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Kayaköy, il villaggio fantasma da riscoprire

Oggi ti porteremo in un viaggio insolito, che promette di essere tutto fuorché ordinario. Ti condurremo attraverso i sentieri polverosi e le strade silenziose di una città che sembra sospesa nel tempo, un luogo che racconta storie di perdita, ma anche di speranza. Ci troviamo a Kayaköy, un sito dove la bellezza della desolazione si fonde con il fascino della storia.

Questa affascinante città fantasma sorge sulla costa egea ed è un simbolo vivente di un’era ormai passata, un monumento di pietra che celebra la pace e la cooperazione tra Turchia e Grecia. Le sue 4000 case in pietra, abbandonate e sparse su una collina, raccontano le vicende di ciò che un tempo fu un vibrante centro abitato.

La tristezza che pervade l’aria non può essere negata, un velo di malinconia sembra avvolgere ogni angolo della città. Eppure, uno strano fascino si insinua in questo scenario. Una bellezza che, come un fiore che cresce tra le rovine, trova il modo di fiorire anche tra i capitoli più bui dell’umanità.

Kayaköy: un viaggio tra le rovine di un villaggio museo

Kayakoy

Fonte: iStock

Kayakoy, il villaggio fantasma

Nel cuore dell’Anatolia, avvolta dal silenzio delle montagne e dei boschi, emerge la città fantasma di Kayaköy. Conosciuta un tempo come Levissi, questo villaggio turco era un vivace mosaico di culture, un luogo in cui le tradizioni greche e ottomane danzavano insieme in perfetta armonia. Ma nel 1923, il corso della storia prese una piega drammatica, cambiando per sempre il destino di questo luogo.

Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, la Società delle Nazioni organizzò uno scambio di popolazioni tra Grecia e Turchia. Questo ha portato i greci musulmani, radicati da generazioni in territorio turco, a dover abbandonare le loro case per trasferirsi in Grecia. Allo stesso tempo, gli ottomani di fede cristiana furono costretti a lasciare le coste turche, un luogo che avevano chiamato casa per generazioni. Questa dolorosa separazione ha lasciato profonde cicatrici nel paesaggio e nel cuore delle persone, dando vita a una vera e propria città fantasma. Come se non bastasse, nel 1957, il villaggio già desolato fu scosso da un violento terremoto. Le case vuote e le strade silenziose furono sconvolte da forze naturali implacabili, causando danni che avrebbero segnato definitivamente il volto di Kayaköy.

Successivamente, negli anni ’80, un’azienda immobiliare rimase affascinata dalla bellezza selvaggia delle case in rovina e della valle circostante. Decise, così, di ristrutturare le abitazioni con l’obiettivo di vendere ai turisti l’idea di una fuga idilliaca nel cuore della Turchia. Tuttavia, gli artisti e gli architetti del luogo espressero la loro preoccupazione per il destino del patrimonio storico del villaggio. Avevano timore che la commercializzazione potesse alterare l’anima autentica della città, cancellando le tracce del suo passato e trasformandola in un parco a tema privo di significato.

Così, il Ministero della Cultura turco dichiarò Kayaköy un monumento storico, salvandola dalla speculazione edilizia. Questa decisione ha contribuito a preservare l’integrità della città, permettendo alle sue case in pietra di raccontare ancora oggi la storia del suo passato.

Esplorando l’antico fascino di Kayaköy, la città fantasma

Oggi, Kayaköy è un vero e proprio tesoro nascosto, un villaggio senza tempo immerso in una valle lussureggiante e circondato da vigneti rigogliosi. Quando cala la sera e le dimore vengono illuminate dai riflettori, la città fantasma prende vita, offrendo uno spettacolo surreale senza eguali.

Nonostante la presenza di alcuni hotel all’ingresso del villaggio abbandonato, ti consigliamo di optare per un soggiorno a Fethiye, a soli dieci chilometri di distanza. La sua posizione strategica ti consentirà di raggiungere facilmente Kayaköy e immergerti completamente nell’atmosfera unica del luogo, godendo allo stesso tempo di tutti i comfort necessari.

Mentre ti concedi del tempo per esplorare le centinaia di case abbandonate, non dimenticare di fare un salto alla Basilica di Panayia Pyrgiotissa. Questo gioiello architettonico del XIX secolo, un tempo sontuoso e splendente, ora si erge solitario come testimone dei tragici avvenimenti.

E dopo aver vagato per le stradine del villaggio, preparati per un’ascesa ripida lungo un sentiero che ti condurrà a un punto panoramico in cima alla collina. Da qui, la vista sulla costa ti lascerà senza fiato. Il mare blu, le spiagge dorate e il paesaggio circostante si uniscono in un quadro pittoresco che rimarrà eternamente impresso nella tua memoria.

Kayakoy

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Kayakoy
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Villacidro, il borgo delle streghe in Sardegna

A 45 chilometri da Cagliari, tra profonde valli, vette e l’incontro con la pianura, sorge Villacidro, antico “borgo di montagna” chiamato tradizionalmente “paese delle streghe”, oggi moderna cittadina che conserva con fierezza le tradizioni di un passato agro pastorale e produzioni d’eccellenza che si legano ai sapori autentici di un territorio unico.

Importante centro del Medio Campidano, nel sud ovest della Sardegna, si fa apprezzare per le bellezze naturali, i paesaggi mozzafiato e per i notevoli punti di interesse che ne impreziosiscono le vie e gli immediati dintorni.

Meraviglie nel cuore di Villacidro

Per conoscere a fondo Villacidro, la visita può avere inizio dal centro dell’abitato che vede il suo cuore pulsante in Piazza dello Zampillo (dall’Ottocento Piazza XX Settembre), dove confluiscono tutte le strade che scendono dai quartieri più in alto e fa bella mostra di sé un’elegante fontana con zampillo in trachite nera di Serrenti: è questa, da sempre, la piazza “dei giochi e del passeggio” su cui ammirare anche la costruzione del Montegranatico, il “monte del grano” che, dal 2003, è sede del Civico Museo Archeologico Villa Leni che espone preziosi reperti che vanno dalla Preistoria, all’epoca del dominio fenicio-punico e romano, fino all’Alto Medioevo e che provengono in gran parte dalle zone limitrofe.

Sempre a proposito di musei, da segnare in agenda sono “Sa Potecarìa” (antico nome della farmacia in sardo) nato dalla passione del farmacista Dott. Ignazio Fanni, che raccoglie utensili, arredi e strumenti legati all’arte sanitaria e a quella farmaceutica con significative testimonianze dislocate in più sezioni, e il Museo d’arte e arredi sacri, nei locali dell’Oratorio della Santa Vergine del Rosario, con notevoli opere appartenute all’Oratorio delle Anime e alla Parrocchiale di Santa Barbara e suppellettili e manufatti della Confraternita del Rosario.

