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Tavoleto, il borgo con una magnifica struttura difensiva

Come è ben noto a noi italiani e anche al resto del mondo, la nostra affascinante Penisola è costellata di piccoli borghi dalla storia antichissima e in cui sono conservati monumenti di pregio. Alcuni hanno poche centinaia di abitanti, che sono però fieri di preservare tutte le meraviglie che fanno parte del loro paesino.

È il caso di Tavoleto, un borgo della provincia di Pesaro e Urbino, che svetta in cima ad una collina che domina la Valle del fiume Foglia.

Cosa aspettarsi

Tavoleto è un borgo davvero piccino che venne fortificato dai Malatesta. Si sviluppa infatti intorno a un maestoso maniero, tanto che divenne persino uno dei più potenti castelli della zona a difesa della pianura del fiume Conca.

Si tratta perciò di un grazioso borgo che vanta una magnifica struttura difensiva, comprensiva di un castello e una cinta muraria ben tenuta: nel corso dei secoli è stato terreno di una lunga contesa fra i Malatesta e la nobile famiglia dei Montefeltro, mentre il 31 marzo del 1797 il minuto abitato venne completamente distrutto ad opera dell’esercito francese.

Tra le altre cose, è un luogo della memoria della Linea Gotica e qui si trovano un monumento ai caduti e una stele dedicata ai soldati nepalesi Gurkha dell’esercito inglese, che liberarono il comune dall’assedio delle forze tedesche.

Tavoleto, coa fare

Fonte: iStock

Veduta del borgo di Tavoleto in autunno

Cosa vedere

Chiamato in dialetto Tavléd, la visita del borgo può tranquillamente iniziare dalla sia graziosa piazza principale sulla quale si apre un lato elegante del castello. Seppur privato, il Castello di Tavoleto è senza ombra di dubbio un’attrazione da non perdere, almeno dall’esterno.

Si tratta infatti di una fortezza merlata ricostruita in stile gotico. Quel che rimane del forte originale, realizzato nel 1465 da Francesco di Giorgio Martini su commissione di Federico da Montefeltro, sono le fondamenta e parte delle mura.

Stando a quanto si può leggere sul Resto del Carlino, il castello di Tavoleto è attualmente in vendita, ma fino a poco tempo fa era disponibile per eventi, cerimonie e matrimoni. Del resto, parliamo di una magnifica struttura di ben 2100 metri quadrati con camere, bagni, saloni, ampie zone di rappresentanza, sale degli armigeri, cortili, e cucine. Il tutto impreziosito da antichi mobili e armi varie dei secoli passati.

Molto bella è anche la Chiesa di San Lorenzo Martire che si presenta con una facciata semplice ma con un interno elegantemente decorato con paraste e lesene corinzie baroccheggianti e robusti pilastri che sorreggono archi a tutto sesto.

Non mancano preziosi dipinti, tra cui “S. Lorenzo Martire e Angeli”, “Vergine con Bambino e S. Antonio da Padova” e “Madonna del Rosario con S. Domenico e S. Caterina”.

Il bellissimo Castello di Tavoleto

Fonte: Getty Images – Ph: Education Images

Una zona del Castello di Tavoleto

Cosa vedere nei dintorni

Il suggestivo borgo di Tavoleto è immerso nella tranquillità e confina con dei comuni che senza ombra di dubbio vale la pena esplorare. Uno di questi è Mondaino in provincia di Rimini, una località che sorge arroccata su una cresta che divide le Valli dei fiumi Tavollo e Foglia, la Romagna e le Marche.

A colpire qui è la sua suggestiva piazza circolare e la rocca che regala un panorama che spazia sul mare e sui monti, mentre nel paese si sviluppano camminamenti sui quali si raccontano storie dalle sfumature misteriose e ricche di segreti. Poi ancora gli scorci emozionanti, i palazzi nobiliari e un museo dove sono raccolti diversi resti fossili degli animali che abitarono queste terre milioni di anni fa.

Molto interessante è anche Monte Cerignone, in provincia di Pesaro e Urbino, che si fa spazio su uno sperone di roccia che si trova a sua volta alle falde del Monte Faggiola. Davvero affascinante è il suo castello che si eleva su di un costone tufaceo e che può essere raggiunto solcando delle pittoresche stradine lastricate. Poi ancora la Chiesa di Santa Caterina, la Chiesa di Santa Maria del Soccorso e il Santuario di Santa Maria in Recluso.

Voliamo ora a Montefiore Conca, piccolo borgo dell’entroterra riminese, che si fa spazio tra sinuose colline. Assieme ad altri quattro comuni riminesi è parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia e offre monumenti di pregio come la Chiesa di San Paolo, che custodisce al suo interno uno dei crocifissi più conosciuti di tutta la diocesi riminese; il Santuario Cella di Bonora che è la casa di un antico dipinto con la Madonna che allatta il figlio; il Castello su più piani con arredi, oggetti di epoca rinascimentale e una spettacolare terrazza da cui si può abbracciare con i propri occhi tutta la Riviera romagnola.

