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Il nuovo fenomeno di quest’anno: acquistare un volo in aeroporto

C’è chi ama programmare le vacanze con dovizia di particolari, iniziando ad organizzare tutto con mesi di anticipo, mentre sul versante opposto ci sono i viaggiatori dell’ultimo minuto: mai come quest’anno sono davvero tantissimi coloro che hanno deciso di pensare al biglietto aereo solo in procinto della partenza, spesso addirittura il giorno stesso. Nasce così una nuova tendenza di viaggio, lo “spontaneity travel”.

La nuova ricerca sui trend di viaggio 2023

A rivelarci i nuovi trend di viaggio per il 2023 è un’indagine condotta da Skyscanner, motore di ricerca di voli da/per ogni angolo del mondo: secondo i dati raccolti, sono ormai molti gli italiani che decidono di partire all’ultimo momento, scegliendo la destinazione del loro viaggio nelle ore immediatamente precedenti il decollo. Il 15% degli intervistati ha rivelato di aver rimandato la prenotazione del biglietto fino al giorno prima della partenza, mentre addirittura il 18% ha acquistato il biglietto mentre si recava in aeroporto o presso il terminal stesso.

Torna dunque in voga il last minute, dopo un paio d’anni trascorsi a pianificare nel dettaglio ogni viaggio – forse anche a causa del Covid, che ovviamente imponeva un’organizzazione molto più accurata per chi voleva andare all’estero. Naturalmente, ci sono pro e contro: scegliere la destinazione della propria vacanza all’ultimo momento consente di risparmiare, soprattutto se si è disposti a tenere sotto controllo le offerte per qualche settimana ed eventualmente a partire subito, non appena si trova la tariffa perfetta per le proprie tasche. Tuttavia, occorre fare i conti con la disponibilità delle ferie e con l’organizzazione familiare.

Lo “spontaneity travel”

Dalla ricerca di Skyscanner emerge un nuovo trend, lo “spontaneity travel”: partire all’improvviso, spesso con destinazione sconosciuta sino alla fine, è un’emozione che sempre più viaggiatori decidono di sperimentare. Il 32% degli intervistati ha ammesso di aver già provato l’esperienza, acquistando almeno una volta un biglietto aereo verso una meta ignota. Nella maggior parte dei casi, la prenotazione è avvenuta tra i due e i sette giorni prima della partenza. E il 35% ha invece ricevuto in regalo un viaggio a sorpresa, anche questa un’idea davvero originale.

Non tutti hanno ancora avuto il coraggio di lanciarsi in quest’avventura, ma il pensiero c’è: per il 28% dei partecipanti all’indagine, l’idea di rinunciare all’organizzazione del viaggio e agire d’istinto è molto allettante. Forse anche per via delle numerose testimonianze positive di tantissimi turisti che hanno compiuto un salto nel buio e ne sono rimasti entusiasti. Naturalmente, abbiamo già visto alcuni dei lati negativi di questo nuovo trend: per il 29% degli intervistati, la mancanza di ferie – o la difficoltà nel prenderle all’ultimo momento – è un ostacolo alla partenza improvvisa.

Per chi volesse finalmente provare questa esperienza, non resta che seguire qualche semplice consiglio. Innanzitutto, occorre essere aperti a molteplici destinazioni: iniziando a cercare i prezzi dei biglietti aerei per tutto il mondo, è molto più facile trovare qualcosa che rientri anche in un budget piuttosto risicato. Ed è molto importante scegliere bene la compagnia con cui viaggiare, visto che il viaggio al buio è già di per sé un evento adrenalinico: il 49% dei partecipanti sceglierebbe il proprio partner, il 20% partirebbe con la famiglia e il 19% con gli amici.

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Alla scoperta dei segreti di Roma sotterranea

Laghi, percorsi nascosti, catacombe, bunker e cripte antiche: questo e molto altro nascondono i sotterranei della capitale, la città eterna che non smette mai di stupire. Nella Roma sotterranea c’è un percorso pieno di fascino e storia che ben pochi conoscono, ma che si snoda per chilometri sotto i sampietrini incastonati del centro storico.

Dal Colosseo a Fontana Di Trevi le visite guidate di Roma nascosta sono una tappa fondamentale per chi non ne ha mai abbastanza della città più bella del mondo. Sapevi che è possibile visitare anche i sotterranei del Colosseo? E che nel complesso architettonico di Villa Torlonia Mussolini fece costruire un rifugio antiatomico nelle profondità del sottosuolo?

Scopriamo insieme quali altri segreti nasconde Roma sotterranea, e come visitare questi esclusivi luoghi nascosti.

Visita nei sotterranei del Colosseo: una tappa da non perdere

Iniziamo il tour dal simbolo di Roma e dell’Impero Romano, il Colosseo, lo storico monumento più famoso del mondo. Molti di noi lo avranno visitato, ma non tutti sanno che nasconde anche una vasta area sotterranea dove i gladiatori si preparavano per gli spettacoli. Il nome tecnico di queste aree è ipogei, costruiti durante il regno di Domiziano in seguito al termine della costruzione esterna del Colosseo.

Si trattava in effetti di un vero e proprio backstage dell’anfiteatro, dove i protagonisti si rifugiavano in cerca di un momento di tranquillità durante l’attesa. Anche gli animali venivano posti in queste aree sotterranee, collegate con l’arena principale attraverso una lunga serie di tunnel. Oggi questi luoghi si sono conservati, ma hanno subito l’effetto dell’erosione da parte degli agenti atmosferici e degli elementi naturali.

Una visita nei sotterranei del Colosseo ti riporterà indietro nel tempo, facendoti rivivere le emozioni della Roma imperiale. Per non perdere questa occasione ti consiglio di partecipare a un tour organizzato, che abbina l’accesso all’arena con una visita nei sotterranei e ai Fori Imperiali. Puoi trovare maggiori informazioni su questo tour guidato qui.

La Trastevere sotterranea

Nel pittoresco quartiere romano del Rione Trastevere il sottosuolo nasconde vere e proprie gemme sotterranee, tra cripte e affreschi questo percorso ti stupirà. È qui che, guidato da un archeologo esperto, potrai ammirare i resto della chiesa paleocristiana di San Crisogono, che apre le porte di uno scenario ancora più vasto risalente alla Roma del IV secolo, fatto di abitazioni romane, affreschi e ambienti di sepoltura dedicati alla martire Cecilia, con la sua basilica.