E qui arriviamo al patrimonio religioso di Villacidro che si svela nelle numerose chiese che lo caratterizzano, a partire dalle tre che svettano sulla piazza principale: la già citata Chiesa di Santa Barbara, la più antica, edificata tra il XII e il XIV secolo in stile gotico-aragonese e dai ricchi arredi in marmo policromo, la Chiesa delle Anime Purganti, in stile spagnolo, risalente al XII secolo, e l’Oratorio di Nostra Signora del Rosario, dalla facciata in stile gotico-catalano.

Ma non sono le sole: da vedere la Chiesa della Vergine del Carmelo del XVII secolo dal cui sagrato si gode di una splendida vista sul centro storico e sulla vallata, la Chiesa campestre di San Sisinnio con unica navata dalla volta a botte, la Chiesa di San Pietro, unica superstite dell’ormai scomparsa villa di Leni, piccolo villaggio agricolo sulle rive del rio omonimo, e la Chiesa di San Giuseppe, voluta nel 1744 da un signorotto spagnolo come atto di fede verso il Santo.

In prossimità della centrale Piazza Santa Barbara, merita poi una sosta l’imponente Palazzo Vescovile, punto di riferimento per importanti eventi culturali, collegato da un’antica scala in ciottolato al Lavatoio, altra meta da non tralasciare, costruito nel 1893 su disegno dell’ingegnere Enrico Pani in stile liberty.

Un paesaggio straordinario

Come accennato, fiore all’occhiello di Villacidro sono le bellezze naturali di un contesto straordinario plasmato da rigogliosi boschi, cascate spettacolari e parchi dove dedicarsi a rigeneranti escursioni a piedi, in bici e a cavallo.

Tra le cascate che da non perdere ecco la Cascata di Sa Spendula, decantata da D’Annunzio in un sonetto del 1882, emozionante salto del torrente Coxinas tra granitiche rocce rosa e grigie e montagne selvagge, la Cascata Muru Mannu, la più alta dell’isola con i suoi 72 metri, e la Cascata Piscina Irgas, nell’abbraccio delle marmitte giganti scavate dal rio Oridda.

E che dire, poi, del Belvedere Giarranas, un incantevole paesaggio ideale per l’arrampicata dal panorama sorprendente, più volte nominato nei romanzi dello scrittore locale Giuseppe Dessì (vincitore del Premio Strega 1972)?

Infine, ma non certo per ultimi, vanno ricordati i parchi, meta di trekker ed escursionisti: il Parco di Monti Mannu, il più noto e amato, il Parco di Villascema, vasta area verde alle pendici del complesso montuoso del Linas, il Parco San Sisinnio, con maestosi olivastri millenari, e il Parco Castangias, ottimo punto di partenza per arrivare all’altopiano di Coxinas e a invidiabili aree panoramiche.

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Fuga dalla città: il piccolo paese delle meraviglie che dovresti conoscere

Avete mai sognato di vivere in un villaggio da fiaba, dove ogni angolo sembra essere uscito direttamente da un libro di storie incantate? Alcuni luoghi sembrano forse troppo belli per essere veri, eppure esistono e sono disseminati in tutto il nostro meraviglioso pianeta, pronti a sorprenderci con la loro bellezza mozzafiato.

Oggi, lasciati guidare in un viaggio immaginario verso un luogo che sembra tratto da un dipinto, dove la realtà si fonde con la fantasia e la bellezza della natura si mescola con la magia dell’arte. Ci troviamo a Sankt Gilgen, nel cuore dell’Austria, a ridosso delle acque placide del lago Wolfgangsee.

Questo pittoresco villaggio risplende come un gioiello incastonato tra le montagne. L’atmosfera è tranquilla, quasi sospesa, come se il tempo avesse deciso di rallentare, permettendo a chiunque di assaporare ogni singolo attimo. Con la sua bellezza disarmante è un’oasi di pace, un luogo dove puoi lasciarti alle spalle lo stress della vita quotidiana e immergerti in un mondo di serenità e bellezza.

Sankt Gilgen: un’oasi di tranquillità nel cuore dell’Austria

Sankt Gilgen

Fonte: iStock

Sankt Gilgen, Statua di Mozart

Immerso nella serenità del lago Wolfgangsee, quest’angolo di paradiso promette un’esperienza indimenticabile a chiunque desideri esplorare la campagna austriaca. Il paesaggio è un quadro vivente, dove il monte Schafberg si erge maestoso ad est, mentre a ovest la foresta di Döllerer offre un tappeto verde di calma e fascino. Ogni sentiero, ogni stradina, ti invita a perderti in lunghe passeggiate, respirando l’aria fresca e la quiete di questa terra.

Il centro storico di Sankt Gilgen è il cuore pulsante di questa meta, un vero e proprio gioiello di architettura alpina. Le case tradizionali, abbellite da giardini in fiore e vasi coloratissimi appesi ai davanzali, sembrano quasi salutare i visitatori con un caloroso benvenuto. Inoltre, simbolo di grande orgoglio per la comunità locale è il magnifico palazzo municipale, costruito nel tipico stile dei villaggi austriaci.

Ti consigliamo, inoltre, di visitare la suggestiva chiesa barocca dedicata a Sant’Egidio, patrono di Sankt Gilgen. Un autentico capolavoro d’arte che emana una profonda spiritualità. La sua maestosa architettura e i dettagli accuratamente lavorati toccano le corde più profonde dell’anima, invitandoti a riflettere sulla bellezza del sacro. Poco distante, troverai la Mozarthaus, la casa dove nacque la madre del grande Wolfgang Amadeus Mozart. Questa dimora storica, custodita con grande dedizione, sembra ancora risuonare delle melodie del celebre compositore.

Esplorando Sankt Gilgen: itinerari ed escursioni Imperdibili

Per chi è alla ricerca di un’avventura all’aria aperta, esplorare le aree naturali che circondano Sankt Gilgen è un’esperienza indimenticabile. Tra boschi rigogliosi e sentieri sterrati, ogni passo è un’occasione per scoprire meraviglie inaspettate.

Tra tutti, questa perla del Salzkammergut offre un tour esclusivo e romantico che ti farà scoprire i luoghi più affascinanti di questo paradiso alpino. L’itinerario inizia dalla statua di Mozart, simbolo storico e culturale della città. Una guida esperta ti accompagnerà in un viaggio mozzafiato nel cuore del villaggio. Potrai passeggiare lungo la pittoresca Seepromenade, mentre il sole tramonta dietro le maestose montagne e i suoi raggi dorati si riflettono sulle acque cristalline, creando un quadro naturale unico e indimenticabile.

