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Roma non smette di stupire: la nuova scoperta è eccezionale

Ciò che dopo tre lunghi anni di lavoro è emerso dalla viscere di Roma è davvero sorprendente perché i resti appena rinvenuti sono parte di un tesoro che si credeva fosse andato ormai perduto. Qualcosa che si pensava fosse impossibile ritrovare e invece, per nostra fortuna, così non è stato.

Riemerso il teatro di Nerone a Roma

Gli scavi condotti a Roma hanno riportato alla luce una struttura imperiale di notevole importanza: parte del Teatro di Nerone, il quinto imperatore romano, insieme a reperti di altre epoche. La scoperta è avvenuta sotto la direzione scientifica prima di Renato Sebastiani e poi di Alessio De Cristofaro, archeologi della Soprintendenza di Roma.

Condotto sul campo da Marzia Di Mento con il team Mdm archeologia, il ritrovamento è stato fatto presso la corte interna di Palazzo della Rovere in via della Conciliazione, a pochi passi dal confine con il Vaticano e dalla Basilica di San Pietro.

Oltre alla parte sinistra della cavea a emiciclo, le colonne lavorate con marmi pregiati, le decorazioni a stucco con foglia d’oro e alcuni ambienti utilizzati come depositi di costumi e scenografie che identificano gli edifici ritrovati come il Theatrum Neronis, sono emerse anche alcune tracce delle attività produttive e di pellegrinaggio d’età medievale alla tomba dell’apostolo Pietro.

Poi ancora reperti importantissimi che vanno dalla tarda età repubblicana al XV secolo, come rarissimi esemplari di calici vitrei a colonnetta, brocche e materiale ceramico, ossa di animali trasformate in strumenti musicali e cerniere per mobili, grani di rosari e insegne.

È stata rinvenuta persino una successione di tracciati stradali più volte rifatti e sistemati, collegati all’approdo sul Tevere a valle di Ponte Sant’Angelo, o Portus Maior, due insegne da pellegrino (Volto Santo di Lucca e Santa Vergine di Rocamadour) e una fiaschetta sagomata a forma del gallo di San Pietro.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

È abbastanza intuibile che la scoperta avvenuta a Roma è più che straordinaria. Come si può leggere sul Corriere della Sera, Daniela Porro l’ha definita di “eccezionale importanza”. Ma del resto parliamo di un ritrovamento che è stato fatto a una profondità media di cinque metri rispetto all’attuale piano strada e in una zona, quella nei pressi del Vaticano, che nel corso dei secoli ha subito trasformazioni enormi.

Nonostante la stratigrafia complessa e la necessità di ulteriori studi utili a confermare le ipotesi dei ricercatori, gli esperti concordano che i resti siano indentificabili proprio con quelli del Theatrum, fino ad ora legato solo alla sola memoria letteraria e circondato da misteri leggendari.

Due strutture in opera laterizia ritrovate sono infatti databili all’età giulio-claudia, mentre la tecnica con cui sono state costruite sarebbe la prova di un grande impegno economico e tecnico che non può essere altro che il frutto di una committenza di alto rango, come si può comprendere anche dalle raffinate decorazioni.

Per non parlare della pianta a emiciclo, con muri radiali e un sistema di accessi e di scale, che sono caratteristiche tipiche di una cavea teatrale, su cui sorgevano le gradinate per il pubblico.

I prossimi passi

Questo eccezionale ritrovamento è avvenuto presso i giardini di Palazzo della Rovere, sede dell‘Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Per questo motivo la Sovrintendenza e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme lavoreranno insieme con lo scopo di realizzazione un progetto volto a valorizzare gli scavi e renderli almeno in parte fruibili.

Presto potremo perciò ammirare gli oggetti ritrovati durante gli scavi in uno spazio museale che verrà creato a Palazzo della Rovere. A ottobre, invece, potremo visionare le immagini dell’eccezionale scoperta del Teatro di Nerone e degli scavi archeologici sul programma televisivo ‘Sotto il suolo di Roma’, in onda su Rai Storia.

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In Sardegna c’è un giardino bellissimo, che pochi conoscono

Si affaccia sul mare cristallino della baia di Nora, sulla costa Sud-Ovest della Sardegna, uno dei giardini più belli d’Italia. Con il suo verde lussureggiante, che offre ombra e refrigerio d’estate e colorate fioriture nei mesi più freddi, incornicia le bianche spiagge che s’affaccia su questo tratto di costa, forse il più bello dell’isola.

In Sardegna è nato un nuovo giardino

È il Giardino del Sant’Efis Hotel che è appena entrato a far parte del circuito dei Grandi Giardini Italiani, di cui fanno parte altri 144 giardini sparsi in tutta Italia.

È un giardino privato, in quanto fa parte di un bellissimo boutique hotel, ma chiunque può entrare a visitarlo e a godere della sua magnificenza.

Prende il nome da San Efisio, il santo martire venerato in tutta la Sardegna. La sua posizione è molto strategica e regala agli ospiti dell’hotel e ai visitatori una vista panoramica senza precedenti, creando una sensazione di totale immersione nella bellezza naturale che lo circonda, una vera e propria oasi di tranquillità.

Un’oasi magnifica

Il progetto del giardino è stato affidato all’ingegnere paesaggista Maurizio Usai, che ha ideato un parco sensoriale, unico nel suo genere per sfumature di colori e di profumi.

Nel suo progetto del Giardino di Sant’Efis, Usai ha voluto portare avanti la tradizione sarda per le piante sub tropicali: infatti, la città di Pula nell’Ottocento era nota per le scoperte botaniche del Marchese di Villarmosa, che acclimatava piante rinvenute principalmente in Argentina, Brasile e Uruguay, importando le prime jacarande, i ficus magnolioide e le phytolacca.

