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San Francisco: tutte le novità che ci attendono

Avete presenti le città sempreverdi, quelle che è sempre un’ottima idea visitare, in qualsiasi stagione all’anno, in gruppo o persino da soli? Ecco, una di queste è la famigerata San Francisco, punto di riferimento della California che si rivela un connubio perfetto di attrazioni turistiche, negozi e quartieri di tendenza.

Una località dall’atmosfera cosmopolita, simbolo di innovazione che però tiene fede al suo passato e alla sua ricca storia. Un ambiente accogliente e dove la creatività e l’invenzione prosperano giorno dopo giorno. E quest’anno molte delle attrazioni più iconiche commemorano importanti pietre miliari, tanto da rendere il 2023 l’anno perfetto per visitare San Francisco, chiamata anche The Golden City (la Città d’Oro).

San Francisco 2023: cosa non perdere

Una delle prime immagini che viene in mente quando si pensa a San Francisco sono i suoi cable car, iconici mezzi di trasporto che si spostano lungo le strade cittadine senza aver bisogno di un motore e che conducono a scoprire alcune delle più importanti attrazioni locali.

Ma il 2023 per questi speciali tram è un anno molto importante perché si celebra il loro 150° anniversario. A partire dal 13 giugno e fino all’autunno inoltrato sono in programma una serie di eventi per festeggiare questo importante “compleanno” come, per esempio:

  • la possibilità di visitare il negozio Muni dove vengono costruite e ricostruite le funivie;
  • tour a piedi dei quartieri serviti dalle linee della funivia;
  • previsto funzionamento delle funivie “fantasma” dalle linee scomparse;
  • altro ancora.

Il 2023 ha segnato anche altri due importanti anniversari. Il primo è quello di Alcatraz, famosissima isola che è divenuta un parco nazionale nel 1973. Prima di questo, però, era una prigione militare e un penitenziario federale di massima sicurezza. Il 21 marzo di quest’anno è stato il 60° anniversario della chiusura di questo carcere, mentre a ottobre è il 50° anniversario di Alcatraz come parco nazionale.

Poi ancora l’altrettanto iconico Ferry Building, inaugurato nel luglio 1898, oggi sede di alcuni dei più amati commercianti locali e contadini della zona. Si tratta di uno dei pochi edifici sopravvissuti al terremoto del 1906 e ai successivi incendi, ma che è stato riaperto al pubblico nel marzo 2003.

In sostanza, quindi, quest’anno si celebra il suo 125° anniversario, e per questo è stato ampliato con nuovi punti vendita. Inoltre, alla fine del 2023 inizierà a subire ulteriori miglioramenti, con lavori che estenderanno la struttura sia verso la baia che verso l’Embarcadero.

Ben 90 anni fa, inoltre, è iniziata la costruzione dell’attrazione più iconica in assoluto di San Francisco: il Golden Gate Bridge. Con oltre 10 milioni di visitatori all’anno, è uno dei ponti più fotografati al mondo.

Le nuove attrazioni

Non solo anniversari, San Francisco in questo 2023 si presenta anche ricca di nuove attrazioni da non perdere. Una di queste è la SkyStar Wheel, una gigantesca ruota panoramica situata nell’altrettanto affascinante Golden Gate Park che offre, molto probabilmente, la miglior vista possibile in zona: oltre ad ammirare tutta la città dall’alto, è possibile scorgere persino l’Oceano Pacifico, il Golden Gate Bridge e Alcatraz.

Quest’anno sono anche aperti i Presidio Tunnel Tops, un incredibile parco che permette di raggiungere l’infinito litorale cittadino in modo sicuro e senza auto. Il tutto mentre si è circondati da scorci incantevoli, sentieri e aree picnic popolate da 180 varietà di piante autoctone.

Insomma, San Francisco ci attende, e a quanto pare è più bella che mai.

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I migliori itinerari della birra in Italia

È un tipo di turismo in continuo “fermento”, nel vero senso della parola, quello della birra. Gli appassionati di questa bevanda non sono solamente coloro che vivono nei Paesi del Nord Europa, famosi per i pub e i birrifici, ma sono sempre più anche gli italiani ad amarla e a essere degli stimati intenditori.

Se la Germania – e in particolare la Baviera – detiene il primato di consumo di birra pro capite, sono gli Stati Uniti a vantare il maggior numero di birrifici al mondo. Anche l’Italia, però, non è da meno. Da noi, infatti, la produzione della birra ha origini antichissime. Ancora oggi, da Nord a Sud dell’Italia, vengono prodotte birre artigianali legate anche alla stagionalità e al territorio.

Lo spiega molto bene Luca Grandi, co-autore di una serie di guide intitolate “Turismo birraio – Guida per viaggiatori in fermento” (Edizioni LSWR) incentrate proprio sui territori del Nord-Est, Nord-Ovest, Centro, Sud e isole d’Italia.

Il turismo birraio, spiega Grandi, porta fuori dai soliti itinerari turistici e farà conoscere un modo di viaggiare all’insegna della lentezza e della necessità di riappropriarsi di ritmi e prodotti stagionali che avevamo dimenticato, ma soprattutto ci farà guardare il territorio con occhi diversi. Non è insolito trovare nelle birre di oggi, oltre agli ingredienti base della birra come malto e luppolo, anche frutta, verdura, spezie, creali e persino fiori.

Le quattro guide uscite da poco non sono solo rubriche con indirizzi di birrifici da visitare e dove fare degustazioni. Certo, ci sono anche quelli, ma vogliono soprattutto far conoscere itinerari turistici originali, descrivendone le particolarità territoriali, naturalistiche, artistiche e monumentali, all’interno dei quali sono collocati dei microbirrifici.

Ve ne segnaliamo quattro, uno per territorio, che ci hanno particolarmente intrigato e che pensiamo meritino un viaggio.

Itinerario lungo la via Aurelia da Boccadasse a Camogli

Il mare è protagonista di questo itinerario, da fare in treno o bicicletta, lungo la costa ligure nella provincia di Genova, che si snoda lungo una strada millenaria di epoca romana: la via Aurelia. Qui, scogli e rocce a picco sul mare lasciano spazio a qualche rara e bellissima insenatura di sabbia, mentre antichi borghi dalle forti tradizioni e dalle case colorate rendono il paesaggio ancor più iconico.

L’itinerario parte di fatto da Genova in quanto Boccadasse è il borgo dei pescatori del Capoluogo ligure e va verso Nervi, famosa per le sue splendide ville d’epoca come Villa Saluzzo Serra e Villa Grimaldi Fassio. Seguendo la Passeggiata Anita Garibaldi si giunge a Sant’Ilario, la cui stazione ormai dismessa è stata protagonista di una delle canzoni più famose, “Bocca di Rosa” di Fabrizio de André.