Montefiore Conca, il Castello

Fonte: iStock – Ph: Flavio Vallenari

Il Castello di Montefiore Conca

Un altro borgo molto interessante della provincia di Rimini che si trova al confine con Tavoleto è Saludecio. Si tratta di un paesino che svetta tra colline dai profili dolci e allungati e che conserva diversi siti di interesse. Vi si può fare ingresso da Porta Marina che insieme agli edifici vicini dà l’idea di quello che un tempo doveva essere il complesso di fortificazione del paese.

In più, il borgo è impreziosito dai murales realizzati dagli artisti ARPERC: più di 40 opere abbelliscono l’abitato rendendolo una sorta di museo a cielo aperto e che raccontano la nascita del cinema, della fotografia, dell’ecologia, della lametta, della carta igienica, del fumetto, del reggicalze, della pizza margherita e di tantissime altre cose interessanti.

Certamente straordinario è Sassocorvaro Auditore in provincia di Pesaro e Urbino. E lo è perché si erge su un colle che domina la valle del fiume Foglia e in più perché vi si estende un lago artificiale, chiuso da una diga. Ma non solo: il centro storico di Sassocorvaro è ancora cinto da mura in cui sono incastonate tre originarie porte d’accesso e un torrione di vedetta quadrangolare.

A dominare l’antico abitato, invece, è la possente Rocca Ubaldinesca (1475), dalla singolare struttura zoomorfa a forma di testuggine. Auditore, dal canto suo, è sede di numerosi ritrovamenti archeologici e anche oggi è cinto da mura difensive intatte.

Infine, un nome che evoca un vero e proprio capolavoro italiano: la città di Urbino, uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano e una città con un magnifico centro storico che dal 1998 è patrimonio dell’umanità Unesco.

Sassocorvaro Auditore, cosa vedere

Fonte: iStock

Il borgo di Sassocorvaro
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Nel 2024 ci sarà la più grande eclissi di sole totale. Dove ammirarla

Capolavori firmati da Madre Natura, opere d’arte e d’architettura, monumenti storici e iconici, e poi ancora culture, tradizioni e storie: questi sono alcuni dei motivi principali che ci spingono ogni giorno a viaggiare in lungo e in largo per il globo, ma non sono gli unici. Sono moltissime, infatti, le persone che si mettono in cammino per ammirare, da posizioni privilegiate, quello che succede sopra le nostre teste e per toccare con mano tutta la magia dei grandi fenomeni astronomici.

La tendenza dell’astroturismo, affermata ormai da anni, vede ogni anno migliaia di persone spostarsi da una parte all’altra del mondo per l’osservazione astronomica. Cieli stellati, eclissi, aurora boreale e sole di mezzanotte: questi sono solo alcuni degli show del cielo che si sono trasformati in vere e proprie attrazioni turistiche, alle quali poi si aggiungono anche eventi unici e straordinari.

Ed è proprio di un evento incredibile che vogliamo parlarvi oggi, di quell’eclissi solare totale che attraverserà il Nord America il prossimo aprile, già ribattezzata come Great America Eclipse, e che incanterà lo sguardo di migliaia di persone con uno spettacolo unico e irripetibile. Ecco come e quando ammirarla.

La grande eclissi solare del 2024

È previsto nel 2024, uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati del cielo. Stiamo parlando dell’eclissi solare totale che attraverserà l’America settentrionale passando sopra il Messico, gli Stati Uniti e il Canada. Si tratta di un fenomeno ottico-astronomico piuttosto rato che si verifica solo quando il Sole, la Luna e la Terra si trovano perfettamente allineati tra il piano equatoriale celeste e quello dell’eclittica.

Quando questo accade è magia: la parte del disco solare, nel caso dell’eclissi totale, viene coperta completamente facendo sprofondare il cielo e la terra nel buio. Ed è quello che succederà il prossimo anno in moltissime città del Nord America dove cittadini e viaggiatori potranno assistere alla grande eclissi, l’ultima fino al 2045.

Come e dove ammirare l’eclissi solare totale (pernottando gratis)

I numeri che raccontano questa eclissi sono un preludio alla sua straordinarietà. La Great America Eclipse, infatti, sarà la prima visibile in Canada dal 26 febbraio del 1979 e la prima in Messico dal 1991. Negli Stati Uniti, invece, il fenomeno mancava dall’agosto del 2017. Lo spettacolo è imperdibile, anche e soprattutto perché non si replicherà nel cielo americano fino al 2045.

L’appuntamento è previsto l’8 aprile del 2024 e il fenomeno riguarderà il Messico, gli Stati Uniti, il Texas, il Maine e il Canada. Uno dei luoghi migliori da raggiungere la prossima primavera, per assistere allo show, è Cleveland, la grande città dell’Ohio situata sulle sponde del lago Eri.