Trovandosi nel sottosuolo può sembrare un itinerario difficile, ma in realtà è adatto a tutta la famiglia e nel percorso è possibile camminare senza alcuna difficoltà.

Se vuoi visitare la Trastevere sotterranea puoi partecipare a un tour guidato, come puoi immaginare questa zona è visitabile solamente con una visita organizzata e una guida esperta.

I laghetti sotterranei di Monteverde

Questa scoperta sensazionale risale solamente ai primi anni ’30, quando alcuni speleologi si trovarono davanti a una serie di piccoli laghetti sotterranei con acqua limpida e cristallina, provenienti da una cava di tufo, nei pressi del complesso San Camillo Forlanini, un’importante istituzione ospedaliera di Roma. Si pensa che i pazienti in degenza nell’ospedale vi si rifugiassero durante la guerra.

Ma questa non è l’unica conformazione sotterranea di questo genere, che sembra infatti essere tipica di alcune zone romane, tanto che una stessa conformazione è stata rilevata anche sotto il Celio. Incredibile!

Un gruppo di esperti si è in seguito immerso nei cunicoli sotterranei alla scoperta di questi percorsi del sottosuolo romano, nel 2013, riportando alla luce un reportage fotografico sorprendente. Purtroppo questa come altre zone di Roma sotterranea non è accessibile ai visitatori, essendo territori impervi e ancora poco battuti. Senza dubbio il percorso dei segreti nascosti romani nel prossimo futuro potrà essere reso più accessibile anche ai cittadini e ai turisti, con le dovute modifiche.

Le Catacombe di San Callisto

Sappiamo già che Roma sotterranea offre tanti scenari appartenenti all’epoca romana antica, tra questi spiccano per il numero le cripte e le catacombe, di grande importanza per il loro significato simbolico e religioso.

Le catacombe romane si configurano come un lungo labirinto di vicoli, camere sepolcrali a 16 metri di profondità dove è facile perdersi senza l’aiuto di una guida esperta. Le catacombe sono antichissime e rappresentano un patrimonio culturale senza eguali, tra le più famose avrai forse sentito parlare delle Catacombe di Domitilla, o quelle di San Callisto, o della Cripta dei Frati Cappuccini, un ossario sotterranei nei pressi di Via Veneto che custodisce le ossa di circa 3700 monaci.

Non perderti l’esperienza di visitare questi antichi meandri cittadini, puoi scegliere tu la data e prenotare online una visita guidata in questi luoghi da brivido! Questo tour organizzato in particolare prevede anche un transfer da e per il centro di Roma. Importantissimo munirsi di acqua e scarpe comode per vivere al meglio l’esperienza. Se soffri di claustrofobia potrebbe non essere la visita giusta per te!

I sotterranei di Fontana Di Trevi

Se ti stai domandando cosa si celi sotto alla fontana più famosa al mondo te lo sveliamo noi: si tratta di una meravigliosa area archeologica scoperta di recente, risalente all’epoca di Nerone.

Si chiama Vicus Caprarius, o più romanticamente Città dell’acqua, ed è una vasta area occupata da una lussuosa residenza signorile attraverso cui passano alcune tubazioni alimentate dalla stessa acqua della fontana. La domus risale al IV secolo, e ad oggi è possibile visitarla: si tratta di un’esperienza unica, da non perdere per la sua straordinaria bellezza.

Se sei interessato puoi acquistare subito il tuo ingresso, ti verranno consegnate anche delle cuffie per ascoltare meglio la guida. L’incontro per la visita è direttamente a pochi passi dalla Fontana di Trevi, e il numero massimo di partecipanti è di otto persone. Durante la visita verrai a conoscenza di tutti i segreti di questa opera che tutto il mondo ci invidia.

Bunker e rifugi antiatomici

Il sottosuolo romano nasconde tra i suoi segreti anche alcuni importanti bunker antiatomici e antiaerei, fatti realizzare in epoche diverse durante le guerre come luoghi di protezione. Se ne contano almeno tre: il primo in corrispondenza della residenza mussoliniana di Villa Torlonia, mai usato perché non concluso; il secondo venne fatto costruire per volere dei Savoia nel Casale delle Cavalle Madri, con una struttura circolare che poteva ospitare anche le macchine, mentre il terzo si trova all’Eur, il quartiere romano fatto costruire sempre da Mussolini, sotto il palazzo degli Uffici, nato con lo scopo di proteggere i funzionari coinvolti nella realizzazione della mai conclusa esposizione universale.

Ci sarebbe un quarto bunker, fatto sempre costruire da Mussolini, sotto una delle due torri di Piazza Venezia. Il quarto bunker, come anche i precedenti, non è visitabile, ma secondo gli esperti avrebbe una pianta quadrata e si estenderebbe per 72 metri quadrati. Vi si accederebbe attraverso una scala in mattoni. Anche questo bunker non sarebbe mai stato usato da Mussolini.

Basilica San Giovanni in Laterano

L’importante famiglia dei Laterani lasciò a Roma molte testimonianze architettoniche nel quartiere di San Giovanni, uno dei più belli della città. Ne è simbolo la splendida Basilica di San Giovanni in Laterano, icona della città e custode di altri tesori a ben 6 metri di profondità dal pavimento di base.

Si tratta di un vasto complesso di costruzioni addirittura risalenti al I secolo d.C., i resti di un’epoca imperiale tra le più imponenti della storia mondiale.

Questo caseggiato è formato da una serie di ambienti che si susseguono in profondità, insieme a una fila di pilastri decorati. Sempre nei dintorni del caseggiato è visibile anche ciò che resta di una caserma del corpo a cavallo, gli Equites Singulares, risalente al II secolo d.C. durante la reggenza di Settimio Severo.

Puoi visitare San Giovanni in Laterano e i suoi splendidi sotterranei prenotandoti per una visita guidata, comprensiva di una visita nella cattedrale di Roma, così soprannominata, e di altre 4 meravigliose basiliche papali che insieme costituiscono il percorso della Roma Cristiana.

La storia che inizia all’interno delle navate continua sotto le chiese, lungo metri di aneddoti che potrai scoprire soltanto attraverso la guida di un esperto. Questo splendido tour dura 3 ore, puoi prenotarlo comodamente online e ricordati che nelle basiliche non è permesso indossare abiti corti e succinti.

Le visite guidate di Roma nascosta custodiscono momenti di sorprendente ispirazione, dove la storia del passato si intreccia con il presente negli angoli bui delle cripte e dei lunghi tunnel.

