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Le location di “Napoleon”, dove Ridley Scott ha girato veramente il film

Il film di Ridley Scott celebra le gesta di uno dei personaggi più discussi al mondo, uno di quelli in grado di cambiare il corso della storia, in meglio o peggio a seconda del punto di vista. E il ruolo dell’Imperatore Napoleone, interpretato da un magistrale Joaquin Phoenix, premio Oscar per la sua interpretazione in “Joker”.

Il film “Napoleon” racconta l’ascesa e la sua caduta di Napoleone Bonaparte, passando per le vicende personali con la moglie Giuseppina, le battaglie politiche e militari, gestite con tattiche e strategie spesso visionarie ma anche vincenti.

Dov’è stato girato “Napoleon”

Al contrario di quanto si potrebbe pensare, il film “Napoleon” non è stato girato in Francia. Per girare le scene di Parigi, infatti, si è preferita un’altra location: l’Inghilterra. Per la cattedrale di Notre-Dame è stata scelta quella della cittadina di Lincoln, St. Mary’s Cathedral, la cui torre centrale è una delle più alte d’Europa.

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Fonte: IPA

Una scena di “Napoleon” con Joaquin Phoenix

Si tratta del perfetto prototipo di architettura gotica inglese, costruita nel Medioevo, su ordine dello stesso Guglielmo il Conquistatore.

Molte le dimore storiche che sono servite come set del film, sparse un po’ in tutte le contee. Nel Buckinghamshire è stata adoperata la Stowe House, una dimora del ‘600 ampliata nel corso dei secoli. Qui vi dimorò Luigi Filippo Alberto d’Orléans durante i suoi ultimi anni di vita dopo l’esilio.

Sempre nella stessa contea si trova un altro dei set del film: West Wycombe Park, una casa di campagna costruita a metà del ‘700, concepita come luogo di piacere per il libertino Sir Francis Dashwood.

Nell’Oxfordshire è stato scelto Blenheim Palace, una monumentale residenza di campagna inglese edificata nel XVIII secolo in stile barocco. All’origine era un regalo destinato a John Churchill, duca di Marlborough, da parte della nazione come ricompensa per le sue vittorie militari contro la Francia nel corso della guerra di successione spagnola. Il palazzo divenne presto il centro di intrighi politici. Il Palazzo rimase la residenza dei Churchill per tre secoli. Oggi è iscritto nella lista dei Patrimoni mondiali dell’umanità dell’Unesco.

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Fonte: 123rf

Blenheim Palace in Inghilterra

Nel West Sussex come location è stata scelta Petworth House che la moglie di re Enrico I d’Inghilterra donò al fratellastro, il Conte di Northumberland. Il nuovo proprietario fece subito rifare il grande giardino in stile elisabettiano.

Vi soggiornò anche il pittore romantico William Turner, il quale dipinse un quadro che aveva come soggetto proprio Petworth House. Ancora oggi, nella collezione d’arte della residenza sono comprese numerose opere di Turner oltre che opere di van Dyck e di Tiziano.

Nel Northamptonshire si trova un’altra dimora storica usata per le riprese di “Napoleon”, Boughton House, fatta costruire dal Duce di Montagu alla fine del 1600. La mansion è famosa per i suoi interni riccamente decorati, il mobilio e le tappezzerie ed è stata usata altre volte per riprese cinematografiche.

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La guida completa dei Mercatini di Natale in Italia

I Mercatini di Natale sono ormai un classico del periodo dell’Avvento in Italia. Sebbene possa sembrare una tradizione antica, radicata nella storia del nostro Paese, in realtà hanno una storia relativamente giovane rispetto al resto d’Europa.

L’Italia ha abbracciato questa tradizione, con il suo tocco unico e inconfondibile, solo negli ultimi decenni, ma oggi i Mercatini di Natale sono diffusi in tutto il nostro territorio, da Nord a Sud, anche se è in particolare nelle regioni del Trentino-Alto Adige e dell’arco alpino che hanno guadagnato maggiore fama.

La guida completa dei Mercatini di Natale d’Italia vi farà scoprire che oggi ne esistono in tutte le Regioni, ciascuno con la propria particolarità e autenticità.

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La foresta di Hoia Baciu, tra leggende e avvistamenti di UFO

È stata definita la foresta più inquietante del mondo e si è anche aggiudicata il soprannome di “Triangolo delle Bermuda della Transilvania”. Sulla foresta di Hoia Baciu aleggiano storie e leggende che fanno venire la pelle d’oca. C’è chi sostiene che sia la casa del diavolo, chi giura di aver visto dei fantasmi aggirarsi tra i suoi spettrali alberi sottili e ricurvi, chi addirittura ha raccontato di avvistamenti alieni. Se siete amanti del brivido e dei fenomeni paranormali, è senza alcun dubbio questa la vostra tappa perfetta in un viaggio in Romania.

Foresta di Hoia Baciu, tra storia e mito

Nell’immaginario collettivo la Transilvania viene subito associata al famigerato conte Dracula. Tuttavia, il celebre Castello di Bran non è l’unico luogo della regione che custodisce miti e leggende misteriose. Nei pressi di Cluj-Napoca, terza città della Romania nel nord-ovest del Paese, la foresta di Hoia Baciu sembra pronta a mettere alla prova anche i più scettici.

Si ritiene che esista fin dalla preistoria, scavi archeologici nell’area hanno infatti portato alla luce prove di insediamenti umani risalenti al Paleolitico. Anticamente, la foresta faceva parte del territorio dei Daci, una tribù tracia che abitò la regione dal 500 a.C. al 106 a.C. circa.

Il nome “Hoia Baciu” deriva da una leggenda locale. Si narra che un pastore di nome Baciu si fosse avventurato nella foresta con il suo gregge di 200 pecore, scomparendo senza lasciare traccia. Nessuno ha mai saputo che fine abbiano fatto l’uomo e i suoi animali, ma la foresta ha finito per portare il suo nome come un promemoria agghiacciante della sua natura enigmatica.

