Categorie
Albania Europa Idee di Viaggio Viaggi

La prima città a essere stata nominata per il Premio Nobel

Quella di oggi è una destinazione affascinante che si è guadagnata un posto speciale nelle mappe degli amanti dei viaggi, diventando una delle mete predilette per le vacanze degli ultimi anni. Immersa nel cuore dell’Albania nordorientale, al confine con il Kosovo, sorge Kukës, una città che ha conquistato il cuore dei viaggiatori italiani e internazionali.

Ma non è solo una città di straordinaria bellezza paesaggistica, è un luogo che racchiude in sé una storia potente e commovente. Infatti, nel 2000, ha dimostrato al mondo intero cosa significhi avere un cuore grande, accogliendo centinaia di migliaia di rifugiati durante la guerra del Kosovo. Un gesto di solidarietà così profondo che l’ha resa l’unica città al mondo a essere stata nominata per il Premio Nobel per la pace.

Visitare Kukës significa entrare in contatto con una comunità di persone che hanno messo l’amore per il prossimo al di sopra di tutto. È un’esperienza che lascia un’impronta profonda, un viaggio che tocca l’anima e offre una prospettiva su ciò che significa veramente essere umani.

Alla scoperta di Kukës: la città dell’accoglienza

Lago Komani

Fonte: iStock

Lago Komani, Albania

Immersa nel cuore delle Alpi Albanesi, Kukës è un tesoro nascosto che merita di essere visitato almeno una volta nella vita. Situata a soli 60 km a ovest di Tirana, questa affascinante città si trova sulla riva del fiume Drin, offrendo una vista mozzafiato e un’atmosfera serena.

La sua posizione strategica la rende un centro vitale per il commercio locale e regionale. Tuttavia, non è solo la sua importanza economica a definirla, ma è anche la sua ricca storia, risalente al XVI secolo, che le conferisce un fascino particolare. Documenti storici e monumenti antichi testimoniano il passato glorioso della città, facendo di Kukës un luogo di grande interesse culturale.

Giungendo in città, sarai accolto dal minareto svettante della moschea, simbolo di spiritualità e devozione, un omaggio alla maestria artigianale albanese, un’esperienza visiva che tocca l’anima. Poco distante, si trova un piccolo museo, custode di racconti e memorie di tempi passati. Ogni oggetto esposto, ogni artefatto racconta una storia unica che compone l’identità di questa destinzione.

Imperidibili le strade del pittoresco mercato locale, con i suoi colori vivaci, i profumi invitanti delle spezie e l’accoglienza delle persone creano un’atmosfera vibrante, un’esperienza sensoriale che stimola e risveglia i sensi.

Ma l’anima di questa splendida città risiede anche nelle sue suggestive stradine laterali, dove affascinanti edifici dal sapore un po’ retrò svelano frammenti di vita quotidiana. Qui, accoglienti caffè e una vasta selezione di ristoranti offrono deliziosi piatti della cucina tradizionale albanese. Prenditi un momento e delizia il tuo palato con una prelibatezza locale: è in questi istanti che si respira l’essenza più autentica della città.

Le imperdibili attrazioni da visitare a Kukës

Tra le attrazioni da non perdere, spiccano i Monti della Valbona, giganti maestosi che si innalzano oltre i 2000 metri, dominando lo skyline di Kukës. Queste montagne, con il loro splendore selvaggio e incontaminato, offrono infinite opportunità per attività all’aperto come trekking, arrampicata e kayak, rendendo ogni momento un’avventura indimenticabile.

Nel cuore di questi monti, le Grotte di Gjelaj si nascondono come gemme preziose. Abitate da persone che hanno scelto la vita semplice e austera della montagna, offrono uno spaccato affascinante di una realtà rurale lontana dal trambusto della vita moderna. Sono luoghi di scoperta e avventura, dove ogni esplorazione offre l’opportunità di immergersi in un mondo sotterraneo di meraviglie naturali.

Ti suggeriamo, inoltre, di visitare il Lago di Kukës, un idillio acquatico ai piedi del Monte Valbona. Questo specchio d’acqua artificiale offre un’ampia varietà di attività all’aperto come la pesca e il canottaggio, permettendo ai visitatori di connettersi con la natura in modo divertente e rilassante.

In città, invece, il Monumento Nazionale ai Caduti si erge come un potente simbolo del sacrificio e del coraggio. Questo memoriale, dedicato ai soldati della Seconda Guerra Mondiale, è un luogo di riflessione e rispetto, che ricorda a tutti la preziosa libertà per cui questi eroi hanno combattuto.

E infine, la Chiesa di San Giorgio, risalente al XVIII secolo, è un omaggio all’architettura e all’arte. Questo edificio ortodosso, uno dei più antichi della regione, affascina con la sua bellezza austera e la sua atmosfera spirituale. Kukës è un luogo incantevole, dove ogni passo ti avvicina alla scoperta di qualcosa di bello, emozionante e unico.

Kukës
Kukës, Albania
Categorie
Borghi Europa Svizzera Viaggi

Questo borgo svizzero è stato definito “la soglia del paradiso”

È un biglietto da visita davvero notevole quello di Soglio, grazioso “villaggio di 300 anime” adagiato a 1090 metri di altitudine su un altopiano baciato da sole nel cuore della Val Bragaglia, Cantone svizzero dei Grigioni: il pittore Giovanni Segantini, infatti, colpito dalla sua bellezza lo definì come la “soglia del paradiso“.

Ed è proprio così che si presenta uno dei “Borghi Più Belli della Svizzera”, eletto nel 2015 “il più bel villaggio” tra ben 50 partecipanti.

Soglio, incanto delle Alpi Svizzere

Comune autonomo fino al 2009 e oggi frazione di Bragaglia, Soglio è pura poesia, immerso nello scenario a dir poco spettacolare delle Alpi Svizzere, tra boschi di larice e vette scoscese, a circa 39 chilometri dalla celebre Saint Moritz.