Un’altra esperienza da non perdere è l’escursione all’Illingeralm. Immersa nel cuore delle Alpi austriache, questa affascinante area trekking promette un’avventura immersa nella natura e ricca di scoperte. L’itinerario è adatto a tutti, dai più esperti escursionisti alle famiglie con bambini. Il sentiero è ben segnalato e contrassegnato in rosso e bianco, garantendo un percorso sicuro e accessibile.

Durante il cammino, avrai l’opportunità di apprendere interessanti informazioni sulla vita alpina, la geologia e la botanica della zona attraverso pannelli informativi posizionati lungo il tragitto. Un’esperienza completa, che unisce l’avventura all’apprendimento.

Sankt Gilgen

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Sankt Gilgen, Funivia di Zwölferhorn
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Gli Stati Uniti del Sud, tra leggende, vita rurale, musica e misteri

Quando pensiamo agli Stati Uniti ci vengono subito in mente i grattacieli, il trambusto delle metropoli e la frenesia delle città. Ma c’è una zona degli Stati Uniti che riesce ad essere ancora particolarmente autentica, dai ritmi lenti e rilassati, una regione dove il sole splende dolcemente, la gentilezza è uno stile di vita e l’ospitalità è un marchio di fabbrica.

Parliamo degli Stati Uniti del Sud, che vantano un mix di città affascinanti e dinamiche, architetture imponenti, quartieri storici, musei, siti per i diritti civili e dimore d’epoca, oltre ad alcuni tra i più antichi e visitati National Parks. Abbiamo avuto l’opportunità di scoprirli e ce ne siamo follemente innamorati.

Sei Stati e tante incredibili attrazioni

L’arrivo negli Stati Uniti del Sud è emozionante: è quell’America che non ti aspetti. Merito delle pressoché infinite spiagge di sabbia bianchissima, delle piantagioni di cotone e dell’atmosfera accogliente che si mescolano alla scena culinaria semplicemente eccezionale e alla cultura musicale senza pari.

Il Sud degli Stati Uniti è solitamente e giustamente identificato come la regione più originale e singolare del Paese, ma forse non ci si rende conto di quanto questa affermazione sia vera fino a che non ci si arriva.

Qui si scopre un’America diversa, fatta di luoghi e persone autentici, ricca di storia e cultura da scoprire. E in particolare tutto ciò è perfettamente percepibile in sei magnifici Stati: l’Alabama, dove le bellezze naturali si mescolano alla storia; la Louisiana, caratterizzata dalla cultura creola e Cajun, da suggestive distese paludose e patria del Jazz; il North Carolina, con sconfinate meraviglie naturali; il South Carolina, dalle bianche spiagge e dalle lussureggianti foreste; il Tennessee, dove scoprire la colonna sonora dell’America; il Mississippi, lo Stato in cui la vita scorre al ritmo del Blues e pieno di luoghi storici, fra cui piantagioni e sontuose dimore.

La culla della musica americana: le tappe da non perdere

La vita senza musica sarebbe una noia mortale e in qualche maniera le canzoni americane hanno fatto da colonna sonora ad ognuno di noi, tra generazioni passate, presenti e future

Ed è proprio negli Stati Uniti del Sud che è nata la musica americana: facendo un viaggio da queste parti si può ripercorrere la vita di molti artisti di fama mondiale, così come gioire delle note moderne grazie agli show di live music.

Un’esperienza che permette di portare a casa un bagaglio culturale non indifferente. Si ha persino la possibilità di immergersi nelle radici musicali del Sud visitando i musei dedicati alla musica o partecipando ad una delle centinaia di festival organizzati in tutta la regione.

L’arrivo in Mississippi, per esempio, fa capire sin da subito che proprio qui è nato e si è sviluppato il Blues, grazie anche al genio di B.B. King del quale si può visitare la tomba presso Indianola, una graziosissima città dove riposa questo straordinario artista all’interno del B.B. King Museum & Delta Interpretative Center.

Tante emozioni si vivono anche in Tennessee perché è qui che sorge Graceland, Mansion and Museum, la casa di Elvis Presley. E poi Nashville, la “Capitale della Country Music”, la “Music City” che coltiva anche pop, indie, gospel, bluegrass e altre forme di espressione musicale. New Orleans, in Louisiana, vanta origini armoniosamente mescolate nelle stesse radici della musica Jazz. Sì, negli Stati Uniti del Sud si può fare un vero viaggio al ritmo di musica, mentre straordinari paesaggi naturali riempiono l’anima e il cuore di stupore.

Stati Uniti del Sud, Louisiana

Fonte: Chris Granger

The Spotted Cat Music Club in New Orleans

Accoglienza e ospitalità: negli Stati Uniti del Sud ci si sente a casa

Ve lo abbiamo accennato all’inizio: negli Stati Uniti del Sud ci si sente a casa, ogni angolo è baciato da una calorosa accoglienza e ospitalità. E per noi italiani questo è un aspetto importantissimo. Anche per questo motivo, un viaggio da queste parti non può che lasciarci pienamente soddisfatti.

Qui percepiamo un’America incredibilmente simile a noi, quell’anima vera e autentica che tanto ci piace perché fatta di radici e tradizioni che trasportano indietro nel tempo. Poi ci sono le incredibili meraviglie dei paesaggi, le cittadine storiche perfettamente conservate e le miriadi di attività da scoprire che soddisfano ogni esigenza e aspettativa.

Qui l’ospitalità, calda e generosa, è un vero e proprio stile di vita, un’accoglienza allegra e autentica che si avverte ovunque: negli Stati Uniti del Sud si è davvero i benvenuti, e questa vibrante sensazione accompagna tappa dopo tappa.

Un viaggio di gusto tra due anime: raffinata e rustica

Gli Stati Uniti del Sud sono una grandissima sorpresa anche per le papille gustative: abbiamo capito che è qui che c’è la cucina più buona di tutto il Paese. Una gastronomia che ha una marcia in più e, anzi, ne ha due rispetto al resto degli Usa perché la cucina sa essere sia raffinata che rustica.

Il motivo? Questa zona gode di influenze provenienti da un’ampia varietà di culture – nativi americani, africani, spagnoli e francesi, solo per citarne alcune – e per questo i piatti sono pieni di personalità.

In Louisiana, per esempio, ci siamo goduti i piatti cajun e creoli, mentre nel North Carolina, e più precisamente a Lexington, un gustoso maiale arrosto con salsa piccante di aceto e pepe.