Proprio per questo motivo, Destination Cleveland ha pensato di lanciare un contest per permettere ad alcuni fortunati viaggiatori di soggiornare gratis in un hotel in città in occasione dell’eclissi solare totale. Per partecipare al concorso Roadtrip to CLE basta dilettarsi in un gioco interattivo, condividere il proprio punteggio sui social con l’hashtag #SolarEclipseCLE entro e non oltre il 26 maggio. I vincitori, proclamati i primi di giugno, riceveranno un soggiorno gratis in un hotel di Cleveland, un buono da spendere in un ristorante e i biglietti di accesso ad alcune attrazioni cittadine. Non mancheranno, ovviamente, anche degli occhiali per ammirare in sicurezza l’eclissi solare totale.

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Non aprite la porta di questo hotel: la stanza è infestata

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Norvegia, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Il Paese scandinavo, conosciuto per le sue montagne, i ghiacciai e i profondi fiordi, ospita un patrimonio storico, culturale e naturalistico di immensa bellezza da scoprire e riscoprire nelle città e nei suoi dintorni. Ma è anche il luogo perfetto per tutte le persone che desiderano vivere esperienze a contatto diretto con la natura, e che qui possono sperimentare le attività preferite dai local come la pesca, le escursioni e lo scii.

Ed è proprio in Norvegia che oggi ci rechiamo, in uno dei luoghi più affascinanti per gli appassionati del trekking e dell’hiking. Ci troviamo a Telemark, una contea dal passato vichingo situata nel sud del Paese a circa 200 chilometri dalla capitale Oslo. È qui che esiste un piccolo villaggio, dal nome Dalen, che ospita l’omonimo hotel situato sulle rive del lago Bandak e che è il perfetto punto di partenza per scoprire tutte le meraviglie del territorio circostante.

Dormire in questa struttura ricettiva è quasi un must per chi giunge fin qui. L’hotel, con una storia affascinante e ricca di aneddoti, conserva un’atmosfera antica e sospesa nel tempo che con gli anni ha catturato l’attenzione di tantissimi viaggiatori. Persino i membri delle famiglie reali d’Europa hanno scelto di pernottare qui, cedere al suo fascino è impossibile. Attenzione però a scegliere bene la vostra sistemazione, perché la stanza numero 17 del Dalen Hotel è infestata.

Dormire a Dalen: chi ha paura dei fantasmi?

Nel delizioso villaggio di Dalen, circondato da colline e da boschi, tutto scorre lento e tranquillo, seguendo i ritmi scanditi dalle acque placide del lago Bandak. La sensazione che si prova, una volta giunti fin qui, è quella di trovarsi in un luogo dove il tempo si è fermato.

A rendere più affascinante questa atmosfera sospesa ci pensa l’Hotel Dalen, una struttura storica che campeggia nel villaggio dal 1894. L’edificio, completamente realizzato in legno, è caratterizzato da tutta una serie di elementi in stile romantico che rimandano alla mitologia norrena. Tutto, dagli ambienti esterni a quelli interni passando per le 42 camere, è stato mantenuto intatto. Una decisione, questa, che contribuisce a creare un ambiente al di fuori dei limiti spazio-temporali.

L’Hotel Dalen, inoltre, è uno dei più grandi edifici in legno di tutta la Norvegia. Per tutti questi motivi, sin dalla sua inaugurazione, ha attirato ospiti illustri e membri della famiglia reale norvegese ed europea.

Eppure, al di là del fascino indiscusso che la struttura emana in ogni suo anfratto, è doveroso avvisare tutti coloro che vogliono pernottare qui che l’Hotel Dalen nasconde una storia tanto suggestiva quanto terrificante. Nella stanza numero 17, infatti, gli ospiti non sono soli perché qui, da anni ormai, vive il fantasma di Miss Greenfield.

La stanza n° 17

Gli ospiti e lo staff – si legge sul sito Visit Norway – raccontano spesso storie della famigerata stanza 17, quella dove vive il fantasma della lady inglese. Secondo la leggenda, la dama inglese, arrivo all’Hotel Dalen una mattina di primavera poco tempo dopo l’inaugurazione della struttura. La storia narra di una gravidanza tenuta segreta e di un neonato trovato morto dopo che la donna lasciò l’albergo.

Lady Greenfield fu arrestata e accusata di omicidio, ma si tolse la vita prima dell’inizio del processo. C’è chi giura che il suo fantasma dimori ancora lì, nella stanza numero 17, motivo per cui nel ristorante dell’hotel viene ancora riservato un posto alla dama inglese.

 

Dalen Hotel

Fonte: Dalen Hotel

Dalen Hotel
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In Italia arriva una nuova compagnia ferroviaria

Da dicembre del 2025 in Italia dovrebbe iniziare a solcare i binari una nuova compagnia ferroviaria. A riportare quanto appena detto è Ferrovie.info che specificache a capo di tutto c’è Giuseppe Arena, già noto tra i binari per Arenaways, un’impresa ferroviaria, a capitale privato, attiva fra il 2010 e il 2012.

