in Avenida Andalucia: qui, tra le tipiche case bianche andaluse, i patios fioriti e i balconi in ferro, lo sguardo si posa dapprima sulla Iglesia de San Mateo, piccola chiesa in stile gotico del XV secolo, la tranquilla Plaza de Santa Maria su cui svettano il Palazzo del Comune in stile andaluso, l’omonima chiesa che è la più antica della città e la fontana a forma di stella a otto punte, e poi sull’attrazione principale, il magnifico Castillo de Guzman, voluto nel 960 dal califfo di Cordoba Abd ar-Rahman III.

Visitabile tutti i giorni, dona una vista impagabile sul mare e sulla vicina costa dell’Africa dalla parte superiore delle mura.

Va poi sottolineato che il centro cittadino è unito all’Isla de las Palomas da una passerella che consente di camminare esattamente nel punto di congiunzione tra il Mar Mediterraneo e l’Oceano Atlantico, un’esperienza davvero emozionante: qui due installazioni circolari segnalano la divisione e contribuiscono a rendere il tratto ancora più suggestivo, al pari del Castello di Santa Catalina, edificato nel 1929.

Il fascino dei dintorni

Anche i dintorni di Tarifa non deludono: a otto chilometri, ad esempio, fa bella mostra di sé il Mirador de Estrecho, il miglior punto di osservazione dove, durante le giornate più limpide, sembra quasi di “toccare l’Africa”.

E poi che dire del sito archeologico di Baelo Claudia, a 22 chilometri a nord-ovest, raggiungibile in auto in una ventina di minuti? Vista mare, conserva i resti di un’antica città romana risalente con ogni probabilità al II secolo a.C., dove sono tuttora ben riconoscibili il teatro, il foro, i templi, il mercato e la basilica.
Inoltre, rimane l’edificio dove veniva prodotto il Garum, salsa di pesce impiegata dai Romani per condire le pietanze, ed è presente un museo presso cui ottenere esaustive informazioni sugli scavi.

Le spiagge, paradiso di Tarifa

Un racconto di Tarifa non potrebbe mai essere completo senza soffermarsi sulle bianche spiagge di sabbia finissima, paradiso di vacanze balneari in un’estate che non conosce fine.

Le più frequentate poiché proprio in città sono Playa Chica e Playa de los Lances: la prima è una raccolta spiaggia di 400 metri a due passi da Isla de Palomas, la più attrezzata di tutte, mentre la seconda, raggiungibile a piedi dal centro, è la più grande della zona.

Ma non sono certo le uniche.

Allontanandosi un po’, si apre Playa Rio Jara dove, durante l’alta marea, si crea una pozza d’acqua di 50 centimetri perfetta per i più piccoli, mentre a 5 chilometri ecco Playa dos Mares, dove praticare gli sport acquatici tutto l’anno.

Ancora, a 6 chilometri dona momenti indimenticabili Playa Arte Vida, ideale per il kitesurf, il surf e il windsurf e non da meno è Playa de Valdevaqueros, plasmata da vari chilometri di dune sabbiose.

Infine, la spiaggia più bella dell’Andalusia: è Playa Bolonia, 4 chilometri di spiaggia dorata e incontaminata vegliata dalle rovine romane del sito archeologico di Baelo Claudia, un eden terrestre su cui spicca, a nord, la duna di sabbia più grande d’Europa.

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Questo gioiello architettonico è un santuario dedicato alla meditazione

Nel vasto e variegato mosaico di luoghi sacri che adornano il nostro pianeta, esistono gioielli nascosti che sembrano usciti direttamente dalle pagine di una fiaba. Luoghi di fede che, oltre a essere immersi in scenari naturali mozzafiato, racchiudono in sé storie ricche di fascino e mistero. Tra boschi incantati, scogliere a strapiombo sul mare, ombre di eremi silenziosi, ogni angolo di questo mondo nasconde un santuario, una chiesa, un luogo di preghiera che custodisce un pezzo di storia della nostra umanità.

Il nostro viaggio di oggi ci conduce in un luogo meraviglioso, carico di significato e di una bellezza straordinaria, dove l’ingegno umano si unisce alla grandezza della natura.  Questo luogo speciale si trova nascosto nella pittoresca località di Sea Ranch, sulla costa della California.

