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Tornano i treni di Porrettana Express

La vera avventura dell’estate 2023 è a bordo di un treno d’epoca: stanno per ripartire i viaggi di Porrettana Express, che ci portano alla scoperta delle bellezze della Transappenninica, una delle ferrovie che hanno fatto la storia. Avremo ben 5 opportunità imperdibili, dedicate sia ai grandi che ai piccini, per tornare ad ammirare panorami mozzafiato e apprendere i segreti che si celano lungo questo tratto ferroviario che attraversa l’Appennino Tosco-Emiliano.

Che cos’è Porrettana Express

Porrettana Express è un progetto di valorizzazione dell’antica ferrovia che congiunge la città di Pistoia all’Emilia Romagna, attraversando gli Appennini. Oggi il percorso è diventato un vero e proprio Ecomuseo diffuso, che mette in mostra le meraviglie del paesaggio montano e i suoi piccoli borghi arrampicati tra le rocce, conducendoci in un lungo viaggio indietro nel tempo alla scoperta di sentieri immersi nel verde e antiche tradizioni, oltre che dei luoghi della Seconda Guerra Mondiale. Non mancano infine dei momenti pensati ai bambini, con la partenza dei treni Kids. Vediamo quali sono i viaggi in programma per l’estate.

I nuovi viaggi sulla Transappenninica

Ripartono i treni di Porrettana Express, antichi convogli d’epoca che da Pistoia affrontano le impervie salite dell’Appennino Tosco-Emiliano, in un viaggio caratterizzato da panorami incredibili. L’estate 2023 vedrà ben 5 itinerari imperdibili, ciascuno di essi preceduto da un’interessante visita guidata presso il Deposito Officina Rotabili Storici, dove Fondazione FS continua ancora oggi ad effettuare manutenzione di locomotive moderne e storiche, tutte perfettamente funzionanti. Come anticipato, due viaggi sono dedicati alle famiglie con bambini, e si svolgeranno il 9 luglio e il 10 settembre.

Entrambi i treni Kids, in partenza da Pistoia, prevedono una sosta a Castagno: si tratta di un antico borgo toscano incastonato tra le montagne a circa 500 metri di quota, ormai diventato un vero e proprio museo a cielo aperto. È qui che si tengono alcuni curiosi laboratori ludico-espressivi sul tema della ferrovia, grazie alla partecipazione della cooperativa Intrecci, mentre mamme e papà potranno dedicarsi ad una visita immersiva alle antiche abitazioni della borgata e alle sue atmosfere uniche al mondo. L’itinerario prosegue poi verso Pracchia, da cui si prosegue in pullman visitando alcuni poli dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese.

Il 16 luglio parte invece il treno riservato agli amanti delle avventure outdoor, e più precisamente del trekking e della mountain bike. Si parte sempre da Pistoia, con prima tappa a Piteccio per visitare il museo fermodellistico situato presso la piccola stazione locale. A Castagno, poi, i trekkers possono scendere dal convoglio per tornare indietro a piedi, attraversando boschi rigogliosi e seguendo antichi tracciati ferroviari. La sosta a Pracchia permette invece ai ciclisti di iniziare il loro bike tour, che può concludersi a Piteccio (dove il treno torna a prendere i trekkers) o direttamente a Pistoia.

Niente camminate o pedalate estenuanti, nel viaggio del 22 luglio: stavolta il tema è quello della musica. La prima tappa è la rampa di salvamento di Valdibrana, cimelio di un’epoca in cui i treni a vapore avevano bisogno di un ausilio per prendere velocità e superare la salita. Il viaggio termina a Porretta Terme, piccola cittadina emiliana dove si tiene il Porretta Soul Festival: i passeggeri possono godersi il concerto e fare un giro per il centro storico, prima di salire di nuovo a bordo del treno in direzione di Pistoia.

Infine, l’ultimo viaggio è quello che si svolge il 6 agosto, sulle orme di un passato non troppo lontano. Dopo una sosta a Piteccio per visitare il museo fermodellistico, il treno prosegue verso Pracchia: da qui, una navetta conduce al Museo SMI di Campo Tizzoro, dove si trovano un’importante fabbrica di munizioni in funzione durante la Seconda Guerra Mondiale e dei rifugi antiaerei sotterranei. Inoltre, proprio in queste zone passa la Linea Gotica, di cui si possono ammirare numerose tracce. Il rientro a Pistoia è previsto alla fine della giornata.

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Stelle cadenti e Superluna stanno tornando: il cielo di luglio è magico

L’inizio di luglio sancisce, ufficialmente, il pieno ingresso nella stagione più attesa e adorata dell’anno, quella dell’estate. È questo il momento perfetto per vivere gli spazi outdoor, per organizzare gite fuori porta e raggiungere il mare, le colline e le montagne, per prendere parte ai grandi e straordinari viaggi che abbiamo pianificato nei mesi precedenti.

L’estate, con le sue atmosfere suggestive, i cieli tersi e le temperature calde, si trasforma in un invito a vivere le avventure più incredibili e straordinarie di sempre in città o nel resto del mondo, a ogni ora del giorno e della sera. Ed è soprattutto di notte che è possibile vivere esperienze suggestive e quasi magiche grazie agli show portati in scena dagli astri e dalle stelle.

Il cielo di luglio, infatti, sta per trasformarsi nel palcoscenico di uno spettacolo grandioso, quello che vedrà l’attesissimo ritorno della Superluna: sarà proprio lei a inaugurare gli eventi del mese. Ma la Luna, più grande e candida che mai, non sarà l’unica protagonista della volta celeste. Insieme a lei, infatti, ci saranno anche pianeti danzanti e stelle cadenti. Mettetevi comodi: lo show ha inizio.

