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Bruxelles: l’ex Palazzo della Borsa è diventato il tempio della birra

L’associazione tra la birra e il Belgio è un connubio indissolubile che risale a una lunga tradizione e all’amore che il popolo belga nutre per questa bevanda senza tempo. Il Paese, infatti, è famoso anche per le sue birrerie storiche e monasteri antichi dove viene prodotta secondo le antiche ricette tramandate da secoli.

Recentemente, Bruxelles ha inaugurato il Belgian Beer World, un autentico santuario della birra, diventato una meta imperdibile per gli appassionati di tutto il mondo. Situato presso il Palazzo della Borsa, conosciuto anche come Le Bourse, questo centro esperienziale offre un’immersione totale nella ricca cultura birraria belga.

Dopo tre anni di lavori di ristrutturazione, è finalmente pronto ad aprire i battenti ai visitatori per svelare la ricca storia, le tradizioni millenarie e le tecniche di produzione delle rinomate birre belghe.

Belgian Beer World: alla scoperta dell’autentica birra belga

La location del Belgian Beer World custodisce le spoglie di Jan Primus, duca del Brabante. Secondo la leggenda, fu il presunto artefice delle rinomate birre belghe e, per alcuni, persino l’inventore della birra stessa. Un dettaglio che aggiunge un tocco di magia e mistero al luogo, creando al tempo stesso un’atmosfera intrigante per chi lo visita.

La recente trasformazione di questo palazzo iconico ha dato vita a una galleria centrale, un ristorante, una brasserie, sale espositive e un centro congressi.

Questo progetto permette agli amanti di questa bevanda di scoprire l’ampia varietà di birre prodotte nella nazione, offrendo una panoramica completa sulla storia e l’arte affinata della produzione della birra, la sua origine, gli ingredienti utilizzati e i complessi processi di fermentazione che le rendono uniche. Inoltre, durante la visita, avranno l’opportunità di provare delle deliziose degustazioni.

Il piano terra del Palazzo della Borsa accoglie gli ospiti con un ingresso spettacolare, grazie alla scala che si affaccia su Place de la Bourse. Da qui, si accede alla galleria principale che attraversa l’intero edificio e conduce direttamente al lato opposto, a pochi passi dalla rinomata Grand Place di Bruxelles. Durante il restauro, le maestose colonne e l’imponente cupola centrale sono state riportate al loro originario splendore, mentre le nuove vetrate permettono alla luce naturale di illuminare l’ambiente, creando un’atmosfera calda e accogliente.

Tra le nuove aggiunte, spiccano le terrazze con splendide piante e composizioni floreali che donano un tocco naturale al contesto architettonico. Inoltre, all’interno della sala principale, l’opera d’arte in granito rosa, ideata dall’artista brussellese Valérie Mannaerts, conferisce originalità e creatività all’interno del palazzo.

La galleria è stata concepita come un autentico “salotto“. Infatti, oltre ad accogliere un delizioso caffè, comprende anche spazi espositivi per le mostre, gli spettacoli e altri eventi culturali. Grazie a questa versatilità, non è solo un museo dedicato alla birra, ma anche un luogo dinamico in grado di accogliere una varietà di attività, offrendo un’esperienza completa ai visitatori.

Belgian Beer World

Fonte: Getty Images

Belgian Beer World, Bruxelles

Il mondo della birra belga: un viaggio sensoriale tra aromi, gusti e colori

Il secondo e il terzo piano del Palazzo sono riservati, invece, a laboratori e workshop che offrono un’esperienza pratica autentica. Qui i partecipanti potranno approfondire la comprensione dei segreti della produzione della birra attraverso attività interattive e dimostrazioni, imparando così le diverse fasi del processo di produzione e l’importanza di ogni ingrediente.

Inoltre, avranno l’opportunità di sperimentare in prima persona la vasta gamma di sapori e profumi che la birra può offrire.

Il progetto coinvolge oltre cento produttori provenienti da ogni angolo del Belgio, tra cui aziende emergenti e marchi consolidati. Dopo la visita, è possibile godersi una degustazione presso il nuovo Skybar panoramico, situato su una terrazza di 350 metri quadrati sul tetto del palazzo e dalla quale è possibile ammirare una vista spettacolare sulla città di Bruxelles. E per portare a casa un ricordo speciale, c’è anche un Beer Shop dove è possibile acquistare diversi souvenir.

Infine, i più curiosi potranno scendere nel sottosuolo alla scoperta di Bruxella 1238, un sito archeologico che preserva i resti del monastero francescano su cui è stato costruito il Palazzo della Borsa, per un tuffo nella storia e nel patrimonio culturale di Bruxelles.

Belgian Beer World

Fonte: Ufficio Stampa

Belgian Beer World, Bruxelles
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Il borgo degli gnomi si tinge di magia: inizia la festa del foliage

Scoprire i paesaggi incantevoli che regala l’autunno è un’esperienza da non perdere. Durante questa stagione magica, la natura si trasforma in una tavolozza di colori vibranti, con le foglie che cambiano tonalità e regalano paesaggi che sembrano usciti da un quadro.

Uno degli eventi imperdibili di questa stagione è sicuramente il foliage, lo spettacolo cromatico offerto dalla natura, un fenomeno che attira ogni anno numerosi visitatori, che desiderano ammirare la bellezza incantevole dei paesaggi autunnali.

Uno dei posti più popolari per osservare questo fenomeno è il Festival del Fall Foliage a Bagno di Romagna, un evento che dona un’atmosfera incantevole al borgo. Dal 20 al 22 ottobre, le strade e i parchi della cittadina si trasformano in uno spettacolo di sfumature colorate e decorazioni che creano una cornice spettacolare.

