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Worldschooling: viaggiare in famiglia senza saltare la scuola

C’è una nuova tendenza che piace molto ai genitori appassionati di viaggi e anche ai loro figli. Si chiama ‘worldschooling’ e si può tradurre come ‘fare scuola nel mondo’. I vantaggi di quella che sta diventando una entusiasmante filosofia di vita sono molteplici per le famiglie sempre pronte a esplorare nuove mete, desiderose di partire per le destinazioni dei propri sogni senza dover rinunciare all’istruzione dei bambini. Scopriamo più da vicino in cosa consiste.

Cos’è il wordschooling, il nuovo trend delle famiglie in viaggio

Il worldschooling è una filosofia di educazione e stile di vita alternativo, in crescita soprattutto tra i nomadi digitali, adottata da famiglie che sottraggono i propri figli ai contesti scolastici convenzionali e li educano viaggiando per il mondo. Molte famiglie che hanno sperimentato questa pratica documentano le loro esperienze su blog e social media, dove abbracciano esplicitamente il potenziale educativo del viaggio e rivendicano il mondo come la loro classe.

Il termine è stato coniato dallo scrittore e viaggiatore Eli Gerzon, che lo ha definito così: “È quando tutto il mondo è la tua scuola, anziché la scuola è tutto il tuo mondo”. Lo stesso Gerzon ha affermato di aver imparato molto dai suoi viaggi internazionali. L’idea di base è che gli studenti apprendano meglio quando sono esposti a una varietà di stimoli, attività ed esperienze. L’obiettivo è proprio fare in modo che i bambini abbiano accesso a risorse provenienti da tutto il mondo, in modo da poter acquisire abilità che non si imparano sui banchi di scuola e da poter arricchire il proprio curriculum tramite l’incontro con culture diverse. Ciò che accomuna queste famiglie in viaggio è il contesto di apprendimento – il mondo circostante – e il proposito di preparare i propri figli a vivere in un pianeta sempre più globale e diversificato.

Tuttavia, il worldschooling non si applica necessariamente a chi è sempre in giro per il mondo con figli al seguito. Si può infatti fare scuola nel mondo anche imparando attivamente da quello che ci circonda, casa, famiglia, amici, persone che arrivano da altri luoghi, così come biblioteche, parchi, boschi, montagna, mare, città. In poche parole, la filosofia del worldschooling è incentrata sull’apprendimento esperienziale, che mira a promuovere nei bambini la scoperta di sé, l’empatia e il senso di responsabilità.

Come viaggiare per il mondo educando i propri figli

Il modo migliore per capire il worldschooling è considerare alcune delle straordinarie occasioni di studio che offre. Il mondo è un’aula gigante e, con un po’ di creatività e pianificazione, ogni viaggio con i bambini può diventare un’opportunità di apprendimento per qualsiasi età.

Alcuni esempi di worldschooling? Portare i propri figli a visitare musei e gallerie, studiare l’ecosistema locale andando alla ricerca di luoghi selvaggi e incontaminati, fare trekking, scalare una montagna, esplorare il mondo sottomarino, ammirare città e monumenti, visitare fattorie, imparare una nuova lingua entrando in contatto con le comunità del posto, apprendere la geografia studiandola dal vivo, portando i vostri figli a esplorare canyon, vulcani, cascate, laghi o fiumi, grotte e tutto ciò che il nostro pianeta ha da offrire e insegnare. I bambini potranno imparare attraverso le proprie esperienze, leggendo libri e stando il più possibile all’aria aperta e a contatto con la natura.

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Questo cuore incastonato nel foliage è la prossima destinazione d’autunno

L’arrivo dell’autunno coincide con uno dei più grandiosi e strabilianti spettacoli di Madre Natura, l’ultimo prima del letargo, che tinge di meraviglia le città, i quartieri e le strade. Protagoniste assolute di questo show sono le foglie che cambiano colore e che assumono infinite sfumature di giallo, arancione e rosso prima di staccarsi dagli arbusti e danzare nel vento.

I viali alberati, i parchi e i boschi si trasformano così in una tavolozza di colori che incanta e stupisce: è la magia del foliage che invita a scoprire e riscoprire i luoghi che in autunno diventano cartoline da sogno.

Sono tantissime le destinazioni da raggiungere tra settembre e novembre per passeggiate e trekking, alcune delle quali si sono trasformate in mete imprescindibili per tutti gli amanti delle nuance di questa stagione. Tra le più celebri troviamo anche il Canada, il Paese delle foglie d’acero. Proprio qui esiste un lago a forma di cuore incastonato nel foliage: è pura meraviglia.

Canada: la migliore destinazione d’autunno

Sono tante, diverse e infinite le meraviglie che si snodano in Canada, nel Paese del nord America che non smette mai di stupire. Parchi nazionali, laghi e montagne rocciose, le imponenti Cascate del Niagara e le città che pullulano di vita. Organizzare un viaggio qui è sempre un’ottima idea, ma farlo nella stagione del foliage permette di perdersi e immergersi in paesaggi da sogno.

A partire dalla fine di settembre, infatti, il territorio delle foglie d’acero indossa il suo abito più bello, quello caratterizzato da diverse sfumature di giallo, rosso e arancione. Sono tantissimi i luoghi da raggiungere per ammirare il grande spettacolo della natura che infiamma i paesaggi canadesi, e tutti valgono da soli un intero viaggio.

Tra le più celebri destinazioni d’autunno in Canada troviamo l’Isola di Capo Bretone, in nuova Scozia, e il Parco provinciale di Algonquin di Ontario. Ma c’è anche un altro luogo da aggiungere alle tappe di questo itinerario di viaggio delle meraviglie, si tratta del Québec. Proprio qui, oltre al celebre Mont Tremblan, segnaliamo un’altra destinazione imprescindibile, assolutamente unica nel suo genere.

Ci troviamo sulle sponde dell’Etang Baker, un lago incastonato nella natura selvaggia nei pressi del sobborgo di Bolton e situato a circa due ore di auto da Montreal. Questo specchio d’acqua, dalla caratteristica forma a cuore, è completamente circondato da una natura rigogliosa e lussureggiante che in autunno sprigiona tutta la sua bellezza. Per noi non ci sono dubbi: il foliage più bello del mondo è qui.