Quando già i tesori di Roma sembrano essere ineguagliabili per la cultura immensa che ci mostrano, la città ci svela ogni momento nuovi cunicoli pieni di informazioni, aneddoti, qualcosa che non sapevamo e di certo ancora ne scopriremo di nuovi.

Sotterranei nel Colosseo che un tempo erano occupati da gladiatori, domus signorili nascoste a metri e metri di profondità, cripte che ancora oggi nascondono i resti di importanti personaggi religiosi: la città eterna promette questo e tanto altro, come se il primato di città più bella del mondo non le bastasse ora ha deciso di regalare anche un percorso sotterraneo pieno di fascino e di storia antica, qualcosa che solo questa città può donare.

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Campania come la Cappadocia: il festival delle mongolfiere Paestum

Ci sono esperienze da sogno, che restano impresse nel cuore e nella mente per tutta la vita: fare un giro in mongolfiera è una di quelle. La sensazione di volare, di libertà, di poter raggiungere il cielo e quasi di sfiorarlo con un dito, è unica.

Ma non serve partire per la Cappadocia, quell’area interna della Turchia nota per lo spettacolo delle mongolfiere che si liberano nel cielo, per vivere momenti incancellabili infatti basta andare in Campania e, più precisamente, a Paestum dove per nove giorni si tiene il festival delle mongolfiere.

Si tratta della 13esima edizione del Raduno internazionale delle Mongolfiere, che propone un programma ricco e articolato per coinvolgere grandi e piccini. E per regalare momenti indimenticabili.

Il Raduno internazionale delle Mongolfiere in una location da sogno

Paestum è un luogo da sogno, in cui il passato è ancora tangibile in tutta la sua bellezza. Qui si terrà il Raduno internazionale delle Mongolfiere, un festival giunto alla sua 13esima edizione che permetterà a grandi e piccini di vivere l’ebrezza del volo. Le mongolfiere sono mezzi affascinanti, avventurosi e che sembrano permetterci di poter vivere la sensazione di volare da soli e liberi nel cielo. Il mondo diventa quasi a portata di mano, mentre ci si immerge nell’aria.

Sensazioni che si possono provare dal 30 settembre all’8 ottobre proprio nella città campana, dove andrà in scena il festival organizzato dall’associazione Vivere Paestum. Il programma è fitto e prevede la possibilità di partecipare al volo libero o a quello vincolato.

Qual è la differenza tra i due? Il volo libero prevede che le mongolfiere partano dall’area archeologica di Paestum per librarsi nel cielo (secondo quanto spiegato sul sito internet ufficiale dell’evento può variare dai 40 minuti all’ora) e atterrare in un’altra zona. Il volo vincolato, invece, prevede che i partecipanti salgano su mongolfiere ancorate al terreno che si alzano fino a 20 – 25 metri da terra.

Due esperienze diverse, ma comunque emozionanti e che restituiscono la sensazione di poter conquistare il cielo.

Il biglietto d’ingresso per entrare nell’area Villaggio ammonta a 5 euro a partire dai 12 anni, il costo dei voli è spiegato sul sito della manifestazione. Oltre alla possibilità di salire sulle mongolfiere, vi sono in programma anche altre attività come la presenza di artisti di strada, un parco giochi, l’esposizione di prodotti locali e laboratori didattici.

Paestum, cosa vedere nella frazione campana

Paestum è un luogo dal fascino secolare, un posto in cui ammirare il passato in tutta la sua straordinaria bellezza. Frazione del comune Capaccio Paestum, si trova a 30 chilometri a sud di Salerno. Nel passato era una città della Magna Grecia e oggi è un luogo molto amato, che si trova in una delle zone più belle d’Italia.

Tra le cose da visitare c’è senza dubbio il parco archeologico, con i suoi templi, l’anfiteatro e il foro e la possibilità di vedere con i propri occhi il passato e colmarli di meraviglia.

Da non dimenticare le spiagge, ampi lembi di sabbia che si incontrano con il mare e le sue tante sfumature di blu e la torre saracena che si trova in località Torre Licinella.

E poi assaggiare le tante eccellenze enogastronomiche che regala la tradizione culinaria di questi luoghi, per fare un pieno di bontà oltre che di bellezza.

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Valle del Chiese: cosa visitare in questo angolo di Trentino

Una vacanza rilassante trai monti del Trentino? La località ideale è la Valle del Chiese, una perla incastonata nella Valle delle Giudicarie, attraversata dal corso del Fiume Chiese, al confine con la Lombardia.

Tra laghi, tipici borghi alpini, immense foreste, antichi alpeggi, vette imponenti, ghiacciai, torrenti e sentieri da trekking, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta: ecco le tappe da non perdere.

I borghi, 14 gemme da scoprire

Sono ben 14 i borghi che adornano la Valle del Chiese, piccoli scrigni di bellezza ognuno con le sue peculiarità.

E così conosciamo Bondo, ospitale e tranquillo, custode del Cimitero Monumentale Austro-Ungarico e del Museo della Civiltà Contadina, Lardaro, dove svettano ancora oggi le due magnifiche fortificazioni Forte Corno e Forte Larino, il vivace abitato di Roncone con lo splendido laghetto a pochi passi dal centro, Praso, cuore medievale dalle poche casette in pietra, Pieve di Bono con il Castel Romano da cui godere di un panorama incredibile e la Pieve di Santa Giustina.

Poi, ecco Bersone che ospita il Museo della Grande Guerra, Prezzo, eccellente punto di partenza per rigeneranti escursioni nella natura, l’antico Daone non lontano da fragorose cascate tra le rocce, Brione, uno dei più alti della Valle, Condino, scrigno d’arte con la Pieve di Santa Maria Assunta, Castel Condino, laddove la storia incontra la natura, Cimego, dove il tempo si è fermato al Medioevo, Bondone, nei pressi del Lago d’Idro con il magnifico Castel San Giovanni, e Storo, in cui la gastronomia tipica è sopraffina.

Il Sentiero Etnografico del Rio Caino

Terra di percorsi affascinanti ed eccezionale eden per gli escursionisti, i trekker e gli amanti della vita e degli sport all’aria aperta, la Valle del Chiese ha uno dei suoi fiori all’occhiello nel Sentiero Etnografico del Rio Caino di Cimego, un suggestivo museo a cielo aperto di circa quattro chilometri che consente di ripercorrere, in un paesaggio emozionante, la tradizione rurale, i mestieri ormai scomparsi e la storia delle genti che hanno abitato la Valle nei secoli.