La tappa successiva è Recco, celebre per la sua focaccia, ma non solo, Già in epoca romana era una sosta importante per il commercio, fino ad arrivare a destinazione: Camogli, uno dei borghi più pittoreschi della Riviera di Levante. Le sue case colorate che si gettano nel mare sono una cartolina. Si dice che quest’esplosione di colori aiutasse i pescatori di rientro dal mare a individuare meglio la propria casa. Il birrificio di questa zona si trova a Genova e si chiama Maltus Faber, situato nell’ex Fabbrica di birra Cervisia.

Itinerario tra i castelli dalla Val d’Adige alla Val di Non

L’itinerario si sviluppa in provincia di Trento e porta alla scoperta di un territorio puntellato di manieri e di castelli che meritano una visita. Il primo è il Castello di Monreale, detto anche di Königsberg, una solitaria roccaforte a sorveglianza della zona di Faedo che un tempo era di dominio tirolese. Oggi decorato da una cinta merlata appare come un castello fiabesco immerso tra i boschi.

Poi c’è Castel San Gottardo i cui ruderi sono incastonati in un’alta parete di roccia. A due passi c’è Castel Firmian e, infine, il Castello della Torre, un edificio fortificato costruito con diversi stili architettonici. Qui, a Borgo d’Anaunia, una frazione di Fondo in provincia di Trento, si trova il birrificio Fon, che usa acqua del territorio montano e materie prime locali per produrre la propria birra.

Itinerario dei borghi tra Perugia e Assisi

Soprannominata “polmone verde l’Italia”, l’Umbria regala meravigliosi itinerari nella natura. Il tour che vi suggeriamo parte da Perugia e si dirige verso San Martino e poi verso Torgiano, annoverato tra i Borghi più belli d’Italia. L’itinerario prosegue verso Bettona, detto anche “il balcone d’Italia” per via dei suoi scorci mozzafiato su tutta la valle e, lungo il tragitto, si incontra il famoso Castello di Rosciano.

L’itinerario prosegue in direzione di Foligno con una tappa a Bevagna, una piccola perla della Valle Umbra nonché uno dei Comuni Gioiello d’Italia, ma anche Città del vino, Città dell’olio, Città dei sapori, Città del bio e Città del miele. Il tour termina a Foligno, il cui centro storico merita una visita, così come il Museo della stampa dove l’11 aprile del 1472 venne stampata la prima copia della “Divina Commedia” di Dante.

Da Foligno si passa necessariamente per il borgo di Spello, una piccola meraviglia di pietra rosa molto amata dai turisti, e infine si giunge ad Assisi, che non dobbiamo neppure descrivervi perché la sua fama è già ben nota. Ed è a pochi chilometri da Assisi che si trova il birrificio Birra dell’eremo che ha ricevuto diversi premi.

Itinerario nella Penisola sorrentina e nella Terra delle Sirene

Questo tour tocca alcuni dei luoghi meno affollati della Campania come Vico Equense, arroccato su un blocco di tufo che si getta nel mare, una cittadina dalle origini antichissime, le Terme dello Scrajo, conosciute e frequentate sin dall’Ottocento e famose per le loro acque salso-bromo-iodiche e sulfuree considerate miracolose.

Gli appassionati di trekking possono proseguire sul sentiero del CAI verso Monte Faito, dalla cui cima si gode di una splendida vista su tutta la penisola e il Golfo di Napoli, in alternativa si raggiunge Castellamare di Stabia si prende la funivia. La tappa successiva dell’itinerario è Sorrento, dove perdersi tra i vicoli stretti e i palazzi antichi prima di godersi la vista pazzesca dell’omonimo golfo dal punto più bello: la Villa Comunale. Ed è qui che si trova il Birrificio Sorrento, dove la birra viene prodotta coi famosi limoni IGP e le arance bionde di Sorrento, tutti prodotti locali.

Si prosegue poi verso Massa Lubrense anche conosciuta come Terra delle Sirene in quanto proprio qui secondo la leggenda, le sirene cercarono di ammaliare Ulisse con i loro canti. Qui s’incontrano altri pittoreschi villaggi di pescatori, come Marina della Lobra, Punta Campanella e la baia di Ieranto, Sant’Agata sui due Golfi.

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San Sperate, il borgo delle pietre sonore

Nel sud della Sardegna, a pochi chilometri da Cagliari, c’è un paese-museo amato dai viaggiatori per diverse ragioni. Gode di una posizione formidabile, vanta un’ospitalità proverbiale, è animato da una incredibile vivacità culturale, è incoronato da splendidi giardini ed è particolarmente rinomato per la produzione di agrumi e pesche. Ciò che lo rende ancora più caratteristico, però, è la famosa arte muraria che ha trasformato il volto di questi luoghi e l’incredibile Giardino Sonoro. Stiamo parlando di San Sperate, un borgo che ha fascino e unicità da vendere.

I murales di San Sperate, il paese-museo

Quella della odierna San Sperate è “una storia scritta con i colori dell’entusiasmo”. Camminare per le pittoresche vie di questo splendido borgo nel sud della Sardegna significa intraprendere un viaggio emozionante nel mondo dell’arte, una immersione magica in un caleidoscopio di figure e colori. Sono centinaia i murales che decorano i muri degli edifici, trasformando il paese in un museo a cielo aperto.

Tutto ha avuto inizio nel 1968, anno di grandi fermenti politici e culturali, quando il giovane artista Pinuccio Sciola, ritornato dopo una serie di viaggi in giro per l’Europa, contagiò la sua comunità con una vulcanica voglia di cambiamento, fondato sui valori dell’arte e della partecipazione attiva della gente alla riscrittura consapevole del proprio futuro. In concomitanza con la festa religiosa del Corpus Domini, Sciola e i suoi amici iniziarono a ricoprire gli umili muri fatti di fango con strati di calce. L’operazione, sorprese positivamente i compaesani, incuriositi e ammaliati dal bianco accecante esaltato dal sole d’estate.

Nacquero così i primi murales, molti dei quali riprendevano soggetti di carattere antropologico e politico. San Sperate si è ben presto trasformato in un laboratorio di creazione e confronto e, complice l’attenzione della stampa nazionale ed estera, negli anni successivi sono arrivati in questo angolo di Sardegna numerosi artisti, molti dei quali stranieri, che hanno dato il loro entusiastico contributo, dipingendo nuove opere dai soggetti più disparati. In particolare, la conoscenza di David Alfaro Siqueiros, uno dei grandi maestri del muralismo messicano insieme ad Orozco, Rivera e Tamayo, si è tradotta in un empatico gemellaggio tra San Sperate e Tepito, quartiere storico di Città del Messico.