Paura e venerazione si sono alternati per secoli tra questi alberi. Nel corso della storia, la foresta di Hoia Baciu è stata per alcuni un luogo sacro dove venivano venerati gli spiriti della natura e gli antichi dei, per altri un posto maledetto, dimora del diavolo e scenario di fenomeni inspiegabili.

Ad aver ulteriormente alimentato la reputazione soprannaturale della foresta, che si estende per oltre 300 ettari nella periferia della città, sono i bizzarri alberi, ricurvi e sottili, che sembrano essere stati creati apposta per il set di un film horror. Ma ciò che la rende ancora più inquietante è la presenza di un’area perfettamente circolare dove non cresce nemmeno una pianta.

Le leggende della foresta “stregata” nel cuore della Transilvania

Varie e numerose le leggende che contribuiscono ad aumentare le suggestioni di cui è già naturalmente ricca la foresta di Hoia Baciu. Alcune delle storie più ricorrenti riguardano apparizioni di fantasmi, sparizioni misteriose e fenomeni paranormali. C’è chi dice che se ci si avventura nella foresta di notte ci si può imbattere negli spettri che si aggirano tra gli alberi, o addirittura vedere strane luci e oggetti non identificati sorvolare il bosco. Tra le storie più agghiaccianti c’è quella di una giovane ragazza scomparsa nella foresta, riapparsa cinque anni dopo, immutata e senza alcun ricordo degli anni trascorsi.

La foresta è balzata all’attenzione internazionale nel 1968 quando Emil Barnea, un tecnico di Cluj  ex ufficiale dell’esercito, affermò di avere avvistato un UFO mentre era in compagnia della fidanzata. L’uomo scattò una fotografia del presunto disco volante, diventata oggetto di controversie: secondo il direttore dell’osservatorio astronomico di Cluj sarebbe un pallone aerostatico ripreso da un’angolazione particolare, tuttavia alcuni esperti hanno negato questa possibilità e hanno giudicato la foto presumibilmente “autentica”.

Altrettanto nota è la storia del biologo Alexandru Sift, che dopo aver visitato da giovane Hoia Baciu, raccontò di aver avuto per due settimane febbre e strane ustioni su tutto il corpo. Il professore ha così trascorso la sua vita a indagare sui misteri della foresta, con l’intento di dare una spiegazione scientifica all’accaduto, studiando i fenomeni della luce e del magnetismo che avvengono in quest’area e fornendo un ricco archivio di fotografie dei fenomeni, andato però perduto parecchi giorni dopo la sua morte nel 1993.

Una delle attrazioni più famose della foresta di Hoia Baciu in Romania è la “Radura”, un’area circolare dove non crescono alberi, e dove si dice che si verifichino strani eventi. Gli scienziati hanno proposto diverse spiegazioni per il fenomeno, tra cui la possibilità che quel punto fosse un tempo il sito di un antico luogo di sepoltura o che la composizione del terreno sia inadatta alla crescita delle piante. Spiegazioni che però non sembrano aver convinto gli abitanti del posto, persuasi che questo cerchio sterile sia maledetto e che chi vi entra possa essere colpito da energia negativa.

Ma non è finita qui: di recente, una delle pagine social dedicate alla località infestata ha riportato che nel cuore della notte, alcune persone a caccia di misteri irrisolti hanno realizzato diversi scatti che testimonierebbero l’esistenza di esseri non identificati, dall’aspetto non umano.

Foresta di Hoia Baciu oggi: cosa fare e vedere

A questo punto non ci sarebbe nemmeno bisogno di sottolineare che la foresta “stregata” di Hoia Baciu offre un’esperienza senza precedenti. Che siate amanti del brivido, appassionati di storia, di fauna selvatica o investigatori del paranormale, in questo bosco unico nel suo genere ce n’è davvero per tutti i gusti.

Nonostante la sua reputazione di luogo infestato e misterioso, la foresta di Hoia Baciu è innanzitutto un sito di bellezza naturale e biodiversità. Tanti gli sforzi per proteggere questa attrazione custodita nel cuore della Transilvania e il suo ecosistema unico, così che anche le generazioni future possano apprezzare il suo fascino indescrivibile.

Con un’estensione di 3 chilometri quadrati, la foresta di Hoia Baciu offre un ampio e variegato spazio per escursioni indimenticabili, con sentieri che si snodano attraverso boschi fitti e radure aperte. Durante il cammino, si può avvistare l’incredibile fauna selvatica del posto, imbattendosi in una serie di alberi dalle forme bizzarre, che aggiungono un ulteriore livello di mistero al viaggio.

Chiaramente, oggi la foresta di Hoia Baciu è una destinazione popolare per i visitatori in cerca di un contatto con l’ignoto, che desiderano vivere un’avventura al di fuori del comune. Il suggerimento è di affidarsi a guide esperte, che offrono l’opportunità di esplorare in tutta sicurezza l’inquietante bellezza della foresta e di conoscerne ogni segreto, ascoltando la sua storia e le sue leggende più da vicino.

Alcune compagnie turistiche offrono anche escursioni notturne, per permettere ai più temerari amanti del brivido l’opportunità di sperimentare l’atmosfera agghiacciante della foresta al calar del sole. Una volta qui, tenete gli occhi ben aperti in direzione del cielo: potreste scorgere fenomeni inspiegabili, come strane luci o forme simili a dischi volanti.

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Natale nell’Isola che non c’è: una fiaba magica da vivere

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Inghilterra, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Il Paese del Regno Unito, infatti, è un concentrato di meraviglie che incantano e sorprendono a ogni passo compiuto e che meritano di essere scoperte e riscoperte. Patria di Shakespeare e dei Beatles, è sede di una delle capitali europee più affascinanti del mondo intero e poi, ancora, del grande e suggestivo complesso di Stonehenge e delle terme romane di Bath.