Qui, tra il blu intenso del mare e il verde lussureggiante della vegetazione costiera, emerge una cappella unica nel suo genere. È la Sea Ranch Chapel che, con le sue forme sinuose ed eleganti, sembra quasi fondersi con l’ambiente circostante, in un’armonia perfetta. Un luogo che parla al cuore, invita alla riflessione e ti avvolge con il suo fascino semplice e disarmante.

Sea Ranch Chapel: un monumento all’amore senza tempo

Sea Chapel

Fonte: iStock

Sea Ranch Chapel, California

Incastonata nel panorama selvaggio della California, la Sea Ranch Chapel emerge come un’oasi di pace e riflessione.

Questo capolavoro architettonico, aperto al pubblico tutti i giorni dell’anno, dalle prime luci dell’alba fino al calar del sole, offre un rifugio inaspettato a coloro che cercano un momento di tranquillità o un’improvvisa ispirazione. La sua struttura unica invita a distaccarsi dalla frenesia quotidiana e a immergersi in un’atmosfera di contemplazione e rinnovamento spirituale.

L’opera d’arte è il risultato della generosità straordinaria di due residenti della zona, Robert e Betty Buffum, che hanno dato vita a un luogo unico pensato per la meditazione e la preghiera, un vero rifugio dove la comunità potesse riunirsi e trovare conforto. Completata nel dicembre del 1985, questa cappella è un tributo alla memoria di Kirk Ditzler, un aviatore della marina, zoologo e artista, il cui spirito vive ancora in ogni angolo di questa chiesetta fiabesca.

Sea Ranch Chapel: un capolavoro che unisce arte e natura

La Sea Ranch Chapel è un esempio straordinario di come l’arte, l’artigianato e l’architettura possano fondersi in un’unica, affascinante sinfonia.

L’essenza dell’edificio risiede al suo interno, dove il lavoro di Bruce Johnson, un rinomato scultore e falegname, si manifesta in tutta la sua maestria. L’artista, infatti,  ha progettato con cura i sedili in legno di sequoia e pali intagliati, così come le mensole sul muro circostante, che sembrano quasi crescere organicamente dai pavimenti e dalle pareti, creando un ambiente avvolgente e accogliente.

Questi dettagli raffinati non hanno solo uno scopo funzionale, ma rendono ogni angolo della cappella un tributo vivente all’artigianato tradizionale e all’architettura innovativa.

Il cuore pulsante di questo ambiente risiede indiscutibilmente nel soffitto in gesso. Si tratta di un intricato disegno floreale, abilmente scolpito, che conferisce allo spazio una sensazione di leggerezza e libertà. I petali adornati da suggestivi elementi marini, conciglie e ricci di mare, creano un’atmosfera coinvolgente che cattura l’attenzione al primo sguardo.

Questi preziosi tesori oceanici non solo arricchiscono l’intero edificio con un tocco di realismo, ma sono anche potenti simboli di connessione tra il paesaggio e il mondo esterno. Un autentico tributo alla bellezza della natura e al suo potere di ispirare, commuovere e unire le persone in modo profondo e significativo.

Sea Ranch

Fonte: 123RF

Sea Ranch Chapel, California
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I giovani dicono “addio” al treno: ecco perché

C’è la consapevolezza e il rammarico che preferire l’aereo al treno è un danno per l’ambiente e un passo indietro nella lotta al cambiamento climatico ma i prezzi alle stelle per due ore e un quarto (o due ore e trenta) di viaggio stanno portando sempre più turisti e giovani a compiere la “scelta più inquinante“.

È quanto accade sulla linea Parigi-Londra a bordo dell’Eurostar che collega le due nazioni grazie all’Eurotunnel inaugurato nel 1994 nel Canale della Manica.

Prezzi vertiginosi per spostarsi in treno

Sono proprio i prezzi vertiginosi per spostarsi a bordo dell’Eurostar da St. Pancras alla Gare du Nord che stanno “costringendo” pendolari e viaggiatori a ripiegare sull’aereo che, per i voli di sola andata, offre tariffe anche a 40 euro.

Sono in totale 350 chilometri, una distanza “irrisoria” per cui l’aereo impiega 75-90 minuti e che, a detta di molti, “non ha senso coprire in aereo”. Eppure, non fanno mistero che “il divario è troppo” tra la cifra da sborsare per spostarsi in treno e quella proposta dalle compagnie aeree.