Il nuovo operatore di treni a lunga percorrenza

L’impresa ferroviaria Longitude Holding S.r.l. ha informato l’Autorità di Regolazione dei Trasporti che c’è l’intenzione di operare nuovi servizi ferroviari di trasporto passeggeri su diverse tratte a lunga percorrenza:

  • Roma – Reggio Calabria;
  • Torino – Milano – Lecce;
  • Torino – Milano – Reggio Calabria;
  • Roma – Venezia;
  • Torino – Milano;
  • Venezia, Roma – Genova – Milano;
  • un servizio ferroviario di trasporto internazionale passeggeri sulla tratta Milano – Innsbruck – Monaco di Baviera via Brennero.

Come accennato in precedenza, i servizi dovrebbero partire da dicembre 2025 e i treni potrebbero possedere carrozze rimorchiate RIC UIC di prima e seconda classe più locomotive 190/191.

Le soste più belle

Se tutto questo dovesse essere confermato, tantissimi viaggiatori avranno la possibilità di scoprire meravigliose città italiane (e non solo) attraversando i binari della Penisola.

Roma è una di queste, e anzi, è senza ombra di dubbio una delle città più belle del mondo. Definita per antonomasia l’Urbe, Caput Mundi, Eterna, è una città monumento in cui la grandezza, la storia e l’arte si manifestano praticamente ovunque.

Molto bella è anche Reggio Calabria che è una splendida città affacciata sul mare e ricca di storia e cultura. Clima mediterraneo e una storia millenaria la rendono una meta assolutamente indicata per tutti coloro che sono alla ricerca di relax e buon cibo, ma senza rinunciare a fare una sorta di viaggio indietro nel tempo.

Poi ancora Torino, capoluogo piemontese da sempre noto per la sua raffinatezza, l’architettura, la cucina e le sue atmosfere magiche. Da queste parti sontuosi edifici barocchi e antiche caffetterie fiancheggiano viali e piazze da sogno.

Voliamo ora a Milano, la città più europea di tutta Italia e anche la Capitale mondiale della moda e del design. Meraviglioso è il suo Duomo in stile gotico e da non perdere assolutamente è il convento di Santa Maria delle Grazie, al cui interno è ospitato l’affresco “L’Ultima Cena” di Leonardo da Vinci.

Un vero capolavoro tutto italiano è Lecce, città particolarmente amata per i suoi edifici in stile barocco, anche se a far innamorare più di tutti è la sua eccezionale Cattedrale che presenta una doppia facciata e un campanile.

Non poteva di certo mancare la favolosa e unica Venezia, una realtà adagiata su più di 100 piccole isole all’interno di una laguna. Le strade qui sono i canali che conducono alla scoperta di palazzi rinascimentali e gotici. Assolutamente imperdibili sono la Basilica di San Marco, impreziosita da mosaici bizantini, e il campanile di San Marco, da cui si può ammirare un’incredibile vista sulla città.

Un’altra tappa da fare assolutamente è Genova che vanta il centro storico più esteso d’Europa. Tra vicoletti in cui perdersi, strade monumentali e un vivacissimo e chilometrico lungomare, qui non ci si annoia mai.

Infine Innsbruck e Monaco di Baviera, due realtà assolutamente speciali: la prima è la Capitale del Tirolo ed è nota per la sua architettura sia imperiale che moderna; la seconda ospita edifici antichi, numerosi musei ed è conosciuta in tutto il pianeta per l’annuale Oktoberfest.

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A Budapest c’è una chiesa spettacolare scavata nella roccia

Pochi luoghi sono suggestivi come le chiese scavate nella roccia, e a Budapest ce n’è una davvero imperdibile. Questo gioiello rupestre si fonde con la bellezza naturale della collina di Gellért, e nelle sue vicinanze si può ammirare anche un affascinante monastero.

La storia della Chiesa nella Roccia di Budapest

Per risalire alle origini della Chiesa nella Roccia di Budapest (in ungherese: Magyarok Nagyasszonya Sziklatemplom) non bisogna andare troppo indietro nel tempo. La sua storia, infatti, è piuttosto recente. È stata edificata nel 1926 per volere dei frati allora ospitati dal convento dell’ordine di San Paolo primo eremita, i quali affidarono a Kálmán Lux il compito di costruire una piccola cappella privata che ricordasse la Grotta di Lourdes, affinché ospitasse i Monaci Paolini. Si racconta che durante le costruzioni della galleria, la roccia crollava praticamente da sola, in modo “miracoloso”, creando locali a cupola. La navata centrale della chiesa odierna fu terminata nel 1930.