Una passeggiata nella tranquilla atmosfera del suo centro storico, caratterizzato da stretti vicoletti lastricati in pietra e dall’architettura Engadinese, consente di trovarsi “a tu per tu” con la storia e di ammirare pregevoli punti di interesse a partire da Palazzo Salis, voluto nel 1630 da Giovanni Battista da Salis ed elegante hotel dal 1876, con 16 raffinate stanze e interni di fine Settecento adornati da tappezzerie in stile Luigi XVI, stucchi e arredi quali una stufa neoclassica, baldacchini e credenze di epoca barocca.
Attorno al Palazzo, nominato “Hotel storico dell’anno” nel 1998, fanno bella mostra di sé, proprio come un tempo, due sequoie giganti e un suggestivo giardino di rose barocco.

Altro emblema dell’ameno borgo svizzero è la Chiesa di San Lorenzo, in stile barocco, risalente con ogni probabilità al Trecento: si fa ammirare già dalla strada che conduce al centro medievale, con lo svettante campanile, le finestre romaniche perfettamente integrate nella struttura, e la facciata a lesene impreziosita da un portale settecentesco.
Il suo interno è un piccolo gioiello, con pulpito dagli stucchi rococò, il lampadario in vetro di Murano, il cinquecentesco coro poligonale, il baldacchino e l’immagine de “L’occhio di Dio Padre”.

Il luogo di villeggiatura ideale in ogni stagione

“Soglia del paradiso”, Soglio attrae i turisti durante tutto l’anno e invita a una vacanza in montagna di puro relax, lontano dal traffico, dai rumori delle città e dai pensieri e impegni della vita quotidiana.

Durante l’inverno, infatti, si trasforma in una piacevole località per lo sci con il vicino comprensorio sciistico di Alea facilmente raggiungibile, perfetto per famiglie con bambini, principianti e tutti gli amanti della natura e degli sport sulla neve: non mancano percorsi per il fondo e per le escursioni con o senza racchette da neve.

In estate, invece, è il punto di partenza per rigeneranti escursioni e camminate nella bellezza e nel silenzio della natura alpina, alla scoperta dei numerosi rifugi del territorio e non solo.

Qualche esempio?

La traversata di un giorno della Val Cama verso Soglio, con il superamento di un dislivello di 1000 metri, e poi il percorso della Val Bragaglia a 2100 metri che raggiunge il borgo, oppure l’itinerario a piedi di cinque ore sulla “Panoramica” da Casaccia o, ancora, la meraviglia del castagneto più vasto delle Alpi.

Affascinano anche il panorama mozzafiato che si può ammirare dai 3156 metri della vetta del Piz dal Buin e la stalla tradizionale “Sasc Furä“, a un’ora di cammino dal villaggio, con una vista unica sui prati e sulla splendida natura del vallone.

Categorie
Posti incredibili Viaggi

La cupola di San Pietro è più piccola: ma è un’illusione

L’Italia, una terra di storia, cultura e bellezza ineguagliabile, ci regala sempre nuove sorprese ed emozioni. Siamo abituati a immaginare i suoi luoghi iconici, a fotografarli, a portarli nel cuore come simboli di un patrimonio che tutto il mondo ci invidia. Eppure, il nostro Bel Paese sa come stupirci, mostrandoci che c’è sempre una nuova prospettiva da scoprire, un nuovo angolo di bellezza da esplorare.

È il caso della maestosa cupola di San Pietro, un capolavoro di arte e architettura che si staglia contro il cielo di Roma. Ma c’è un luogo, non lontano dalla splendida Villa Doria Pamphilj, che offre una visione unica e sorprendente di questo monumento. Parliamo di via Niccolò Piccolomini, un’incantevole stradina residenziale, lunga appena 300 metri, che nasconde un segreto meraviglioso.

Qui, si può vivere un’esperienza indimenticabile, un gioco di prospettive che cattura e incanta. Questo è il potere della nostra Terra che non smette mai di regalarci emozioni sempre diverse, sempre uniche.

La magia della cupola di San Pietro

Cupola San Pietro

Fonte: iStock

Cupola di San Pietro, Roma

In mezzo al turbinio della vita romana, nel cuore pulsante della Città Eterna, si svela un segreto che affascina e meraviglia. Raggiungendo l’obelisco vaticano, che domina la piazza con la sua maestosità, ci si trova di fronte a un enigma visivo che stupisce chi lo osserva.

Non lontano dalla splendida Villa Doria Pamphilj, appare ai nostri occhi via Niccolò Piccolomini, una stradina residenziale che sembra uscita da un dipinto rinascimentale. Questa piccola arteria urbana riserva un’esperienza unica e indimenticabile. Qui, tra le case color pastello e i fiori che spuntano dai balconi, si può godere di una vista mozzafiato sulla cupola della Basilica di San Pietro, capolavoro dell’architettura di Michelangelo. Ma c’è di più. Proseguendo il cammino, si assiste a un vero e proprio miracolo visivo. Avvicinandosi, infatti, l’imponente cupola sembra allontanarsi, come se volesse sfuggire al nostro sguardo. Al contrario, indietreggiando, essa appare più grande e vicina, come se volesse avvolgerci nel suo abbraccio.

Si tratta di una curiosa illusione ottica, un inganno del nostro senso della vista che rende via Piccolomini un luogo di magia e romanticismo. La disposizione degli edifici, il punto di osservazione, tutto contribuisce a creare questo straordinario effetto, che trasforma la strada in un palcoscenico di meraviglie.

Questo è uno dei tanti “magnifici inganni” di Roma, una città che sa come sbalordire la mente e il cuore con la sua storia e la sua arte. E noi, fortunati spettatori, possiamo solo ammirare, lasciarci conquistare e sognare, perdendoci nel fascino senza tempo di questa splendida città.