Negli ultimi quarant’anni San Sperate ha ospitato workshop internazionali d’arte, celebri artisti di teatro come Dario Fo ed Eugenio Barba, e musicisti di fama internazionale. Fondamentale per il muralismo, resta il contributo dei numerosi artisti locali, senza dimenticare gli importanti progetti artistici realizzati negli ultimi anni, come “Il fiume dei writers” nel 2009 e “Colore Identità” nel 2011, che ha acceso di colori alcune strade del paese, al fine di valorizzare ulteriormente il centro storico.

Il Giardino Sonoro, un felice connubio tra arte e natura

Pinuccio Sciola è autore anche di uno dei luoghi più magici di San Sperate: il Giardino Sonoro. Si tratta di un museo a cielo aperto, utilizzato dall’artista fin dagli anni ’60 come laboratorio, in cui ha dato vita a un’identità in pieno connubio con la natura sino a renderlo sito espositivo agli inizi del ventesimo secolo.

Un orizzonte di pietre megalitiche, uno spazio artistico senza tempo, in continuo divenire, che permette ai visitatori di compiere un’emozionante passeggiata all’interno dell’agrumeto in un percorso senza segnali né direzioni, tra i megaliti capaci di amplificare magicamente il senso di smarrimento. Sono sculture che riprendono le forme del megalitismo sardo ma che al contempo parlano un linguaggio moderno, attraverso linee che si incrociano simmetricamente, forme geometriche, eleganti segmenti e forme astratte che giocano con il rapporto arte e natura, forma e contenuto, idea e materia.

Un luogo immerso nel verde, carico di energie, che coinvolge tutti i sensi, dando la possibilità ai visitatori di poter godere, in una dimensione inedita, delle maraviglie che arte e natura possono arrivare a creare fondendosi insieme.

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È avvenuta una scoperta che potrebbe riscrivere la storia

Molto spesso si sente dire che sono le piccole cose quelle davvero importanti nella vita, quei gesti o quegli oggetti che in qualche modo migliorano la nostra esistenza. Tutto ciò può rivelarsi vero nella quotidianità come nella storia, dove non sempre occorre fare scoperte enormi per saperne di più sulle nostre origini.

A volte basta un ritrovamento che potrebbe sembrare all’apparenza banale, piccolo, ma che in realtà nasconde un significato enorme, tanto da poter riscrivere la storia, o almeno in parte.

Se facciamo riferimento all’Età della Pietra (iniziata circa due milioni e mezzo di anni fa e terminata tra l’8.000-5.000 a.C.), molti di noi pensano subito a un’epoca rozza e dove gli esseri umani vivevano come animali. Ma la verità è che è appena stata fatta una scoperta, apparentemente piccola in fatto di dimensioni, che sarebbe in grado di ribaltare completamente questa visione, così tanto da cambiare in qualche modo le nostre origini.

Scoperta in Giordania una misteriosa collana

L’incredibile ritrovamento che vi stiamo per raccontare è avvenuto in Giordania e più precisamente a Ba’ja, un villaggio antichissimo che si trova a soli 14 chilometri a nord della ben più famosa Petra. Fondato circa 9.000 anni fa, è sede di uno dei primi insediamenti stabili dell’Umanità. E proprio qui è stata rinvenuta una raffinata collana di madreperla, conchiglie e ambra in una tomba infantile che è stata a sua volta ricostruita dopo oltre sei millenni.

Tale ritrovamento è in realtà accaduto nel 2018, ma i risultati delle analisi condotte su questo gioiello sono stati appena pubblicati sulla rivista PLoS ONE. Questa scoperta, effettuata per mano della Facoltà di Archeologia e Antropologia dell’Università di Yarmouk (Giordania), è stata quasi casuale: nel momento il cui il gruppo di lavoro stava per lasciare il sito, ha trovato un pavimento dipinto sotto il quale è emersa una grande lapide che sembrava voler indicare un’importante sepoltura.

Dopo ulteriori scavi, sono ritornate alla luce delle eleganti perline, in totale ben 2.500 pietre e conchiglie, collocate attorno a quello che sembrava un bambino di circa otto anni.

I segni e le indagini condotte hanno poi rivelato che, molto probabilmente, si trattasse di una ragazza, sulla quale però non è ancora stato possibile fare troppa chiarezza: le varie ossa ritrovate fino ad ora sono mal conservate, tanto da sgretolarsi nel momento in cui vengono dissotterrate.

Collana di perle scoperta in Giordania

Fonte: 2023 Alarashi et al.

Alcune delle perle rinvenute

Cosa è emerso fino a questo momento

Il team di lavoro ha voluto dare un nome alla ragazza a cui apparteneva questa sepoltura, Jamila, e i pochi test che si sono potuti condurre su di lei hanno rivelato che visse nella città di Ba’ja tra 7.400 e 6.800 anni fa.

Molto probabilmente, era una nobile che è stata sepolta vestita e una discendente della popolazione ancestrale che si stabilì nel continente americano almeno 16.000 anni fa, coloro che diedero origine a tutti gli attuali popoli indigeni.

Ma a rivelare qualcosa di totalmente inaspettato è stata la collana che, dopo alcune ricerche, si è mostrata composta di più file. Quel che è emerso è quindi un gioiello complesso e raffinato, qualcosa che fino a prima di questa scoperta era totalmente impensabile se rapportato all’Età del Bronzo.

A seguito di un lavoro scrupoloso, i ricercatori sono riusciti a creare una replica che attualmente può essere ammirata presso il Museo Archeologico di Petra.

Le analisi sulla collana

Il team guidato da Hala Alarashi, ricercatrice specializzata in Archeologia delle Dinamiche Sociali che lavora per il Milà i Fontanals Institution (IMF-CSIC) ​​e per l’Université Côte d ‘Azur, a Nizza, ha svolto un’analisi sui pezzi del gioiello, su tutte le 2.500 perle di pietra e conchiglia, due di ambra, un grande pendente in pietra e una madre-anello centrale di madreperla.

I risultati sono sorprendenti: nonostante Ba’ja fosse una città abbastanza isolata, il turchese utilizzato è stato importato dal Sinai, mentre le conchiglie provenivano dal Mar Rosso. Potrebbe sembrare una banalità, ma questi risultati mostrano che il popolo di cui faceva parte Jamila si spostava anche fuori dai propri domini per raccogliere materiali. Senza dimenticare il fatto che a creare qualcosa di così bello e complesso dovevano essere mani esperte artigiane.

Tutto ciò fa quindi venire il legittimo dubbio che l’immagine che abbiamo dei nostri antenati, rozza e selvaggia, in realtà sia sbagliata, ma purtroppo l’unica cosa che può essere attualmente confermata è che le viscere di Ba’ja conservano ancora tesori da scoprire e che potrebbero confermare questa ipotesi o meno. Non resta che attendere ulteriori scavi.

Ricostruzione collana Giordania

Fonte: 2023 Alarashi et al.

