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A Milano c’è un trenino speciale che fa il giro della città

Milano è la città più effervescente d’Italia ed è normale che sia tutta un cantiere. Nuovi edifici avveniristici, grattacieli, ma anche strade, piazze, piste ciclabili, linee della metropolitana e chi più ne ha più ne metta. La città è costantemente in fermento e in continuo cambiamento. Tanto che molti si sono appassionati a tutti i lavori stradali e cittadini che vengono fatti ogni giorno ed è nata la figura dell’umarèll, un termine che ormai è divenuto famoso in tutta Italia.

La sua origine in realtà è emiliana e significa “omino”, ma oggi è sinonimo di uomo anziano (anche se in realtà non è più così) che trascorre le ore a osservare i cantieri o i lavori pubblici.

Sia i cantieri sia gli umarèll sono così numerosi a Milano che non si riesce a stare dietro a tutto ciò che succede in città ed è nato un servizio ferroviario che porta i curiosi in giro per Milano alla esplorazione di tutti i lavori in corso, anche in quei punti dove nessuno può passare se non i passeggeri del Trenino di Milano.

Il Trenino di Milano

Chi cerca un modo veloce e sicuro di scoprire tutti i cantieri di Milano deve salire a bordo di questo speciale trenino turistico che fa il giro della città. Il tour conduce in alcune zone di Milano dove nessuno può passare. Durante il viaggio, gli accompagnatori forniscono le descrizioni e i racconti che hanno a che fare con la storia di Milano e con l’architettura delle nuove costruzioni.

Si parte dagli storici quartieri di Gorla e Greco costeggiando la Martesana, poi si raggiunge il quartiere Maggiolina con le ultime case a igloo e le meravigliose villette costruite nel secondo decennio del Novecento.

Alcune delle zone più iconiche del Capoluogo lombardo attraversate dal Trenino sono piazza Gae Aulenti, dove sorge il famoso Bosco Verticale, il Palazzo della Regione, il BAM – Parco biblioteca degli alberi, e Porta Nuova, dove stanno nascendo nuovi e avveniristici edifici di cristallo che stanno cambiando lo skyline milanese; corso Buenos Aires e il nuovo piazzale Loreto che presto sarà al centro di una enorme riqualificazione urbana; piazza Scala dove sta per essere ultimata la nuova torre di Mario Botta per il Teatro alla Scala; e poi, piazza XXV Aprile, Porta Venezia, il centro storico e anche i Navigli milanesi.

Info utili

La partenza del Trenino di Milano è in piazzale Martesana, nella periferia Nord-Est, raggiungibile con la linea 1 della metropolitana (fermata Gorla). Il viaggio dura di circa due ore e si svolge dal mercoledì al sabato con partenza alle 20, mentre la domenica parte alle 10:30 e alle 18:00. Il trenino è dotato di un’apposita rampa per facilitare la salita e la discesa della sedia a rotelle. Il biglietto costa 15 euro per gli adulti e 8 per i bambini.

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Il 2024 è l’anno del turismo delle radici: cos’è

Noi italiani amiamo viaggiare in tutto il mondo e andare alla scoperta di nuove bellezze esotiche, ma cosa ne pensano i nostri conterranei che vivono all’estero? Per molti di loro, poter tornare a “casa” significa fare un tuffo nel passato, o addirittura visitare luoghi che non hanno mai visto – ma di cui hanno magari sentito tanto parlare. Si tratta di turismo delle radici, ed è un trend in crescita per il 2024. Scopriamo qualcosa in più.

Cos’è il turismo delle radici

Nel corso della Fiera del Turismo di Rimini (TTG Travel Experience), c’è stata la possibilità di indagare quali sono i nuovi trend di viaggio che si prospettano per il 2024. Tra di essi, spicca il turismo delle radici, che proprio il prossimo anno dovrebbe avere il suo massimo fulgore. Ma di che cosa si tratta? Come si evince dal nome, è quel tipo di turismo che i viaggiatori praticano per scoprire le proprie origini, ritornando ai luoghi della loro infanzia – o a quelli in cui hanno vissuto i loro antenati. Per gli italiani che vivono all’estero, è un’occasione meravigliosa di apprendere qualcosa in più sul proprio passato.

Una nuova analisi di Confcommercio e SWG stima ben 60 milioni di persone tra italiani emigrati nel mondo e i loro discendenti, distribuiti tra le ampie comunità che vivono in Argentina, Australia, Brasile, Canada, Francia, Germania, Regno Unito e USA. Il turismo delle radici potrebbe generare fino a 8 miliardi di euro di indotto per il nostro Paese, nel corso del prossimo anno. Tantissimi italiani, che magari vivono da decenni all’estero o ci sono nati, hanno infatti il desiderio di tornare a visitare (o di vedere per la prima volta) i luoghi legati al loro passato e a quello della loro famiglia.

Turismo delle radici: chi lo pratica

Naturalmente, parlando di turismo delle radici è ovvio che la platea di riferimento è composta da italiani emigrati o da persone che discendono da famiglie italiane. Durante il TTG, sono state presentate le quattro tipologie di viaggiatore che praticherà questa forma di turismo.

C’è il “nostalgico”, l’italiano che ha vissuto nel nostro Paese ed è quindi un emigrante di prima generazione. Da tanti anni all’estero, vuole ora tornare nei luoghi della propria infanzia ai quali è ancora strettamente legato. Non ha problemi di lingua, dal momento che parla ancora l’italiano, e sa benissimo orientarsi da solo in un viaggio in Italia. Questa esperienza è per lui un modo di condividere il proprio passato con la famiglia.

“L’ambassador” è invece una persona che si sente italiana, pur non essendolo davvero, perché frequenta molto il Paese (solitamente per motivi di lavoro). Organizza il suo viaggio in Italia senza alcun problema, sapendo già dove andare e quali luoghi visitare, portando con sé la famiglia e gli amici. Insomma, un vero e proprio testimonial che promuove la nostra cultura e le nostre tradizioni all’estero.