Nel 1934, 150 anni dopo che Giuseppe II forzò la scomparsa dell’ordine in Ungheria, quindici monaci ritornati dall’esilio in Polonia si stabilirono all’interno della chiesa, rimanendovi per circa vent’anni, finché non furono accusati di tradimento dal regime comunista, che ne proibì il culto e murò l’ingresso dell’edificio. La chiesa e il suo monastero rimasero inaccessibili dagli anni Cinquanta fino al 27 agosto 1989, quando, in occasione della riapertura della piccola cappella, Papa Giovanni Paolo II ha benedetto il nuovo altare realizzato interamente in granito, opera di Győző Sikot.

Una chiesa che unisce Polonia e Ungheria

All’interno della chiesa scavata nel ventre della collina si possono ancora scorgere elementi che testimoniano il forte legame con la Polonia. Chi oggi visita questa gemma rupestre nella capitale ungherese non può che rimanere incantato davanti alla copia della nota Vergine Nera di Czestochowa, e alle varie opere pittoriche custodite all’interno della cappella, tra cui un dipinto dell’aquila nera polacca e uno altro raffigurante San Massimiliano Kolbe, francescano polacco che morì per aiutare i compagni di prigionia ad Auschwitz.

Nella chiesa si può inoltre ammirare una targa commemorativa su cui sono incisi i nomi dei campi di concentramento in cui furono recluse centinaia di migliaia di persone nella seconda guerra mondiale, insieme a quelli di città e scuole che diedero asilo ai rifugiati polacchi nel periodo compreso tra il 1939 ed il 1945. L’edificio sacro ospita anche una mostra speciale che comprende esempi molto rari e antichi di icone del cristianesimo orientale, unica in tutta Europa.

Dall’esterno, la chiesa si presenta come una grotta con ingresso ad arco, chiuso da una cancellata di ferro. Davanti all’entrata, una statua di Santo Stefano, realizzata in un particolare stile naïf. Dal lato opposto della roccia, si affaccia invece il monastero, sovrastato da una guglia conica, ben visibile dal Danubio. L’intero complesso è situato sulle pendici della collina  di Gellért e domina il Ponte della Libertà, situato proprio sotto di esso, visibile dal terrazzo che regala un panorama fantastico sulla città di Budapest, con una splendida sul ponte e sul fiume da un’angolazione davvero suggestiva. L’atmosfera mistica che emana questo particolare luogo di culto, unita alla bellissima veduta, offre un’eccezionale e imperdibile esperienza.

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Natale Notizie Viaggi

A dicembre la casa di Kate e William si trasforma in un villaggio di Natale

Mentre i ritmi rallentano seguendo il passo della stagione in corso, e i paesaggi si infiammano grazie all’ultimo grandioso spettacolo di Madre Natura, c’è chi già pensa a nuovi e straordinari viaggi da organizzare per Natale, quel periodo dell’anno dove la magia prende vita in ogni dove. A partire dalla fine di novembre, infatti, le strade, i quartieri e le piazze delle città che conosciamo si abbigliano di luci e colori offrendo ai viaggiatori percorsi sensoriali ed emozionanti che permettono di vivere una vera e propria fiaba.

I preparativi già fervono, anche se lo fanno silenziosamente e all’ombra del foliage che sta colorando i paesaggi naturali di tantissime destinazioni, come confermano gli annunci relativi alle date di inaugurazione dei mercatini di Natale più famosi d’Europa. Non sono solo le città a pensare già a questo periodo, ma lo fanno anche i viaggiatori che stanno pianificando i prossimi viaggi per raggiungere elfi e renne.

E lo fanno pure i principi di Galles che hanno già svelato cos’hanno in programma per tutti gli avventurieri che giungeranno nel Regno Unito nei prossimi mesi. Sì perché a dicembre la residenza londinese di Kate e William si trasformerà in un villaggio di Natale. Ecco cosa ci aspetta.

Il Natale a casa di William e Kate

La famiglia reale ha un piano ben preciso: quello di rendere questo Natale unico e indimenticabile, per farlo ha deciso di aprire le porte di una delle loro residenze: il Palazzo di Kensington.

Situato nel quartiere di Kensington, tra i più esclusivi e lussuosi della capitale inglese, l’edificio è uno delle più importanti residenze reali. Proprio qui, nel 1819, nacque e visse la Regina Vittoria, prima del trasferimento a Buckingham Palace. Sempre qui si trasferì la principessa Diana dopo il divorzio, e il principe Harry prima del matrimonio. Anche William e Kate Middleton hanno dimorato all’interno del palazzo londinese prima di trasferirsi all’Adelaide Cottage, pur mantenendo questa residenza come luogo di appuntamenti e incontri ufficiali.

In occasione del prossimo Natale, la coppia ha deciso di aprire le porte della loro casa per permettere ai cittadini e ai viaggiatori in visita a Londra di vivere un’esperienza davvero straordinaria. I lavori sono già iniziati e Kensington Palace si sta preparando a diventare un villaggio da fiaba destinato a grandi e bambini.

