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Cueva de los Verdes, la grotta con un misterioso tunnel sottomarino

Situata a nord di Lanzarote, e integrata nel vasto paesaggio vulcanico del Malpaís de la Corona, la Cueva de los Verdes è una delle meraviglie nascoste nelle viscere della più orientale delle Isole Canarie, ammantata di un misterioso e particolare fascino mitologico. La destinazione perfetta per chi desidera provare l’ebrezza di un vero e proprio viaggio al centro della Terra, impreziosita da un incredibile tunnel sottomarino, tra i più estesi di tutto il pianeta, e custode di un segreto che pare lasciare senza fiato chiunque visiti questa attrazione unica.

Cueva de los Verdes, attrazione imperdibile in un viaggio alle Canarie

La Cueva de los Verdes è una delle attrazioni più famose di Lanzarote, situata nel comune di Haría. È lunga circa 7 km – dei quali, solo 1,5 visitabili dal pubblico – ed è costituita da un complesso di gallerie, passaggi con volte suggestive e lagune sotterrane, che si estende dal vulcano Monte Corona alla costa, inabissandosi nel mare per 1500 metri nel cosiddetto Tunnel di Atlantide, uno dei più importanti tunnel di lava del mondo. Insieme ai Jameos del Agua, cui è collegata, la grotta è una parte del tubo vulcanico che si è formato in seguito all’eruzione del Corona, avvenuta all’incirca 4000 anni fa. Al suo interno sorprende un’inaspettata varietà di colori: rosso, dovuto all’ossido di ferro, giallo, per i fosfati, bianco, dato dal carbonato di calcio, nero, conferito dalla roccia basaltica.

Si narra che fosse anticamente utilizzata dalla popolazione locale per rifugiarsi dagli attacchi dei corsari barbareschi che periodicamente devastavano l’isola durante i secoli XVI e XVII, e che abbia preso il nome dalla famiglia Verdes, allevatori di bestiame nella zona circostante. A partire dal XIX secolo, la grotta è diventata una meta obbligata per i viaggiatori europei, gli studiosi e gli scienziati affascinati da questa singolare formazione vulcanica.

La grotta delle meraviglie a Lanzarote, custode di un segreto

Negli anni Sessanta, sotto la supervisione di Jesús Soto, sono stati eseguiti interventi architettonici all’interno della grotta per renderla una delle attrazioni più ambite dell’isola e di tutte le Canarie. Nel rispetto dell’ambiente naturale, la mano dell’artista si è limitata a valorizzare lo straordinario percorso che conduce alla scoperta di questa meraviglia, con l’aggiunta di luci artificiali e suoni ambientali che esaltano le forme capricciose che la lava ha lasciato nel suo devastante passaggio, creando un’atmosfera di poetica bellezza. Il tutto riuscendo nell’impresa di mantenere un perfetto equilibrio tra Madre Natura e ingegno umano, consentendo, a chiunque voglia provare l’incredibile esperienza di scendere nelle viscere della Terra, di godere appieno del sorprendente paesaggio sotterraneo.

Cueva de los Verdes è oggi uno dei sette centri culturali dell’isola di Lanzarote. Il complesso naturale è stato dichiarato ufficialmente completo nel 1977, con l’aggiunta del sorprendente Auditorium, uno spazio unico al mondo, dove assistere a concerti speciali e altre attività culturali in un ambiente intimo e incredibilmente suggestivo. La particolarità della grotta vulcanica, la sua atmosfera, le caratteristiche del suono, la speciale illuminazione e la vicinanza dello spettatore al palco, trasformano ogni spettacolo in un incontro stimolante tra arte e natura. Il tour all’interno della Cueva de los Verdes comprende anche tre affascinanti aree: la Sala de las Estetas, la Garganta de la Muerte e la Puerta Mora.

Si dice, infine, che la grotta sia custode di un sorprendente segreto. Tuttavia, pare che possa essere conosciuto solo da coloro che l’hanno visitata o che la visiteranno, e che si impegnano a non divulgarlo. Non resta, quindi, che andare a vederla di persona per conoscerlo.

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Sta per partire la più grande caccia al tesoro tra i borghi d’Italia

L’Italia è una terra ricca di luoghi stupefacenti, veri e propri gioielli che vanno a impreziosire il territorio con le loro ricchezze, con la loro storia, con le tante meraviglie tutte da scoprire: un vero e proprio patrimonio culturale, storico, artistico ed enogastronomico.

E c’è un modo davvero molto speciale per scoprire quanto grande è l’eredità culturale del nostro paese, un metodo divertente ma anche creativo. Si tratta della più grande caccia al tesoro tra i borghi d’Italia, un’iniziativa che coinvolge contemporaneamente ben 100 luoghi da sogno dell’entroterra, disseminati lungo la nostra penisola.

La manifestazione porta la firma del Touring Club Italiano ed è un modo unico per conoscere di più il tesoro prezioso custodito da queste località che arricchiscono il nostro paese. Posti che hanno ottenuto il riconoscimento della Bandiera arancione, che ne attesta la qualità turistica e ambientale.

La caccia al tesoro sta per partire: tutto quello che c’è da sapere

Sta per partire la Caccia ai Tesori Arancioni, la data da segnare in agenda – per prendere parte a una manifestazione che porterà alla scoperta dei tanti tesori che si nascondono nell’entroterra italiano – è quella dell’8 ottobre 2023. Una domenica all’insegna della bellezza che coinvolgerà ben 100 borghi Bandiera arancione, disseminati nelle varie regioni.