L’illusione delle colonne di Piazza San Pietro

Oltre alla cupola, un altro capolavoro attende di essere scoperto: le 284 colonne di Piazza San Pietro. Avete mai tentato di posizionarvi al centro del colonnato? Se vi fermate nel punto preciso segnato da un’incisione sul pavimento, vi troverete ad assistere a un evento sorprendente. Le quattro file di capisaldi, così solidi e possenti, sembrano magicamente sparire, lasciando in vista una sola fila. È come se, per un attimo, il tempo e lo spazio decidessero di giocare con le nostre percezioni, creando un effetto visivo che lascia senza fiato. È un’esperienza che confonde e incanta, un piccolo miracolo che rende la Città Eterna ancora più indimenticabile.

Ma non è tutto. Mentre attraversate la piazza, le colonne sembrano muoversi, avvicinandosi e allontanandosi in un balletto silenzioso. Questa illusione è frutto dell’ingegno del Bernini, che ha saputo combinare prospettiva e geometria per creare un’opera d’arte vivente.

E ancora, se alzate lo sguardo e puntate l’attenzione verso la facciata della Basilica, creata dall’abile mano del Maderno, un altro inganno dell’arte attende di essere svelato. Le colonne della porta principale, in un primo momento, sembrano essere di un colore diverso, quasi come se fossero state dipinte con una tonalità differente. Ma non lasciatevi ingannare, è solo un gioco di luci e ombre sapientemente calcolato per incantare l’occhio dello spettatore. Infatti, in realtà sono convesse, una caratteristica che può essere apprezzata solo avvicinandosi. Questa particolarità dà vita all’effetto di una diversità cromatica, aggiungendo un ulteriore strato di meraviglia a questo capolavoro architettonico.

Indubbiamente, Piazza San Pietro è un luogo magico in cui l’arte e la scienza si fondono per creare emozioni straordinarie. Ogni angolo, ogni pietra racconta una storia affascinante, ogni dettaglio cela un segreto da scoprire. Non possiamo fare altro che restare ammaliati e lasciarci trasportare da questa sinfonia di genialità e bellezza.

Colonne San Pietro

Fonte: iStock

Colonnato di Piazza San Pietro
Categorie
Curiosità itinerari culturali tradizioni Viaggi

Una nuova scoperta getta luce su un’antica civiltà

L’Italia, ricca di storia e di grandi tradizioni, non smette mai di stupire e dai meandri della terra spunta sempre qualcosa che ricorda le nostre civiltà passate.

È quanto è accaduto sull’isola di Ustica. Nel Villaggio dei Faraglioni, l’antico insediamento sull’isola, risalente all’Età del Bronzo Medio (1400-1200 a.C.), è stata rinvenuta una fortificazione datata oltre 3.000 anni fa.

Una scoperta sensazionale

La scoperta getta nuova luce sulle tecniche di costruzione delle strutture difensive nella preistoria nel bacino del Mediterraneo.

Si tratta di una cinta muraria antecedente a quella già nota agli studiosi, una struttura lunga quanto le mura di cinta principali del Villaggio dei Faraglioni alte fra i 4 e i 5 metri, il che dimostra quanto il sistema difensivo fosse articolato e anche molto sofisticato.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “Journal of Applied Geophysics”, è stato realizzato da un team di ricercatori dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), in collaborazione con il Parco archeologico di Himera, Solunto e Iato della Regione Siciliana, l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, l’Associazione Villaggio Letterario di Ustica, il Laboratorio Museo di Scienze della Terra di Ustica, l’Università degli Studi di Siena, il Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’Università di Trieste e naturalmente il ministero della Cultura.

Per effettuare le ricerche, sono stati utilizzati alcuni strumenti scientifici di ultima generazione come il georadar e la tomografia elettrica

L’importanza del sito archeologico di Ustica

Grazie al suo ottimo stato di conservazione e all’enorme mole di materiale restituito, il Villaggio dei Faraglioni di Ustica, situato in Contrada Tramontana, nella parte settentrionale dell’isola, costituisce un esempio significativo e completo di abitato della Media Età del Bronzo, testimoniando un momento di particolare sviluppo e di intenso popolamento dell’isola.

Il villaggio si estendeva in un’area di oltre 7000 metri quadrati su un’altura affacciata sul mare ed era naturalmente difeso a Est dall’alta scogliera e sugli altri tre lati era protetto da una possente fortificazione.

Il villaggio, organizzato in base a un ordinato piano urbanistico con stretti vicoli, comprendeva delle capanne costruite con la pietra locale ed erano soprattutto di forma circolare. Anche l’arredamento interno che si è ben conservato risultava essere molto ricco, a testimonianza dell’elevato tenore di vita della popolazione residente.

Dagli archeologi, è ritenuto uno degli insediamenti mediterranei meglio conservati della sua epoca.

Il mistero irrisolto di Ustica

Nonostante Ustica continui a regalare indizi sulla sua storia, la sua cultura e la sua civiltà così evoluta, resta ancora irrisolto il mistero del perché, improvvisamente, intorno al 1200 a. C., così sostengono gli studiosi, la vita nel villaggio sia stata bruscamente interrotta.

L’ipotesi più accreditata è che la causa sia da ricercarsi in un evento improvviso la cui origine è ancora avvolta dal mistero.

Categorie
Africa Egitto Idee di Viaggio Il Cairo mete storiche piramidi Viaggi

Non solo piramidi: cosa vedere nella Capitale d’Egitto, Il Cairo

Tutti conoscono Il Cairo, la grande Capitale d’Egitto, per le sue immense e misteriose Piramidi governate da una sinuosa Sfinge. Ma la verità è che in città ci sono molte altre cose da vedere. In questo articolo ve le racconteremo tutte.

Il Cairo, informazioni utili

Al Cairo si viene accolti dai clacson, dal rumore assordante delle milioni di persone che la abitano e dal caos, quello vero, quasi insopportabile. Ci si arriva soprattutto per andare a vedere le Piramidi di Giza, ma in realtà questa megalopoli è anche un enorme concentrato di storia e cultura.