Così, soprattutto a partire dai giovani, si sta assistendo a una “pericolosa inversione di tendenza” nonostante i miglioramenti del trasporto su rotaia avvenuti negli anni per raggiungere l’Inghilterra dalla Francia e viceversa. E, a farne le spese, è il pianeta con la già difficile situazione climatica e ambientale che dovrebbe far balzare al primo posto la mobilità sostenibile.

Ma così non è: le tariffe attuali dell’Eurostar sono “proibitive” e non tutti possono permettersele.

Un modo sarebbe quello di “prenotare con largo anticipo” ma non sempre è fattibile: in quel caso, infatti, si ha la possibilità di accaparrarsi tariffe di 110 euro andata e ritorno, una cifra ragionevole soprattutto se paragonata con un biglietto andata e ritorno “dell’ultimo minuto” che, spesso e in particolare nelle ore di punta, nei giorni prefestivi e festivi, arriva a superare i 350 euro definiti “folli” dai passeggeri che, in aereo, si ritrovano a spendere un quarto.

Le considerazioni di Eurostar e la voce di Greenpeace

Eurostar, interpellata da France Press, non ha dichiarato se i biglietti siano aumentati o meno nell’ultimo anno né ha voluto fornire una panoramica sull’andamento del traffico passeggeri.

Ha soltanto sottolineato che le tariffe di treno e aereo non possono essere paragonate poiché, nel primo caso, non si deve tenere conto delle eventuali tariffe extra per i bagagli, dei costi transfer aeroportuali o del viaggio gratis per i bambini di età inferiore ai 4 anni sugli Eurostar.

Ancora, ha affermato che, nell’ultimo anno, 7 milioni di passeggeri hanno scelto il treno per raggiungere Parigi da Londra, contro i 2 milioni che hanno preferito l’aereo, e, secondo il dirigente commerciale François le Doze, sarebbe intenzione della compagnia aumentare il numero di passeggeri (aspetto forse importante per abbassare i prezzi) ma il “collo di bottiglia” alle frontiere legato alla Brexit ha reso il compito oltremodo difficoltoso.

Sulla questione si è espressa anche Greenpeace denunciando come i governi “abbiano creato delle norme ineguali” che vanno a vantaggio dei sistemi di trasporto più inquinanti.

La ONG  ha sottolineato che le compagnie aeree non pagano neanche il kerosene mentre andrebbero “tassate in maniera proporzionale ai danni che provocano al clima”.

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Su questa nave abbandonata la natura ha creato un capolavoro

Nel vasto e insondabile mondo degli oceani, sono molte le storie che risiedono sotto la superficie, silenziose e dimenticate. Una di queste è quella della SS Ayrfield, una nave che ha solcato i mari per oltre un secolo, prima di ritrovare un insolito riposo nelle acque tranquille del porto di Homebush, in Australia.

Un tempo, era un robusto vascello a vapore, costruito per resistere alle tempeste più violente e ai viaggi più lunghi. Ma oggi, la sua struttura arrugginita non trasporta più merci o passeggeri. Al suo interno, invece, si è sviluppata una rigogliosa foresta di mangrovie, creando un incredibile spettacolo di natura e ingegneria umana.

Ogni giorno, sembra sorgere dalle acque come un fantasma, con il suo carico verde che ondeggia dolcemente al ritmo delle maree. È un’immagine che affascina e incanta, un simbolo del modo in cui la natura può reclamare ciò che l’uomo ha abbandonato.

SS Ayrfield: il relitto d’epoca che ospita una foresta

SS Ayrfield

Fonte: 123RF

SS Ayrfield, Sidney

L’SS Ayrfield, un tempo noto come Corrimal, è un relitto d’epoca che testimonia un passato industriale ora avvolto dalla bellezza della natura. Questo ex cargo si distingue non solo per la sua storia affascinante, ma anche per la foresta che attualmente ospita sul suo scafo arrugginito.

Un’imponente nave da carico a vapore da 1.140 tonnellate che ha svolto un ruolo significativo nel XX secolo, trasportando carbone tra le città industriali di Newcastle e Sydney. Dopo aver servito durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1972 è stata ritirata dal servizio e condotta alla leggendaria Baia di Homebush con l’intento di essere smantellata. Tuttavia, il processo di demolizione non è mai stato portato a termine, lasciando l’SS Ayrfield come un monumento eterno sullo sfondo del panorama marittimo.