Il lago a forma di cuore immerso nel foliage

Etang Baker è diventato una vera e propria attrazione turistica con gli anni, una meta imprescindibile per gli amanti della stagione e per gli appassionati di fotografia. Le acque placide del lago attirano gli avventurieri in ogni momento dell’anno, ma basta guardare le fotografie scattate in questo periodo per comprendere i motivi che hanno trasformato questo lago nella perfetta destinazione d’autunno.

Dalla fine di settembre, infatti, le foglie rosse degli aceri infiammano gli alberi che circondano il lago, mentre l’azzurro dell’acqua e del cielo fa da contrasto a un paesaggio che lascia senza fiato.

Etang Baker è raggiungibile a piedi, attraverso diversi sentieri che si snodano nella natura e che conducono al cuore d’acqua. Tuttavia, se volete avere un accesso privilegiato allo scenario più bello d’autunno vi consigliamo di guidare lungo le strade che circondano lo specchio d’acqua per individuare le migliori soste panoramiche dall’alto.

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Perché il prossimo Paese da visitare è il Montenegro

C’è un detto famosissimo che recita “Nella botte piccola c’è il vino buono”, e noi di SiViaggia possiamo affermare con certezza che sono parole che si adattano a pennello al Montenegro. Pur essendo uno dei Paesi meno estesi del nostro continente, il Montenegro è uno scrigno di tesori – naturali e non – emozionanti e di immenso valore. Scopriamo insieme tutte le ragioni per cui la prossima meta da visitare è proprio il Montenegro.

5 motivi per fare un viaggio in Montenegro

Facciamo una doverosa premessa: in realtà 5 sono pochissimi, perché ci sarebbero centinaia di motivi per cui, tutti, dovremmo considerare il Montenegro come la nostra prossima destinazione di viaggio. Tuttavia, abbiamo deciso di riportare quelli più importanti e che molto probabilmente vi convinceranno ad organizzare subito un’avventura alla volta di questo Paese europeo.

La prima regione per cui vi consigliamo di andare in Montenegro è l’incredibile ventaglio di opportunità e attività che offre: c’è un Adriatico che fa sognare a occhi aperti, montagne che sembrano toccare il cielo con le loro vette, laghi nascosti che brillano alla luce del sole, profondi canyon celati da rigogliose foreste e tanta natura per fare trekking, immersioni, rafting, ciclismo, equitazione e persino sport invernali.

Montenegro, Paese splendido

Fonte: iStock

Veduta di Kotor

È un Paese in cui la parola noia praticamente non esiste e dove il sole brilla molto più spesso che in altre località.

Il secondo motivo per cui fare un viaggio da queste parti è legato proprio al suo mare. Caratterizzato da una costa frastagliata, offre spiagge con tutti servizi così come cale nascoste raggiungibili solo in barca. Ci sono di sabbia, perfette per le vacanze in famiglia, poi di sassi, ciottoli e scogli. Ma soprattutto c’è un arenile che vale davvero la pena visitare: la Spiaggia Becici, che è stata persino insignita della Palma d’Oro come spiaggia più bella del Mediterraneo. Poi ci sono isole, penisole, porti turistici e baie. In sostanza è una destinazione costiera ideale per tutti.

In Montenegro saranno felici anche le papille gustative: è questo il terzo motivo per cui bisogna organizzarci un viaggio, la sua enogastronomia. Il cibo nei Balcani è ottimo e in questo Paese in particolare è possibile assaggiare gustosi piatti di carne e, soprattutto, pesce. Da queste parti, infatti, la tradizione della pesca è una pratica antica e molto diffusa.

La quarta ragione è legata al patrimonio artistico-culturale che si può scoprire nelle sue vivaci città e antichi villaggi. La regione naturale e storico-culturale di Kotor, per esempio, è patrimonio Unesco dal 1979. Herceg Novi (Castelnovo in italiano), è pregna di fortezze erette da vari dominatori locali e impreziosita da piante esotiche che furono portate da queste parti dai marinai che rientravano in patria. Podgorica, la preziosa Capitale, è una città moderna costruita sulle rive di ben sei fiumi, condizione che fa sì che sia una località dai profili davvero sorprendenti.

L’ultimo motivo – ma vi ricordiamo che ce ne sono tanti altri – riguarda l’intrattenimento e l’ospitalità. I montenegrini sono persone che amano la vita, fare scherzi e divertirsi. Le giornate scorrono al ritmo dell’energia positiva e non a caso è un Paese in cui la vita notturna non ha niente da invidiare a tante altre zone del mondo.

In più, durante tutto l’anno vengono organizzati numerosi festival, feste in maschera ed eventi che celebrano la cucina, l’artigianato e le numerose tradizioni locali.

Herceg Novi, Montenegro

Fonte: iStock – Ph: Dmitriy Fesenko

La città di Herceg Novi

La natura del Montenegro

Tra le cose che maggiormente fanno innamorare il visitatore del Montenegro c’è la sua sgargiante e stupefacente natura. Vi basti pensare che, nonostante la sua piccola estensione, qui ci sono ben quattro Parchi Nazionali. Tra le meraviglie da non perdere c’è sicuramente il Parco Nazionale di Durmitor che è conosciuto anche come la “regione dei piccoli laghi”: ci dimorano circa venti bacini d’acqua di origine glaciale.

Si tratta di un maestoso massiccio montuoso che fa parte delle Alpi Dinariche e che dal 1980 è entrato nella lista dei siti patrimonio mondiale dell’Unesco. Particolarmente degno di nota è lo straordinario canyon scavato dal fiume Tara, il più profondo e il più esteso d’Europa.

Meravigliose sono anche le Bocche di Cattaro – ovvero la gigantesca baia di Kotor – che sono conosciute anche come la “Sposa dell’Adriatico”. Qui prendono vita tantissime curiose insenature lambite da un mare così calmo e limpido da fare da specchio ai colori delle alte e selvagge montagne circostanti.

Non si può di certo di non raggiungere anche il Lago di Scutari, il più grande dei Balcani e un vero e proprio capolavoro della natura. Dalla superficie variabile a seconda della stagione, offre una flora e una fauna ricchissime, ideali per gli appassionati di turismo nel verde e birdwatching.