L’Italia è bellezza, infatti appena si volge lo sguardo si incontra qualche dettaglio che ci lascia senza parole. Ma non conosciamo tutto, ragion per cui un’iniziativa come questa non solo permette di scoprire di più sui luoghi, ma anche sulle storie che li hanno animati.

Non c’è una gara, ma – come viene spiegato sul sito ufficiale – ogni gruppo potrà ricevere un dono rappresentativo del luogo esplorato, a patto che la caccia al tesoro venga portata a termine in maniera corretta.

La manifestazione è giunta alla sua quarta edizione, mentre ammontano a 25 gli anni che si festeggiano dell’iniziativa Bandiere arancioni. Per celebrare questo importante traguardo, al momento dell’iscrizione si potrà scaricare gratuitamente la guida Borghi da vivere 2023, un passaggio possibile tramite la app.

Come si svolge la caccia al tesoro

Per prendere parte all’iniziativa si deve innanzitutto procedere con l’iscrizione sul sito ufficiale della manifestazione (che si trova all’indirizzo tesori.bandierearancioni.it). Dopo questo passaggio, sarà necessario presentarsi il giorno della manifestazione con la propria squadra, composta da un massimo di sei partecipanti. A quel punto si darà il via al gioco grazie ai vari indizi.

Accanto all’iniziativa promossa dal Touring Club Italiano, in diversi comuni verranno organizzate manifestazioni parallele o verrà arricchita la caccia al tesoro, magari proponendola a tema enogastronomico per far conoscere i prodotti tipici del territorio.

Aperta a tutti, grandi e piccini, la Caccia ai Tesori Arancioni è un modo creativo per approfondire la propria conoscenza dei luoghi che magari si vivono ogni giorno, ma anche di posti nuovi. E di farlo divertendosi e in compagnia. Sul sito dell’iniziativa sono segnalati tutti i borghi suddivisi per regione.

Tra i tanti, ad esempio, si potrà scorpire Triora in Liguria, il paese delle streghe. Oppure Arona, in provincia di Novara, che si affaccia sul lago Maggiore. Se si è in Toscana, invece, tra le location si trova anche Collodi, frazione del comune di Pescia, il cui nome è legato a quello del “papà” di Pinocchio.

Scelta la località, basterà selezionarla per scoprire quali sono i punti di incontro ed eventuali contatti per maggiori informazioni. L’iscrizione è a offerta libera.

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Lago di Oeschinen: uscito da un libro di fiabe

Quando si pensa agli scenari da favola, in molte circostanze vengono alla mente laghi dai colori vividi immersi in paesaggi montani che sembrano dipinti da artisti di fama mondiale. Ecco, alle volte non c’è bisogno di usare l’immaginazione, perché scenari del genere esistono e sono molto più vicini di quanto si immagini: basta dirigersi verso il Lago di Oeschinen.

Dove si trova il Lago di Oeschinen

Il fiabesco Lago di Oeschinen si trova in Svizzera e, più precisamente, nel Canton Berna. Si tratta di un bacino d’acqua alpino situato a vicino alla piccola città di Kandersteg, e a più di 1,500 metri di altitudine.

Un lago d’alta quota, quindi, così tanto che nelle sue acque placide si specchino cime del calibro del Blümlisalp con i suoi 3.664 metri sul livello del mare.

Il lago si può raggiungere camminando, ma anche con una comoda cabinovia. Un piccolo luogo da sogno tra le montagne che in estate si trasforma persino in una specie di paradiso: le sue acque arrivano a una temperatura di 20 °C, perfette per un bagno rigenerante.

Il lago che è si estende nei pressi di un patrimonio Unesco

Sì, il titolo vi ha spoilerato una realtà dei fatti: il Lago di Oeschinen si trova all’ingresso di un’area che è patrimonio dell’umanità dell’Unesco, e persino un bacino in cui fare un giro in gondola. Qualunque sia la stagione in cui lo si visita, questo suggestivo lago svizzero è uno scrigno di sorprese: è impreziosito da una ricca flora alpina composta di orchidee, genziane e stelle alpine.

Nei suoi pressi pascolano greggi di ovini e di bestiame, mentre nelle zone adiacenti sono gli animali selvatici a muoversi sui pendii. Dalle acque di un blu acciecante, il Lago di Oeschinen è circondato da alte montagne e prati fioriti, quasi come un sogno che diventa realtà.

Come raggiungerlo

Esistono diversi modi per raggiungere il favoloso Lago di Oeschinen. C’è un sentiero dedicato alle famiglie, per esempio, che parte da Kandersteg, un villaggio dai panorami sorprendenti, e che arriva dritto a questo placido bacino d’acqua ma passando lungo il ruscello di Oeschi.

C’è po la variante un po’ più avventurosa che, seguendo il medesimo percorso della cabinovia, attraversa la splendida area Jungfrau-Aletsch, dichiarata Patrimonio mondiale dell’Unesco, regalando panorami emozionanti su tutto il lago, così come la possibilità di avvistare stambecchi, camosci e marmotte.

E poi c’è la variante meno faticosa, ma non per questo meno soddisfacente: con la cabinovia da Kandersteg, dove passeggini o sedie a rotelle non sono un problema. Una volta scesi, basta una passeggiata di circa mezz’ora che non presenta alcuna difficolta.

Infine, sappiate che con partenza dal Lago di Oeschinen ci sono innumerevoli escursioni che sono l’ideale per esplorare le montagne, la natura e il lago stesso. Percorsi adatti a grandi o piccini, lasciando a tutti la possibilità di scegliere cosa e come farla.

Tuttavia, è bene tenere a mente che i sentieri escursionistici nell’area dell’Oeschinensee sono aperti e accessibili, a patto che si indossino calzature adatte, soprattutto in riferimento alla stagione dell’anno in cui lo si visita.