Il villaggio di Natale a Kensington Palace

A partire dal 30 novembre, e fino al 7 gennaio del 2024, sono tutti invitati a perdersi e immergersi in una favola royal, quella che prenderà vita all’interno del Kensington Palace. Per tutto il mese di dicembre, infatti, la residenza reale ospiterà un vero e proprio villaggio di Natale con stand gastronomici, botteghe per fare shopping ed eventi e attività per grandi e bambini.

L’attrazione principale dell’intero progetto è ICE, una magica pista di pattinaggio che verrà installata all’interno dei giardini del palazzo. Con una superficie di 2.800 metri quadri, e una capacità di quasi 800 pattinatori, quella del Kensington Palace è destinata a diventare la pista di pattinaggio più grande di Londra.

Circondati da luci, colori e suoni, sarà possibile pattinare e passeggiare negli spazi del palazzo reale aperti al pubblico immergendosi in un’atmosfera natalizia incantata. Ice e il villaggio di Natale saranno aperti tutti i giorni a partire dalle 9.30.

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Si trova in Grecia ed è la prima isola zero-waste al mondo

Si può essere talmente green da abbattere completamente la propria quota di rifiuti? Tilos, piccola isola greca, sta per farlo: è la prima area zero-waste al mondo, grazie ad una particolare sinergia tra cittadini e l’aiuto di una società che vuole cambiare in meglio il nostro pianeta. Andiamo alla scoperta di questo vero e proprio paradiso, che vanta un primato strepitoso (e assolutamente da imitare).

Tilos, un’isola zero-waste

L’isola di Tilos, conosciuta anche come Piscopi, si trova immersa tra le acque del mar Egeo e appartiene all’arcipelago del Dodecaneso. È poco più di un fazzoletto di terra, su cui abitano circa 750 persone: questo ha probabilmente reso più facile il compito di Polygreen, società greca specializzata in economia circolare, che ha deciso di compiere qui il suo ambizioso esperimento. E i risultati sono fenomenali: l’isola sta per diventare la prima ad essere zero-waste in tutto il mondo, avendo quasi completamente rinunciato ai rifiuti.

In che modo? Si tratta di un progetto tanto semplice quanto interessante: ad ogni cittadino è stato fornito un set di bidoni, una busta per l’organico e un box per le sigarette, quindi l’intera popolazione è stata formata sulla corretta suddivisione della spazzatura in “riciclabile”, “organica” e “non riciclabile”. Quasi tutto ciò che viene gettato via (con oculatezza, ovviamente) può così avere una nuova vita. I rifiuti organici diventano compost per il terreno, mentre ciò che non si può riconvertire viene essiccato e tritato, per poi trasformarsi in combustibile per i forni da cemento.

Così facendo, gli abitanti di Tilos possono oggi fare a meno delle discariche – quella presente sull’isola è ormai chiusa – e appena il 12,6% dei loro rifiuti non viene ancora riciclato. Ma Polygreen è fiduciosa di riuscire ad arrivare addirittura al 5%, per rendere questo paradiso greco ancora più ecosostenibile. Il segreto di tale successo? La collaborazione dei cittadini, che sono stati coinvolti anche grazie ad un’app che ha permesso loro di monitorare la quantità di spazzatura prodotta e il loro corretto riciclaggio.

Perché Tilos è sempre più green

Questa piccola isola della Grecia è un vero e proprio esempio di società green, che verrà presa come modello da replicare in altre parti del mondo. Tilos, in effetti, già da anni lavora affinché l’impatto dei propri abitanti sulla natura sia sempre più ridotto: nel 2017 aveva installato un parco solare e una turbina eolica, mentre subito dopo aveva costruito un sistema di accumulo a batteria per le giornate in cui sole e vento non sono presenti. Appena due anni dopo, l’isola ha raggiunto la totale autosufficienza energetica, producendo il 100% del fabbisogno della sua popolazione.

Ora Polygreen festeggia il nuovo successo di Tilos, abbattendo quasi del tutto la sua produzione di rifiuti non riciclabili. La società greca sta infatti pensando di riproporre il progetto anche altrove, puntando ad Abu Dhabi. Naturalmente sarà molto più difficile in un luogo dove la popolazione è ben più numerosa e non parzialmente isolata dal resto del mondo, come può esserlo solamente una piccola isola. Ma se si riuscirà a coinvolgere gli abitanti e a renderli consapevoli dell’importanza di questa iniziativa, allora si potrà ancora una volta avere successo.

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Hotel Alte Mühle: un viaggio gustoso nella Valle Aurina

Se siete alla ricerca di una vacanza che soddisfi i vostri desideri di relax, natura e buon cibo, l’Hotel Alte Mühle è la scelta perfetta per voi. Questa splendida struttura, gestita amorevolmente dai titolari Sepp e Beatrice, vi accoglierà in un’atmosfera calda e familiare, offrendovi un soggiorno indimenticabile.