Queste piante si sono adattate perfettamente al clima della Sardegna. Quindi, Usai ha integrato alle piante già esistenti, come le palme e i folti arbusti di strelitzie, una collezione di hibiscus. Vicino al mare si possono ammirare hibiscus di colore giallo, molto rari e di grande impatto.

L’altro famoso giardino sardo

In Sardegna esiste un altro giardino che già da qualche anno appartiene ai Grandi Giardini Italiani. Si tratta del Beranu Froriu, meglio conosciuto come Il giardino di Turri, un parco divenuto celebre per le sue magnifiche fioriture di tulipani, e che si trova nel centro della Sardegna, una zona pianeggiante che prende il nome di Marmilla.

Questo parco di sette ettari è un imperdibile paradiso per chi ama le fioriture primaverili e desidera ammirare gli splendidi tulipani anche in Sardegna: ne fioriscono ben 500.000, oltre alle rose e ad altre 450 varietà di fiori, tra cui peonie, muscari, iris, giacinti, ranuncoli, allium e narcisi.

Estate tra i Grandi Giardini Italiani

“Anche in estate i giardini offrono un’occasione di svago, in cui ammirare la natura, ma anche scoprire il nostro immenso patrimonio artistico e culturale”, spiega Judith Wade, CEO dei Grandi Giardini Italiani. “Un’opportunità anche per trovare giovamento dall’afa e dalla folla delle località di mare”. E per chi trascorre le vacanze al mare in Italia ci sono altri splendidi giardini che si possono visitare.

In Liguria fanno parte dei Grandi Giardini Italiani quelli di Villa Marigola a Lerici, di Villa Durazzo e La Cervara a Santa Margherita Ligure, i Giardini di Villa della Pergola ad Alassio, famoso per le fioriture di glicini, e quelli di Villa Grock a Imperia, appartenuta al Re dei clown.

Nelle Marche ci sono i giardini di Villa Imperiale e di Villa Caprile a Pesaro.

Nel Lazio si possono visitare i giardini di Villa Bell’Aspetto a Nettuno e la Fondazione Nicola del Roscio – Giardino Botanico a Gaeta.

In Campania ne fanno parte il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, il Parco Idrotermale del Negombo e i Giardini La Mortella a Ischia e, infine, Villa San Michele ad Anacapri.

Ma i giardini più numerosi sono in Sicilia. Qui si possono visitare il Giardino di Casa Pennisi ad Acireale, quelli di Radicepura a Giarre, l’Orto Botanico di Palermo, la Fondazione Casa Cuseni e Villa Schuler a Taormina e il Giardino dell’Impossibile a Favignana. Uno più bello dell’altro.

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Robert De Niro innamorato di Napoli e dei suoi quartieri

Quest’anno vanno tutti pazzi per Napoli. Boom di turisti italiani dopo il grande successo della fiction Tv “Mare fuori“, ma anche di turisti stranieri dopo che la squadra di calcio cittadina ha vinto lo scudetto.

Per celebrare la vittoria, la città si è illuminata di azzurro, il colore della maglia ufficiale dei calciatori del Napoli: dalla Fontana del Nettuno al Maschio Angioino alla facciata di Castel dell’Ovo, tutti i luoghi simbolo di Napoli rendono omaggio a una vittoria attesa da 33 anni. Ma non solo: bandierine, murales e festoni sono apparsi un po’ in tutta la città che oggi appare ancora più gioiosa e più bella.

De Niro turista a Napoli

E insieme a tanti turisti curiosi sono arrivate anche le celebrity, attirate dal richiamo di questa splendida città in festa. L’ultimo a essere stato attratto da Napoli è Robert De Niro.

In vacanza in Italia da qualche giorno sta girando il Belpaese a bordo di un mega yacht. Si era già fatto immortalare a Panarea, alle Eolie, dove ha trascorso una vacanza insieme ad alcuni amici mentre era al ristorante davanti a un piatto di gnocchi, melanzane e tartare di verdure, poi aveva fatto tappa a Capri, nella Penisola Sorrentina e sulla Costiera Amalfitana.

Una Napoli insolita

A Napoli, l’attore ha visitato diversi luoghi della città, anche non convenzionali. Ha girato per il folkloristico rione Sanità, reso celebre dalla fiction “Mina Settembre“, con Serena Rossi. Ha visitato lo Jago Museum, il nuovo museo dello scultore-fenomeno italiano degli ultimi anni, nella chiesa di Sant’Aspreno ai Crociferi, nel cosiddetto Borgo dei Vergini.

La pizza napoletana

Il divo hollywoodiano, nel suo giro partenopeo, tra selfie e autografi distribuiti qua e là, non ha potuto esimersi dal provare una vera pizza napoletana e ha scelto una famosa pizzeria del rione Sanità così come ha voluto assaggiare il famoso fiocco di neve, uno dei dolci più celebri di Napoli.

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Bergamo e Brescia elogiate da ‘El Mundo’: “Due gioielli italiani da scoprire”

La bellezza paesaggistica e monumentale, la storia che si lascia attraversare, la vivacità culturale e le tradizioni gastronomiche di Bergamo e Brescia varcano i confini italiani e approdano in Spagna, sulle pagine del quotidiano El Mundo. L’articolo si dipana come un viaggio alla scoperta delle due città, invitando i visitatori a visitarle e stuzzicando la loro fantasia attraverso la descrizione di peculiarità e curiosità di questi “due gioielli della Lombardia che, oltre a condividere una regione del nord del Paese, quest’anno si fregiano insieme del titolo di Capitale Italiana della Cultura 2023”.

