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Ungheria: il Paese dove gastronomia e vino sono una gustosa scoperta

L’Ungheria per molti di noi è sinonimo di castelli fiabeschi, atmosfere romantiche, centri termali che rimettono al mondo e bellezze naturali che lasciano a bocca aperta. Ma fare un viaggio in questa terra dell’Europa centrale vuol dire anche scoprire qualcosa di probabilmente inaspettato, e che a noi italiani rende particolarmente felici: un’ottima gastronomia e dei vini che non hanno nulla da invidiare a mete ben più famose in questo settore.

Sì, l’Ungheria è stata una grande scoperta per le nostre papille gustative e anche un Paese in cui le tradizioni secolari si mescolano con armonia a varietà uniche, paesaggi mozzafiato e una gioiosa ospitalità.

La tradizione del vino in Ungheria

L’Ungheria vanta ben 6 regioni vinicole che a loro volta si dividono in 22 distretti, tutti caratterizzati dallo status DOP. A questi deliziosi vini si abbina una gastronomia in grado di esaltare il sapore e l’aroma dei vini stessi, che quasi poeticamente sono ottimi da gustare con pietanze di terra e di mare grazie alla loro versatilità.

Ma in fondo non c’è poi così tanto da stupirsi: a portare i primi vigneti in questo territorio furono i romani, che avevano scoperto che il terreno locale era (ed è anche oggi) ideale per la coltivazione dell’uva perché in gran parte di origine vulcanica. Un enorme contributo arriva anche dai numerosi fiumi e il gigantesco Lago Balaton, elementi in grado di creare microclimi ideali per la produzione dei vini.

La regione del Lago Balaton

La prima regione vinicola che abbiamo avuto il piacere di esplorare (e assaporare) è stata quella del Lago Balaton, un gigantesco specchio d’acqua che per la sua estensione e bellezza è definito il “mare d’Ungheria”.

Si tratta di una zona particolarmente favorevole per i vigneti grazie alla tanta luce solare riflessa, l’umidità adeguata e le estati fresche e piacevoli.

Con le montagne alle spalle che creavano un ambiente a dir poco straordinario, abbiamo avuto il piacere di conoscere ben sei distretti vinicoli che con il loro vini riusciti persino a trasmetterci le peculiari caratteristiche del terreno.

Da queste parti la varietà più comune si chiama Olaszrizling, vino perfetto per un aperitivo grazie ai suoi toni esotici. C’è poi il distretto vinicolo Balatonfüred–Csopak che sorge sulla sponda settentrionale di questo immenso lago, e qui i vini da gustare sono particolarmente eleganti e dall’acidità fine.

Più corpose sono invece le produzioni del distretto vinicolo di Badacsony, dove coni e colline vulcaniche regalano panorami scenografici. Da non perdere è ii Kéknyelű, un antico vitigno ungherese coltivato solo in questo distretto poiché caratterizzato da una maturazione tardiva e da una coltivazione complessa e limitata.

Eccezionali sono anche il distretto vinicolo del Balaton Uplands, che si fa spazio sulle colline settentrionali del Lago regalando un’atmosfera altamente romantica, e il distretto vinicolo di Balatonboglár, terra di produzione di vini bianchi snelli e leggeri, di rossi eleganti, e anche della materia prima per la creazione dello champagne.

La regione del Danubio

La regione del Danubio ci ha regalato tutta un’altra emozione: qui i vini sono leggeri e meno acidi. Da queste parti sorgono i distretti vinicoli di Csongrád e Kunság che offrono vitigni coltivati ​​su terreni alluvionali e sabbiosi da cui emergono ottime bottiglie come il Riesling renano, il Kövidinka, il Kékfrankos e lo Zweigelt.

Il primo ci ha fatto innamorare del suo sapore con note erbacee e di mela, il Kékfrankos per la sua freschezza e acidità, mentre e lo Zweigelt per essere ottimo in abbinamento con la selvaggina e i piatti di carne, tra cui il rinomatissimo Gulash ungherese. Una piccola chicca: non mancate di visitare i villaggi di questa regione, in particolare Hajós che è il più grande villaggio di cantine di tutta l’Ungheria.

Gulash Ungheria

Fonte: Visit Hungary

Un ottimo piatto della tradizione ungherese

La regione vinicola dell’Alta Ungheria

Ve lo sveliamo subito senza girarci troppo intorno: la regione vinicola dell’Alta Ungheria è unica nel suo genere perché qui, a differenza di altre zone, le viti crescono ad un’altitudine di 500 metri sul livello del mare.

Una condizione che, oltre a regalare panorami emozionanti come quelli che si possono ammirare presso il distretto del Mátra dove si erge la catena montuosa più alta dell’Ungheria, permette di produrre anche vini piacevoli, freschi, fruttati e morbidi.

Gli amanti del bianco troveranno pane per i loro denti grazie all’ Olaszrizling, Leányka, Ottonel Muscat, Szürkebarát, Sauvignon Blanc e Chardonnay.

Con circa un’ora di macchina dalla spettacolare Budapest siamo poi arrivati al distretto vinicolo di Eger, dove è impossibile non essere sedotti dal patrimonio edilizio e dalle bellezze naturali. Non è di certo da meno l’esperienza con i vini, in quanto qui la tradizione è davvero secolare: le cantine risalgono a 400 anni fa, tanto che è possibile fare una visita guidata al labirinto della cantina di Eger, che è quasi una città sotto la città.

Il vino iconico è l’Egri Bikavér che è frutto della miscela di almeno tre vitigni, il più dominante dei quali è il Kékfrankos, oltre ai vitigni blu locali e internazionali.