Per il resto, godetevi a 360 gradi uno dei panorami e dei laghi più belli d’Europa.

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L’aurora boreale in Italia, lo spettacolo del cielo lascia senza fiato

Alzare gli occhi al cielo e, è il caso di dirlo, lasciarsi stupire dalla meraviglia. Ma non serve andare lontano perché ciò accada. Infatti, lo spettacolo dell’aurora boreale è arrivato in Italia, e più precisamente sull’arco alpino.

Un momento di pura magia, lo sanno bene coloro che partono alla ricerca di quell’emozione unica, di quel caleidoscopio di colori che brillano nel cielo, regalando sensazioni indimenticabili e che solo una visione del genere può offrire. La tradizione vuole che per ammirare l’aurora boreale si voli al nord, vicino al circolo polare artico, ma evidentemente non solo dal momento che è stata vista anche su suolo italiano.

L’aurora boreale in Italia, la visione mozzafiato

Il cielo notturno che si illumina di una luce rossastra, come potrebbe accadere quando si ammira un’alba infuocata. Ma non lo era, perché quella che è stata immortalata dalle telecamere lungo le alpi è stata un’aurora boreale.

La magia è avvenuta la mattina di lunedì 25 settembre, verso le 4. È durata pochi minuti, ma tanto è bastato per regalare una visione da sogno. Il cielo  – si sa – è un concentrato di bellezza e di fascino, che ha ispirato poeti, scrittori e opere d’arte. Quante volte durante l’arco del giorno volgiamo il nostro sguardo verso l’alto e ci lasciamo affascinare da ciò che vediamo? Di giorno cieli tersi, di un azzurro così intenso che sembra quasi finto, oppure nuovolosi che restituiscono forme a cui solo l’immaginazione può dare un nome. Di notte, poi, sono le stelle e la luna a raccontaci dell’universo e dei suoi tanti misteri. Ma se a tutto questo, poi, si aggiungono i giochi di luce e colori che regalano le aurore boreali, allora lo spettacolo raggiunge la sua massima espressione.

Così, prima dell’alba di lunedì, il cielo italiano si è tinto di meraviglia, a raccontare quanto accaduto il Centro meteorologico lombardo che ha diffuso le immagini attraverso la sua pagina Facebook accompagnandole alla descrizione del fenomeno: “Nella nottata di ieri, lunedì 25 settembre 2023, è stato possibile ammirare lo spettacolo dell’aurora boreale anche dalle nostre montagne lombarde – si legge nel post -. Tra le numerose webcam che hanno documentato il fenomeno, visibile diffusamente da tutte le Alpi per una decina di minuti (attorno alle ore 4 circa), vi presentiamo questo meraviglioso scatto che proviene dalla “Panomax” installata in vetta al Monte Pora (1880 metri sul livello del mare), massiccio delle Prealpi Bergamasche. Condizioni di eccellente limpidezza del cielo hanno consentito di immortalare con particolare splendore un fenomeno di rara bellezza”.

L’aurora boreale, i luoghi del mondo dove ammirarla

Anche se l’aurora boreale si sta ammirando anche a latitudini inferiori, da tradizione si vola nella zona più a nord del globo terrestre per avere la certezza di poter assistere a uno spettacolo di tale portata.

Ci sono luoghi, infatti, in cui vivere esperienze che resteranno per sempre tra i ricordi più belli. Immaginiamoci, ad esempio, di nuotare sotto l’aurora boreale: lo si può fare in Finlandia, nelle acque gelide del lago Heikinjärv, immersi in uno scenario da sogno e con il cielo cangiante a fare da soffitto. Oppure è possibile sperimentare il glamping nella natura artica e immersi in questo paesaggio che sembra uscito dal miglior libro di magia. Oppure volare in Canada, dove si può assistere allo spettacolo dell’aurora boreale.

Viaggiare significa regalarsi l’opportunità di scoprire le infinite bellezze che ci regala la terra, ma anche stupirci della bellezza che arriva all’improvviso e inaspettata, come è accaduto in Italia.

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I più bei viaggi in moto dove ammirare il foliage d’autunno

L’Italia è ricca di zone dove poter ammirare il foliage autunnale. Molte sono perfette per una gita in sella a una moto, magari elettrica.

Un’azienda esperta del settore, la Zero Motorcycles, consiglia quali sono le mete italiane da non farsi sfuggire durante l’autunno.

Langhe piemontesi e Panoramica Zegna

Nel cuore del Piemonte, le Langhe Patrimonio Unesco e la Panoramica Zegna sono due mete ideali da visitare in moto per ammirare il foliage. Le Langhe, famose per i loro vigneti e i borghi pittoreschi e che evocano i prodotti autunnali Barolo, Barbaresco, La Morra, ma anche Neive e Grinzane Cavour, si animano in una festa di colori autunnali.

La Panoramica Zegna, un parco naturale situato nelle Alpi Biellesi, è un susseguirsi di viste grandiose sulle montagne e sulle valli circostanti. In sella a una moto elettrica, è possibile esplorare questi scenari mozzafiato in silenzio, vivendo l’atmosfera unica dell’autunno piemontese.

Dolomiti della Paganella

Le Dolomiti della Paganella, nel cuore del Trentino, sono un contesto straordinario per ammirare il foliage in moto. Qui, durante l’autunno, le foreste si tingono di colori caldi e intensi, creando un panorama emozionante per i motociclisti. Le strade panoramiche attraverso queste montagne offrono una vista senza pari, rendendo ogni curva un’opportunità per immergersi nella pura bellezza.