La ricostruzione della collana scoperta in Giordania
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Viaggio negli abissi: i 5 acquari più belli del mondo

Profondità inaccessibili, creature tanto sinuose quanto imponenti, guizzi, colori e schizzi: scoprire la vita acquatica, così lontana dalla nostra, è sicuramente un’esperienza unica e nel mondo esistono tantissimi posti dove osservare e imparare di più su ciò che succede nei mari, negli oceani e nelle acque dolci. Alcuni, però, sono più suggestivi di altri, come i 5 acquari più belli del mondo, tutti da scoprire.

Acquario di Genova

Iniziamo giocando in casa con l’Acquario di Genova, una struttura imponente che accompagna i visitatori lungo ben 39 vasche interne, cui si aggiungono quattro aree a cielo aperto, compresa la vasca del Padiglione Cetacei inaguruata nel 2023. Questo acquario si estende per oltre 27.000 quadrati e ospita circa 15.000 animali di 400 specie diverse. Pesci, invertebrati, molluschi, rettili, anfibi, uccelli e mammiferi marini si muovono in ambienti del tutto simili a quelli naturali d’appartenenza, nel rispetto del loro benessere.

Acquari più belli del mondo: l'acquario di Genova

Fonte: iStock

Acquario di Genova

Attualmente, l’Acquario di Genova vanta la più ricca esposizione di biodiversità acquatica in tutta Europa. Per visitarlo servono circa due ore e durante il percorso è possibile anche assistere a un suggestivo video mapping che sottolinea l’importanza dell’acqua per la vita e racconta la storia del mare dall’antichità a oggi.

Istanbul Akvaryum

Realizzato con la consulenza e il supporto di Ocean Projects, l’Acquario di Istanbul rientra a pieno titolo fra quelli più belli del mondo. È uno dei più ampi a livello globale grazie ai suoi volumi, alle varietà di specie che raccoglie e alle attività che vengono calibrate in base al cammino che si sceglie di percorrere. I visitatori seguono un percorso geografico che comprende 17 temi e un’avventura nella foresta pluviale.

Al suo interno si possono trovare degli animali incredibili, come il Pterapogon Kauderni (o Cardinale di Banggai), un piccolo pesce d’acqua salata dai colori sgargianti, la rana fantasma, il piranha dal ventre rosso e lo squalo chitarra.

Dubai Aquarium & Underwater Zoo

Non potevamo non inserirlo tra gli acquari più belli del mondo: il Dubai Aquarium & Underwater Zoo è una struttura ospitata nell’ormai iconico Dubai Mall (il più grande centro commerciale del mondo per numero di negozi), ma non lasciatevi ingannare, perché a dispetto dell’ambiente artificiale in cui è incastonato si tratta di una vera e propria perla naturalistica assolutamente da visitare.

Acquario di Dubai
Acquario di Dubai

L’acquario di Dubai ospita migliaia di animali acquatici, tra coccodrilli, pinguini, cernie giganti, lontre e diverse specie di meduse provenienti da ogni parte del mondo. A lasciare a bocca aperta, però, sono le esperienze che i visitatori possono fare: sotto la supervisione delle guide e degli esperti si possono incontrare i coccodrilli e si può persino nuotare tra gli squali, immergendosi nella loro vasca.

Oceanàrio de Lisboa

Da Dubai a Lisbona: la capitale del Portogallo ospita uno degli acquari più belli del mondo, che prende il nome di Oceanàrio perché, appunto, è interamente dedicato agli oceani. L’acquario sorge sulle rive di una darsena ed è uno dei più grandi del pianeta. Si snoda attorno a un’enorme vasca centrale, che ospita alcune specie che vivono proprio in pieno oceano (squali, tonni, pesci unicorno, meduse e molluschi) e a quattro vasche laterali più specializzate che conservano specie provenienti dall’Atlantico, dall’Indiano, dal Pacifico e dall’Artico.

Monterey Bay Aquarium

Infine, voliamo in California, dove si trova il Monterey Bay Aquarium. Non si tratta di un acquario qualsiasi, ma di un centro di ricerche oceanografico che si impegna attivamente per la tutela delle specie acquatiche. È il secondo più grande d’America, ma decisamente il più incantevole per allestimenti e percorsi. Al suo interno si possono trovare, tra le altre cose, una vasca alta 10 metri con numerosi esemplari di fauna e flora marina propri della baia di Monterey e una vasca che permette un’osservazione diretta di questa zona oceanica.

Acquario di Monterey in California

Fonte: Istock

Acquario di Monterey in California

L’acquario ospita lontre, alici, pinguini, squali bianchi e detiene anche un primato: al suo interno alloggia un’aragosta del peso di 5 kg e di 50 anni di età. Interessante è anche l’area dedicata alla vegetazione, con diversi tipi di alghe e piante marine, perfettamente osservabili nel loro ambiente naturale.

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Anche l’Italia ha il suo eden terrestre e noi lo abbiamo trovato

Lo diciamo spesso, ma la verità è che ribadirlo non è mai ridondante: non occorre necessariamente volare oltreoceano per rimanere a bocca aperta di fronte a luoghi che sembrano quasi magici. Nel corso del tempo abbiamo parlato di moltissimi posti incredibili che si trovano in Italia e oggi non faremo eccezione, raccontandovi di quello che sembra essere l’eden terrestre made in Italy.

Stiamo parlando di una spiaggia, anzi, per essere precisi di una spiaggetta, piccola e incontaminata, lontana dal clamore delle mete estive più gettonate. Una piccola perla incastonata nel Golfo di Orosei, in Sardegna: la spiaggia di Osala.

Osala, Osaledda e Osalla

Già la sua cornice dovrebbe lasciare intendere quanto possa essere bellissima e al contempo selvaggia: il  Golfo di Orosei, infatti, è noto per essere una delle aree più selvagge e naturalisticamente inalterate dell’intera Sardegna. Lungo tutto la sua costa si nascondono cale e insenature che sembrano uscite da un racconto fantastico, tra sabbie finissime e acque cristalline. Per non fare confusione, però, occorre subito precisare che la sua porzione centrale è divisa in tre spiagge, dal nome molto simile: Osala, Osaledda e Osalla.

Uno scorcio di Osala

Fonte: iStoc

Vista della spiaggia e della vegetazione di Osala

Nonostante, appunto, i nomi siano estremamente simili, l’essenza di ognuna di queste spiagge è molto diversa. Osalla è la spiaggia più grande, quella che si estende dal nord del promontorio Punta Nera ed è in qualche modo attrezzata, con piccoli punti ristoro qui e lì; Osaledda, invece, è la porzione di spiaggia dov’è collocato l’arenile ed è interrotta dalla costruzione del porto. E infine, c’è Osala, il paradiso terrestre.