Bergamo e Brescia, raccontate da El Mundo

“In una è stato inventato il famoso gelato alla stracciatella, ispirato all’omonima zuppa fatta con brodo e uovo sbattuto. L’altra ha vinto l’ultima edizione del concorso per il miglior panettone del mondo”. Così Isabel García inizia il suo articolo pubblicato su El Mundo in cui celebra Bergamo e Brescia, “lontane dal classico circuito di Roma, Firenze o Venezia ma con tanta storia, bellezza e brio come ognuna di loro”.

Come ricorda la giornalista spagnola, è la prima volta che due città detengono contemporaneamente l’ambito riconoscimento, dando vita a una sola Capitale della Cultura. Lo stesso tema portante, “La città illuminata”, intenzionalmente singolare e non plurale, è una prima testimonianza della decisione che Bergamo e Brescia hanno preso nel progettare insieme questo anno speciale. I visitatori sono invitati a scoprire questi “tesori nascosti” a circa un’ora da Milano,  separati da una cinquantina di chilometri, godendo dei progetti e iniziative che nel 2023 le stanno vedendo brillare più che mai, tra mostre, festival, concerti e programmi imperdibili.

Ma come appaiono queste due perle italiane agli occhi degli stranieri? Ciò che colpisce al primo sguardo è lo splendido paesaggio in cui sono incastonate, “al riparo tra montagne verdi, vallate lussureggianti, laghi eterni (come il Garda) e castelli arroccati prodigiosamente sulle colline”. E poi c’è il loro autentico fascino senza tempo, una storia che si legge su ogni pietra, ciascuna scritta nel suo modo peculiare. “Bergamo è medievale, preziosa ed elegante. Brescia, importante colonia romana nell’antichità”. La penna si sofferma quindi su una descrizione più dettagliata di ciascuna delle due città, svelando curiosità e attrattive, e guidando i lettori in un viaggio che ha in sé tutto il gusto autentico della scoperta.

Bergamo, attrazioni imperdibili e curiosità culinarie

Si comincia con Bergamo, partendo da Piazza Vecchia, epicentro della Città Alta, descritta dal celebre architetto Le Corbusier come “la più bella d’Europa”, con il Palazzo della Ragione, la fontana Contarini e le sue trattorie, la contigua Piazza del Duomo e la basilica di Santa Maria Maggiore. Le suggestioni medievali sono ancora palpabili nei 100 rintocchi del Campanone della Torre Civica, che continuano a suonare ogni sera alle 22, per ricordare quando le quattro porte della città si chiudevano per il coprifuoco notturno.

Nella zona bassa, invece, la giornalista di El Mundo invita a non perdere l’Accademia Carrara, considerata il museo del collezionismo italiano, che offre un viaggio di cinque secoli attraverso la storia dell’arte italiana, dal Rinascimento all’Ottocento, tra capolavori firmati da Botticelli, Raffaello, Bellini, Rubens, Tiziano o Caravaggio, il cui allievo, Cecco, è protagonista di una delle mostre chiave di questo 2023.

A stuzzicare la curiosità (e il palato) dei visitatori è anche la storia del primo gelato alla stracciatella, “inventato nel 1961 al caffè La Marianna per mano di Enrico Panattoni, il suo titolare, che ideò un composto che veniva stracciato versando cioccolato fuso sopra una crema di panna, latte, tuorli e zucchero. Nel bar si usano ancora le macchine verticali di allora, le Carpigiani L40, con campana in rame stagnato. Da notare – ricorda Isabel García – che la cucina è una parte vitale di Bergamo, tanto da essere stata Città Creativa della Gastronomia dall’Unesco e Città Europea del Formaggio, con 30 tipologie offerte”.

Bergamo

Fonte: iStock

Bergamo, tra attrazioni e curiosità

Brescia, viaggio nella natura, nella storia e nel gusto

Da Bergamo si parte alla volta di Brescia, e l’articolo di El Mundo ricorda che ci sono diversi modi per farlo. Tra questi, la pista ciclabile di 155 chilometri tra castelli, monasteri, uliveti e montagne, e la Via delle Sorelle, un percorso escursionistico bidirezionale di 130 chilometri in sei tappe che attraversa 36 comuni, mostrando il lato più verde e naturale delle due città, oltre alle loro meraviglie urbane.

Fiore all’occhiello della città è il Parco Archeologico di Brixia, la Brescia romana, patrimonio dell’UNESCO, che offre un percorso nella città antica tra i più significativi e meglio conservati d’Italia. Qui si può camminare nella storia, tra il santuario di età repubblicana, il Capitolium con i resti di età imperiale e le integrazioni museali ottocentesche, la Vittoria Alata, con parte del deposito dei bronzi e il Teatro Romano.

Fno al termine dell’anno, Piazza Vittoria ospita il portale “The gate 2023”, realizzato in occasione di Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura. Il progetto consiste in due installazioni (l’altra situata a Bergamo in piazza Matteotti), che collegano in tempo reale le due città e permettono un’interazione diretta ed esperienziale per tutti coloro che le attraverseranno.

Oltre ai vari tesori artistici, architettonici e culturali, Brescia è famosa anche per un altro fenomeno pressoché unico in Italia: la cosiddetta “piazza delle due cattedrali”, con il Duomo Nuovo che si erge maestoso al centro di Piazza Paolo VI, vantando la terza cupola più alta d’Italia, e il Duomo Vecchio, conosciuto anche come “Rotonda” per la sua forma circolare – fu costruito a partire dal 1.100 da una antichissima Corporazione di muratori specializzati.

