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A Piacenza esiste un castello che sembra uscito da una favola bucolica

Immerso nella natura con la sua dimensione imponente e la sua alta torre. A guardarlo sembra quasi che, entrandoci, ci si possa immergere dentro a una favola, una di quelle popolate da principesse combattive, cavalieri senza macchia e segreti da svelare.

Siamo nei pressi di Piacenza, lì un castello svetta nella campagna e sembra uscito da una favola bucolica. È il castello di Rivalta che si trova nell’omonima frazione del comune di Gazzola. Si tratta di una residenza privata, ma è possibile visitarla oltre che sceglierla come location per eventi da favola. Così, ad esempio, ha fatto Francesca Ferragni, la sorella di Chiara, per il giorno delle sue nozze.

Il castello di Rivalta, fortezza dal fascino senza tempo

Un luogo del passato, un edificio imponente, che racconta, già al primo sguardo, di secoli di storia. Il castello di Rivalta, infatti, è stato per lungo tempo fondamentale presidio della zona. Intorno all’edificio vi è un bellissimo parco e ha avuto ospiti illustri tra le sue mura. Pare, infatti, che sia apprezzato dalla famiglia reale inglese e da quella olandese.

La magione viene già citata in documenti che risalgono ai primi anni Mille ed era di grande importanza per la sua posizione. Ci sono alcune leggende legate ai suoi interni, raccontate nel sito ufficiale, che ammantano di quel pizzico di gustoso mistero tutto il castello. Del resto quasi ogni luogo del passato ha le sue storie e i suoi segreti, elementi che ne accrescono la magia. Come quella legata al fantasma del castello che sembrebbe aver dato per l’ultima volta fastidio a un ospite nel 1970. Oppure il fantasma del cuoco Giuseppe, che si dice vaghi ancora nella magione.

Oltre all’edificio principale vi è un borgo, un oratorio, una Torre Medievale e la chiesa di San Martino.

Cosa vedere nel castello

Il castello nei pressi di Piacenza è abitato dai Conti Zanardi Landi, ma è possibile visitarlo. Camminare tra i suoi saloni è un’esperienza intrigante, un vero e proprio viaggio indietro nel tempo. Si possono ammirare tantissimi ambienti come la sala delle armi, al cui interno vi sono oggetti risalenti nel periodo che va dal XV al XVIII secolo, la sala dell’arte sacra ed esplorazioni, con alcuni pezzi particolarmente interessanti e, poi, la sala del costume militare.

Per ammirare oggetti del passato e muoversi in queste sale, che lasciano addosso il magico sapore di un’altra epoca, è possibile prendere parte a visite guidate, la procedura è spiegata sul sito del castello di Rivalta dove vengono esposte anche le varie possibilità di percorso.

Vi è anche un hotel, una spa ed è possibile organizzare eventi, come matrimoni. Tra i più celebri (e recenti) quello di Francesca Ferragni, sorella di Chiara Ferragni, che in questa location meravigliosa ha deciso di sposarsi con il compagno Riccardo Nicoletti.

E, in effetti, è il luogo ideale per un romantico sì, del resto cosa c’è di meglio di un castello da fiaba immerso in un’atmosfera bucolica e capace di portarci indietro nel tempo per promettersi amore eterno? Se le prime notizie riguardo a questo luogo meraviglioso risalgono alla prima metà dell’anno mille, la sua struttura mostra una bellissima mescolanza del tempo che è passato. Passeggiare nel complesso fortificato è un vero e proprio viaggio a ritroso, tra leggende, storie e tanta bellezza.

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Finlandia: il viaggio verso la felicità comincia qui

E se la ricerca della felicità passasse per i viaggi? Sono tanti, infiniti e conosciuti ai più i benefici di mettersi in cammino, di esplorare luoghi vicini o destinazioni lontane, per sfidare i propri limiti e per toccare con mano le meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo.

Sì, la felicità si nasconde proprio lì, in tutte quelle straordinarie esperienze che viviamo ogni giorno con zaino in spalla e smartphone alla mano per immortalare i ricordi più belli di una vita intera. Lo sa bene la Finlandia, che ha trasformato quello stato d’animo di pienezza e completa soddisfazione in una vera e propria arte da diffondere nel territorio e nel mondo intero.

Dopo il successo di Masterclass of Happiness, il concorso organizzato da Visit Finland che ha regalato a 10 viaggiatori le chiavi d’accesso al segreto della felicità, l’ente del turismo del Paese ha pensato bene di estendere questa possibilità a tutti e in qualsiasi posto del mondo. Il viaggio verso la felicità comincia qui, adesso. Pronti a partire?

Destinazione felicità

Quando pensiamo alla felicità non possiamo non menzionare la Finlandia. Il Paese del Nord Europa, conosciuto per il suo immenso patrimonio naturalistico, per i grandi parchi nazionali e per gli spettacoli portati in scena dall’aurora boreale, è stato eletto, per il sesto anno consecutivo, il Paese più felice del mondo dal World Happiness Report.

Ma come fanno, i finlandesi, a essere così felici? Questa è una domanda che si pongono in molti, la cui risposta probabilmente si palesa in tutta la sua chiarezza una volta messo piede sul territorio. Chi è impossibilitato a viaggiare in questo momento, però, può intraprendere un viaggio ideale nel Paese, per toccare la sua anima felice, anche restando a casa.

La Masterclass of Happiness, infatti, è adesso disponibile nella sua versione digitale. Questo vuol dire che tutti possono accedere gratuitamente, e in qualsiasi momento, al segreto finlandese tanto ambito. Sul sito ufficiale di Visit Finland, infatti, sono state pubblicate delle video lezioni tenute da coach esperti del settore. L’obiettivo? Trovare il finlandese che è dentro di noi.

Il segreto del Paese più felice del mondo a portata di click

Sono 5, in totale, le lezioni da seguire per familiarizzare con il mood finlandese che tanto ci affascina. Non mancano i compiti pratici e altri consigli da seguire per sperimentare in prima persona quello stile di vita che rende così felici le persone che vivono in Finlandia. Come abbiamo anticipato, la Masterclass of Happiness è totalmente gratuita e può essere seguita in qualsiasi momento e da ogni parte del mondo. Al termine del corso, tutti i partecipanti, riceveranno il Certificate of Happiness.