Festival del Fall Foliage: la magia dei colori autunnali

Il Festival del Fall Foliage celebra quest’anno la sua X edizione, affermandosi come un evento imperdibile nel territorio dell’Alta Valle del Savio, un’occasione unica per apprezzare e valorizzare la straordinaria bellezza del patrimonio naturale che caratterizza la regione.

Durante le tre giornate alla scoperta dei colori del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, i visitatori avranno l’opportunità di immergersi in un vero e proprio paradiso naturale.

Camminare attraverso questi sentieri, circondati dagli aromi e dai degli alberi circostanti, è un’esperienza sensoriale all’insegna del totale relax. L’aria fresca e pura dei boschi è l’occasione per ricaricare le energie, che lascia una sensazione di pace e benessere.

Attraverso escursioni guidate, momenti di approfondimento su tematiche legate alla natura e all’ambiente, laboratori creativi, spettacoli artistici e spazi dedicati e all’enogastronomia, il festival offre un’esperienza completa e coinvolgente per tutti i partecipanti.

Per scoprire maggiori dettagli sul percorso e sulle informazioni essenziali per pianificare il tuo itinerario, ti consigliamo di consultare il sito ufficiale.

Il Sentiero degli Gnomi: un’avventura da fiaba nel borgo di Bagno di Romagna

Non lontano dal centro del borgo, c’è un luogo che rende quest’esperienza ancora più magica e divertente: il Sentiero degli Gnomi. Lungo questo affascinante percorso immerso nella natura, i bambini e gli adulti potranno scoprire un mondo incantato e vivere un’avventura indimenticabile.

Qui, la foresta si trasforma in un vero e proprio scenario da fiaba. Ma non è solo la natura a rendere magico questo luogo. Lungo i sentieri si possono ammirare splendide sculture di pietra che arricchiscono il paesaggio. Le figure degli animali, come gli adorabili gufi e i coniglietti, sembrano prendere vita sotto gli occhi dei visitatori, donando un tocco di magia all’esperienza. È davvero un luogo incantato dove è possibile vivere una vera e propria favola.

Grazie alla presenza degli gnomi e della Fata Foglina, i bambini saranno condotti in un viaggio magico, divertendosi con i colori e gli elementi della natura. Potranno raccogliere foglie di forme diverse e creare composizioni artistiche simpatiche, mentre imparano l’importanza del rispetto e della cura dell’ambiente circostante, imparando attraverso il gioco e la magia.

L’atmosfera incantevole e la presenza degli abitanti del bosco rendono l’esperienza ancora più speciale, creando ricordi indimenticabili per tutta la famiglia. Il percorso è completamente gratuito e si estende per un paio di chilometri.

Foreste Casentinesi

Fonte: iStock

Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Emilia-Romagna
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San Gottardo, il re dei passi alpini

È probabilmente la montagna che custodisce la storia più rilevante riguardo alle vie di comunicazione in Svizzera. Nessun valico alpino è altrettanto legato all’identità del Paese elvetico. Vero e proprio spartiacque meteorologico, idrico e culturale tra nord e sud che affascina da secoli, il Passo del San Gottardo attrae i visitatori per lo splendido paesaggio e le numerose gallerie, caverne e roccaforti sorte nel corso del tempo Attraversarlo è sempre un’avventura, in qualunque modo decidiate di farlo.

La storia del Passo del San Gottardo, “la via delle genti”

Il Passo del San Gottardo (in tedesco Gotthardpass) è uno dei più importanti valichi alpini, situato a 2.106 metri sul livello del mare. Prende il nome da San Gottardo di Hildesheim, un vescovo bavarese vissuto attorno all’anno Mille, e delimita il confine tra il Cantone Ticino  e il Canton Uri. Per lo scrittore Peter von Matt, può essere considerato una sorta di “monte Sinai elvetico”, che ha contribuito “all’autoglorificazione della Svizzera”. Per molto tempo si è erroneamente pensato fosse la montagna più alta delle Alpi, una credenza confutata soltanto nel XVIII secolo.

Quel che oggi è assodato, è che nessun’altra montagna elvetica – incluso il Cervino –  riveste l’importanza simbolica di questo straordinario massiccio, divenuto nell’immaginario collettivo un elemento dell’indipendenza della nazione, della coesione e dell’identità della Svizzera, ma anche luogo di lotta fra l’uomo e la natura impervia e crocevia delle culture del Paese.

Anticamente, pur essendo il passaggio più breve, il San Gottardo presentava sia sul versante sud, con tre importanti gole in Leventina, che sul versante nord, con la gola della Schöllenen, degli ostacoli importanti, difficilmente superabili in presenza di cattivo tempo.

Nel XII secolo, con la realizzazione del ponte del diavolo e della passerella sospesa (Twärrenbrücke), il passo acquisì per la prima volta importanza europea e fu determinante per i destini delle popolazioni che abitavano i due versanti, tanto da essere citato nel Annales Stradenses, guida per pellegrini che dal Nord Europa vogliono raggiungere Roma o la Terrasanta, redatta a metà del XIII secolo.

Nel 1230 venne consacrata la cappella dedicata a San Gottardo, posta sul valico, e insieme ad essa venne edificato anche un Ospizio che andava a completare una importante rete di assistenza ai pellegrini e viandanti. Fino quasi all’inizio dell’Ottocento, la via restava, però, essenzialmente una mulattiera che permetteva il trasporto delle merci solo a dorso di mulo. Proprio per la sua natura, era chiamata anche “la via delle genti”.