“L’italo-…” è colui che, italiano di seconda generazione, ha radici miste e si definisce dunque sulla base di entrambe le sue origini (è il caso dell’italo-americano, ad esempio). Per lui, venire in Italia significa scoprire – magari per la prima volta – luoghi in cui i suoi antenati sono vissuti e, forse, oggi sono sepolti. Si tratta quindi di un viaggio “nuovo”, che lo porta in città e borghi mai visti prima, e che di conseguenza deve essere organizzato in maniera più dettagliata, facendosi aiutare da chi è più esperto.

Infine, c’è il “curioso”: nato all’estero da genitori italiani, ha finora vissuto la nostra cultura solamente attraverso il filtro dei social, del cinema e della televisione. Ora vuole concedersi un’esperienza di italianità, pur senza bisogno che sia legata al voler scoprire le proprie radici. Ed è per questo che, privo dell’esigenza di visitare i luoghi della sua famiglia, si rivela il profilo più turistico di tutti: probabilmente sceglierà come mete quelle più amate dai visitatori stranieri in generale.

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L’offerta per volare a prezzi low cost e che dura solo 24 ore

La voglia di viaggiare è sempre tanta e quando spunta un’offerta vale la pena valutarla. La nuova flash sale di Ryanair dura solo 24 ore (scade alla mezzanotte del 19 ottobre) e consente di volare a partire da oggi stesso e fino al prossimo 15 dicembre.

In mezzo ci sono quindi sia il ponte di Ognissanti (mercoledì 1° novembre) sia quello dell’Immacolata (giovedì 7 dicembre). Nel primo caso, si può fare un lunghissimo ponte di ben nove giorni oppure uno di cinque giorni partendo prima o dopo, nel secondo caso, invece, il ponte è di quattro giorni. Sufficienti, comunque, per una bella vacanza autunnale o invernale.

Inutile dire che le offerte online sono tantissime e che c’è solo l’imbarazzo della scelta. Noi, però, ve ne consigliamo tre che, a nostro parere, sono imperdibili.

Ponte di Ognissanti in Irlanda

Forse non tutti sanno che l’Irlanda è la patria di Halloween e se c’è un posto dove andare a festeggiarlo questo è proprio l’Irlanda. Ryanair ha voli in offerta sia per Dublino sia per Cork. Le feste di origine celtica sull’isola verde sono tantissime, vi segnaliamo la più originale: il Púca Festival, in programma dal 27 al 31 ottobre nella Contea di Meath, a meno di un’ora da Dublino, in una zona molto chiamata Ireland Ancient East e molto importante per la storia celtica del Paese con località come Trim e Athboy, nella storica Boyne Valley.

Proprio Athboy ospita antichi manoscritti che menzionano la vicina collina di Ward quale luogo di grandi raduni in occasione di “Samhain” ovvero “Fine dell’estate”, il giorno che segnava il termine della stagione del raccolto.

Autunno in Danimarca

L’autunno in Danimarca regala splendidi colori e un’atmosfera rilassata anche nelle città. Ryanair ha offerte low cost per Billund, la città che ospita il parco a tema Legoland e la Lego House (perfetti per anche per Halloween ovviamente). In questa stagione si possono fare attività all’aria aperta, nelle belle giornate, o gastronomiche, soprattutto in caso di maltempo. Questa zona di Jutland è perfetta per cultura, natura e divertimento.

Le cittadine di Vejle, Kolding e Fredericia sono ideali per chi ama scoprire la storia della Danimarca con musei, luoghi di design e siti Unesco come Christiansfeld, una cittadina a pochi chilometri da Kolding fondata da un gruppo di Fratelli Moravi costretti all’esilio nel XV secolo. Non lontano si trova anche Fionia, il “giardino della Danimarca”. con castelli e manieri e la cittadina di Odense, patria di H.C. Andersen, l’inventore delle fiabe per bambini.

Ponte dell’Immacolata

Dicembre è già tempo di Mercatini di Natale e nel Nord Europa se ne possono vistare tantissimi. Tra i più belli ci sono sicuramente quelli di Vienna, che nel periodo dell’Avvento si trasforma nella città per eccellenza dei Mercatini di Natale, pieni di luci e coloridi e che diventa ancora più magica. A partire da metà novembre fino a Natale, Vienna è la meta perfetta per chi ama questa festività, la tappa ideale per chi sta cercando un luogo dal fascino intramontabile. Ognuno di essi ha un’atmosfera particolare e ovunque si trovano specialità culinarie, dal punch alle caldarroste, arti e mestieri e attività per i bambini.

Il Mercatino di Natale più grande e più conosciuto di Vienna, con oltre cento bancarelle, è il Mercatino di Gesù Bambino sul Rathausplatz. È considerato uno dei più bei Mercatini di Natale d’Europa ed è un misto di romanticismo e nostalgia. Il Mercatino di Natale alla Reggia di Schönbrunn offre prodotti fatti a mano, concerti e programmi per bambini. Il Villaggio natalizio del Palazzo del Belvedere colpisce per il suo scenario barocco e per i raffinati oggetti artigianali nell’ampio parco del palazzo.

Quest’anno per la quarta volta si svolge il mercatino dell’Avvento al Gartenpalais Liechtenstein. I più attenti alle tradizioni apprezzeranno l’Antico Mercatino natalizio della Freyung, il Mercatino di Natale Am Hof o il Villaggio di Natale di Stephansplatz, di fronte al duomo gotico. Due dritte per gli amanti dell’artigianato e per tutti coloro che tengono alla sostenibilità: il Mercatino di Natale di Spittelberg – che nel 2023 sarà allestito come evento eco-sostenibile – e l’Art Advent di Karlsplatz. Quest’ultimo esiste da 30 anni e l’intera offerta gastronomica è certificata biologica.

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Il pic-nic in autunno si fa anche in Italia. Ecco dove

Ci sono momenti dell’anno che sono davvero speciali: l’autunno con i suoi frutti, le temperature ancora miti e la magia che fa con la natura trasformandola in un caleidoscopio di colori, è uno di quei momenti.