Lo sguardo viene poi rapito dal Castello arroccato sul colle Cidneo, che costituisce uno dei più affascinanti complessi fortificati d’Italia e il secondo più grande d’Europa, in cui si possono leggere ancora oggi i segni delle diverse dominazioni. Tra le sua mura, accoglie anche due musei: il Museo delle Armi Luigi Marzoli e il Museo del Risorgimento Leonessa d’Italia. Ai suoi piedi – si legge ancora su El Mundo – si trova, invece, il prestigioso vigneto Pusterla, riconosciuto come il più grande vigneto urbano produttivo del Vecchio Continente. Infine, la giornalista spagnola invita a non lasciare Brescia senza aver prima provato alcuni dei suoi piatti forti: i casoncelli, tipici ravioli bresciani ripieni di carne, e per dessert, il bossolà, descritto dall’autrice spagnola come “una sorta di delizioso panettone con un buco al centro”.

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Brescia, viaggio nella natura e nella storia
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Gjipe Beach, meta da non perdere in Albania

L’Albania è un Paese sorprendente e che, nonostante non sia estesissimo, nel suo territorio racchiude numerose meraviglie come siti archeologici, paesaggi naturali emozionanti, località di mare meravigliose e villaggi antichi in cui il tempo pare essersi fermato.

Negli ultimi anni sta tornando alla ribalta come destinazione per le vacanze, soprattutto quelle estive, tanto che alcuni suoi luoghi che prima erano un segreto sono oggi mete sempre più ricercate dai turisti, ma che per fortuna mantengono intatto il loro fascino. Ne è un’esempio la monumentale e straordinaria Gjipe Beach.

Dove si trova

Gjipe Beach è una gioia per gli occhi che prende vita nel Sud del Paese e, per la precisione, tra le città di Ilias e Vunò, a circa 50 chilometri dal confine con la Grecia. In sostanza, non sorge a troppa distanza dalla più famosa – ma comunque bellissima – spiaggia di Dhermi, ma a differenza di quest’ultima riesce ancora a tenersi stretta la sua più pura autenticità.

Complessa da raggiungere, è ancora adesso – seppur molto meno rispetto al passato – una spiaggia semi-deserta che sembra voler catapultare il suo visitatore su un’isola dispersa nel nulla. Una destinazione ancora non affollata, ma che data la sue indiscutibile bellezza è destinata a diventare uno dei luoghi più visitati della costa meridionale albanese.  Ciò vuol dire che per cogliere il massimo del suo splendore occorre visitarla il prima possibile.

Cosa aspettarsi

La Spiaggia di Gijpe è un luogo dalla bellezza millenaria. Non stiamo scherzando, perché è il frutto del lunghissimo lavoro della natura che nel corso dei secoli ha dato vita a un posto dalle proporzioni e dai colori perfetti.

Vi basti pensare che si trova alla fine di un maestoso canyon e che è circondata da imponenti rocce che a loro volta proteggono una ricca vegetazione. Accarezzata da acqua limpida e cristallina, sfoggia una sabbia bianca come il latte che alle volte è interrotta da alcuni massi pittoreschi.

Come arrivare

Nonostante sia sempre più gettonata tra i viaggiatori che scelgono l’Albania come loro meta di vacanza, Gijpe Beach non è ancora presa d’assalto dai turisti e, molto probabilmente, il merito di questa sua autenticità è da ricondurre alle difficoltà per attraccarvi.

Noleggiando un’automobile, e in particolare una jeep perché non esiste una strada asfaltata per raggiungerla, occorre arrivare e svoltare presso Manastiri i Shen Theodhorit e dopo 2,5 chilometri si arriva a un parcheggio da dove parte una via che conduce al mare.

In realtà in questo tratto una jeep può essere utilizzata, ma la verità è che è altamente sconsigliato: la discesa è lunga 1,5 chilometri e con un dislivello di 135 metri che non sono l’ideale per chi ha paura delle altezze. Meglio a piedi, anche per ammirare lungo la strada i vari bunker che purtroppo sono testimoni di un passato triste ma che in qualche modo, grazie al contrasto con i colori accesi della natura circostante, riescono a donare speranza.

Se non si possiede un mezzo proprio, è possibile salire su un autobus che passa da Dhermi o Saranda. Il consiglio in questi casi è farsi aiutare dall’autista perché occorre scendere alla curva per Gjipe. Da qui la distanza è di 4 chilometri.

Altri modi per raggiungere questo paradiso chiamato Gjipe sono la barca o il kayak.

Escursionismo sul Canyon di Gjipe

È possibile fare escursionismo sul Canyon di Gjipe, ma è necessario essere a conoscenza che è molto difficile e che quindi bisogna essere veri esperti. Il tragitto ha inizio vicino alla strada principale e, dal momento che la via di ritorno attraverso il canyon è praticamente impossibile – a meno che non si lascino corde appese alle rocce mentre si scende – è meglio combinare questa esperienza con un pernottamento su questa idilliaca spiaggia.

La “passeggiata” attraverso il canyon è di 2,5 chilometri da fare su un sentiero roccioso, spesso molto ripido e pericoloso, e con arrampicata necessaria in alcuni punti.

Insomma, la Spiaggia di Gjipe è uno splendido sogno che diventa realtà, ma per raggiungerla occorre faticare un pochino.

