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Benvenuti nell’isola abitata più remota del mondo

Qual è l’insediamento abitato più remoto al mondo? Non può che trattarsi di un’isola, ovviamente sperduta nel bel mezzo dell’oceano. In particolare, si tratta di Tristan da Cunha: un nome che, probabilmente, alla maggior parte delle persone dice ben poco. Il posto più vicino dove trovare stabilmente altri esseri umani è ad oltre 2.000 km di distanza, e i contatti sono ridotti all’osso anche a causa delle carenti infrastrutture. Scopriamo qualcosa in più su questo vero e proprio eremo.

Tristan da Cunha, un luogo sperduto

Geograficamente parlando, Tristan da Cunha è un piccolo arcipelago situato nel cuore dell’oceano Atlantico, tuttavia è anche il nome con cui viene conosciuta l’isola più grande – nonché l’unica abitata. Le altre (l’isola Inaccessibile, le isole Nightingale e l’isola Gough) sono dei fazzoletti di terra del tutto inospitali, ed è qui che la natura ha preso il sopravvento. Ma torniamo a Tristan da Cunha: è un’isola vulcanica attiva, dal profilo piuttosto montagnoso, la cui vetta più alta è il Picco della Regina Maria che raggiunge i 2.000 metri di quota.

L’unica zona pianeggiante è anche quella che ospita la città di Edinburgh of the Seven Seas, capitale dell’arcipelago, ed è qui che si concentrano i poco più di 250 abitanti che vivono permanentemente sull’isola. La sua caratteristica principale è la lontananza dal resto del mondo: il primo insediamento abitato più vicino è l’isola di Sant’Elena, che si trova a quasi 2.400 km di distanza. Se parliamo invece della città continentale più vicina, dobbiamo arrivare nientemeno che a Città del Capo, in Sudafrica: sono ben 2.800 km di navigazione.

Oltre alla lontananza, la difficoltà principale nei collegamenti consiste nel fatto che Tristan da Cunha non possiede né un aeroporto né un porto. La si può raggiungere solo via mare, in 5-7 giorni di navigazione con partenza dal Sudafrica, e in ogni caso occorre sbarcare al largo e poi arrivare alla costa con piccole imbarcazioni da pesca. Senza contare che, se le condizioni climatiche sono avverse, l’isola può rimanere del tutto inaccessibile anche per mesi. Insomma, siamo davvero di fronte al luogo abitato più remoto del mondo.

La storia e le condizioni di vita a Tristan da Cunha

L’isola venne scoperta nei primi anni del ‘500 dal navigatore portoghese Tristão da Cunha, che le diede il suo nome – senza tuttavia esservi mai sbarcato. Le prime spedizioni avvennero solamente più di un secolo e mezzo dopo, ma non ci fu alcun vero tentativo di colonizzare l’isola fino all’800, quando gli inglesi vi spedirono una settantina di persone: solamente quattro di esse decisero di rimanere, tra cui William Glass, che viene considerato il vero fondatore dell’insediamento. Pian piano, altri coraggiosi si aggiunsero al piccolo centro abitato, sino ad arrivare ai poco più di 250 residenti attuali.

Vivere a Tristan da Cunha non è certo facile: l’isolamento è quasi totale, e la popolazione vive principalmente di pesca, agricoltura e allevamento. C’è però tutto quello di cui si può aver bisogno, tra cui un ospedale, due chiese, una scuola e un paio di locali di ritrovo. Curiosità: sull’isola è vietata l’immigrazione, sebbene i turisti siano ben accetti – almeno i pochi coraggiosi che sono pronti ad affrontare la traversata – e ci sia la possibilità di trasferirsi momentaneamente per lavoro. Naturalmente, i problemi non mancano. A partire dalla scarsità di risorse per arrivare alla salute: studiosi hanno notato una particolare diffusione di malattie genetiche dovute alla riproduzione in un ambiente estremamente ristretto di persone.

Di Admin

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