I boschi si trasformano grazie ai rossi, agli arancioni e alle tante sfumature di giallo: una visione per gli occhi ma anche per lo spirito, pronto a fare il pieno di bellezza regalandosi preziosi momenti da trascorrere all’aria aperta. E quale momento migliore per fare un pic-nic autunnale? In Italia ci sono tantissimi luoghi perfetti per godere di momenti immersi nella natura, location che vanno bene in ogni periodo dell’anno e altre che sono particolarmente suggestive in questi mesi.

Basta armarsi delle pietanze giuste per poi lasciarsi coccolare dall’armocromia, perché non c’è periodo dell’anno migliore di questo per approfittare della terapia naturale che deriva dallo stare all’aria aperta, che offre rilassamento e benessere al corpo e anche alla mente.

Un elenco di alcuni dei tanti posti bellissimi dove organizzare un pic-nic a tema autunnale e in cui concedersi ancora del tempo all’aria aperta prima dell’arrivo delle temperature più rigide.

I pic-nic autunnali da fare nel Nord Italia

Che sia un bosco, un parco o una spiaggia (sì, la spiaggia fuori stagione è bellissima) ci sono tantissimi luoghi dove si può organizzare un perfetto pic-nic d’autunno. Le uniche regole? Coccolarsi con del buon cibo e avere la cura di pulire per bene l’area alla fine della giornata.

A Milano e nelle zone limitrofe, ad esempio, ci sono tantissimi luoghi verdi perfetti per una gita: potrebbe valere la pena dirigersi verso Parco Nord e godersi una dele tante aree attrezzate all’interno di questa vasta zona in cui la natura è la protagonista.

Un altro luogo molto affascinante sono i Giardini di Castel Trauttmansdorff a Merano,  in provincia di Bolzano, dove è possibile godersi un pranzo al sacco: l’apertura – fino al 15 novembre – è giornaliera a partire dalle 9. Un tripudio di colori che lascia senza fiato: da segnalare, ad esempio, i Boschi del Mondo in cui sembra di immergersi nell’Indian Summer.

In Valtellina, invece, uno dei luoghi da non perdere è la Foresta dei Bagni di Masino dove si trova anche un’area attrezzata per pic-nic. Una bellissima passeggiata immersi nella natura per poi rifoccillarsi con dell’ottimo cibo: un connubio perfetto.

Un pic-nic ammirando il Monte Bianco? Si può fare a Courmayeur, nell’area apposita che si triva nel Bosco del Miage. Qui si trova tutto il necessario per sedersi e godersi un pranzo in compagnia, magari usando una delle postazioni griglia per un barbecue in stile autunnale.

Lungo il fiume Ticino, poi, si estende l’omonimo parco che comprende ben due regioni: Lombardia e Piemonte. Un luogo dal grande fascino in cui la biodiversità la fa da padrona e dove esistono diversi luoghi da scegliere per fare un pic-nic all’aria aperta. Tra i più affascinanti quello vista Vecchio Mulino di Bellenzago: ad acqua e ancora funzionante è uno dei luoghi che vale la pena visitare.

Non c’è un’area dedicata, ma vale la pena godersi la calma e il fascino del mare d’inverno. Quindi perché non organizzare una mangiata sul bagnasciuga? Tra le location più suggestive c’è la spiaggia della Baia del Silenzio a Sestri Levante: un vero e proprio gioiello incastrato tra le casette colorate e il mare.

Pic-nic autunnali da fare in Centro Italia

Le colline dolci della Toscana, l’Umbria con le sue tante bellezze e, ancora, il Lazio. Dove fare un pic-nic autunnale nel Centro Italia?  Ad esempio, nel Parco Vivo, che si trova ai piedi del Monte Amiata e nella Val D’Orcia in provincia di Siena. Nel cuore della Toscana vi è un’area attrezzata con tavoli, panche e bracieri.

Il foliage regala grandi emozioni anche nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna che si trova sull’Appennino tosco-romagnolo. Qui si trovano aree di sosta attrezzate per mangiare all’aperto immersi nella bellezza che solo la natura sa regalare.

Ci spostiamo in città, più precisamente a Roma dove vi sono tantissimi luoghi perfetti per un pic-nic urbano, ma immersi nel verde. Tra i tanti come non citare Villa Borghese? Qui si può godere della bellezza dell’autunno, ma anche di storia e arte. Armati di coperta da stendere e leccornie si può staccare per qualche ora dai ritmi frenetici della città.

In Umbria, invece, vi sono tantissimi luoghi, ma tra tutti vale la pena godersi di una gita autunnale nel Parco della Cascata delle Marmore dove si possono trovare alcune aree pic-nic. E ammirare la cascata artificiale più alta d’Europa: attenzione però di verificare gli orari di rilascio dell’acqua.

Pic-nic autunnale nel Sud Italia

Il Sud Italia è ricco di luoghi suggestivi e unici, posti in cui immergersi nella natura e fare il pieno di bellezza. Ad esempio, si gode di una vista impareggiabile dal Parco Virgiliano, nel quartiere napoletano di Posillipo. Un suggestivo polmone verde all’interno della città campana, in cui apprezzare le miti giornate autunnali e i tanti colori che ci regalano.

La Foresta Umbra in Puglia è un luogo di grande fascino ricco di sentieri e luoghi da scoprire. Si può decidere di sostare nei pressi del laghetto di Cutino d’Umbra dove ammirare la magia del foliage, oppure approfittare della vicina area attrezzata.

In Calabria, invece, il Parco Nazionale della Sila offre scorci autunnali indimenticabili, con la natura che restituisce allo sguardo una palette di colori perfetta per il periodo. Si trova sul più grande altopiano d’Europa e si estende su un’area molto vasta. Basta trovare lo scorcio preferito e fermarsi per un pic-nic immersi nei colori dell’autunno.

In Sicilia, poi, si può organizzare il perfetto pic-nic autunnale nel Parco dell’Etna. Tra sentieri e boschi si trovano anche aree attrezzate. La magia dei colori di stagione è offerta dai faggi e dalle betulle che restituiscono un caleidoscopio di sfumature.