Raggiungere il Paese, dicevamo, è sempre un’ottima idea. Ma farlo adesso vuol dire concedersi una delle esperienze più straordinarie di una vita intera. All’ombra della capitale scintillante, che già a partire da novembre si è abbigliata a festa per celebrare l’Avvento, esiste infatti un castello delle meraviglie che è stato trasformato nella sede di una delle storie più belle che hanno influenzato la nostra infanzia.

Ci troviamo a Castle Howard, una meravigliosa residenza di campagna che con gli anni si è trasformata in una delle attrazioni turistiche più popolari della contea del North Yorkshire. È proprio qui che la fiaba di Natale ha preso vita nel castello: l’esperienza è davvero magica.

Peter Pan è arrivato a York

Se avete in mente di organizzare un viaggio al di fuori dell’ordinario in occasione dell’arrivo di Natale, allora non potete non inserire nel vostro itinerario di viaggio una visita alla contea del North Yorkshire. Ci troviamo a venti chilometri da York, al cospetto di una delle più grandi dimore private di tutta l’Inghilterra che affonda le sue origini nel XVIII secolo.

Stiamo parlando di Castle Howard, una residenza di campagna che non è propriamente un castello, anche se le sue fattezze monumentali richiamano proprio gli edifici che da sempre popolano l’immaginario fiabesco. Se vi sembra di aver già visto l’edificio non vi sbagliate: la residenza, infatti, ha fatto da sfondo a diverse pellicole e serie televisive britanniche, nonché alla prima stagione di Bridgerton dove è apparsa come Clyvedon House, dimora del duca Hastings.

Perché vi consigliamo di visitare Castle Howard, durante il periodo dell’Avvento, è presto detto. A quanto pare, infatti, la piccola fata alata Campanellino, fedele amica di Peter Pan, ha sparso la polvere fatata sulle stanze della casa trasformando il castello in una fiaba di Natale tutta da vivere e da condividere.

Christmas in Neverland, Christmas in Neverland, l'isola che non c'è a Castle Howard

Fonte: Getty Images

Christmas in Neverland, Christmas in Neverland, l’isola che non c’è a Castle Howard

Natale nell’Isola che non c’è: una fiaba da vivere

Christmas in Neverland, è questo il nome dell’evento più magico e suggestivo di questo Natale, quello che ha già preso vita all’interno delle stanze della residenza di campagna del North Yorkshire. Il nome, altro non è che un preludio all’esperienza che si andrà a vivere: grandi e bambini potranno vivere una favola straordinaria nell’Isola che non c’è.

Per l’occasione, la casa si è trasformata nel regno di Peter Pan. Decorazioni sontuose, luci scintillanti, installazioni creative e proiezioni evocano tutti quegli scenari che ci hanno accompagnato durante l’infanzia e che renderanno reale un mondo che, fino a questo momento, è sempre stato confinato solo alla fantasia.

Un’esperienza unica e straordinaria che passa per percorsi che travolgono e sconvolgono i sensi e che al contempo consentono di immergersi in tutta la magia del Natale. Sì perché a Castle Howard non ci sono solo Peter Pan, Campanellino, Wendy e Capitan Uncino ad attendere gli ospiti, ma anche Babbo Natale con la sua corte presente con un unico scopo: quello di trasformare i sogni di grandi e bambini in realtà.

L’evento, inaugurato l’11 novembre, durerà fino al 7 gennaio. I biglietti partono da 20 euro a persona. Per raggiungere il castello fatato vi basterà prendere la seconda stella a destra e proseguire dritto fino a Castle Howard.

Christmas in Neverland, la fiaba di Natale a  Castle Howard

Fonte: Getty Images

Christmas in Neverland, la fiaba di Natale a Castle Howard
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Vuoi un feed scintillante? Ecco i luoghi italiani più instagrammabili a Natale

C’è qualcosa di magico che accade intorno a noi, proprio adesso che il calendario segna l’arrivo di dicembre. Le luci delle strade, dei quartieri e delle piazze di tantissime città sono state accese mostrando decorazioni sontuose, alberi maestosi e scenografie da fiaba. È il miracolo del Natale che prende vita in ogni angolo e che trasforma il periodo dell’Avvento in una storia incantata tutta da vivere e da condividere.

È questo il momento perfetto per organizzare nuovi e straordinari viaggi. I luoghi da raggiungere sono tantissimi, ma non c’è bisogno di allontanarsi poi così tanto perché anche il nostro Paese si è appropriato dello spirito natalizio mostrandoci il suo volto più bello.

E se è in Italia che volete restare questo dicembre, allora abbiamo tutta una serie di destinazioni da proporvi. Non luoghi qualunque, ma città e borghi scintillanti che vi permetteranno di illuminare il vostro feed e fare il pieno di like. Prendere carta e penna e segnate gli indirizzi: questi sono i luoghi italiani più instagrammabili a Natale.

I luoghi più instagrammabili a Natale si trovano in Italia. Ecco dove

Nella ricerca delle destinazioni da raggiungere al più presto, per toccare con mano tutta la magia dell’Avvento, ci viene in aiuto la start up Pastbook che ha selezionato le città e i borghi italiani più instagrammabili a Natale da fotografare, condividere sui social e, perché no, da stampare.

Nella lista troviamo luoghi iconici e celebri che da anni sono raggiunti da viaggiatori provenienti da ogni dove, ma anche delle piacevoli e inedite sorprese da aggiungere al più presto nelle nostre travel wish list. Stiamo parlando di Piazza Duomo, Milano, con il suo albero di Natale scintillante, la via di San Gregorio Armeno con i presepi conosciuti in tutto il mondo e poi, ancora, i mercatini di Natale di Bolzano e il suggestivo e affascinante borgo di Bard.