Suddivisa in parte Orientale, quella antica, e zona Occidentale con strutture moderne, a Ovest ospita il deserto e la famosissima Necropoli di Giza, unica Meraviglia del mondo Antico ancora in piedi tanto da essere stata dichiara Patrimonio Unesco nel 1979. Ma cosa c’è da visitare oltre a quanto appena detto?

Cosa vedere presso Il Cairo città

Il Cairo è una città che permette di immergersi completamente nella storia dell’Egitto. Uno dei luoghi in cui si può comprendere a fondo le sue origini è la Cittadella di Saladino, antica residenza dei Governatori. Si tratta di una vera e propria fortificazione eretta intorno al 1176-1183 e sede del potere per 700 anni.

È stata costruita sulla cima di una collina che si trasforma anche in una sorta di terrazza panoramica su tutta la città. Parliamo perciò di una spettacolare costruzione militare impreziosita da grandi mura e torri difensive, una sorta di città nella città che, in tempi molto lontani, era abitata da diecimila persone. Al suo interno, inoltre, si possono ammirare alcuni siti interessanti come il Palazzo Gawhara, il museo militare e il museo delle carrozze, oltre a diverse (e bellissime) moschee come la Moschea del Sultano Hassan, la Moschea di Al Rifa’i e la Moschea di Ibn Tulun.

Cittadella di Saladino, Il Cairo

Fonte: iStock

Veduta della Cittadella di Saladino

La più incredibile, però, è la Moschea di Muhammad Ali, conosciuta anche con il nome di moschea di Alabastro perché i suoi interni ed esterni sono ricoperti di questo materiale. Entrarvi vuol dire ritrovarsi al cospetto di stupendi mosaici e tappeti splendidamente decorati. Affascinante è anche il suo cortile in cui osservare un orologio che Luigi Filippo I donò all’Egitto, in cambio dell’obelisco che oggi svetta fiero nei cieli di Parigi.

Passeggiando per la città è pressoché impossibile non notare la Torre del Cairo, costruita fra il 1961 e il 1965. Sorge sull’isola di Gezira che galleggia nel bel mezzo del fiume Nilo. Un angolo della Capitale da non sottovalutare perché questa imponente costruzione è ritenuta il secondo monumento più importante d’Egitto, dopo le Piramidi di Giza.

I visitatori possono salirla tutta grazie all’uso di un ascensore che conduce in un ristorante che, a sua volta, si affaccia su una terrazza rotante che regala il migliore panorama della città.

C’è poi la Moschea di Al-Azhar che è una delle più antiche e prestigiose istituzioni educative islamiche del mondo. Uno straordinario esempio di architettura islamica e che dopo il tramonto, per via dell’ausilio della luce artificiale, si rivela una delle migliori attività notturne di tutta la città.

Molto bella (e imponente) è anche la Moschea del Sultano Hassan che è la più grande dell’Islam. Possiede un cortile pavimentato interamente da mosaici e presenta degli interni molto sfarzosi.

Nel quartiere di Maadi, a sud del Cairo, vale la pena fare un salto presso la Chiesa di Hanging o della Santa Maria Vergine del Cairo. La sua particolarità è che sorge sulla cima della Fortezza romana di Babilonia, e per questo viene anche chiamata la “chiesa sospesa”.

Piazza Tahrir è invece la più importante della Capitale e oggi regala uno degli scorci più belli della città. Molto interessante è anche il Palazzo Abdeen, l’ufficio principale del Presidente d’Egitto. Costruito in stile neoclassico, ospita il Museo d’Argento, delle Armi, dei Regali Presidenziali, dei Documenti storici.

Poi ancora la Sinagoga Ben Ezra dove furono rinvenuti tantissimi manoscritti ebraici risalenti all’XI e al XII secolo, che rappresentano il più importante archivio storico riguardante le transazioni della comunità ebraica. Oggi non è più un luogo di culto, ma ciò non toglie che sia una delle più importanti testimonianze della storia degli ebrei in Egitto.

Da non perdere è una passeggiata nel quartiere di Zamalek, sull’Isola del Nilo. Qui sembrerà di essere in un’altro posto perché il caos cittadino sarà solo un brutto ricordo. Ampi viali, parchi lussureggianti, edifici eleganti e ambasciate, fanno spazio a gallerie d’arte, caffè chic e ristoranti alla moda.

Chi vuole fare shopping, invece, deve dirigersi presso il bazar di Khan El Khalili, il più popolare del Paese. Da queste parti ci sono più di 900 bancarelle che vendono di tutto. Per ultimo, ma non per importanza, la Porta di Bab Zuwayla che è un capolavoro dell’architettura mamelucca.

Moschea del Sultano Hassan, Il Cairo

Fonte: iStock

La bellissima Moschea del Sultano Hassan

I musei cittadini

Un’altra cosa da non perdere al Cairo sono i suoi musei cittadini. Primo tra tutti il famosissimo Museo Egizio che è in assoluto il più completo di tutto il Paese: ci sono tantissimi reperti storici dell’antica civiltà, oltre 150.000 oggetti tra tavolette con incisioni, statuette, maschere, bassorilievi, suppellettili e molto altro ancora.

Ma l’attrazione più importante è senza ombra di dubbio la sala di Tutankhamon in cui ammirare il tesoro ritrovato all’interno della sua tomba.

Assai interessante è anche il Museo nazionale della Civiltà egiziana che mostra una collezione di 50.000 manufatti che raccontano le varie fasi dello sviluppo della civiltà egizia. In più, è qui che prende vita la Sala delle Mummie che contiene ben 22 mummie di 18 faraoni e quattro regine (dalla diciassettesima alla ventesima dinastia). Le più importanti sono la mummia del re Seqnen Ra, del re Tuthmosis III, della regina Hatshepsut, del re Ramses II e del re Ramses III.