Nel corso degli anni, ha subito una trasformazione sorprendente. Infatti, una varietà di piante e alberi ha iniziato a germogliare sulla sua struttura di acciaio, trasformandola in un’inaspettata foresta galleggiante. Questo fenomeno eccezionale ha catturato l’attenzione della comunità globale, attirando fotografi e turisti da ogni angolo del mondo. L’SS Ayrfield, con il suo verde rigoglioso che contrasta con il suo passato industriale, è diventato una delle attrazioni più fotografate della zona.

L’SS Ayrfield e il trionfo della natura

Tra i vari relitti presenti nella Baia di Homebush, l’SS Ayrfield si erge come un punto di riferimento unico per la sua bellezza antica e selvaggia. Combinando elementi storici e naturali, continua a catturare l’immaginazione dei visitatori, offrendo una narrazione visiva che rimanda a una storia ricca e complessa.

Questa nave, un tempo testimone del fervore industriale del passato, con il passare del tempo si è trasformata in un vivace ecosistema verde, dimostrando come la natura possa prosperare anche negli ambienti più impensati.

Ma c’è un momento che tocca le corde dell’anima in modo particolare. È il tramonto, quando il cielo si tinge di colori vividi che si riflettono sull’acqua, creando un contrasto affascinante con il rosso invecchiato dello scafo della SS Ayrfield e il verde brillante delle mangrovie che la circondano. In questo scenario unico, il relitto della nave assume un fascino quasi surreale, trasformandosi in un dipinto vivente che unisce storia, natura e arte, una piccola fetta di un passato che si rifiuta di essere dimenticato.

SS Ayrfield

Fonte: Getty Images

SS Ayrfield, Sidney
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Scorci, colori ed emozioni: l’antico borgo di Fara in Sabina

A 40 minuti da Roma, si apre la suggestione del borgo medievale di Fara in Sabina, arroccato su Colle Buzio tra i Monti Sabini e la Valle del Tevere, in provincia di Rieti: siamo di fronte a uno scrigno di bellezze naturalistiche e culturali, di bucolici panorami e di natura selvaggia.

Una meta “tra passato e presente”, che vanta un centro storico gioiello e il fascino di un dolce paesaggio collinare, punteggiato da verdeggianti colline, uliveti secolari, torri, rocche e abbazie, ideale per gli amanti delle escursioni a piedi e in mountain bike.

Fara in Sabina, natura e tradizioni alle porte della Capitale

Una passeggiata tra le stradine e i vicoli del cuore medievale di Fara in Sabina regala l’emozione di un “viaggio indietro nel tempo”, in un territorio già abitato in epoca preistorica, come testimoniano alcuni reperti archeologici ritrovati in zona: le sale del quattrocentesco Palazzo Brancaleoni, che si staglia in Piazza del Duomo ed è l’attuale sede del Museo Civico Archeologico, sono custodi di reperti degli insediamenti sabini dalla Preistoria al periodo romano.

Passo dopo passo, lo sguardo si posa meravigliato su scorci e angoli caratteristici fino a incontrare tesori architettonici quali i sontuosi palazzi nobiliari (Palazzo Orsini e Palazzo Manfredi del XV secolo, e Palazzo Martini), il Duomo o Collegiata di Sant’Antonio, risalente al XVI secolo, con la particolarità della chiesa sotterranea e pregevoli opere da ammirare, affiancato dalla Torre Campanaria a pianta quadrata, la cisterna a edicola voluta dai Farnese nel 1588 e la seicentesca Chiesa di San Giacomo, edificata in stile barocco.

Ma non è certo tutto.

Infatti, fiore all’occhiello di Fara è anche il Monastero delle Clarisse Eremite, tuttora monastero di clausura, edificato nel XVII sulle rovine dell’antico castello: visitabile con una guida, consente di immergersi in un’atmosfera affascinante e scoprire il coro seicentesco, la cucina del Quattrocento, il refettorio, e la stanza in cui riposano le salme di 17 monache.
Di notevole interesse è il Museo del Silenzio, inaugurato nel 2004, che invita a riflettere sulla tematica del silenzio e la vita delle suore di clausura del Seicento.

