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Addio valigia in aereo: ora puoi noleggiare i vestiti con questa compagnia

Quello che stiamo vivendo – come ormai è chiaro a tutti – è un periodo di rincari e sia le persone nel privato che le aziende puntano a risparmiare il più possibile. Ma non solo: sempre più viaggiatori desiderano girare il mondo all’insegna della sostenibilità e per questo anche i vettori si stanno adeguando. Sulla base di tutto ciò, per i voli verso il Giappone c’è una grossa novità che permette ai clienti di viaggiare senza valigia: si possono noleggiare gli abiti.

Japan Airlines: a bordo senza bagaglio

Questa particolare idea è di Japan Airlines, un vettore aereo del Paese del Sol Levante, che ha annunciato che fino al 31 agosto del 2024 a bordo dei suoi velivoli si potrà approfittare di un servizio sperimentale che prevede il noleggio di abiti.

Lo scopo è quello di ridurre il numero di trolley e valigie in modo da avere stive più leggere. Una soluzione che equivale all’impiego di meno carburante e a una conseguente riduzione di emissioni di inquinamento nell’aria.

Ma a beneficiare di questa nuova opzione sarà anche il passeggero stesso: in questa maniera non rischia che il proprio bagaglio finisca fra i 27 mila che ogni giorno vengono persi, rubati, danneggiati o consegnati in ritardo.

Come funziona esattamente

A partire dal 5 luglio di quest’anno e fino (per il momento) il 31 agosto del prossimo, i turisti stranieri e i viaggiatori d’affari in volo verso il Giappone potranno partire senza valigia e affittare gli abiti utili una volta arrivati a destinazione.

Potranno noleggiare praticamente qualsiasi vestito, ad eccezione della biancheria intima e degli oggetti per l’igiene intima. Il servizio sarà a disposizione del cliente fino a un mese prima della partenza, per un massimo di due settimane di soggiorno e per l’equivalente di otto cambi.

Ovviamente nel momento in cui si compilerà la richiesta sarà possibile specificare anche quali attività si andranno a svolgere in modo da poter trovare all’arrivo l’abbigliamento più indicato per le proprie esigenze. E per promuovere ancora di più i viaggi sostenibili, ogni abito che si potrà affittare arriverà dagli stock in eccesso di abbigliamento di rivenditori o da abbigliamento usato: in questo modo i clienti verranno sensibilizzati sul concetto di economia circolare.

E no, non ci sarà alcuna fatica da fare perché i vestiti saranno consegnati direttamente negli alberghi indicati dal viaggiatore e, allo stesso modo, al termine dell’avventura in uno dei Paesi più particolari del mondo saranno ritirati per essere lavati, sanificati e resi di nuovo disponibili.

Quanto costa il servizio

A svelarci i prezzi di questo servizio è il Corriere della Sera che ha provato a consultarli. Dalla loro analisi è emerso che in questo momento il noleggio di tre camicie e due paia di pantaloni richiede 26 euro, mentre si arriva a 32 euro per cinque top (camicie, maglie, ecc) e tre pantaloni/gonne da donna.

Un’opzione che, a dirla tutta, non è propriamente low cost ma che promette di ridurre notevolmente l’impatto ambientale: secondo il sito che ha riportato per primo questa notizia, Any Wear, Anywhere, non imbarcare “un bagaglio da dieci chili fa risparmiare 7,5 chili di emissioni di anidride carbonica nell’ambiente”.

Per dimostrare quanto dichiarato, la compagnia aerea monitorerà le variazioni del peso del bagaglio registrato dei passeggeri e verificherà l’effetto di riduzione delle emissioni di anidride carbonica dato dal minor peso dell’aereo dovuto a questo tipo di servizio.

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Tra serpenti, birra e fieno: ecco i trattamenti benessere che puoi provare in viaggio

Vacanze all’insegna della scoperta e del relax, anche in ambito beauty. Quando si è in viaggio si ha molta più voglia di provare cose nuove, ancora di più se promettono di farci rilassare e sentire più belli. E, magari, ottenere tutto questo sperimentando trattamenti benessere diversi dal solito.

Da chi si fa bagni nel latte, a quelli che optano per birra e fieno, sino ai massaggi con i serpenti, ci sono luoghi che offrono trattamenti di bellezza davvero particolari. Forse alcuni non sono per tutti ma, spinti dal desiderio di immergersi in tradizioni diverse, oppure di testare con mano proprietà benefiche nuove, si possono superare dubbi e paure per cimentarsi con terapie particolarissime e, per noi, innovative. Alcuni dei trattamenti più particolari che si possono provare durante una vacanza in Italia, oppure in giro per il mondo: il risultato è un aspetto più fresco, rilassato, ma anche la sensazione di aver provato qualcosa di nuovo e di essersi regalati una vera e propria immersione nei segreti di bellezza e nelle tradizioni di altre culture.