La regione vinicola Pannonia

Si arriva nella regione Pannonia e si viene accolti da sinuose colline quasi costantemente baciate dal sole e da un forte mesoclima mediterraneo.

Qui il distretto vinicolo del Villány dà vita eccezionali vini rossi, molti dei quali di origine francese come Merlot e Cabernet Sauvignon.

distretto vinicolo del Villány

Fonte: Visit Hungary

Il distretto vinicolo del Villány

Passeggiando nel paesino ci si può perdere in un incrocio di strade con cantine ed enoteche a ogni angolo.

Da non perdere è anche la zona vinicola di Pécs dove viene prodotto il Cirfandli da uve che sono uniche in tutto il Paese e che generano vini secchi, dolci, leggeri o corposi.

La regione del Tokaj

La regione del Tokaj è forse la più famosa di tutte, ma finché non ci si mette piede non è umanamente possibile comprenderne bellezza e gusto per via delle sue caratteristiche davvero speciali, tra cui i vigneti situati su formazioni rocciose vulcaniche eccezionalmente colorate.

Assaggiare un un bicchiere di Furmint o di Aszú mentre si è immersi nell’atmosfera delle cantine secolari è come un sogno che si avvera, così lo è anche il Tokaji Aszú, uno dei vini dolci più unici al mondo, tanto che fu definito da Luigi XIV di Francia “Re dei vini e vino dei Re”.

Il merito, oltre che delle mani esperte dei produttori locali, è certamente della storia geologica della regione fatta di numerosi tipi di rocce e terreni, della vicinanza di diverse centinaia di vulcani precedentemente attivi e del benefico microclima locale.

L’Alta Pannonia

Infine l’Alta Pannonia che si distingue per la presenza di molte più uve bianche che nere. Purtroppo gli effetti negativi del riscaldamento globale qui sono piuttosto evidenti, ma nonostante questo i vini prodotti negli ultimi dieci anni sono diventati notevolmente più corposi e alcolici.

Tra i maggiori vitigni coltivati da queste parti troviamo tantissime varietà che rispecchiano la sua importante grandezza, e vanno dal Kékfrankos allo Chardonnay passando per l’Ezerjó.

Insomma, l’Ungheria ha saputo sorprenderci con i suoi sapori indimenticabili mentre tutto, intorno a noi, era di una bellezza avvolgente.

Tokaji Aszú, Ungheria

Fonte: Visit Hungary

Il buonissimo Tokaji Aszú
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Viaggia in Italia con Pimpa: l’esperienza per grandi e bambini

Esistono tanti modi per viaggiare, per scoprire posti nuovi, conoscere persone, toccare con mano la cultura, le storie e le tradizioni di popoli lontani. Si viaggia col corpo, sì, ma anche e soprattutto con la mente e con il cuore, con lo sguardo e con i sensi. Lo si fa anche in maniera virtuale, grazie all’avvento della tecnologia infatti è possibile esplorare destinazioni vicine e lontane in qualsiasi posto ci si trova.

Lo facciamo anche grazie e attraverso i film, le pellicole e le serie televisive che ci mostrano luoghi straordinari che fanno da sfondo alle vicende dei nostri attori preferiti. E possiamo farlo anche attraverso i libri, immergendoci tra le parole che descrivono minuziosamente tutte le meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo.

Ed è proprio un viaggio così che vogliamo fare insieme a voi oggi. Un’avventura per grandi e bambini che ci porta alla scoperta del BelPaese con un’accompagnatrice di eccezione. Grazie al progetto Pimpa viaggia in Italia, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, esplorare lo stivale sarà ancora più bello ed emozionante.

Alla scoperta dell’Italia con Pimpa

Chi ha fatto del viaggio una vera e propria missione di vita sa bene che c’è sempre un buon motivo per volare dall’altra parte del mondo e scoprire l’immenso patrimonio naturalistico, storico e culturale che il pianeta conserva. Eppure, per lasciarsi emozionare dalle bellezze del globo, non abbiamo bisogno di allontanarci poi così tanto perché il nostro è davvero un Paese meraviglioso. Ed è proprio tra i paesaggi d’Italia che oggi vogliamo restare, per scoprirli in maniera unica e inedita grazie a un progetto che consentirà ai viaggiatori di ogni età di riscoprire il patrimonio nostrano con una guida davvero particolare.

L’obiettivo di Pimpa viaggia in Italia è proprio questo: valorizzare e far conoscere la storia, le tradizioni e le infinite bellezze italiane in tutto il mondo grazie alla presenza di un personaggio iconico dell’immaginario infantile: la Pimpa. La cagnolina bianca, il cui manto è caratterizzato da grandi pois rossi, indossa i panni di una guida turistica ideale pronta a far scoprire tutto ciò che il nostro territorio ospita e conserva.

Lo fa attraverso un libro illustrato, sviluppato dalla casa editrice Franco Cosimo Panini, e firmato da Altan, il fumettista che nel 1975 ha dato vita al personaggio. Pagina dopo pagina, la Pimpa si avventura in un viaggio di scoperta, attento, curioso e incantato, che attraverserà lo stivale da nord a sud.

Un’esperienza per grandi e bambini

Il viaggio di Pimpa inizia tra le meravigliose Alpi e si conclude sulle nostre isole, attraversando lo spazio, il tempo e la storia. Durante l’avventura, la simpatica cagnolina, incontrerà i personaggi che hanno riscritto la storia del Belpaese, tra cui Galileo Galilei e Leonardo da Vinci. Visiterà il Duomo di Milano, la Torre di Pisa, il Colosseo, Pompei e tutti i luoghi iconici e i monumenti architettonici che sono diventati il simbolo di città e regioni, del Paese intero.