Tutto il fascino dell’Abbazia di Farfa

abbazia

Fonte: Ufficio Stampa

Abbazia di Farfa, Rieti – Ufficio Stampa

A pochi chilometri dal centro, inoltre, emoziona l’Abbazia Benedettina di Santa Maria di Farfa, monumento nazionale dal 1928, uno dei luoghi centrali per la storia del monachesimo in Italia e in Europa.

Si tratta di uno splendido complesso medievale che pullula di storia e spiritualità, immerso nelle colline della Sabina, nel raccolto borgo di Farfa, e conserva pregevoli opere d’arte nonché una delle biblioteche più rinomate d’Italia con una vasta collezione di libri e antichi manoscritti.

Interamente restaurata, oggi l’Abbazia si pone come una delle destinazioni di spicco della Sabina e dona il meglio di sé nella magnifica Chiesa di Santa Maria, contraddistinta dalla facciata in stile romanico e dall’austero campanile, e da un interno a tre navate suddiviso da colonne romane di ordine ionico e adornato da capolavori quali gli affreschi di Orazio Gentileschi, il raffinato coro ligneo del Seicento, la duecentesca icona “miracolosa” della Madonna di Farfa e il “Giudizio Finale” di scuola fiamminga del Cinquecento.

Da non perdere poi i due chiostri, il “Chiostro Grande” di epoca rinascimentale e il “Chiostro Longobardo” in stile romanico.

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Scopri le meraviglie delle Marche durante il Festival di Sanremo

Immagina di essere a Sanremo in occasione della 74esima edizione del Festival dedicato alla musica italiana e partire per un viaggio unico, composto da un mix avvincente di musica, cultura, e intrattenimento. Ma perché solo immaginarlo?

Dal 5 al 10 febbraio, partecipando agli eventi all’interno de’ Il Villaggio del Festival organizzati dalla Camera di Commercio delle Marche, potrai godere di una full immersion di cinque giorni nel cuore del territorio marchigiano. Avrai l’opportunità di esplorare i maestosi monti azzurri, tuffarti nel mare blu e rilassarti sulle spiagge dorate. Scoprirai le dolci colline e le tradizioni affascinanti degli antichi borghi, mentre ti immergerai nella cultura, nel buon vivere e nella tradizione enogastronomica delle Marche.

Durante il Festival di Sanremo, le Marche saranno protagoniste, promuovendo le loro bellezze storiche, artistiche, paesaggistiche e culturali. Il presidente della Camera Marche, Gino Sabatini, sottolinea l’impegno nel promuovere l’immagine e l’attrattività delle Marche durante uno dei principali eventi mediatici nazionali e internazionali: «Ancora una volta il nostro ente è a fianco della Regione e dei principali attori istituzionali ed economici per promuovere l’immagine e l’attrattività delle Marche in uno dei principali eventi mediatici nazionali ed internazionali. Un grande impegno organizzativo in collaborazione con la Camera di Commercio Riviere di Liguria, in un’ottica di sostegno che valorizza sempre più la nostra dimensione aggregata».

Il direttore de’ Il Villaggio del Festival Giuseppe Grande, ha annunciato entusiasmanti novità per questa edizione. «Abbiamo anche eventi esclusivi, come la 14ma edizione del Gran Gala della Stampa, con la conduzione di Marino Bartoletti e Luana Ravegnini, dove la giuria di qualità ha presentato le nomination per Fiorello, Annalisa, Negramaro, Ricchi e Poveri e altri rispetto ai premi da ritirare, quali Numeri Uno-Città di Sanremo, premio Super Hit, premio della Critica e premio alla Carriera”, afferma Grande..

Vuoi partecipare agli eventi in programmati da Il Villaggio del Festival? Puoi farlo in modo gratuito registrandoti sul sito http://www.ilvillaggiodelfestival.it.

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Riapre il Disneyland Hotel: qui puoi vivere la tua fiaba

Esistono ancora destinazioni nel nostro pianeta che riescono a risvegliare in noi l’eco di tempi più semplici e puri, riportandoci alla meraviglia incantata dei nostri giorni d’infanzia. Luoghi in cui il cuore sembra pulsare al ritmo delle favole, dove l’ordinario si trasforma in straordinario e la realtà cede il passo all’immaginazione, all’allegria, alla magia.

