In Israele c’è un posto molto importante per motivi religiosi, storici e geografici. Non si tratta di Gerusalemme, come si potrebbe facilmente pensare, ma di un luogo che pochi conoscono e dove, proprio di recente, è stata fatta un’incredibile scoperta.
Il luogo si chiama Megiddo o, in arabo, Tel Megido, e si trova a più di cento chilometri a Nord della Capitale. Nell’antichità fu un’importante città-Stato, situata in una posizione strategica, all’ingresso del passo che attraversa la catena del Monte Carmelo, attraversata da diverse strade che collegavano il centro di Israele con la Galilea.
La storia del sito archeologico
Questo luogo risulta essere stato abitato fin dal 7000 a.C. e fino al 500 a.C. e fu teatro di importanti battaglie contro gli Egizi fino all’Impero britannico. Ma soprattutto, secondo la Bibbia, questo sarebbe il luogo del Giudizio universale e per questo motivo viene anche chiamato Armageddon ovvero il luogo della battaglia tra il bene e il male. la sua importanza è quindi senza precedenti.
Solo di recente, però, sono state fatte scoperte archeologiche che hanno fatto conoscere Tel Megido al mondo. I primi scavi, effettuati da un team di archeologi tedeschi, risalgono all’inizio del 1900. I ritrovamenti più significativi, però, furono fatti tra le due guerre grazie a John Davison Rockefeller Jr, che, insieme a un gruppo di esperti dell’Università di Chicago, scoprirono un gigantesco insediamento sviluppato su ben 20 livelli.
Fin dagli Anni ’60, Megiddo è divenuto un sito di continui scavi archeologici ed è proprio di questi giorni uno dei ritrovamenti più eccezionali.
La sensazionale scoperta
Gli archeologi che avevano già rinvenuto un grandissimo accampamento di legionari romani risalenti al secondo secolo, chiamato Legio e appartenuto alla VI legione romana, hanno scoperto i resti di un anfiteatro che, secondo gli studiosi, veniva utilizzato non per rappresentazioni teatrali bensì per i combattimenti.
Legio fu fondata durante il regno dell’Imperatore Adriano (117–138 d.C.) e servì da base per la Legione VI Ferrata nel secondo e terzo secolo. Il campo si trovava in una posizione molto strategica e poteva controllare il corridoio che conduceva fino in Galilea e nelle valli interne della Palestina.
L’anfiteatro non è grande quanto il Colosseo, ma molto più piccolo. Si tratta di un edificio ovale grande circa 50 x 40 metri. Poteva ospitare fino a 5mila soldati romani che si esercitavano nei combattimenti. La particolarità di questo anfiteatro, però, è che quel che resta del muro è rivestito di colore rosso-sangue.
Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, l’anfiteatro romano fu costruito in una depressione scavata manualmente tra le colline da dove da secoli veniva estratta l’argilla per realizzare ceramiche e tegole per i tetti delle abitazioni.
Se i posti a sedere nell’arena erano sulla morbida terra, per costruire l’anfiteatro e l’ingresso ad arco, che gli archeologi stanno recuperando, venne usata la pietra. Dai primi ritrovamenti, pare che alcune pietre fossero dipinte di rosso acceso, molto probabilmente per evocare i combattimenti cruenti che avvenivano in questo luogo.
Gli scavi erano partiti nel 2013 sotto la direzione di Matthew Adams, del Center for the Mediterranean World, e Yotam Tepper, l’archeologo israeliano che ha scoperto il complesso della chiesa di Megiddo, il più antico luogo di culto cristiano mai rinvenuto e che si trova sotto l’attuale prigione. Il sito ha rivelato quella che, a oggi, è l’unica base romana risalente al secondo secolo di tutto il Mediterraneo orientale.
Con l’ausilio di radar a penetrazione terrestre e di scavi mirati, gli archeologi sono stati in grado di identificare i tratti più distintivi dell’accampamento romano ovvero le mura di cinta dell’anfiteatro, le baracche dei soldati, l’edificio dove era stato allestito il quartier generale, la residenza del comandante e, ora, in ultimo, l’anfiteatro.