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Questo borgo sul mare è un gioiello da scoprire

Un piccolo borgo affacciato sul mare, lontano dal turismo di massa, dalle grandi folle e, per questo, luogo ideale per trascorrere delle giornate rilassanti immersi nel fascino di scorci che sembrano rubati da una cartolina. Perché qui il mare è  fantastico (lo dimostrano i riconoscimenti), uno specchio azzurro dalle mille sfumature, la natura ci regala panorami mozzafiato e l’offerta turistica è di alta qualità.

Ci troviamo a Pioppi, frazione sul mare del comune di Pollica in provincia di Salerno. Siamo lungo la costa del Cilento, una delle più amate e visitate. Qui, in questo piccolo borgo che conta circa 300 anime, è stata studiata la dieta mediterranea. Sempre qui si possono trascorrere giornate sulla spiaggia, ammirare le tante bellezze architettoniche del luogo e fare un’immersione nella natura.

Pioppi: il borgo tra mare, terra e dieta mediterranea

Ecoturismo, salvaguardia del territorio, servizi che rispettano l’ambiente ed enogastronomia: sono alcune delle ragioni per cui anche nel 2023 il Comune di Pollica (e di conseguenza le sue frazioni sul mare) ha conquistato le cinque vele dalla Guida Blu 2023 di Legambiente e Touring Club Italiano arrivando in terza posizione, un riconoscimento che si aggiunge alla Bandiera Blu che viene assegnata dalla FEE alle località costiere che rispondono a determinati criteri di qualità nelle acque e nei servizi.

E Pioppi, una delle sue frazioni sul mare, è uno dei luoghi in cui fare il pieno di benessere, bellezza e relax. Incastonato lungo la costa del Cilento, è senza dubbio uno dei suoi gioielli da scoprire.

Una passeggiata lungo il suo suggestivo lungomare, qualche ora trascorsa in spiaggia (si trova sia di sabbia sia di ciottoli), ma anche un viaggio alla scoperta delle sue tante bellezze architettoniche rendono questo luogo un piccolo concentrato di bellezza.

Oltre al mare, senza dubbio tra le sue attrazioni più affascinanti, vi sono due interessanti musei. Questi ultimi sono ospitati a Palazzo Vinciprova. Il MUSea – Museo Vivo del Mare di Pioppi ha aperto i battenti all’interno di questa struttura che viene denominata Castello dagli abitanti del luogo. Inaugurato nel 1998, dal 2013 viene gestito da Legambiente Onlus e si trova al piano terra dell’edificio. Al secondo piano, con la stessa gestione, trova la sua collocazione l’Ecomuseo della Dieta Mediterranea.

E questo luogo non è stato scelto a caso, infatti è proprio in questo piccolo borgo lungo la costa del Cilento che Ancel Keys, studioso americano, ha portato avanti per circa 40 anni gli studi sulla dieta mediterranea.

Pioppi, cosa fare nel borgo del Cilento

Passeggiate, mare, immersioni nella natura e nei sapori di questo luogo: sono tantissime le cose che si possono fare a Pioppi e nei dintorni. Nel borgo vale la pena visitare la chiesa del Carmine che è stata realizzata agi inizi del Seicento. Per chi vuole fare un’escursione, invece, vi è il sentiero dell’Uva Nera che si snoda per circa tre chilometri lungo il torrente Mortella.

Vale la pena visitare anche Pollica, il borgo principale che si trova a circa sei chilometri dalle sue due località costiere. Oltre a Pioppi, infatti, il suo altro sbocco sul mare è ad Acciaroli dove si trova un piccolo porto, una torre di avvistamento e un’antica chiesa.

E poi tutta la costa del Cilento, ricca di tantissime bellezze da scoprire e di spiagge meravigliose incastonate tra natura, terra e cielo.

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Guardare l’alba da qui è un’esperienza magica da non perdere

Lunghe distese di sabbia dorata, il sole che le illumina con i suoi raggi, la struggente bellezza di uno spettacolo che solo la natura sa donare. È questa una delle esperienze da fare almeno una volta nella vita: quella di guardare l’alba dalle dune di Merzouga, che si trovano nel deserto del Sahara. Perché è uno di quei momenti magici che restano incisi a lungo nella memoria.

Quando si viaggia lo si fa armati dal desiderio di scoprire la bellezza del mondo, di cogliere l’anima dei luoghi che si visitano. Ed alcune esperienze sono profondamente mistiche, come quella di ammirare l’alba avvolti dal fascino di un luogo tra i più particolari al mondo.

Queste dune vengono chiamate Erg Chebbi e si trovano nel Marocco, nella zona sud est. Alcune sono molto alte e imponenti: vere e proprie montagne di sabbia dorata che colmano gli occhi, e lo spirito, di bellezza.

Le dune di Merzouga, uno spettacolo indimenticabile

Ci sono spettacoli indimenticabili, sono quelli che – a distanza di anni – tornano ancora alla mente come i ricordi più preziosi. Ammirare l’alba tra le dune di Merzouga è uno di quelli. Perché il deserto entra sottopelle, fa sentire tutt’uno con la natura, facendoci immergere in un’ambientazione che sembra quasi nata da un sogno.

Le infinite distese di sabbia dorata, le dune Erg Chebbi, che si stagliano in altezza riuscendo a raggiungere anche i 150 metri, sono un’ambientazione magica. Ancora di più all’alba, quando il sole che nasce all’orizzonte va a illuminare il territorio circostante. Il risultato è una di quelle cartoline che, se viste in prima persona, restituiscono allo sguardo una scenografia indimenticabile.