Uno di questi è senza dubbio Disneyland Paris, un regno incantato che, come un potente sortilegio, ci avvolge e ci trasporta in un mondo dove tutto è possibile, dove i sogni prendono vita e la fantasia non conosce limiti.

Qui, tra il luccichio di castelli fatati, sorge il Disneyland Hotel, un sontuoso albergo a cinque stelle che, dopo una straordinaria ristrutturazione, ha riaperto le sue porte per offrire ai suoi ospiti un soggiorno indimenticabile. Situato proprio all’ingresso del parco, è un emblema dell’incanto e della meraviglia che caratterizzano l’universo Disney. Sei pronto a vivere un sogno? Immergiti in un mondo in cui ogni giorno è un’occasione per incontrare i tuoi personaggi preferiti, perché Disneyland sarà sempre il luogo dove tutti noi possiamo tornare bambini.

Disneyland Hotel: dove la magia diventa realtà

Disneyland Hotel

Fonte: The Walt Disney Company Italia


Suite Principesca La Bella e la Bestia, Disneyland Paris

Cari sognatori, iniziate a pianificare un viaggio al centro della magia, perché l’esperienza sarà più emozionante che mai. Ogni centimetro del Disneyland Hotel è stato rinnovato con passione e dedizione, trasformando la spettacolare hall, le camere e le suite lussuose in un omaggio alla magica atmosfera Disney.

Costruito nel 1992, più di qualsiasi altro, è diventato un simbolo dell’esperienza Disney, un luogo dove la magia non finisce mai. L’hotel offre ai suoi ospiti la possibilità di godere di viste straordinarie, direttamente dalle loro camere, sul Castello della Bella Addormentata, oppure sui pittoreschi Fantasia Gardens. Al calar del sole, i colori vividi del castello creano un panorama mozzafiato, mentre la vista notturna dei giardini illuminati regala un’atmosfera incantata, creando immagini che rimarranno impresse nel cuore per sempre.

La squadra visionaria di Walt Disney Imagineering Paris, insieme ai migliori fornitori e artigiani di tutta Europa, ha trasformato l’esperienza alberghiera in un’opera d’arte di design e narrativa. Con passione, dedizione e un occhio attento ai dettagli, hanno plasmato un’esperienza unica e immersiva per raccontare una storia, per incantare e trasportare gli ospiti in un mondo dove la magia Disney si fonde con l’eleganza e la grandiosità dei più importanti monumenti europei, come il Castello di Versailles e il Neuschwanstein Castle.

Le 487 stanze e suite del Disneyland Hotel sono state completamente rinnovate con un’eleganza straordinaria, offrendo tutti i comfort moderni e servizi di lusso per un’esperienza indimenticabile. Il progetto ha coinvolto ogni tipo di alloggio, dalla Camera Superior alla Suite Reale, per offrire una vasta gamma di opzioni che soddisfano le diverse esigenze, creando così un rifugio accogliente per un soggiorno rilassante e piacevole.

Inoltre, grandi e piccini potranno vivere un’esperienza esclusiva al The Castle Club, un luogo unico che offre numerosi benefici e servizi VIP che superano di gran lunga le aspettative di un semplice soggiorno. Qui, è possibile accedere a un ascensore privato e a una reception dedicata, garantendo arrivi e partenze senza stress. Ma una delle esperienze più sorprendenti è sicuramente la colazione con le Principesse Disney nel raffinato salone del Castle Club, un’occasione unica per i più piccoli di trascorrere un momento da favola.

Disneyland Paris: un universo incantato che non smette mai di sorprendere

Questo rinnovamento è parte di un progetto ambizioso per infondere ancora più magia nei parchi Disney in tutto il mondo. Tra le novità più attese, c’è l’apertura del Marvel Avengers Campus, un’area tematica che promette di regalare ai visitatori avventure mozzafiato ed emozionanti.

E le sorprese non finiscono qui. Presto il Parco Walt Disney Studios accoglierà un’area a tema Frozen nel quale grandi e piccini potranno immergersi in spettacoli emozionanti, assistere a una parata con Elsa, Anna e gli altri amici di Arendelle, e vivere momenti indimenticabili.