Va da sé che il miglior modo per sperimentare lo stile di vita finlandese è proprio quello di organizzare un viaggio nel Paese. Qui, infatti, si possono mettere in pratica tutti gli insegnamenti ricevuti dai coach della masterclass. Vi state chiedendo quali sono? Senza spoilerare troppo, vi anticipiamo che la natura assume un ruolo fondamentale in questo percorso di crescita e benessere.

Passeggiate nel bosco, trekking nella foresta, pomeriggi vista lago: la natura è parte integrante della quotidianità dei finlandesi ed è facilmente accessibile, anche dalle più grandi e popolose città. Queste immersioni, che sono all’ordine del giorno, hanno numerosi benefici confermati dalla scienza.

Mente e corpo sono sempre sintonizzati sulla stessa frequenza, anche grazie alla sauna, simbolo del Paese nonché parte integrante della cultura finlandese. E poi ci sono la bellezza, l’armonia e l’ordine, che passano per gli spazi outdoor ma anche per gli interni delle abitazioni. Tutto qui? Assolutamente no, ma il resto potete scoprirlo da voi intraprendendo questo viaggio inedito e straordinario verso la felicità.

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Castello di Schwerin: per vivere una favola d’altri tempi

A tutti è capitato, almeno una volta nella vita, di desiderare di vivere una favola d’altri tempi. A nord di Berlino, in un contesto che sembra uscito direttamente da una libro di racconti fatati, sorge un vero e proprio castello delle fiabe che al suo interno conserva anche un po’ di Italia. Si tratta del Castello di Schwerin, simbolo dell’omonima città e sede del Parlamento del land Meclemburgo-Pomerania Anteriore.

Castello di Schwerin: cosa aspettarsi

Questo maestoso e signorile castello sorge a Schwerin, una piccola località tedesca che però conserva tesori dal valore immenso: è conosciuta come la “città dai sette laghi e dalle sette foreste”.

Quando si arriva al cospetto del Castello di Schwerin sembra di essere stati catapultati in un mondo fatto di magia: sorge su un isolotto che galleggia in un placido lago, ed è collegato alla terraferma da un suggestivo ponticello che fa rivivere atmosfere medievali.

La classica immagine delle fiabe, quindi, che viene ancor più esaltata della struttura stessa del castello che è stata caldamente voluta dai granduchi del Macleburgo, nel XIX secolo, e che è ispirata allo stile rinascimentale francese.

Per non parlare dei giardini che gli fanno da cornice: è popolato di canali, laghi, pergolati e c’è persino una parte più moderna, ridisegnata nel 2009, chiamata floating meadow, ovvero prato galleggiante.

Cosa vedere

Il meraviglioso Castello di Schwerin, un tempo fortezza difensiva, è perfettamente visitabile sia fuori che dentro. Già da lontano l’esterno si fa notare e apprezzare per via della presenza di torri svettanti, guglie che sembrano toccare il cielo, cupole dorate e spettacolari giardini fioriti.

Tra le sue mura conserva invece 654 stanze, non tutte aperte al pubblico, perfettamente arredate con tappeti preziosi, boiserie e dipinti. Ma come vi accennavamo in precedenza, c’è anche un po’ d’Italia in questa regale dimora: presso la sala del trono si innalzano delle colonne rivestite con pregiati marmi di Carrara.

Mobili dell’epoca, quadri, arazzi, statue del Canova decorano l’edificio suddiviso in tre piani, ognuno dei quali con una destinazione d’uso diversa. E poi ci sono i pavimenti in marmo o in legno impreziositi da tarsie in vari colori, meravigliosi soffitti in legno intarsiato oppure decorati con stucchi e affreschi.

I meravigliosi giardini

A render l’esperienza di visita una vera favola d’altri tempi è anche l’affascinante parco con giardino in stile inglese di cui il castello è circondato. Particolarmente affascinanti sono le scenografie dell’Orangerie, con aiuole fiorite, piante rare e persino una fontana di bronzo.

Vi è stato edificato anche un elegante portico in ferro battuto, così come una grotta artificiale e un bellissimo portale di una chiesa in stile gotico francese.

Il fantasma del castello

Anche il fiabesco Castello di Schwerin può vantare una storia dai profili spettrali. Si narra infatti che all’interno di queste antiche e possenti mura viva il Petermännchen, uno spiritello che possiede un potere davvero singolare: può aprire qualsiasi porta incontri, anche se perfettamente chiusa con tutte le mandate possibili.

Petermännchen, quindi, sembrerebbe aggirarsi nel castello con lo scopo di proteggerlo, tanto che secondo le persone del luogo avrebbe persino svegliato delle guardie che si erano addormentate durante il loro turno, evitando così una terribile punizione che probabilmente gli sarebbe stata inflitta.

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Quali sono i siti Unesco ancora in pericolo

L’Unesco accoglie sotto la sua ala numerosi siti architettonici, culturali e naturalistici di grandissimo pregio, sparsi in ogni angolo del mondo, con l’obiettivo di preservarli dall’uomo e dalle possibili minacce della natura. Alcuni di essi, nel corso degli anni, sono stati inseriti nella lista dei Patrimoni a rischio: Venezia era una potenziale candidata, ma a quanto pare ce l’ha fatta e non ha avuto bisogno di questa estrema tutela, pur dovendo dimostrare di poter salvaguardare il suo immenso patrimonio artistico. Molti altri siti, tuttavia, sono ancora in pericolo e potrebbero scomparire. Scopriamo quali sono.

Venezia, la decisione dell’Unesco

Tra i tanti Patrimoni Unesco d’Italia, spicca Venezia: la splendida città affacciata sulla Laguna è un gioiello che attira milioni di turisti da ogni angolo del mondo, con il suo fascino romantico e senza tempo. Tuttavia, per le sue peculiari caratteristiche territoriali, è considerato un sito molto fragile. Tanto che Il World Heritage Committee aveva pensato di inserirla tra i Patrimoni a rischio: la decisione, invero abbastanza difficile, è però infine ricaduta sull’esclusione di Venezia da questa lista. La nostra meravigliosa città è salva, anche se deve continuare a fare i conti con numerosi problemi.