Osala, fra colline e vegetazione mediterranea

Più piccola delle altre due spiagge, meno esposta e più raccolta, Osala è incanta per diverse ragioni. In primis, il colpo d’occhio: sembra quasi di trovarsi in Kenya, nel corso di un safari tra dune e mare. Sabbia e macchia mediterranea si fondono insieme e la presenza del rio Osala contribuisce alla sensazione tropicale, trasportando chiunque in una dimensione alternativa dove la natura regna incontrastata e dove l’uomo non è altro che un ospite occasionale.

 

Uno scorcio di Osala
Osala e il suo rio

La sabbia, fine e di colore dorato, si solleva leggera a ogni passo e ogni tanto si ritira, lasciando spazio a canne, enule marine, salicornie e tamerici. Poi, l’attrazione principale: il mare. Le acque di Osala sono trasparenti, di un azzurro cangiante e, durante alcune ore della giornata, si trasformano in un vero e proprio specchio che, riflettendo il paesaggio circostante, crea dei giochi di luce e colore strabilianti.

Il nuraghe e la strada per Osala

Ma c’è anche un altro motivo per visitare Osala: in cima al promontorio che divide la spiaggia di Osala da quella di Osalla si trova il nuraghe di Gulunie. Questa costruzione in pietra è una delle più caratteristiche della Sardegna e proprio quella di Gulunie è una delle pochissime ad affacciarsi proprio sul mare. Raggiungendo il nuraghe, dunque, si potrà godere di una vista panoramica senza pari, che abbraccia il Golfo e, al contempo, permette anche di ammirare i due corsi d’acqua dolce che scorrono ai piedi della collina.

Uno scorcio di Osala

Fonte: iStock

Le acque di Osala

Se a questo punto vi state chiedendo come raggiungere Osala, eccovi serviti: dovrete prima raggiungere Dorgali, comune in provincia di Nuoro. Da qui potrete informarvi con i vari centri turistici per usufruire di mezzi e navette altrimenti, se avete un mezzo vostro, basterà percorrere la Strada Statale 125 e arrivare al bivio che indica la Grotta di Ispinigoli. Da qui basterà seguire le indicazioni per la spiaggia, ben segnalata.

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Il Friuli-Venezia Giulia a bordo dei treni storici

Andare alla scoperta di una delle Regioni più belle e ricche di storia d’Italia, come si faceva una volta, è una delle esperienze più suggestive che si possano fare quest’anno.

Nel Friuli-Venezia Giulia stanno per partire i treni storici che portano alla scoperta di territori inediti attraversati da ferrovie che toccano siti Unesco, bellissimi borghi antichi – alcuni nell’associazione dei Borghi più belli di Italia – e luoghi di confine ricchi di storia.

Sono tante le occasioni tra il mese di agosto e di dicembre per visitare luoghi e bellezze naturali, ma anche per assistere a eventi, rievocazioni storiche, sagre, manifestazioni enogastronomiche e grandi eventi sportivi – come la Barcolana, che si svolge a ottobre -, in modo originale e sostenibile, nel segno del “turismo lento”, proprio come si faceva un tempo.

friuli-treno-storico

Fonte: @Ezio Dalcin

Un treno storico attraversa il Friuli-Venezia Giulia

A bordo dei treni storici

Si viaggia a bordo di treni d’epoca restaurati dalla Fondazione FS, con carrozze degli Anni ’30, le cosiddette “Centoporte”, con i salottini di legno lucido e le tendine ai finestrini, munite di bagagliaio e cappelliere e traniate da locomotive a vapore, elettriche o diesel.

Le partenze dei treni storici

I treni storici che attraversano il Friuli-Venezia Giulia partono il 5 agosto e viaggiano fino al 17 dicembre con un ricco calendario che comprende ben 21 appuntamenti.

I treni storici di agosto

Il primo treno a partire è il Tempus Express, un treno storico che il 5 agosto parte da Trieste e raggiunge la stazione di Gemona del Friuli per la rievocazione medievale Tempus est Jocundum. Ogni anno, ad agosto, la città friulana fa un tuffo nel passato e
si ripopola di figure e ambienti medievali come quella dei cavalieri e delle dame, ma anche mangiafuoco, artigiani nei loro mercati e taverne e di numerosi spettacoli di danza e di teatro in tutte le piazze. Una volta arrivati alla stazione di Gemona, alcune navette condurranno i passeggeri nel centro storico nel cuore della manifestazione.

Domenica 6 agosto,  da Sacile parte il Treno Natura che arriva alla stazione di Cornino, una località sulle sponde dell’omonimo lago con acque di colore verde-azzurro, da cui, con un servizio di bus, è possibile raggiungere gli 800 metri d’altezza e l’altopiano di Monte Prât. Ad attendere i partecipanti ci saranno guide specializzate che
accompagneranno il gruppo lungo un percorso a piedi ricco di bellezze naturalistiche e caratterizzato da diversi sentieri con suggestivi scorci sul fiume Tagliamento e il torrente Arzino, mentre nel pomeriggio è in programma la visita guidata alla Riserva Naturale del lago di Cornino, uno degli ambienti più interessanti dell’intero arco alpino per il birdwatching e per l’osservazione dei rapaci, in particolare dei grifoni, un luogo da cartolina.

Il 20 agosto parte il Treno del confine, trainato da una locomotiva elettrica, che collega Trieste a Palmanova, la splendida città-fortezza realizzata dalla Repubblica di Venezia e conosciuta per la sua pianta a forma di stella a nove punte, poi a Gradisca d’Isonzo fino ad arrivare a Redipuglia, lungo un itinerario sul filo della storia legato alle città simbolo che hanno segnato il confine. A Palmanova, conservata in condizioni straordinarie, modello di città ideale rinascimentale e di architettura militare e oggi sito Unesco, i passeggeri potranno partecipare gratuitamente a una visita guidata dedicata al tema della resistenza di confine; il viaggio prosegue per Sagrado e da lì, con le navette, fino a Gradisca d’Isonzo, annoverata tra i Borghi più belli d’Italia, per una visita del Museo documentario e del suo castello, ripercorrendo i camminamenti di ronda lungo le mura quattro-cinquecentesche; infine, si giunge a Redipuglia, nel cuore del Carso e dei
territori dove si sono scritte le pagine più intense del primo conflitto mondiale, e in cui sarà organizzata una visita guidata al museo della Grande Guerra e al Sacrario.

Il 27 agosto parte, invece, un treno tematico, il Treno delle lame, in occasione della manifestazione “Coltello in festa” che si svolge a Treviso e che porta i passeggeri a Maniago, città famosa in tutto il mondo per i suoi fabbri e per la produzione di coltelli e arnesi, in occasione del grande evento annuale dedicato alla miglior arte fabbrile e della coltelleria, con la possibilità di visitare le botteghe artigiane e le bancarelle, degustando le specialità tipiche e godendo di tanti momenti di intrattenimento e spettacolo.