Bentornata Superluna

A inaugurare il fitto calendario di eventi che si alterneranno in cielo, durante il mese di luglio, sarà la Luna. Toccherà proprio al nostro satellite naturale, più bello che mai, illuminare le notti d’estate. La sua presenza in cielo è attesissima e il motivo è presto detto: quella che si ammirerà il 3 luglio sarà la Superluna del Cervo, nonché la prima dell’anno.

Il nome fa riferimento alla tradizione dei nativi americani ed è collegato proprio al fatto che, in questo periodo, i cervi cambiano le loro corna. Al di là del nome evocativo, però, quello che la rende davvero speciale è il fatto che si tratta di una Superluna, e che quindi sembrerà vicina alla Terra come non lo è stata mai.

Il consiglio, per ammirare il nostro satellite naturale in tutto il suo splendore, è quello di raggiungere i luoghi dove l’inquinamento luminoso è ridotto al minimo o è nullo. Potrebbe essere questa l’occasione perfetta per organizzare un viaggio nelle destinazioni top dell’astroturismo.

La danza dei pianeti e le stelle cadenti

La Luna, come abbiamo anticipato, non sarà l’unica protagonista del cielo di luglio, anche se sarà proprio lei ad aprire le danze. Attorno al nostro satellite naturale, infatti, torneranno a essere visibili tutti quei pianeti che nei mesi precedenti non abbiamo potuto ammirare, tra cui i giganti gassosi: Giove e Saturno. Insieme a loro, che potremmo osservare durante la notte e prima dell’alba, ci saranno anche Urano e Nettuno.

Occhi puntati verso il cielo anche nella metà del mese: il 20 luglio, infatti, la Luna, Venere e Marte saranno più vicini che mai, e non saranno soli. Insieme a loro ci sarà anche la stella Regolo, una delle più luminose del cielo.

E a proposito di stelle, saranno proprio loro a illuminare le nostre notti d’estate. Per tutto il mese, infatti, Vega, Altair e Deneb ci terranno compagnia. Si tratta di tre stelle luminose e brillanti che, insieme, costituiscono il “Triangolo Estivo”.

Se volete sussurrare i desideri, e vivere tutta la suggestione del cielo di luglio, vi farà piacere sapere che durante questo mese saranno diversi gli sciami meteorici che si alterneranno durante le prossime settimane. La prima decade del mese vedrà l’arrivo delle Pegasidi, alle quali poi seguiranno le Capricornidi, il cui picco massimo ci sarà il 13 luglio.

Chiuderanno il mese, per lasciare poi posto alle stelle cadenti di agosto, le Aquilidi che illumineranno il cielo a partire dalla seconda metà di luglio. Non vi resta che mettervi comodi e aguzzare la vista: lo show è già iniziato.

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Questo ristorante storico è stato trasformato in un museo

Organizzare un viaggio in Spagna è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in ogni stagione. Lo è perché il Paese intero ospita un patrimonio culturale, artistico e naturale di immensa bellezza che varia e si differenzia a ogni chilometro percorso. Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, e non basta certo un solo viaggio per scoprirle tutte.

Dalla capitale Madrid, che ospita il Palazzo Reale e il Museo del Prado, a Barcellona, dove è possibile ammirare le suggestive opere di Antoni Gaudí, passando per Segovia e per il suo castello medievale e perdendosi tra i paesi bianchi dell’Andalusia: questi sono solo alcuni degli itinerari che vi permetteranno di scoprire i meravigliosi territori che si snodano nel Paese.

A questi, poi, se ne aggiunge un altro. Si tratta di una tappa inedita e straordinaria, un’esperienza che unisce l’arte e il gusto in un unico luogo. Sì perché in Spagna, e più precisamente a Cala Montjoi, quello che è un ristorante storico, caratteristico e tradizionale, è stato trasformato in un museo. Pronti a partire?

Il ristorante-museo sulla Costa Brava

Il nostro viaggio di oggi ci conduce al cospetto di uno dei territori più affascinanti, suggestivi e popolari di tutta la Spagna, stiamo parlando di Costa Brava, un vero e proprio paradiso per tutti gli amanti delle spiagge e della natura. Proprio qui, e più precisamente a Cala Montjoi, nel Parco Naturale di Cap de Creus, esiste un locale che è un vero e proprio punto di riferimento per tutto il territorio, per i cittadini e per i viaggiatori.

Stiamo parlando di elBulli1846, un ristorante situato a nord di Girona, la cui storia è anticipata nel suo nome. Il numero 1846, infatti, fa riferimento ai piatti che sono stati preparati e offerti dal locale sin dalla sua inaugurazione. Gastronomia e innovazione hanno sempre contraddistinto il menu del ristorante che è un vero e proprio omaggio al territorio e alle tradizioni spagnole.

elBulli1846 non soddisfa solo il palato, anche se questo motivo, da solo, basterebbe per raggiungere il celebre ristorante. Il locale, infatti, è stato trasformato in un museo, il primo al mondo di questo genere. Con oltre 60 installazioni artistiche, concettuali e audiovisive, questo tempio del gusto si prepara ad accogliere viaggiatori di tutto il mondo per permettere loro di vivere un viaggio sensoriale e straordinario nella gastronomia.

elBulli1846, installazioni esterne

Fonte: elBulli1846/PepoSegura

elBulli1846, installazioni esterne

elBulli1846: il primo ristorante a trasformarsi in un museo

Sono oltre 4.000 i metri quadrati sui quali si snoda il museo, incorniciato dalla natura straordinaria e suggestiva del Parco Naturale del Cap de Creus. Qui, i visitatori potranno perdersi e immergersi in 69 installazioni artistiche, concettuali e audiovisive che permettono di addentrarsi in un viaggio inedito e sensazionale tra tradizione e innovazione.