Poi ancora il Museo del Sultano Qalawun Sultan che è stato istituito all’interno di una struttura che da sola vale il viaggio. Qui si può ammirare una grande varietà di manufatti che vanno dalla prima epoca islamica al periodo mamelucco, insieme alla moschea e il mausoleo del sultano.

Oltre alle Piramidi e alla Sfinge, la città del Cairo ha davvero molto da offrire ai suoi visitatori.

Categorie
Idee di Viaggio itinerari pellegrinaggi turismo religioso Viaggi viaggiare

Sulle orme dei Re Magi: le tappe del loro viaggio biblico

Da oltre duemila anni, i Re Magi giungono alla grotta di Betlemme, in Palestina, dove è nato Gesù per depositare oro, argento e mirra davanti alla mangiatoia. Puntualmente, ogni anno, il 6 gennaio si celebra l’Epifania, la festa che commemora la visita dei tre Magi, Gaspare, Baldassarre e Melchiorre, al bambino nella culla.

Tuttavia, dei Re Magi poco si sa: chi erano, da dove venivano e il viaggio che hanno fatto per giungere da chissà dove fino a qui. Alcuni studiosi sono risaliti alla loro storia e ne hanno ricostruito il percorso, un itinerario che è possibile ripercorrere anche ai giorni nostri.

Secondo la tradizione, alcuni (tre ma anche 12, le ipotesi sono tante) nobili uomini provenienti da lontano giunsero nella Giudea ebraica dominata dai Romani, per rendere omaggio al “figlio della luce”, guidati da una stella rivelatrice.

deserto-giudea

Fonte: @prof. Marcello Fidanzio, Facoltà Teologica di Lugano, Università della Svizzera Italiana

Cielo stellato nel deserto della Giudea, vicino a Qumran

Lo studioso della Bibbia, Brent Landau, ritiene di aver trovato almeno una risposta a queste antiche domande. Uno dei testi da lui tradotti è la cosiddetta “Rivelazione dei Magi”, un racconto apocrifo della tradizionale storia di Natale che si presume sia stata scritta dagli stessi Magi.

La storia dei Magi appare solo una volta, nel Vangelo di Matteo (2,1-12), dove sono descritti come misteriosi visitatori che giungono a Gerusalemme in cerca del bambino di cui hanno osservato la stella “al suo sorgere”. Non si dice, invece, che i Magi erano tre né che erano Re (forse erano degli astronomi) né tanto meno si fanno i loro nomi.

Il viaggio dei Re Magi: l’itinerario

Pellegrini per eccellenza, simbolo dell’incontro tra Oriente ed Occidente, i Re Magi sono stati tra i primi a percorrere una via di pellegrinaggio, religioso ma anche semplicemente turistico.

betlemme-.chiesa-nativita

Fonte: 123rf

La Chiesa della Natività a Betlemme

I Re Magi arrivavano molto probabilmente da una località non ben definita della Persia, oggi Iran, e, secondo alcuni studiosi, per giungere fino a Gerusalemme a dorso di dromedario, il viaggio sarebbe durato 13 giorni (c’è chi parla anche di nove mesi), motivo per cui si sente spesso dire che arrivavano dal “lontano Oriente”.

Oggi, in linea retta, Google Maps ci dice che ci vogliono tre settimane a piedi, mentre in auto poco più di un giorno, ma ai tempi dei Magi non c’erano strade asfaltate né gallerie che attraversavano montagne né ponti sui fiumi.

Pasargade-unesco

Fonte: 123rf

Il sito archeologico di Pasargade, Patrimonio Unesco dell’Iran

L’itinerario verso Occidente parte quindi dall’Iran, presumibilmente dalla Capitale Teheran, e attraversa l’Iraq, la Siria e la Giordania per concludersi in Israele. Circa 2.000 chilometri attraverso catene montuose, deserti, città e diversi interessantissimi siti archeologici.

Le tappe più significative sono: l’antica città persiana di Pasargade, la città di Ciro il Grande, Patrimonio Unesco; Bagdad, culla della civiltà, immortalata per il suo fascino e splendore nei racconti di “Le Mille e una Notte”; Persepoli, in Iran, le cui rovine sono oggi uno dei siti archeologici più importanti del Paese, e il vicino sito di Naksh’e Rostam dove, su una parete rocciosa, sono state scavate le tombe dei Re Dario I, Serse I, Artaserse I, Dario II e dario III, sconfitto da Alessandro Magno nella celebre battaglia avvenuta tra 40.000 fanti macedoni e 400.000 persiani tra il fiume Tigri e i monti Zagros, nell’Iraq Nord-orientale; Damasco, una delle più antiche città del mondo, fondata, secondo gli storici, nel terzo millennio prima della nascita di Cristo e il cui centro storico è Patrimonio dell’Umanità, e, infine, prima di arrivare a Gerusalemme, Amman, la Capitale giordana sorta su sette colli come Roma, una città che conta ben 5.000 anni di storia.

Naksh’e-Rostam-tombe-re-persiani

Fonte: 123rf

Le tombe dei Re persiani nel sito archeologico di Naksh’e Rostam in Iran

Arrivati a Gerusalemme, i Re Magi chiesero ai Giudei il luogo della nascita di Gesù poiché, secondo la profezia, “essi conoscevano il tempo ma non il luogo”. Dopo l’incontro con Re Erode il Grande, che finse di voler adorare il bambino appena nato, ma che, in realtà, progettava di eliminarlo, i tre seguirono ancora la stella che li condusse alla grotta di Betlemme, circa due ore a piedi da Gerusalemme, dove trovarono Gesù insieme a Giuseppe e Maria.

Lì, si inginocchiarono e lo adorarono, presentandogli i loro doni. Poi, senza fare rapporto a Erode il Grande, chiuso nel Palazzo d’inverno, in Giudea, ripartirono verso casa, prendendo, però, una strada diversa.