Ancor più sorprendente è stato il cibo del South Carolina con i suoi incredibili gamberetti accompagnati da una preparazione che ricorda la nostra polenta, un piatto imperdibile e che prende il nome di Shrimp and grits. L’Alabama, invece, è riuscita a deliziare le papille gustative con un pasto a chilometro zero nei ristoranti di Birmingham. E poi le interpretazioni creative dei frutti di mare più freschi grazie alle incredibili influenze provenienti dal Golfo del Messico e dall’Oceano Atlantico.

Un viaggio negli Stati Uniti del Sud, quindi, permette di assaggiare un ottimo mix delle cucine delle varie popolazioni passate da qui. Ricette in grado di soddisfare anche i più grandi appetiti, poiché la varietà riflette la storia del Paese, le tradizioni della cucina nativo-americana e le contaminazioni creative derivanti dai flussi migratori.

Mangiare Stati Uniti del Sud

Fonte: Travel South USA

Il cibo degli Stati Uniti del Sud

Toccare con mano la storia: i luoghi dei Diritti Civili

Gli Stati Uniti del Sud, oltre a quello che vi abbiamo raccontato, rappresentano anche l’America delle grandi piantagioni di cotone, delle dimore storiche e delle battaglie per i Diritti Civili.

Ciò vuol dire che qui si fa un viaggio che permette di toccare con mano la storia, quella che racconta la guerra civile americana da un lato e le intense testimonianze dei Diritti Civili dall’altro.

I luoghi, che inevitabilmente fanno riflettere e che abbiamo sempre studiato sui libri di storia, sono tantissimi. A Memphis, per esempio, sorgono il Lorraine Motel in Mulberry Street, noto per essere il luogo dove Martin Luther King Jr. venne ucciso il 4 Aprile del 1968, e il National Civil Rights Museum, con mostre che ripercorrono la storia del movimento per i Diritti Civili negli Stati Uniti dal XVII secolo ad oggi.

E poi ci sono le tradizioni assai particolari, come quelle da scoprire presso il New Orleans Historic Voodoo Museum con mostre che si concentrano su misteri, storia e folklore legati alla religione della diaspora africana del Louisiana Voodoo.

Ad affascinare sono anche le storiche piantagioni di cotone, il Museo del Carnevale situato a Mobile e gli Indian Mounds of Mississippi, dei tumuli di terra che contano circa 2.100 anni ma di cui ancora non si sa il motivo per cui vennero costruiti.

A disposizione dei viaggiatori che vogliono saperne di più su questa straordinaria destinazione degli Usa ci sono diverse e interessanti possibilità. Travel South USA e Gattinoni Travel hanno ideato una serie di itinerari interessanti per scoprire le mille (e autentiche) sfaccettature degli Stati Uniti del Sud.

Uno di questi è un imperdibile viaggio di gruppo di 12 notti e 10 giorni che conduce alla scoperta di 4 Stati differenti di questa regione americana. Le partenze sono previste da Milano per questa estate, 24 giugno, 16 luglio e 16 agosto, e porteranno al cospetto di tante meraviglie di cui vi abbiamo parlato, tra cui la possibilità di vivere a 360 gradi il fascino di New Orleans, la natura e la storia dell’Alabama, la vita e i luoghi delle star della musica statunitense e molto altro ancora.

Per chi invece è in cerca di qualcosa di più avventuroso ci sono diversi itinerari self drive tra cui scegliere. C’è The Civil Rights History Trail, per esempio, un viaggio su strada che tocca alcune delle città più importanti della storia del movimento americano per i Diritti Civili. Poi ancora il Rhythms of the South (American Rhythms), che permette di conoscere la storia e la natura di questa zona d’America al ritmo della sua inconfondibile musica.

Poi ancora l’itinerario che fa attraversare svettanti montagne per arrivare alle infinite coste di questa zona del Paese, il tutto passando per alcune delle spiagge e delle città più suggestive della regione. Se siete amanti del Jazz, invece, non dovete perdervi il Jazzy Jambalaya Adventure in self drive per scoprire tutte le meraviglie della Louisiana e delle rive del Mississippi, un itinerario che serve a conoscere un’altra America, lontana dai luoghi comuni.

Ma non è finita qui, perché c’è anche un tour che segue il corso del Mississippi per arrivare fino alla costa, un altro che porta nel cuore del North e South Carolina fino a toccare un paradiso chiamato Outer Banks e un ultimo che si svolge a ritmo di Rock ‘N Roll, mentre si guida attraverso il cuore e l’anima di Alabama e Tennessee.

Viaggio in Mississippi

Fonte: Visit Mississippi

Veduta del fiume Mississippi
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Uno dei siti archeologici meno noti d’Italia è la scoperta del secolo

C’è chi lo ha soprannominato “l’anfiteatro che non c’era”, per il suo ritrovamento del tutto casuale e inaspettato, e chi grida già alla scoperta del secolo. Gli scavi che sono in corso a Volterra, in quello che era l’antico anfiteatro romano, sono quasi al termine.

Le ultime rivelazioni mostrano sempre più dettagli di un’antica struttura emersa già nel 2015, grazie ad alcuni lavori di bonifica per il ripristino di un canale che hanno rivelato parti di muratura che nessuno immaginava di trovare proprio in quel luogo.

L’anfiteatro che non c’era

Si tratta di una struttura ovale, di dimensioni imponenti (82 x 64 metri), che poteva ospitare dalle otto alle diecimila persone. Secondo gli archeologi, dovrebbe risalire al I secolo d.C., ma con tutta probabilità fu utilizzato anche nel Medioevo, forse come abitazione privata, visto che sono stati rinvenuti resti di pasti, focolari e persino antiche monete.

Al contrario del teatro accanto al quale è stato trovato (anch’esso datato I secolo), dell’anfiteatro non si sapeva assolutamente nulla, in quanto nessuna fonte storica ne aveva mai accennato. Si pensa, invece, che avesse una grandissima rilevanza perché proprio questo era il luogo in cui venivano ospitati i gladiatori, che si esibivano in combattimenti tra uomini, ma anche con le belve.

Gli scavi dell’anfiteatro di Volterra rientrano nei 38 Grandi progetti Beni Culturali della programmazione strategica 2021 – 2023. A fine 2023 è partita l’ultima campagna di scavi che, nel giro di 24 mesi, secondo alcuni addetti ai lavori, dovrà completare i lavori e portare così alla luce l’edificio nel suo complesso.

Attualmente, la parte estratta dalla terra sotto cui si celava da secoli corrisponde a circa un quarto dell’intero sito. Sono stati già liberati i corridoi di accesso alle gradinate da cui il pubblico poteva assistere agli spettacoli e il “cuniculo circumpodiale” che girava tutt’intorno all’anfiteatro e che serviva ai gladiatori o alle belve per entrare nell’arena. Rimane ancora interrata l’arena vera e propria. Ed è ciò che su cui si concentreranno gli scavi dei prossimi mesi.