Un viaggio culinario

Uno degli aspetti più pregiati di questa esperienza è l’attenzione dedicata all’esperienza enogastronomica. Il programma gourmet settimanale proposto è un viaggio culinario attraverso i sapori autentici della tradizione locale e mediterranea, accompagnati da selezionati vini. Ogni piatto è una delizia per il palato, preparato con ingredienti a chilometro zero e una cura artigianale.

Il team di cucina, guidato personalmente da Sepp, è straordinario nel creare prelibatezze che vi faranno leccare i baffi. Ogni giorno, il pane fresco fatto in casa, le marmellate e la pasta all’uovo rigorosamente fatta da loro con ingredienti locali, raccontano una storia di tradizione e passione che risuona ancora ai nostri tempi.

Hotel Alte Mühle

Dal 2019, l’Hotel Alte Mühle ha avviato il progetto “Taufrisch“, un’iniziativa che porta sulla tavola degli ospiti verdure e insalate coltivate direttamente nel loro campo. L’uso di varietà antiche e rare, insieme agli ortaggi coltivati in modo 100% naturale, rende ogni piatto un’esperienza gustativa unica e autentica.

La possibilità di raccogliere insieme le erbe fresche per il menu serale aggiunge un tocco di magia a questa esperienza enogastronomica. Beatrice, con le sue marmellate fatte in casa, e Sepp, con il profumo del pane appena sfornato dalle macine del “vecchio mulino” dell’hotel, creano un’atmosfera di calore e genuinità.

Menu per tutti i vostri desideri

Il menu a sei portate a lume di candela, preparato con passione da Sepp, Fritz e Benno, offre un mix irresistibile di piatti tradizionali della cucina locale e prelibatezze mediterranee. Il buffet di insalate e verdure fresche, i piatti senza lattosio e senza glutine, le opzioni vegetariane e le specialità tematiche come la cena di gala della domenica o il buffet di antipasti mediterranei del venerdì, soddisferanno ogni gusto e desiderio trascinandovi in un’esperienza enogastronomica unica.

Inoltre, non mancheranno delizie dolci per gli amanti dei dessert e la disponibilità di mele dell’Alto Adige a disposizione tutto il giorno.

Il soggiorno all’Hotel Alte Mühle nella Valle Aurina è un’esperienza enogastronomica imperdibile
che vi sorprenderà anche grazie all’attenzione amorevole del personale e dei titolari lasciando
un ricordo indelebile nel cuore di ogni ospite. Venite a scoprire il fascino di questo luogo incantato. Buon viaggio e buon appetito!

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Nel piccolo Tibet d’Europa è iniziato il foliage: è magia

La stagione più suggestiva dell’anno è arrivata e ha portato con sé uno spettacolo affascinante e grandioso, l’ultimo di Madre Natura prima del lungo letargo. È questo il momento perfetto per organizzare nuovi viaggi, per scoprire e riscoprire tutti quei luoghi che durante l’autunno indossano il loro abito più bello, quello fatto di infinite sfumature di rosso, di giallo e di arancione.

I parchi dorati, i viali alberati e imbruniti, e le foglie che cambiano colore e che danzano leggiadre nel vento creano la scenografia perfetta per le nostre attività outdoor. È tempo di passeggiate, trekking e hiking, barefooting e forest bathing, è tempo di perdersi e immergersi nell’incantata atmosfera autunnale.

Le destinazioni da raggiungere, per vivere esperienze esclusive e straordinarie, sono tante e diverse, difficile sceglierne una soltanto. Quello che possiamo dirvi è che se volete vivere tutte le suggestioni di questa stagione non c’è bisogno di allontanarsi dal Belpaese perché proprio qui, nel piccolo Tibet d’Europa, è già iniziato il foliage ed è magico.

L’autunno nel piccolo Tibet d’Europa

Il nostro viaggio di oggi ci porta nel cuore di una delle destinazioni più apprezzate dagli amanti della natura e dagli appassionati degli sport invernali. Stiamo parlando di Livigno, la cittadina più alta d’Europa incastonata nelle Alpi italiane e confinante con la Svizzera.

Soprannominata il piccolo Tibet d’Europa, Livigno si trova in una posizione unica e privilegiata. Il comune, infatti, si snoda su un altopiano situato a 1.800 metri di altezza completamente circondato dalla natura e da vette maestose che superano i 3.000 metri di altezza.

Organizzare un viaggio qui è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, per ammirare il panorama di montagna che cambia e si trasforma. Farlo adesso, però, vi permetterà di toccare con mano tutta la magia dell’autunno, e del foliage, che sta già invadendo l’intero territorio.

La valle che ospita Livigno, infatti, è puntellata da una miriade di larici che a partire dalla fine di settembre tingono il paesaggio di infinite sfumature di giallo e marrone. Passeggiate lente, trekking avventurosi e pedalate suggestive vi consentiranno di attraversare un paesaggio di una bellezza mozzafiato.