Catturano lo sguardo gli antichi opifici, le rarità botaniche, gli scorci invidiabili sul Lago d’Idro e le montagne del bresciano, e le trincee, i camminamenti e i manufatti militari della Prima Guerra Mondiale.

Il Parco Naturale Adamello Brenta

Siamo in una cornice in cui la natura incontaminata è la vera protagonista e non può certo mancare una visita al Parco Naturale Adamello Brenta, tra le Dolomiti del Brenta e l’Adamello, il più grande di tutta la regione dove dedicarsi a spettacolari e facili passeggiate oppure a escursioni più impegnative.

Il paesaggio è variegato, indimenticabile, con la flora e la fauna che sono tra le più ricche di tutte le Alpi: non è difficile scorgere gli stambecchi, gli orsi bruni, e numerose specie di piante e fiori particolari.

Non mancano le Case del Parco per approfondire tematiche specifiche con percorsi dedicati alla natura e alla storia del territorio e delle sue genti.

Il Lago d’Idro

Incantevole specchio lacustre formato dalle acque limpide e trasparenti del Chiese, il Lago d’Idro è un’altra meta da non lasciarsi sfuggire, balneabile e dalla temperatura ottimale per rinfrescanti nuotate fino a settembre inoltrato.

Le sue sponde sono un must per i surfisti, i velisti e i canoisti ma anche per le famiglie grazie ai campeggi e alle spiagge adatte anche ai più piccoli.

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Roccadaspide, il borgo fondato dai seguaci di Spartaco

A circa una trentina di chilometri da Salerno, nella Valle del Sele, svetta, immerso tra i boschi di castagni, l’antichissimo e raccolto borgo di Roccadaspide, che leggenda vuole fondato dai seguaci di Spartaco attorno al 71-73 a.C.

Oggi è un tranquillo paesino dall’eccezionale vista panoramica sulla vallata del fiume Calore, la “città delle castagne” che ha il suo fiore all’occhiello proprio nel “marrone di Roccadaspide” IGP, cui a fine ottobre è dedicata la “Sagra della Castagna d’Oro”, prodotto tipico che si differenzia dalle altre castagne per la dimensione, la forma e per le qualità organolettiche che ne favoriscono la conservazione.

Una storia antica

È un’origine che affonda le sue radici in un lontanissimo passato quella di Roccadaspide così come lo è quella del suo nome: nel 900, infatti, compare come “San Nicola de Aspro” o “Casavetere di Capaccio” mentre, nel 1100, in alcuni documenti è riportato come “Rocca” a conferma dell’esistenza di un’antica roccaforte o torre.

Chiamato poi “Rocca de Aspro” (in greco aspìs ovvero “difesa” o “scudo”), nel 1597 diventò “Rocca de Aspris” e, successivamente, nel XVI secolo, “Rocca dell’Aspide” cui ha fatto seguito, nel 1850, l’attuale denominazione.

La sua storia ha sempre ruotato attorno al Castello feudale edificato nel 1245, all’epoca di Federico II, entrato poi in possesso dei principi Filomarino di Napoli e, nell’Ottocento, della famiglia Giuliani.

Cosa vedere a Roccadaspide

Una passeggiata nel cuore del borgo, famoso anche per la produzione di olio d’oliva e dei vini DOC “Castel San Lorenzo”, consente di ammirare svariati monumenti di sicuro interesse a partire dal già citato Castello che lo veglia, edificato probabilmente a partire dal 1245 sui resti di una rocca preesistente: si racconta che fu Federico II di Svevia a volere la fortificazione della struttura originaria, forse in seguito alla congiura dei baroni di Capaccio per avere, anche in quella zona, un baluardo di controllo sulla Valle del Calore Lucano.

Altrettanto meritevoli di visita sono la Chiesa della Santa Patrona Sinforosa, risalente al 1450, la Chiesa del Carmine di stile rococò, la seicentesca Chiesa della Natività della Beata Maria Vergine (nota come l’Assunta), con maestoso portale in bronzo lavorato a bassorilievi, del peso di 100 quintali, che riporta episodi significativi della storia di Roccadaspide ed episodi tratti dal Vangelo. L’interno a tre navate custodisce pregevoli dipinti e la statua di Santa Sinforosa.

Ma non è tutto: la Chiesa di Santa Maria delle Grazie ospita un pregiato tabernacolo in legno dipinto al cui centro è collocata la Statua della Vergine delle Grazie invocata in passato dagli abitanti contro la siccità.

Infine, ma non certo per ultimi, da vedere sono i resti del Convento dei Carmelitani intitolato a Santa Maria dell’Arco e del Carmine, del primo decennio del XVII secolo, e il Convento di Sant’Antonio, la cui tradizione riporta che abbia avuto come abate Felice Perretti da Grottammare, diventato Papa nel XVI secolo con il nome di Sisto V.

Immerso in un silenzio assoluto, si fa notare per le strutture architettoniche essenziali, il portale cinquecentesco affiancato da due leoni stilofori, le volte a crociera e le pareti del portico esterno riccamente decorate, e la statua in pietra della Madonna del Latte collocata in una nicchia.

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Pumpkin patch: la mappa dei campi di zucca che puoi visitare in Italia

L’autunno è ormai tra noi, e con lui anche tutta la magia che contraddistingue questa stagione. Mentre le giornate si accorciano sempre un po’ di più e le temperature si fanno miti, alcune parti del mondo si stanno trasformando nel palcoscenico di uno spettacolo grandioso: quello di Madre Natura, l’ultimo prima del letargo.

È questo il momento perfetto per organizzare nuovi e straordinari viaggi, quelli che ci conducono in tutte quelle destinazioni che in questo periodo indossano il loro abito più bello: una palette multicolor dalle infinite sfumature di rosso, giallo e arancione. È tempo di foliage, di passeggiate nei boschi e di trekking incantati, ma anche di castagne, tartufi e altre prelibatezze offerte dalla terra.

E poi c’è la zucca, l’assoluta protagonista dell’autunno, non solo a tavola e in cucina, ma anche nell’arredamento, basti pensare a quelle decorative che si trasformano in veri e propri elementi di design che abbelliscono le nostre case, ad Halloween e per tutta la stagione. E se vi dicessimo che quest’anno potete raccogliere direttamente e personalmente il frutto delle Cucurbitacee? In Italia, infatti, sono arrivati i Pumpkin patch in stile americano e quella che segue in questo articolo è la mappa dei campi di zucca da visitare questo autunno. Pronti a partire?