Queste sono alcuni dei tanti luoghi sparsi in tutta Italia dove è possibile programmare un pic-nic a tema autunnale. Cose più importanti da fare sono rispettare l’ambiente, ripulendo tutto al termine della mangiata, e informarsi sui divieti che possono esserci nelle numerose località.

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Varazze tutto l’anno: cosa vedere in questa località ligure

Il nostro Paese è costellato di cittadine e borghi che vengono presi d’assalto durante le stagione estiva perché affacciati sul mare, ma messi in secondo piano nei restanti mesi perché purtroppo li colleghiamo solamente alle spiagge. La verità è che commettiamo un enorme errore, perché molte di queste località possiedono un cuore antico, una natura raggiante e vita in ognuno dei 365 giorni annuali.

Un esempio di quanto appena detto è Varazze, un magico comune della provincia di Savona, che sorge sulla costa della Riviera delle Palme in un’ampia insenatura tra la punta della Mola e la punta dell’Aspera.

Cosa aspettarsi

Varazze è una cittadina di origini romane che ha la fortuna di trovarsi immersa in un territorio bagnato da un limpido mare e a sua volta circondato da un paesaggio fatto di rocce e puntellato di pini marittimi. A Varazze si arriva con il sorriso perché da queste parti il sole e il clima mite rendono tutto più colorato, piacevole e persino bello.

La città ammalia con il suo aspetto rimasto fermo nel tempo che si può assaporare passeggiando tra i caruggi del centro. Poi conquista con i tanti sentieri che si sviluppano sulle colline circostanti e le sue tante spiagge che offrono tutto, dal lusso fino alle esperienze più minimali.

Poi ci sono i surfisti, i velisti e la possibilità di fare emozionanti gite in battello vero altri luoghi della regione che sono un sogno ad occhi aperti. Sì, Varazze è presa d’assalto in estate, ma la verità è che qui c’è qualcosa da fare e da vedere in qualsiasi periodo dell’anno.

Varazze, Liguria

Fonte: iStock

Veduta aerea di Varazze

Il centro storico

Il centro storico di Varazze è un piacere per gli occhi e per l’anima. Si tratta di una zona della città piccola e raccolta, ma puntellata dai carruggi tipicamente liguri, di casette colorate, vecchie e possenti mura in cui resistono ancora antiche porte di accesso, ed edifici di pregio.

Passeggiando tra le sue stradine si nota che il centro è un mix armonioso di stili ed epoche diverse, tanto da risultare uno dei più suggestivi e caratteristici borghi della Riviera Ligure.

Tra gli edifici di cui vale la pena varcare la soglia c’è sicuramente le splendida Collegiata parrocchiale di Sant’Ambrogio. Si trova nel cuore della città e oltre a colpire per la presenza di un maestoso campanile e un’imponente facciata, è la culla di tantissimi manufatti dal pregevole valore artistico, pitture e sculture e opere che fanno sognare.

Straordinario è anche il Palazzo Beato Jacopo da Varazze che presenta una facciata in cui è collocata una statua del beato. Da non perdere, inoltre, è anche la possente cinta muraria, costruita tra il Duecento e il Quattrocento, dove sopravvivono ancora  le antiche porte che in tempi assai lontani garantivano l’accesso alla città: Porta di Ponte Vecchio, Porta dei Busci, Porta del Torrione, Porta della Loggia e Porta del Borghetto.

Collegiata parrocchiale di Sant'Ambrogio, Varazze

Fonte: iStock

La Collegiata parrocchiale di Sant’Ambrogio

Cosa vedere fuori le mura

L’anima di Varazze è percepibile anche al di fuori delle sue mura. Una delle cose da fare assolutamente è passeggiare sul Lungomare Europa che, passo dopo posso, conduce alla vicina Cogoleto, la città di nascita di Cristoforo Colombo. 4,5 km percorribili anche in bici lungo un tratto dell’antica linea ferroviaria Genova-Ventimiglia, tra il mare e le colline che regalano scorci panoramici mozzafiato.

Inebriante è anche il Lungomare Varazze-Celle Ligure che corre parallelo all’antica ferrovia. Il percorso in totale è di approssimativamente 3 km, ma se lo si desidera si può proseguire fino ad Albisola, famosa a livello internazionale per la lavorazione delle ceramiche.

Con un’altra bellissima passeggiata di circa un’ora si arriva presso il Santuario di Nostra Signora della Guardia, una sorta di piccolo pellegrinaggio che conduce al cospetto di un edifico semplice, ma meraviglioso, che si fa spazio sulla cima del Monte Grosso, vetta da cui godere di un panorama estasiante e che fa posare lo sguardo fino a Portovenere.

La natura di Varazze

Varazze si affaccia su un limpido mare, ma è circondata anche da una natura raggiante in cui respirare i tipici profumi della macchia mediterranea. Questa bellissima cittadina ligure, infatti, è il vero e proprio cuore del Parco naturale del Beigua, parte della rete degli Unesco Global geopark.

Parco naturale del Beigua, Verazze

Fonte: iStock

Un angolo del Parco naturale del Beigua

È un territorio davvero speciale e anche un paradiso per chi è interessato agli aspetti geologici, paleontologici, mineralogici e archeologici locali. Laghi, zone umide, torbiere e foreste permettono di fare escursioni emozionanti in tutte le stagioni, ognuna caratterizzata dai suoi colori tipici: il bianco con le ciaspole in inverno, il rosso e il giallo in autunno per andare a caccia di funghi, le tonalità pastello primaverili che invitano a fare picnic, e il verde vivido estivo con la sua caratteristica atmosfera allegra.

Proprio qui si sviluppa anche un sentiero famosissimo: quello che porta all’Eremo del Deserto. Si tratta di un itinerario storico-spirituale di circa 2,4 km da fare in compagnia di specie tipicamente mediterranee accanto ad alberi caratteristici dei boschi montani. Il punto di arrivo è l’Eremo del Deserto, un edificio religioso sito in posizione isolata che risale alla metà del XVII e in cui si sviluppa a che un orto botanico, il Percorso Botanico dell’Eremo del Deserto.