A rendere il tutto ancor più speciale sono le diverse isolette da cui è popolato. La più famosa è Beska dove sorge un antico e bellissimo monastero.

Canyon di Tara, Montenegro

Fonte: iStock – Ph:Toma Paunovic

Il Canyon di Tara

Le spiagge da non perdere

Oltre alla Spiaggia Becici che vi abbiamo già citato, il Montenegro offre tanti altri angoli paradisiaci. Una di queste è la Spiaggia Trsteno, una lingua di ghiaia e sabbia di oltre 200 metri che per la sua bellezza pare essere stata rubata ai Caraibi.

Molto suggestiva è anche la Spiaggia Sveti Nikola che sorge su un pittoresco isolotto che svetta di fronte al porto di Budva. Dai colori tropicali, è affettuosamente soprannominata “Hawaii Beach” e circondata da alcuni tesori, come la chiesa di San Nicola.

Poi ancora Spiaggia Przno che prende vita nell’omonimo villaggio. Lunga approssimativamente 100 metri, è bagnata da un mare calmo e limpido che invita sempre a fare un bagno.

Sabbia dorata e mare che luccica caratterizzano la Spiaggia Rafailovichi che è persino circondata da una vegetazione rigogliosa. Meno frequentata rispetto a tanti altri lidi, è l’ideale per chi desidera rilassarsi e godersi il sole.

Infine – ma di spiagge da sogno ce ne sono ancora tantissime –Milocer, detta anche “Spiaggia del Re”. Riservata agli ospiti dell’hotel lì presente, è una mezzaluna di ghiaia e sabbia rosa incorniciata da un’eccezionale vegetazione.

Spiaggia Przno, Montenegro

Fonte: iStock

La splendida Spiaggia Przno

Luoghi unici nel loro genere

Città piene di meraviglie, natura sgargiante e spiagge che sembrano uscite da una cartolina, ma la verità è che non è tutto: il Montenegro cela tantissimi luoghi che sono davvero unici nel loro genere.

Uno di questi è “l’isola-chiesa” di Gosp od Škrpjel dove, secondo una leggenda, nel 1452 due fratelli trovarono un’effigie della Madonna. Proprio per questo motivo, anche oggi, è possibile osservare attorno alla scoglio del rinvenimento una serie di pietre che sono state utili per creare quest’isola artificiale su cui sorge un bellissimo santuario mariano: la Chiesa della Madonna dello Scalpello.

Poi ancora gli stećci che, oltre a essere patrimonio Unesco dal 2016, fanno parte di un sito transnazionale che comprende 28 località situate in Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Montenegro e Croazia centrale e meridionale. Sono devi veri e propri cimiteri antichi –  tra il XII e il XVI secolo d.C. – disposti a file e con lapidi – chiamate per l’appunto stećci – scolpite in pietra calcarea e con una vasta gamma di motivi decorativi e iscrizioni.

Davvero eccezionale ed unico è anche il Parco Nazionale Biogradska Gora dove giacciono laghi scintillanti, scorrono torrenti impetuosi, e in cui sopravvive una delle poche foreste primordiali rimaste in Europa. Si tratta perciò di una delle ultime tre foreste vergini che ancora impreziosiscono il nostro continente e che, a differenza delle altre, offre la più grande diversità in fatto di flora e fauna.

Davvero incantevole è anche il Monastero di Ostrog che è stato costruito nella parete di una ripida altura rocciosa. Immerso nella natura più selvaggia,  è meta di pellegrinaggio religioso ormai da secoli.

Monastero di Ostrog, Montenegro

Fonte: iStock – Ph: vpopovic

Il bellissimo Monastero di Ostrog

Grazioso e da visitare è anche Perast che, pur essendo un minuto villaggio, vanta diversi primati: è il più antico insediamento abitativo della regione, la cittadina col maggior numero di ore di luce, e persino una delle più belle testimonianze di architettura barocca di tutto l’Adriatico.

Imperdibile è anche Sveti Stefan che è ormai uno dei simboli più noti del Montenegro. Si tratta di un grazioso villaggio che sorge su un isola fortificata e che vanta una spiaggia di sabbia dorata eccezionale. Un luogo davvero speciale e collegato alla terraferma da un istmo.

La grande novità di quest’anno

In questo eccezionale Paese è stata appena inaugurata la prima cabinovia mare-montagna dell’Adriatico. Si tratta di un emozionante percorso di 3,9 chilometri che collega direttamente la Baia di Kotor al parco naturalistico del Monte Lovćen, a 1.348 metri di altitudine.

A realizzare l’opera è stata l’azienda altoatesina Leitner ed è uno dei pochissimi collegamenti di questo tipo in Europa. Tale spettacolare percorso, da effettuare in circa 11 minuti, parte dalla località di Dub, all’interno del comune costiero di Kotor e arriva a Kuk sul Monte Lovćen.

Con un dislivello tra la stazione di partenza e quella di arrivo di 1.316 metri, ha una capacità di 1.200 passeggeri all’ora ed è composta da 48 cabine che possono portare un massimo di dieci persone ognuna.

Grazie a questa incredibile realizzazione – oltre a ridurre notevolmente il tempo di percorrenza da una zona all’altra – c’è una maggiore protezione del fragile ambiente in cui sorge perché diminuisce sensibilmente l’uso della vecchia e tortuosa strada di Njeguš: comporterà una riduzione dell’inquinamento dovuta alla minore quantità di gas nocivi emessi dalle auto e dagli autobus.

Insomma, Il Montenegro è un Paese davvero sorprendente e da visitare per forza.

La nuova cabinovia in Montenegro

Fonte: LEITNER

La cabinovia mare-montangna
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Viaggiare in inverno: le nuove rotte low cost da e per l’Italia

È già tempo – in realtà è sempre il momento giusto – per pensare a un nuovo viaggio da fare. E a tal proposito abbiamo un’ottima notizia da darvi: sono state lanciate nuove rotte, da e per l’Italia, per la stagione fredda 2023/2024.

Le nuove rotte Ryanair

A lanciare il suo nuovo operativo per l’inverno 2023/2024 è la low cost Ryanair e lo fa da Milano (Orio al Serio-Bergamo e Malpensa) con due nuovi aerei e dieci mete inedite.