Val Masino

La Val Masino, incastonata tra le maestose Alpi italiane in provincia di Sondrio, è un’altra destinazione imperdibile per ammirare il foliage in sella alla due ruote Durante l’autunno, la valle diventa un paradiso di colori, con i boschi di faggi e larici che assumono sfumature dal vermiglio al dorato. Le strade tortuose che si snodano attraverso la valle attraversano i panorami da cartolina delle montagne e dei boschi colorati. È l’ambiente perfetto per una guida tranquilla e contemplativa, dove il silenzio si fonde con la meraviglia della natura.

Val D’Orcia

La Val d’Orcia, in Toscana, è famosa per i suoi paesaggi collinari, i campi di grano, i cipressi e i vigneti, che d’autunno vivono di colori e luci particolarmente brillanti.

In sella a una moto elettrica, è possibile percorrere le strade panoramiche della Val d’Orcia, passando anche da località ricche di cultura come Pienza, Montalcino e Montepulciano. Il silenzio della moto elettrica permette di immergersi completamente nella tranquillità della campagna toscana e di catturare la bellezza dei colori autunnali che avvolgono questa regione.

Sicilia

Se si desidera raggiungere una destinazione unica, si può considerare un viaggio in moto fino in Sicilia. Si parte da Palermo o da Catania e si percorre la costa Nord orientale dell’isola, ammirando l’Etna, le vigne, che in autunno assumono mille sfumature dal verde al giallo, e i paesaggi lungo la splendida costa. L’autunno in Sicilia è ancora piacevole e presenta una grande varietà di colori sorprendenti.

Liguria

La Liguria offre sia una costa affacciata sul Mar Ligure sia colline ricoperte di vegetazione mediterranea. Si può partire da Genova e percorrere la costa verso le Cinque Terre, con le sue strade panoramiche e i villaggi colorati e pittoreschi, Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore, uno più bello dell’altro.

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Viaggio a Capo Verde, dove è sempre estate

Il caldo, il sole, il mare e la luce ci rimettono al mondo. Per questo motivo, è sempre opportuno organizzare a una vacanza in quei magnifici posti del mondo in cui è praticamente sempre estate. Certo, anche in queste località ci sono periodi più indicati di altri per fare dei viaggi, ma a livello generale parliamo di zone paradisiache in cui le temperature sono sempre alte.

Uno di questi è un meraviglioso arcipelago che prende vita al largo della costa nord-occidentale dell’Africa, delle isole di origine vulcanica che si estendono a circa 500 kilometri di distanza dal Senegal: Capo Verde.

Capo Verde: informazioni utili

In totale le isole di Capo Verde sono 10 e sono geograficamente divise in due gruppi: le Barlavento (o Sopravento) a nord, con un clima più arido, ovvero Santo Antão, São Vicente, Santa Luzia, São Nicolau, Ilha do Sal e Boa Vista;​ le Sotavento (o Sottovento) a sud, leggermente più piovose, vale a dire Maio, Santiago, Fogo, Brava.

Scegliere Capo Verde per le proprie vacanze è come fare dieci diversi viaggi in una sola destinazione: ogni isola è differente dall’altra e in più, pur rappresentano l’ultima roccaforte dell’Africa Occidentale, sono caratterizzate da una cultura che è una mescolanza perfetta tra gli usi e i costumi dell’Africa, dell’Europa e persino del Brasile.

Dei posti incredibili, quindi, che sorgono in pieno Oceano Atlantico, e disposti a forma di enorme ferro di cavallo. Luoghi in cui le spiagge sono pressoché infinite, dove il mare è realmente cristallino, la natura ancora pura e incontaminata e la gente è perennemente sorridente e accogliente.

Capo Verde: quando andare

Fonte: iStock

Una spiaggia di Capo Verde

Conoscere le isole capoverdiane

Come vi abbiamo accennato sopra, le isole capoverdiane sono 10 e, pur essendo vicine tra loro, nascondono posti e meraviglie che si differenziano molto l’una dall’altra.

Tuttavia, sono tutte circondate da un mare blu intenso, che alle volte si fonde con foreste verdeggianti, oppure con residui di deserto, così come con i colori scuri dei picchi vulcanici.

Santo Antão, l’isola più verde

Santo Antão fa parte delle isole delle Barlavento ed è anche la seconda più grande dell’arcipelago di Capo Verde. Da molti viaggiatori è considerata persino la più bella, e ciò non sorprende perché è un vero e proprio scrigno di meraviglie.

Attraccare da queste parti consente infatti di perdere lo sguardo e vivere esperienze esaltanti tra pareti rocciose a strapiombo, canyon misteriosi, gole e vallate, un’oasi verde smeraldo in cui c’è spazio per le pinete ma anche per le piante tropicali.

Tra le cose da vedere assolutamente menzioniamo:

  • Ribeira das Fontainhas e Cruzinha da Garça: due micro villaggi abbarbicati che riescono ad emozionare;
  • Ribeira do Paul: la vallalta ideale per fare escursioni e scoprire la natura più autentica e vera;
  • Tarrafal: un’oasi sperduta in mezzo a un deserto color nocciola e situata lungo una spiaggia di sabbia nerissima.
Santo Antão, Capo Verde

Fonte: iStock

Un angolo di Santo Antão

São Vicente, l’isola del Carnevale

Anch’essa parte delle isole di Barlavento, si caratterizza per la presenza di diversi crateri, come quello che va a formare la spettacolare Baia di Mindelo. São Vicente è l’isola ideale per chi è in cerca di divertimento e movida : qui si celebra persino il Mardi Gras, ovvero la versione locale del Carnevale brasiliano.