Per immergersi in questo luogo da sogno si può partire con un tour da Merzouga, che si trova in un’oasi nel deserto in Marocco, ve ne sono di diversi e si possono scegliere in base ai propri gusti e al tipo di esperienza che si desidera vivere. Le dune di quest’area si estendono per circa una trentina di chilometri e, in base a come è posizionato il sole, il loro colore regala spettacoli unici. Mai uguali a loro stesse, d’inverno regalano un ulteriore magia. Infatti, a quanto pare, da novembre a maggio si forma un lago, dove è possibile ammirare tante tipologie diverse di uccelli che abitano queste aree.

I tour nel deserto, per vivere un’esperienza indimenticabile

In groppa a un cammello o su auto 4X4, ma anche a piedi. E poi notti in accampamento, anche extra lusso, cene gustose e musica: il tutto per vivere un’esperienza autentica e che resta a lungo nella memoria incisa tra i ricordi più belli.

Ci sono tantissime opzioni per fare tour nel deserto e ammirare le dune di Merzouga non solo durante il giorno, ma anche nei momenti più magici di tutti, ovvero quelli che coincidono con l’alba e il tramonto. Da non dimenticare anche la notte, quando il cielo tempestato di stelle regala una delle scenografie più emozionanti di tutte. In questa zona c’è anche la possibilità di fare sandboarding, la versione su sabbia dello snowboard. Lanciarsi dalle dune più alte con le tavole è un’attività divertente, diversa dal solito e indimenticabile.

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Mete affollate e overtourism: le alternative alle località più turistiche

L’estate non è ancora entrata nel pieno e sono già parecchie le località di villeggiatura che hanno registrato il pienone. Ad agosto sarà anche peggio. Alle Eolie, per esempio, stanno già pensando di non far sbarcare i visitatori giornalieri, ma solo coloro che hanno prenotato una vacanza. In Sardegna, già da qualche anno, molte spiagge sono a pagamento ed è richiesta la prenotazione. E anche in Alto Adige si è parlato di un numero chiuso e di un tetto massimo al numero di posti letto per i turisti.

E la situazione non è diversa nel resto del mondo, dove ci sono mete super gettonate dove tutti quanti vogliono andare.

Skyscanner ha condotto una ricerca in Italia e ha scoperto che ben il 97% dei nostri connazionali sarebbe propenso a scegliere destinazioni alternative o comunque meno note per le proprie vacanze estive e che sette italiani su dieci sarebbero disposti a sostituire le proprie mete preferite con luoghi meno popolari per poter risparmiare.

Le mete alternative per risparmiare

Skyscanner ha quindi stilato una lista di destinazioni alternative per l’estate 2023, perfette per fuggire dai tradizionali luoghi di villeggiatura estiva, e ha lanciato su Instagram Destination Decider un test a cui i viaggiatori possono rispondere per essere associati a una serie di destinazioni alternative. Ecco le proposte alternative alle mete estere più richieste dai turisti.

Anziché andare a Ibiza, per esempio, è meglio andare sull’isola di Pag in Croazia, dove per un volo di andata e ritorno in classe Economy si risparmia il 26% e il divertimento è comunque assicurato. Anziché scegliere Corfù è più consigliabile andare a Saranda, in Albania, dove il mare è altrettanto spettacolare. Si risparmi addirittura il 46%.

Molti ragazzi hanno il mito di Amsterdam e non vedono l’ora di andarci e di ritornarci appena possibile, eppure c’è una città che è molto simile in fatto di locali e divertimento ed è Göteborg, in Svezia. Per arrivarci in aereo si spende il 46% in meno rispetto ai Paesi Bassi.

Tra le mete più prenotate di quest’estate, nonostante le temperature sahariane, c’è Sharm El-Sheikh, che sta tornando in vetta alle classifiche delle località più amate dagli italiani. Se invece si scegliesse di andare ad Abu Dhabi si potrebbe risparmiare il 51% sul biglietto aereo. Una volta giunti nell’emirato, i prezzi di resort e luoghi di entertainment non sono molto diversi da quelli della nota meta egiziana.

C’è poi chi approfitta delle lunghe vacanze estive per regalarsi un viaggio a lungo raggio e tra le destinazioni preferite c’è Bali che non è affatto un luogo economico visto che è così di moda andarci. Skyscanner suggerisce come alternativa all’isola indonesiana Colombo, nello Sri Lanka, dove si spende il 43% in meno per biglietto aereo. la vita là, poi, è molto più abbordabile. Inoltre, nel caso non lo sapeste, le spiagge dello Sri Lanka sono meravigliose e non hanno nulla da invidiare a quelle di Bali.

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Elon Musk compra casa in Italia, nella meta più sostenibile

L’uomo più ricco del mondo, secondo la classifica Forbes 2023, nonché uno dei più potenti e influenti del millennio, che, con lefpro sue auto elettriche Tesla, la sua città fotovoltaica (SolarCity) e i suoi treni supersonici (Hyperloop) strizza costantemente l’occhio alla sostenibilità, non poteva non innamorarsi della località più green d’Italia.

Tanto da aver deciso di costruirci una casa e trascorrervi le vacanze, almeno per un po’. Sì, perché Mr X (molte delle sue società si chiamano “X” X.com, SpaceX, incluso Twitter, che ha acquistato nel 2022), si è innamorato dell’Alta Badia quando è venuto a sciare qualche anno fa. La regione altoatesina proprio nell’agosto ’22 ha ottenuto la certificazione Global Sustainable Tourism Council (GSTC).

L’Alta Badia è infatti una località sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale, culturale, socioeconomico e gestionale. Il suo impegno verso un turismo sempre più green è tangibile anche attraverso le iniziative e gli eventi proposti ai ci chi viene in vacanza.