Il dato particolare è che sono tutte destinazioni internazionali che stanno ad indicare futuri tagli ai viaggi nazionali verso la Sicilia, e dopo averlo fatto per la Sardegna.

Durante il prossimo inverno si potrà volare da Milano per (e viceversa):

  • Belfast: Capitale dell’Irlanda del Nord e città portuale ricca di storia, musei e attrazioni;
  • Bruxelles: Capitale del Belgio e località piena di fascino, multiculturale e vivace;
  • Cluj-Napoca: realtà della Transilvania che colpisce per la sua sua architettura, cultura e gastronomia;
  • Iași: una grande e sorprendente città che è considerata la “Capitale culturale della Romania”;
  • Kaunas: città situata nel cuore della Lituania e particolarmente orgogliosa del suo passato;
  • Lanzarote: straordinaria isola delle Canarie dove i campi di lava si fondono con il blu del mare;
  • Lublino: una graziosa perla della Polonia in quanto possiede un fascino stilistico e architettonico speciale;
  • Rovaniemi: la Capitale della Lapponia, la casa di Babbo Natale e un’oasi di pace in mezzo alla natura nordica;
  • Tenerife: la più grande isola delle Canarie con panorami splendidi e spiagge paradisiache;
  • Tirana: Capitale dell’Albania e città viva e dinamica.

Ma non è finita qui perché il vettore a basso costo aumenterà anche le frequenze su altre 30 rotte, tra cui Alicante, Barcellona, Malaga, Marrakesh, Valencia e Vienna.

Tutto ciò sarà possibile grazie a un nuovo aeromobile B737 basato in ciascuno degli aeroporti di Bergamo e Malpensa, portando così a un totale di 30 la flotta della compagnia aerea sulla città di Milano. Tuttavia, il periodo è pieno di polemiche soprattutto in riferimento al decreto caro voli.

La polemica sul decreto

La polemica della compagnia low cost irlandese – ma nei fatti non è l’unica – nasce in riferimento al decreto caro voli poiché interferirebbe sulla libertà delle compagnie aeree di fissare tariffe basse sulle rotte nazionali.

Questo perché la legge europea garantisce ai vari vettori la libertà di fissare i prezzi, e per tale motivo nessun decreto italiano può limitare tale normativa.

L’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’ Leary, presentando l’offerta invernale della compagnia ha parlato di “un decreto illegale” che finirà per danneggiare il traffico nazionale del nostro Paese perché incoraggerà le compagnie aeree – tra cui la stessa Ryanair – a tagliare il numero dei voli sulle rotte iterne per trasferirle in quelle internazionali da/per Milano e Roma dove è ancora possibile fissare i prezzi liberamente. In sostanza si tratterebbe di un provvedimento che porterà ad avere meno voli e tariffe più elevate per le nostre isole maggiori, quindi Sardegna e Sicilia.

I nuovi voli previsti da Ryanair in partenza da Milano saranno quindi esclusivamente internazionali perché l’offerta domestica, come si può leggere su ANSA che ha riportato le parole dell’amministratore delegato  “risentirà dello stupido decreto tariffe del governo”. Ha poi continuato sottolineando che “dopo la Sardegna, dove abbiamo ridotto i voli del 10%, quest’inverno toccherà alla Sicilia”.

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Friluftsliv, il segreto della felicità che arriva dalla Norvegia

A volte basta poco per essere felici, ce lo spiega molto bene uno stile di vita che arriva direttamente dai paesi scandinavi e che potrebbe essere un buon mezzo per rigenerarsi e sentirsi meglio.

Il termine che lo descrive non è facile da scrivere (e neppure da pronunciare, anche se pare che si legga proprio come viene scritto), ma racchiude una pratica che dovremmo provare a fare a nostra. Si tratta del friluftsliv, ovvero di quello che a tutti gli effetti possiamo considerare il segreto della felicità che arriva direttamente dalla Norvegia.

Friluftsliv: di che cosa si tratta e qual è la sua origine

Piccoli gesti, ma che fanno bene al corpo e alla mente. Sono quelli che ci vengono suggeriti da una pratica che arriva direttamente dalla Norvegia e che potremmo provare ad adottare anche noi. Si chiama friluftsliv ed è la “vita all’aria aperta”. Naturalmente non è solo questo, ma si tratta di una vera e propria filosofia, una predisposizione a voler vivere – appena possibile – in mezzo alla natura o agli spazi aperti, senza limiti di età, di salute o di stagione.

Che sia un rigido inverno norvegese, oppure che stia piovendo, nulla può fermare il desiderio di friluftsliv. La sua origine può essere fatta risalire intorno al 1850, quando l’autore Henrik Ibsen ha utilizzato per primo questo termine all’interno della sua opera På Viddene, in cui narra di un contadino che affronta un viaggio nella natura per poi, alla fine, decidere di abbandonare la città.

Il risultato è che trascorrere del tempo all’aria aperta è diventato, nei paesi scandinavi, un ottimo metodo per impegnare le proprie giornate e un modo per essere felici, sentendosi connessi con l’ambiente circostante e vivendo in armonia con lui.

In che modo? Semplicemente passeggiando, oppure grazie ad attività fisica o a piccoli momenti di stacco come un weekend fuori porta immersi nel verde. Secondo uno studio, datato 2019 e pubblicato sulla rivista Nature, due ore alla settimana nella natura sono il segreto per aumentare il proprio benessere. E, quindi, anche la propria felicità.

“Vita all’aria aperta”, come appropriarsi della filosofia friluftsliv

Non solo Norvegia o paesi scandinavi: anche noi possiamo appropriarci del concetto di friluftsliv e giovarne nel corpo e nello spirito.

Ad esempio dedicando il nostro tempo libero a passeggiate immersi nella natura, che ci aiutano a staccare dal quotidiano anche grazie ai colori che regala ogni stagione e che rendono possibile fare cromoterapia nei boschi ammirando le tante meravigliose sfumature intorno a noi. Oppure programmando viaggi che prevedano la possibilità di stare a stretto contatto con l’ambiente circostante. Se si decide, ad esempio, di staccare per un fine settimana, ci si può regalare qualche giorno di vacanza all’insegna di paesaggi incredibile grazie al glamping ad alta quota o ai rifugi di montagna. E poi il trekking che si può fare sia nelle mete di mare sia in quelle di montagna.

