Probabilmente, anche voi siete tra quelli che hanno sentito parlare per la prima volta di Sant’Elena sui libri di scuola. Benché sia, infatti, una delle più remote isole del pianeta, è diventata celebre per essere stata luogo dell’ultimo esilio di Napoleone, dal 1815 fino alla morte, avvenuta nel 1821.
Fino a pochi anni fa, si poteva raggiungere questo piccolo fazzoletto di terra lambito dalle acque dell’Oceano Atlantico solo via mare. Fortunatamente, oggi è molto più semplice, grazie a un piccolo aeroporto costruito qui nel 2016. Ciò l’ha resa una meta più accessibile, ma non per questo meno affascinante. Vale la pena scoprirne storia e segreti, ma soprattutto è tempo di vederla con i propri occhi.
Isola di Sant’Elena, da perla disabitata a paradiso accessibile
L’isola di Sant’Elena si trova nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico meridionale, a 1.200 miglia dalla costa sud-occidentale dell’Africa e a 1.800 miglia dal Sud America. Questo minuscolo paradiso subtropicale, che ospita all’incirca 5.000 abitanti (chiamati in gergo ‘Saints’) su una superficie di appena 120 chilometri quadrati, è anche uno dei luoghi più spettacolari al mondo in termini di contrasti ambientali.
A scoprirla, nel 1502 fu il portoghese João da Nova Castella, durante una spedizione a cui partecipò anche Amerigo Vespucci. L’isola a quel tempo era disabitata, poi a metà del XVII secolo passò per un breve periodo agli olandesi e infine all’Inghilterra. Tutt’oggi Sant’Elena costituisce un territorio d’oltremare britannico, da cui dipendono anche le isole di Ascensione, Tristan da Cunha e Gough. Per diversi secoli, Sant’Elena ha avuto un’importanza strategica per le imbarcazioni che facevano rotta verso l’Europa dall’Asia e dal Sudafrica, mentre i britannici la usavano spesso come luogo di esilio.
Per diventare finalmente accessibile a tutti, quest’isola ha dovuto faticare parecchio. Per ben 500 anni, è stata raggiungibile solo via mare, dopo una estenuante traversata di cinque giorni con partenza settimanale da Cape Town, a bordo della Royal Mail ship St Helena, pagando anche un biglietto molto caro.
L’aeroporto passeggeri è stato costruito in pochi mesi e inaugurato nel maggio 2016 alla presenza del principe Edoardo, quartogenito della regina Elisabetta. L’evento, però, è slittato più volte a causa dei forti venti, che hanno reso necessaria una formazione adeguata per il personale di volo e i piloti . Nel frattempo, i titoli dei giornali non sono stati clementi, basti pensare che la stampa inglese lo aveva soprannominato “l’aeroporto più inutile al mondo”. Tuttavia, c’è stato l’auspicato lieto fine. Oggi, i voli che raggiungono l’isola partono da Johannesburg, in Sudafrica, con cadenza settimanale e hanno una durata di circa 6 ore.
L’aeroporto può essere raggiunto esclusivamente da aerei di piccole dimensioni oppure elicotteri. Lo scalo dell’isola è servito con autobus e taxi, con i quali si può arrivare a Jamestown, il capoluogo di Sant’Elena. Oppure, la si può raggiungere comodamente optando per una crociera.
Cosa fare e vedere sull’isola di Sant’Elena
La maggior parte dei tour dell’isola include una visita a Longwood House, residenza di Napoleone durante il suo esilio, oltre che alla sua tomba. Oggi è un museo di proprietà del governo francese e attrae circa 7.000 visitatori all’anno. Vi si possono ripercorrere gli ultimi anni di vita del primo imperatore dei francesi, osservando da vicino gli interni, i manufatti e i meravigliosi giardini che circondano la tenuta.
Ma è la natura incontaminata la vera protagonista di questo luogo sperduto nell’Atlantico. Trattandosi di una delle isole più remote del mondo, non stupirà che rivesta un’importanza mondiale per la sua biodiversità unica. Sant’Elena vanta un’incredibile varietà di fauna selvatica, e il suo isolamento fa sì che essa ospiti molte specie che non si trovano in nessun’altra parte del mondo.
Questa perla di origine vulcanica offre rigogliose foreste di felci ed emozionanti sentieri di montagna, perfetti per gli amanti delle escursioni o per chi vuole scoprirla in mountain bike. I trekking più belli portano in cima a picchi vulcanici straordinari, come il favoloso Diana’s Peak, il punto più alto, a 800 metri sul livello del mare.
La vita marina è persino più sorprendente. Le attività principali per chi visita Sant’Elena sono, infatti, lo snorkeling e il nuoto con gli squali balena. Questi giganti degli oceani, migrano in queste acque durante i mesi estivi (gennaio e febbraio). Nonostante le loro dimensioni colossali, sono esemplari molto docili e non rappresentano una minaccia per l’essere umano, per cui è possibile nuotare liberamente accanto a loro mentre sfiorano la superficie. L’esperienza, però, è strettamente regolamentata e solo pochi visitatori sono in grado di vivere questa incredibile opportunità ogni anno.
Se siete amanti del birdwatching, prendetevi il tempo di esplorare l’isola per osservare la rara e solitaria gallinella d’acqua e preparatevi a ricevere la ‘visita’ delle curiose sterne fatate. Da non perdere un’escursione per osservare il Piviere di Sant’Elena, conosciuto qui come Wirebird, l’ultimo uccello terrestre endemico sopravvissuto in questo luogo remoto.
Anche Jamestown, centro dell’isola, di cui è il capoluogo e il porto principale, merita una visita. Tra le sue attrazioni imperdibili, il Museo di Sant’Elena, che ospita una serie di mostre sulla storia locale, e la spettacolare Jacob’s Ladder, il cui nome si ispira alla scala di Giacobbe, simbolico ponte tra cielo e terra. Si tratta di una scalinata di 699 gradini che da Jamestown conduce al forte di Ladder Hill. Arrivare fino in cima non è per tutti, in particolare se si soffre di vertigini. Tuttavia, la fatica sarà ripagata dai panorami spettacolari che regala, specialmente nell’ora del tramonto.
Quando visitare l’isola di Sant’Elena
Il clima di Sant’Elena consente di viaggiare tutto l’anno, benché sia abbastanza complesso. Essendo un’isola remota nell’Oceano Atlantico, i venti sono sempre un fattore che tende a mantenere le temperature molto più miti rispetto alle destinazioni continentali di longitudine simile. Le zone costiere sono solitamente più calde e meno piovose. A Jamestown la temperatura varia da 14 a 32 °C, mentre nelle zone collinari interne, come Longwood, la temperatura varia mediamente da 8 a 26 °C.
Marzo e aprile, così come agosto, tendono invece a essere i mesi di punta per le precipitazioni. Tuttavia, queste possono essere molto localizzate, nonostante l’isola sia molto piccola: si può avere un tempo perfettamente asciutto a Jamestown e trovarsi nel bel mezzo di un acquazzone quando si arriva a Great Longwood. Tendenzialmente si tratta di una “pioggia calda”, quindi non necessariamente sgradevole, ma rende ogni giornata sull’isola un’avventura, per cui bisogna essere sicuri di mettere in valigia tutto l’occorrente per non rischiare sorprese.