Gli ospiti potranno interagire con le opere d’arte, entrare idealmente nel concept della ristorazione di elBulli1846 in un paesaggio mozzafiato, dove tutto viene integrato in maniera armoniosa. Alla fine del percorso, inoltre, le persone potranno entrare all’interno di elBulliDNA, un’installazione a forma di una grotta, inserita tra le bellezze naturalistiche di Cap de Creus, dove – attraverso laboratori – verranno svelati tutti i progetti del ristorante dell’ultimo ventennio. Sarà possibile, inoltre, visitare l’edificio storico del ristorante, quello dove elBulli ha avuto sede per 50 anni.

L’appuntamento, con questa inedita e straordinaria avventura, è previsto questa estate. Il museo, infatti, resterà aperto dal 15 giugno al 16 settembre.

elBulli1846, installazioni esterne

Fonte: elBulli1846/PepoSegura

elBulli1846, installazioni esterne
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Tavole imbandite e danze dedicate alle scimmie: è questa la festa più strana del mondo

Sei proprio sicuro di aver visto tutto nel mondo dei festival? Beh, forse no, se non hai mai sentito parlare del Monkey Buffet Festival in Thailandia. Sì, hai letto bene, questa festa è dedicata alle scimmie e alle loro papille gustative.

Il Monkey Buffet Festival è una delle feste più strane e classificate tra le dieci più bizzarre al mondo. Questo evento straordinario si tiene ogni anno l’ultima domenica di novembre a Lopburi, una città situata a 150 km a nord di Bangkok, nella suggestiva Thailandia centrale.

Migliaia di scimmie di varie specie vengono invitate ad un banchetto da mille e una notte. E non stiamo parlando di banane e arachidi: qui ci sono veri e propri piatti gourmet serviti su tavole luccicanti.

Preparati a vedere scimmie che sgranocchiano gamberi, ravanelli e ananas, il tutto accompagnato da bevande ghiacciate. Ma non preoccuparti, gli organizzatori assicurano che tutti i cibi sono controllati e sicuri per le scimmie.

L’incredibile tradizione del Monkey Buffet Festival

Il festival è molto atteso e ogni anno affascina numerosi curiosi e turisti. La sua origine è da attribuire ad un uomo d’affari locale, proprietario di un albergo, che nel 1989 ha deciso di inaugurare un buffet molto particolare per attirare i visitatori.

Le scimmie, va detto, sono considerate un vero patrimonio per l’intera regione per una serie di motivi affascinanti.

Nel lontano passato, infatti, esisteva un antico poema epico indù chiamato Ramayana. In questo poema, Lopburi era conosciuta come il regno di Hanumam, il dio delle scimmie che aiutò Rama a raggiungere lo Sri Lanka. Hanumam creò un ponte radunando un gruppo di primati per liberare la moglie di Rama, Sita, imbrigliata dal malvagio Ravana.

Secondo la mitologia indù, le scimmie erano considerate i figli di Kala, il dio del tempo e della morte. Eliminarle era considerato un cattivo auspicio. Ancora oggi, l’insegnamento compassionevole del Buddha verso ogni forma di vita continua a influenzare i thailandesi, che evitano di fare del male agli animali.

Lopburi, inoltre, è notoriamente conosciuta per la presenza di centinaia di scimmie che abitano i templi della città e si divertono a girovagare per le strade, aggrappandosi ai cavi elettrici e alle insegne dei negozi.

Il Monkey Buffet Festival, un’esperienza gourmet

Durante il festival c’è un banchetto da sogno con una varietà di quattromila chili di frutta, verdura e dolci, elegantemente disposti su tavole e coperte da picnic.

Ora, immagina tremila scimmie che si uniscono a questo banchetto e si tuffano disordinatamente sul cibo, rubandosi frutti l’uno dall’altro. Le grida e i battibecchi che seguono distruggono tutto in pochi istanti.

Gli alberghi della zona offrono persino pacchetti speciali per coloro che desiderano partecipare al banchetto con le scimmie.

Il Festival ospita anche altre attività legate a questi simpaticissimi animali, come musica e danze eseguite dai giovani vestiti da scimmie, sculture e tanto altro ancora.

Insomma, il Monkey Buffet Festival senza dubbio un’esperienza fuori dal comune. E chissà, potresti anche fare amicizia con qualche scimmia, ma stai attento a non farti rubare un pezzetto di frutta dal piatto!

 

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Perché dovresti organizzare un viaggio in questo paradiso naturale

Il Parco Nazionale della Svizzera Boema è una delle gemme nascoste dell’Europa centrale, un luogo incantevole dove natura e cultura si fondono in modo sublime.

Situato al confine tra la Repubblica Ceca e la Germania, il parco offre una vasta gamma di paesaggi mozzafiato, tra cui foreste lussureggianti, montagne imponenti e laghi cristallini.

Ma non è solo la bellezza del paesaggio che rende questo parco unico: il Parco Nazionale della Svizzera Boema è anche un luogo di grande importanza culturale, con molte città storiche e villaggi pittoreschi da esplorare.

Camminare tra i vasti pineti, esplorare le profonde valli e ammirare le maestose formazioni rocciose che si ergono come torri, pareti, gole e labirinti, è un’esperienza unica e indimenticabile. L’impero di roccia del parco è un habitat naturale straordinario, ricco di flora e fauna uniche al mondo.

Immergiti nella meraviglia del Parco Nazionale della Svizzera Boema, un luogo dove la natura regna sovrana e i tuoi sensi saranno completamente rapiti dall’affascinante e incontaminata bellezza del paesaggio.

La bellezza selvaggia del Parco Nazionale della Svizzera Boema

Il Parco Nazionale della Svizzera Boema fu istituito nel 2000, con l’obiettivo di preservare la bellezza incontaminata del paesaggio.

il parco copre un’area di oltre 700 chilometri, regalando panorami spettacolari che ti lasceranno senza fiato, con le sue maestose formazioni di arenaria e la straordinaria varietà di flora e di fauna.

Gli amanti della natura non possono perdere l’opportunità di esplorare le bellezze del parco, mentre gli appassionati di cultura potranno visitare le città e i villaggi storici.