Da Nord a Sud, infatti, le città e i borghi che conosciamo in questo periodo si abbigliano di meraviglia. Luci, decorazioni, addobbi, mercatini ed eventi trasformano piazze e quartieri in cartoline incantate che regalano le esperienze più belle di sempre. Ecco i luoghi da raggiungere adesso.

I Presepi di San Gregorio Armeno, Napoli

Fonte: iStock/piola666

I Presepi di San Gregorio Armeno, Napoli

Prepara lo smartphone e cattura la magia in queste destinazioni d’Italia

Ma quali sono i luoghi da raggiungere al più presto per fare incetta di bellezza con lo sguardo e con lo smartphone? Tenendo conto degli hashtag più popolari diffusi su Instagram, Pastbook ha rivelato la lista delle destinazioni natalizie da immortalare per avere un feed social unico e scintillante.

Il viaggio comincia da Milano, dove ad attendere i viaggiatori c’è l’albero di Piazza Duomo: un tripudio di luci e di colori che incanta e meraviglia. Seguono poi le decorazioni luminose della capitale che trasformano Roma in una cartolina incantata in cui perdersi e immergersi. Gli indirizzi da segnare in agenda, e da raggiungere, sono Piazza di Spagna, Via Condotti e Via del Babuino.

Immancabili sono i presepi di San Gregorio Armeno, quelli celebri in tutto il mondo e raggiunti ogni anno da migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Qui, tra le viuzze del cuore storico di Napoli, è possibile immergersi nella tradizioni presepiale più autentica, fare shopping e scattare istantanee di immensa bellezza.

A poco meno di un’ora dal capoluogo campano troviamo Salerno con le sue Luci D’artista. A partire dalla fine di novembre, e per tutto il periodo dell’Avvento, la città si trasforma in un museo incantato a cielo aperto fatto di luci e colori.

Ci spostiamo adesso a Bolzano e più precisamente a Piazza Walther che, in questo periodo, si anima come non ha fatto mai. Tutto merito del Christkindlmarkt, uno dei mercatini di Natale più suggestivi d’Italia. Aguzzate bene la vista e preparate lo smartphone per fotografare ogni angolo della piazza.

Nella lista dei luoghi più instagrammabili d’Italia troviamo anche Matera con il suo presepe vivente e il borgo medievale di Bard che a dicembre si trasforma in un villaggio incantato. Seguono, infine, il borgo di Scanno con i suoi mercatini nel centro storico e Castelmezzano, un paese-presepe tutto da vivere e fotografare.

Borgo di Scanno

Fonte: iStock

Borgo di Scanno
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Castello Maniace, gioiello siciliano affacciato sul mare

Siracusa è una bellissima città che si sviluppa sulla costa ionica della Sicilia. Una località nota soprattutto per le rovine che risalgono a tempi assai antichi. Certo, sono tantissime e dal valore inestimabile, ma a svettare nei cieli di questa città è anche un’architettura militare le cui importanza e bellezza sono inestimabili: il Castello Maniace.

Cosa aspettarsi

Il Castello Maniace non è una struttura da prendere sottogamba: è uno dei più importanti monumenti del periodo svevo della città e anche uno dei noti manieri federiciani.

Contando ben otto secoli di età, è una fortezza in pietra che si fa spazio nell’incantevole Isola di Ortigia ed è stata costruita con lo scopo di proteggere questa antica città siciliana. In principio era una residenza imperiale, mentre a partire dal XVI secolo è stata utilizzata anche come avamposto militare proteso nel Mediterraneo.

Ma non sono solo l’imponenza e la bellezza del Castello Maniace a colpire il visitatore che arriva a Siracusa. È anche la sua particolare storia che si intreccia con quella di due statue di ariete in bronzo.

Il bellissimo Castello Maniace

Fonte: iStock

L’imponenza del Castello Maniace

La storia delle statue di ariete in bronzo

La realizzazione di questo magnifico castello svevo risale al periodo tra il 1232 e il 1240 e, nel corso di tutti i secoli a venire, è stato teatro e sede di diversi eventi storici. Tra i più interessanti non possiamo non citare che proprio qui, nel 1300, Roberto d’Angiò e Federico d’Aragona firmarono una tregua.

Ma è ciò che è avvenuto nel 1448 che desta particolare interesse, perché collegato a due statue di arieti in bronzo di epoca greca.

Quando il Castello Maniace venne ultimato, ai lati del portale di ingresso erano stati inseriti due arieti in bronzo. Una di queste statue è andata perduta, mentre l’altra è ancora oggi conservata presso il Museo Archeologico Salinas di Palermo. Delle riproduzioni sono presenti anche attualmente alle porte del maniero, ma sono le statue originali che hanno una storia che si plasma perfettamente con quella del castello.

Il re Alfonso il Magnanimo inviò a Siracusa il comandante Giovanni da Ventimiglia perché voleva tentare di calmare le rivolte organizzate da alcuni baroni siracusani. Durante la sua missione il militare decise di organizzare un banchetto in cui invitò i nobili che riteneva i principali responsabili di questi disordini.

Tuttavia, non era di certo un appuntamento gentile: i signoroni vennero decapitati durante i pasti. Per il re questa azione di Giovanni da Ventimiglia fu da premiare perché simbolo di grande fedeltà. Fu così che il soldato ricevette in dono questi due arieti che però fece portare nel suo castello di Castelbuono, un bellissimo comune siciliano in provincia di Palermo.

Nel 1485, però, i Ventimiglia si ribellarono al Re e per questo vennero esiliati. Gli arieti vennero quindi confiscati e sistemati a Palermo, prima a Palazzo Steri e poi al Castello a mare. Ma il viaggio degli arieti in bronzo non terminò lì perché, nel 1735, furono trasferiti a Napoli, per poi ritornare a Palermo dove vennero inseriti all’interno del Palazzo Reale.