Quando si è in viaggio si possono programmare diverse attività all’aria aperta nei luoghi che si visitano, come pic-nic, gite o escursioni.

In Norvegia, così come negli altri paesi nordici, trascorrono ogni momento possibile all’aria aperta a prescindere dal tempo atmosferico o dalle temperature. Anche la pausa pranzo è un’ottima scusa per una corsa in un parco, così come si cerca di andare al lavoro in bicicletta. Del resto, stiamo parlando di luoghi dove vige il diritto di pubblico accesso, ovvero la possibilità di godere della natura, rispettandola. Questo significa che si possono fare passeggiate e campeggiare in ogni luogo (sempre per un tempo limitato). Vietato, però, disturbare le altre persone o gli animali, danneggiare le proprietà o la natura.

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Questa spiaggia ospita un affascinante relitto: la storia è incredibile

Tra i relitti più famosi della Grecia uno dei più impressionanti è quello della Dimitrios, una suggestiva nave da carico del XX secolo famosa per la sua pittoresca posizione sulla spiaggia di Valtaki, a pochi chilometri da Gythio. Tante le versioni sulla sua origine e su come si sia arenata nel punto in cui la si può ammirare oggi. C’è persino chi crede sia una nave fantasma. Quel che è certo è che lascia tutti i visitatori a bocca aperta, soprattutto per il mistero che l’avvolge.

Cosa si nasconde dietro il relitto della nave Dimitrios?

Precedentemente denominata Klintholm, la Dimitrios è una piccola nave da carico di 67 metri per 965 tonnellate di stazza, costruita in Danimarca nel 1950. Apparteneva per il 76,75% ai Fratelli Molaris e per il 23,25% ai Fratelli Matsinos e risulta iscritta al registro della Prefettura del Pireo, il porto commerciale di Atene, con numero 2707.

Dal 23 dicembre 1981, il relitto giace arenato sulla spiaggia di Valtaki (in greco Βαλτάκι), nell’odierno comune di Evrotas, nella Laconia, regione storica dell’antica Grecia. Come detto, girano molte voci sulle origini della nave e su come si sia arenata qui. Secondo una delle versioni più accreditate, sarebbe stata utilizzata per il contrabbando di sigarette tra la Turchia e l’Italia. Sarebbe quindi stata sequestrata dalle autorità portuali di Gythio e poi rilasciata e fatta trascinare dal mare fino alla spiaggia di Valtaki, a circa 5 chilometri dal porto della città storica nel Peloponneso meridionale. Sarebbe poi stata data alle fiamme per nascondere le prove del suo ipotetico utilizzo illegale. Un’altra voce, meno diffusa, parla invece di una nave fantasma di origini sconosciute.

Tuttavia, nel libro “Ta Navagia stis Ellinikes thalasses” (I relitti nei mari della Grecia) scritto dal viceammiraglio Christos Ntounis si racconta una storia diversa. Ntounis scrive, infatti, che la nave fece un attracco d’emergenza a Gythio il 4 dicembre 1980 perché il suo capitano aveva bisogno di accedere a un ospedale a causa di una grave malattia. Tuttavia, dopo l’attracco, sarebbero sorti problemi economici con l’equipaggio e vari problemi ai motori, con le compagnie di assicurazione e istituti di credito. L’equipaggio fu quindi licenziato e il compito di salvaguardare la nave fu assegnato a Georgios Daniil e Vasilis Parigoris.

La nave rimase ormeggiata a Gythio fino al giugno 1981, quando fu dichiarata non sicura a causa dell’usura delle cime e delle infiltrazioni d’acqua nello scafo. Le autorità portuali chiesero di spostare il punto di ancoraggio fuori dal porto per motivi di sicurezza, ma i proprietari non risposero fino al novembre 1981. Nel libro si legge che “alle 12:30 circa del 9 novembre 1981 la nave fu spazzata via a circa 2 miglia [nautiche?] di distanza [2.3 miglia; 3.7 km] a causa delle condizioni meteorologiche avverse e fu ancorata temporaneamente”. Ma l’ancoraggio temporaneo non durò a lungo, poiché la Dimitrios fu nuovamente spazzata via per arenarsi, infine, nella sua posizione attuale sulla spiaggia di Valtaki, a dicembre di quell’anno. La nave fu poi semplicemente abbandonata lì, dove giace da 42 anni, finendo annoverata tra le più suggestive attrazioni della Grecia.

La spiaggia di Valtaki, un angolo selvaggio da scoprire

Erroneamente indicata come Selinitsa, che è il nome di un’altra spiaggia adiacente, la spiaggia di Valtaki, situata a 5 km a nord di Gythio, è facilmente riconoscibile dal relitto adagiato a pochi metri dalla riva, visibile già dalla strada. Inutile dire che questa attrazione è perfetta da immortalare sui social. L’importante è non avvicinarsi troppo al relitto, poiché è a rischio crollo. Ad accogliervi in questo angolo selvaggio della Grecia ci sono una lingua di sabbia lunga e stretta e acque trasparenti, ideali per una nuotata in una location che regala suggestioni uniche.

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La cascata che sprofonda negli abissi del mare: fotomontaggio o realtà?

Gli spettacoli che ci regala la natura riescono a superare la fantasia, è in quelle occasioni che la magia diventa come un qualcosa di reale e tangibile. E c’è un luogo sulla terra dove la natura si mostra in tutta la sua bellezza: il verde lussureggiante, il mare che sembra un caleidoscopio di colori e visioni capaci di togliere il fiato. È lì che si trova una cascata che sprofonda negli abissi del mare. Quello che viene da chiedersi, osservandola con attenzione, è se si tratta di un fotomontaggio oppure se quell’effetto – che appare incredibile ai nostri occhi – è reale.

Siamo sull’isola di Mauritius dove il mare sembra gettarsi nelle sue profondità più misteriose, andando a creare quelle che sembrano delle vere e proprie cascate. Ma è davvero così?

La cascata che si getta negli abissi a Mauritius è reale?