“Questa riapertura segna un nuovo capitolo per Disneyland Paris, che continua a guidare l’industria europea del turismo con la sua miscela unica di narrazione coinvolgente e ospitalità di livello mondiale” ha dichiarato Natacha Rafalski, Presidente di Disneyland Paris. “Siamo entusiasti di svelare il nuovo Disneyland Hotel, una struttura a cinque stelle unica nel suo genere che celebra la regalità e l’amata narrazione Disney. Il nostro impegno verso l’innovazione e un’esperienza impareggiabile per gli Ospiti rimane costante, non vediamo l’ora di dare il benvenuto a tutti in uno degli hotel più coinvolgenti d’Europa.”

Tutti i 7 Hotel Disney sono vere e proprie opere d’arte che offrono servizi per tutti i gusti, garantendo che il soggiorno sia pieno di magia e ricco di emozioni irripetibili. Lasciati trasportare in questi universi unici, dove ogni dettaglio è pensato per far sognare a occhi aperti e rendere il viaggio ancora più speciale.

Disneyland Hotel

Fonte: The Walt Disney Company Italia


Royal Banquet, Disneyland Paris
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Sant’Elena, una delle isole più eccezionali del mondo

Probabilmente, anche voi siete tra quelli che hanno sentito parlare per la prima volta di Sant’Elena sui libri di scuola. Benché sia, infatti, una delle più remote isole del pianeta, è diventata celebre per essere stata luogo dell’ultimo esilio di Napoleone, dal 1815 fino alla morte, avvenuta nel 1821.

Fino a pochi anni fa, si poteva raggiungere questo piccolo fazzoletto di terra lambito dalle acque dell’Oceano Atlantico solo via mare. Fortunatamente, oggi è molto più semplice, grazie a un piccolo aeroporto costruito qui nel 2016. Ciò l’ha resa una meta più accessibile, ma non per questo meno affascinante. Vale la pena scoprirne storia e segreti, ma soprattutto è tempo di vederla con i propri occhi.

Isola di Sant’Elena, da perla disabitata a paradiso accessibile

L’isola di Sant’Elena si trova nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico meridionale, a 1.200 miglia dalla costa sud-occidentale dell’Africa e a 1.800 miglia dal Sud America. Questo minuscolo paradiso subtropicale, che ospita all’incirca 5.000 abitanti (chiamati in gergo ‘Saints’) su una superficie di appena 120 chilometri quadrati, è anche uno dei luoghi più spettacolari al mondo in termini di contrasti ambientali.

A scoprirla, nel 1502 fu il portoghese João da Nova Castella, durante una spedizione a cui partecipò anche Amerigo Vespucci. L’isola a quel tempo era disabitata, poi a metà del XVII secolo passò per un breve periodo agli olandesi e infine all’Inghilterra. Tutt’oggi Sant’Elena costituisce un territorio d’oltremare britannico, da cui dipendono anche le isole di Ascensione, Tristan da Cunha e Gough. Per diversi secoli, Sant’Elena ha avuto un’importanza strategica per le imbarcazioni che facevano rotta verso l’Europa dall’Asia e dal Sudafrica, mentre i britannici la usavano spesso come luogo di esilio.

Per diventare finalmente accessibile a tutti, quest’isola ha dovuto faticare parecchio. Per ben 500 anni, è stata raggiungibile solo via mare, dopo una estenuante traversata di cinque giorni con partenza settimanale da Cape Town, a bordo della Royal Mail ship St Helena, pagando anche un biglietto molto caro.

L’aeroporto passeggeri è stato costruito in pochi mesi e inaugurato nel maggio 2016 alla presenza del principe Edoardo, quartogenito della regina Elisabetta. L’evento, però, è slittato più volte a causa dei forti venti, che hanno reso necessaria una formazione adeguata per il personale di volo e i piloti . Nel frattempo, i titoli dei giornali non sono stati clementi, basti pensare che la stampa inglese lo aveva soprannominato “l’aeroporto più inutile al mondo”. Tuttavia, c’è stato l’auspicato lieto fine. Oggi, i voli che raggiungono l’isola partono da Johannesburg, in Sudafrica, con cadenza settimanale e hanno una durata di circa 6 ore.