Bisogna poi arrivare al 1848, anno in cui una cannonata distrusse una delle due statue che, conseguentemente, venne fusa. L’altra, che per fortuna subì solo alcuni danni, venne restaurata e donata al Real Museo Archeologico di Palermo (oggi Museo Archeologico Salinas) da re Vittorio Emanuele II.

La visita al Castello Maniace

Tutto inizia da uno spiazzo che, in un’epoca che oggi risulta molto lontana, fungeva da cortile. Subito dopo si incontra un ponte in muratura che è stato innalzato al posto di un ponte levatoio risalente all’epoca spagnola.

Si arriva poi al portale del magnifico Castello Maniace, che ammalia il visitatore perché fatto in marmo e perché pregno di meravigliosi decori. Alto circa 12 metri, si presenta a chi decide di varcarlo come una struttura massiccia.

Come visitare il Castello Maniace

Fonte: iStock – Ph: Rimbalzino

L’interno del bellissimo Castello Maniace

Gli interni, dal canto loro, sono davvero emozionanti. Ne sono un esempio la sala ipostila e la sala delle colonne, così come le due piccole sale espositive, una che spiega l’evoluzione storica di questo maniero, e l’altra che mostra i ritrovamenti degli scavi archeologici e alcune riproduzioni dei due bellissimi arieti di bronzo.

Da non perdere, infine, è una passeggiata sulle mura della fortezza che permette di godere di una straordinaria veduta sul mare e sulla città di Siracusa.

Cos’altro vedere a Siracusa

Siracusa, con i suoi quasi 2800 anni suonati, è sede di tantissimi tesori da scoprire. Ci sono teatri greci, rovine romane, misteriose grotte, castelli normanni, chiese gotiche e bizantine e anche edifici modernissimi.

Oltre al Castello Maniace, da non perdere è il sui favoloso Duomo, ovvero la più importante architettura religiosa della città. Sorge nella parte più elevata dell’Isola di Ortigia, ed è la culla di una delle più belle facciate di tutta la Sicilia.

Estremamente interessante è anche Fonte Aretusa che è un’antica sorgente d’acqua dolce che dà vita a un piccolo laghetto semicircolare in cui crescono delle piante davvero particolari: quelle di papiro.

Poi ancora il suggestivo Palazzo Beneventano del Bosco che è persino uno dei più importanti esempi di architettura barocca in Sicilia.

Se volete vivere un po’ di romanticismo siciliano, invece, dovete concedervi una piacevole passeggiata presso il Lungomare Alfeo che accarezza la costa di Ortigia.

Gli amanti della storia antica devono assolutamente fare un salto presso il Parco Archeologico della Neapolis che si distingue per essere un sito di grandissima importanza. Proprio qui, infatti, svettano alcuni dei monumenti più importanti della città.

Uno di questo è il Teatro Greco che è abilmente scolpito nella roccia del colle Temenite e dove sono ancora leggibili alcune iscrizioni in greco con al centro il nome di Zeus.

Straordinario è anche l’Orecchio di Dionisio, una grotta artificiale alta 23 metri che offre un’acustica fenomenale: si narra che il tiranno Dionisio potesse ascoltare dall’esterno le parole dei prigionieri che ai suoi tempi erano rinchiusi nella grotta.

Infine – ma a dire il vero Siracusa ha molto altro da offrire – la Grotta dei Cordari, un’altra cava sotterranea che oggi è stata trasformata in un’attrazione turistica in cui scoprire diversi ambienti e ammirare bellissime sculture realizzate dai maestri scalpellini dell’epoca.

Siracusa cosa vedere
Piazza del Duomo a Ortigia, Siracusa
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La compagnia aerea low cost che ritira il bagaglio a casa o lo porta a destinazione

Avete mai desiderato che, in fatto di viaggi in aereo, fosse disponibile l’opzione di ritiro del bagaglio a domicilio per poi ritrovarlo direttamente a destinazione? Se è così probabilmente avete anche pensato che un servizio come questo fosse riservato ai viaggi di lusso. Ma la verità, stando a un recente articolo di TTG Italia, è che non è così: una nota compagnia aerea low cost sta mettendo a piano questo servizio per tutti i suoi clienti.

easyJet pronta a ritirare il bagaglio a casa

Come si può leggere sul giornale dedicato agli operatori del turismo, la compagnia britannica a basso costo, easyJet, sta pensando a un servizio che possa rendere il viaggio dei suoi passeggeri quasi completamente privo di pensieri e preoccupazioni.

E lo fa proponendo un nuova opzione, ovvero la possibilità di richiedere il ritiro del bagaglio a domicilio per poi vederlo consegnato direttamente a destinazione. Certamente ci sarà un costo aggiuntivo, ma senza ombra di dubbio l’esperienza di viaggio sarà superiore, più comoda e più leggera.

Inizialmente questa interessante possibilità sarà esclusivamente sperimentale, e quindi disponibile solo nei collegamenti da Londra Gatwick e Ginevra. Tra queste due mete europee, quindi, si potrà acquistare il ritiro a domicilio e la consegna del bagaglio a destinazione.

Se dovesse ottenere i risultati che la compagnia low cost si è prefissata, potrebbe quindi diventare una nuova interessante offerta della compagnia aerea britannica, che potrebbe poi essere emulata anche da altri vettori.

Perché potrebbe essere un’alternativa valida

In questi ultimi tempi le compagnie aeree low cost che operano in Europa sono sotto il mirino delle istituzioni a causa dei costi di alcuni servizi che, in realtà, dovrebbero essere compresi nel prezzo del biglietto. Recentemente infatti, il Parlamento europeo ha approvato la proposta per la gratuità del bagaglio a mano, a condizione che siano stabiliti a livello comunitario degli standard ragionevoli in termini di peso, dimensioni e sicurezza.