Per ammirare quella che è una visione difficile da dimenticare bisogna volare verso l’isola di Mauritius, che fa parte di un arcipelago che si trova nell’Oceano Indiano, molto noto per le sue tante meraviglie.

La natura qui ci ha regalato spiagge indimenticabili, mare dalle mille sfumature di blu e spazi verdi lussureggianti. Mark Twain aveva detto di questi luoghi che: “Dio creò prima Mauritius e poi il Paradiso”. Ma è in uno dei suoi punti più scenografici che la natura fa la sua vera magia. Si tratta del mare nei pressi della penisola di Le Morne Brabant, un’area che sulla cartina punta verso sud-ovest, e che dal 2008 fa parte dei Patrimoni dell’Umanità Unesco.

Lì l’acqua del mare sembra trasformarsi in una cascata che si getta negli abissi. È un fotomontaggio o realtà? Nulla di tutto questo, infatti si tratta di un’illusione ottica data dalla conformazione dei fondali e dai colori della sabbia.

La spiegazione, naturalmente, nulla toglie all’incanto che questa visione regala all’occhio umano. A guardare con attenzione, infatti, l’acqua sembra sprofondare verso il centro della terra, proprio come fa una cascata gettandosi dalle rocce verso la natura sottostante.

A creare l’illusione della cascata è la sabbia che assume colorazioni diverse e il fondale che in maniera repentina diventa più profondo. Infatti qui si getta nel profondo del mare regalando l’effetto ottico della cascata.

Il risultato finale è una vista da sogno: sembra di ammirare una gola profonda e che si getta a strapiombo verso le profondità oceaniche. Suggestiva e magica, tanto da togliere il fiato.

Mauritius, cosa c’è da sapere su questo paradiso terrestre

La Repubblica di Mauritius è composta dall’isola principale e dalle isole Agalega, Cargados Carajos e Rodrigues. È curioso sapere che la lingua ufficiale è l’inglese dal momento che questi luoghi sono stati per lungo tempo colonia del Regno Unito, ma la più parlata è il creolo mauriziano.

Ci sono tanti luoghi da visitare in questo paradiso terrestre che si trova al largo del Madagascar, tra questi il monolite di roccia basaltica che si trova proprio sulla penisola di Le Morne Brabant. Ovviamente non possono mancare le spiagge come quella di Pereybere Beach. Tra le aree più rinomate vi è quella di Grand Bay che si trova nel nord dell’isola di Mauritius ed è ricca di offerte per i turisti, pur mantenendo la sua autenticità. E poi l’entroterra, la costa sud, perché ogni angolo dell’isola (e delle altre dell’arcipelago) regala emozioni.

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Tutte le piste ciclabili portano a Grado

Se c’è una città bike friendly in Italia, questa è Grado. La cittadina del Friuli-Venezia Giulia, affacciata sull’omonima laguna e collegata alla terraferma da una sottile striscia di sabbia, si estende su 90 chilometri di costa e regala spazi naturali molto vasti da godere in bicicletta.

L’Anello di Grado

Grado è crocevia di diversi itinerari da percorrere pedalando per scoprire la città e i suoi magnifici dintorni. Il più famoso – e anche facile – è l’Anello di Grado un percorso pianeggiante lungo undici chilometri, che si snoda tra le piste ciclabili cittadine, perfetto per scoprire Grado e i suoi angoli più nascosti.

La Grado – Punta Sdobba

Dalla città parte un itinerario ciclabile che porta fuori, il Grado – Punta Sdobba. Lungo 17,8 km, è totalmente pianeggiante e, dalla cittadina balneare, porta al villaggio di pescatori di Punta Sdobba, proprio sulla foce del fiume Isonzo. Lungo il percorso è possibile fermarsi al centro visite di Valle Cavanata, che si trova circa a metà strada, e al centro visite del Caneo, vicinissimo a Punta Sdobba ottimi luoghi per l’osservazione degli uccelli acquatici e delle piante palustri.

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Fonte: @Nicola Brollo

Il porto di Grado

Itinerari naturalistici in bicicletta

La Laguna di Grado, con il suo scenario naturale, incontaminato e ricco di biodiversità, è l’habitat ideale da scoprire in bicicletta. Diversi itinerari ciclabili collegano la città alle due riserve naturali di Valle Cavanata e Foce dell’Isonzo – Isola della Cona. Sono le oasi preferite dagli amanti del birdwatching e da chi viene qui per fare escursioni in sella ai cavalli bianchi Camargue che, per le loro caratteristiche fisiche, si sono particolarmente adattati all’ecosistema della riserva.

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Fonte: @Francesco Morongiu

L’Isola della Cona nella Laguna di Grado

In Valle Cavanata si possono avvistare caprioli, germani, canapiglie, folaghe e gallinelle d’acqua), mentre lungo la pista ciclabile che costeggia il tratto meridionale del Canale Averto, percorribile fino al Cancello a Mare, si giunge a un punto panoramico della riserva dal quale ammirare un tratto di spiaggia incontaminato frequentato spesso da aironi, folaghe ed altri uccelli marini.

Bike & boat

Nella Laguna di Grado ci sono alcune isole che meritano di essere visitate. Si possono raggiungere con il traghetto, anche con la bicicletta al seguito e anche nel periodo autunnale. Da non perdere è sicuramente l’escursione all’Isola di Barbana, un’isoletta intrisa di spiritualità, meta di pellegrinaggio, visto che ospita il Santuario della Beata Vergine Maria, e di gite all’insegna della pace, della meditazione e del relax.

Merita una gita anche l’isola Mota Safon, che incantò Pierpaolo Pasolini al punto da spingerlo a girarvi alcune scene del film “Medea” con Maria Callas. E, infine, la piccola isola di pescatori di Anfora e Porto Buso, e di Francamela, che d’estate sono frequentate dai turisti per via delle spiaggette isolate e del mare è trasparente, dove si possono anche assaporare le specialità di mare circondati dall’ambiente suggestivo della laguna.