Foliage e passeggiate in montagna: cosa fare a Livigno

L’autunno, a Livigno, è dedicato al benessere e al relax, ma anche alla scoperta della natura alpina a ritmo slow. Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, e tutte le esperienze sono incorniciate proprio dal foliage che in questo periodo infiamma l’intera valle. Per ammirare lo spettacolo è possibile percorrere i numerosi sentieri di diverse difficoltà, alcuni dei quali adatti anche ai meno allennati, o le piste ciclabili che si snodano sul territorio e che permettono di raggiungere scorci panoramici e mozzafiato.

Tra le strade più belle da percorrere c’è il cosiddetto sentiero d’arte che parte dal Larix Park, un percorso dolce di circa un km che permette di addentrarsi nel bosco autunnale e ammirare alcune incredibili sculture di legno completamente immerse nella natura. Un’altra passeggiata, adatta a tutti, è quella che conduce alla Valle Apisella e che permette di addentrarsi in un lariceto dalle infinite sfumature di giallo e arancione.

Chi vuole dedicarsi al benessere, sfruttando i grandi benefici offerti da Madre natura, può sperimentare a Livigno il barefooting: una passeggiata sensoriale a piedi nudi. All’interno dell’Hotel Lac Salin SPA & Mountain Resort di Livigno, infatti, è possibile camminare scalzi nel giardino della struttura ed entrare in contatto con tutti gli elementi del territorio alpino.

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Lago di Martignano, un’oasi blu a due passi dalla città

A una cinquantina di minuti dalla Capitale e a due chilometri dal noto Lago di Bracciano, meta perfetta per una giornata all’insegna della tranquillità immersi nella natura è il Lago di Martignano, o Lago Alsietino, le cui sponde toccano i comuni di Roma, Campagnano di Roma e Anguillara Sabazia.

Di origine vulcanica e già apprezzato in epoca romana, è un’oasi blu a due passi dalla città, limpido, affascinante, incontaminato e balneabile.

Aria pulita e relax al Lago di Martignano

Forse meno conosciuto del Lago di Bracciano con cui fa parte, dal 1999, del Parco Naturale Regionale del complesso lacuale di Bracciano-Martignano, l’incantevole specchio di acqua azzurra e cristallina è altrettanto incantevole, un luogo di pace e rara bellezza, anche grazie all’assenza di centri abitati nei dintorni.

A misura d’uomo, l’ideale per chi è alla ricerca di destinazioni appartate, il piccolo Lago di Martignano è un gioiello tutto da vivere: rilassarsi al sole sulla spiaggetta lacustre con ombrelloni e sedie a sdraio, andare in canoa o solcare le sue acque su piccole barche a vela, approntare un picnic o allegre grigliate, fare rigeneranti e rinfrescanti nuotate, leggere un libro, seguire i vari sentieri naturalistici dei dintorni, cui si accede dalla strada Trevignano-Suri, a piedi, in mountain bike oppure a cavallo.

E il tutto in compagnia del proprio amico a quattro zampe, poiché i cani sono ammessi liberamente in ogni punto del lago.

Insomma, gli scenari verdeggianti attorno alle sue rive, con gli alberi che si spingono fin quasi in acqua, gli conferiscono un aspetto selvaggio e rilassante, perfetto anche per una gita in famiglia: infatti, a pochi passi dal lago, di sicuro interesse è il Centro Volo Rapaci “I Falchi di Rocca Romana”, in località Possesso a Trevignano Romano, dove ammirare da vicino il volo maestoso di numerose specie di rapaci diurni e notturni e provare l’ebbrezza di diventare “falconiere per un giorno”.

Non dimentichiamo, poi, che il Lago di Martignano, per la sua meraviglia, è stato la fiabesca ambientazione di “Le avventure di Pinocchio”, lo sceneggiato Rai diretto da Luigi Comencini con Nino Manfredi e Gina Lollobrigida, “Monella” di Tinto Brass, e “Uno sceriffo extraterrestre… Poco extra e molto terrestre” con Bud Spencer.

Come arrivare e informazioni pratiche

Partendo da Roma in auto, basta imboccare la Cassia e seguire le indicazioni per Anguillara e, da qui, per il Lago di Martignano.

Come accennato, da più di vent’anni è inserito all’interno del Parco Naturale e, per questo motivo, non è più possibile avvicinarsi alle sue sponde con la macchina. Tuttavia, è a disposizione una comoda area parcheggio dedicata (a pagamento) in Via delle Pantane: da qui, potete proseguire a piedi per 900 metri oppure servirvi del servizio navetta andata e ritorno che vi condurrà direttamente a destinazione.

In loco vi è la possibilità di noleggiare sdraio, ombrelloni, lettini, canoe, è presente un bagno chimico e non mancano i punti ristoro per una piacevole pausa in una cornice naturalistica che rimane impressa negli occhi e nel cuore e che invita a tornare ancora e ancora per dimenticare il caos, la frenesia, i ritmi vorticosi e i rumori assordanti della città e della vita di tutti i giorni.