Una mossa che consentirebbe di regolamentare il potere delle compagnie aeree che, in molte circostanze, applicano costi aggiuntivi ai biglietti in modo del tutto arbitrario. Il motivo per cui il bagaglio a mano non può e non deve rappresentare un servizio aggiuntivo a pagamento è molto semplice: è un elemento indispensabile del trasporto passeggeri.

Ma non sono solo le compagnie che operano in Europa a veder presi dei provvedimenti nei loro confronti. Anche negli Stati Uniti, per esempio, è da tempo partita una battaglia contro il posto a pagamento per poter avere i propri famigliari (in particolare i minori) seduti vicino a bordo.

Per le varie aereolinee bloccare il pagamento di questi servizi rappresenterebbe una perdita notevole in termini economici. Per questo motivo, la trovata di easyJet di istituire un servizio che prevede la possibilità di farsi ritirare il bagaglio a casa propria, per poi vederselo consegnare a destinazione, potrebbe rivelarsi particolarmente interessante. Anche perché, oltre a essere un’alternativa valida, in qualche maniera mira a un pubblico che generalmente non preferisce le compagnie aeree low cost per i propri spostamenti.

Sarà la sperimentazione, quindi, a rivelarci se easyJet ha davvero imboccato una nuova fruttuosa strada oppure no.

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Sono questi i migliori ristoranti d’Italia quest’anno

Due ristoranti con tre stelle Michelin, il massimo riconoscimento che si possa ottenere, per la prima volta nella storia della Guida Michelin in Italia, mentre salgono da undici a 13 i tre stelle italiani; 26 ottengono la prima stella e cinque la seconda.

L’edizione 2024 della Guida Michelin presentata a Brescia premia anche quest’anno l’eccellenza della ristorazione italiana, aggiungendo alla già folta schiera di chef – la maggior parte giovani – altre dieci stelle passando così da 385 a 395.

Le novità della Guida Michelin 2024

I nuovi ristoranti tre stelle Michelin

Si accendono nuove stelle sui ristoranti italiani. Il già stellato chef altoatesino Norbert Niederkofler ottiene le tre stelle per il ristorante di Brunico Atelier Moessmer Norbert Niederkofler.

Inoltre, dopo tanti anni le tre Stelle tornano nel Sud con il ristorante Quattro Passi di Nerano, sulla Costiera Amalfitana, della famiglia Mellino. In totale la Guida Michelin 2024 conta 13 ristornati tri stellati.

I nuovi ristoranti due stelle Michelin

Le due stelle Michelin sono più numerose e le hanno ottenute ben cinque ristoranti italiani: La Rei Natura di Serralunga d’Alba dello chef Michelangelo Mammoliti, il George Restaurant sul rooftop del Grand Hotel Parker’s di Napoli e Piazzetta Milù della famiglia Izzo a Castellammare di Stabia, sempre in Campania. Due ristoranti due stelle Michelin sono a Milano: Verso Capitaneo dei fratelli Capitaneo e Andrea Aprea, all’ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati. In totale la Guida Michelin 2024 conta 40 ristoranti bi stellati.

I nuovi ristoranti una stella Michelin

Sono 26 i nuovi ristoranti che hanno ottenuto una stella Michelin e sono distribuiti in tutte le regioni d’Italia. Andiamo in ordine: in Lombardia ce ne sono ben cinque nuovi di stellati e si tratta di Horto aperto da Norbert Niederkofler a Milano, del ristorante La Coldana di Lodi, Il Fagiano a Fasano del Garda, di Contrada Bricconi a nel borgo di pietra di Oltressenda Alta in Val Seriana e del locale Sui generis di Saronno.

Quattro ristoranti sono invece in Sicilia e sono il Votavota a Marina di Ragusa, il Crocifisso di Noto, il Cortile Spirito Santo a Siracusa e Il Bavaglino, ricavato in un ex edificio per la salatura del pesce a Terrasini. Quattro anche in Toscana: Il Visibilio a Castelnuovo Berardenga, il Saporium Firenze nel Capoluogo toscano, La Magnolia nell’hotel Lord Byron di Forte dei Marmi e Osmosi, in una cascina storica di Montepulciano.

In Campania ce ne sono tre, Alici dell’hotel Borgo Santandrea di Amalfi, il Bluh Furore, sotto la “bandiera” di chef Enrico Bartolini, affacciato sul fiordo, e Un piano nel cielo di Leopoldo Elefante a Praiano. Tre nuovi anche in Umbria, che raddoppia il numero di ristoranti stellati in un sol colpo: Ada, nel centro storico di Perugia, Une, ricavato in un antico mulino a Capodacqua, una frazione di Foligno, ed Elementi, di chef Andrea Impero nell’albergo Borgobrufa a Torgiano.

Due si trovano in Liguria ovvero il Marin al Porto Antico di Genova e il Vignamare ad Andora. Altrettante nuove stelle sono andate al Veneto con i ristoranti Nin a Brenzone sul Garda e Vite all’intero del Treviso Arts District di Lancenigo.

Uno solo nuovo in Emilia-Romagna, e si tratta di Casa Mazzucchelli a Sasso Marconi, così come in Trentino, il Dolomieu di Madonna di Campiglio, una piccola stube di legno di rovere con soli sei tavoli, e in Valle d’Aosta con il Wood di Cervinia. guidato da una chef proveniente dalla Lapponia svedese e un nuovo ristorante con una stella c’è anche a Roma, l’Orma Roma del celeberrimo chef di origine colombiana Roy Caceres. In totale, la Guida Michelin 2024 conta 342 ristoranti con una stella Michelin.

 

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Borghi Umbria Viaggi

Nocera Umbra, il cuore affascinante della città delle acque

Il Monte Subasio sorveglia dall’alto buona parte dell’Umbria. Se da un lato offre le proprie pendici alle bellezze di Assisi, infatti, dall’altra incombe con il suo portamento su Gubbio e su Nocera Umbra.