La mega villa di Elon Musk

Gli architetti che stanno lavorando alla costruzione della mega villa nel Comune di San Cassiano, uno dei borghi più belli dell’Alto Adige, già famoso per le frequentazioni vip, hanno svelato al “Corriere della sera” alcuni dettagli di come sarà Villa Musk una volta terminata: 800 metri quadrati di casa distribuiti su cinque livelli, tre in altezza e due sotterranei, la cui forma si ispira al carapace di una tartaruga. All’interno, 15 camere e altrettanti bagni, un grande salone con camino, una infinity pool di cristallo trasparente sospesa nel vuoto per 30 metri. I sotterranei ospiteranno la cantina per vini, la cabina armadio a scomparsa nel pavimento e una spa privata. Tra le richieste più bizzarre di Musk c’è una camera criogenica ad azoto liquido con una temperatura di -100°C. Tutta la casa sarà controllata dalla domotica comandata da un semplice smartphone, quello di Elon Musk.

La proprietà sarà distribuita su 4mila metri quadrati di terreno, mezza montagna insomma. A loro dire sarà “la casa dei sogni”. Lo studio di architettura che ha progettato la villa, BlueArch, ha spiegato che saranno utilizzati i materiali della tradizione, quindi legno e pietra, come sono soliti fare in Alto Adige, ma alla base ci sarà cemento armato in quanto “la struttura presenta slanci molto arditi” e “deve riscrivere i codici dell’architettura alpina”. Lo stesso studio ha realizzato la casa delle vacanze per il Pietro Beccari, il Ceo del gruppo di moda del lusso Lvmh, di cui fanno parte i brand Louis Vuitton e Dior, a Selva di Val Gardena, sempre in Alto Adige.

Alta Badia, meta green

Il certificato di sostenibilità non è arrivato a caso in Alta Badia. Qui c’è la consapevolezza che ognuno debba fare la propria parte. Da qui nasce il progetto Alta Badia Climate Plan, che mira al calcolo dell’impatto complessivo del territorio in termini di CO2.

Secondo uno studio, l’impatto medio di un turista che trascorre una vacanza in Alta Badia è di 486 kg di CO2. Il settore più impattante sarebbe quello del trasporto verso la destinazione (73%), seguito dalla ricettività (11%) e dagli impianti di risalita (4%). Questo studio consente quindi di intraprendere una strategia mirata alla riduzione e alla compensazione dell’emissione di anidride carbonica, la principale fonte d’inquinamento del nostro pianeta.

Ecco perché qui è partito un progetto che vede coinvolti gli operatori turistici, le istituzioni, gli abitanti del luogo ma anche i numerosi ospiti che visitano la valle nel cuore delle Dolomiti, che sono iscritte nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco, al fine di salvaguardare ciò che la natura ci dona.

Impianti aperti d’estate

Ecco perché gli impianti di risalita restano aperti anche d’estate, evitando così che i turisti siano costretti a muoversi in auto, utilizzando un mezzo più sostenibile com’è la funivia. Sono ben 19 gli impianti aperti per tutta la stagione estiva, così come accade d’inverno. Tanto più che ci si può procurare l’Alta Badia Summer Card che consente di utilizzare illimitatamente tutte le cabinovie e le seggiovie per il numero di giorni acquistati (un giorno costa 44 euro, mentre lo stagionale 210 euro).

Car free

Per chi consegna le chiavi della propria auto alla reception dell’hotel e non la usa per tutta la durata del proprio soggiorno, una card con cui usufruire di riduzioni per i taxi e per partecipare a escursioni ed eventi organizzati dagli Uffici turistici dell’Alta Badia, oltre ad accedere ad alcuni siti turistici come il Lago Biotopo di Corvara, il Parco Avventura di Colfosco e il museo Museum Ursus ladinicus.

La terra delle e-bike

Se c’è un posto dove è bello andare in bicicletta questo è l’Alto Adige, dove le piste ciclabili sono le più spettacolari d’Italia, e in Alta Badia si possono raggiungere alcuni dei punti panoramici più belli delle Dolomiti, specie con una pratica e-bike. Non serve neppure portarsi dietro la bicicletta perché si può noleggiare in uno dei tanti punti di e-bike sharing.

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Malia, tra le migliori mete per giovani in Grecia

Dal mare cristallino, dall’architettura tipica spesso pennellata d’azzurro, dalla gastronomia semplice ed eccellente e dai tanti villaggi in cui ci si sente a casa: questo e molto di più è la Grecia. Lo è perché da queste parti c’è tutto quello di cui si ha bisogno: lo spot per naturisti, il villaggio turistico in cui stare in compagnia, le spiagge isolate e autentiche, ma anche le destinazioni perfette per i più giovani, quelle in cui il divertimento è la parola d’ordine. Uno di questo esempi in Grecia è Malia, una meta che vale la pena scoprire.

Dove si trova Malia

Malia è una curiosa località situata sull‘isola di Creta. Il comune in cui si trova, ovvero quello di Chersonissos, si estende dalle falde dei monti Dikti e Selena a sud, fino alle coste del mare di Creta a nord.

Circondata da un territorio montuoso che regala scorci emozionanti, si affaccia su una breve striscia costiera dove i visitatori trovano tutto ciò di cui hanno bisogno e in cui tutto va avanti all’insegna dell’allegria. Grazie alla sua posizione, tra le altre cose, è anche un ottimo punto di partenza per visitare tante meraviglie che si trovano dei dintorni.