Esplorerà anche il patrimonio naturalistico italiano e non lo farà da sola. Insieme a lei ci saranno guide d’eccezione che le Maschere del Carnevale italiano o la Lupa di Roma che l’accompagneranno alla scoperta delle tradizioni antiche e moderne.

L’albo illustrato Pimpa viaggia in Italia è stato tradotto e pubblicato in sette lingue. Non vi resta che iniziare questo splendido viaggio con i vostri bambini e programmare con loro nuove e inedite avventure per scoprire il BelPaese.

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Vivere la montagna nel magico Rifugio Val Formica Luxury Resort

Il Rifugio Val Formica Luxury Resort, a quota 1653 metri, incastonato tra le incantevoli montagne dell’Altopiano di Asiago in località Cima Larici, al confine tra Veneto e Trentino, rappresenta un luogo dove il lusso si fonde con la bellezza naturale, restituendo il fascino della montagna in ogni stagione.

In autunno, tra i colori della vegetazione spicca il dorato dei larici creando uno spettacolo visivo mozzafiato. È il momento perfetto per lunghe passeggiate tra i boschi, per raccogliere i rinomati porcini e godersi il paesaggio nella suggestiva atmosfera che avvolge le montagne silenziose.

L’inverno porta con sé un’atmosfera magica. La montagna si copre di un manto di neve scintillante, creando uno scenario da fiaba. È la stagione per gli amanti degli sport invernali: sci, snowboard, passeggiate con le racchette da neve, discese sullo slittino, il tutto in un ambiente aperto e soleggiato.

In primavera, la montagna piano piano si risveglia dal suo sonno invernale. La neve si scioglie e i prati tornano a vestirsi di verde punteggiato dai colori dei timidi fiorellini spontanei: colchici, genziane, primule, fino ad arrivare, alle porte dell’estate, allo spettacolo cromatico unico dei rododendri. Si risvegliano le marmotte con il loro tipico fischio, gli uccellini fanno sentire il loro canto gioioso, e l’aria è pervasa da un profumo di freschezza. È il momento di tornare a indossare gli scarponi ed esplorare la montagna percorrendo i suoi innumerevoli sentieri, o noleggiare una e-bike direttamente sul posto.

L’estate, con le sue lunghe giornate, promette avventure e momenti di relax indimenticabili. La fresca e profumata aria di montagna accarezza i sensi al risveglio. Le giornate limpide e soleggiate invitano ad esplorare sentieri panoramici e a praticare sport all’aria aperta come trekking e mountain biking, accompagnati dallo scampanellio delle placide mucche al pascolo che nella stagione dell’alpeggio abitano i pascoli della Val Formica. La malghe, che quassù sono numerose, tornano a riempirsi verso la fine di giugno, e fino a fine settembre raccontano la tradizione di una produzione straordinaria come il rinomato formaggio Asiago.

Al termine di una giornata all’aperto sarà un piacere alloggiare al Rifugio Val Formica Luxury Resort e farvi avvolgere a seconda della stagione, dal calore di un camino scoppiettante assaporando i piatti tipici stagionali e le raffinate specialità del ristorante. O godere del sole estivo gustando un delizioso aperitivo. In questo paradiso di montagna, il relax è garantito. Lontano dalla frenesia della vita quotidiana, puoi riconnetterti con te stesso e con la natura circostante.

Rifugio - Val Formica - Luxury Resort

Sentirsi bene in ogni momento della giornata

Immerso in una splendida cornice paesaggistica, il Rifugio Val Formica Luxury Resort propone un’esperienza di soggiorno davvero unica. Alloggi esclusivi, composti da camere e lussuose suite arredate con gusto raffinato, con vista panoramica sulla natura circostante. Qui potrete coccolarvi alloggiando in ampie suite che richiamano le cime da cui prendono il nome, dotate di letti king-size e di ogni comfort che si possa desiderare, il tutto concepito per rendere il vostro soggiorno indimenticabile.

.Rifugio - Val Formica - Luxury Resort

Relax e benessere in stile alpino

Il paradiso montano non è solo tutt’attorno: il Rifugio Val Formica Luxury Resort, mette a disposizione dei suoi ospiti un’elegante e riservata area benessere con sauna finlandese, bagno turco, docce emozionali. Un’ideale simbiosi tra benessere alpino e classico, un’oasi di relax che vi farà dimenticare lo stress quotidiano e vi permetterà di ritrovare l’armonia con voi stessi. Disponibili anche due suite con un’area wellness privata con ampia vasca idromassaggio biposto, cromoterapia, diffusione sonora, sauna a infrarossi e una romantica doppia poltrona relax.

rifugio val formica - luxury resort

Un’appagante esperienza enogastronomica

Il Rifugio Val Formica Luxury Resort è rinomato anche per la sua cucina. Il ristorante offre squisite pietanze preparate con ingredienti freschi e locali che celebrano la ricca tradizione culinaria del posto. Raffinati piaceri gastronomici, piatti profumati e guarniti ad arte, studiati con amore per deliziare il palato e rallegrare la vista. Potrete gustare piatti tradizionali o ricercati, accompagnati da una selezione dei migliori vini italiani, il tutto in un’atmosfera romantica e calorosa. Il menù curato dallo chef Inaki Scodeller cambia stagionalmente per offrire sempre nuove esperienze culinarie, con grande attenzione verso le esigenze degli ospiti.