Ormai da tempo l’amministrazione sta adottando alcune misure per lottare contro il deteriorarsi della situazione ambientale ed economica, ma non è certo facile. Il centro storico di Venezia è costantemente a rischio per il fenomeno dell’acqua alta, che da anni si fa sempre più pericoloso per via dei cambiamenti climatici. E l’overtourism non lascia tregua ad una città così fragile, che è rinata solamente durante il periodo Covid, quando nessuno poteva più viaggiare. L’ultima iniziativa, quella di adottare un ticket d’ingresso per tenere sotto controllo gli accessi durante i periodi più “caldi”, ha appena trovato riscontro positivo e forse ha fatto proprio da ago della bilancia per decidere di non inserire – almeno per il momento – Venezia tra i siti a rischio.

I Patrimoni mondiali a rischio

Se Venezia ce l’ha fatta, non si può dire lo stesso di molti altri Patrimoni incantevoli sparsi in tutto il mondo, che continuano ad essere in pericolo per i più svariati motivi. Sono ben 54 i siti che l’Unesco ha inserito nella sua lista, e che ancora oggi potrebbero scomparire da un momento all’altro. Quali sono?

I beni a rischio in Medio Oriente

Partiamo dal Medio Oriente, dove le guerre hanno flagellato il territorio provocando ingenti danni anche ai beni protetti dall’Unesco.

  • La Città Vecchia di Gerusalemme e le sue mura (Israele): il sito, in pericolo dal 1982, soffre per il turismo di massa e per lo sviluppo urbano incontrollato, ma anche per la quasi totale assenza di manutenzione;
  • La Fiera Internazionale Rachid Karame di Tripoli (Libano): inserita nella lista dei siti a rischio solamente nel 2023, versa in allarmanti condizioni di degrado a causa della mancanza di fondi per la sua conservazione;
  • Palestina, terra di ulivi e viti a Battir (Palestina): il patrimonio è a rischio dal 2014, anno del suo inserimento tra i beni Unesco, per via della barriera di separazione israeliana che divide i contadini dai loro terreni coltivati ormai da secoli;
  • La città vecchia di Hebron (Palestina): considerata in pericolo dal 2017, è uno dei luoghi chiave del conflitto israelo-palestinese. La stessa decisione dell’Unesco, che ha fatto confluire il sito in territorio palestinese, è stata molto controversa;
  • Le antiche città di Aleppo, Bosra e Damasco, gli antichi villaggi della Siria settentrionale, Crac des Chevaliers e Qal’at Salah El-Din e il sito di Palmira (Siria): questi sei beni Unesco sono stati inseriti nella lista dei patrimoni a rischio nel 2013, poco dopo lo scoppio della guerra civile siriana ancora in corso, che rappresenta una delle più grandi catastrofi umanitarie dell’epoca moderna;
  • La città storica di Zabid (Yemen): questo splendido sito è in pericolo dal 2000, a causa del deterioramento (non ancora sanato) di alcuni edifici storici;
  • La città vecchia di Sana’a (Yemen): a rischio dal 2015, il sito è stato oggetto di alcuni attacchi aerei delle forze saudite nel corso della guerra civile dello Yemen;
  • La vecchia città murata di Shibam (Yemen): anch’essa in pericolo dal 2015, la città presenta notevoli problemi di gestione, aggravati dalle minacce dovute ai conflitti armati nel Paese;
  • I monumenti dell’Antico Regno di Saba, Marib (Yemen): nel 2023, questo prezioso sito è confluito nella lista dei Patrimoni a rischio, per via delle potenziali minacce dovute alla guerra civile dello Yemen.

I beni a rischio in Africa

Anche in Africa ci sono moltissimi beni Unesco in pericolo, sia per problemi ambientali che a causa dei numerosi conflitti che caratterizzano il territorio. Vediamo quali sono i Patrimoni a rischio.

  • Il Parco Nazionale Manovo-Gounda St Floris (Repubblica Centrafricana): questo gioiello naturale è in pericolo dal 1997 per via del pascolo illegale e del bracconaggio;
  • La Riserva Naturale Integrale del Monte Nimba (Costa d’Avorio e Guinea): dal 1992, l’area è considerata a rischio per le numerose concessioni per l’estrazione del ferro e per l’afflusso di profughi provenienti dalla Guinea;
  • Il Parco Nazionale Virunga (Repubblica Democratica del Congo): inserito nella lista dei Patrimoni in pericolo dal 1994, il parco è soggetto a deforestazione e bracconaggio a causa dell’afflusso dei rifugiati della guerra civile in Ruanda;
  • Il Parco Nazionale Garamba (Repubblica Democratica del Congo): considerato in pericolo dal 1984 al 1992, è tornato nella lista nel 1996 per il bracconaggio di rinoceronti bianchi, che ha causato persino la morte di alcune guardie forestali;
  • Il Parco Nazionale Kahuzi-Biega (Repubblica Democratica del Congo): è nella lista dal 1997, per via della deforestazione e della caccia, problemi aggravati dallo scoppio della guerra civile;
  • La Riserva Naturale di Okapi (Repubblica Democratica del Congo): è in pericolo dal 1997, a causa dei saccheggi e dell’uccisione di elefanti per il conflitto armato nei pressi del sito;
  • Abu Mena (Egitto): il sito è a rischio dal 2001, quando le eccessive precipitazioni hanno dilavato l’argilla superficiale causandone il franamento;
  • I Parchi Nazionali del Lago Turkana (Kenya): il bene è considerato a rischio dal 2018, a seguito delle conseguenze negative della costruzione della diga Gilgel Gibe III in Etiopia, che impatta sul flusso d’acqua del lago e sul suo ecosistema;
  • I siti archeologici di Cirene, Leptis Magna e Sabrata, il centro storico di Ghadamès e i siti di arte rupestre del Tadrart Acacus (Libia): questi preziosi Patrimoni Unesco della Libia sono stati inseriti nella lista dei beni in pericolo nel 2016, poco dopo lo scoppio della seconda guerra civile;
  • Le foreste pluviali dell’Atsinanana (Madagascar): nel 2010 il sito è stato considerato a rischio, per via del disboscamento illegale e della caccia dei lemuri in via di estinzione;
  • Timbuctù (Mali): dal 2012, l’antica città è in pericolo per le minacce di distruzione da parte di gruppi integralisti islamici, che hanno già portato al saccheggio di diversi monumenti;
  • La Tomba di Askia (Mali): sempre nel 2012, anche questo prezioso sito è stato saccheggiato da gruppi integralisti islamici ed è oggi ancora a rischio;
  • La città antica di Djenné (Mali): dal 2016, il sito è a rischio per l’eccessiva urbanizzazione e la mancanza di sicurezza nella regione, ma anche per il sempre più avanzato stato di degrado del centro storico;
  • Le Riserve Naturali dell’Aïr e del Ténéré (Niger): considerate in pericolo dal 1992, sono aree soggette ad un’importante riduzione della popolazione faunistica e alle minacce dovute ai conflitti armati;
  • Il Parco Nazionale Niokolo-Koba (Senegal): per via del calo della popolazione di mammiferi e dell’impatto del progetto di una diga sul fiume Gambia, il sito è in pericolo dal 2007;
  • La Riserva Faunistica del Selous (Tanzania): la realizzazione di opere infrastrutturali e l’eccessivo sfruttamento delle risorse (tra cui minerali, petrolio e gas naturale) hanno spinto l’Unesco a considerare il bene a rischio dal 2014.