La scoperta consente di riscrivere la storia della Volterra romana, che molto probabilmente aveva un’importanza molto più rilevante rispetto a ciò che si era sempre pensato.

Volterra, città etrusca

Infatti, la città toscana è molto più nota per le sue origini etrusche. Volterra è tra le principali città-Stato dell’antica Etruria ed è ricca di testimonianze artistiche e archeologiche di quell’epoca lontana. In città ci sono, per esempio, il Museo Etrusco Guarnacci, che ospita oltre 600 urne, e le rovine della meravigliosa Acropoli Etrusca di Piano di Castello, con un’interessante sovrapposizione di strutture di età etrusca, romana e medievale.

Anche il centro storico è di origine etrusca. Di quell’epoca restano ancora la Porta Diana, la maggior parte della cinta muraria, l’Acropoli, svariati ipogei, la Porta all’Arco e poi ci sono diversi edifici d’epoca medievale, come il Palazzo dei Priori, la Fortezza Medicea e la Cattedrale.

Turismo a Volterra, tra storia e fiction

Infatti, sono pochi i turisti che, anche quando visitano la splendida città toscana, sono a conoscenza del nuovo sito archeologico di epoca romana. Un paio di anni fa, d’estate, l’anfiteatro romano di Volterra è stato parzialmente aperto alle visite, organizzate con il patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Volterra, della Soprintendenza di Pisa e Livorno, dei Musei di Volterra e della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra.

Per quattro giorni, le prenotazioni andate subito sold out, portando nella struttura qualche centinaia di visitatori. Forse bisognerebbe organizzarne più spesso, senza, naturalmente, intralciare i lavori degli archeologi.

Certo, molti visitatori, specie i giovani, sono attirati da Volterra per un’altra ragione, molto più “commerciale”: la città ha, infatti, ospitato il secondo romanzo della saga “Twilight, New Moon“. La scelta non è stata casuale: Volterra, infatti, è famosa per essere anche la città delle streghe e dei vampiri.

Una leggenda vuole che, proprio a Volterra, tanto tempo fa, ci fosse una strega chiamata Aradia che si pensava fosse figlia della Dea Diana. La donna, che praticava l’occulto e lo insegnava agli esseri umani, fu condannata a morte nel 1300, tuttavia riuscì a sfuggire all’esecuzione e il suo corpo non fu mai ritrovato.

Ma Aradia non era l’unica strega in città. La sua presenza pare avesse attirato molte altre streghe provenienti da ogni parte d’Italia che, ogni notte, si riunivano a danzare sotto la Luna appena al di fuori delle mura cittadine dove ora si trova il masso della Mandringa, una roccia con una crepa che, nei secoli, ha ispirato poeti, artisti e scrittori, tra i quali anche Gabriele D’Annunzio. I più suggestionabili giurano di sentire ancora le loro voci quando cala la notte.

Il nome di Volterra è legato anche a un’altra presenza inquietante, quella dei vampiri. Prima ancora di Aradia, pare che qui si fosse rifugiato un potentissimo clan di vampiri, lo stesso che poi ha ispirato il secondo capitolo della fortunata saga “Twilight”. È proprio grazie al film che la città è divenuta celebre in tutto il mondo e si è trasformata in una delle mete predilette del Dark Tourism.

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La pizza più buona del mondo si mangia in Italia, ma non a Napoli

L’Italia, una terra dalla bellezza ineguagliabile, è rinomata per la sua ricchezza di monumenti storici, la cultura affascinante e un caloroso spirito di accoglienza. Ma tra le sue innumerevoli attrazioni, c’è un elemento che si distingue particolarmente, un tesoro che il mondo intero riconosce e celebra: il cibo italiano. E quale piatto potrebbe incarnare meglio questa eccellenza se non la pizza?

Diffusa e reinventata in ogni angolo del mondo, resta un simbolo indiscusso, un tesoro culinario che racchiude l’anima del nostro Paese. Un’esperienza gustativa irripetibile, che nonostante le innumerevoli imitazioni, mantiene un sapore autentico e inconfondibile quando viene gustata nel suo luogo d’origine.

La bella e soleggiata Napoli, con la sua tradizione secolare, è indiscutibilmente riconosciuta come la patria della pizza. Eppure, la classifica del 2023 delle migliori pizzerie italiane, ci ha riservato alcune sorprese. Non sono solo i forni napoletani a sfornare capolavori di gusto, ma in tutta la penisola emergono luoghi dove l’arte della pizza si esprime al massimo livello.

Prepariamoci quindi a scoprire insieme quali sono questi templi della pizza italiana, dove la passione per l’impasto lievitato si fonde con la ricerca degli ingredienti più genuini, dando vita a creazioni culinarie che incantano il palato e riscaldano il cuore.

Rivelate le migliori pizzerie d’Italia: ecco i vincitori del 50 Top Pizza 2023

L’aroma invitante di un impasto perfettamente lievitato, la freschezza e l’autenticità degli ingredienti scelti con cura, l’arte della pizza che danza nel forno: questi sono i veri protagonisti dell’edizione 2023 della guida 50 Top Pizza Italia.

Quest’anno, la guida ha raggiunto un traguardo incredibile, con oltre 500 pizzerie che si sfidano per ottenere il titolo di migliore in Italia.
Le prime 100 hanno guadagnato un posto di prestigio nella classifica, mentre le altre sono state insignite del riconoscimento di “Pizzerie Eccellenti“.

La competizione è stata davvero intensa ma, alla fine, sono emersi due autentici campioni della pizza, divisi solo dalla distanza geografica. I Masanielli di Francesco Martucci a Caserta e la 10 Diego Vitagliano Pizzeria a Napoli hanno raggiunto i vertici del podio, suggellando la Campania come la patria indiscussa della pizza in Italia. Con ben ventotto pizzerie che si sono distinte in classifica, questa regione ha dimostrato ancora una volta di essere il fulcro pulsante dell’arte pizzaiola italiana.

Al secondo posto, invece, troviamo un tocco di Veneto con I Tigli di Simone Padoan a San Bonifacio che, grazie alla loro maestria e creatività, hanno conquistato i palati dei giudici. E non da meno, al terzo posto, troviamo un po’ di spirito romano con Seu Pizza Illuminati di Pier Daniele Seu, che ha portato la capitale italiana sul podio con le sue delizie. Queste pizzerie non solo si sono distinte per la qualità straordinaria dei loro prodotti, ma si sono guadagnate un posto d’onore nella rinomata classifica delle 100 Migliori Pizzerie del Mondo.