Il mare e le spiagge

Quando si racconta di Varazze non si possono di certo non menzionare il mare e le sue splendide spiagge. Ce ne sono di libere, attrezzate, perfette per il relax o per praticare il surf. Qualunque sia la vostra scelta, quel che troverete è un mare limpido e pulito, in cui la qualità dei servizi è più che assicurata.

Molto particolari, per esempio, sono la Baia del Corvo e la Cala dei Gronghi, anche se a rendere il tutto ancor più bello è la Spiaggia dei Bergamaschi, posizionata tra Varazze e Celle Ligure.

Varazze è bellissima, una località dove la storia si plasma perfettamente alla natura. Un luogo dove poter fare tutto quello che si desidera e in cui la noia non si avverte mai.

Ah, un’ultima cosa: i fondali di Varazze sono scrigni di importanti tesori. Vi basti pensare che proprio qui, nel 2012, sono stati rinvenuti i resti di una nave di epoca romana e parte del suo carico di anfore e vasi in terracotta.

Varazze: spiagge e mare

Fonte: iStock

Il mare e le spiagge di Varazze
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Migliaia di pecore stanno sfilando in questa città spagnola

Sono circa 2mila, sono bellissime e stanno compiendo un viaggio davvero speciale. Stiamo parlando di pecore, ma ci sono anche delle capre all’interno del gregge, le vere protagoniste di una transumanza che tocca diverse località della Spagna per raggiungere Madrid dove gli ovini sfileranno il 22 ottobre.

I capi sono tantissimi e ammirarli tutti insieme è un’esperienza indimenticabile, sono accompagnati da cani e da ben nove pastori. Tra le tappe quella a Guadarrama, primo comune della Comunità di Madrid da cui è transitata la mandria regalando uno spettacolo indimenticabile.

La transumanza delle pecore

Un viaggio lungo che si ripete e una tradizione del passato che vive ancora oggi: è quello che compiono le pecore e le capre del gregge appartenente alle famiglie del Comune di La Mesta in Spagna e coordinato dall’associazione Transumanza e Natura. Questa realtà dal 1997 lavora per mostrare come la transumanza sia uno: “strumento contro il cambiamento climatico e come alleata della biodiversità”, si legge sul sito della realtà associativa.

I capi viaggiano per circa 32 giorni per raggiungere la capitale spagnola, Madrid, dove sfilano nelle strade prima di prepararsi ad affrontare l’inverno. E nel loro attraversare i territori della spagna toccano anche diverse località, compresa Guadarrama che è anche città amica della transumanza.

Questo rito antico è molto amato e diventa una fantastica occasione per visitare località nuove sia in Italia, sia all’estero. Se si ha in programma una vacanza a Madrid, vedere la città invasa da un grandissimo gregge potrebbe essere un’esperienza davvero indimenticabile.

A guidarlo Marity González, che ricopre per la prima volta questo ruolo: si tratta di una giovane allevatrice nominata primo pastore nel 2018.

E Madrid si appresta a festeggiare l’arrivo del gregge, un’occasione unica per rivivere una tradizione che dal passato è giunta sino a noi e per vederla lungo le strade della capitale spagnola.

La transumanza attraversa diverse località della Spagna prima di raggiungere Madrid

Fonte: Europa Press/ABACA / IPA

La transumanza del grande gregge di pecore e capre attraversa diverse località della Spagna prima di raggiungere Madrid

La transumanza a Madrid

La data da segnare in agenda è quella del 22 ottobre 2023 quando, a partire dalle 10,30 e fino alle 14, per le strade di Madrid si potrà ammirare sfilare un gregge di pecore e capre composto da circa 2mila capi.

Le tappe sono le seguenti: la partenza è dalla Casa de Campo attraverso il Puente del Rey, si raggiunge la Catedral dell’Almudena e Calle Mayor, passaggio successivo da Puerta del Sol per arrivare a plaza de Colon. Alle 13,30 è prevista una cerimonia presso il municipio. Poi il gregge ripercorrerà le stesse strade per tornare alla Casa de Campo.

Un momento davvero speciale, ma anche una buona occasione per ammirare le bellezze di Madrid: la capitale spagnola infatti è una città ricca di storia, arte e luoghi dal fascino senza tempo.

Cosa vedere a Madrid durante la transumanza

Alcune delle tappe del percorso compiuto dal gregge sono tra le location, della capitale spagnola, che vanno inserite in un’ideale itinerario di viaggio. Come la Puerta del Sol, la piazza più grande della città, ma anche uno dei luoghi più antichi: basti sapere – infatti – che risale al XV secolo.

La Catedral dell’Almudena, poi, si trova in un’altra piazza centralissima, vale la pena visitarla così come una tappa imperdibile è il Palazzo Reale che si trova lì vicino. Il gregge attraversa anche Calle Mayor tra le più importanti strade della città, la sua realizzazione viene datata nel Medioevo.

Le tappe della transumanza in programma a Madrid il 22 ottobre 2023 toccano alcuni dei luoghi più affascinanti della città,  che in questa occasione si potrenno ammirare invasi dal gigantesco gregge di pecore e capre.

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A Gardaland arriva una nuova e incredibile attrazione

Per chi andrà a Gardaland l’anno prossimo ci sarà una grande novità. Sarà aperta al pubblico una nuova e meravigliosa attrazione, ispirata al mondo dei nativi americani. “La storia degli indiani d’America è conosciuta da tutti”, ha spiegato Sabrina de Carvalho, CEO di Gardaland Resort “e, per questo, la nuova attrazione coinvolgerà – in modo diverso – ospiti di più generazioni”.

La nuova attrazione di Gardaland

Piacerà a tutti, insomma, anche ai grandi che, fin da bambini, si sono appassionati guardando film e serie televisive su cowboy e indiani. Chi andrà a Gardaland nei prossimi giorni, visto che è prevista una grande festa di Halloween, può fin d’ora sbirciare attraverso la recinzione viola che riporta la scritta significativa: “Un’antica leggenda di una tribù di indiani d’America”.