Scopriamo insieme quali sono le migliori escursioni e attrazioni nell’incantevole Parco Nazionale della Svizzera Boema.

Le imponenti montagne di arenaria

Le montagne di arenaria sono una delle principali attrazioni del Parco. Queste montagne sono formate da una roccia sedimentaria composta principalmente da sabbia e minerali come il quarzo. Le montagne di arenaria vengono spesso chiamate “montagne di rocce” a causa della loro forma straordinaria, che sembra essere stata scolpita dalla natura stessa.

La terrazza del Belvedér, con la sua vista panoramica sul Canyon dell’Elba, e le suggestive rovine del mulino Dolsky Mlyn del XV secolo rappresentano due delle mete più rinomate dell’intera catena montuosa. Inoltre, gli escursionisti possono anche avventurarsi verso Tiské Skály (Tisa Rocks), un’incredibile rete di pareti di roccia arenaria di 30 metri.

Infine, un complesso di scalinate in pietra guiderà i visitatori più audaci verso le suggestive rovine del castello di Šaunštejn. Costruito nel XIV secolo, offre una vista spettacolare sui Monti Metalliferi che segnano il confine tra la Repubblica Ceca e la Germania.

Le gole e le incantevoli sponde del fiume Kamenic

Hai mai pensato di fare un emozionante giro in barca, immergendoti nella meravigliosa natura incontaminata e sentendo il profumo delle foreste selvagge?

Qui, potrai esplorare il paesaggio tra le acque cristalline le gole o camminare lungo i sentieri panoramici che costeggiano le rive del fiume.

La riva del fiume Kamenice e la gola di Kamnitz rappresentano uno dei luoghi più affascinanti all’interno del parco. Queste gole, come burroni rocciosi, si snodano tra le città di Hrensko e Srbská Kamenice, per poi sfociare nel fiume Elba.

Pravčická brána: l’arco naturale più grande dell’Europa

Pravčická brána

Fonte: iStock

Pravčická brána, il più grande arco naturale in Europa, Repubblica Ceca

Un luogo affascinante per gli amanti della fotografia. È il più grande arco naturale in Europa, con una forma che sembra essere stata scolpita dalla natura stessa.

Questo arco di arenaria si trova sulla cima di una collina e offre una vista panoramica spettacolare sulla zona circostante.

Per raggiungere questo luogo, ti aspetta un’escursione di una o due ore in salita, a seconda del percorso scelto, attraversando suggestivi sentieri ombreggiati tra formazioni rocciose. Sebbene in passato fosse possibile raggiungere la cima dell’arco, tale pratica è stata vietata dal 1982 per prevenire ulteriori danni alla roccia.

Infine, il maestoso castello di Falcon’s Nest, un tempo dimora del principe Edmund Clary-Aldringen, oggi è un affascinante connubio tra ristorante gourmet e galleria fotografica, pronto a deliziare i visitatori con la sua intramontabile bellezza.

La magia del Ponte Bastei

Il Ponte Bastei è un’attrazione iconica del Parco Nazionale della Svizzera Boema che attrae visitatori da tutto il mondo. Il ponte pedonale in pietra attraversa una gola profonda e offre una vista spettacolare sulla valle dell’Elba, con panorami mozzafiato che si estendono fino ai monti lontani.

Un ristorante con una magnifica vista e una spaziosa piattaforma in cima al ponte regalano panorami mozzafiato, specialmente al momento del tramonto.

Mentre la visita in estate è molto popolare, il ponte rimane aperto tutto l’anno e il parco offre una bellezza particolare durante l’inverno, quando la neve e il ghiaccio adornano gli alberi e le rocce sottostanti.

Alla scoperta del Fiume Elba

Il fiume Elba è un’importante risorsa naturale del Parco Nazionale della Svizzera Boema. Questo fiume attraversa diversi paesi europei, tra cui la Germania, la Repubblica Ceca e la Polonia, e offre uno scenario mozzafiato lungo tutto il suo corso.

Potrai vivere un’esperienza indimenticabile lungo le rive del fiume Elba, con la possibilità di fare escursioni a piedi o in bicicletta, fare picnic sulle rive del fiume e ammirare la bellezza naturale della zona. Il fiume Elba è anche un luogo popolare per fare sport acquatici, come il kayak, il canottaggio e la pesca.

Nel parco nazionale, il maestoso fiume Elba attraversa una valle mozzafiato, circondata da imponenti montagne e incantevoli foreste lussureggianti. Questo fiume è un vero e proprio tesoro di biodiversità, ospitando una vasta gamma di specie di flora e fauna, rendendolo un rifugio ideale per coloro che amano immergersi nella natura.

Ruzovsky Vrch, un tesoro nascosto

Ruzovsky Vrch è una delle montagne più alte del Parco Nazionale della Svizzera Boema, con un’altitudine di 619 metri. Questa montagna offre una vista spettacolare sulla zona circostante, con panorami mozzafiato che si estendono fino all’orizzonte.

La scalata a Ruzovsky Vrch è abbastanza impegnativa, ma ne vale sicuramente la pena. Lungo il sentiero panoramico, i visitatori potranno ammirare le bellezze naturali della zona e respirare l’aria fresca delle montagne. Una volta raggiunta la cima, la vista sarà una delle esperienze più indimenticabili nella zona.

Ruzovsky Vrch è anche il luogo ideale per fare trekking, mountain bike e altre attività all’aperto. I numerosi sentieri escursionistici che circondano la montagna offrono molte opportunità per esplorare la natura e godere della bellezza del paesaggio circostante.

La magia della città di Hřensko

Hrensko è un incantevole villaggio, situato a circa 130 chilometri a nord di Praga, che confina con la Germania. Attraversato dai due fiumi, il Kamenice e Labe, questo gioiello della Cecenia è immerso in una bellezza naturale e paesaggi mozzafiato.

Nonostante abbia solo 275 abitanti, è un rifugio incantevole e un vero tesoro che merita di essere scoperto.