I beni a rischio in Asia

Nel continente asiatico ci sono diversi siti Unesco considerati in pericolo, per via di alcuni conflitti armati che da anni devastano il territorio, ma anche per problemi di tipo naturalistico. Ecco quali sono.

  • Il Minareto e i resti archeologici di Jam (Afghanistan): il sito è in pericolo dal 2002, per le sue cattive condizioni e l’assenza di tutela giuridica;
  • Il paesaggio culturale e i resti archeologici della Valle di Bamiyan (Afghanistan): il deterioramento del sito, la distruzione di alcune statue da parte dei talebani e alcune esplosioni dinamitarde hanno messo a rischio il bene, che è inserito nella lista dell’Unesco dal 2003;
  • Il patrimonio della foresta pluviale tropicale di Sumatra (Indonesia): considerato a rischio dal 2011, il sito è soggetto a bracconaggio, disboscamento illegale, invasione agricola e sono in progetto alcune strade che dovrebbero attraversarlo, con impatto negativo;
  • Assur (Iraq): nel 2003 è stata proposta la costruzione di un serbatoio idrico che avrebbe inondato il sito (la realizzazione è tuttavia stata sospesa per la guerra in Iraq);
  • La città archeologica di Samarra (Iraq): è tra i Patrimoni in pericolo dal 2007, a causa della guerra che devasta il Paese;
  • Hatra (Iraq): nel 2015, alcuni gruppi armati hanno causato numerosi danni al sito e ne hanno provocato l’inserimento nella lista dei beni a rischio;
  • Il centro storico di Shahrisabz (Uzbekistan): è in pericolo dal 2016, a seguito della distruzione di alcuni edifici e del continuo sviluppo urbano.

I beni a rischio in Europa

Se Venezia non sarà – almeno per il momento – inserita nella lista dell’Unesco, nel nostro continente ci sono altre meraviglie che potrebbero scomparire o perdere il loro immenso valore. Conflitti passati e odierni hanno provocato (e stanno provocando) ingenti danni ai Patrimoni europei, ma anche l’eccessiva urbanizzazione costituisce un rischio per alcuni beni preziosi: scopriamo quali sono i siti considerati in pericolo.

  • Il centro storico di Vienna (Austria): è stato inserito nella lista dei beni a rischio nel 2017, a seguito del progetto di costruzione di un grattacielo che, per la sua altezza, modificherà il contesto architettonico di valore della città;
  • Il paesaggio minerario di Roșia Montană (Romania): dal 2021, il sito è considerato in pericolo per via della possibile ripresa delle attività estrattive nelle miniere;
  • I monumenti medievali in Kosovo: problemi legati all’assenza di gestione e al clima di instabilità politica hanno spinto l’Unesco a considerare questi siti a rischio dal 2006;
  • Il centro storico di Odessa (Ucraina): lo scoppio della guerra in Ucraina ha messo in pericolo numerose splendide città, tra cui quella di Odessa, ora inserita tra i beni a rischio dal 2023.

I beni a rischio in America

Sono principalmente il Sudamerica e gli Stati dell’America Centrale ad annoverare beni Unesco in pericolo, per la mancata gestione e per alcuni problemi di tipo ambientale. Scopriamo quali sono i Patrimoni a rischio di scomparire.

  • La città di Potosí (Bolivia): nel 2014, il sito è stato considerato in pericolo per le continue estrazioni minerarie che rendono la montagna su cui sorge porosa e instabile;
  • La Riserva della Biosfera del Río Plátano (Honduras): dal 2011 il sito è a rischio per il bracconaggio, il disboscamento e la pesca intensiva, ma anche per l’occupazione del territorio e per la presenza di trafficanti di droga;
  • Le isole e le aree protette del Golfo della California (Messico): il sito è in pericolo dal 2019, per via dell’imminente estinzione della vaquita, una focena endemica;
  • Le fortificazioni caraibiche di Portobelo-San Lorenzo (Panama): la mancanza di manutenzione e l’eccessivo sviluppo urbano mettono a rischio il sito dal 2012;
  • La zona archeologica di Chan Chan (Perù): questo preziosissimo sito archeologico è nella lista dei beni in pericolo dal 1986, perché soggetto ad erosione naturale che lo sta consumando;
  • Il Parco Nazionale delle Everglades (Stati Uniti): dopo i danni causati dall’uragano Andrew nel 1993, oggi il sito è nuovamente in pericolo dal 2010, per le condizioni di degrado che stanno causando un’ingente perdita dell’habitat marino;
  • Coro e il suo porto (Venezuela): il sito è in pericolo dal 2005, per via dei danni provocati dalle forti piogge e dalla costruzione di una passerella sulla spiaggia e di una porta d’accesso alla città.

I beni a rischio in Oceania

Infine, scopriamo quali sono i Patrimoni Unesco considerati in pericolo in Oceania, in questo caso per via di problemi ambientali e dell’attività umana.