Solo nel 1708 si ebbe un sostanziale miglioramento della strada con l’apertura di una galleria (Urnerloch) lunga circa 60 metri nella gola della Schöllenen, che facilitava di molto l’accesso al ponte. Per il grande salto di qualità bisogna però aspettare gli anni Trenta nel XIX secolo, con la costruzione di una vera e propria strada carrozzabile, larga su tutto il suo percorso più di cinque metri, e con un nuovo ponte nella gola del diavolo.

Il tunnel più lungo del mondo

Nei secoli, il San Gottardo ha collezionato diversi record. La prima galleria ferroviaria, aperta nel 1882, è stata con i suoi 15 km la più lunga del mondo, un primato durato fino all’apertura del tunnel del Sempione nel 1906. Lo stesso è stato per il traforo autostradale (16,9 km) inaugurato nel 1980, che ha poi ceduto il primo posto al tunnel di Lærdal in Norvegia (24,5 km).

Il 1° giugno 2016, con l’inaugurazione della galleria di base del San Gottardo, è stato stabilito un nuovo primato, per i 57,104 km scavati nella roccia, anzi anche più di uno. Oltre a essere ancora oggi la più lunga del mondo, s’insinua fino 2300 metri di profondità e, prima ancora di essere aperta al grande traffico, è stata visitata da migliaia di turisti.

Con l’entrata in funzione della galleria e il completamento dell’intera linea, in particolare del tunnel del Monte Ceneri, Zurigo e Milano si sono avvicinate. Il viaggio in treno dura, infatti, meno di tre ore, contro le quattro attuali. Oggi, la linea del San Gottardo rappresenta uno dei principali collegamenti attraverso le Alpi ed è tra i corridoi ferroviari più importanti d’Europa per il traffico passeggeri e merci.

Come raggiungere il San Gottardo

Ci sono due modi per raggiungere la cima del passo, se siete in auto o in bicicletta (nel secondo caso, si raccomanda l’uso di mountain bike). Si può seguire la “Tremola”, la strada romana in acciottolato con i suoi suggestivi tornanti – il monumento storico più lungo della Svizzera – oppure attraverso la più recente strada del passo. In alternativa, è facilmente raggiungibile anche con i trasporti pubblici, prendendo l’autopostale da Airolo e Andermatt. Per coloro che vogliono provare l’ebrezza di un’esperienza dal sapore antico, c’è anche la possibilità di viaggiare sulle diligenze del Gottardo, carrozze trainate da cinque splendidi cavalli.

Il passo del San Gottardo è una delle alternative al tunnel in caso di code, tuttavia lo troverete chiuso durante l’inverno, da novembre a maggio.

Cosa vedere in cima, tra storia, cultura e panorami mozzafiato

Se desiderate immergervi nella storia viva di questa via di trasporto internazionale e scoprirne l’importanza economica, strategica, politica e culturale – dal 1200 fino a oggi – una tappa obbligata è il Museo Nazionale del San Gottardo (aperto da giugno a fine settembre). Il percorso si snoda attraverso sette sale tematiche che spaziano dal Buco di Uri al tunnel di base AlpTransit, dalle gallerie delle centrali elettriche alle fortificazioni militari montane. La nuova mostra permanente è accompagnata da uno straordinario spettacolo multimediale di suoni e immagini allestito all’ultimo piano in cui filmati originali e animati, disegni, quadri e fotografie sono montati insieme per creare un avvincente collage.

La visita al museo è seguita da una breve passeggiata lungo il Lago della Piazza, all’altra estremità del quale si trova l’ingresso del Sasso San Gottardo, fortezza un tempo segreta, nascosta nelle profondità della montagna, che si può scoprire (fino a metà ottobre) con un tour attraverso gli oltre tre chilometri di gallerie e caverne, tra depositi di munizioni nascosti, alloggi per le truppe, postazioni per cannoni, una spettacolare piattaforma panoramica e una camera delle meraviglie con tesori fatti di cristalli di roccia.

Regalatevi poi una puntatina alla postazione fotografica del Grand Tour of Switzerland, da cui si apre una vista meravigliosa sulla Tremola con i suoi 24 impressionanti tornanti. La giornata si conclude con un piatto ticinese sulla terrazza dell’Ospizio San Gottardo, dove si può pernottare in alloggi situati a 2.108 metri d’altitudine.

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Perché dovresti organizzare un viaggio in Alabama in autunno

L’autunno è una stagione bellissima e caratterizzati da colori caldi: finita l’estate, questo periodo dell’anno comincia a prepararsi all’inverno ma mescolando, con le sue tantissime tonalità, l’allegria dei mesi estivi con la rigidezza del freddo. Una stagione in cui comincia a nascere un sentimento di nostalgia, ma che allo stesso tempo non molla la vitalità che più di ogni altra cosa caratterizza l’estate.

E sparsi per il nostro pianeta ci luoghi che in questo periodo riescono a dare il meglio di loro, Paesi in cui l’autunno è un’esplosione di magia e di eventi che rendono la stagione davvero unica nel suo genere. Un esempio di tutto ciò è senza ombra di dubbio l’Alabama.

Alabama in autunno

L’Alabama è una Stato che fa parte della Federazione degli Stati Uniti d’America e che si caratterizza per possedere un territorio abbastanza variegato geograficamente: ci sono impressionanti catene montuose, valli pianeggianti a perdita d’occhio, le cosiddette Black Belt con le terre nere particolarmente fertili, e poi splendide spiagge bianche che catapultano in paradiso.