Hrensko è una perla nascosta della Repubblica Ceca, un luogo straordinario da visitare se amate la natura, l’esplorazione, le escursioni, il nuoto e molto altro ancora.

Il Parco Nazionale della Svizzera Boema è un luogo di incredibile bellezza naturale che offre molte opportunità per esplorare la natura e godersi le attività all’aperto.

Un luogo perfetto per una giornata nella natura, per una vacanza all’aria aperta o per una semplice gita fuori porta. La sua bellezza naturale e le attività all’aperto offerte lo rendono uno dei luoghi più popolari della Repubblica Ceca e dell’Europa centrale.

Hrensko

Fonte: iStock

Villaggio di Hrensko, Parco Nazionale della Svizzera Boema

 

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Cosa vedere alle isole Tremiti, tra spiagge e natura

Un paradiso terrestre accarezzato dalle acque del Mediterraneo, disegnato da natura intatta, mare trasparente dai fondali incantevoli, raccolte insenature e tracce di un passato significativo: queste sono le parole migliori per raccontare le Isole Tremiti, l’unico arcipelago dell’Adriatico, al largo della costa del Gargano in provincia di Foggia.

È composto da 5 isole: San Nicola e San Domino, le uniche abitate, e poi Cretaccio, Capraia e Pianosa, all’interno della Riserva Marina Protetta, raggiungibili con collegamenti regolari da Vieste, Peschici, Rodi Garganico, Termoli e Vasto, e perfette per emozionanti gite in barca, vacanze balneari, escursioni e trekking e anche per andare alla scoperta di notevoli testimonianze archeologiche.

Cosa vedere a San Nicola, museo a cielo aperto

Centro storico e amministrativo delle Tremiti, l’Isola di San Nicola è un autentico museo a cielo aperto, la meta perfetta per vedere con i propri occhi e conoscere da vicino la storia dell’arcipelago: infatti, ospitò insediamenti neolitici, ellenistici e medievali.

Simboli indiscussi sono l’Abbazia fortificata di Santa Maria a Mare, la più grande del Mediterraneo, e il Castello dei Badiali.

L’abbazia venne costruita attorno al 1045 dai monaci Benedettini, poi passò ai Cistercensi tra il 1237 e il 1313, ai Lateranensi dal 1413 fino alla fine del Cinquecento e fu soppressa da Ferdinando IV di Napoli nel 1783.

Oggi il complesso è visitabile e, al suo interno, custodisce tuttora capolavori assoluti come, ad esempio, la statua in legno di Santa Maria a Mare, scolpita interamente a mano, e alcuni pregevoli pavimenti a mosaico.

Il Castello, invece, con il Torrione Angioino e le maestose mura di cinta, protegge l’Abbazia e domina il mare e le altre isole, voluto da Carlo D’Angiò a scopo difensivo.

Da non perdere anche la zona del porticciolo, la Spiaggia di Marinella vegliata da un’alta e candida scogliera, e la Grotta di San Michele, stupenda con i colori delle acque azzurro-turchese: nelle vicinanze, catturano lo sguardo gli Scogli Segati, un enorme masso che si staccò dall’isola e si spaccò perfettamente in due, come fosse stato lavorato da mani esperte.

Alla scoperta di San Domino, spettacolo della natura

Si tratta dell’isola più grande dell’arcipelago, una vera perla dal punto di vista naturalistico, ricoperta dalla profumata macchia mediterranea e da una folta e rigogliosa distesa di pini d’Aleppo, oasi per il trekking.

Infatti, nel cuore della pineta, troviamo un villaggio rurale con case coloniali del 1935 da cui hanno inizio tre sentieri con cui scoprire l’isola in lungo e in largo: in particolare, la “Strada della Pineta” conduce sul punto più elevato (per un panorama ineguagliabile), passa per la Cappella del Romito e poi scende al faro.

San Domino è il top per chi ama la natura e il mare: oltre alla pineta e ai sentieri, come non nominare Cala delle Arene, l’unica spiaggia sabbiosa dell’isola, le innumerevoli calette e grotte?

Un sogno sono Cala Matano (o Cala della Duchessa), raccolta cala con spazio sabbioso vegliata da imponenti e ripide pareti di roccia, Cala degli Inglesi, a uso esclusivo degli ospiti del villaggio TCI, Cala dei Benedettini, ben attrezzata, la Grotta delle Viole, contraddistinta dalla colorazione rosso-viola delle alghe calcaree alle pareti, la Grotta del Bue Marino, in onore della Foca Monaca, cavità rocciosa al cui interno si svela una piccola spiaggia sabbiosa tra il blu intenso delle acque, e la Spiaggia dei Pagliai, raggiungibile soltanto in barca.

Entusiasmanti tour in barca

Come accennato, le Isole Tremiti sono l’ideale per tour in barca grazie ai quali è possibile avventurarsi alla scoperta di insenature, cale e baie altrimenti inaccessibili e avvicinarsi a pochi metri dalle rive di Capraia, Cretaccio e Pianosa, incluse nella Riserva Marina Integrale con il divieto di approdo.

Molte escursioni guidate, ad esempio, sostano nei pressi di Capraia, dove è possibile fare il bagno nelle acque antistanti la Riserva e provare a scorgere la statua sommersa di Padre Pio; altre accompagnano a esplorare i fondali idilliaci di Pianosa, grazie a immersioni accompagnate da guide subacquee autorizzate.

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San Severino di Centola, il suggestivo borgo medievale abbandonato

Nel cuore del Cilento, in provincia di Salerno, resiste ancora, protetto dall’edera e dai ricordi, un piccolo “paese fantasma”, borgo medievale arroccato in posizione strategica, tra due speroni di roccia al di sopra della “Gola del diavolo” scavata dal fiume Mingardo nell’affascinante vallata verde e silenziosa.