La Ciclovia Alpe Adria

Ma Grado è anche luogo di passaggio di numerose ciclovie che la attraversano. Qui arriva la Ciclovia Alpe Adria che, da Salisburgo, in Austria, giunge nell’”isola del Sole” dopo ben 400 km e aver attraversato paesaggi montani, collinari e lagunari. Frutto del progetto di cooperazione transfrontaliera italo-austriaco, da Grado si può quindi percorrere l’ultimo tratto raggiungendo le città di Aquileia, tra le più ricche dell’Impero Romano tanto da essere soprannominata “Seconda Roma”, di Palmanova, la celebre “città stellata” riconosciuta dall’Unesco per la sua affascinante pianta poligonale a stella con nove punte, e infine di Udine, custode delle opere del Tiepolo.

La Ciclovia del Mar Adriatico

Un’altra famosa pista ciclabile che passa per Grado è la Ciclovia del Mar Adriatico (o Ciclovia FVG-2), un itinerario ciclabile che rientra nel progetto “AdriaBike“, la ciclovia dell’Alto Adriatico, lunga oltre mille km e che collega Tarvisio a Ravenna e che è parte integrante dell’itinerario europeo Eurovelo n. 8 che va da Cadice, in Spagna, ad Atene, in Grecia, attraversando mezza Europa. Un tratto tocca Grado e può essere percorsa in direzione di Trieste o di Lignano Sabbiadoro.

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Scoprire l’Occitania in treno, le tappe più belle

L’Occitania, nel Sud della Francia, è una regione ricca di storia e di cultura. Non che il resto del Paese non lo sia, ma qui il patrimonio è davvero sontuoso e variegato e si plasma perfettamente con le sfumature dolci del Mar Mediterraneo i profili aspri dei Pirenei.

Si tratta di un territorio dove si respira un’atmosfera piacevole e particolare, tanto che esiste una parola che esprime la preziosa arte di vivere locale, la convivialità e il senso dell’ospitalità di chi lo popola: l‘Occitalità. Una zona da scoprire a passo lento, con la stessa velocità con cui mutano le stagioni poiché qui, tutte, danno il meglio di loro stesse. E magari proprio a bordo di un treno, mezzo di trasporto che permette di rispettare l’ambiente e che qui corre su numerose linee ferroviarie differenti che conducono alla scoperta di angoli altamente emozionanti.

Del resto parliamo di una terra composta da 13 dipartimenti in cui si sviluppano oltre 220 km di costa e dove sorge il pittoresco Canal du Midi, che collega Tolosa al mare. Poi ci sono i paesaggi montani, quelli dei Pirenei e del Massiccio Centrale, la campagna, i siti patrimonio dell’Unesco, antichi villaggi, misteriose grotte e tante vivaci città.

Occitania in treno

Per scoprire l’Occitania in treno ci sono diverse soluzioni disponibili. Una di queste si chiama Occitania Rail Tour e, con un pass al costo di 10 euro al giorno, i passeggeri viaggiano all’insegna dall’autenticità, semplicità e adrenalina attraverso dei circuiti pieni di fascino, visite insolite e tantissime attività.

Occitania, itinerari

Fonte: iStock

Scoprire l’Occitania in treno

Ci sono poi i percorsi da più giorni e con pernottamento previsto, corse che invece combinano treno e bici su una vecchia strada sterrata, oppure ci sono i convogli turistici, piccoli, che attraversano per intero un’unica città o un determinato sito di interesse. Insomma, ci sono varie modalità per comprendere lo spirito dell’Occitalità e scoprire le mille sfaccettature di questa terra più che eccezionale.

Purtroppo non possiamo raccontarvi tutti gli itinerari possibili, ma abbiamo selezionato per voi alcuni dei tour che, secondo noi di SiViaggia, sono assolutamente imperdibili.

In treno da Tolosa a Collioure

Il primo itinerario di cui vi vogliamo parlare conduce da Tolosa a Collioure. Ci sono diverse linee su questa tratta, ma la migliore su cui salire a bordo è quella più lenta, con un numero maggiore di soste, e che in tre giorni – e con la combinazione di più convogli – permette di attraversare città, campagna, montagna, mare, tre dei posti più famosi di questa regione e ben due siti Unesco.

Le emozioni iniziano già dalla città di partenza, Tolosa, che si distingue per essere accogliente, solare, rilassata e conviviale. Sorprendenti edifici romanici e gotici si mescolano a case dai mattoni rosati che al tramonto regalano giochi di colori che difficilmente si dimenticano. E poi ancora la sua anima moderna, quella dedicata all’aviazione e allo spazio.

Continuando il viaggio sui binari francesi, si raggiunge la Grotta di Lombrives, una delle più grandi d’Europa, caratterizzata da immense gallerie, gigantesche stalattiti e stalagmiti e, soprattutto, un placido lago dai colori coinvolgenti.

Intraprendendo questo percorso si ha anche la possibilità di salire a bordo del “Canari” (il soprannome del Treno Giallo) che circola da ben cent’anni e che è persino uno dei più alti d’Europa. Affacciati al finestrino godrete di paesaggi mozzafiato che conducono a Mont-Louis, chiamata anche la “Città del Re Sole”. Situata a 1600 metri di altitudine, nel cuore dei Pirenei Catalani, è la città fortificata più alta di tutta la Francia ed è riconosciuta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.

Treno Giallo Occitania

Fonte: iStock

Il Treno Giallo nei pressi di Mont-Louis

Tra le tante tappe che permette di fare questo bellissimo viaggio c’è anche Ille-sur-Têt, una località speciale dei Pirenei Orientali con un pittoresco centro storico e un ambiente naturale incontaminato che sembra uscito direttamente da un altro pianeta grazie alla presenza degli Orgues, gioielli minerali dalle forme bizzarre.

Poi ancora Perpignan, antica e vivace città d’arte dall’anima catalana, la cui stazione sarebbe, secondo l’estroso pittore Dalì, “il centro del mondo”. Bellissimo qui è il Palazzo dei Re di Maiorca, una fortezza in stile gotico che fa da guardia al centro medievale cittadino.

Ultima tappa il mare, e più precisamente quello che bagna Collioure, città così bella da essere considerata persino la “Perla della Costa Vermiglia”.

Da Montpellier a Tolosa sulla vecchia strada ferrata

In treno, con combinazione in bici, per cinque giorni da Montpellier a Tolosa per solcare i binari attraverso due dei borghi più belli di Francia, una città episcopale patrimonio Unesco e molto altro ancora, insieme a quattro ciclostrade e vie verdi.