In Alabama ogni chilometro regala qualcosa di diverso, pare quasi di fare mille viaggi in uno, e in più c’è un clima assai piacevole durante tutto l’anno. Insomma, è uno dei Paesi ideali da raggiungere in autunno anche per le tante possibile esperienze che offre.

Il meglio della natura autunnale

Iniziamo questo viaggio in Alabama scoprendo tutto il meglio della sua natura autunnale. E come tutti sappiamo, questa magica stagione fa rima con foliage, e per questo la prima cosa da fare è raggiungere un luogo dove questo fenomeno è un sogno a occhi aperti.

Autunno in Alabama

Fonte: iStock

I colori dell’autunno di Alabama

Parliamo del Dismals Canyon, un’eccezionale gola di arenaria nella contea di Franklin, dove svettano alberi maestosi, scorrono cascate fragorose e in un cui le foglie colorate creano paesaggi non facili da trovare altrove. Ma il punto forte di questa meraviglie della natura avviene di notte, quando le dismalites, graziose lucciole che si possono trovare qui e in pochi altri posti del mondo, illuminano l’ambiente dando vita a un’atmosfera magica.

Di giorno, in quindi, è il posto perfetto per vedere il foliage all’interno di un canyon incantato, mentre quando il sole se ne va è il momento top per partecipare ai tour notturni guidati che conducono alla scoperta di queste creature bioluminescenti.

Se questa avventura non vi basta, sappiate che a disposizioni ci sono tanti sentieri per le escursioni e che fanno scoprire i mille volti dell’Alabama. Uno di questo è il Pinhoti Trail, un sentiero di circa 540 km tra l’Alabama e la Georgia, grazie a cui inebriarsi di tutti i colori e i profumi dell’autunno.

L’Alabama conta anche 22 parchi nazionali che davvero in questo periodo sono un capolavoro naturale. Tra quelli da non perdere vi segnaliamo la Riserva Nazionale di Little River Canyon, a Fort Payne, che protegge uno dei canyon più profondi a est del Mississippi. Molto affascinante è anche il Canyon Rim Parkway dove in autunno gli alberi brillano di mille diversi colori. Infine, vi consigliamo Il Natchez Trace Parkway, uno storico sentiero forestale che conduce  a ruscelli, cascate e punti panoramici.

Sapevate che in Alabama ottobre è un mese particolarmente speciale? Sì, perché in questo periodo si raccolgono il cotone e le peanuts, la mitica nocciolina americana che fiorisce lungo tutta la costa e nella zona della cittadina di Mobile. Dirigendovi verso il sud del Paese, potrete scoprire scenografici campi bianchi pregni di batuffoli di cotone: questa è la zona della Sweet Home Alabama, ovvero il Cotton State.

Tante soddisfazioni le avranno anche gli amanti del birdwatching che durante l’autunno potranno avvistare il piovanello semipalmato, predatori come falchi pellegrini e aquile presso Dauphin Island, alla foce della Baia di Mobile, riserva ornitologica di Audubon.

Coltivazioni in Alabama

Fonte: iStock

Il cotone dell’Alabama

Gli eventi da non perdere

L’autunno, in Alabama, è ricco di eventi speciali che rendono il viaggio ancor più unico e interessante. In onore della leggendaria (e buonissima) nocciolina americana che cresce in terreni sabbiosi, durante i mesi autunnali vengono organizzate diverse celebrazioni.

Alla fine di ogni raccolto, che avviene a novembre nella città di Dothan che è considerata anche la Peanut Capitol of the World, va in scena il mese del Peanut Butter Lover’s. In più, sono anche i giorni del National Peanut Festival, il più grande degli Stati Uniti che quest’anno si terrà dal 3 al 12 novembre.

Da non perdere è anche la kermesse del il 14 ottobre che andrà in porto a Oneonta, un comune situato nella contea di Blount, che ospiterà il Cover Bridge Festival in cui fare un tour dei ponti coperti e vedere una sfilata di quilt e una competizione di cucina.

Le attività più adrenaline

Natura allo stato puro, eventi eccezionali, ma anche tante attività adreanaliniche che rendono il soggiorno in Alabama durante l’autunno davvero speciale. Tra le varie opzioni disponibili, potreste scegliere di percorrere il Circle of Colours Trail che attraversa il più grande parco dell’Alabama, Oak Mountain, che offre tantissime attività da fare all’aria aperta.

Oppure, potreste correre a visitare le Martha’s Falls presso la Riserva nazionale del Little River Canyon. Sono dei bellissimi flussi d’acqua molto ampi da raggiungere tramite un’escursione che attraversa paesaggi davvero emozionanti.

Molto interessanti sono anche i Walls of Jericho, delle zone affascinanti e famose per la loro significativa diversità biologica: ospitano diversi habitat, piante e animali unici.

La contea di Madison e Blount è invece nota anche con il soprannome di “Capitale dei ponti coperti dell’Alabama”. Misteriose location, magari dove raccontarsi storie di attrazioni infestate da fantasmi – soprattutto ad Halloween che capita proprio in autunno -, che fanno innamorare chiunque. Sono tre in totale i ponti, Horton Mill, Swann e Easley.

Il primo è stato costruito nel 1934 ed è il ponte storico coperto più alto degli Stati Uniti con i suoi circa 21 metri; l’Easley Covered Bridge è ancora più antico, costruito nel 1927, è invece il più piccolo; il 1933 è stato l’anno delle Swann Covered Bridge che con i suoi 100 metri di lunghezza detiene il titolo di ponte più esteso dello Stato.