Tra le meraviglie da non perdere segnaliamo:

  • Mindelo: una sorta di Costa Azzurra capoverdiana grazie alle sue vie acciottolate, agli edifici coloniali e ai tanti yacht;
  • Calhau: dove prendono vita le spiagge migliori dell’isola;
  • Salamansa: un curioso villaggio dei pescatori che offre una spiaggia di sabbia scura.

Santa Luzia, un’isola disabitata

Parte delle Barlavento è anche Santa Luzia ma, a differenza delle altre, è un’isola disabitata. Caratterizzata da una zona piatta puntella da alte dune di sabbia, e un’altra area con coste alte e montagne maestose, colpisce perché è piena di contrasti: il deserto si mescola agli scorci neri vulcanici, che poi si vanno a confondere con spiagge bianchissime e dune di sabbia. Il tutto, come è possibile immaginare, incorniciato da un mare limpidissimo.

São Nicolau, per gli amanti del turismo attivo.

São Nicolau si presenta al viaggiatore come un territorio brullo e desolato, ma in realtà è la culla di valli verdissime e cime elevatissime, tra cui l’imponente Monte Gordo (1312 metri di altitudine).

Il posto ideale per gli amanti della natura e del turismo attivo, anche perché le zone costiere, seppur splendide, sono molto difficili da raggiungere.

Alcune delle bellezze dell’isola da visitare sono:

  • Ribeira Brava: capoluogo dell’isola dove si diramano strette viuzze in cui si affacciano tetti coperti di tegole;
  • Tarrafal de São Nicolau: con tantissimi paesaggi mozzafiato e caratterizzata da un mix di montagne, valli verdi e spiagge incontaminate.

Ilha do Sal, tra surf e spiagge paradisiache

Oltre a essere la più facile da raggiungere partendo dall’Italia, l’Ilha do Sal è anche quella in cui si trovano i maggiori servizi di tutto l’arcipelago. Pur essendo di dimensioni contenute, presenta una peculiare morfologia fatta di zone pianeggianti e sabbiose che si mescolano ad aree rocciose ma con rilievi di modesta altitudine. Ah, è uno spot ideale per chi è in vena di fare sport acquatici come il surf.

Tante le bellezze da esplorare, tra cui:

  • Saline di Pedra de Lume: dove lo strato di sale assume colori diversi e tutti particolarmente suggestivi;
  • La spiaggia e il paesino di Santa Maria: completamente bianca e con il vento sempre perfetto per praticare surf, kitesurf e windsurf;
  • Piscina naturale di Buracona: profonde grotte e fessure tra le rocce dove si insinuano le limpide acque del mare.
Ilha do Sal, Capo Verde

Fonte: iStock

Un anglo dell’Ilha do Sal

Boa Vista, l’isola più sabbiosa

Insieme a Sal, Boa Vista è l’isola in cui il visitatore può trovare tutti i servizi che desidera. Inoltre, è una delle isole più grandi dell’arcipelago e persino la più sabbiosa. Tra paesaggi indimenticabili, natura incontaminata e una fauna senza pericoli, qui il tempo scorre all’insegna della bellezza e del relax.

Tra i siti da visitare segnaliamo:

  • Deserto di Viana: una specie di pezzo di Sahara in mezzo all’Atlantico. Si caratterizza per una sabbia particolarmente bianca e per la presenza di dune;
  • Praia de Atalanta: dove riposa il relitto della nave Cabo Santa Maria, naufragata nel 1968;
  • Praia de Santa Monica: grazie alle sue dune di sabbia e alle acque cristalline, è considerata una delle spiagge più belle dell’arcipelago.

Maio, la più sottovalutata

Maio è probabilmente l’isola più sottovalutata di Capo Verde. Eppure, qui si trovano enormi distese di spiaggia dorata: è persino l’isola con il rapporto spiagge/estensione più elevato dell’arcipelago.

Altrettanto affascinante è anche lo strepitoso entroterra punteggiato di acacie e dove si sviluppano tredici graziosi centri abitati.

Santiago, la più grande di tutte

La noia non esiste a Santiago: è l’isola più grande di tutto Capo Verde. Si tratta di un magnifico lembo di terra in cui si alternano spiagge sabbiose, pianure desertiche, valli verdeggianti e un entroterra montuoso. In sostanza c’è tutto, uno di quei posti a cui non si potrebbe chiedere di più,

Alcune delle tappe da non perdere sono:

  • Praia: Capitale di Capo Verde e con un centro che sorge su un altopiano, una sorta di fortezza che pare proteggere l’Oceano;
  • Aguas Verdes: un’oasi verde con immensi baobab in cui passeggiare e creare una connessione con la natura;
  • Spiaggia Baixo: dalla sabbia dorata, è lambita da un mare cristallino ed è persino l’ideale per lo snorkeling e le immersioni.

Fogo, dai paesaggi lunari

Come dice il suo stesso nome, Fogo, si tratta di un’isola talmente tanto vulcanica che a farle da cornice ci sono paesaggi lunari e impervi disseminati da formazioni laviche. Il terreno più indicato per chi ama praticare trekking ed escursionismo. In più, da queste parti bisogna assolutamente assaggiare il Manecom, un gustoso vino che viene esportato anche all’estero.

Tra le meraviglie da visitare assolutamente ci sono:

  • Pico do Fogo: il vulcano (ancora attivo) la cui sagoma domina tutta l’isola e con una caldera larga ben 9 chilometri;
  • São Filipe: la città principale che conserva eleganti case coloniali e un suggestivo punto panoramico;
  • Fonte de Vila: con una spiaggia di sabbia nerissima.

