Gli abitanti di un’isola spagnola molto amata dai vacanzieri, italiani inclusi, hanno esortato i visitatori ad andarsene, per gli impatti negativi che il turismo di massa ha sull’ambiente e sul loro stile di vita. E spunta anche l’ipotesi di introdurre una “eco-tassa”. Ecco che succede.
Tenerife contro i visitatori: “Turisti tornatevene a casa”
“Turisti tornatevene a casa”. La scritta ‘shock’ comparsa da qualche tempo sui muri di Tenerife, oltre che su una delle sue più belle spiagge, la Tejta, è il grido lanciato dai residenti, stanchi ed esasperati dal turismo di massa che, a detta loro, sta rendendo l’isola invivibile. Nella soleggiata perla delle Canarie, i vacanzieri, quindi, sembrerebbero non essere più i benvenuti.
I manifestanti sono scesi in strada per chiedere un intervento contro quelli che considerano “danni irreparabili” causati dal turismo di massa nei principali centri dell’isola, come la moderna e cosmopolita Santa Cruz de Tenerife, e San Cristóbal de La Laguna, l’unica città dell’isola a essere stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Secondo quanto riportato dalla testata locale Canarian Weekly, associazioni e ambientalisti hanno sventolato cartelli con le scritte “le Canarie non sono più un paradiso” e “le Canarie non sono in vendita“. Il malcontento degli abitanti del posto deriva dagli impatti negativi che le folle di turisti hanno su ambiente e stile di vita. Per questo motivo, chiedono di ridurre il numero di visitatori e di introdurre una “eco-tassa” per finanziare progetti di conservazione ambientale.
Le lamentele si estendono ai problemi riguardanti le fuoriuscite di liquami, i lunghi ingorghi e i danni causati dall’eccessivo turismo e dalla costruzione di nuovi complessi alberghieri lungo le popolari spiagge del sud di Tenerife, che stanno iniziando a intaccare le meraviglie naturali dell’isola. Le Canarie, però, non sono le uniche isole spagnole a voler respingere le folle di turisti. Anche le Baleari, tra cui Maiorca e Ibiza, hanno imposto un giro di vite ai visitatori indisciplinati, implementando nuove regole per i vacanzieri, come ad esempio il limite di sei drink nei resort all-inclusive.
L’impegno di Tenerife per ridurre le emissioni
Nell’ambito della gestione dell’impatto ambientale, il Ministero del Turismo e dell’Occupazione delle Isole Canarie ha partecipato alla COP28 a Dubai, ed è stata l’unica destinazione turistica spagnola a farlo. Alla conferenza, la ministra Jéssica de León ha illustrato una tabella di marcia per ridurre l’impronta di carbonio, tra cui uno strumento digitale gratuito per le imprese turistiche per misurare e ridurre le proprie emissioni.
Secondo Statista, nel 2022 più di 5,8 milioni di turisti si sono recati a Tenerife. Quasi tre milioni di questi provenivano da località al di fuori della Spagna. Un portavoce dei manifestanti ha affermato che gli spazi naturali dell’isola vengono distrutti dal turismo di massa, lamentando la costante presenza di cantieri che deturpano l’ambiente e la crescita vertiginosa dei costi degli immobili, in parte dovuta alla domanda di affitti per le vacanze.
Le richieste degli abitanti sono molteplici. Tra queste, che venga limitato il numero di coloro che si trasferiscono a tempo pieno sull’isola, così come gli acquisti di una seconda casa. Si chiede, inoltre, oltre all’introduzione dell’eco-tassa, anche quella di un tetto al numero di turisti che arrivano sull’isola. Tenerife, però, non è l’unica a voler mettere un freno al turismo di massa. Anche Lanzarote ha recentemente sconvolto i visitatori, quando ha annunciato di volersi spostare al turismo di qualità, mentre Barcellona ha visto aumentare le proteste contro l’alto numero di persone che visitano la città.