Infine, raggiungete gli alberi del Lake Guntersville State Park dove si sviluppa un percorso di zip-line, Screaming Eagle, che è persino entrato nel Guinness dei primati per la lunghezza combinata maggiore del mondo: quasi 12 km.

Lake Guntersville State Park, Alabama

Fonte: iStock

Il Lake Guntersville State Park
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La chiesa solitaria che sorge tra le dune di sabbia

La Danimarca è una destinazione imperdibile per tutti gli amanti della cultura e delle atmosfere scandinave. Il Paese, che comprende la splendida penisola dello Jutland e tante altre isole da scoprire, è un concentrato di meraviglie che incantano e sorprendono a ogni passo compiuto.

Le cose da fare e da vedere sono tantissime, e tutte si adattano alle differenze esigenze dei viaggiatori. Odense, città natale dello scrittore Hans Christian Andersen, è ad esempio la destinazione perfetta per chi vuole immergersi in scenari fiabeschi, mentre Copenaghen, la capitale, offre tutta una serie di esperienze davvero uniche che passano per i palazzi reali, per le case colorate del porto e per il parco divertimenti Tivoli.

All’ombra delle destinazioni più conosciute e frequentate del Paese scandinavo, però, si nascondono dei luoghi estremamente affascinanti che vale la pena di raggiungere. Tra questi segnaliamo Den Tilsandede Kirke, una chiesa solitaria e suggestiva che sorge tra le dune di sabbia. È qui che potete scattare la cartolina più bella del vostro viaggio in Danimarca.

Skagen, una cartolina di viaggio

Il nostro viaggio di oggi ci porta a Skagen, un piccolo centro abitato situato nella regione dello Jutland settentrionale nel punto più a nord dell’isola di Vendsyssel-Thy. Ancora estranea al turismo di massa, questa cittadina conserva un fascino senza eguali consentendo ai viaggiatori che giungono fin qui di perdersi e immergersi in un’atmosfera sospesa e senza tempo.

Conosciuta soprattutto per Grenen, una lingua di sabbia che consente di ammirare l’incontro dei due mari Skagerrak e Kattegat, la cittadina ospita numerosi musei e gallerie d’arte tutti da scoprire. Tappa imprescindibile per chi arriva qui è anche il vecchio faro Vippefyr, il primo del suo genere. Quel che resta oggi, in realtà, è una ricostruzione dopo che nel XV secolo la struttura fu distrutta.

E poi c’è lei, la chiesa insabbiata. Un luogo di estremo fascino che in pochi conoscono, ma che vale davvero la pena di raggiungere. Un tempo dedicata a San Lorenzo, la chiesa nei secoli è stata seppellita dalla sabbia che ha lasciato visibile solo l’imponente campanile. Oggi l’edificio si è trasformato in un’attrazione turistica imperdibile, almeno per chi ne ha sentito parlare. Sono tantissime, infatti, le persone che giungono fin qui per ammirare questo paesaggio solitario e affascinante e scattare fotografie di immensa bellezza.

Come raggiungere la chiesa insabbiata

Conosciuta in origine come Chiesa di San Lorenzo, in onore del patrono dei marinai, l’edificio sacro costruito nel XIV secolo ha visto cambiare il suo destino quando a causa dei forti venti la sabbia ha cominciato a sotterrarlo. Nel 1975, a causa della sua inagibilità, la chiesa fu completamente abbandonata.

L’edificio fu poi demolito, almeno in parte, ma sotto le dune di sabbia si trovano ancora alcuni ambienti dell’antica chiesa di Skagen. Ben visibile invece è il campanile, divenuto monumento storico nel 1937, che si erge solitario e maestoso campeggiando in mezzo a un deserto di sabbia: la visione è mozzafiato.

La struttura ha catturato l’attenzione di tantissime persone negli anni, compresi artisti e scrittori. Anche Christian Andersen restò stregato dalla chiesa insabbiata, al punto tale da utilizzarla come ambientazione del suo racconto Una storia dalle dune.

Per visitare Den Tilsandede Kirke, e contemplare quel paesaggio drammatico unico e straordinario, dovete recarvi a sud di Skagen, ad appena 5 chilometri dal centro abitato. Una volta parcheggiata l’auto passeggiate tra le dune fino a raggiungere la chiesa.

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In Cina esiste una metropolitana che passa attraverso i palazzi

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, lo facciamo per immergerci negli scenari naturali che lasciano senza fiato, per raggiungere i luoghi simbolo di città e Paesi interi, per toccare con mano i capolavori artistici e architettonici, e per scoprire la cultura e le tradizioni di popolazioni lontane. Ma lo facciamo anche perché il desiderio di vivere esperienze uniche e irripetibili è così forte da spingerci ad attraversare il mondo intero.

Ed è proprio dall’altra parte del globo che oggi vogliamo andare insieme a voi, per raggiungere una destinazione che è fuori dai radar turistici ma che offre ai viaggiatori un’avventura davvero particolare, sicuramente uguale a nessun’altra.

Ci troviamo a Chongqing, una grande città situata nel sud-ovest della Cina e adagiata sulle sponde dei fiumi Yangzi e Jialing che proprio qui si incontrano. Raggiunta soprattutto come punto di imbarco per le crociere verso le Tre Gole, la città in realtà offre un’esperienza inedita e assai bizzarra che non tutti conoscono. Qui, infatti, esiste una metropolitana che passa attraverso i palazzi abitati. Pronti a salire a bordo?