  • Nan Madol, centro cerimoniale della Micronesia orientale (Stati Federati di Micronesia): dal 2016, il sito è in pericolo per il deposito di sedimenti che mina la stabilità degli edifici;
  • East Rennell (Isole Salomone): il sito è già stato danneggiato e continua ad essere in pericolo dal 2013, a causa dell’industria del legname e del suo impatto negativo sull’ecosistema locale.
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easyJet guarda al futuro: le nuove proposte per l’estate 2024

La stagione bella non è ancora finita, ma easyJet pensa già al futuro: la compagnia aerea low cost ha aperto le prenotazioni per l’estate 2024, annunciando tante splendide novità per chi viaggia dall’Italia. Ecco tutto quello che ci attende, per iniziare a sognare le prossime vacanze.

Tutte le novità easyJet

Settembre, mese di splendide giornate di sole e qualche brusco calo di temperatura: mentre in tutta Italia c’è chi si gode ancora un po’ di mare, molti stanno già pensando alla prossima estate. Ebbene sì, questo è il momento migliore per organizzare una vacanza all’insegna del divertimento e di spiagge meravigliose. Con easyJet, d’altra parte, la scelta è davvero enorme: il network tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente include centinaia di rotte, disponibili per chi parte dal nostro Paese. Si può dunque prenotare con largo anticipo, sfruttando qualche offerta imperdibile per godersi un viaggio incantevole.

La stagione estiva 2024 può sembrare ancora lontanissima, eppure le vendite sono già aperte: ci sono quasi 3 milioni di posti disponibili su oltre 16mila voli in partenza da e per l’Italia tra il 3 giugno e il 1° settembre 2024. Per chi ama giocare d’anticipo, per non rischiare di arrivare all’ultimo momento, questa è l’occasione perfetta. Sul sito ufficiale easyJet e sull’app per mobile, si possono trovare tantissime proposte da prenotare: non dovrete far altro che scegliere la vostra vacanza da sogno e iniziare ad organizzare i dettagli per la prossima partenza.

Le destinazioni più belle per l’estate 2024

Quali sono le mete migliori per la prossima stagione estiva? Con oltre 220 destinazioni, easyJet offre davvero una vastissima scelta in grado di soddisfare tutti i gusti. Chi ama la classica vacanza al mare, potrà approfittarne per scoprire le meraviglie del nostro Paese, scegliendo le più belle località del Sud Italia. Come la città di Brindisi, con il suo affascinante Castello Svevo costruito a ridosso del centro storico: è una delle perle più suggestive della Puglia, a poca distanza da spiagge mozzafiato come quella di Torre Guaceto.

Preferite andare all’estero? Allora non c’è mare più bello di quello della Grecia: potete optare per l’isola di Corfù, che ha davvero tutto ciò di cui avrete bisogno per una vacanza meravigliosa. Spiagge incantevoli, natura incontaminata e locali dove assaporare le specialità tipiche, ma anche dove fare tardi la sera per divertirsi in compagnia. Se invece viaggiate con i bambini, la scelta migliore è Spalato: città ricca di sorprese per grandi e piccini, è vicinissima alla favolosa riviera di Makarska, dove la sabbia è fine e le acque cristalline sono sempre molto calme.

L’anno prossimo volete rinunciare al mare e optare invece per qualche città d’arte? Il ventaglio di offerte è ricchissimo: si va dall’intramontabile fascino di Londra, con i suoi tantissimi monumenti da visitare, alla splendida Bordeaux, capitale di vini molto pregiati – l’ideale per un tour enogastronomico. Tra le altre destinazioni da non perdere, inoltre, c’è Aqaba. Meravigliosa città della Giordania affacciata sul Mar Rosso, è il punto di partenza perfetto per andare alla scoperta di Petra, uno dei più antichi e preziosi siti archeologici del mondo intero.

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C’è un cadavere nel giardino: l’installazione floreale dedicata ad Agatha Christie

Il fascino della campagna inglese è indiscutibile. Non è un caso che, sempre più spesso, viaggiatori provenienti da tutto il mondo scelgono di perdersi e immergersi tra le destinazioni più popolari dell’Inghilterra per toccare con mano la meraviglia che appartiene alle aree rurali. Tra queste troviamo anche il North Yorkshire che, con i suoi prati fioriti che si perdono all’orizzonte, i parchi lussureggianti e gli incantevoli villaggi che sembrano usciti da una fiaba, regala scorci bucolici e sempre emozionanti.

È proprio qui che oggi ci fermiamo, per celebrare l’autunno in maniera inedita e straordinaria. Nei pressi del fiume Ure, e a circa 3 miglia a sud-est di Ripon, si trova una casa di campagna estremamente suggestiva, un vecchio maniero dal nome Newby Hall oggi aperto al pubblico che ha fatto del giardino che si snoda intorno la sua attrazione principale.

Proprio questo parco rigoglioso, che da anni è diventata una meta molto popolare tra i cittadini e viaggiatori che giungono fin qui, si prepara a ospitare uno spettacolo naturale di incredibile bellezza: l’Autumn Flower Show 2023. Tra esposizioni, collezioni ed eventi dedicati a grandi e bambini, imperdibile è l’installazione floreale The Blooms of Deception dedicata ad Agatha Christie e ispirata ai suoi iconici racconti.

Il festival floreale dedicato all’autunno

Se vi trovate in Inghilterra, e più precisamente nel North Yorkshire non potete perdervi lo spettacolo d’autunno che andrà in scena nella Newby Hall da venerdì 15 a domenica 17 settembre. Un weekend all’insegna della bellezza e della natura durante il quale gli ospiti potranno scoprire le collezioni floreali e le esposizioni di piante stagionali conservate all’interno della tenuta. Ma potranno anche partecipare a lezioni di cucina e imparare come si coltiva un orto.

Durante l’evento si terrà anche il concorso di verdure e ortaggi giganti dove a gareggiare per vincere ci saranno cavoli maestosi, barbabietole imponenti e zucchine monumentali. Persino la cipolla avrà il suo spazio nel campionato nazionale a lei dedicato.