L’aeroporto può essere raggiunto esclusivamente da aerei di piccole dimensioni oppure elicotteri. Lo scalo dell’isola è servito con autobus e taxi, con i quali si può arrivare a Jamestown, il capoluogo di Sant’Elena. Oppure, la si può raggiungere comodamente optando per una crociera.

Cosa fare e vedere sull’isola di Sant’Elena

La maggior parte dei tour dell’isola include una visita a Longwood House, residenza di Napoleone durante il suo esilio, oltre che alla sua tomba. Oggi è un museo di proprietà del governo francese e attrae circa 7.000 visitatori all’anno. Vi si possono ripercorrere gli ultimi anni di vita del primo imperatore dei francesi, osservando da vicino gli interni, i manufatti e i meravigliosi giardini che circondano la tenuta.

Ma è la natura incontaminata la vera protagonista di questo luogo sperduto nell’Atlantico. Trattandosi di una delle isole più remote del mondo, non stupirà che rivesta un’importanza mondiale per la sua biodiversità unica. Sant’Elena vanta un’incredibile varietà di fauna selvatica, e il suo isolamento fa sì che essa ospiti molte specie che non si trovano in nessun’altra parte del mondo.

Questa perla di origine vulcanica offre rigogliose foreste di felci ed emozionanti sentieri di montagna, perfetti per gli amanti delle escursioni o per chi vuole scoprirla in mountain bike.  I trekking più belli portano in cima a picchi vulcanici straordinari, come il favoloso Diana’s Peak, il punto più alto, a 800 metri sul livello del mare.

La vita marina è persino più sorprendente. Le attività principali per chi visita Sant’Elena sono, infatti, lo snorkeling e il nuoto con gli squali balena. Questi giganti degli oceani, migrano in queste acque durante i mesi estivi (gennaio e febbraio). Nonostante le loro dimensioni colossali, sono esemplari molto docili e non rappresentano una minaccia per l’essere umano, per cui è possibile nuotare liberamente accanto a loro mentre sfiorano la superficie. L’esperienza, però, è strettamente regolamentata e solo pochi visitatori sono in grado di vivere questa incredibile opportunità ogni anno.

Se siete amanti del birdwatching, prendetevi il tempo di esplorare l’isola per osservare la rara e solitaria gallinella d’acqua e preparatevi a ricevere la ‘visita’ delle curiose sterne fatate. Da non perdere un’escursione per osservare il Piviere di Sant’Elena, conosciuto qui come Wirebird, l’ultimo uccello terrestre endemico sopravvissuto in questo luogo remoto.

Anche Jamestown, centro dell’isola, di cui è il capoluogo e il porto principale, merita una visita. Tra le sue attrazioni imperdibili, il Museo di Sant’Elena, che ospita una serie di mostre sulla storia locale, e la spettacolare Jacob’s Ladder, il cui nome si ispira alla scala di Giacobbe, simbolico ponte tra cielo e terra. Si tratta di una scalinata di 699 gradini che da Jamestown conduce al forte di Ladder Hill. Arrivare fino in cima non è per tutti, in particolare se si soffre di vertigini. Tuttavia, la fatica sarà ripagata dai panorami spettacolari che regala, specialmente nell’ora del tramonto.

Quando visitare l’isola di Sant’Elena

Il clima di Sant’Elena consente di viaggiare tutto l’anno, benché sia abbastanza complesso. Essendo un’isola remota nell’Oceano Atlantico, i venti sono sempre un fattore che tende a mantenere le temperature molto più miti rispetto alle destinazioni continentali di longitudine simile. Le zone costiere sono solitamente più calde e meno piovose. A Jamestown la temperatura varia da 14 a 32 °C, mentre nelle zone collinari interne, come Longwood, la temperatura varia mediamente da 8 a 26 °C.

Marzo e aprile, così come agosto, tendono invece a essere i mesi di punta per le precipitazioni. Tuttavia, queste possono essere molto localizzate, nonostante l’isola sia molto piccola: si può avere un tempo perfettamente asciutto a Jamestown e trovarsi nel bel mezzo di un acquazzone quando si arriva a Great Longwood. Tendenzialmente si tratta di una “pioggia calda”, quindi non necessariamente sgradevole, ma rende ogni giornata sull’isola un’avventura, per cui bisogna essere sicuri di mettere in valigia tutto l’occorrente per non rischiare sorprese.