Attività per tutti i gusti

Nel caso in cui vogliate esplorare la bellezza circostante, il Rifugio Val Formica Luxury Resort offre una vasta gamma di attività per gli ospiti. Potrete fare escursioni circondati dallo splendido sipario naturale di Cima Portule, Cima Larici, Porta Manazzo e Cima Mandriolo, nel territorio tanto amato dallo scrittore Mario Rigoni Stern. Qui anche il cielo notturno regala grandi emozioni: nelle notti in cui è minore la luce della luna, basta volgere lo sguardo al cielo per ammirare stelle, pianeti scintillanti, costellazioni; a un quarto d’ora a piedi dal rifugio c’è anche una postazione dedicata all’osservazione del cielo. Quando invece la luna è piena, è il momento di approfittare della sua magica luce per emozionanti escursioni serali, che d’inverno si riflette sulla neve in un ambiente che diventa spettacolare. Parlando di stagione invernale, gli appassionati dello sci avranno tutto a portata di mano. D’inverno, infatti, proprio a ridosso del Rifugio è disponibile la Ski Area Val Formica, con quattro piste blu e rapidi impianti per divertirsi con semplicità.

Il Rifugio Val Formica Luxury Resort è il luogo perfetto per una fuga che vi permetta di staccare la spina e di vivere momenti indimenticabili a contatto con la natura. Qui, il lusso, il relax, il benessere e il buon cibo si fondono in un’esperienza straordinaria che vi lascerà desiderare di tornare ancora, e ancora. Non c’è posto migliore per riconnettersi, rilassarsi e creare ricordi preziosi.

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Notizie skyline Viaggi

Il grattacielo che ti conduce tra le nuvole in meno di un minuto

Poche cose sanno meravigliare come la vista di uno skyline, quel profilo disegnato sul cielo che incanta e lascia senza fiato a ogni ora del giorno e della notte. Alcuni sono inconfondibili e fanno da sfondo a pellicole, cartoline e ricordi, altri sono così celebri che, da soli, meritano un viaggio dall’altra parte del globo. Ne sono un esempio quello di New York e Dubai che tra torri, grattacieli e monumenti iconici popolano da sempre le travel wish list di viaggiatori provenienti da ogni dove.

Questi paesaggi, che delineano in maniera univoca la scena urbana, si sono trasformati con gli anni in vere e proprie attrazioni turistiche che mutano, si evolvono e si arricchiscono con nuovi e inediti edifici che spesso convivono con le scenografie preesistenti che portano la firma di Madre Natura.

Ed è proprio alla scoperta di uno skyline che vogliamo portarvi, un panorama urbano che si è trasformato quest’anno grazie alla presenza di un nuovo grattacielo. Non uno qualunque, ma il secondo edificio più alto del mondo, secondo solo al Burj Khalifa. Il suo nome è Merdeka 118 ed entrando al suo interno, e salendo in cima a bordo di un ascensore che impiega appena un minuto, potrete sfiorare il cielo con un dito e ammirare la città dalle nuvole.

Lo skyline di Kuala Lumpur è cambiato ed è bellissimo

Il nostro viaggio di oggi ci conduce alla scoperta della suggestiva e affascinante capitale della Malesia. Siamo a Kuala Lumpur, nella metropoli che sconvolge e travolge i sensi, che incanta lo sguardo e fa palpitare il cuore. Fondata meno di due secoli fa, questa scalpitante città oggi è un mix di energie e di culture che si incontrano e si fondono, che si manifestano attraverso meraviglie architettoniche contemporanee, edifici dal design unico, ma anche monumenti risalenti all’epoca coloniale, come il meraviglioso Palazzo del sultano.

Il profilo urbano di Kuala Lumpur è uno dei più riconoscibili del mondo. La città, infatti, è dominata dalle Torri Petronas, due grattacieli gemelli collegati tra loro da un ponte sospeso e panoramico: la vista della città, da qui, è davvero mozzafiato.

E se la presenza delle due torri già bastava da sola a rendere lo skyline della capitale della Malesia incredibile, aspettate di scoprire la nuova meraviglia ingegneristica che la città ha visto nascere e concretizzarsi proprio quest’anno. Il suo nome è Merdeka 118, ed è il grattacielo che si è guadagnato un posto sul podio tra gli edifici più alti del mondo, secondo solo al Burj Khalifa di Dubai. Scopriamolo insieme.

118 piani per raggiungere le nuvole

Non è ancora aperta al pubblico, Merdeka 118, eppure è già considerata un’attrazione imperdibile per chi arriva in città. Il grattacielo, completato nel 2023, misura un’altezza di 679 metri. Non è solo il secondo edificio più alto del mondo, ma è anche la costruzione più alta della Malesia e dell’intero sud-est asiatico.

La torre, come il nome stesso suggerisce, si snoda su 118 piani, la maggior parte dei quali ospitano uffici. C’è anche un centro commerciale, dal nome Mall 118, che occupa 7 piani e che presenta un’area dedicata alla ristorazione, gallerie dello shopping e diverse opzioni di intrattenimento. All’interno dell’edificio, inoltre, si preparano a inaugurare anche l’hotel Park Hyatt Kuala Lumpur, un ponte di osservazione e un ristorante di lusso.

Sarà possibile varcare le porte di ingresso di Merdeka 118 nel 2024, preparatevi perché l’esperienza sarà davvero unica. Sulla cima della struttura, infatti, verrà inaugurato The View at 118, il ponte panoramico più alto e suggestivo dell’intero Paese. Per raggiungerlo basterà salire a bordo di un ascensore che, in meno di un minuto, condurrà agli ultimi piani della torre. Sarà allora che potrete sfiorare il cielo con un dito e ammirare Kuala Lumpur dalle nuvole.