Brava, per fare un viaggio indietro nel tempo

Infine, ma non per importanza e bellezza, Brava. Si tratta di un’isola in cui il tempo pare essersi fermato al XIX secolo. Pregna di colline terrazzate, qui la vita scorre a un ritmo sonnolento. Nonostante il suo incredibile entroterra montuoso e un litorale che per la sua bellezza lascia senza parole, è l’isola meno frequentata dai turisti stranieri.

Tra le tappe da non perdere ci sono:

  • Nova Sintra(Vila): il minuscolo capoluogo che prende vita su un piccolo altopiano costantemente circondato da una corona di nuvole;
  • Fajã d’Agua: un pittoresco paesino che sorge in una splendida posizione tra una cala rocciosa e alte scogliere.
Fogo Capo Verde

Fonte: iStock

Fogo con il suo vulcano

Cosa sapere prima del viaggio

Come si è potuto intuire dalle righe precedente, l’arcipelago di Capo Verde ha qualcosa di bello per tutti i gusti. Tuttavia, prima di organizzare il viaggio è bene sapere che per raggiungere le isole il visto turistico (se si viaggia per piacere) non serve, ma è comunque essenziale possedere il passaporto con validità residua di almeno 6 mesi.

Per quanto riguarda il periodo migliore in cui andare, la realtà dei fatti è che il clima è buono praticamente tutto l’anno, ma che da novembre a giugno il tempo è piacevole e ventilato, mentre da luglio a settembre il clima è caldo, umido e con possibili piogge, seppur sporadiche. Infine, sappiate che la stupefacente potenza dell’Oceano non sempre consente di fare bagni nelle sue acque limpide.

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No, non è una favola: puoi davvero dormire nella palude di Shrek (e farlo gratis)

Shrek è un grande orco verde, un tipo solitario che vive in una casa di legno in una palude e non ha contatti sociali con nessuno, né tanto meno con gli umani. Sembra scontroso e arrabbiato con il mondo, in realtà ha un cuore buono e molto generoso.

La sua storia la conosciamo tutti: lui è il protagonista del film d’animazione del 2001 diretto da Andrew Adamson e Vicky Jenson, e ispirato al libro di William Steig, trasformatosi poi nel primo capitolo della serie cinematografica omonima. Quello che non tutti sanno, però, è che presto sarà possibile entrare nella favola dell’orco verde e diventarne protagonisti.

Airbnb, infatti, ha messo a disposizione dei viaggiatori la casa di legno nella palude di Shrek. Un alloggio davvero molto particolare, fatto di fango, muschio e acque torbide, ma circondato da un paesaggio eccezionale, quello delle colline scozzesi. Se l’idea di trascorrere qualche giorno in un posto così non vi dispiace, allora, non vi resta che preparare i bagagli: Ciuchino vi aspetta.

La casa nella palude di Shrek è ora prenotabile su Airbnb

È una nuova storia, quella che i viaggiatori sono invitati a scrivere e a vivere tra le colline lussureggianti della Scozia, proprio lì dove alla fine di ottobre sarà possibile dormire all’interno della casa nella palude di Shrek. Ci troviamo nelle Highlands scozzesi, al cospetto di un rifugio semplice, spartano e solitario, perfetto per chi cerca un’esperienza solitaria a stretto contatto con la natura da vivere e condividere con gli amici o con i propri familiari.

A rendere l’esperienza ancora più magica, degna di una favola diversa dalle altre, ci penserà Ciuchino, il migliore amico di Shrek. Sarà proprio l’asino chiacchierone a vestire i panni di host d’eccezione e accogliere tutte le persone che decideranno di trascorrere una notte da orco in quella che è stata la dimora del suo compagno di avventure.

Gli interni della casa di Shrek

Fonte: Airbnb/Alix-McIntosh

Gli interni della casa di Shrek

Un’esperienza memorabile: ecco come prenotarla

Cosa aspettarsi dal soggiorno nella palude? Lo svela Ciuchino: “La palude di Shrek è incantevole, semplicemente bellissima. È il luogo perfetto per intrattenere gli ospiti”, racconta l’asino, aggiungendo: “Sai qual è la cosa che mi piace di più? Tutto, dal paesaggio incolto agli interni modesti, fino alle rocce! Non vedo l’ora che gli ospiti possano scoprire questa fangosa fetta di paradiso”.

La dimora di Shrek, che per forme, lineamenti e colori ricorda una casa fatata, è incastonata in un albero e offre un soggiorno unico nel suo genere. Gli interni rustici sono caldi e accoglienti e creano un’atmosfera confortevole nella quale immergersi per rilassarsi, scambiarsi storie e ascoltare aneddoti.

Chi vuole vivere questa esperienza potrà prenotare l’alloggio da favola nella palude di Shrek a partire dal 13 ottobre, ore 19.00, in maniera totalmente gratuita sul sito di Aribnb. Il soggiorno è previsto dal 27 al 29 ottobre, per due notti e un massimo di tre ospiti. In questi giorni i viaggiatori potranno rilassarsi a lume di candela, riposarsi sul divano gustando il parfait, raccontarsi storie attorno al falò sotto il cielo stellato e circondati dalla natura, e risvegliarsi col profumo di waffle appena sfornati.

La casa di Shrek è ora prenotabile su Airbnb

Fonte: Airbnb/Alix-McIntosh

La casa di Shrek è ora prenotabile su Airbnb
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Tuenno, il borgo di origine preistorica

Questo piccolo agglomerato di casette, circondato da una natura incontaminata e molto suggestiva, è uno dei più antichi di tutta la regione: stiamo parlando di Tuenno, un minuscolo borgo della Val di Non che ha origini preistoriche. La sua è una storia lunghissima, che affonda le radici indietro di millenni, e più precisamente in epoca retica. Tante sono le meraviglie che il paesino ha in serbo per i turisti: scopriamole insieme.