Tra le tappe più belle non possiamo non menzionare Sète, spettacolare cittadina marittima pregna di canali contornati da facciate colorate e tanti, tantissimi, fenicotteri rosa che popolano le sue paludi.

Imperdibile è una sosta a Montpellier, una realtà dinamica, creativa, attraente e dove un patrimonio urbano antico si combina perfettamente con l’architettura contemporanea.

Poi ancora Bédarieux, una curiosa borgata da dove inizia la via verde del Passa Païs. Si tratta di un’antica ferrovia dimessa da solcare in bici attraverso i maestosi percorsi del massiccio del Caroux intagliato dalle impressionanti gole di Héric, per poi arrivare a Olargues, uno dei borghi più belli di Francia, dove natura e architettura medievale si combinano in maniera poetica.

Di nuovo a bordo del convoglio per raggiungere Castres, cittadina puntellata da vecchie case colorate che si affacciano sulle acque del fiume Agout e che per la sua atmosfera è persino soprannominata la “Piccola Venezia della Linguadoca”.

Da qui di nuovo in sella alla propria bici per pedalare su un’altra via verde: il sentiero dei Diritti dell’Uomo. Si tratta di un itinerario di una quarantina di chilometri che passa per Lautrec, un altro dei borghi più belli di Francia, che ha dato i natali alla famiglia Toulouse Lautrec da cui ebbe vita il famoso pittore che è stato una delle le figure più significative dell’arte del tardo Ottocento.

Il viaggio termina a Tolosa dove scoprire la bellissima Place du Capitole, centro nevralgico della città rosa.

Sète, Francia

Fonte: iStock

Veduta aerea di Sète

Le altre meraviglie da vedere in Occitania

Grazie ai tanti itinerari disponibili, è possibile scoprire altre meraviglie dell’Occitania. Tra tutte vi consigliamo di non perdere:

  • Albi: città vescovile e patrimonio Unesco che custodisce un enorme complesso episcopale in mattoni rossi;
  • Nimes: con il suo antichissimo anfiteatro romano, uno dei monumenti antichi meglio conservati nel nostro continente;
  • Pont du Gard: l’unico acquedotto a tre piani ancora oggi perfettamente in piedi;
  • Lourdes: uno dei più grandi luoghi di pellegrinaggio del mondo;
  • Cirque de Gavarnie: una gigantesca parete rocciosa alta 1700 metri e circondata da numerose cime a loro volta alte più di 3.000 metri;
  • Gole del Tarn: formate da scogliere con altezze di anche 500 metri, con brecce, cornicioni e rocce.
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Borghi Viaggi

Perché Montaione è uno dei borghi più green d’Italia

Il panorama magnifico della Val d’Elsa nasconde un vero gioiello: si tratta di Montaione, piccolo borgo abbarbicato tra le colline toscane, che merita di essere inserito tra le realtà più green d’Italia. Il suo esempio è d’ispirazione perché, pian piano, paesi e città voltino pagina e affrontino il nuovo capitolo della transizione ecologica. Ma come mai questo minuscolo centro abitato si è guadagnato un riconoscimento così importante?

Montaione, un esempio green

Il borgo di Montaione è un piccolo agglomerato di casette che ospita poco meno di 3.500 abitanti, con un graziosissimo centro storico e una natura incontaminata a cingerlo. Siamo nella Val d’Elsa, ad una cinquantina di km da Firenze, e questo gioiellino è annoverato (con merito) tra i Borghi più belli d’Italia. A renderlo ancora più speciale è l’impegno che contraddistingue amministrazione e cittadini, per far sì che il paese sia sempre più green. Artefice di una delle transizioni ecologiche più rilevanti – soprattutto per una piccola realtà -, Montaione può essere un ottimo esempio di comunità interessata alla tutela dell’ambiente.

Sono moltissime le iniziative che, nel corso degli ultimi anni, sono state messe in atto per migliorare la sostenibilità energetica del paese. A partire dalla centrale a bio masse per alimentare il Comune e il plesso scolastico, proseguendo poi con la cucina della mensa completamente computerizzata e con l’illuminazione pubblica convertita totalmente a LED. E poi, si parla di edilizia sostenibile e di raccolta differenziata, che ormai da tempo supera l’80%. Infine, l’amministrazione si è dotata di vetture elettriche e sono state installate delle colonnine per la ricarica a disposizione gratuitamente di cittadini e turisti.

Le bellezze di Montaione

Montaione è dunque un’eccellenza a livello italiano – e persino europeo – per quanto riguarda la sostenibilità energetica. Ma rimane comunque un borgo meraviglioso ed incredibilmente suggestivo, che non ha perso il suo fascino d’altri tempi. Un piccolo centro storico, caratterizzato da poche stradine che si intersecano, accoglie un notevole patrimonio architettonico. È il caso, ad esempio, della Chiesa di San Regolo: costruita nel XIII secolo, è un capolavoro barocco e al suo interno custodisce alcuni preziosissimi affreschi.

A poca distanza, Palazzo Pretorio fa sfoggio di bellissimi stemmi degli antichi podestà, mentre tra le sue sale è ospitato il Museo Civico di Montaione. Nella piccola frazione di San Vivaldo è possibile ammirare un complesso religioso, un Sacro Monte che comprende la Chiesa di San Vivaldo, il vicino convento e ben 34 cappelle devozionali. Nei dintorni, inoltre, si ergono diverse fortezze davvero meravigliose: una di esse è la Rocca di Castelfalfi, che fa ombra all’omonimo centro abitato, costruito su uno sperone di roccia.

Per chi ama la natura incontaminata, Montaione è un ottimo punto di partenza per diversi sentieri destinati al trekking nella Val d’Elsa. Alcuni itinerari ad anello, da percorrere a piedi o in mountain bike, offrono una splendida passeggiata tra i boschi e le colline circostanti, un vero tuffo in panorami meravigliosi. Il territorio comunale ospita anche il bosco delle Corbezzolaie, una faggeta impreziosita da varie specie vegetali e animali – tra cui la rara salamandrina dagli occhiali.

Montaione

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I dintorni di Montaione