Chongqing, un’esperienza al di fuori dall’ordinario

Chongqing, come abbiamo anticipato, non rientra tra le destinazioni più gettonate tra i viaggiatori che giungono in Cina. Eppure questa megalopoli sa sorprendere come poche altre città al mondo sanno fare.

Una sosta qui può permettere agli avventurieri di immergersi nella cultura locale, di scoprire il passato del territorio e vedere come questo convive alla perfezione con il presente. Nella Chicago cinese, così ribattezzata per la sua importanza dal punto di vista economico, è possibile passeggiare per le vie pedonali del centro storico, ammirare il grande complesso a cupola della Grande Sala del Popolo che si affaccia sull’omonima piazza e visitare il vicino Museo delle Tre Gole che conserva i manufatti ritrovati durante la costruzione della diga e altre opere antica.

A Chongqing ci si muove, soprattutto, con i trasporti pubblici. La città, infatti, vanta una delle reti di bus più ampie del Paese alla quale si aggiunge anche una metropolitana. Ed è proprio a bordo di questa che iniziamo il nostro viaggio per vivere un’avventura al di fuori dall’ordinario.

La linea 2 della metropolitana che attraversa la città, infatti, passa attraverso un palazzo di 19 piani abitato da centinaia di persone. Nello stesso stabile poi, esattamente tra il sesto e l’ottavo piano si trova la stazione di Liziba, una delle fermate della metro.

La metropolitana che attraversa i palazzi

Le fotografie che ritraggono questa particolare opera ingegneristica non mentono, né tanto meno sono opera di un fotomontaggio: a Chongqing la metropolitana attraversa davvero un edificio abitato. Ogni giorno, infatti, gli inquilini del palazzo assistono al passaggio della linea 2 che transita ogni 2 minuti.

Anche se negli ultimi anni la metropolitana si è trasformata in una vera e propria attrazione turistica, le ragioni che si nascondono dietro alla sua costruzione non hanno niente a che fare con il turismo. L’intenzione del progetto, infatti, era quella di guadagnare spazio sul territorio urbano senza stravolgere il quartiere. Così è stato ridotto al minimo l’inquinamento acustico e la metro è stata installata. Oggi gli abitanti di quel palazzo possono vantare il fatto di avere una fermata della metro a due passi da casa, mentre i turisti possono provare l’ebbrezza di attraversare un edificio abitato a bordo di una carrozza a tutta velocità.

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Lago Nero: una perla tra le cime dolomitiche

Le Dolomiti sono da molti considerate la montagne più belle della Terra. Dette anche Monti pallidi, per la loro importanza e bellezza sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità Unesco. Cime affascinanti e misteriose che celano anche tesori naturali che tolgono il fiato, come il bellissimo Lago Nero.

Dove si trova il Lago Nero

Ci troviamo in Trentino e più precisamente in Val Nambrone, una zona che colpisce chiunque vi ci metta piede perché se ne innamora per la sua indescrivibile bellezza selvaggia. E proprio qui, dove si apre una vista affascinante sull’intera catena delle Dolomiti di Brenta – probabilmente la migliore in assoluto – giace placido il suggestivo Lago Nero.

Situato a oltre 2.000 metri di quota, prende vita non troppo distante dagli altrettanto suggestivi Laghi di Cornisello, Inferiore e Superiore. Tuttavia, questo speciale specchio d’acqua rimane un po’ più appartato, in una sorta di mondo delle favole che al tramonto e all’alba diventa persino romantico: le cime delle Dolomiti di Brenta si riflettono nelle sue acque limpide, creando dei giochi di luce che riempiono l’anima di stupore.

Perché si chiama così

Il colore nero non sempre si accosta a cosa piacevoli, e forse per tale motivo un nome di questo tipo non riesce a esprimere la completa meraviglia di questo lago. Ma nella realtà dei fatti questa denominazione deriva dalle tonalità profonde di blu che assumono le sue acque, sfumature intense da sembrare quasi nere, anche se in verità non lo sono affatto.

La spiegazione di questo tono così scuro sono da ricercare nella sua profondità: ben 33 metri. Ad ogni modo, il lago è cangiante grazie allo spettacolare scenario delle Dolomiti di Brenta che si specchiano nelle sue acque.

Con un’estensione di ben 200 metri e una larghezza di 160, possiede delle rive che sono composte da giganteschi blocchi e pareti rocciose che sembrano tuffarsi in acqua. In più, proprio qui d’estate succede qualcosa di particolarmente poetico: emergono delle piccole chiazze di pennacchi bianchi (piante di erioforo Eriophorum scheuchzeri) che si muovono seguendo il sinuoso ritmo del vento.

Come raggiungere il Lago Nero

Con molta calma e con gli scarponi giusti, è possibile arrivare al Lago Nero anche con i propri bambini perché il percorso per raggiungerlo non è troppo complicato. Certo, non mancano dei punti un po’ più impegnativi, ma con pazienza e ammirando il favoloso panorama circostante tutto sarà più facile.

Il modo più semplice per ritrovarsi al cospetto di questa meraviglia naturale è arrivare con la propria auto sotto il Rifugio Cornisello da dove partire seguendo le indicazioni per il Lago Nero. Da qui ci vogliono approssimativamente 40 minuti a piedi da affrontare con un dislivello minimo.

Se ve la sentite, potete fare anche un giro completo del lago – attenzione alle zone paludose – che permette di ammirare in maniera ancora più intima i riflessi sulle sue acque e i profili delle cime da più angolazioni.

Volendo potete poi proseguire il vostro percorso per giungere al Rifugio Segantini il cui sentiero regala montagne che sembrano dipinte, macchie di neve qua e là, lo scroscio dei torrenti che scorrono e molto altro ancora.