Il borgo di Tuenno, ricco di storia

Il Trentino Alto Adige è terra di splendidi borghi incastonati tra le montagne, dove la natura non ha mai ceduto il passo all’uomo. Uno di questi paesini così pittoreschi è Tuenno, perla della Val di Non: conta poco più di 2mila abitanti ed è cinto da montagne imponenti, tra boschi lussureggianti e piccoli laghi turchesi. Nel 2016 ne è stata decretata la sua fusione con i comuni di Nanno e Tassullo, dando così vita a Ville d’Anaunia, rendendolo di fatto una frazione. È tuttavia nel suo passato che si cela il fascino di questo luogo magico, dove il tempo sembra non essere mai trascorso.

Sul territorio di Tuenno sono state trovate tracce di insediamenti preistorici, e ci sono testimonianze che fosse già stato abitato in epoca retica. Nel corso dei secoli, il borgo ha conosciuto periodi di grande prosperità: nel 1027 è diventato un possesso vescovile, e in seguito un feudo appartenuto a nobili locali. La sua tradizione rurale è ancora chiaramente impressa nelle piccole casette in pietra e in legno: oggigiorno, il paese vive principalmente della coltivazione di mele, che ne caratterizza il paesaggio di incommensurabile bellezza.

Cosa vedere a Tuenno

Nonostante sia così piccolo, il borgo di Tuenno nasconde tra le sue strette viuzze alcune perle assolutamente da visitare. È il caso della Chiesa di Sant’Orsola e Compagne, costruita nel 1914 proprio a ridosso del vecchio edificio risalente invece al XIV secolo: al suo interno sono custoditi un prezioso altare ligneo decorato in oro, una statua dell’Addolorata e pregiati affreschi di inizio ‘900. Accanto spicca il campanile, eretto a metà dell’800 su fondamenta rette da palafitte. Poco al di fuori del centro storico, invece, si può visitare la Chiesa di Santa Emerenziana, che domina l’ingresso della Val di Tovel. Anch’essa presenta meravigliose opere d’arte come un’affascinante pala del ‘600.

Ma la vera bellezza di Tuenno è la natura selvaggia che lo circonda: per chi ama camminare all’aria aperta o fare trekking, ci sono tantissimi sentieri che conducono tra i boschi, alla scoperta di paesaggi meravigliosi. L’attrazione più suggestiva è il lago di Tovel, immerso nel panorama incantevole del Parco Naturale Adamello-Brenta. Si trova a poco più di 1.100 metri di quota, ed è un laghetto alpino tra i più famosi in Italia. Il motivo? Sino agli anni ’60, le sue acque si tingevano di rosso quando, con l’arrivo dell’estate, fioriva un’alga chiamata Tovellia sanguinea.

Sebbene ormai da molto tempo questo fenomeno non accada più, probabilmente per via del cambiamento della composizione chimica dell’acqua, il soprannome di Lago Rosso è rimasto vivo nel ricordo di tutti e ancora oggi il bacino viene chiamato così. Al di sopra del lago, sorge la piccola Chiesa di Tovel: la si può raggiungere percorrendo una stradina che si arrampica tra le rocce, e una volta arrivati sul luogo non resta che ammirare il panorama e restare a bocca aperta dinanzi a tanta meraviglia che la natura ci ha regalato.

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Questo hotel è stato trasformato nella più grande escape room al mondo

Indossare i panni di una spia per scovare i segreti di nemici e rivali, trovare la via di fuga da una stanza che sembra non avere uscita, raccogliere tutti gli indizi su una mappa per arrivare al tesoro: queste sono solo alcune delle situazioni che tutti gli appassionati di escape room hanno già vissuto, o si preparano a vivere. Sì perché lo scopo di questo gioco, che negli ultimi anni ha raccolto il consenso di tantissime persone nel nostro Paese e non solo, è proprio quello risolvere rompicapo, enigmi e indovinelli per compiere una missione a tempo con l’aiuto di una squadra, di amici e familiari.

Questi escape game, che variano per temi, situazioni e obiettivi – alcuni dei quali anche molto spaventosi – si sono trasformati in un’attività molto apprezzata da vivere e condividere nel weekend e più in generale nel tempo libero. Ma possono diventare anche un’attrazione turistica che vi porterà dall’altra parte del mondo.

In Florida, non lontano dagli Universal Studio, l’Hilton di Orlando ha trasformato il suo hotel nella più grande escape room del mondo. L’obiettivo? Indossare i panni di una spia per svelare un enorme segreto che si nasconde all’interno del resort.

Un segreto da scoprire in Florida

Il nostro viaggio di oggi ci conduce in Florida e più precisamente a Orlando, la città dei parchi a tema dove l’immaginazione diventa realtà. Tra universi magici e mondi cinematografici che prendono vita a ogni passo compiuto, gli avventurieri che giungono fin qui possono sperimentare in prima persona tutta una serie di esperienze incredibili, da vivere e condividere con la famiglia e con gli amici.

Tra queste c’è anche quella che si snoda tra i 19 piani dell’Hilton di Orlando. La struttura ricettiva situata al 6001 di Destination Pkwy, non lontano dagli Universal Studios, è stata trasformata in una gigantesca escape room, la più grande di tutto il mondo. Ad attendere gli ospiti ci saranno sfide incredibili, indizi complessi ed enigmi indecifrabili, tutto condito da tanto mistero e dalla realtà aumentata. Non si tratta di una vera e propria via di fuga: l’obiettivo non è quello di evadere dall’hotel, ma di svelare un segreto che in questo si nasconde.