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Nuove scoperte fanno luce su dove si trova l’Arca di Noè

Sono anni che ricercatori da tutto il mondo investono tantissime energie e lavoro nella ricerca della famosissima Arca di Noè. Del resto, parliamo di un oggetto antichissimo, così tanto datato che affonda le sue radici nella Bibbia. Più precisamente nella Genesi, il libro dove si fa riferimento a un’alluvione che scrosciò sulla Terra e su tutti i suoi esseri viventi per spazzare via qualsiasi forma di male e malvagità.

Noè era un uomo buono, colui che era stato incaricato da Dio di salvare alcuni animali caricandoli su questa speciale imbarcazione insieme alla sua famiglia. L’obiettivo, come è possibile intuire, era quello di preservare le specie. Stando alla Bibbia, l’imbarcazione si troverebbe sulle cima delle montagne di Ararat, in Turchia. Ed è proprio in questa zona che si sono concentrati tantissimi sforzi per ritrovare quest’arca gigantesca, o almeno di una parte delle varie ricerche che sono state effettuate nel corso del tempo, perché altrettanti esperti sono decisamente scettici su questa teoria.

Dal 2021 studiosi statunitensi e turchi effettuano analisi in quest’area alla ricerca dell’imbarcazione e, da quanto si può apprendere, avrebbero fatto delle scoperte che gettano un po’ di luce sul possibile ritrovamento dell’Arca di Noè.

Le più recenti scoperte

Alcuni ricercatori sostengono che l’Arca di Noè si trovi presso la formazione Durupinar, un grandissima roccia che ha l’aspetto di una barca che esce dalla Terra, sita a quasi 30 chilometri a sud della cima dell’Ararat. Anzi, a dirla tutta alcuni esperti ritengono che questa formazione sia proprio ciò che resta (seppur pietrificato e modellato da frane ed erosione che sono avvenute nel corso del secoli) dell’Arca di Noè, che dovrebbe misurare circa 156 metri di lunghezza, 26 di larghezza e 15 di altezza.

Partendo da questo presupposto, lo studio guidato dall’Università Tecnica di Istanbul, dall’Università Andrew e dall’Università Ağrı İbrahim Çeçen ha raccolto 30 campioni di frammenti di roccia e terreno del Durupinar che ha poi analizzato in laboratorio.

Dai risultati sarebbe emerso che su questa curiosa formazione – e nella regione in generale – ci sono state attività umane sin dal periodo calcolitico tra il 5500 a.C e il 3000 a.C, la stessa epoca in cui si collocherebbe il diluvio universale. Sul quotidiano turco Hurriyetsi si può leggere che Faruk Kaya, uno dei ricercatori, ha affermato che: “Con la sola datazione non possiamo dire che la nave sia qui. Dobbiamo ancora lavorare a lungo per confermarlo”, tanto che le tre università continueranno il loro lavoro in questo campo anche nel prossimo futuro.

Perché queste prove non sono sufficienti

Ciò che è stato estratto e che ha confermato la presenza umana in questa aerea sono materiali argillosi, materiali marini e frutti di mare. Il problema è che sono prove che purtroppo non dimostrano che qui ci sia stato un diluvio catastrofico e nemmeno la presenza di un’enorme nave di legno.

Nel corso degli anni, infatti, è stato accertato che la Durupinar è una roccia del tutto naturale, dalla forma curiosa ma puramente casuale. Non esisterebbe quindi alcuna evidenza geologica di un diluvio come quello descritto nella Bibbia.

È bene sapere, tuttavia, che esistono prove di un evento di diluvio intorno al Mediterraneo e al Mar Nero, avvenuto circa 7500 anni fa, ma anche in questa circostanza non c’è un consenso vero e proprio in ambito scientifico.

Nonostante i risultati di questo recente studio – che ripetiamo, non è terminato perché le ricerche continueranno – non ci sono ancora prove concrete dell’esistenza dell’Arca di Noè. Anzi, le prove attuali suggeriscono che è estremamente improbabile che questa venga ritrovata.

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linee aeree Notizie Viaggi

Voli in dirigibile: la singolare proposta di una compagnia aerea

La Spagna imita la Francia e dirà presto addio ai voli brevi, per favorire il trasporto su rotaia. Da qui, la singolare iniziativa di Air Nostrum di optare per i dirigibili a elio, molto meno inquinanti degli aerei tradizionali. Sembrerebbe un’ipotesi futuribile, in realtà non è così, perché si tratta di un progetto molto concreto che potrebbe diventare presto una nuova realtà in chiave sostenibile per i viaggiatori, con collegamenti anche in una gettonatissima località italiana.

Voli in dirigibile dal 2026: l’iniziativa spagnola

Come riporta il portale turistico Preferente, il modello di dirigibile che è pronto a mettere in campo il vettore spagnolo Air Nostrum è l’Airlander 10, lungo fino a 91 metri e in grado di trasportare fino a cento passeggeri. Può volare a 150 chilometri orari e può rimanere in volo per cinque giorni consecutivi.

La compagnia ha già ordinato 20 modelli, che dovrebbero entrare in servizio a partire dal 2026. L’intenzione iniziale era di utilizzarli per i collegamenti tra Valencia e Maiorca, a Malta e in Tunisia, e persino in Sicilia. Tuttavia, il possibile impatto sui voli nazionali potrebbe indurre la compagnia a pensare di raggiungere un maggior numero di destinazioni.

Air Nostrum sarebbe una delle compagnie più preparate a questa svolta a favore dell’ambiente, grazie alla recente alleanza con Hybrid Air Vehicles (HAV), leader britannico nelle tecnologie aeronautiche sostenibili, che prevede l’incorporazione di zeppelin a elio, un’iniziativa molto meno inquinante degli aerei convenzionali. Dopo la firma dei primi accordi, il presidente del vettore spagnolo. Carlos Bertomeu, ha sottolineato: “Accordi come questo sono un modo efficace per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti nell’iniziativa legislativa ‘Fit for 55‘”.