Pumpkin patch: cosa sono e dove trovarli

Li abbiamo visti in America, durante i nostri viaggi, nei film e nelle foto postate sui feed dei social network, stiamo parlando dei Pumpkin patch, immensi campi di zucche super instagrammabili, dove le persone si recano per scegliere la loro preferita e per intagliarla, e renderla così un elemento decorativo.

Non c’è bisogno, però, di volare dall’altra parte del mondo per vivere e condividere questa esperienza che tanto piace a grandi e bambini perché anche il nostro Paese ha i suoi campi di zucca e, vi anticipiamo, sono bellissimi. Si tratta di luoghi dove è possibile perdersi e immergersi nell’atmosfera autunnale, vivere una giornata spensierata in famiglia o con gli amici, e scegliere la propria zucca da portare a casa.

Da nord a sud del Paese le proposte sono tantissime. Non c’è solo la raccolta, ma anche corsi per imparare a intagliare e a decorare, laboratori per grandi e bambini e persino proposte di street food per gustare in compagnia le ricette tipiche di questo periodo. Non vi resta che prendere carta e penna e segnare gli indirizzi imperdibili dei Pumpkin patch Made in Italy.

Passeggiare tra le zucche in Lombardia

Il nostro viaggio di oggi, quello che ci conduce alla scoperta dei campi di zucche in Italia, inizia in Lombardia e più precisamente a Bergamo. Qui troviamo uno dei più celebri campi you pick per tutte le stagioni: Tulipania. Se in primavera questa grande area, come il nome stesso suggerisce, ospita centinaia di tulipani da ammirare, fotografare e raccogliere, in autunno il campo si tinge di arancione. Tra spaventapasseri, montagne di zucche e aree a tema è possibile trascorrere una giornata spensierata in compagnia degli amici o della famiglia. Le zucche sono assolute protagoniste di questa stagione: si possono ammirare e raccogliere, assaggiare grazie a proposte di menu stagionali pensati per la colazione e l’aperitivo, e anche decorarle. L’inaugurazione è prevista domenica 17 settembre.

Ci spostiamo appena fuori da Milano, e più precisamente a Nerviano. È qui che possiamo entrare nel Campo di Federica: una favola autunnale tutta da vivere e condividere. Tantissime le scenografie ideate dalla proprietaria di casa, quelle che celebrano la stagione, e che si snodano tra le campagne che ospitano numerose e diverse varietà di zucca. Ispirato ai Pumpkin patch americani, questo campo offre anche la possibilità, a grandi e bambini, di partecipare a laboratori di pittura e di intaglio. Lo trovate aperto dal 9 settembre al 1° novembre.

Restiamo alle porte di Milano per raggiungere Vimodrone e scoprire uno dei più affascinanti campi di zucca in stile americano. A proporre un’esperienza al di fuori dall’ordinario è Agricola delle meraviglie di Steflor, con un festival d’autunno che mette al centro dell’esperienza proprio la zucca. Il frutto della stagione qui è assoluto protagonista: passeggiando all’interno del campo, che si snoda su oltre 12.000 metri quadrati, troverete zucche edibili e ornamentali da ammirare, fotografare e acquistare, per un totale di 41 esemplari. Il campo resterà aperto dal 16 settembre al 1° Novembre.

Nella lista dei Pumpkin patch da raggiungere in Lombardia c’è anche il Campo dei fiori di Galbiate, in provincia di Lecco. Proprio qui, in autunno, l’area che si affaccia sul lago di Annone si trasforma in un campo di zucche decorato in stile Halloween. Tantissime le varietà da scoprire, come la zucca Hokkaido, Cedrina, Butternut e la buonissima zucca Spaghetti. Non mancano, ovviamente, anche gli esemplari ornamentali che si trasformano nei perfetti elementi di decor per questa stagione. All’interno del campo è inoltre possibile scegliere la propria zucca e intagliarla e decorarla prima di portarla via con sé. Il campo è aperto tutti i giorni, weekend compresi, dal 16 settembre al 1° novembre.

Le esperienze da vivere in Lombardia questo autunno non finiscono qui. A Ornago, in provincia di Monza e Brianza, esiste infatti il campo U-Pick Shirin, un’area situata all’interno del parco protetto P.A.N.E. (Parco Agricolo Nord Est) che si snoda su un terreno di 40.000 metri quadrati, e che durante la stagione si tinge magicamente di arancione. Il campo di zucche è aperto al pubblico tutti i weekend, dal venerdì alla domenica, e sarà visitabile anche il 30 e il 31 ottobre in occasione della festa di Halloween.

Mercatino delle zucche, Agricola delle meraviglie di Steflor

Fonte: Andrea Cherchi

Mercatino delle zucche, Agricola delle meraviglie di Steflor

Treviso: le zucche di Nonno Andrea

Per chi è alla ricerca di un’esperienza autunnale, da vivere e condividere con gli amici o con la famiglia, Treviso è la meta ideale. A Villorba, infatti, sta per essere inaugurato il Villaggio delle zucche, l’appuntamento è previsto il 29 settembre. A realizzare questo sogno è l’azienda agricola Nonno Andrea che proprio in occasione della stagione più suggestiva di sempre ha pensato bene di aprire le porte del suo Pumpkin patch a grandi e bambini. Qui troverete di tutto: balle di fieno decorate, carriole ricolme di frutti della terra e, naturalmente, migliaia di zucche coltivate direttamente sul campo. Sarà possibile, inoltre, deliziare il palato con piatti e bibite a base di zucca. Il campo resterà aperto fino al 31 ottobre.

La tua zucca alle porte di Torino

Per chi vive a Torino, e per chi ha in mente di visitare la città e i suoi dintorni questo autunno, la Casa delle zucche è una meta imprescindibile. Ci troviamo ad Andezeno, ad appena venti chilometri dal capoluogo piemontese. È qui che dal 9 settembre al 19 novembre è possibile visitare uno dei più affascinanti campi di zucche del nostro Paese. Esposizioni, mostre e mercati accendono i riflettori sulle protagoniste di questa stagione: le zucche. Ce ne sono tantissime, di ogni forma, dimensione e colore, commestibili o ornamentali: non c’è che l’imbarazzo della scelta. Inoltre, durante gli ultimi giorni di ottobre, è possibile scegliere e acquistare zucche di Halloween già intagliate e decorate.