Insomma, sarà un weekend profumatissimo e colorato, dedicato alla natura e ai suoi splendidi frutti. Ma non è tutto perché in occasione del festival gli ospiti potranno ammirare anche un’installazione molto particolare: una scena del crimine floreale ispirata alla regina del giallo Agatha Christie.

Una scena del crimine floreale dedicata ad Agatha Christie

Sembra un cadavere al centro di una scena del crimine, quello posizionato all’interno dei giardini della Newby Hall. In realtà si tratta dell’installazione artistica The Blooms of Deception, un’incredibile esposizione ispirata alla regina del crimine presentata in occasione dell’Autumn Flower Show 2023.

Il festival, infatti, sarà inaugurato venerdì 15 settembre, proprio nel giorno della nascita dell’indimenticabile Agatha Christie. Per celebrare il compleanno della scrittrice non saranno impiegati né palloncini, né candeline, ma creatività e maestria dei migliori giardinieri del territorio. Proprio loro, infatti, daranno vita a un’installazione artistica e profumata al di fuori dell’ordinario.

The Blooms of Deception accoglie i visitatori nel giardino della casa di campagna con un cadavere floreale. L’esperienza continua anche all’interno dell’edificio, nelle opulente sale della Newby Hall, che per l’occasione ospiterà installazioni floreali ispirate direttamente alle pagine dei più celebri romanzi gialli della letteratura.

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Pan di Zucchero, uno degli scogli più suggestivi d’Italia

La natura è in grado di creare dei piccoli capolavori che l’uomo, nonostante anni di evoluzione, non sarebbe mai capace di replicare. Il nostro Paese è ovunque testimone di questa maestria, ma tra tutte le meraviglie della natura ce n’è una che conserva persino un curioso primato: è il faraglione più alto del Mediterraneo.

Parliamo di Pan di Zucchero, un suggestivo scoglio che sorge a pochi chilometri di distanza dall’insenatura di Masua, frazione di Iglesias, nella zona sud-occidentale della Sardegna.

Pan di Zucchero: info utili

Fino al XVIII secolo questo isolotto di roccia in mezzo al mare sardo si chiamava Concali su Terràinu. Tuttavia, a causa della sua quasi somiglianza con il Pão de Açúcar – un maestoso colle alto 396 metri sul livello del mare che svetta a Rio de Janeiro – è da molti anni conosciuto come lo Scoglio di Pan di Zucchero.

Ad essere del tutto onesti, è anche il colore della sua roccia calcarea che ricorda questo dolce ingrediente: ha sfumature bianche, candide, ed è così particolare che durante il momento del tramonto i raggi del sole lo illuminano cono tonalità che vanno dal giallo all’arancione.

Il Pan di Zucchero non è da sempre lì, in mezzo al prezioso e limpido mare sardo. La sua posizione – così come la sua forma – è il frutto della potente azione dell’erosione marina che ne ha determinato l’isolamento dalla terraferma. Dall’aspetto massiccio e arrotondato, sfoggia ben 133 metri di altezza e una superficie di 0,03 km².

Pan di Zucchero, Sardegna

Fonte: iStock – Ph: makasana

Lo Scoglio Pan di Zucchero visto dall’alto

E poi le piogge, che nel corso dei secoli hanno portato alla creazione sulle pareti di questa imponente roccia di due grotte simili a gallerie: due grandi e solenni archi si aprono al livello del mare, porte accessibili in barca e che regalano un’esperienza emozionante.

Straordinario è anche il panorama da cui è incorniciato, con falesie che si stagliano a oltre 100 metri di altezza, gli scogli di S’Agusteri e il Morto (ad esso collegati) e una serie di calette che fanno innamorare.

Come raggiungerlo

Nonostante possieda un nome angelico, raggiungere il Pan di Zucchero non è un impresa sempre facile poiché i fondali nei suoi dintorni sono spesso caratterizzati da forti correnti, anche se apparentemente calmi.

Ma se le condizioni atmosferiche lo permettono, occorre semplicemente salire a bordo di una barca o un gommone dalla splendida insenatura di Masua.

Oltre all’emozione di trovarsi al cospetto di questo gigantesco scoglio e di passare con un’imbarcazione nelle sue “viscere” grazie alle sue suggestive aperture, il Pan di Zucchero offre la possibilità di fare climbing, ma esclusivamente con attrezzatura e supporto di guide specializzate. Una volta in cima il panorama è emozionante, e in più la sua vetta è anche lo spot ideale per raggiungere con lo sguardo i tre “fratelli minori”, due detti s’Agusteri e uno il Morto.

Le grotte sono lunghe rispettivamente 20 e 25 metri e sono l’ habitat di uccelli marini, mentre di fronte a questo grazioso isolotto si affaccia lo sbocco a mare del tunnel minerario di Porto Flavia.

Il tunnel minerario di Porto Flavia

Porto Flavia è una complessa opera umana che sembra stare in equilibrio tra montagna e mare. Si tratta infatti di un vero e proprio capolavoro di ingegneria, progettato da Cesare Vecelli, poiché prima di esso i minerali erano caricati a mano sulle navi a vela e trasportati al porto di Carloforte, da dove poi partivano verso il resto del continente.

Porto Flavia, Sardegna

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Porto Flavia, la miniera in bilico tra montagna e mare

Parliamo perciò di un’incredibile miniera con un tunnel lungo circa 600 metri che offre una vista emozionante sul suggestivo faraglione di Pan di Zucchero (e non solo).

Realizzata tra il 1922 e il 1924, comprende anche un villaggio minerario che si fa spazio sul pendio di Punta Cortis e in cui sorge pure un museo delle Macchine da Miniera. E poi l’affascinante spiaggetta di Porto Flavia, dalla sabbia morbida e l’acqua trasparente, persino incorniciata da una fresca e rigenerante pineta.

Le spiagge da non perdere in zona

La zona in cui sorge lo Scoglio di Pan di Zucchero è davvero meravigliosa e culla di spiagge e calette che sono un invito al benessere e al relax. Imperdibile, per esempio, è la stessa Spiaggia di Masua che è accarezzata da un mare cristallino, oltre a donare un panorama più che speciale.

