Per chi è alla costante ricerca di nuove mete da scoprire, come veri esploratori d’altri tempi, per il 2024 ce n’è una che dovrebbe essere presa in grande considerazione e vi spieghiamo anche il perché.
Si tratta del Turkmenistan, nell’Asia centrale, un Paese appartenente all’ex Unione Sovietica e incredibilmente affascinante per le tante vicende storiche che lo hanno caratterizzato, dal grande Alessandro Magno che giunse fin qui nel IV secolo a.C. alla mitica Via della seta, che collegava l’Impero cinese con quello romano e che l’ha attraversato per secoli.
Alcuni dei siti Patrimonio Unesco del Paese sono proprio legati a questa strada, come l’antica città-oasi di Merv, la più antica e meglio conservata sorta lungo questa antica direttiva, i cui resti raccontano 4mila anni di storia, e poi, il corridoio Zarafshan-Karakum, che comprende antiche strade carovaniere tracciate tra aspre montagne, fertili valli fluviali e un deserto invivibile.
Il Turkmenistan è una regione antichissima, insomma, dove sono state trovate tracce di insediamenti umani risalenti a 7.000 anni prima della nascita di Cristo, Ecco perché è giunto il momento di andarci.
Perché fare un viaggio nel Turkmenistan nel 2024
Un Paese ricco di bellezze, storiche e soprattutto naturalistiche, ancora poco note e decisamente ancora poco visitato dai turisti, ma, proprio per questo, di grande appeal per i viaggiatori curiosi. Uno dei motivi per cui il turismo non ha ancora attecchito nel Turkmenistan è sicuramente dovuto alla difficoltà nel raggiungere il Paese dall’Italia.
Chi desidera andarci deve organizzarsi facendo almeno uno scalo e, spesso, ciò costituisce un deterrente per chi ama viaggiare comodamente. La buona notizia, però, è che a partire da marzo 2024 ci sarà un volo diretto dall’Italia verso il Turkmenistan. La compagnia di bandiera Turkmenistan Airlines inaugurerà un volo non-stop tra l’aeroporto di Milano Malpensa e la Capitale turkmena di Ashgabat. Il volo, operato con un Boeing 777/200LR, sarà settimanale (ogni mercoledì), ma non è detto che in futuro non aumenti la frequenza.
Cosa vedere nel Turkmenistan
Il Turkmenistan è un Paese incredibilmente vario dal punto di vista paesaggistico. Chi lo conosce lo chiama il “Paese dalle mille meraviglie“, nonostante il deserto del Karakum, uno dei più freddi della Terra, occupi circa il 70% dell’intero territorio.
Ci sono canyon e montagne che superano i tremila metri nella catena del Kopet Dag, al confine con l’Iran a Sud, dove s’affaccia sul Mar Caspio, ma ci sono anche le vette della Riserva Naturale di Kugitang. E poi fiumi e corsi d’acqua, come l’Amu Darya (l’antico fiume Osso), che scorre lungo il confine Nord-orientale in direzione del Mare d’Aral, il Tejen e il Morghab.
Il territorio a ridosso del Caspio è quello che regala più emozioni. Qui si passa dai canyon che si sono formati a Nord di Türkmenbaşy alle montagne multicolori fino a un paesaggio quasi lunare. È uno degli angoli più belli del Paese.
Il Turkmenistan riserva tante sorprese, con fenomeni naturali e non unici al mondo. Una di queste – che giustifica da sola il viaggio – è la fiammeggiante Porta per l’Inferno, un cratere largo circa 70 metri e profondo 50 che brucia nel deserto del Karakum. Non si tratta di un fenomeno naturale: questa spettacolare voragine brucia ininterrottamente dal 1971, da quando, cioè, un gruppo di geologi sovietici si mise a trivellare il suolo alla ricerca di petrolio, ma trovando una gigantesca caverna.
Ashgabat, una Capitale in pieno fermento
Quando si cresce velocemente si può commettere qualche errore. Ed è ciò che è accaduto ad Ashgabat, dove, negli ultimi decenni, sono sorti edifici e monumenti alquanto discutibili. Basti pensare che uno di questi viene spesso inserito nelle classifiche dei più brutti al mondo. Si tratta dell’Arco della Neutralità, costruito nel 1998 e alto la bellezza di 75 metri. Sulla cime si trova una statua d’oro massiccio di Saparmurad Niyazov, ex presidente del Turkmenistan, che ruota 24 ore su 24, in modo da trovarsi sempre di fronte al Sole.
La città di Ashgabat è relativamente recente. È stata fondata solo nel 1881, diventando la Capitale della Repubblica socialista sovietica turkmena nel 1924. Vanta il singolare primato di città con il maggior numero di edifici ricoperti di marmo chiaro, titolo che le è valso il soprannome di “città bianca”. Il bianco è considerato simbolo di purezza e di unità. Ce ne sono moltissimi in tutto il centro e sono le sedi degli uffici governativi e amministrativi cittadini.
Il più imponente è sicuramente il Türkmenbaşy Palace, il Palazzo Presidenziale con le sue vistose cupole, i palazzi dei ministeri e gli immensi e i viali che lo circondano. Bianche sono anche la Moschea Artogrul Gazi e la Moschea Turkmenbashi Ruhy, una delle più grandi del mondo con una cupola decisamente impressionante, così come bianco il Centro di intrattenimento di Alem, che ospita la ruota panoramica indoor più alta del mondo.
Due i musei da non perdere nella Capitale: il Museo della storia e il Museo delle Arti. Il primo, che espone oltre 30.000 reperti, offre ai visitatori un excursus storico ed etnografico delle vicende del Turkmenistan, il secondo espone antichi manufatti e opere risalenti al XVII secolo e, tra le sue particolarità, c’è quello di presentare al pubblico uno dei tappeti antichi più grandi al mondo (circa 193 metri quadrati per 885 kg di peso).
Ad Ashgabat tutto è candido come la neve, anche gli edifici moderni, i condomini, le villette a schiera, l’aeroporto internazionale e persino i vagoni della metropolitana sono bianchi.