Il villaggio delle zucche a Pesaro

Scendendo verso il centro del Paese non possiamo non fare una sosta a Pesaro, proprio lì dove è nato il Giardino dei Colori che quest’anno ha dato vita al Villaggio delle zucche. Aperto ogni weekend, dal 15 settembre e fino al 31 ottobre, questo luogo è perfetto per tutti coloro che desiderano perdersi e immergersi nell’atmosfera autunnale. Si tratta dell’unico campo you pick della regione dove oltre a raccogliere le zucche, grandi e bambini possono partecipare a laboratori di intaglio e decorazione, attraversare labirinti di mais e prendere parte a un’inedita corsa coi sacchi.

Pumpkin patch a Roma e dintorni

Ci spostiamo ora nel Lazio per scoprire i pumpkin patch situati nei dintorni della capitale. Iniziamo con le Le Zucche di Barbabianca, un campo delle meraviglie situato a Fiumicino e promosso dall’azienda agricola Torre in Pietra Carandini. Ispirato alla tradizione americana, questo campo ospita numerose zucche da ammirare, fotografare e raccogliere in un’atmosfera rurale e bucolica popolata anche dagli animali che vivono nella fattoria. Per rendere l’esperienza ancora più indimenticabile, l’azienda organizza laboratori di intaglio, pittura e decorazioni. Il campo di zucche di Fiumicino è visitabile dal 23 settembre e fino al 31 ottobre.

A nord di Roma, in zona Sacrofano, troviamo invece la Fattoria della Zucca. Si tratta di un pumpkin patch in perfetto stile americano situato all’interno del suggestivo Parco di Veio. Qui, tra natura e animali, gli ospiti possono immergersi totalmente nella magica atmosfera dell’autunno. Le zucche sono, ovviamente, le protagoniste di un’esperienza straordinaria che passa anche per i laboratori creativi volti a realizzare la più bella Jack O’Lantern per Halloween. La fattoria resterà aperta dal 16 settembre fino al 1° novembre.

Il Giardino delle zucche a Caserta

L’ultima destinazione di questo viaggio alla scoperta dei campi di zucche in Italia ci porta a Caserta. È qui che esiste un pumpkin patch dall’anima a stelle strisce. Emily, l’ideatrice del progetto, ha infatti origini americane: è stata proprio lei a voler realizzare in Campania il primo campo you pick della regione. Le cose da fare qui sono tantissime: gli ospiti sono invitati a passeggiare tra le zucche, a scegliere la loro preferita e a trasformarla con intagli e decorazioni. È possibile poi rilassarsi all’interno del Pumpkin cafè, un punto ristoro che offre piatti e bibite a base di zucca, e perdersi nell’Autumn Maze costruito all’interno del parco. Il Giardino delle zucche verrà inaugurato venerdì 22 settembre.

Pumpkin patch, dove trovarli in Italia

Fonte: iStock

Pumpkin patch, dove trovarli in Italia
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Il prossimo inverno potrai vivere la tua favola Disney nell’hotel delle favole

Esiste un posto dove i grandi possono tornare bambini, e i più piccoli possono vedere i loro sogni realizzarsi. Un luogo dove l’immaginazione diventa realtà e la magia prende vita, a ogni passo compiuto. Questo posto si chiama Disneyland Paris, molto più di un semplice parco divertimenti, ma un’esperienza travolgente e indimenticabile da vivere e da condividere almeno una volta nella vita.

Ci troviamo nei pressi di Marne-la-Vallée, a 32 chilometri a est da Parigi. Proprio qui, dove migliaia di viaggiatori di ogni età si recano ogni giorno per toccare con mano tutto ciò che fino a questo momento apparteneva all’immaginario favolistico, è possibile vivere un’avventura incredibile all’interno dei due parchi a tema (Disneyland Park e Walt Disney Studios Park) che caratterizzano il complesso di Disneyland Paris e che, siamo certi, non hanno bisogno di ulteriori presentazioni.

Quello che non tutti sanno, però, è che l’esperienza che si vive qui sta per arricchirsi in maniera unica e straordinaria. A partire dal prossimo inverno, infatti, sarà possibile vivere una favola Disney dormendo all’interno dell’hotel delle favole. Ecco cosa vi aspetta.

Disneyland Hotel: la grande riapertura

Segnate la data in agenda: il 25 gennaio del 2024 riaprirà il Disneyland Hotel, la struttura ricettiva che trasforma i sogni in realtà. Dopo una lunga e minuziosa ristrutturazione, l’edificio situato alle porte del Parco Disneyland riapre i battenti con un solo obiettivo: permettere agli ospiti di vivere un soggiorno da fiaba in compagnia di principi, principesse, regnanti e personaggi iconici.

La struttura, un hotel a 5 stelle, offre camere confortevoli e lussuose. Un’esperienza regale che non esclude la magia, assoluta protagonista di ogni angolo del Disneyland Hotel.

Guai a immaginarlo come un semplice luogo destinato al riposo e al ristoro, questo hotel propone un vero e proprio viaggio all’interno di quelle che sono le storie più belle che ci accompagnano da sempre. Da Cenerentola a Frozen, passando per La Spada nella Roccia, La Principessa e il Ranocchio fino a Vaiana: qui gli ospiti della struttura potranno rendere reale la loro fiaba.

La suite dedicata alla Bella Addormentata, Disneyland Hotel

Fonte: Ufficio Stampa The Walt Disney Company

La suite dedicata alla Bella Addormentata, Disneyland Hotel

Dormire nell’hotel delle favole

La magia inizia nella grande hall dove gli ospiti potranno immergersi in uno spazio che è un capolavoro architettonico ispirato alle biblioteche dei castelli francesi. L’accoglienza non è lasciata al caso: grandi e bambini saranno accompagnati in questa esperienza, dall’inizio alla fine, dai personaggi iconici della Disney, come Cenerentola o Rapunzel.

L’avventura fatata continua poi nelle stanze. Il Disneyland Hotel offre ben 487 sistemazioni, tra cui suite principesche e reali, e camere superior e deluxe. Gli arredamenti sono stati pensati nei minimi dettagli per ricreare l’atmosfera magica che regna nelle favole, con arredamenti che rievocano e celebrano i momenti più significativi delle storie firmate Disney.