La pizza: un gustoso motivo per visitare l’Italia

Nel corso del tempo, l’arte di fare la pizza è diventata una vera e propria tradizione da celebrare e proteggere, tanto da essere inserita nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.

Ogni regione italiana ha la sua interpretazione unica di questo piatto iconico, offrendo un’ampia varietà di sapori e tecniche che ti faranno venire l’acquolina in bocca.

Oltre alle tradizionali ricette regionali, in Italia si sta diffondendo anche la pizza gourmet, un’interpretazione moderna che sperimenta questa delizia con ingredienti di alta qualità e abbinamenti inusuali. Un laboratorio di creatività culinaria, dove i pizzaioli giocano con sapori, texture e presentazioni per creare opere d’arte commestibili. Da topping lussuosi come tartufo e caviale, a combinazioni audaci come gorgonzola e pere, la pizza gourmet sta ridefinendo le regole di questo piatto, offrendo ai foodies nuove e entusiasmanti esperienze gastronomiche.

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La Pizza: patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO
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L’alta velocità arriverà fino alla Slovenia: ecco quando

Nei giorni scorsi, è stato fatto un test per verificare la fattibilità. Un treno ad alta velocità è partito da Milano ed è giunto a Lubiana, in Slovenia, senza alcuna difficoltà. Avendolo superato, quindi, pare proprio che tra qualche mese il viaggio sarà fattibile, per tutti.

Stiamo parlando del primo Frecciarossa che partirà da Milano e che raggiungerà direttamente la Capitale slovena in sette ore di viaggio.

Quando parte il Frecciarossa per Lubiana

“Presto sarà possibile raggiungere Lubiana con il Frecciarossa direttamente da Milano”, ha annunciato Trenitalia in una nota stampa, “grazie a un accordo preliminare siglato dalla capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS e la società ferroviaria slovena, SŽ Passenger Transport”.

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Fonte: 123rf

Lubiana, la Capitale della Slovenia, sarà presto raggiungibile con il treno ad alta velocità

“Il collegamento diretto tramite Frecciarossa avrà notevoli benefici per i turisti dei due Paesi”, scrivono. “I cittadini sloveni, infatti, potranno raggiungere con facilità alcune tra le mete più belle del nostro Paese, come ad esempio Venezia oppure, con appena due ore e mezza di viaggio, Trieste, mentre i passeggeri italiani avranno l’opportunità di visitare, oltre a Lubiana, alcune note destinazioni slovene, come le grotte di Postumia e di San Canziano (nel Comune di Divaccia) e il paese di Lipizza, nel comune di Sesana”.

Le attività di collaborazione tra le due società prevedono l’effettuazione di test sulla rete infrastrutturale slovena, attualmente interessata da lavori di potenziamento che permetteranno ai tempi di viaggio del collegamento tramite Frecciarossa di ridursi ulteriormente. L’obiettivo finale è attivare due collegamenti giornalieri tra Milano e Lubiana.

Lo scorso dicembre, è partito un treno di prova che ha fatto fermate a Portogruaro, Monfalcone, Bivio Aurisina e a Villa Opicina, la stazione di confine dove è salito sul treno il personale delle ferrovie slovene per proseguire fino a Sesana.

Durante il tragitto, sono state effettuate alcune prove di funzionamento del sistema ETCS (European Train Control System), il sistema di controllo della marcia dei treni che è uno standard a livello europeo, del Frecciarossa ETR 700 sulla rete ferroviaria slovena, per verificare che funzionasse come in Italia.

Gli altri Frecciarossa che andranno in Europa

Di recente è stato anche annunciato un accordo preliminare tra Trenitalia e la società ferroviaria tedesca Deutsche Bahn, per far viaggiare il Frecciarossa tra l’Italia e la Germania, entro la fine del 2026. I lavori sono concentrati sulle tratte che collegano Milano e Roma a Monaco di Baviera, ma si sta già valutando ulteriori estensioni del servizio con collegamenti con altre destinazioni tedesche in futuro.

Per quanto riguarda il treno ad alta velocità per Parigi, interrotto per via di una frana avvenuta lo scorso 27 agosto a Saint-Andrè en Savoie, appena oltre il confine italiano e del tunnel del Frejus, benché la compagnia ferroviaria francese TGV INOUI abbia ripreso il 10 gennaio a percorrere la tratta tra Milano e Parigi in parte in treno e, in parte, bus, nel tratto ancora interrotto alla circolazione ferroviaria, quello tra Oulx e Saint-Jean de Maurienne, Trenitalia non ha ancora stabilito una data certa per la ripresa del servizio. “Attualmente il servizio è sospeso”, spiegano in una nota che ci hanno inviato.

Insomma, dopo Parigi (anche se in stand-by), che dall’inaugurazione avvenuta nel 2021 ha riscosso un enorme successo, registrando fin da subito il sold out (anche per via delle tariffe di lancio che partivano da 29 euro) con prenotazioni triplicate secondo i dati riportati allora da Trainline, si potrà presto andare con l’alta velocità in una nuova Capitale europea. Lubiana.  E poi anche in Germania. E la speranza di molti viaggiatori è che questo sia il primo passo per un’ulteriore spinta a Est.

Sono molti a sperare che l’alta velocità possa un giorno raggiungere in modo più comodo, più economico e, perché no, più sostenibile rispetto all’aereo, molti altri Paesi dell’Europa orientale, come l’Austria, la Croazia o l’Ungheria, Paesi che stanno registrano una forte crescita turistica.

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AAA: isola remota cerca coppia di guardiani

Nel nostro pianeta esistono ancora luoghi remoti ed esotici in cui la natura regna sovrana. Questi angoli nascosti sono autentici tesori di bellezza selvaggia e incontaminata, dove si avverte ancora l’atmosfera di un passato lontano. Mete di viaggio affascinanti per coloro che cercano un ritorno alle origini e un contatto autentico con la natura.

Oggi, ti porteremo in una regione così remota da sembrare quasi irreale. Ci dirigiamo verso l’Irlanda, più precisamente alla Great Blasket Island, una piccola isola al largo della contea di Kerry.

Con le sue verdi colline, le spiagge deserte e le acque cristalline, è un vero e proprio Eden terrestre. Ma quello che la rende davvero speciale sono le sue tradizioni. Ogni anno, infatti, una coppia fortunata viene invitata a vivere e lavorare sull’isola, diventando custode di quest’angolo di mondo perduto.