Israel-Musuem-Modello-II-Tempio

Fonte: @Noam Chen – IMOT

Modello della Gerusalemme erodiana conservato nel Museo d’Israele di Gerusalemme

I Magi, da Gerusalemme a Milano e Colonia

Il viaggio dei tre Re Magi non si sarebbe interrotto con il ritorno al loro Paese d’origine “per un’altra strada”, come scrive Matteo. Sarebbe, invece, proseguito anche dopo la loro morte, avvenuta, secondo una leggenda, a Gerusalemme, dove sarebbero tornati per testimoniare la fede.

Le loro spoglie sarebbero poi state ritrovate da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, trasportate a Costantinopoli, l’attuale Istanbul, nella chiesa di S. Sofia e, in seguito, donate a Eustorgio, vescovo di Milano dal 343 al 355 circa, che le fece traslare nella sua città. In loro onore, il vescovo fece erigere una basilica (Sant’Eustorgio, appunto) dove fece deporre le loro reliquie nella Cappella dei Magi nella Basilica milanese di Sant’Eustorgio, aperta tutto l’anno, ma particolarmente significativo è visitarla il giorno dell’Epifania.

basilica-sant-eustorgio-milano

Fonte: 123rf

La Basilica di Sant’Eustorgio a Milano

Vi rimasero fino al 1164, quando Federico Barbarossa, dopo aver sconfitto i milanesi, se le portò a Colonia, in Germania, nella cui cattedrale, dietro l’altare maggiore, sono tuttora custodite, lasciando a Sant’Eustorgio solo il sarcofago con cui le spoglie dei Magi sarebbero state traslate.

Durante la Seconda guerra mondiale, però, il reliquiario fu danneggiato e venne restaurato nel 1973. Fu proprio in quell’anno che l’arcivescovo di Colonia restituì un frammento dei Magi alla chiesa di Sant’Eustorgio di Milano.

colonia-cattedrale

Fonte: 123rf

Colonia e la sua Cattedrale dove sono custodite le reliquie dei Re Magi
Categorie
crociere Notizie Viaggi viaggiare

Il viaggio da non perdere nel 2024: la crociera culinaria

Solitamente, durante una vacanza in crociera c’è l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda i pasti: l’ampia offerta della ristorazione è in grado di soddisfare tutti. Ma per i palati più esigenti, che non si accontentano di una cucina qualsiasi, nasce ora un’esperienza che merita assolutamente di essere vissuta. Si tratta della crociera culinaria, che unisce il piacere dell’avventura in mare aperto con quello della scoperta di nuovi sapori – ovviamente con pietanze preparate da grandi chef. Ecco quali sono i viaggi da non perdere.

La Legendary Winter

La compagnia di navigazione Windstar ha in serbo ben tre nuove crociere culinarie in partenza nel 2024, esperienze destinate ai palati più sopraffini (e non solo). La prima è la Legendary Winter, considerata anche una delle migliori crociere dell’inverno: è un itinerario di 7 giorni nel Mediterraneo, a bordo dello yacht Star Legend. La nave salperà da Roma il 4 febbraio, per toccare città come Livorno, Nizza e Marsiglia, prima di attraccare a Barcellona.

Il viaggio vedrà come protagonista lo chef americano palestinese-egiziano Omar Anani, fondatore di un camioncino itinerante di cibo halal nel Michigan. Durante la crociera, i passeggeri potranno assaporare una cena preparata da Omar e concedersi altre esperienze come una degustazione di vini, due dimostrazioni culinarie (con tanto di ricette da portare a casa) e un giro in uno dei mercati locali in compagnia dello chef.

La Cuisines & Cultures of Spain, Portugal and France

Il 28 maggio, a bordo dello Star Legend, prenderà il via la crociera che, da Lisbona, ci porterà nientemeno che alla volta di Dublino, per un viaggio esclusivo di 9 giorni. A tenere compagnia agli ospiti sarà la chef Tanya Holland, proprietaria della catena di ristoranti Brown Sugar nella Baia di San Francisco. Sarà un’occasione speciale per scoprire tante prelibatezze appartenenti alle cucine spagnola, portoghese e francese.

In particolare, ai passeggeri saranno servite pietanze e liquori tipici di Spagna e Francia, oltre a frutti di mare di provenienza europea. A Porto ci sarà la possibilità di assaporare un bel buffet di dolci, mentre a La Rochelle si farà un assaggio di cognac e a Bruxelles una degustazione di vini. La chef Tanya offrirà poi la sua presenza per una cena con gli ospiti e per fare un giro dei mercati locali. Infine, saranno organizzate tue dimostrazioni culinarie e due seminari enologici con degustazione.

La Adriatic Archipelagos & Greek Goddesses

L’ultima crociera culinaria è quella in partenza il 28 agosto da Venezia, a bordo dello yacht Wind Surf. Il viaggio, della durata di 8 giorni, avrà come destinazione Atene: l’ospite speciale sarà la chef Loryn Nalic, accompagnata da suo marito Edo. Avete già sentito questo nome? Si tratta della proprietaria di Balkan Treat Box, camioncino itinerante che propone cucina di ispirazione balcanica.

Avrete dunque capito il tema della crociera: mentre gli ospiti ammireranno paesaggi meravigliosi, la chef offrirà una cena a bordo e organizzerà due seminari enologici, con inclusa una degustazione di vini provenienti dalla Cantina Louis M. Martini. Infine, ci sarà la possibilità di scendere a terra in compagnia di Loryn, per andare alla scoperta dei mercati locali e degli incredibili prodotti gastronomici tipici della zona.

Categorie
Borghi Idee di Viaggio lago litorali mare Viaggi

Puoi nuotare nel lago che ha rubato i colori al mare

A guardarlo potrebbe sembrare uno specchio marino, ma la verità è che non lo è: si tratta di un lago artificiale immerso in un luogo dal grande fascino.