I treni storici di settembre

A settembre sono cinque le date per viaggiare su un treno storico in Friuli-Venezia Giulia. Si comincia domenica 3 con il suggestivo Treno dei borghi più belli d’Italia. Si parte da Gemona a bordo di un treno con la locomotiva a vapore verso le stazioni di Sacile-Budoia e di Meduno, alla scoperta di due tra i Borghi più belli d’Italia: Polcenigo, con il sito Unesco palafitticolo di Palù di Livenza e la sua storica “Sagra dei cesti”, e Toppo, nel Comune di Travesio, un borgo rurale che conserva i resti del suo castello medievale.

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Fonte: @Archivio Fondazione FS

L’interno di una carrozza “Centoporte”

A vapore sono anche la locomotiva del treno storico per Friuli Doc, che il 10 settembre collegherà Trieste a Udine per immergersi nel grande festival annuale dedicato all’enogastronomia e scoprire gli aspetti più autentici e i sapori della cultura del Friuli- Venezia Giulia, così come quella del Treno tra abbazie, vigneti e colline, che domenica 17 settembre porterà i passeggeri da Trieste alla Festa dell’Uva di Cormons e a Rosazzo per una visita all’Abbazia.

Il 24 settembre sarà la volta del Treno Gusti di Frontiera, un “Centoporte” diesel che collegherà il capoluogo regionale alla città di Gorizia, dove si svolge ogni anno la manifestazione enogastronomica più grande del triveneto, “Gusti di Frontiera”, con più di cento stand culinari provenienti da tutto il mondo e un ricco palinsesto di iniziative culturali e di intrattenimento.

Il 30 settembre, invece, entrerà in funzione il Treno dei fumetti, da Gorizia a Pordenone e da Treviso a Pordenone, un’occasione per visitare il “Paff! Museo internazionale del fumetto” di Pordenone, dove saranno organizzati tour guidati gratuiti per i passeggeri del treno storico.

I treni storici di ottobre

Il mese di ottobre si apre con un doppio appuntamento legato a eventi agroalimentari: il 1° ottobre parte il Treno tra valli alpine e abbazie che da Trieste arriva a Carnia, da dove i passeggeri raggiungeranno in navetta Moggio Udinese per una visita guidata all’abbazia per poi proseguire verso Resiutta e immergersi nella Festa dell’agricoltura. Sempre il 1° ottobre parte il Treno sapori d’autunno tra Treviso e Cavasso Nuovo per la Festa della Cipolla Rossa di Cavasso Nuovo.

Domenica 8 ottobre sarà attivo il treno storico Treno Barcolana express con il collegamento Udine- Trieste in occasione della regata, mentre sabato 14 ottobre il Treno “Art and Food” partirà da Nova Gorica e Gorizia, che nel 2025 saranno insieme Capitali della cultura, così come da Treviso per raggiungere l’evento “Art and Food” di Pordenone.

Domenica 15 ottobre il Treno delle Mele Antiche darà il benvenuto a bordo ai passeggeri in partenza da Treviso alla volta di Frisanco, con fermata a Maniago, per la Festa delle Mele Antiche, mentre il 22 ottobre sarà possibile raggiungere la Festa della Zucca di Venzone partendo da Trieste a bordo di un “Centoporte” a locomotiva elettrica. Chiude il mese il Treno autunno in “Pedemontana del Friuli” che domenica 29 ottobre ripercorrerà da Sacile a Meduno i binari della ferrovia Pedemontana, trainato da una storica locomotiva a vapore attraverso paesaggi incredibilmente suggestivi.

I treni storici di novembre

A novembre saranno ben due gli appuntamenti dedicati alle Grande Guerra, il primo sabato 4 con il collegamento da Trieste a Redipuglia, per celebrare la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, mentre domenica 5 novembre il Treno Grande Guerra, trainato da una locomotiva a vapore, partirà da Udine in direzione Forgaria nel Friuli con fermata alla stazione di Cornino e Pinzano al Tagliamento, toccando i luoghi interessati dal primo conflitto mondiale.

Domenica 12 novembre chiude il mese un treno goloso, il Treno del Formaggio che va da Sacile a Gemona, dove avrà luogo la storica kermesse enogastronomica dedicata ai prodotti lattiero-caseari e alle tradizioni agricole.

I treni storici di dicembre

Gli ultimi treni, ma forse anche i più suggestivi, sono quelli che partiranno nel mese di dicembre e saranno dedicati alle tradizioni prenatalizie. Il 5 dicembre parte, infatti, da Triesteil Treno dei Krampus con direzione Tarvisio, in occasione della festa di San Nicola e della tradizionale uscita in maschera dei Krampus per le vie della città, mentre il 17 dicembre parte il suggestivo Treno dei presepi e dei Mercatini di Natale che collegherà Gemona del Friuli a Poffabro detto, appunto, “borgo dei presepi” per una visita dei presepi. Il treno proseguirà fino a Polcenigo – con fermata a Maniago – e poi a Sacile – stazione di Budoia – per un itinerario focalizzato sulla scoperta dei borghi con visita ai presepi tipici e ai Mercatini di Natale.

Poffabro Ph.Gaudenzio TurismoFVG

Fonte: @Gaudenzio – TurismoFVG

Poffabro, il paese dei presepi

 

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Lago Flathead, tra i più puliti del mondo

Nel cuore selvaggio e incontaminato del Montana, negli Stati Uniti, si cela un tesoro di rara bellezza: il Flathead Lake. Con un’estensione di oltre 200 miglia quadrate, è il più grande lago d’acqua dolce naturale ad ovest del Mississippi, una distesa di pura meraviglia che incanta chiunque abbia la fortuna di ammirarla.

Le sue acque cristalline, tra le più pulite al mondo, riflettono il cielo e le montagne circostanti, creando un suggestivo spettacolo di colori e luci.

Questo lago è un’oasi di pace e serenità, un rifugio dalla frenesia della vita quotidiana. È una meta imperdibile per gli amanti della natura, una vera delizia per gli appassionati di pesca e uno scenario ideale per avventure indimenticabili.

Se stai pianificando la tua prossima vacanza negli States, il Flathead Lake è un luogo da non perdere, che incanta, ammalia e che lascerà un’impronta indelebile nei tuoi ricordi.

L’eterna purezza del Flathead Lake

Lago Flathead

Fonte: iStock

Flathead Lake, Montana, Stati Uniti

Il Montana è una terra affascinante, dove la maestosità della natura si svela in tutta la sua grandezza. Migliaia di anni fa, i ghiacciai che hanno dato forma ai magnifici paesaggi del Glacier National Park, si sono estesi fino alla moderna Flathead Valley e hanno modellato il Flathead Lake.

Questo immenso lago d’acqua dolce, il più grande ad ovest del Mississippi, si estende per 185 miglia di costa e raggiunge una profondità massima di 370 piedi.