Scegliere la più bella è davvero difficile perché ogni sistemazione traporta gli ospiti nel mondo incantato delle fiabe. Così fa la suite dedicata a La Bella e la Bestia, per esempio, mettendo a disposizione un’ampia esposizione di libri e un arredamento ispirato al castello della Bestia. Anche la mistica Rosa Incantata illuminerà la stanza.

Una menzione d’onore lo merita Il Castle Club, un hotel esclusivo all’interno dell’hotel. Situato agli ultimi due piani della struttura, questo spazio ospita camere, suite e un lounge dove grandi e bambini potranno fare colazione in compagnia delle Principesse Disney.

L’offerta è poi arricchita in maniera straordinaria con tutta una serie di esperienze dedicate ai grandi e ai bambini. A partire dai menu serviti nei due ristoranti dell’hotel e ispirati ai personaggi Disney, passando per il Royal Kids Club, una biblioteca magica dove i bambini possono entrare nelle loro storie preferite grazie a esperienze interattive e di realtà aumentata, e terminando con un pieno di benessere grazie alla Spa del Disneyland Hotel che offre agli ospiti di ogni età trattamenti termali e coccole di relax.

Castle Club Lounge, Disneyland Hotel

Fonte: Ufficio Stampa The Walt Disney Company

Castle Club Lounge, Disneyland Hotel
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Lago Goillet, meraviglioso “specchio” del Cervino

Se c’è un luogo dove apprezzare appieno la natura e la montagna, quello è il Lago Goillet, dalle acque limpide e turchesi in cui si specchia il maestoso Cervino con i suoi 4478 metri di altezza.

Siamo in uno scenario di assoluta quiete, dove semplicemente rimanere ammaliati dal piccolo lago artificiale dalla forma di piramide, una gemma azzurra incastonata a 2520 metri.

La bellezza che emoziona del Lago Goillet

Nell’abbraccio delle imponenti vette di granito adornate dalle nevi perenni, fa bella mostra di sé il Lago Goillet, dal fondale chiarissimo, contraddistinto da sassi di colore molto chiaro: è un vero spettacolo, brillante, dove, oltre a sua maestà il Cervino, si rispecchiano anche le candide nuvole nel cielo valdostano.

Il suo nome deriva da “goille“, che in antico dialetto significa “pozza d’acqua o laghetto di piccole dimensioni”, e risale al secondo dopo guerra: la diga che lo contiene, infatti, fu costruita tra il 1939 e il 1946, un’opera monumentale per produrre energia idroelettrica, lunga 368 metri e alta 48,60.

Oggi, con i suoi 12 milioni di metri cubici, serve sia per lo scopo originario sia per l’innevamento programmato delle piste tutt’intorno, in particolare la Pista Ventina, che non ricevono più la quantità di neve che cadeva nei decenni passati.

La diga venne realizzata servendosi della ferrovia, ormai in disuso, che raggiungeva l’area del lago da sopra Les Perrères, frazione del comune di Valtournenche: tuttavia, i binari rimangono come testimonianza storica e consentono di immaginare come furono trasportati i materiali per edificare il colossale sbarramento artificiale.

Qui è d’obbligo rilassarsi sulle verdeggianti sponde, prendere il sole, scattare fotografie che sarà un piacere rivedere, godersi la serenità del momento, ascoltare i suoni della natura e vivere, almeno per un po’, al suo ritmo lento.

Le escursioni per raggiungere il laghetto turchese

È il paradiso di chi ama la montagna, dei trekker e degli escursionisti: tra gli itinerari più belli per giungere al Lago Goillet spicca quello che parte da Plain Maison, nel comune di Valtournenche, nel cuore del comprensorio sciistico Matterhorn Ski Paradise.

Il sentiero, percorribile da luglio a settembre, si dirama per circa poco meno di un chilometro e mezzo e, con un dislivello di soli 29 metri, è adatto a tutti, ai principianti e ai più piccoli: la vista è superba e la durata tra la mezz’ora e l’ora. Si parte dalla stazione dell’ovovia e si risale fino ad arrivare al bar: da qui, a destra, ecco il sentiero 18 che conduce a una scarpata di roccia proprio dinanzi alla diga da cui ha origine il lago.

Altrettanto spettacolare è il percorso ad anello, il più panoramico, che parte dal Parcheggio Cielo Alto a Breuil-Cervinia e sale lungo il sentiero 16: giunti al Lago Goillet, si prosegue ancora in salita in direzione “Laghi Cime Bianche“: il paesaggio è difficile da descrivere a parole e, dopo circa un’ora, ecco i tre favolosi laghi a quota 2800 metri.

Da qui, il percorso continua in direzione Fornet dove comincia la discesa fino al paese, seguendo il sentiero 15.

Infine, il sentiero più breve per il lago parte dal parcheggio di Cielo Alto e si inoltra lungo il sentiero 16 che arriva al Colle Superiore delle Cime Bianche. Poco prima dello specchio lacustre, vi è un incrocio con il sentiero 65: occorre mantenere la destra e seguire sempre il 16 fino alla meravigliosa destinazione.

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Il villaggio ai confini del mondo dove il tempo si è fermato

C’è un luogo genuino e autentico e per visitarlo bisogna raggiungere i confini del mondo. Le case colorate, i colori intensi, il freddo pungente e la natura più selvaggia, rendono questo villaggio un posto dal fascino segreto, per pochi, per i coraggiosi. E non stupisce, infatti, che a causa di eventi sfortunati sia stato abbandonato in passato, così come non stupisce il fatto che da tempo sia stato riscoperto e abitato.

Benvenuti a Nyksund, un piccolo centro abitato (a quanto pare ci vivono circa 60 persone durante l’estate, che calano nel periodo invernale) in Norvegia.

Siamo nell’arcipelago Vesterålen, sopra il circo polare artico, un luogo affascinate che è stato capace di rinascere e dove il tempo sembra proprio essersi fermato, cristallizzato a un eterno passato nell’aspetto, genuino e autentico, ma dove vi è una fervente comunità che lo ha saputo riportare in vita e tenere al passo con le esigenze più moderne.

La storia di Nyksund, il villaggio ai confini del mondo

Quante volte ci è capitato di pensare di aver bisogno di staccare da tutto, di rifugiarci in un luogo lontano dove vivere una vita lenta, ma comunque vivace e piena. E cosa c’è di meglio di un villaggio di pescatori incastonato nella natura selvaggia della Norvegia. Nyksund è uno di qui luoghi che ha saputo rinascere. Dopo una serie di eventi, infatti, è stato abbandonato per poi essere scelto da un gruppo di persone che lo hanno reso una destinazione vivace, autentica e artistica.