Un posto favoloso, in cui è possibile nuotare e immergersi nelle sue acque che sembrano aver rubato i colori al mare: vi sono piccole spiagge in cui sostare e godersi momenti di relax oltre alla bellezza del paesaggio circostante, ma vi è anche la possibilità di esplorare il territorio con giri in barca, oppure lasciandosi affascinare dai borghi e dalla natura circostante.

Siamo al Lago del Turano, un bacino che si trova in provincia di Rieti, meta perfetta per scoprire il Lazio e alcune delle sue bellezze più suggestive.

Questo lago ha rubato i colori del mare: si trova in Italia ed è balneabile

A osservare le sue acque sembra davvero che abbiano sottratto i colori del mare, con le sue tante sfumature di azzurro e di blu, e che le abbiano riprodotte qui, per creare una location che lascia senza fiato. Il posto da favola è il Lago del Turano che si trova nel Lazio, in provincia di Rieti.

Il luogo ideale da raggiungere per scoprire il territorio, per lasciarsi affascinare dalla bellezza della natura e per gustare una gastronomia di altissima qualità.

Le sponde del lago sono punteggiate di spiagge: vi sono sia quelle libere, sia quelle attrezzate con lettini e sdraio, inoltre vi è la possibilità di affittare pedalò e canoe per un’esplorazione delle sue acque molto più divertente e attiva. Ma si può anche semplicemente ammirare la bellezza del paesaggio e rilassarsi tra un bagno e l’altro.

La natura circostante e i borghi sono davvero spettacolari: osservarli con calma e senza fretta anche dalle spiagge può essere un’esperienza indimenticabile; infatti, questa location regala scorci che levano il fiato per la loro bellezza.

Il lago è di origine artificiale e dista circa un’ora e mezza di viaggio da Roma. Oltre alle spiagge, che si possono visitare in ogni periodo dell’anno, e ai tanti servizi offerti, vi sono anche borghi e natura che rendono quest’area una zona imperdibile.

Lago del Turano: i borghi e la natura tolgono il fiato

Oltre al relax ci si può dedicare a passeggiate ed escursioni alla scoperta dei tanti luoghi che impreziosiscono questa zona del Lazio. Vale la pena visitare Castel di Tora, che fa parte della Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia e dei Borghi più belli d’Italia. Da lì partono le escursioni per raggiungere e scoprire il borgo fantasma di Antuni grazie ad apposite visite guidate e all’Eremo di San Salvatore, un luogo di riflessione e preghiera, con affreschi e una vista impareggiabile. È un posto in cui si respira la storia e la si può vedere con i propri occhi.

E, poi, Colle di Tora che si allunga sulle acque del lago e con le sue caratteristiche case di colore bianco.

Vale la pena visitare la Cascata delle Vallocchie, che si trova all’interno della Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia: per ammirarla in tutta la sua bellezza si deve camminare per circa mezz’ora, con partenza da Castel di Tora. Il percorso è immerso nella natura e permette di godere del fascino di questi luoghi, fino a raggiungere la cascata le cui acque compiono un salto di circa 30 metri.

Categorie
Fiume Idee di Viaggio itinerari culturali parchi naturali Parchi Nazionali vacanza natura Viaggi

Rafting nel fiume dalle acque caraibiche: l’esperienza da sogno

La bellezza della natura, i colori che regalano un’esperienza visiva indimenticabile, la storia che si respira e si osserva tutta intorno a sé. C’è un luogo in Turchia in cui è possibile fare rafting (ma non solo) in un fiume che ricorda i colori delle acque caraibiche, mentre si è immersi in uno scenario indimenticabile.

L’esperienza da sogno si può vivere nel Parco Nazionale del Canyon di Köprülü che si trova a circa 85 chilometri da Adalia (in turco Antalya) una grandissima città della Turchia che si affaccia sull’omonimo golfo sul mare.

Ed è una destinazione imperdibile, per assaporare non solo il fascino della natura che qui regala una scenografia di impareggiabile bellezza, ma anche di scoprire la storia di questi luoghi e la loro cultura. Inoltre, l’acqua regala colori e sfumature che sembrano essere state rubate ai Caraibi, attenzione però perché la temperatura è bassa.

Il posto ideale per una gita avventurosa, ma anche ricca di scoperte e di immagini da scolpire nel cuore e, perché no, anche su pellicola.

Parco Nazionale del Canyon di Köprülü, qui si può fare rafting nel fiume

Rafting, passeggiate, escursioni, ma anche nuoto: sono solo alcune delle tante attività che si possono provare quando si visita il Parco Nazionale del Canyon di Köprülü in Turchia, un luogo da sogno in cui i contrasti di colori restituiscono allo sguardo una magia che solo la natura sa creare.  Ci sono le rocce, il verde delle piante e poi il turchese dell’acqua del fiume, che brilla di tante sfumature diverse e sembra essere stato rubato direttamente dal mare dei Caraibi.

Il canyon si estende per diversi chilometri e la scenografia che regala è pazzesca: composta da rocce che cadono a picco e che in alcuni punti sono davvero alte. Lì scorre il fiume, con le sue acque fredde e dai colori stupefacenti. E si tratta del luogo ideale per tutti coloro che amano scoprire i posti, conoscerli e vederli da un altro punto di vista, grazie alle possibilità di praticare attività sportiva mentre lo sguardo raccoglie i tanti dettagli intorno a sé. Dalle piante, alla fauna, senza dimenticare le rocce e la struttura dell’area che è molto interessante e suggestiva, sono tante le cose da vedere. Vi sono boschi di cipressi, pini e cedri ed è davvero un luogo indimenticabile per chi lo visita.

E poi la ricchezza storica e culturale della zona, qui infatti si possono trovare alcuni posti che vale la pena visitare.