Un po’ più a Nord davvero speciale è Cala Domestica, una baia eccezionale protetta da alte falesie e controllata da una torre spagnola. Fino al 1940, da queste parti si imbarcavano minerali estratti dalle miniere, e per questo è ancora oggi la culla di rovine di magazzini, depositi e gallerie scavate dai minatori.

Dalla conformazione che ricorda un fiordo, offre sabbia bianca che si mescola a granelli ambrati e dorati, mentre alle sue spalle dei piccoli arbusti di macchia mediterranea si fanno spazio su graziose dune.

Poi ancora la Spiaggia di Buggerru che è una distesa di sabbia morbida dai riflessi chiari bagnata da un mare dalle splendide tonalità azzurre. Dal fondale basso e sabbioso, è a due passi dal centro abitato di questo ex villaggio minerario.

Andando verso Sud, invece, da non perdere sono le spiagge del Golfo del Leone di Gonnesa che mette a disposizione oltre 3 km di lidi incontaminati. Tra queste merita una menzione la Plag’e Mesu – che tradotto significa “spiaggia di mezzo” – che è una grande lingua di sabbia bianca bagnata dal tipico mare cristallino della Sardegna. Essendo esposta dal maestrale, è particolarmente amata dai surfisti che qua trovano numerose onde da dominare.

Infine Funtanamare – Funtan’e Mari in campidanese – che è il tratto più lungo della zona e che conserva un aspetto selvaggio. Con sabbia fine dalle mille sfumature dorate e rosate, fa da letto a un’acqua marina che assume tinte che vanno dal verde smeraldo all’azzurro.

Affollatissima d’estate, in realtà è meta molto ambita anche durante i mesi invernali perché qui si può venire ad ammirare tutta la forza del mare. Inoltre, regala un’atmosfera dai profili magici al tramonto, quando i raggi del sole baciano le linee dello Scoglio di Pan di Zucchero e dei promontori di Masua che si innalzano a strapiombo sul mare.

Funtanamare, Sardegna

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La bella Spiaggia di Funtanamare
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Dove è stata girata la fiction “La voce che hai dentro” con Massimo Ranieri

Come Ulisse dopo il suo lungo peregrinare, Michele Ferrara – Massimo Ranieri, protagonista della fiction Mediaset “La voce che hai dentro” – torna a casa dopo molti anni trascorsi in carcere, ma ritrova una famiglia che ormai ha perso il suo centro e la sua identità.

Michele sa che l’unica possibilità per sua moglie e i suoi figli di essere felici è quello di ritrovare il contatto con la musica, che scorre nelle loro vene.

Infatti, è proprietario della Parthenope Edizioni Musicali, una grande casa discografica che, nei tempi d’oro, ha lanciato alcuni tra i più celebri cantautori della tradizione napoletana. Questo prima di essere condannato per l’assassinio del padre Domenico, vecchia gloria della musica partenopea. Ma Michele continua a professarsi innocente.

La location di “La voce che hai dentro”

Oltre alla musica, protagonista di questa serie televisiva è la città di Napoli, cornice carica di suggestione. Il suo calore e l’inconfondibile impronta della tradizione permeano l’intera serie e le danno anima. Quella che viene raccontata è una Napoli colma di bellezza, in cui la musica è ad ogni angolo.

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Fonte: @Mediaset

Una scena della serie “La voce che hai dentro” ambientata a Napoli

E non a caso la location scelta per la storica Parthenope Edizioni Musicali di proprietà del protagonista ha sede, da sempre, in uno dei luoghi più iconici della città: la Galleria Umberto I, il salotto buono napoletano.

Nata come omaggio al Re e in ricordo della sua generosa presenza durante l’epidemia di colera del 1884, fu uno dei primi esempi di “Risanamento” della città.

Napoli è il set ideale, secondo il regista Eros Puglielli, per raccontare la frattura, a livello musicale, tra il vecchio e il nuovo, tra la tradizione della musica popolare e un nuovo orizzonte di sonorità che Ranieri insieme a La Niña (che nella serie interpreta Regina), una giovane cantante trapper, esprimono al massimo.

Napoli è una città ricca di luoghi di ispirazione, di racconti umani e di grande tradizione musicale e di un territorio sempre più ospitale e internazionale.

Napoli sta, infatti, vivendo una seconda giovinezza, grazie alle tante fiction e serie Tv di grande successo che vi sono state ambientate. Ricordiamo, tra le tante, la recente “Mare fuori” (in arrivo la quarta stagione), ma anche “L’amica geniale” (in attesa della quarta stagione anche lei), “Mina Settembre” (è in arrivo la terza stagione) e “Il Commissario Ricciardi” (a breve la terza stagione).

Le altre location

Oltre a Napoli, anche Orvieto, il delizioso borgo umbro abbarbicato su una rupe di tufo, di ha ospitato parte delle riprese della serie. L’iconico e suggestivo Teatro Mancinelli, inaugurato nel 1866 con “La Favorita” di Donizetti, è, infatti, un palco di particolare rilevanza nella storia. È proprio su quel palco che Regina ha l’occasione di spiccare il volo verso il successo e di mettere a frutto gli insegnamenti del suo maestro.

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L’offerta Ryanair valida solo per oggi: voli a meno di 20 euro

Subito dopo aver annunciato il nuovo operativo invernale 2022/2023, Ryanair ha deciso di mettere in pratica fin da subito le promesse lanciando un’offerta one shot, valida solo per poche ore.

Si possono prenotare tantissimi voli a partire da 19,99 euro (a tratta) entro la mezzanotte di oggi per volare da oggi stesso e fino al prossimo 31 ottobre.

Ci sono voli da tutti gli aeroporti italiani da cui opera la compagnia aerea e diretti verso ogni sorta di meta, dal mare, per chi vuole fare un ultimo tuffo, alle Capitali europee, da scoprire in tutto il loro fascino autunnale.

Ultima spiaggia a Ibiza

Niente può fermare il popolo della notte che, come ogni anno, sceglie l’isola più festaiola delle Baleari come meta per gli ultimi scampoli di vacanza. Se Playa d’en Bossa è la spiaggia più festaiola dell’isola, dove la musica riecheggia tutto il giorno (e notte) e dove sono tantissimi i giovani che arrivano da tutto il mondo per rilassarsi, bere cocktail – il migliore è la sangria a base di Cava, lo spumante spagnolo che viene prodotto nell’entroterra della Catalunya – sulla spiaggia o a bordo piscina, c’è tutta un’altra Ibiza, molto più silenziosa e tranquilla.