Perché nasce il progetto dei voli in dirigibile

In Spagna, il Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE) e il movimento politico Sumar hanno annunciato che applicheranno una riduzione del numero di voli nazionali su quelle rotte che consentono l’uso del treno per viaggi inferiori alle due ore e mezza. La decisione arriva dopo che in Francia è entrato in vigore il divieto per gli spostamenti in aereo a corto raggio, che prevede l’aumento delle tasse legate ai voli per i quali esiste un’alternativa via treno ragionevole in termini di tempo.

Le destinazioni che in Spagna subiranno questi cambiamenti potrebbero essere Alicante, Barcellona, Malaga, Siviglia, Valencia e Madrid. Chiaramente, la notizia non è stata accolta molto bene dal settore aereo. Tuttavia, stando a quanto sostiene Preferente, gli effetti di questa nuova regola potrebbero essere minori del previsto. La proposta allo studio prevede, infatti, una serie di clausole, tra cui la non applicazione del veto per i voli con gli hub internazionali come Madrid o Barcellona, ossia le tratte per cui esiste l’alternativa ad alta velocità. Inoltre, va detto che in Spagna, proprio come in Italia, il trasferimento dei passeggeri dall’aereo al treno è già in atto da anni.

Ad ogni modo, Air Nostrum una soluzione per le possibili rotte ‘vietate’ l’avrebbe già trovata, mettendo in campo i dirigibili. Si tratterebbe di un ritorno nei cieli degli aeronavi,  inventati dai francesi nel 1850, come mezzi adibiti nuovamente al trasporto di persone, dopo il tragico incidente dell’Hindenburg nel 1937, che pian piano portò alla loro scomparsa dal panorama aereo. Ora, invece, saranno pronti a ritornare in auge come mezzi di trasporto aereo di passeggeri a più bassa emissione di CO2.

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Asia Giappone Notizie Viaggi

Il nuovo imperdibile indirizzo per gli amanti del sakè

Esistono alcuni luoghi che, con la loro cultura e con un patrimonio naturalistico, paesaggistico e storico immenso, riescono sempre a ritagliarsi uno spazio tra i primi posti nelle travel wish listi dei viaggiatori di tutto il mondo. Tra questi, ovviamente, c’è anche il Giappone, e non potrebbe essere altrimenti.

L’undicesimo paese più popolato al mondo è un concentrato di bellezze che incantano e sorprendono, che travolgono e sconvolgono i senti, che meravigliano e lasciano senza fiato. Palazzi imperiali, parchi nazionali incastonati tra le montagne, templi, santuari ed edifici sacri. E poi, ancora, grattacieli futuristici, treni ad alta velocità, isole e città densamente popolate. A tutto questo, poi, si aggiungono le tradizioni millenarie e una cultura popolare che negli anni ha conquistato milioni di persone in ogni parte del mondo.

Ed è proprio di un simbolo della cultura giapponese che oggi vogliamo parlarvi, per darvi – qualora ce ne fosse bisogno – un altro motivo per raggiungere il Paese del Sol Levante. Sì perché proprio sul territorio nazionale, e più precisamente ad Asakusa, è stato inaugurato un hotel completamente dedicato alla bevanda nazionale del Giappone: il sake.

L’hotel dedicato al Sake

Il nostro viaggio di oggi ci conduce ad Asakusa, uno dei distretti più caratteristici e affascinanti della capitale del Giappone. Una passeggiata qui, infatti, è capace di restituire la sensazione di tornare indietro nel tempo e di respirare l’atmosfera più autentica e tradizionale di Tokyo. Le cose da fare e da vedere sono tantissime: negozi di artigianato, locali e piccoli chioschi di street food e poi, ancora, l’antico tempo Sensō-ji e il parco divertimenti Hanayashiki.

Asakusa è, con tutta probabilità, uno dei luoghi migliori dove soggiornare per andare alla scoperta della capitale del Paese del Sol Levante, e anche per scoprire e gustare le tradizioni dell’intero territorio. Non è un caso che proprio qui sia stato inaugurato nel mese di novembre il primo bar hotel interamente dedicato al sake.

La bevanda nazionale del Giappone, che spesso in italiano viene chiamata sakè, è una vera e propria istituzione nella nazione. Sebbene sia stata esportata in tutto il mondo, poter gustare la bibita alcolica direttamente nel suo Paese di origine, è un’esperienza che tutti i palati sopraffini devono provare almeno una volta nella vita.

Lo sa bene il SAKE Bar Hotel che celebra la bevanda in questione e che offrirà a tutti gli ospiti una degustazione sopraffina senza eguali. La struttura ricettiva, infatti, ha messo a disposizione dei viaggiatori un servizio all-you-can-drink di sake all’interno del bar dell’hotel. Un’esperienza, questa, che gli ospiti possono continuare a vivere anche all’interno delle 21 guest room o negli altri spazi dell’edificio.

Bentornati a Tokyo: le novità in città

Se state cercando un buon motivo per organizzare un viaggio a Tokyo, o per riscoprire tutte le bellezze del Paese del Sol Levante, con il SAKE Bar Hotel lo avete trovato. La struttura situata nel distretto di Asakusa è un must see per tutti coloro che vogliono sperimentare la cultura giapponese attraverso la bevanda nazionale e non solo. Gli arredamenti dell’hotel, così come i materiali scelti e gli elementi di decor, sono un omaggio alla tradizione giapponese affascina i viaggiatori di tutto il mondo.