Orlando: la più grande escape room del mondo

Se siete amanti dei rompicapo e dei giochi survival, allora, non potete assolutamente perdervi l’esperienza offerta dall’hotel Hilton di Orlando. Fino al 31 dicembre 2023, infatti, sarà possibile prendere parte alla più grande escape room di sempre a tema spionaggio.

L’avventura comincia nel momento esatto in cui gli ospiti effettuano il check in. Questi riceveranno un fascicolo con un QR code per accedere a tutta una serie di documenti che serviranno per completare la missione. Il gioco può essere completato anche in più giorni, o comunque per tutta la durata del soggiorno.

I giocatori dovranno setacciare i 19 piani della struttura ricettiva, gli ambienti interni e quelli esterni tra indizi, rompicapo e sfide inedite, per trovare la base segreta di una spia ha soggiornato all’interno del resort e che, proprio lì da qualche parte ha nascosto la soluzione dell’enigma.

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“Imma Tataranni 3”: le nuove e magnifiche location della fiction Tv

La terza stagione della fiction Tv di RAI Uno “Imma Tataranni – Sostituto procuratore” è stata ambientata in nuove location italiane. Non mancano naturalmente i luoghi storici dove la protagonista, interpretata dall’attrice Vanessa Scalera, nata dalla penna di Mariolina Venezia, si muove abitualmente.

La Basilicata di Imma

Alla sua Matera, uno dei luoghi più incredibili in Italia, la cui bellezza possiamo ammirare in tutte le ore del giorno e della notte, si aggiungono altri set della Basilicata ma non solo.

La Città dei Sassi, sviluppatasi a partire dalle grotte naturali scavate nella roccia, e successivamente modellate in strutture sempre più complesse all’interno di due grandi anfiteatri naturali (il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano) è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità nel 1993 dall’UNESCO. E, i vicoli, le zone cavernose, le stradine bianche arse dal sole dove si percepire il misticismo della città e la sua dolente bellezza abbracciano la storia di una donna che, nonostante tutte le vicissitudini personali e professionali, prosegue sicura sulla propria strada.

Tornano nella terza stagione anche altri luoghi della Basilicata, primo fra tutti la cittadina di Marsico Vetere (o Marsicovetere), in provincia di Potenza, dove, qualche anno fa, sono state girate alcune scene del remake “Moschettieri del re, la penultima missione“, il film ispirato – in modo alquanto libero – al romanzo di Alexandre Dumas del regista Giovanni Veronesi con un cast stellare: Pierfrancesco Favino nei panni di D’Artagnan, Rocco Papaleo, Athos, Valerio Mastandrea, Porthos e Sergio Rubini, Aramis.

Così come torna il borgo di Abriola, nel cuore dei monti lucani, incastonato in un paesaggio suggestivo che spazia dalla cima del Monte Pierfaone ai costoni rocciosi e scoscesi delle Dolomiti Lucane, alle propaggini del Massiccio del Volturino. E tra i borghi storici della Val d’Agri che Imma ci fa scoprire c’è anche Viggiano, detto il “borgo delle arpe”, famoso per la lunga tradizione legata alla musica popolare e, in particolare, alla costruzione di arpe.

Da qui, nei secoli scorsi, partivano molti suonatori itineranti che esportarono la musica e le tradizioni in tutto il mondo. Molti conoscono Viggiano per il Santuario della Madonna Nera, uno dei luoghi spirituali più importanti del Mezzogiorno. Si trova sul Sacro Monte di Viggiano, la cui vetta arriva a 1725 metri di altitudine, e ogni anno il primo sabato di settembre si svolge una processione, detta “del pellegrino”, una lunghissima serpentina di persone che salgono fin lassù.

Non solo Basilicata

Nella terza stagione, infatti, la produzione si è spostata in Puglia. Alcune scene sono state girate nei Comuni di Ginosa e nel borgo di Laterza. In quest’ultimo si trova una gravina fra le più grandi e lunghe d’Europa. Un canyon profondo fino a 200 metri molto simile ai canyon americani che da oltre vent’anni è divenuta un’area naturale protetta.

Per la sua offerta turistica e culturale, Laterza è stata premiata dall’organizzazione mondiale Creative Tourism Network come “Miglior destinazione creativa emergente” nel 2021, dichiarato dalle Nazioni Unite “Anno Internazionale dell’Economia Creativa per lo Sviluppo Sostenibile”. E “Imma Tataranni” ora è solo una delle leve per attirare turisti in questo delizioso borgo pugliese.

Si erge sulla Murgia tarantina, invece, Ginosa che comprende anche la zona di litorale di Marina di Ginosa, ed è l’ultimo Comune della provincia jonica al confine tra Puglia e Basilicata. Il paesaggio qui è incantevole e spazia dalla collina fino al mare.

Il monumento più importante di Ginosa, che attira molti turisti, è il Castello normanno, fatto costruire nel 1080 da Roberto il Guiscardo per difendersi dalle incursioni saracene. ma anche questa è zona di gravine, grosse fenditure che tagliano il territorio rendendolo unico e inconfondibile con le numerosissime chiese rupestri che il ministero dei Beni culturali ha raggruppato all’interno del progetto “Itinerari culturali del medioevo pugliese”. Ginosa è stato anche un celebre set di uno dei capolavori di Pier Paolo Pasolini, “Il Vangelo secondo Matteo” girato nel 1964.