Incorniciato tra le imponenti catene montuose di Swan e Mission, questo è un luogo di straordinaria bellezza, un ampio specchio d’acqua blu che riflette il cielo limpido e azzurro, incantando con la sua incontaminata purezza.

Il Flathead Lake non solo offre panorami mozzafiato, ma anche una vasta gamma di attività coinvolgenti per i visitatori e gli abitanti locali. Le sue acque limpide sono irresistibili e invitano a immergersi in un’infinità di avventure acquatiche. Grazie ai venti favorevoli, infatti, questo lago è l’ideale per praticare sport come la vela, il kiteboarding o il kayak.

Inoltre, ci sono innumerevoli aree di campeggio dove è possibile trascorrere la notte sotto il cielo stellato. E se preferisci rilassarti ascoltando il dolce fruscio delle onde, le rive sono i luoghi ideali per picnic indimenticabili, dove potrai goderti un pasto con vista sulle montagne all’orizzonte.

Alla scoperta del Glacier National Park, il paradiso dei ghiacciai

Il Glacier National Park è una destinazione imperdibile per chiunque visiti il Flathead Lake. Famoso per le sue vette maestose, i suoi ghiacciai imponenti e la sua fauna selvatica, il parco offre un’avventura senza pari per gli amanti della natura e dell’outdoor. Lontano dal trambusto dei grandi centri urbani, è senza dubbio uno degli ecosistemi meglio conservati dell’America Settentrionale.

Nel 1995, l’UNESCO ne ha riconosciuto l’importanza ecologica e culturale, dichiarandolo Patrimonio dell’Umanità.

Il territorio, che comprende due catene montuose, con una superficie di oltre 4.000 km², oltre 200 laghi e 1000 miglia di fiumi, è un rifugio per centinaia di specie animali, come gli orsi Grizzly, nonché un ambiente di straordinaria ricchezza e biodiversità.

Nella regione settentrionale delle montagne del nord, la natura si manifesta in tutta la sua grandiosità. Le cascate si tuffano da altezze vertiginose nelle profondità verdi e misteriose delle valli, creando sfumature di luci e colori che ti lasceranno senza fiato. Puoi passare le giornate esplorando i sentieri escursionistici, ammirando i paesaggi incontaminati o ascoltando il suono del vento che sussurra tra gli alberi.

Nel Glacier National Park, gli amanti dell’avventura possono praticare sport adrenalinici come il rafting, o fare gite fluviali panoramiche, viaggi e tour di pesca.

Infine, a discapito della sua strabiliante bellezza, vale la pena considerare che questo parco una volta vantava la presenza di 150 ghiacciai. Tuttavia, a causa dei cambiamenti climatici, oggi ne rimangono solo 26. Gli scienziati prevedono che, secondo i modelli e i trend attuali, questi ghiacciai potrebbero completamente scomparire entro il 2030, modificando drasticamente il paesaggio naturale del National Park.

Pertanto, se sei alla ricerca di un posto unico e selvaggio, non perdere altro tempo. Il tuo viaggio di avventura ti sta aspettando.

Glacier National Park

Fonte: iStock

Swiftcurrent Lake al tramonto, Glacier National Park, Montana
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Questo è uno dei musei più importanti d’Europa e devi visitarlo adesso

È tra i musei più importanti di Europa, tra i luoghi di Berlino che vale la pena inserire nelle tappe imperdibili se si programma un viaggio nella capitale tedesca. Stiamo parlando del Pergamonmuseum da visitare adesso, perché presto verrà chiuso per permettere importanti lavori di ristrutturazione.

Uno stop agli accessi che, tra le altre cose non sarà breve, e per questa ragione è bene non rimandare una visita ai suoi spazi espositivi se già si aveva in programma un viaggio nella città. Al suo interno vengono custodite alcune opere importantissime e che richiamano turisti da tutto il mondo. Quanto tempo resterà chiuso? E perché?

Per quanto tempo resterà chiuso il Pergamonmuseum

Già da adesso alcune sale non sono visitabili, ma presto la struttura verrà chiusa al pubblico: il Pergamonmuseum, infatti, è oggetto di importanti lavori che rientrano nell’ambito del Museumsinsel Master Plan che prevede la realizzazione di opere che proietteranno quest’area, nota come l’isola dei musei, nel futuro.

La struttura museale resterà chiusa a partire dal 23 ottobre 2023, la riapertura è prevista quattro anni dopo, ovvero nella primavera del 2027. I lavori sono già in corso e si sono focalizzati sull’ala nord e sulla parte centrale del museo, dove si trovano la sala ellenistica e la sala Pergamon. Queste dovrebbero essere le prime aree del museo a riaprire i battenti. L’ala sud, invece, verrà ristrutturata e, in generale, è prevista per tutto il museo la realizzazione di nuove sezioni, ristrutturazione e ricostruzione.

Proprio per venire incontro a coloro che hanno deciso di visitare il museo prima della sua lunga chiusura è stato previsto un orario di apertura più lungo. Nello specifico a partire dal primo luglio (e fino a domenica 22 ottobre) si potrà accedere al Pergamonmuseum di Berlino nelle seguenti giornate: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 9 alle 19. Il giovedì, invece, dalle 9 alle 20.

Cosa si può ammirare al Pergamonmuseum

Dall’altare di Pergamo, imponente e bellissimo reperto di arte ellenistica, alla porta di Ishtar con il suo azzurro e che colpisce subito lo sguardo, fino alla porta del mercato di Mileto, senza dimenticare la possibilità di camminare per la via delle processioni di Babilonia: il Pergamonmuseum è un concentrato di reperti che ci fanno fare un salto indietro nel tempo, fino ad arrivare alla storia più lontana. Ora non è tutto visitabile, ma resta comunque una tappa imperdibile se si pianifica una vacanza a Berlino.

Le opere spaziano e al suo interno si possono ammirare la Collezione di Antichità Classiche, il Museo del Vicino Oriente Antico e il Museo di Arte Islamica.

Anche l’edificio ha un importante valore artistico e architettonico: si trova nell’isola dei musei, dove si trovano cinque istituzioni museali più la James-Simon-Galerie. Quest’area cittadina di Berlino nel 1999 è stata inserita dall’Unesco nei Patrimoni dell’Umanità. La struttura che ospita il Pergamonmuseum è stata progettata dall’architetto Alfred Messel e realizzata tra il 1910 e il 1930.

Durante la sua chiusura resterà visitabile dal pubblico l’Antikensammlung, ovvero la collezione di antichità classiche, mentre sculture e oggetti del Pergamonmuseum verranno via via esposti nello spazio temporaneo che è stato allestito di fronte all’isola dei musei, nota anche come Museumsinsel, che si trova lungo il fiume Sprea.