Tuttavia ci sono altri motivi per raggiungere Tokyo al più presto. Il 31 ottobre, infatti, è stato inaugurato a Ikebukuro l’Anime Tokyo Station, un incredibile hub dedicato alla cultura anime a cura del Tokyo Metropolitan Government. Tra novembre e dicembre, all’interno dell’hotel BnA_WALL si terrà una performance di teatro immersivo. Gli appuntamenti sono previsti il 9 e il 10 novembre, e il 16 e il 17 dicembre. Ultimo, ma non per importanza, è il giardino Rikugien che in questo periodo sta esplodendo in tutta la sua meraviglia grazie al foliage. Fino al 3 dicembre, all’interno del parco, sarà possibile passeggiare tra illuminazioni caratteristiche che si accendono al crepuscolo.

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Friuli Venezia-giulia Idee di Viaggio Trieste Viaggi

Questa è la porta d’accesso di una città sotterranea. È in Italia

Organizzare un viaggio a Trieste, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. Il capoluogo della regione Friuli Venezia Giulia che corre lungo l’altipiano del Carso, e si affaccia sulla Slovenia, è un concentrato di meraviglie che meritano di essere scoperte passo dopo passo.

Meraviglioso è il centro storico medievale, quello che conserva le preziose testimonianze delle diverse influenze che hanno dato il volto alla città, così come lo è il quartiere neoclassico che affonda le origini in epoca austriaca. Le cose da fare e da vedere qui, lo abbiamo già detto, sono tantissime. Ma non accontentatevi solo di ciò che è visibile in superficie, perché Trieste nasconde un incredibile segreto sotto le viscere della città.

Una passeggiata lungo il muraglione di Via Romagna svela in parte ciò che lo sguardo non ha ancora visto. Qui, infatti, esiste la porta d’accesso a quella che sembra una città sotterranea: un dedalo di intricate gallerie costruito nella Seconda Guerra Mondiale e adesso trasformato in un museo. Benvenuti a Kleine Berlin.

C’era una volta un rifugio antiaereo

Non è un semplice museo, Kleine Berlin è molto di più. È la testimonianza di un passato che non si può dimenticare, nonché il più grande complesso di gallerie antiaeree sotterranee ancora esistenti. Un vero e proprio tesoro celato che si nasconde all’ombra dei luoghi iconici della città, e che si snoda proprio sotto il suo centro nevralgico.

La struttura, costruita negli anni precedenti al conflitto bellico, è stata realizzata in due settori divisi tra loro ma comunicanti. La parte italiana ha funzionato come rifugio antiaereo per la popolazione civile, mentre l’area costruita dai militari tedeschi veniva utilizzata come deposito, magazzino e ricovero. Ancora oggi le due parti sono ben visibili e sono visitabili attraverso visite guidate.

Kleine Berlin, il museo sotterraneo

All’interno del complesso sotterraneo tutto è rimasto immutato, sospeso nel tempo. Le pareti, per esempio, conservano il colore originario di oltre 60 anni fa così come le disposizioni degli ambienti sono le stesse. Ecco perché visitare le gallerie del Kleine Berlin è un’esperienza estremamente suggestiva e affascinante, un viaggio nel tempo e nella storia di Trieste che merita di essere compiuto dai cittadini e dai viaggiatori.

Il complesso, la sua manutenzione e la valorizzazione, è gestito da un gruppo di volontari ed è aperto l’ultimo venerdì del mese dalle 17.30 alle 20.00. Tutte le visite guidate possono essere effettuate solo previa prenotazione. È possibile, inoltre, prenotare visite di gruppo (per almeno 12 persone) dal lunedì al venerdì.

Il costo d’ingresso è di 5 euro a persona, 3 euro per ragazzi e studenti. L‘accesso al complesso sotterraneo consente di visitare la galleria antiaerea pubblica costruita come rifugio per i triestini e il ricovero antiaereo dei militari tedeschi.

All’interno della Klein Berlin, inoltre, sono state allestite due mostre permanenti che consentono di comprendere al meglio il periodo storico della costruzione delle gallerie. I due percorsi espositivi raccontano, rispettivamente, la storia dei bombardamenti che la città ha subito durante la Seconda Guerra Mondiale e tutte le cavità naturali e artificiali che sono state realizzate, invece, dagli eserciti durante il primo conflitto bellico.

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Beilstein, un villaggio da sogno affacciato sul fiume

La Germania vanta non solo splendide città d’arte, ma anche piccoli borghi dove il tempo è rimasto sospeso e si respira un’atmosfera autentica: è il caso di Beilstein, un vero e proprio villaggio in miniatura che sembra uscire da un libro di fiabe. Situato sulla riva destra della Mosella, è poco più di un agglomerato di case che si specchia su acque color smeraldo. Andiamo alla scoperta di questo luogo magico.

Beilstein, un borgo da favola

Nella regione della Renania-Palatinato, che si snoda a sud-ovest del Paese, c’è un piccolo villaggio dall’aspetto fatato. Stiamo parlando di Beilstein, situato a circa 50 km dalla città di Coblenza: è adagiato sulle sponde del fiume Mosella, e il suo centro storico è uno dei più affascinanti di tutta la Germania. Il borgo ha una storia secolare, che affonda le radici all’800 d.C., epoca in cui risalgono alcune tombe della Franconia ritrovate nel suo territorio. Nato come un piccolo insediamento, divenne ben presto un possedimento feudale e, nel 1309, venne fortificato assumendo il titolo di città da re Enrico VII. Beilstein merita assolutamente una visita, ecco quali sono le tappe più suggestive.