Si tratta di San Severino di Centola, dove non è un cliché affermare che il “tempo si è fermato”, cristallizzato in attimi di inizi Novecento, un luogo incantato e insolito da visitare per un’esperienza unica.

La storia del borgo medievale oggi abbandonato

San Severino venne fondato tra il X e l’XI secolo, legato indissolubilmente alla famiglia Sanseverino, la più ricca e potente del Principato di Salerno che lo detenne fino al XV secolo, anche se non è chiaro se il nome derivi dall’illustre casata storica italiana oppure da alcune reliquie del santo qui portate.

Il primo edificio a vedere la luce fu il Castello con la torre longobarda, fortificazione del XI secolo attribuita al cavaliere normanno Turgisto, capostipite della nobile famiglia, e nel corso del tempo, attorno a esso sorsero le case in pietra, la chiesa e due cappelle.

L’abitato, che apparteneva a Camerota e nel 1861 passò a Centola, porta ancora impresse le tracce delle epoche che si susseguirono, quella longobarda, normanna, sveva, angioina e aragonese, fino alla decadenza con l’esilio dei Sanseverino e l’acquisto come feudo da parte di svariate famiglie dal XVII secolo.

Nel 1624, un’epidemia di peste ne decimò la popolazione, visse poi un periodo di splendore nell’Ottocento con crescita demografica e produttiva ma poi venne progressivamente abbondato sul finire del XIX secolo, quando ebbe inizio la costruzione della ferrovia tirrenica e della stazione di Centola-Palinuro-Marina di Camerota alle pendici del piccolo paese: gli abitanti si trasferirono a valle, lasciando le case arroccate di difficile accesso e dando vita all’attuale borgo nuovo di San Severino.

Tuttavia, fino al 1977 alcune famiglie rimasero nell’antico nucleo e la chiesa continuò a essere il punto di riferimento per la comunità.

Una passeggiata al cospetto del passato

Oggi, l’antico borgo si può raggiungere dal lato sud-ovest seguendo una stretta stradina tortuosa e, per lo più, in salita.

Ma ne vale la pena. È un vero tuffo nel passato, una suggestiva passeggiata tra gli edifici che ancora resistono, muta testimonianza della vita che videro scorrere, primo tra tutti il già citato Castello del XI secolo, rimaneggiato nel corso dei secoli e oggetto di restauro nel 2020: oggi sono ben visibili parti dell’abside, della cappella palatina e della navata.

Altrettanto interessante è la Torre longobarda a pianta quadrata, edificata per il controllo dell’unico valico di accesso alla Gola del diavolo e alla Baia della Molpa, tra Palinuro e Marina di Camerota: si possono scorgere i ruderi tra cui una piccola volta a botte.

L’edifico più ampio di San Severino, che con la sua mole si snoda attraverso l’intero borgo, è il Palazzo baronale, risalente al Quattrocento, con tre piani non comunicanti cui l’accesso è possibile soltanto dal livello della via principale.

Ma non è tutto.

Uno sguardo anche alla Chiesa di San Nicola, a unica navata con abside semicircolare, recentemente restaurata e utilizzata per particolari funzioni religiose, e alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli, a navata unica con abside pentagonale, il cui campanile a pianta quadrata si presente pressoché intatto.

Infine, un’abitazione ospita il Museo Casa dell’Emigrante Cilentano, tributo a tutti i cilentani che nel Novecento partirono e trovarono lavoro nelle miniere di carbone della Pennsylvania, nonché concreta testimonianza dell’identità e della memoria del territorio grazie a oggetti che ripropongono in maniera fedele la casa del contadino-emigrante.

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Non solo movida: quest’isola è la capitale degli hippie

Ibiza è una terra magica, un luogo dove la bellezza naturale si fonde con la vivacità della cultura locale. Quest’ isola è un vero paradiso ed è famosa in tutto il mondo per la sua vibrante vita notturna.

Questa perla del Mediterraneo, infatti, vanta alcuni dei migliori club al mondo, dove i DJ più famosi si esibiscono ogni sera, creando una atmosfera festosa e coinvolgente. Ma Ibiza non è solo un posto per i festaioli notturni, offre molto altro. Ci sono spiagge mozzafiato, cale appartate, lagune cristalline e acque turchesi.

Ma forse quello che rende Ibiza davvero speciale è la sua anima artistica e hippie, con i suoi mercatini locali che permeano ogni angolo dell’isola. Qui, gli artigiani offrono una vasta gamma di prodotti, dal cibo alle opere d’arte, che riflettono l’anima creativa del luogo.

Camminare tra le bancarelle è un’esperienza unica e avvincente, che invita a immergersi nella cultura locale e a scoprire il vero spirito di Ibiza.

I mercatini hippie di Ibiza: tra colori, profumi e culture diverse

Mercato Ibiza

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Mercato hippie nell’isola di Ibiza, Spagna

I mercatini di Ibiza sono uno degli elementi distintivi dell’isola e rappresentano una vera e propria attrazione per i turisti che la visitano. Qui gli artigiani locali espongono i loro prodotti, creando un’atmosfera vibrante e incantata. Ma quali sono i mercatini più famosi di Ibiza?

Il mercato hippie di Punta Arabi è senza dubbio uno dei più conosciuti dell’isola. Situato nella località di Es Canar, questo mercato rappresenta un vero e proprio paradiso per coloro che amano l’artigianato locale. Qui, si possono trovare abiti, gioielli, prodotti alimentari e tutto ciò che si possa immaginare.

Il mercato è aperto ogni mercoledì ed è possibile trascorrere ore a gironzolare tra le bancarelle alla ricerca di oggetti unici. Esiste anche un’area dedicata ai più piccoli, che possono prendere parte a laboratori di riciclo, imparare a disegnare una maglietta unica o addirittura creare una corona di fiori speciale. Non dimenticare di fare anche un salto al bar per assaggiare la deliziosa paella casereccia.