Great Blasket Island: una vita immersa nella natura selvaggia

Great Blasket Island Irlanda

Fonte: iStock

Great Blasket Island, Irlanda

Immersa nell’immensità dell’Oceano Atlantico, la Great Blasket Island si erge come un affascinante santuario della cultura gaelica. Situata al largo della costa occidentale dell’Irlanda, quest’isola, la più grande dell’arcipelago delle Blasket Islands, ospitava una volta una vivace comunità di pescatori che vivevano in perfetta armonia con la natura.

Nel 1953, quando le risorse marine iniziarono a scarseggiare, furono costretti ad abbandonare il loro amato angolo di paradiso e trasferirsi sulla terraferma, portando con sé la ricchezza della loro cultura che, ancora oggi, si riflette nelle profonde radici del territorio. Nonostante il drammatico cambiamento, gli abitanti hanno saputo salvaguardare e tramandare con cura una ricca eredità culturale, contribuendo a mantenere viva la lingua e le tradizioni locali.

Questa destinazione saprà sorprenderti con la sua fauna ricca e variegata. Qui, le scogliere mozzafiato e le insenature pittoresche rendono l’isola uno spettacolo unico mentre, trai  prati verdi e lussureggianti, asini e pecore conducono una vita tranquilla, pascolando liberamente. Ma la vera attrazione è la colonia di foche, che ha scelto queste spiagge tranquille come rifugio. Potrai ammirare con i tuoi occhi questi eleganti mammiferi marini mentre si rilassano al sole sulle spiagge sabbiose o si divertono nell’acqua trasparente che circonda l’isola.
Al largo della sua costa, poi, è possibile avvistare regolarmente delfini, squali e balene, un’esperienza indimenticabile per molti turisti che vengono da tutto il globo per ammirare questi magnifici animali nel loro habitat naturale.

Inoltre, la Great Blasket Island rimane un luogo di grande importanza culturale. Il Blasket Heritage Centre a Dunquin, riaperto nel 2022 dopo un importante restauro, documenta lo stile di vita, la letteratura e la lingua degli abitanti, offrendo ai visitatori un prezioso spaccato del patrimonio locale.

Pronto a mollare tutto e partire per l’avventura della tua vita?

Ti sei mai fermato a fissare l’orizzonte, sognando di lasciare tutto e intraprendere un’avventura che potrebbe cambiarti la vita? Se sei affascinato dall’idea di vivere in un luogo remoto, respirare l’aria fresca dell’oceano e ammirare panorami mozzafiato, questo è il posto che fa per te. La Great Blasket Island è un vero e proprio angolo di paradiso, un rifugio di pace e serenità dove è possibile ritrovare sé stessi e riscoprire il valore delle cose semplici.

Ed ecco la notizia che stavi aspettando: il prossimo guardiano dell’isola potresti essere proprio tu! Non è la solita offerta di lavoro, ma un invito a vivere un’esperienza straordinaria. Avrai l’opportunità di gestire la caffetteria della zona e di pernottare in quest’oasi di relax. Immagina di iniziare ogni giornata con il suono delle onde che si infrangono sulla spiaggia e di trascorrere le serate sotto un cielo stellato, un’esistenza fatta di armonia e bellezza, lontana dal frastuono del mondo moderno.

Ma attenzione, le candidature sono limitate. Se senti il richiamo dell’avventura, non perdere tempo. Visita il sito ufficiale per scoprire come candidarti e preparati a iniziare il viaggio dei tuoi sogni.

Great Blasket Island Irlanda

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Great Blasket Island, Irlanda
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La classifica delle compagnie aeree più sicure del mondo

Tra i molti dettagli a cui pensare quando si organizza un viaggio, c’è una cosa di cui nessun viaggiatore vuole preoccuparsi, ossia della sicurezza dell’aereo su cui sta volando. Per provare a tranquillizzare i passeggeri ansiosi di tutto il mondo, il sito di aviazione Airline Ratings pubblica ogni anno una classifica delle compagnie aeree più sicure del mondo. Ecco quali sono le 25 promosse per il 2024.

La compagnia aerea più sicura del mondo

Nel 2024, il titolo di compagnia aerea più sicura del mondo va ad Air New Zealand. Il vettore neozelandese si è aggiudicato il primo posto per aver “eccelso nell’ampio spettro della sicurezza, senza mai perdere di vista il più piccolo dettaglio”, ha commentato in un comunicato Geoffrey Thomas, caporedattore del sito web per la sicurezza aerea e la valutazione dei prodotti. Oltre che per essere stata immune da incidenti, la compagnia è stata premiata anche per alcune innovazioni e spirito di ripresa nel post Covid.

A farla trionfare sulle 385 compagnie aeree esaminate, è anche l’abilità dei piloti. È stato infatti sottolineato come Air New Zealand operi in alcuni dei contesti meteorologici più difficili, che mettono alla prova le capacità di chi pilota i veicoli. Basti considerare, ad esempio, che quello di Wellington è uno degli aeroporti più ventosi al mondo, mentre Queenstown rappresenta una grande sfida per la navigazione aerea.

Secondo il report, Air New Zealand ha superato il vettore australiano Qantas, rubandogli lo scettro per soli 1,50 punti, conquistati grazie all’età della flotta. La compagnia di bandiera dell’Australia ha mantenuto il primo posto nel 2023 e in molti degli anni precedenti. Il Gruppo Qantas, tuttavia, ha avviato il più grande rinnovamento della flotta della sua storia, con ingenti ordini per A220, A320, A321, A350 e 787 da consegnare nei prossimi tre anni.

I parametri analizzati

Per stilare la classifica delle 25 compagnie aeree più sicure per il 2024, sono stati analizzati diversi fattori, come l’analisi degli incidenti nell’arco di 5 anni, gli incidenti gravi nell’arco di due anni, gli audit da parte degli organi di governo e del settore dell’aviazione, iniziative di sicurezza, redditività, l’età della flotta e l’addestramento degli equipaggi.

Nella valutazione non sono, invece, inclusi eventi su cui la compagnia aerea non ha alcun controllo, come gli impatti con uccelli, le lesioni da turbolenza, le deviazioni meteorologiche e i fulmini. Riguardo agli incidenti, Thomas ha affermato che “tutte le compagnie aeree subiscono incidenti ogni giorno, e molti sono problemi di fabbricazione degli aeromobili o dei motori, non problemi operativi delle compagnie aeree. È il modo in cui l’equipaggio di volo gestisce questi gravi incidenti che distingue una buona compagnia aerea da una non sicura”.

Stando a quanto afferma il caporedattore di Airline Ratings le 25 compagnie aeree più sicure del 2024 sono sempre all’avanguardia nell’innovazione della sicurezza, nell’eccellenza operativa e nel lancio di nuovi aeromobili più avanzati come l’Airbus A350, il Boeing 787 e il 777-9.