Ritornando verso il il Rifugio Cornisello, invece, non dimenticate di fare una piccola deviazione verso gli omonimi laghi che sorgono sul fondo di un circo vallivo in cui sembrano toccare il cielo le cime Giner, di Bon, Cornisello e Om de l’Amola.

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Londra diventa il Regno di Frozen: la città è di ghiaccio

Organizzare un viaggio a Londra è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. La cosmopolita capitale dell’Inghilterra e del Regno Unito, infatti, è una città che non smette mai di stupire, per il suo passato e per il presente che convivono alla perfezione tra le strade che si snodano intorno a monumenti e luoghi simbolo.

L’imponente Palazzo del Parlamento, l’iconica torre dell’orologio e l’abbazia di Westminster, dove i sovrani vengono incoronati, e poi, ancora, il Tamigi e la sua ruota panoramica, il distretto culturale del South Bank e le vie dello shopping: le cose da fare e da vedere nella capitale sono così tante che non basta un viaggio solo per scoprirle tutte.

A queste, poi, si aggiungono numerose e inedite attrazioni che spuntano tra le strade da un momento all’altro, proprio come sta succedendo adesso. I cittadini e i viaggiatori giunti nella capitale, infatti, ieri si sono risvegliati con una straordinaria sorpresa: Londra è diventata il Regno di Frozen e adesso la città è di ghiaccio.

Londra come il Regno di Frozen

Le fotografie del nuovo volto di Londra si rincorrono sui social attirando l’entusiasmo e la curiosità dei naviganti sul web. Cos’è successo alla capitale? Alcune parti della città, da ieri, sono state ricoperte da strati di ghiaccio che hanno avvolto candidamente le cabine telefoniche, la strada e i monumenti urbani più celebri. Considerando che le temperature sono ancora miti possiamo confermarvi che non c’è stata nessuna abbondante nevicata. Si tratta forse di un incantesimo?

La magia c’entra eccome, anche se non direttamente, perché il nuovo abito ghiacciato della capitale è un omaggio a Elsa e al meraviglioso mondo di Frozen. In occasione del decimo compleanno del film di animazione prodotto da Walt Disney, infatti, la città ha pensato bene di festeggiare ricreando un ambientazione fatata nella quale cittadini e viaggiatori si sono subito immersi, immortalando con selfie e fotografie questo momento.

La città di ghiaccio

Sono già passati dieci anni da quando la principessa Elsa, dotata di poteri magici che le permettevano di manipolare il ghiaccio e la neve, è entrata nel cuore di migliaia di bambini. Non è un caso, infatti, che Frozen sia il film d’animazione con il più alto incasso nella storia del cinema, superato poi solo dal suo stesso sequel. Acclamata dalla critica e dal pubblico, la pellicola ha ricevuto 2 premi Oscar, per miglior film d’animazione e per migliore canzone, un Golden Globe, un Bafta e un’Annie Award.

Proprio per celebrare la pellicola, e il grande successo ottenuto e mantenuto negli anni, la Disney ha deciso di festeggiare in tutto il mondo il decimo compleanno di Frozen con proiezioni, musical ed eventi ghiacciati. È stata coinvolta così anche Londra che si è risvegliata ieri mattina avvolta da fiocchi di neve cristallizzati e si è trasformata in una cartolina invernale e fatata.

Se siete in città, quindi, aguzzate bene lo sguardo. Potreste vedere l’iconico taxi nero, ricoperto di ghiaccio, in sosta davanti a Picadilly Circus o trovare una delle tradizionali cabine telefoniche rosse a Leicester Square candidamente innevata.

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Le spiagge italiane che rischiano di scomparire entro il 2050

C’è una regione del nostro Paese che vanta ben 361 chilometri di litorale, spesso sabbioso e in alcuni tratti bagnato da un limpido Mar Tirreno, che purtroppo è in pericolo. Secondo un recentissimo studio, infatti, la metà delle spiagge di questa regione rischia di scomparire entro una data non troppo lontana: il 2050, e nei 50 anni successivi gli scenari si preannunnciano persino peggiori.

Lo studio

Lo studio riportato da La Repubblica è stato condotto dal professor Filippo Celata, geografo della Sapienza di Roma e membro del direttivo della Società geografica italiana, elaborando le stime di una ricerca effettuata sull’argomento e pubblicata sulla rivista scientifica Nature climate change. Sono delle analisi che prendono in considerazione due urgenti variabili, ovvero l’innalzamento del livello del mare e i processi erosivi che purtroppo sono già in corso da decenni.

La regione italiana che è stata oggetto di indagine è il Lazio, e gli scenari che emergono, sfortunatamente, non sono affatto rassicuranti: tra meno di 30 anni, e per la precisione nel 2050, fino al 50% delle spiagge della regione del Centro Italia rischia di sparire, arretrando di ben tre quarti rispetto all’arenile di cui godiamo oggi. Nella peggiore delle ipotesi possibili, quindi, la metà delle spiagge laziali diventerà solo un ricordo, mentre nella migliore sarà il 10% dei litorali a dissolversi praticamente del tutto.

Non solo il Lazio

Il Lazio, però, non è l’unica regione italiana a dover combattere con questo fenomeno. Come sottolinea lo studio, la superficie di spiagge a rischio scomparsa è in linea con la media nazionale (che comunque è un dato estremamente preoccupate). Il vero problema sarà nel nel 2100, quando la situazione peggiorerà sensibilmente.

Secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, i dati sull’erosione costiera e sul consumo di suolo sono allarmanti in tutto lo Stivale, isole comprese: tra il 2006 e il 2019 sono stati modificati 1.771 km di costa naturale bassa su 4.706 km in totale, pari al 37,6%.

I motivi sono da ricondurre al fatto che in Italia si continua ad intervenire con opere come pennelli e barriere frangiflutti, arrivando in totale a ben 10.500 opere rigide lungo le coste italiane, quasi 3 ogni 2 chilometri costieri, che rendono artificiale la linea del litorale e che vanno a modificare le correnti marine. Facendo in questa maniera il problema non scompare, ma si sposta semplicemente su altri tratti di coste.

Inoltre, il consumo di suolo nei comuni costieri è pari ad oltre 420mila ettari al 2021, che corrisponde al 27% del totale di suolo consumato in Italia, con un incremento vicino al 6% rispetto al 2006. Poi ci sono le inondazioni, e nel nostro Paese sono 40 le aree a maggior rischio, così come l’abusivismo edilizio. Senza dimenticare gli eventi meteo estremi che, dal 2010 al giugno 2023, solo nel nostro Paese sono stati 712 e di questi il 37,3% è avvenuto nei comuni costieri.

In sostanza, entro il 2100 e con il livello del mare cresciuto di 50 centimetri, il Lazio potrebbe raccogliere i frutti peggiori di questa situazione assieme a Sardegna e Campania con un terzo di spiagge a rischio scomparsa nello scenario migliore, l’80% in quello più drammatico.

Cosa possiamo fare

Ciò che in questo momento occorre fare, come si può leggere sempre sul quotidiano, è analizzare le variabili che se risolte possono rendere anche la meno rassicurante delle previsioni uno scenario più sostenibile.

Per evitare il peggio bisognerebbe perciò puntare a interventi di mitigazione rinaturalizzando i litorali, e non artificializzandoli come in realtà si sta facendo ormai da anni.

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Sagrada Família: dopo 140 anni il capolavoro di Gaudí sarà compiuto

È il 19 marzo del 1882 quando, alla presenza dell’allora vescovo di Barcellona José María Urquinaona, viene posta sulla terra la prima pietra di un capolavoro di inestimabile valore: la Sagrada Família. Davanti alla cerimonia dell’apertura dei lavori c’è anche Antoni Gaudí, che dopo le dimissioni dell’architetto Francisco de Paula del Villar y Lozano, al quale venne affidato il progetto, ne diventa erede nonché architetto dell’opera monumentale.

Gaudí non ha bisogno di presentazioni. È il simbolo dell’architettura catalana nonché autore di capolavori di straordinaria bellezza che oggi sono emblema di Barcellona e di un Paese intero. Tra questi anche la Sagrada Família, inserita nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, alla quale l’architetto ha dedicato 40 anni della sua vita con passione e dedizione fino al 10 giugno del 1926, giorno della sua morte.

Completate le tre torri della facciata della Natività dal suo assistente Domènec Sugrañes, i lavori hanno subito più pause nel corso degli anni: difficile raccogliere l’eredità di un artista visionario! Eppure, nonostante le difficoltà e dopo 140 anni, il capolavoro incompiuto di Gaudí troverà finalmente la sua completezza. Ecco quando.

Il capolavoro incompiuto di Gaudì è quasi pronto

La storia della Sagrada Família, i cui lavori di completamento sono stati intervallati da pause e stop per oltre un secolo, le ha fatto guadagnare l’appellativo di eterna opera incompiuta. L’ennesimo fermo, disposto a causa dell’emergenza sanitaria, aveva fatto perdere le speranze a chi ha sempre sognato di poter ammirare il monumento simbolo di Barcellona in tutto il suo splendore.

E invece, alla fine, la notizia che tutti stavano aspettando è arrivata. La chiusura del cantiere è prevista per il 2026 con l’ultimazione della sesta torre, ma a seguito del completamento delle cinque torri centrali della chiesa monumentale è stato deciso di organizzare – con grande sorpresa di tutti – una cerimonia solenne: quella dell’inaugurazione della Sagrada Família.

L’appuntamento è previsto il 12 novembre. Nell’occasione le Torri degli evangelisti, che svettano a un’altezza di 135 metri, saranno accesse e resteranno a illuminare la città fino a Natale 2023.

I lavori di completamento della Sagrada Família

Fonte: Getty Images

I lavori di completamento della Sagrada Família

Quando sarà completata la Sagrada Família

L’entusiasmo, alla notizia dell’inaugurazione, è forte e condiviso non solo dalla città intera, che da generazioni aspetta questo momento, ma anche dai viaggiatori che in tutti questi anni sono giunti a Barcellona proprio per ammirare il capolavoro dell’architetto catalano. L’edificio sacro, infatti, oltre a essere Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, è anche una delle attrazioni più celebri e raggiunte di tutta la Spagna. Secondo i dati diffusi dalla stessa chiesa, infatti, questa accoglie ogni anno oltre 4,5 milioni di visitatori.

E ora, a partire dal prossimo mese, i viaggiatori avranno un motivo in più per tornare a Barcellona e raggiungere il quartiere Eixample situato a circa un miglio dal centro storico. L’appuntamento, come abbiamo anticipato, è previsto il 12 novembre. In quella occasione sarà tenuta una messa inaugurale all’interno della cattedrale. Dopo di che riprenderanno i lavori per completare l’ultima torre, quella che rappresenta Gesù Cristo e che, con i suoi 172 metri di altezza trasformerà la Sagrada Família nell‘edificio religioso più alto del mondo.

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