Arroccata in cima ad un colle lambito dal fiume Topino, Nocera è conosciuta come la città delle acque per le numerose fonti di acqua minerale di ottima qualità. Già dalla fine del medioevo il borgo era destinazione dell’aristocrazia regionale per sfruttarne gli stabilimenti termali.

Si tratta di un insediamento antichissimo. Se il borgo trae le proprie origini dalle popolazioni umbre, infatti, studi archeologici hanno svelato che il territorio nocerino era abitato fin dalla preistoria.

Nella sua storia lunga millenni, Nocera Umbra recita un ruolo da fenice. Distrutta più volte per mano dell’uomo e della natura, ha saputo sempre risorgere e ritornare a splendere. E così è oggi: nel 1997 un terremoto di sesto grado della scala Richter ha devastato il centro storico del borgo, ma dopo quasi vent’anni di ricostruzione e risanamento è oggi di nuovo aperto al turismo. Nel 2021 Nocera Umbra è divenuto uno dei Borghi più belli d’Italia.

Nocera, la fenice umbra

Supunna. Così chiamavano il fiume Topino le popolazioni umbre provenienti da Camers, l’antica Camerino, che fondarono Nocera Umbra. Il fiume era divinizzato e faceva parte di un largo pantheon di una religione diffusa in tutta la regione umbro-marchigiana, che venne poi pian piano sostituita da quelle romane.

Quando i Romani assoggettarono gli Umbri la città prese il nome di Nuceria Camellaria, importante snodo lungo la via Flaminia che permise la fioritura del borgo.

Fu poi alla caduta dell’impero che iniziarono i guai per Nocera. I Goti di Alarico distrussero totalmente la città nei primi anni del V secolo. La stessa popolazione tornò a saccheggiarla nel 552, mentre nel 571 fu occupata dai Longobardi. Assoggettata al ducato di Spoleto, fu fortificata prima dell’anno Mille. La città medioevale tornò a fiorire: dentro la cinta delle sue mura vivevano circa tremila abitanti. Ciononostante, nel 1248 venne nuovamente distrutta nel corso del conflitto tra guelfi e ghibellini per mano dell’imperatore Federico II, che incendiò l’intero borgo dopo averlo preso. Nel 1279 un violento terremoto rase al suolo ciò che era stato ricostruito.

Nocera Umbra veduta

Fonte: Lorenzo Calamai

Nocera Umbra, il Campanaccio colpito dalla tiepida luce autunnale

Dalla metà del XV secolo fu parte dello Stato della Chiesa fino all’Unità d’Italia, perdendo la propria importanza e diventando sempre più subalterna rispetto agli altri borghi dell’area perugina.

Detto del terremoto del 1997, la storia di distruzioni e ricostruzioni che ha contraddistinto il borgo rimane un marchio di fabbrica che coniuga l’antichità delle sue forme architettoniche con un’atmosfera di rinnovamento, l’affascinante aria di immobilità della storia con la moderna vitalità della sua popolazione.

Le acque di Nocera

Fin dal Rinascimento Nocera Umbra è stato un luogo rinomato soprattutto per la qualità dell’acqua delle sue innumerevoli sorgenti. In Germania, in Portogallo, a Costantinopoli dove venne esportata a partire dal Seicento e pure nel nuovo mondo: il potere curativo delle acqua di Nocera era noto in tutto il mondo.

Merito anche della frase di Francesco Redi, uno dei più grandi scienziati del XVII secolo, che oggi campeggia scolpita nella pietra all’ingresso del centro storico, presso la fonte a fianco della Porta Vecchia: “Portatemi dell’acqua di Nocera. Questa è buona alla febbre e al dolor colico, guarisce la renella e il mal di petto. Fa diventare allegro il malinconico, l’appigionasi appicca al cataletto, ed in ozio fa star tutti i becchini.”

Nocera Umbra fonte

Fonte: Lorenzo Calamai

L’iscrizione con le parole di Francesco Redi, a testimonianza delle qualità salutari dell’acqua di Nocera Umbra

Tre le principali sorgenti: l’Angelica, la più antica e celebre, presa come campione di riferimento nella misurazione della bontà delle acque minerali; la sorgente Flaminia, che sgorga in località Le Case, ed è oggi imbottigliata e messa in commercio; la sorgente del Cacciatore, o del Centino, vicino alla località Schiagni, ha invece particolari qualità terapeutiche e termali.

Un tour del centro storico

Dopo aver compreso le radici storiche e culturali di Nocera Umbra è il momento di addentrarsi nel reticolo di vicoli che caratterizzano il centro storico, riportato al suo antico splendore dai lunghi lavori di ristrutturazione seguiti al sisma del 1997.

Il borgo è sostanzialmente diviso in due: da una parte il centro storico, chiuso dalla cinta muraria e arroccato nella zona più alta della collina dove sorge Nocera; dall’altra l’abitato moderno. L’accesso all’interno delle mura si può effettuare da Piazza Umberto I, dove si trova la Porta Vecchia, affiancata da due fontane.

Il centro storico è caratterizzato dalla tipica pianta medievale di un insediamento con funzioni difensive: vicoli concentrici conducono fino alla rocca alla sommità del paese. Oltrepassata la porta si percorre dunque la salita lastricata della via principale dell’antico borgo, fino ad arrivare in Piazza Caprera, il nucleo vero e proprio di Nocera.

Nocera Umbra piazza Caprera

Fonte: Lorenzo Calamai

Piazza Caprera, la Chiesa di San Francesco

Lo spazio è stretto fra la signorile facciata del Municipio e quella austera della Chiesa di San Francesco, nata nel Trecento e rinnovata più volte nei secoli successivi. Oggi la Chiesa, che possiede i classici stilemi del romano-gotico, è stata trasformata nella Pinacoteca comunale, visto che ospita alcune importanti opere pittoriche. È decorata dai notevoli affreschi di Matteo da Gualdo, illustre artista umbro della metà del Quattrocento, autore anche della grande pala d’altare. Esemplare del suo stile l’Incontro fra Gioacchino e Anna alla Porta Aurea che si può ammirare nella chiesa.