Storia e cultura nel Parco Nazionale del Canyon di Köprülü

Il Canyon di Köprülü in Turchia è stato dichiarato Parco Nazionale nel 1973 e, oltre alla sua suggestiva bellezza, è anche un luogo ricco dal punto di vista storico. Come il ponte Oluk, che ha circa 2mila anni ed è stato realizzato dai romani. Nella stessa area si trovano i resti dell’antica città di Selge, che si trova a circa una decina di chilometri dal Canyon e i suoi resti sono davvero una tappa interessante per scoprire di più sulla storia antica di questi luoghi. Così come non si possono perdere le rocce di Adam, dalle forme davvero particolari

Queste sono solo alcune delle tante bellezze che caratterizzano il Parco Nazionale e le zone limitrofe, per immergersi nella storia della Turchia, ma non solo, e conoscere di più della sua natura, dei suoi contrasti di colori e della sua cultura.

Categorie
Curiosità linee aeree Viaggi

Aerei: Business Class sempre più lussuose, Economy sempre più spartane

Certo, non siamo ai livelli degli Anni ‘70-’80, quando ai passeggeri di Prima Classe le assistenti di volo servivano il consommé caldo, magari corretto con il cognac, da una zuppiera di porcellana e offrivano scaglie di Parmigiano Reggiano direttamente da una forma intera trasportata su un carrello, ma volando in Business o First Class ancora oggi si respira il vero lusso.

I tempi sono cambiati e anche le esigenze dei passeggeri e, forse, va bene anche così, non lamentiamoci. Certo è che la disparità di servizi offerti dalle classi top rispetto all’Economy si fa sempre più grande. Man mano che si aggiungono comfort da una parte se ne tolgono altri dall’altra e il gap è sempre più profondo.

Economy Class: sempre meno comodità

Qualcuno se ne è accorto solo ora, ma noi ci avevamo fatto caso da tempo. Dalle poltrone dell’Economy, sempre più strette, più appiccicate e sempre meno imbottite (pare però più sostenibili e tecnologiche, almeno nei materiali impiegati), sono spariti anche i pulsanti per farle reclinare.

I passeggeri sono costretti, così, a stare seduti retti e quasi completamente immobili, per non dire impalati, per tutta la durata del volo. In un articolo del Giornale che riporta una dichiarazione fatta alla CNN dall’amministratore delegato della Recaro, Mark Hiller, l’azienda tedesca che produce sedili per gli aeromobili, si dice che “Ogni compagnia aerea può scegliere l’angolazione dello schienale predefinita che può variare tra i 15 e i 18 gradi” e, a dire del produttore, questa sarebbe la soluzione ideale e anche più comoda per i passeggeri.

Certo, non comoda quanto quella di casa come la poltrona di Business o di First Class. È già tanto che ci sia ancora un tavolinetto ribaltabile, ma non è detto che duri a lungo pure lui. È tutta una questione di costi. Più funzioni hanno le poltrone degli aerei più costano. Pare, infatti, che il banale pulsantino tondo che serve a regolare l’inclinazione dello schienale della poltrona sull’aereo comprenda, in realtà, tutto un sistema complicato di cavi e cavetti che ha costi ulteriori per le compagnie sia per montarlo sia per ripararlo, in caso di guasto.

Più le poltrone sono basic meno costano. Inoltre, meno spazio occupano in cabina più ce ne stanno a bordo. Quindi, non solo le compagnie aeree, specie le low cost, risparmiano sui costi, ma guadagnano anche di più perché possono trasporre più passeggeri paganti.

Del resto, quando un biglietto aereo costa 19,99 euro da qualche parte le compagnie devono risparmiare. Quindi, addio alle poltrone reclinabili, ma anche addio ai display per guardare i film che su molte Economy non esistono neanche più, così come sono stati eliminati già da tempo gli auricolari (salvo qualche compagni che opera sui voli a lungo raggio) e tante altre amenity che venivano fornite una volta.

Business Class sempre più comode

Se in Economy Class la tendenza è togliere tutto ciò che è superfluo e non strettamente necessario al viaggio, al contrario, a bordo della Business e, soprattutto, delle First Class non c’è limite ai servizi. E, se pensate che siano pochi a potersi permettere di volare in top class, vi sbagliate di grosso. Secondo le ultime tendenze, infatti, basate proprio sulle richieste dei passeggeri, le nuove configurazioni dei velivoli prevedono sempre più posti a sedere in Business che stanno rimpiazzando quelli nella classe più economica. Quest’anno, sono parecchie le compagnie che inaugureranno le loro nuove Business Class, proprio per soddisfare la crescente richiesta.

Le poltrone, qui, sono molto più ampie oltre a essere rivestite di materiali pregiati (spesso anche la pelle) e sui velivoli che effettuano voli a lungo raggio sono completamente reclinabili a mo’ di letto. Quelle della Qantas sono pure massaggianti.

Alcune compagnie aeree, poi, riservano a ciascun passeggero delle top class un’area privata, con tanto di porta scorrevole per garantire la privacy e dare la sensazione di essere i soli a volare, delle piccole suite, insomma. E poi, cuscino, coperta o piumino, qualcuno offre anche il pigiama, per viaggiare di notte comodamente e non sgualcire gli abiti, pantofole e cuffie antirumore per godersi musica e film offerti a bordo.

Il beauty kit che viene dato a ogni passeggero è realizzato dai più famosi brand e comprende mascherina, tappi per le orecchie, spazzolino da denti e dentifricio, creme varie, burro cacao, profumo e chi più ne ha più ne metta.

I servizi a bordo sono di altissimo livello, dall’accoglienza con un flûte di Champagne o qualunque altra bevanda si desideri, all’ampia scelta di pasti, talvolta cucinati a bordo e studiati da chef stellati, e vino o alcolici a volontà. A bordo di alcuni aerei c’è persino un’area bar, con salotto e assistente di volo che serve cocktail, aperitivi o alcolici pregiati e snack per tuta la durata del volo.

Sulla Emirates, infine, c’è persino un ampio bagno con la doccia per potersi rinfrescare prima dell’atterraggio a 11mila metri di quota. E il wi-fi? Ça va sans dire: per chi viaggia in top class, è illimitato e gratuito. In Economy, se c’è, si paga.