Un altro mercato imperdibile di Ibiza è il mercato Las Dalias. Questo mercato hippie si trova nella località di San Carlos, è aperto tutto l’anno e vanta una storia di oltre trent’anni.

Ogni sabato più di 200 bancarelle prendono vita tra i giardini e offrono una vasta gamma di articoli: tele, abiti fatti a mano, gioielli e prodotti artigianali. L’atmosfera è coinvolgente ed è possibile trovare qualcosa per tutti i gusti.

Il mercato hippie di Sant Jordi è un altro must-see di Ibiza. Aperto ogni sabato, è una vera e propria istituzione del luogo ed è diventato negli anni un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono scoprire l’essenza autentica dell’isola.

Le bancarelle offrono una vasta gamma di prodotti, tra cui abbigliamento, gioielli, decorazioni per la casa e molto altro. Ma ciò che lo rende davvero speciale è la sua atmosfera vivace e creativa.

Infine, per immergerti completamente nell’artigianato locale, ci sono due mercati che ti consigliamo di visitare: il San Rafael, situato nell’entroterra, e il Sant Joan de Labritja, a nord dell’isola. In questi luoghi potrai trovare non solo prodotti agricoli della zona, ma anche deliziosi alimenti biologici.

Ibiza e l’autentica cultura hippie

Ibiza è una delle isole più famose del Mediterraneo dove la cultura hippie degli anni ’70 è ancora ben presente nell’aria, con i suoi colori vivaci e la sua filosofia di libertà e pace.

Qui è possibile praticare yoga sulla spiaggia al tramonto, gustare mojito a volontà in un chiringuito sulla spiaggia e visitare gli antichi villaggi di pescatori, dove il tempo sembra essersi fermato.

Uno dei posti imperdibili, in cui respirare l’atmosfera autentica hippie dell’isola, è la spiaggia di Benirràs, dove ogni domenica si svolge una delle celebrazioni più suggestive: il rituale dei tamburi.

A soli 8 km da Sant Miquel de Balansat, qui si crea un momento condiviso in cui il sole scompare all’orizzonte. Il tutto accompagnato da musica chill out e tribale, in particolare la domenica. Si accendono falò e ci si lascia trasportare dal ritmo delle percussioni, in una atmosfera che sembra scivolare oltre il tempo.

Se stai cercando, invece, un locale davvero hippie a Ibiza, non puoi non visitare il Bar Anita. Situato nel pittoresco villaggio di Sant Carles, questo bar ha una storia che risale agli anni ’60 ed è diventato un punto di riferimento per la cultura hippie dell’isola.

Il locale è rinomato per la sua incantevole terrazza dove poter gustare una deliziosa colazione, fare un pranzo sfizioso oppure godersi un momento di relax immersi nella natura. Inoltre, è famoso per i suoi liquori artigianali realizzati con erbe aromatiche coltivate dai contadini locali.

Ma l’anima hippie di Ibiza è molto più di una cultura del passato: è un modo di vivere e di pensare che continua a ispirare persone di tutto il mondo, che giungono sull’isola per scoprire la sua magia e per abbracciare la sua filosofia di vita.

Spiaggia di Benirras, Ibiza

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Spiaggia di Benirras, Ibiza, Spagna
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Le oasi nel deserto non sono un miraggio: questo lago salato lo conferma

Potrebbe sembrare incredibile, ma le oasi del deserto esistono davvero e sono luoghi di una bellezza straordinaria. Non c’è nulla di più emozionante che scoprire questi angoli nascosti del mondo, dove la vita sembra scorrere al ritmo lento della natura.

Sì, le oasi del deserto esistono realmente e sono uno dei tesori più preziosi che la natura ci ha regalato. Uno di questi è il magnifico lago di Siwa.

Situato nella provincia di Fayoum, è senza dubbio uno dei luoghi più magici e incantevoli dell’Egitto. Noto anche come Birket Siwa, è un’oasi di bellezza e spiritualità nella vastità del deserto occidentale. Questo lago salato, con le sue acque cristalline che riflettono il cielo azzurro, è un vero e proprio gioiello nascosto tra le dune del deserto e offre uno spettacolo naturale imperdibile.

Un’esperienza indimenticabile che ti lascerà con il cuore pieno di emozioni e il ricordo indelebile della sua bellezza mozzafiato.

Il Lago salato di Siwa: una meraviglia unica al mondo

Lago salato di Siwa

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Il lago salato di Siwa, Egitto

Sapevi che quello di Siwa è uno dei pochi laghi salati dell’Egitto? Questo affascinante specchio d’acqua si distingue dagli altri bacini del paese per la sua salinità, che gli conferisce un fascino senza paragoni.

Da un punto di vista geologico, è un luogo unico nel suo genere, essendo uno dei pochissimi laghi salati al mondo che non si trova in prossimità del mare. La sua estensione supera i 70 km e il paesaggio circostante è dominato dal deserto e dalle montagne.

La sua superficie cristallina, con un’alta concentrazione di sali minerali, riflette i colori del cielo e delle montagne limitrofi, creando panorami incantevoli, difficili da trovare altrove.

Il lago di Siwa si trova a pochi chilometri dal confine libico ed è alimentato dalle sorgenti termali che si trovano nella zona circostante, il che lo rende diverso da tutti gli altri laghi e fiumi del territorio.

Ma non è solo la bellezza del paesaggio a renderlo un luogo così speciale. La sua storia millenaria, le leggende e le tradizioni che lo circondano ne fanno un luogo davvero emozionante.

L’acqua del lago è considerata sacra dai locali, che vi si immergono per purificarsi e per liberarsi dallo stress e dalle tensioni. Pare che le sue acque abbiano poteri curativi e che siano in grado di guarire malattie e problemi di cuore.

Ma non c’è bisogno di credere alle leggende per rimanere incantati dal lago di Siwa. Basta guardarsi intorno e lasciarsi conquistare dalla sua atmosfera surreale. Le acque del lago sono, infatti, ricche di minerali e di sali e hanno effetti benefici per la pelle e per il corpo.