“Gardaland, con i suoi tre milioni di visitatori, si classifica tra le mete più visitate d’Italia e riveste un ruolo fondamentale nell’ambito dei parchi a tema nel mercato italiano. Con l’arrivo della nuova attrazione vogliamo continuare a far vivere esperienze memorabili ai nostri ospiti”, ha spiegato de Carvalho.

Non sono stati svelati i dettagli della nuova attrazione se non la tematica che si preannuncia alquanto intrigante. “Sarà un’importante realizzazione con una tematizzazione molto forte ispirata alle leggende dei nativi americani, da sempre protagonisti di storie vere, ma anche di opere cinematografiche e letterarie”, ha raccontato l’amministratore delegato di Gardaland in una nota stampa “che illustrano qualità come il coraggio, la prestanza fisica, l’altruismo, la forte connessione con la natura e i famosi rituali eseguiti per un’ampia varietà di scopi, dalla danza del sole a quella della purificazione”.

Halloween a Gardaland

A Gardaland la festa di Halloween è già partita e durerà tutti i weekend fino al 5 di novembre. Gardaland Magic Halloween quest’anno ha due versioni: una più spaventosa, da brividi, mentre l’altra è più tranquilla e colorata.

Il divertimento inizia già a partire dal venerdì sera quando vengono organizzati i “Venerdì da Paura”, pensati per tutti coloro che non hanno paura di mettersi alla prova. Ad accogliere gli ospiti, un Welcome Show completamente rinnovato con 13 corvi neri danzanti che, sulle note di una nuova base musicale fra acrobazie e giochi di fuoco, coinvolgono gli spettatori in uno spettacolo da brivido.

Dopo il successo dello scorso anno, il divertimento è raddoppiato anche nelle “Scary Zone” disponibili tutti i venerdì, quelle zone delimitate e infestate di zombie, mostri e da creature spaventose che hanno il compito di mettere alla prova il coraggio degli ospiti

Le attrazioni a tema Halloween

Durante Gardaland Magic Halloween, 20mila chilogrammi di zucche, lapidi, ragnatele e mostruose creature trasformano i viali del parco in un luogo ricco di fascino all’interno del quale scovare le tante novità a tema: dalla postazione make-up utile per assomigliare al mostro preferito, alla mostro band itinerante fino al “Trick or Treat, la caccia all’ultimo dolcetto”. Tutti i partecipanti, acquistando la propria e personale zucca, dovranno compiere una missione: scovare gli stand dedicati all’iniziativa e cumulare, entro fine giornata, circa 450 grammi di caramelle colorate.

Nei fine settimana, nuove avventure anche al Buffalo Stage con Windigo, una creatura leggendaria, appartenente alla mitologia dei nativi americani che trasporta gli spettatori nel lato più “oscuro” del Vecchio West con danze rituali tradizionali, suggestive esibizioni di giocoleria e spettacolari acrobazie.

Il Teatro della Fantasia, invece, è invaso dall’eclettico “Wondy e la pozione magica”, uno spettacolo pensato per i più piccoli, un mix di giocoleria, comicità, magia, sorprese e interazione che coinvolge e diverte ogni ospite.

Nuova programmazione anche al Gardaland Theatre dove va in scena uno spettacolo tematizzato: “Midnight, l’ora del Duca”, un “dark show” presentato da artisti acrobati e performer provenienti dal “Circo degli orrori”, accompagnati da una colonna sonora suggestiva, una scenografia speciale e dall’inserimento di effetti speciali e di magiche illusioni. Il pubblico è invitato a visitare le cupe segrete del misterioso castello, dove si aggirano bizzarri personaggi e dove mostruose creature vengono tenute prigioniere.

Per tutto il periodo di Gardaland Magic Halloween anche il Bosco degli Gnomi cambia look e si trasforma nel Bosco Stregato, un percorso interattivo, adatto a bambini a partire da cinque anni, popolato dalle creature più iconiche di Halloween. Ciascun ospite, una volta varcato l’ingresso, diventa immediatamente “vittima” dei divertenti scherzetti fatti dai dispettosi abitanti del bosco.

Per l’occasione, poi, il Cinema 4D offre due nuove prime visioni: la prima con “IT – The 4D Experience” disponibile durante i “Venerdì da Paura”, destinato a un pubblico di età superiore ai 14 anni (i minori di 14 anni dovranno essere accompagnati), e la seconda con “Happy Family – The Ride” tutti i sabati e le domeniche.

In piazza Jumanji, appuntamento per il gran finale con la Regina di Halloween, lo show che vede protagonista la strega Zenda, la mascotte di Gardaland Prezzemolo, Aurora e il loro corpo di ballo al gran completo. Tra canzoni, coreografie, numeri acrobatici viene quindi proclamata la regina di Halloween.

Durante le giornate di Halloween non mancano proposte di cibo e bevande a tema: hot dog con dita di wurstel insanguinate, creepy burger, black focaccia, burrito cochinita, scary pizza, black schiacciata, scary ice cream, mele stregate, scary dessert e cocktail infernali.

Il divertimento si raddoppia in vista della notte più spaventosa di sempre, quella del 31 ottobre, in occasione dell’Halloween Party, quando piazza Jumanji si trasforma in un’area dance aperta fino a tarda notte con ospiti da paura.

Inutile dire che per concludere l’esperienza da brividi a Gardaland l’ideale sarebbe soggiornare in uno degli hotel a tema del parco: Gardaland Hotel, Gardaland Adventure Hotel e soprattutto Gardaland Magic Hotel, perfetto per l’occasione.

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Valle dei Mocheni, con un magnifico scenario naturale

A pochi chilometri da Trento, si trova una terra che è rimasta intatta nella sua bellezza, quasi come un segreto da custodire gelosamente. I visitatori l’hanno ribattezzata ‘la valle incantata’ e non c’è forse altro modo di definirla, una volta che si è al cospetto del magnifico scenario naturale che racchiude, lasciato intatto dagli insediamenti umani isolati. Non è però solo il paesaggio che si svela allo sguardo a rendere questo luogo così speciale, ma anche la presenza di un‘isola linguistica germanofona di origine medievale. Benvenuti nella Valle dei Mocheni.