Prima era un villaggio di pescatori, addirittura vi abitavano circa 800 anime che potevano trarre sostentamento dalla natura e in particolare dalla pesca. Era un luogo importante dell’arcipelago, con una sua chiesa, una stazione del telegrafo e piccoli negozi. Ma tutto è cambiato a causa di un incendio datato 1934 nella zona portuale. Nonostante sia stata ricostruita (e utilizzando la pietra) in tanti, a quel punto, avevano lasciato il villaggio.

Uno spopolamento costante fino a quando anche l’ultimo abitante se n’è andato. Del resto, il vicino porto di Myre era diventato quello più importante della zona e Nyksund è così diventato un villaggio fantasma.

Ma, come abbiamo raccontato le cose poi sono cambiate. Più precisamente negli anni Ottanta quando il villaggio ha piano piano iniziando a ripopolarsi diventando quello di oggi: un centro vivo e vivace dove si rimane affascinati dal suo passato e dalle tradizioni, pur rimanendo al passo con i tempi.

Immersi nella natura, cosa fare a Nyksund

Il villaggio di Nyksund oggi è un luogo pieno di vita: ci sono ristoranti, gallerie d’arte, spazi dove poter lavorare (immaginatevi di scegliere questo villaggio come tappa di una vita da nomadi digitali), il tutto incastonato in panorami che tolgono il fiato. Perché qui la natura ha un fascino tutto suo e si è davvero ai confini del mondo, tra cieli che restano impressi a lungo (magari si riesce ad assistere all’aurora boreale) e i tanti colori che colmano gli occhi come farebbe un caleidoscopio perfetto.

Ammirare questo villaggio, assaporarlo in maniera totale, permette di fare un vero e proprio salto nel passato grazie all’importante lavoro di rinascita del luogo che è stato portato avanti per tanti anni.

Nyksund è un luogo genuino, che è stato riportato in vita e oggi è una meta imperdibile per chi cerca un villaggio ai confini del mondo, non solo un luogo dove il tempo si è fermato, ma un posto che è rinato e oggi è più vivo che mai.

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Volto Santo a Lucca: emergono importanti novità

Emergono importanti novità dalle attività di studio e restauro del Volto Santo a Lucca, il grande crocifisso ligneo della Cattedrale di San Martino, promosse dall’Ente Cattedrale grazie a un accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara e l’Opificio delle Pietre Dure, e al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Infatti, da dicembre 2022, la scultura si trova all’interno dell’apposita area cantiere predisposta nella Cattedrale ed è oggetto di attente indagini scientifiche volte ad approfondirne gli aspetti tecnici e materiali e sottoposta alle prime operazioni necessarie per mettere in sicurezza la pellicola pittorica, grazie a un gruppo di lavoro multidisciplinare che comprende storici dell’arte, esperti scientifici e restauratori specializzati.

Ed è proprio nel corso di queste indagini (che vanno a integrare quelle compiute a più riprese tra il 2012 e il 2021) che sono venuti alla luce importanti e nuovi dati, sia relativi al Volto Santo che al tempietto che abitualmente lo custodisce.

La datazione della croce

Finora rimasta ai margini dell’attenzione, la croce del Volto Santo è stata presa in considerazione e ha riservato interessanti sorprese.

La prima riguarda la datazione: le indagini al Carbonio 14 hanno messo in mostra come sia molto più antica di quanto si pensasse, di origine altomedievale. E ne certificano l’antichità anche diversi strati di colore che la rivestono al di sotto della tardiva tinteggiatura scura attuale.

Inoltre, è realizzata con due tipi di legno differenti: castagno per l’asse verticale e cedro per il braccio orizzontale.
Mentre il castagno è una pianta di ampia diffusione europea, il cedro venne trapiantato in Europa, dal Medio Oriente, solo nel XVI secolo: si tratta, quindi, di un reperto di importazione.

Antichi restauri, decorazioni e strati pittorici sul Volto Santo

Ulteriori importanti informazioni sono emerse anche sulla tecnica di realizzazione del Volto Santo: al corpo, ricavato da un unico grande tronco di noce interamente scavato all’interno dalla testa ai piedi, sono innestate le braccia tramite un sistema di giunti (tenoni) che si inseriscono in appositi alloggi (mortasa). La giuntura delle braccia è rafforzata da una fascia di tessuto mentre l’unione del crocifisso alla croce è garantita da 6 perni.

L’antichità del Cristo ligneo (VIII-IX secolo) è confermata da nuove analisi al C14 effettuate sulla fascia di tessuto all’altezza della giuntura del braccio sinistro con il torso del Crocifisso.

Le indagini hanno poi portato alla luce due interventi di restauro, finora sconosciuti: un rifacimento in antico di parte della punta di entrambi i piedi (forse consumati dalla devozione dei fedeli) e un
più recente rifacimento di pollice e indice della mano sinistra del Cristo.

Nel corso della sua millenaria esistenza, Il Volto Santo di Lucca è stato ridipinto più volte, celando la sua colorazione originaria: per la comprensione di tale aspetto, un supporto essenziale arriva dalle analisi chimiche in corso, che caratterizzano gli strati pittorici nei loro materiali compositivi, comprensivi dei supporti preparatori, pigmenti cromatici e leganti: esse hanno già rilevato i vari pigmenti impiegati, tra cui spiccano i lapislazzuli utilizzati dal primo strato che conferivano una colorazione blu alla veste.

Le scoperte sul tempietto

Durante le operazioni preliminari per lo spostamento del Volto Santo, la rimozione del fondale di legno rivestito di stoffa che gli faceva da sfondo nel tempietto del Civitali, ha consentito di osservare  la parete retrostante, costituita da una struttura muraria a conci lapidei, ben diversa dalle pareti marmoree del Civitali.

Sulla parete di sfondo al Volto Santo è emersa una pittura murale frammentaria, con un partito decorativo aniconico a losanghe, girali vegetali e ruote che fiancheggiano una croce color ocra: si tratta di un assetto finora sconosciuto e inaspettato del tempietto e dell’allestimento del Volto Santo, che per caratteristiche formali e materiali pare precedente il sacello di Matteo Civitali edificato tra il 1482 e il 1484.

Le indagini in corso, sia sulla muratura che sulle fondamenta, sono finalizzate a chiarirne caratteristiche e datazione.