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Cittaslow Metropolis arriva a Roma, la prima in Italia

Avete presenti quei luoghi in cui il tempo scorre lento, dove le cose si fanno con il sorriso e in cui si vive rispettando il prossimo e l’ambiente? Sono i nostri piccoli e magnifici borghi, realtà che sono dedite al “buon vivere” e dove è in atto un modello urbano più umano e sicuro, un turismo più lento e sostenibile che valorizza persone e territorio, tradizioni e tipicità. E adesso c’è una grande novità: tutto ciò è stato trasferito anche in un bellissimo quartiere di una grande città, la prima in tutta Italia: Roma.

Roma Cittaslow: cosa significa

Cittaslow Metropolis si basa su un’idea di turismo che esce dalle dinamiche tradizionali e che in cambio valorizza le relazioni con la comunità locale, alla scoperta di un ventaglio di esperienze da “vivere e condividere”.

Lentezza positiva, economia circolare, resilienza, sostenibilità e cultura, giustizia sociale, sono alcuni dei principi guida di Cittaslow, un’associazione che raggruppa piccoli comuni e città.

Chiamata anche Città del Buon Vivere, si pone l’obiettivo di preservare lo spirito di ogni comunità, trasmettendo memoria e conoscenza alle nuove generazioni, per renderle consapevoli del loro patrimonio culturale. Al contempo, ha anche lo scopo di promuovere e applicare innovazione tecnologica, di sistema e gestione, a favore della sostenibilità.

Oggi Cittaslow è un marchio di qualità presente in 88 comuni italiani, connessi alla rete internazionale di 300 città, distribuite in 33 paesi. Un circuito di eccellenza che vede ogni anno la realizzazione di progetti che concretamente migliorano la vita dei cittadini e del pianeta.

In tutto il mondo, inoltre, sono sempre di più le metropoli che sono interessate ai progetti di Cittaslow: dopo le sperimentazioni a Barcellona in Spagna, Busan in Corea del Sud, Bruxelles in Belgio, Taipei a Taiwan e più recentemente a Izmir in Turchia, è la volta dell’Italia e in particolare del rione Esquilino di Roma.

Il rione Esquilino

Il rione Esquilino è un quartiere centralissimo della nostra Capitale. Oltre a essere il nome del rione, è anche uno dei sette famigerati colli di Roma insieme a Campidoglio, Viminale, Palatino, Aventino, Celio e Quirinale. Il colle è formato da ben tre sommità:

  • l’Oppius, più noto come Colle Oppio, ovvero il settore meridionale dove si trovano le Terme di Tito e di Traiano;
  • il Fagutal, la punta occidentale e dove sorge la magnifica chiesa di S.Pietro in Vincoli;
  • il Cispius, la zona settentrionale, dove si trova l’altrettanto eccezionale S.Maria Maggiore.

Edifici che, va specificato, non sono tutti appartenenti al rione, ma sicuramente molto vicini ad esso.

Oggi il rione Esquilino è il simbolo della Roma multietnica, probabilmente anche a causa della sua vicinanza con la Stazione Termini. Una zona davvero colorita, tanto che il romano ama definirla come il posto in cui “tutta Roma ce passa”. Un quartiere in cui, tra le altre cose, è molto facile incontrare volti noti del cinema e del panorama culturale italiano che lo hanno scelto come loro dimora.

Tra le cose da visitare in questo quartiere, non possiamo non menzionare l’Aquario Romano, un monumento che svetta in piazza Manfredo Fanti e circondato da un piccolo giardino. Ispirato a tipologie architettoniche classiche, dal 2002 è sede della Casa dell’Architettura.

Poi ancora la meravigliosa Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, una delle sette chiese di Roma facente parte del tradizionale itinerario di pellegrinaggio reso celebre da san Filippo Neri.

Imperdibile è la famigerata Piazza Vittorio Emanuele II, una piazza completamente porticata secondo la moda piemontese, unica nel suo genere a Roma. Al centro c’è un grande parco in cui sono custoditi alcuni importantissimi reperti antichi, così come una misteriosissima Porta Alchemica.

Infine, ma le bellezze dell’Esquilino non sono finite qui, la monumentale Porta Maggiore, una delle più solenni architetture dell’Impero Romano.

Cittaslow Metropolis all’Esquilino

Il concetto del buon vivere di Cittaslow ha conquista Roma, e in particolare il Rione Esquilino, Municipio Roma I Centro con DMO ES.CO. Esquilino Comunità – La Porta di Roma. Lo scopo, come vi abbiamo spiegato poco sopra, è quello di portare anche nelle grandi città e nei quartieri metropolitani la filosofia “slow” che caratterizza i piccoli borghi.

Il movimento Cittaslow, infatti, è oggi il riferimento per gli ambienti accademici e tecnici a livello mondiale che si avvicinano alla “lentezza positiva” nel pianificare, realizzare e gestire le città. Concetto, quest’ultimo, sempre più importante e urgente a livello internazionale, nelle politiche per la qualità urbana ad ogni livello.

Anche nella Capitale l’approccio slow al turismo è sempre più necessario, e come è giusto che sia passa attraverso la valorizzazione delle attività dei singoli rioni e quartieri. Un esempio viene proprio dalla DMO ES.CO. Esquilino Comunità – La Porta di Roma, ente no profit che si occupa della promozione di tutte le potenzialità turistiche del rione capitolino e di cui il Municipio Roma I Centro è associato.

L’idea di turismo esce quindi dalle dinamiche tradizionali e valorizza le relazioni con la comunità locale. Ed è proprio all’Esquilino che questa forma di turismo è più facilmente attuabile: è caratterizzato dalla presenza di una comunità vivace, attiva e proattiva, portavoce di tante culture diverse.

Al contempo, questo centralissimo quartiere di Roma rappresenta una realtà dove cittadini e turisti possono trovare una vasta rete di servizi di prossimità come piazze verdi, fermate del trasporto pubblico, luoghi culturali e sportivi, basiliche e teatri.

“Un rione non solo vivo, ma vissuto” ha dichiarato Letizia Casuccio, la presidente della DMO ES.CO. Esquilino Comunità – La Porta di Roma. “Sempre di più si tratta di condividere con gli ospiti non solo le proprie bellezze, ma anche e soprattutto i propri valori. Valori che assumono di volta in volta, e magari tutti insieme, il nome di sostenibilità, accessibilità, equità sociale, solidarietà, salute, rispetto delle diverse identità”.

Tra le best practices di slow tourism della DMO ES.CO. Esquilino Comunità – La Porta di Roma ci sono ad esempio: gli Itinerari Giubilari, la partnership con i Cammini, in particolare con La Via Francigena, la creazione di circuiti enogastronomici, l’urban trekking e le attività sportive a ritmo lento di Piazza Vittorio. Ma anche le numerose offerte culturali come le mostre di Palazzo Merulana, le rassegne cinematografiche, letterarie e teatrali.