La classifica delle 25 compagnie aeree più sicure nel 2024

  1. Air New Zealand
  2. Qantas
  3. Virgin Australia
  4. Etihad Airways
  5. Qatar Airways
  6. Emirates
  7. All Nippon Airways
  8. Finnair
  9. Cathay Pacific Airways
  10. Alaska Airlines
  11. SAS
  12. Korea Air
  13. Singapore Airlines
  14. EVA Air
  15. British Airways
  16. Turkish Airlines
  17. TAP Air Portugal
  18. Lufthansa/Swiss Group
  19. KLM
  20. Japan Airlines
  21. Hawaiian Airlines
  22. American Airlines
  23. Air France
  24. Air Canada Group
  25. United Airlines
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L’Isola d’Elba protagonista di “I delitti del BarLume 11”

Chi pensa che l’Isola d’Elba sia un posto tranquillo, dove non accade nulla se non in piena estate, dovrà ricredersi, specie dopo aver visto la serie Tv “I delitti del BarLume”, giunta alla sua undicesima stagione.

La fortunatissima commedia a tinte gialle di Sky Original comprende tre nuovi episodi: “Il pozzo dei desideri”, “La girata” e “Sopra la panca” e vede, accanto ai protagonisti, Filippo Timi nei panni di Massimo Viviani, Lucia Mascino che è il Commissario Fusco, Alessandro Benvenuti (Emo), Atos Davini (Pilade), Massimo Paganelli (Aldo), Marcello Marziali (Gino) che interpretano i “vecchini”, Enrica Guidi (la Tizi), Corrado Guzzanti (Paolo Pasquali) e Stefano Fresi (Beppe Battaglia), anche alcune incredibili guest star: Orietta Berti, Marco Messeri, Francesco Motta e Sandro Veronesi.

Dove è stata girata la serie Tv “I delitti del BarLume”

Le vicende sono ambientate sempre a Pineta, l’immaginaria cittadina del litorale toscano tra Pisa e Livorno in cui si svolgono le storie nate dalla fantasia dello scrittore Marco Malvaldi.

Nella realtà, Pineta è la località di Marciana Marina, sull’Isola d’Elba e non sulla costa toscana. Questo Comune non soltanto è il più piccolo dell’Elba ma lo è addirittura di tutta Italia. E pensare che qui si possono ammirare alcuni degli scorci più suggestivi dell’isola. Deve essersene innamorato persino Napoleone Bonaparte che, nell’estate del 1814, vi soggiornò per qualche giorno.

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Fonte: @F. Di Benedetto

Una scena della serie Tv “I delitti del BarLume 11”

L’isola toscana, dove vive Massimo, barista alle prese con i delitti compiuti nella sua cittadina, è protagonista assoluta della serie televisiva. E l’intero paese di Marciana Marina, trasformato fuori stagione in un set cinematografico, ospita, in piazza della Vittoria, il famoso bar che dà il nome a tutta la fiction.

Qui, il barista e i suoi quattro “bimbi”, come chiama amorevolmente i quattro anziani che frequentano assiduamente il locale e che non hanno altro da fare se non impicciarsi di ciò che accade a Pineta, sono impegnati costantemente nella risoluzione di qualche nuovo caso.

Il paese si sviluppa sul lungomare, costeggiato da piante di tamerici secolari. I suoi pittoreschi quartieri hanno stretti vicoli di granito e piazzette che, d’estate, si trasformano in veri e propri salotti, su cui s’affacciano le case dai colori pastello che si vedono anche in Tv. Alle spalle, il Monte Capanne con il suo fitto bosco di pini, castagni e querce. Non stupisce, quindi, che sia tra le più note località dell’Isola d’Elba. E, dopo la fiction, ancora di più.

Anzi, poiché per molti turisti oramai, dopo undici stagioni della fiction, Marciana è diventata la “Pineta” de “I delitti del BarLume”, il Comune ha deciso di cambiare persino la cartellonistica stradale.

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Fonte: 123rf

Per i turisti, marciana Marina è ormai la Pineta di “I delitti del BarLume”

Lo scorcio più pittoresco di Marciana Marina è l’antico Borgo del cotone (il nome, che deriva dal latino “Cos, Cotis”, “scogliera”),  molto probabilmente il primo nucleo abitato di Marciana Marina, costruito intorno al porticciolo naturale.

Questo romantico borgo di pescatori un tempo comprendeva  abitazioni, magazzini per la pesca e cantine adibite alla conservazione del vino che un volta si produceva in grande quantità. Oggi, con le sue case arroccate sugli scogli a strapiombo sul mare, con le facciate variopinte ed erose dal salmastro e con le barche attraccate al porto, custodisce i segni del passato.

Non è solo Marciana Marina ad apparire nella fiction, però: negli anni, infatti, le riprese sono state effettuate anche in altre zone dell’isola, comprese le sue spiagge meravigliose, come Marina di Campo, Rio Marina, Monte Capanne e Portoferraio, il villaggio dalla pittoresca forma a mezzaluna che si sviluppa lungo il porto. Si tratta di una delle città più antiche dell’isola, dal fascino tutto Rinascimentale, luogo che incontrò anche Napoleone.

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Fonte: 123rf

La baia dove si trova Mariana Marina all’Elba

Isola d’Elba, un set naturale

Il rapporto che lega la macchina da presa all’Isola d’Elba non è recente. Tante, infatti, sono le storie e i personaggi che hanno preso vita nella sua grande varietà di paesaggi. A partire da “L’Avventuriero”, pellicola del 1966 che ha visto Rita Hayworth, Anthony Quinn e Rosanna Schiaffino girare a Portoferraio.

Proprio al generale francese, nel 2014, è stata dedicata una webserie dal titolo “Elba – L’Eredità di Napoleone”, che ha mostrato sul piccolo schermo i luoghi cardine di questo magnifico angolo di Mediterraneo.

L’esilio all’Elba di Napoleone viene raccontato in un altro film: “N” di Paolo Virzì. Tutto questo, senza dimenticare la storica pellicola drammatica “Mani sulla città”, diretta da Francesco Rosi, che racconta la storia di Villa Invernizzi a Lacona, una frazione di Capoliveri, proprietà dello storico produttore cinematografico Nello Santi.

Insomma, tante storie hanno ispirato l’isola e tante storie sono state raccontate nei suoi borghi più belli, nelle cittadine, sule spiagge, nelle ville e in mezzo alla sua natura meravigliosa, trasformandola in una vera e propria “Elbawood”.

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Fonte: 123rf

Il Borgo del cotone a Marciana Marina