Cosa vedere a Beilstein

Il borgo di Beilstein, uno dei più graziosi della Germania, conta appena 140 abitanti: è davvero un piccolo agglomerato di casette a graticcio, a dir poco suggestive. Il paesaggio stesso è da sogno, con vigneti rigogliosi che si arrampicano tra le colline e si affacciano sulla Mosella. L’ideale è scoprire le sue meraviglie con una bella passeggiata a piedi o in bici, per godere di un panorama mozzafiato. Ma è il centro storico del villaggio ad essere la vera perla: tra le sue viuzze, sembra quasi di essere ancora al medioevo.

Una delle attrazioni più affascinanti è la Chiesa di St. Joseph, che ha reso Beilstein un luogo di pellegrinaggio. L’edificio, uno splendido esempio di architettura barocca costruito a partire dalla fine del ‘600, custodisce infatti la Madonna Nera dei Miracoli, una statua spagnola realizzata nel XII o nel XIII secolo. Dopo la guerra dei trent’anni, gli spagnoli che avevano dominato sul villaggio per un breve periodo lasciarono qui questa magnifica scultura, la quale venne poi portata in Francia. Solo nel 1950 fu trasferita nuovamente a Beilstein, ed è oggi ammirata da moltissimi pellegrini.

In passato, il borgo aveva anche un’importante comunità ebraica: ne sono testimonianza l’ex sinagoga, un vecchio edificio in pietra a tre piani, e un cimitero ebraico abbarbicato tra le colline. Poco al di sopra di quest’ultimo, in una posizione da cui si può ammirare un paesaggio incredibile, ci sono le rovine del Castello Metternich. Menzionato per la prima volta nel 1268, venne probabilmente eretto più di un secolo prima e purtroppo venne distrutto nel 1689, durante la guerra dei nove anni, dalle truppe francesi.

Oggi del bellissimo maniero restano soltanto alcune rovine, tra cui il mastio del ‘200 e la torre circolare situata a sud-ovest, risalente al XIV secolo. Nei dintorni, affacciate sulla Mosella, ci sono altre antiche fortificazioni come le imponenti mura con cinque porte e diverse torri di guardia. Nonostante Beilstein sia davvero minuscolo, non manca una cantina dove degustare i migliori vini prodotti nei dintorni e due splendidi hotel pronti ad accogliere i turisti.

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L’aurora boreale incanta l’Italia: le cause di questo magnifico evento

Improvvisamente, come una di quelle sorprese che non ti aspetteresti mai di ricevere nella vita, tra le 18:00 e le 19:00 del 5 novembre 2023 nei cieli italiani è apparsa una specie di magia della natura: l‘aurora boreale. Un fatto rarissimo alle nostre latitudini, una sorta di miracolo che ha fatto alzare il naso all’insù a milioni di italiani increduli di fronte a questa danza di luci che illuminava l’oscurità.

Dove è stata avvistata l’aurora boreale in Italia

L’aurora boreale aveva già fatto capolino nel nostro Paese, e con più precisione tra le vette delle Alpi, a fine settembre di quest’anno. Ma il 5 novembre la sua preziosa luce ha inondato gran parte della Penisola, arrivando persino nei cieli della Puglia.

Un evento eccezionale non solo per le sue caratteristiche, ma anche perché è estremamente raro alle nostre latitudini. Con massima visibilità tra le 18:00 e le 19:00, il cielo italiano si è tinto di rosso, di rosa e di viola, ma anche quello dell’Austria, della Romania, della Slovenia e di altri Paesi del nostro continente.

Per gli abitanti delle zone non abituate a tutto questo (Italia compresa) è stata una notte impossibile da dimenticare. E non a caso i social si sono riempiti di immagini di utenti completamente estasiati da questa magia del cielo.

C’erano foto dalla Lombardia, dall’Alto Adige, dalla Toscana, dalle Marche, dalla Puglia e molto altro ancora.

Come è possibile che sia arrivata in Italia

L’aurora boreale in Italia era stata avvistata anche negli anni passati. Per molti dei nostri nonni, infatti, era un presagio non di certo fortunato. Ma la verità è che è possibile, estremamente raro, ma possibile.

L’aurora boreale è il frutto dell’interazione tra il campo magnetico terrestre e il vento solare. Ci sono dei momenti dell’anno in cui quest’ultimo è particolarmente intenso e, quando ciò accade, vengono espulse delle particolari particelle cariche. Un’attività che è del tutto normale, il giusto ciclo della natura, ma quando queste particelle colpiscono la Terra che succede la magia: producono dei disturbi nel campo magnetico terrestre – il cui nome scientifico è tempeste geomagnetiche o tempeste solari – che provocano aurore boreali.

Tendenzialmente queste tempeste avvengono a latitudini più settentrionali, dove le luci della notte sono verdi, perché le particelle cariche emesse dal Sole interagiscono con le molecole di ossigeno presenti nell’atmosfera a 100-300 km di quota.

La sera del 5 novembre è però accaduto che la tempesta geomagnetica fosse abbastanza intensa, tanto da arrivare a interagire anche con singoli atomi di ossigeno presenti oltre i 400 km di quota.

È stato così che nei cieli italiani è apparsa un’aurora boreale di colore rosso: avvenendo più in alto è risultata visibile anche a maggiore distanza, compreso appunto il nostro Paese.

Non è ancora possibile dare una risposta precisa sul perché nei cieli d’Italia si siano avvistate due aurore boreali in meno di due mesi. Le uniche certezze è che in questa fase dell’anno il Sole si sta avvicinando alla sua massima attività magnetica, una situazione che mette la nostra stella madre nella condizione di essere molto attiva a livello di brillamenti e di espulsioni di particelle che provocano l‘aurora boreale.