Inoltre, le sorgenti termali che si trovano nelle vicinanze rendono l’acqua del lago ancora più calda e invitante, perfetta per rigenerarsi.

Oasi di Siwa, la perla del deserto del Sahara

Sebbene il lago di Siwa sia una delle mete turistiche più famose dell’oasi, ci sono molte altre attrazioni che meritano di essere visitate.

Una tra questi è il famoso Tempio dell’Oracolo dedicato al dio Amon. Questo tempio risale al VI secolo a.C. ed è uno dei monumenti più importanti dell’antica città di Siwa, passato alla storia come un luogo di culto affascinante e misterioso.

Persino il grande Alessandro Magno, noto per le sue imprese militari, si rivolse a questo luogo sacro per chiedere consigli riguardo alle sue future campagne. Ciò fece nascere l’ipotesi che l’imperatore avesse scelto di essere sepolto nella stessa oasi di Siwa invece che ad Alessandria.

Un’altra attrazione da non perdere sono le rovine della città di Shali. Costruita con un materiale noto come kershef, una miscela di rocce salate dei laghi salati della regione e argilla, Shali è stata creata con l’intento di proteggere gli abitanti dagli attacchi beduini. È affascinante notare come, dopo una sola pioggia intensa nell’anno 1936, Shali abbia iniziato a sgretolarsi, portando via con sé i ricordi di un’epoca passata.

Visitare l’oasi di Siwa è un’esperienza che non potete perdere se siete alla ricerca di un viaggio emozionante e autentico. Qui potrete scoprire un mondo antico e affascinante, fatto di tradizioni millenarie, paesaggi mozzafiato e una spiritualità che permea l’aria stessa. Ogni angolo di questa meravigliosa oasi racchiude un tesoro da scoprire, che vi regalerà ricordi ed emozioni che porterete nel vostro cuore per sempre.

Città di Shali, Egitto

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Rovine della città di Shali, Egitto
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Spiaggia Liscia Ruja, una perla rosa che sorge tra il verde

La Costa Smeralda è uno dei territori più affascinanti della Sardegna, una meta scintillante e glamour dove trascorrere vacanze uniche all’insegna del relax, della movida e di incredibili panorami dal sapore caraibico.

Tra le sue spiagge imperdibili, nonché la più grande e attrezzata con i suoi 690 metri di litorale, spicca Liscia Rujia, dalla morbida sabbia bianchissima con riflessi dorati, accarezzata dal mare color turchese e stretta nell’abbraccio della profumata macchia mediterranea.

Liscia Rujia, un sogno balneare

Siamo al cospetto di un autentico paradiso balneare, un sogno assoluto per gli amanti del mare e della natura, un angolo di rara bellezza nel territorio di Arzachena, cittadina della Gallura a 25 chilometri da Olbia dove è nato il mito della Costa Smeralda.

Liscia Rujia, chiamata anche “Long Beach” è, come accennato, la più ampia di questa celebre zona e tra le più apprezzate a livello internazionale: infatti, qui la natura ha realizzato un capolavoro che dona il privilegio di godersi il sole in un contesto paesaggistico eccezionale.

A sinistra, ecco Cala Volpe, baia plasmata da boschetti di ginepri e siepi di mirto, a destra il profilo di Capo Figari, “museo naturale a cielo aperto” del litorale di Golfo Aranci e, di fronte, le isole di Mortorio e Soffi, due gioielli incastonati nel blu.

La soffice sabbia è finissima, cangiante con sfumature rossastre e dorate, le acque cristalline a dir poco e i fondali che digradano con dolcezza.

E poi, tutt’intorno, la lussureggiante macchia mediterranea con esemplari di cisto, corbezzolo e ginepri che rendono ancora più indimenticabile la permanenza in spiaggia.

Si tratta, quindi, di un felice connubio tra la natura selvaggia con tratti liberi e la modernità con stabilimenti balneari attrezzati che offrono il noleggio di ombrelloni e sdraio nonché kayak, canoe e gommoni.

Inoltre, non mancano hotel, ristoranti e locali tra i più prestigiosi della Sardegna.

Come raggiungere la Spiaggia di Liscia Rujia

Liscia Rujia può essere raggiunta con mezzi propri procedendo, da Porto Cervo, lungo la strada provinciale 94 in direzione sud.
Superato il bivio per Cala Volpe, si svolta a destra dopo un centinaio di metri: da qui, si segue la stradina fino alla spiaggia.

Da Olbia, invece, occorre proseguire lungo la statale 125 in direzione nord. Si imbocca la provinciale 37 per la Costa Smeralda e, dopo un po’ di chilometri, all’altezza di Porto Badisco si svolta a destra.
La strada continua sulla provinciale 94 fino all’incrocio con Cala Volpe: da qui, girare a destra e ancora a destra seguendo le indicazioni per Liscia Ruja.

In più, è possibile arrivare anche via mare, con piccole imbarcazioni private oppure a noleggio, servendosi dell’apposito corridoio di lancio presente sulla spiaggia.

In assenza del corridoio, occorre ormeggiare la barca a una certa distanza dalla costa.

Cosa vedere nei dintorni

Siamo in un territorio spettacolare in ogni angolo: oltre a rilassarsi sulla spiaggia, cogliete l’occasione per entusiasmanti gite nei dintorni.

Ad esempio, verso sud, si apre la spiaggia Rena Bianca in località Porto Badisco mentre, a nord, incantano la Spiaggia di La Celvia con fondale ideale per lo snorkeling, le Spiagge di Capriccioli, con insenature di candida sabbia tra scogliere di granito rosato, la Spiaggia del Principe, il Grande Pevero, oasi di dune e calette tra le rocce, e, ovviamente, Porto Cervo, la meta turistica vip per eccellenza.