Alla scoperta della Valle dei Mocheni

La Valle dei Mòcheni, o Valle del Fèrsina (in mòcheno: Bersntol, in tedesco: Fersental) è una gemma nascosta del Trentino-Alto Adige, percorsa dal torrente Fèrsina, dalla sua sorgente fino alla cittadina di Pergine Valsugana, in provincia di Trento. Circondata dalle vette del settore occidentale del gruppo del Lagorai, è un susseguirsi di pascoli e boschi, in particolare larici e abeti rossi, interrotti solo qua e là da baite, masi e gruppi di case sparse, immersi in uno spazio che sa di infinito, dove tracce di agricoltura e allevamento spezzano solo per qualche istante il dominio della natura, permettendole di rimanere incontaminata e di preservare gli habitat di specie animali e vegetali protette.

Oltre a essere una meta molto apprezzata per le escursioni estive e per vacanze rilassanti e rigeneranti, è anche un luogo con un interessante passato minerario, testimoniato dalla Miniera-Museo Grua va Hardömbl, che si apre a 1.700 metri di quota con il suo tesoro di pirite, blenda, calcopirite, galena e oro. Situata nei pressi del sentiero che conduce al Lago di Erdemolo e distante 5 km dal centro di Palù del Fersina, è così ben conservata da sembrare quasi “viva”. Attrezzi e strumenti da lavoro, originari del sito, minerali e altri oggetti portano la mente a ritroso nel tempo, in epoche lontanissime o in altre più vicine a noi.

Per comprendere appieno la storia e la cultura di questi luoghi e della comunità che li abitano, è stato realizzato l’Istituto Mòcheno che ha lo scopo di tutelare e valorizzare il patrimonio etnografico e culturale, con particolare riguardo alle espressioni linguistiche. Una visita al Filzerhof, permette, ad esempio, di conoscere come viveva la comunità mòchena nei secoli scorsi. In questo maso, infatti, convergono tutti gli aspetti della vita locale, dalle attività lavorative alle relazioni sociali, dalla trasmissione delle conoscenze – anche quelle linguistiche – allo svolgersi dei rituali tradizionali.

Risalendo la Valle dei Mocheni verso Sant’Orsola si raggiunge, invece, l’interessante Museo Pietra Viva, che propone un affascinante viaggio nel mondo dei minerali e dei minatori, attraverso 400 anni di storia che hanno visto fiorire e decadere l’attività mineraria in questa valle di immigrazione tedesca. All’interno, si trova la ricostruzione del più grande “geode”, ossia una cavità rocciosa ricoperta di cristalli, scoperto negli anni ’90 dai due fratelli che hanno dato vita a questo percorso ricco di storia, cultura e natura.

Chi sono i Mocheni

I Mòcheni sono gli abitanti della valle che ne porta il nome, discendenti di una comunità di origine germanica che ha mantenuto negli usi e nella lingua la radice tedesca. I primi abitanti sono arrivati qui nel Medioevo dalla Germania, chiamati dai signori feudali di Pergine come manodopera per gli allevamenti e le coltivazioni. Pian piano la comunità è diventata stanziale, continuando a popolare la zona e dedicandosi allo sfruttamento dei giacimenti di rame e argento. Mochen, secondo il codice linguistico dei contadini tedeschi scesi qui a lavorare nelle miniere, deriva da machen, ‘fare’. Un nome attribuito in senso dispregiativo per indicare gli abitanti della montagna di lingua tedesca.

A partire dagli anni ’60, dopo la repressione operata dal fascismo con la proibizione dell’uso della lingua germanica e dopo una fase di disinteresse, nel secondo dopoguerra, verso queste isole linguistiche, è iniziato un processo di rivalutazione di questa e altre minoranze della provincia di Trento.

Attualmente i paesi appartenenti alla comunità mòchena sono quattro: Roveda (Oachlait, in mocheno), Frassilongo (Garait) e Fierozzo (Vlarotz) – sulla sponda sinistra della Fèrsina – e Palù (Palai), nella parte alta sulla sponda destra. La lingua mòchena è usata a livello orale da quasi la totalità delle famiglie di Roveda e di Palù, da gran parte delle famiglie di Fierozzo e da alcune famiglie a Frassilongo.

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Questa è la migliore attrazione d’Europa. E non è un monumento

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, lo facciamo per contemplare i capolavori di Madre Natura, per ammirare quelli creati dall’uomo, e per toccare con mano le tradizioni e la cultura di popoli lontani. Ma lo facciamo anche per raggiungere, visitare e fotografare tutti quei monumenti iconici che sono diventati il simbolo di città e Paesi interi.

La Tour Eiffel, il Colosseo, la Sagrada Familia e poi, ancora, l’Acropoli d’Atene e Buckingham Palace: queste sono solo alcune delle destinazioni europee che ogni giorno migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo raggiungono. Tra queste ne spicca una che non è un monumento, né una scultura artistica o architettonica, eppure si è aggiudicata il primato di migliore attrazione d’Europa.

Stiamo parlando della Guinness Storehouse di Dublino, l’iconica fabbrica della birra simbolo dell’Irlanda che ha battuto rivali d’eccezione per posizionarsi al primo posto dei World Travel Awards. Se non siete mai stati in questo tempio della birra vi sveliamo i motivi di questa vittoria e vi spieghiamo perché dovreste raggiungerla il prima possibile.

Benvenuti nella Guinness Storehouse

Pensi a Dublino e dici birra, anzi Guinness. La capitale dell’Isola di Smeraldo, infatti, è legata indissolubilmente alla bevanda in questione. Lo sanno bene tutti quei viaggiatori che giungono in Irlanda per ammirare i paesaggi verdi, i castelli e i parchi, e che non rinunciano a soste di gusto accompagnate proprio dall’iconica Guinness.

