Ormai sono diversi anni che si parla dell’impatto del turismo sull’ambiente e dell’opportunità di diventare viaggiatori più responsabili, un tema finalmente di dominio pubblico, che coinvolge sempre più persone. Purtroppo, le attuali soluzioni adottate per diminuire l’impronta di carbonio dei viaggi in aereo sono del tutto insufficienti. Quali altre possibilità esistono? Una piccola isola sperduta nell’oceano Indiano ha lanciato un nuovo trend che potrebbe dare risultati soddisfacenti.
L’impatto dei voli sull’ambiente
Volare è senza dubbio il metodo più comodo per raggiungere mete lontane – e praticamente l’unico percorribile quando si tratta di andare dall’altra parte del mondo. Tuttavia, l’impatto ambientale di un viaggio in aereo è tra i più alti in assoluto: motivo per cui, quando possibile, viene incentivato l’uso di un mezzo di trasporto alternativo, come il treno. E quando non se ne può fare a meno? Diverse compagnie aeree stanno adottando alcune strategie per ridurre l’impronta di carbonio di ogni volo, senza tuttavia riuscire davvero a fare la differenza.
Uno studio commissionato dall’Unione Europea nel 2017 ha dimostrato che l’85% dei programmi nati per compensare le emissioni di CO2 derivanti dai viaggi aerei non sta funzionando. Occorre dunque cercare un nuovo approccio: l’idea è di sfruttare al massimo ogni volo, accorpando tutte le vacanze di un anno in una sola avventura lontano da casa. In questo modo, si viaggerà di meno (come frequenza), ma si resterà nella località di destinazione molto più a lungo. E le Seychelles, da questo punto di vista, hanno già stabilito un nuovo trend.
Il progetto delle Seychelles
Natucate, associazione che organizza viaggi sostenibili, ha scelto North Island per il suo nuovo progetto: si tratta di una piccola isola privata dell’arcipelago delle Seychelles, spesso meta di turisti alla ricerca di spiagge meravigliose e acque cristalline. Il programma è rivolto a chi vuole concedersi un anno sabbatico, o semplicemente a coloro che hanno la possibilità di fare almeno un mese di vacanza, per massimizzare la “spesa” in termini di emissioni di CO2 prodotte durante il volo aereo per raggiungere l’isola.
I viaggi possono durare dai 26 ai 52 giorni (anche se non c’è un limite massimo al quale attenersi): c’è dunque tutto il tempo per godersi l’esperienza, per rilassarsi un po’ sulle spiagge da sogno delle Seychelles e per fare molto altro. Ad esempio, vengono proposte attività volte alla conservazione dell’ambiente come la piantumazione di specie vegetali autoctone (al posto di quelle importate) o la protezione delle popolazioni di tartarughe giganti. I visitatori possono assistere gli scienziati nel monitoraggio degli esemplari già adulti e delle loro uova, aiutandoli a localizzarle tramite GPS.
Si tratta di una possibilità unica, che permette di immergersi davvero nella natura e fare del bene. Con risvolti spesso positivi: molti turisti tornano per impegnarsi nuovamente nella tutela dell’ambiente, oppure decidono di fare altrettanto presso il loro Paese di residenza. “La tendenza che stiamo osservando è che le persone utilizzano più vacanze in una volta sola: faranno solo un volo internazionale ogni due anni, ma si fermeranno molto più a lungo” – ha affermato Daniel Kaul, CEO di Natucate.