Grande protagonista dell’isola è senz’altro l’azzurro mare che la circonda: paradisiaco, cristallino da esplorare in barca, al tramonto, di giorno, o facendo attività sportive.

Nel Nord dell’isola, Sant’Eularia è il luogo perfetto per godersi relax, natura e spiagge decisamente più tranquille rispetto a località più popolate come Sant Antoni.

Nel Sud c’è, invece, il parco naturale di Ses Salines, che si presta a essere percorso a piedi o in bicicletta e ospita anche alcune meravigliose spiagge come quella di Ses Salines, Sa Caleta e quella di Es Cavallet.

Infine, merita una visita il cuore della città di Eivissa, Dalt Vila, insignito del riconoscimento del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, un dedalo di viuzze, tra scorci panoramici, ristorantini chic, vista dalla città alta e botteghe dove acquistare capi in pieno stile ibizenco.

Autunno a Budapest

Budapest è la città perfetta da visitare in un weekend autunnale. Innanzitutto, è una destinazione low cost (e non solo per i voli), ma soprattutto è una città bellissima, con tantissime attrattive e, se non l’avete mai visitata, è il momento giusto per andarci.

Il nostro consiglio è di dedicare una giornata alla visita di Buda e una a Pest. Le due metà della città sono divise dal Danubio ed entrambe sono ricche di luoghi da visitare. Vale la pena trovare anche il tempo per una minicrociera di un’ora lungo il fiume per ammirare i meravigliosi palazzi dall’acqua e i numerosi ponti, tra cui il famoso Ponte delle Catene.

Le due parti della città sono ben riconoscibili in quanto molto diverse tra loro: Buda è la parte collinare mentre Pest è quella più pianeggiante. Inoltre, Buda è la zona più storica con edifici che consigliamo di visitare di giorno perché hanno orari d’ingresso stabiliti, come il Palazzo Reale, il Bastione dei Pescatori – il punto panoramico più bello della città – e i famosi Bagni Gellért, mentre Pest è perfetta per il tardo pomeriggio-sera perché ci sono più luoghi all’aperto senza vincoli di orari, come la piazza degli Eroi che, insieme all’arteria più importante di Budapest, Andrassy ut, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco e la Basilica di Santo Stefano, l’edificio religioso più grande dell’Ungheria, e tanti locali e ristoranti dove trascorrere le serate in tutto relax.

budapest

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La maestosità di Budapest
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Worldschooling: viaggiare in famiglia senza saltare la scuola

C’è una nuova tendenza che piace molto ai genitori appassionati di viaggi e anche ai loro figli. Si chiama ‘worldschooling’ e si può tradurre come ‘fare scuola nel mondo’. I vantaggi di quella che sta diventando una entusiasmante filosofia di vita sono molteplici per le famiglie sempre pronte a esplorare nuove mete, desiderose di partire per le destinazioni dei propri sogni senza dover rinunciare all’istruzione dei bambini. Scopriamo più da vicino in cosa consiste.

Cos’è il wordschooling, il nuovo trend delle famiglie in viaggio

Il worldschooling è una filosofia di educazione e stile di vita alternativo, in crescita soprattutto tra i nomadi digitali, adottata da famiglie che sottraggono i propri figli ai contesti scolastici convenzionali e li educano viaggiando per il mondo. Molte famiglie che hanno sperimentato questa pratica documentano le loro esperienze su blog e social media, dove abbracciano esplicitamente il potenziale educativo del viaggio e rivendicano il mondo come la loro classe.

Il termine è stato coniato dallo scrittore e viaggiatore Eli Gerzon, che lo ha definito così: “È quando tutto il mondo è la tua scuola, anziché la scuola è tutto il tuo mondo”. Lo stesso Gerzon ha affermato di aver imparato molto dai suoi viaggi internazionali. L’idea di base è che gli studenti apprendano meglio quando sono esposti a una varietà di stimoli, attività ed esperienze. L’obiettivo è proprio fare in modo che i bambini abbiano accesso a risorse provenienti da tutto il mondo, in modo da poter acquisire abilità che non si imparano sui banchi di scuola e da poter arricchire il proprio curriculum tramite l’incontro con culture diverse. Ciò che accomuna queste famiglie in viaggio è il contesto di apprendimento – il mondo circostante – e il proposito di preparare i propri figli a vivere in un pianeta sempre più globale e diversificato.

Tuttavia, il worldschooling non si applica necessariamente a chi è sempre in giro per il mondo con figli al seguito. Si può infatti fare scuola nel mondo anche imparando attivamente da quello che ci circonda, casa, famiglia, amici, persone che arrivano da altri luoghi, così come biblioteche, parchi, boschi, montagna, mare, città. In poche parole, la filosofia del worldschooling è incentrata sull’apprendimento esperienziale, che mira a promuovere nei bambini la scoperta di sé, l’empatia e il senso di responsabilità.

Come viaggiare per il mondo educando i propri figli

Il modo migliore per capire il worldschooling è considerare alcune delle straordinarie occasioni di studio che offre. Il mondo è un’aula gigante e, con un po’ di creatività e pianificazione, ogni viaggio con i bambini può diventare un’opportunità di apprendimento per qualsiasi età.

Alcuni esempi di worldschooling? Portare i propri figli a visitare musei e gallerie, studiare l’ecosistema locale andando alla ricerca di luoghi selvaggi e incontaminati, fare trekking, scalare una montagna, esplorare il mondo sottomarino, ammirare città e monumenti, visitare fattorie, imparare una nuova lingua entrando in contatto con le comunità del posto, apprendere la geografia studiandola dal vivo, portando i vostri figli a esplorare canyon, vulcani, cascate, laghi o fiumi, grotte e tutto ciò che il nostro pianeta ha da offrire e insegnare. I bambini potranno imparare attraverso le proprie esperienze, leggendo libri e stando il più possibile all’aria aperta e a contatto con la natura.