La storia d’amore tra la città natale di Oscar Wilde e la birra ha origini antichissime che risalgono a oltre due secoli e mezzo fa. Era il 1759 quando Arthur Guinness, uomo d’affari di Celbridge, scelse di affittare un edificio a James’s Street per trasformarlo in una birreria. Tutto il resto è una storia da primati che ha permesso al birrificio di Arthur Guinness di diventare il più grande d’Irlanda nel 1838 e il più grande del mondo del 1914. La stessa storia che tutti i cittadini d’Europa conoscono, se non per i suoi dettagli, sicuramente per il suo gusto.

Entrando all’interno del Guinness Storehouse di Dublino si può diventare parte della storia della celebre birra attraverso degustazioni, osservazioni e visite guidate per comprendere il segreto di una delle bibite più popolari e conosciute del mondo intero. L’edificio, infatti, non è un semplice birrificio ma un vero e proprio museo tematico che si snoda su sette livelli che raccontano dettagli, segreti e caratteristiche della birra simbolo d’Irlanda.

La Guinness Storehouse di Dublino è una vera e propria istituzione in città, nonché una delle attrazioni turistiche più visitate nel Paese e non solo. Come hanno confermato i risultati dei World Travel Awards, infatti, il birrificio della Guinness si è guadagnato il primato di migliore attrazione d’Europa sbaragliando una concorrenza super agguerrita.

Dublino: la migliore attrazione d’Europa

Seguita da Buckingham Palace, dalla Sagrada Familia, dall’Acropoli, dal Colosseo e dalla Tour Effeil, la Guinness Storehouse si è aggiudicata così il primo posto nella classifica delle migliori attrazioni d’Europa. Non che sia una novità in senso assoluto, questa vittoria, dato che già nel 2015 il birrificio aveva conquistato lo stesso primato. Inoltre, come abbiamo anticipato, si tratta di una delle attrazioni più celebri e visitate nel Paese.

La sua popolarità non stupisce: sede della Guinness da più di 250 anni, questo birrificio è stato trasformato in un museo che permette di fare un viaggio nel passato e nel presente per scoprire e toccare con mano l’anima del simbolo dell’Irlanda.

Se avete in mente di visitare la Guinness Storehouse di Dublino, non dimenticatevi di concedervi un momento di relax all’interno del Gravity Bar. Potrete degustare la migliore birra del Paese sul tetto dell’edificio di St. James’s Gate con una vista mozzafiato sull’intera città.

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Torrechiara, il borgo col castello che è una favola

Qualche casetta antica incastonata tra le prime colline della Val Parma, e poi un suggestivo castello che spicca sul punto più alto del centro abitato, da cui gode di una vista sensazionale: siamo a Torrechiara, piccolo borgo dell’Emilia Romagna, dove si può ammirare un bellissimo maniero medievale. Tra storia e leggenda, il suo profilo imponente si staglia contro il cielo azzurro, regalando un panorama da cartolina. Scopriamo la sua incredibile magia.

Torrechiara e il suo meraviglioso castello

Torrechiara, frazione del comune di Langhirano, è uno dei piccoli borghi che punteggiano le colline attraverso cui scorre placido il torrente Parma, nel cuore della Pianura Padana. Sebbene sia davvero minuscolo (conta meno di 400 abitanti), vanta un gioiello di rara bellezza: si tratta del castello di Torrechiara, costruito nel ‘400 su uno sperone roccioso proprio a ridosso del paesino medievale. Quello che si vede da lassù è un panorama incantevole, ma ancora più suggestiva è la storia di cui il maniero è testimonianza.

La struttura originaria risale al ‘200, quando la famiglia Scorza ordinò la costruzione di una casaforte lungo la Via Emilia – poi distrutta dal podestà Marco Giustiniani. Un paio di secoli dopo, sulle sue rovine venne eretto il castello che ancora oggi possiamo ammirare: a volerlo fu Pier Maria II de’Rossi, il quale cercava non solamente un forte da cui proteggere i suoi dominii, ma anche un nido d’amore dove incontrare la sua amante Bianca Pellegrini. Fu per questo motivo che concentrò i suoi sforzi sulla decorazione delle lussuose sale che accolsero la sua travolgente storia d’amore.

La stanza più suggestiva è la Camera d’Oro, situata al primo piano della torre di nord-est, che si affaccia sulla Val Parma. Il suo nome deriva da preziose decorazioni in foglia d’oro che rivestivano le pareti, e che oggi non sono più presenti. Non meno affascinanti sono gli affreschi, probabilmente di realizzazione dell’artista Benedetto Bembo, splendidi dipinti medievali che narrano l’amor cortese tra Pier Maria e la sua Bianca. Il castello è aperto al pubblico, con visite guidate che offrono una panoramica meravigliosa su questa struttura di così gran pregio. Ma attenzione al fantasma: si narra che tra le sue mura, nelle notti di plenilunio, il proprietario innamorato vaghi ancora alla ricerca della sua dama.

Cos’altro vedere a Torrechiara

Il castello di Torrechiara è senza dubbio il vero gioiello del borgo, un luogo magico che sembra uscire da una favola. Ma le sorprese non finiscono qui: tra le colline ricoperte di bellissimi vigneti (qui si producono i rinomati vini dei Colli di Parma), si staglia il piccolo borgo medievale dove il tempo pare essersi fermato. Una delle sue architetture più belle è la Badia di Santa Maria della Neve, anch’essa costruita nel ‘400 per volere di Pier Maria II de’ Rossi, lungo le sponde del torrente Parma. La chiesa tardo-romanica e il chiostro rinascimentale sono tutti da scoprire.

È invece ai piedi del castello che sorge la Chiesa di San Lorenzo: costruita nel XII secolo in stile romanico, venne poi abbattuta e sulle sue ceneri nacque l’attuale edificio, ovviamente sempre per opera di Pier Maria II de’ Rossi. Fu in seguito trasformata seguendo i dettami dello stile barocco e ristrutturata più volte, a causa di alcuni danneggiamenti che subì con il corso del tempo. Al suo interno custodisce alcuni preziosissimi dipinti settecenteschi.