Fonte: Valentina.desantis – CC BY-SA 3.0

Particolare de L’incontro di Gioacchino ed Anna di Matteo da Gualdo nella Chiesa di San Francesco a Nocera Umbra

Il museo ospita anche le opere del folignate Nicolò Alunno, insieme a Pinturicchio e Perugino l’altro artista del Rinascimento umbro ad essere ricordato da Giorgio Vasari ne Le Vite, del Maestro di San Francesco e della scuola di Cimabue. Inoltre sono presenti reperti di epoca romana e il monumento funebre di Varino Favorino da Camerino, vescovo noto per aver pubblicato uno dei primi dizionari di lingua greca e di essere stato precettore dei papi Medici a Firenze.

Girando a destra rispetto all’arrivo in Piazza Caprera, si percorre Via Rinaldi, la strada che collega la Chiesa di San Francesco con il trittico di edifici che rappresenta il compimento del climax di questa ascesa alla rocca cittadina.

Oggi la rocca di Nocera Umbra non esiste più, ma permane il Campanaccio, la tozza torre quadra che caratterizza le vedute dall’esterno del borgo. Risale all’XI secolo e dalla terrazza antistante si gode di una veduta sulla sottostante Valle del Topino. È affiancata dal portale della Concattedrale dell’Assunta, antico duomo del X secolo inglobato nella cinta muraria, dall’affascinante aspetto esterno, contemporaneo negli interni, e dal Palazzo Vescovile, ottocentesco.

Nocera Umbra il portale della Concattedrale dell'Assunta

Fonte: Lorenzo Calamai

Il portale della Concattedrale dell’Assunta a Nocera Umbra

Infine meritano una visita diversi altri scorci del borgo, dove vale la pena perdersi esplorando l’arzigogolato reticolo di vicoli. Si potrà scoprire così la circolare Piazza Torre Vecchia, che deve il suo toponimo ad un edificio non più esistente di cui rimane il tracciato sul pavimento della piazza, o la Chiesa di San Filippo, nei cui dintorni si respira pienamente l’aria medievale di Nocera, fra vecchi pozzi, portici e lavatoi che ne contornano la costruzione.

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Liguria anche in inverno: nasce una rete di destinazioni per il fuori stagione

La splendida Riviera Ligure, con le sue spiagge da sogno e un mare cristallino, è una delle mete preferite per le vacanze estive. E il resto dell’anno? Nasce una nuova rete di destinazioni per esplorare questa regione anche nei suoi angoli più remoti, e soprattutto fuori stagione. Andiamo alla scoperta di un progetto che potrebbe fare della Liguria una delle prossime destinazioni invernali più amate dai turisti.

Ligurian Riviera, il nuovo progetto

È tempo di dimenticare quella netta categorizzazione delle vacanze che, in fondo, ci è venuta un po’ a noia: d’estate ci si diverte al mare e, al massimo, ci si concede un pic nic in montagna, mentre in inverno si attende con ansia la riapertura degli impianti sciistici. Quelle che sono le tipiche località stagionali possono ora contare su un nuovo turismo, che va alla ricerca di esperienze da vivere anche se il clima non è quello più propizio. E ciò vale ancora di più per quelle regioni che, per conformazione geografica, hanno sempre attirato un tipo di viaggiatori, come la Liguria.

Le sue spiagge sono prese di mira da maggio a settembre, per poi finire troppo spesso nel dimenticatoio, sino all’estate successiva. Ma in Liguria c’è molto di più da scoprire: nasce così Ligurian Riviera, una rete di destinazioni e di attività perfette anche per il fuori stagione. L’obiettivo è quello di ridurre il divario tra estate e inverno, per favorire il turismo e gli operatori del settore, attirando nuovi visitatori con esperienze che nulla hanno a che vedere con il mare. Scopriamo qualcosa in più su questo interessante progetto.

Cosa fare in Liguria fuori stagione

Ligurian Riviera vuole incentivare il turismo fuori stagione, per mostrare luoghi inediti di una regione davvero ricca di sorprese. Probabilmente, tra i primi a sfruttare questa nuova tipologia di vacanza ci saranno i “vicini” piemontesi e lombardi, che potranno approfittare di qualche giorno di relax per andare alla scoperta delle bellezze liguri. Si tratta dunque, almeno in un primo momento, di un mercato di prossimità che si concentrerà su soggiorni brevi nei weekend o vacanze in smartworking. Quali sono invece le esperienze e le destinazioni che avranno più successo?

Iniziamo col dire che alla rete Ligurian Riviera potranno aderire le strutture ricettive, i ristoranti, i produttori agroalimentari, i centri benessere, le guide turistiche e ambientalistiche, ma anche tutti quegli operatori che promuovono sport, escursioni e attività outdoor: si tratta dunque di un vero e proprio “mondo” tra cui scegliere le proprie esperienze preferite, per una vacanza davvero personalizzata. Ci sarà così la possibilità di concentrarsi sul wellness, optando per percorsi benessere, centri termali e contatto con la natura.

Oppure ci si potrà concedere una vacanza enogastronomica, alla scoperta delle prelibatezze locali: dall’olio extravergine d’oliva al pesto genovese, passando per la famosissima focaccia ligure. E per chi ama le attività all’aria aperta, ci sarà un’ampia scelta tra sentieri di trekking, itinerari in mountain bike e decine di altre esperienze sportive (anche adrenaliniche). Non mancherà poi una sezione dedicata alla cultura, per visitare città d’arte e piccoli borghi antichi, scoprendo il loro immenso patrimonio artistico e architettonico.