Cosa aspettarsi

Malia ha una “sorella maggiore” che prende vita a soli sette chilometri di distanza da lei: Hersonissos, città che può essere considerata la Capitale del divertimento notturno a Creta. Tuttavia, come ben sappiamo, “la mela non cade mai troppo lontana dall’albero”, e per questo anche Malia è una località balneare ricercatissima dai giovani di tutta Europa.

Il motivo è racchiuso nei suoi tantissimi locali aperti 24 ore al giorno a cui si aggiungono feste a tema e schiuma party. In particolare c’è un viale pedonale, lungo circa 1,5 km, dove si concentrano tantissimi locali notturni.

Malia, meta per giovani

Fonte: iStock

Giovani in giro per Malia

Ma Malia non è solo questo: dotata di una bellissima spiaggia cittadina in cui poter avere a portata di mano tutto quello che serve, vanta alloggi adatti a tutte le tasche, una buona vicinanza a meravigliosi siti di interesse, un centro storico che mette serenità e un mare cristallino che non ha nulla da invidiare a quello che bagna mete meno frequentate.

Cosa vedere

Fare una vacanza a Malia vuol dire poter scoprire un piccolo e raccolto centro storico. Situato circa 1,5 km dal lungomare, è un luogo piacevole in cui passeggiare e in cui si possono vivere le emozioni che un tipico villaggio greco sa offrire. Degne di nota sono la grande chiesa di Agios Nektarios, in cui si trovano grandi dipinti murali di Michael Vassilakis, e la chiesa di Panagia Galatiani, la più antica del borgo.

Dalla spiaggia cittadina, invece, è impossibile non notare in mezzo al placido mare un curioso isolotto dove sorge uno dei simboli della città: la chiesetta di Afendis Christos. Raggiungibile comodamente con un pedalò, incanta i visitatori con la sua porticina blu e la bandiera greca che sempre sventola fiera.

Senza ombra di dubbio, il punto forte di Malia è il sui Palazzo Minoico, uno dei quattro più importanti di Creta insieme a quello di Cnosso che è un vero capolavoro.

Costruito tra il 2000 a.C. e il 1900 a.C., vi si accede tramite una strada pavimentata da cui si diramano diversi sentieri chiamati vie processionali. Da queste parti gli scavi sono iniziati nel 1915 e fino ad oggi hanno riportato alla luce un vero e proprio tesoro di reperti, tra cui e un ciondolo in oro che raffigura due api su una goccia di miele.

Chiesetta di Afendis Christos, Malia

Fonte: iStock

Veduta della chiesetta di Afendis Christos

Il mare di Malia

Malia è anche sinonimo di mare e, come vi abbiamo accennato, oltre ad essere bellissimo è anche un piccolo tempio del divertimento. La spiaggia cittadina ha una lunghezza di circa tre chilometri e si caratterizza per essere composta di sabbia fine color oro e per essere lambita da acque azzurre pulite, calme e dai fondali che scendono dolcemente.

Possiamo definire questo litorale diviso in due: la parte est che è più tranquilla e poco attrezzata, quella ovest che è perfetta per fare festa e divertirsi con gli sporti acquatici.

In molti saranno felici di sapere che Malia offre anche angoli che sono ideali per coloro che si vogliono ritagliare momenti di tranquillità. Infatti, a soli tre chilometri di distanza da qui sorge la spiaggia di Potamos che offre un mare limpido, trasparente e un po’ più appartato.

Cosa fare nei dintorni

I dintorni di Malia mettono a disposizione degli ospiti tante piccole ma preziose perle. Un esempio di tutto questo è il Monastero di Agios Georgios che si trova nella vicina Selinari e precisamente nel luogo in cui Dio, secondo i racconti dell’epoca, aveva fatto trovare al costruttore un’icona di San Giorgio.

Qui è possibile visitare una chiesa centrale principale, la Cappella di San Giorgio e la misteriosa Grotta di Anvalohos, angolo in cui sarebbe sepolto Nikolaos, il monaco che lo costruì.

Bellissimo è anche l’Altopiano di Lassithi che, oltre a essere un’esplosione di natura, è puntellato da oltre 10.000 mulini a vento. Tra le attrazioni più suggestive della zona non possiamo non menzionare la Grotta di Psychro, una cavità particolarmente suggestiva e in cui, secondo la leggenda, nacque Zeus.

Partecipando a uno dei tanti tour in jeep offerti dai tour operator di Malia, si possono ammirare anche minuscoli villaggi, mandorleti e campi coltivati a perdita d’occhio. Tante soddisfazioni le avranno anche coloro che qui decideranno di percorrere un sentiero di sei ore fino alla cima del Monte Spath: da lassù la vista è di quelle che tolgono il fiato.

Poi ancora le Gola di Roza che sono visitabili grazie a un percorso di quasi 7 chilometri che collega i villaggi montani di Kera e Gonies. Così chiamata per via dalle sfumature rosa delle sue spettacolari pareti rocciose, è da esplorare tramite un sontuoso percorso in salita con un dislivello di 300 metri.

Infine i villaggi di Krasi e Mochos che sono arroccati sulle montagne a sud di Malia. Krasi offre stradine acciottolate in cui inebriarsi del profumo di sarikopita, un gustoso dolce a base di formaggio e pasta fillo, appena sfornata, la chiesa della Trasfigurazione di Cristo e un grazioso tempietto in legno intagliato.

Mochos, dal canto suo, si fa apprezzare per le sue casette in pietra che si affacciano su graziose piazzette.

Malia, la spiaggia cittadina

Fonte: iStock

La bella spiaggia cittadina di Malia