I trattamenti benessere da provare in giro per l’Italia

L’Italia è un luogo dalle mille bellezze: artistiche, paesaggistiche, enogastronomiche. Ma è anche il posto dove trovare oasi di pace e relax. Con tanto di particolarissimi trattamenti beauty, che potrebbero diventare un’ottima scusa per regalarsi una coccola in vacanza mentre si sperimenta qualcosa di nuovo.

Tra quelli più peculiari che si possono trovare in Italia c’è il bagno nel fieno. Tradizione antica e contadina, questo trattamento regala benefici per la pelle, ma anche a chi soffre di dolori alle ossa e di reumatismi. In genere ci si immerge in una vasca di legno con del fieno in fermentazione e la temperatura che si raggiunge è piuttosto alta. Si tratta di un servizio tipico delle zone dell’Alto Adige.

È possibile sperimentare la vinoterapia, invece, in diverse zone d’ Italia (ma non solo): consiste in bagni o maschere che sfruttano le sue proprietà tonicizzanti e detossinanti. Non guasta anche il fatto che questi trattamenti in genere vengono proposti da strutture che offrono anche percorsi enogastronomici.

Dal vino alla birra con i bagni che promettono di rilassare il corpo e di regalare una pelle più bella. Il percorso, a volte, prevede l’immersione in vasche di birra calda, sauna, nuovamente immersione, ma questa volta in tini per rinfrescarsi, e massaggi. Le strutture che offrono questi pacchetti benessere si trovano in Alto Adige, oppure nell’Europa del Nord.

E infine il bagno più amato dalle donne celebri del passato: quello nel latte. In particolare d’asina, ma in giro per l’Italia si trovano anche di altre tipologie da quello di bufala, all’uso di prodotti derivati. Dal nord al sud della penisola si può sperimentare questo trattamento amato sin dai tempi più antichi.

Dall’oro al caviale: i trattamenti più lussuosi

Lusso sfrenato, ma anche benessere e bellezza: ci sono trattamenti che sono amatissimi dalle star e che si possono provare per farsi un regalo durante una vacanza o un viaggio. I più famosi sono ormai noti in tutto il mondo e stanno prendendo piede in diverse strutture che offrono pacchetti completi, del resto quando un un prodotto regala risultati soddisfacenti allora è normale che diventi all’ultima moda tra i vip, ma non solo.

Tra i più celebri, quelli realizzati con l’uso di oro 24 carati. Ma quali sono i suoi benefici? Rende più giovane la pelle riducendo i segni del tempo e migliorandone l’elasticità: ci sono diversi istituti in tutto il mondo che offrono trattamenti a base di questo metallo prezioso. Il costo è abbastanza elevato, ma sembra che ne valga la pena: è amato anche dalle star.

E se invece si utilizzasse il caviale? Da sempre considerato un alimento di lusso, forse non è noto a tutti che è anche un perfetto alleato in campo beauty. I suoi super poteri sono quelli di riuscire a far rigenerare e nutrire la pelle, ma è anche ottimo per i capelli. Viene proposto in centri benessere di tutto il mondo come Parigi dove, nella spa dell’Hotel Giorgio V, offrono un pacchetto di bellezza che prevede l’uso di caviale (in questo caso verde), Chardonnay e oro.

I trattamenti più particolari nel mondo

Serpenti, cactus o lumache per rilassarsi e regalarsi momenti speciali per rigenerare il corpo e lo spirito? Assolutamente sì. Serve un pizzico di coraggio e la voglia di sperimentare rituali di bellezza che appartengono ad altre culture. Del resto viaggiare, oltre a regalarci la possibilità di esplorare il mondo e immergersi in luoghi bellissimi e sempre diversi, significa anche scoprire cose nuove, comprendere altre culture e magari carpirne i segreti. Un po’ come accade quando si decide di partire per il Marocco o la Turchia e di sperimentare lì i percorsi benessere proposti dai tantissimi hammam: rituali antichi, che promettono purificazione dalle tossine, una pelle più bella e relax per il corpo e per la mente.

Ma dove provare tecniche nuove e, magari, davvero uniche? Ci sono diversi paesi che propongono rituali bizzarri e non per tutti.

Ecco che, allora, il massaggio con i serpenti non solo può essere un’esperienza ringenerante ma anche un ricordo da portare sempre con sé. Dove farlo? A Jakarta, capitale dell’Indonesia, ma sembra essere apprezzato anche in Israele e in Thailandia. E sarebbero proprio le forti emozioni che si provano, come la paura e l’adrenalina, ad avere effetti sul benessere del corpo aiutandolo a rilassarsi.

A Tokyo in Giappone, invece, ha preso piede la moda di farsi massaggiarsi dalle lumache: gli animali vengono fatti strisciare sul volto regalando alla pelle un vero e proprio peeling. Anche in questo caso, però, bisogna superare la paura.

Nessun timore, invece, per il massaggio con i cactus che arriva direttamente dal Messico. Di che cosa si tratta? Vengono passate sul corpo le foglie, private in precedenza delle spine, riscaldate e che rilasciano sulla pelle tutte le loro proprietà benefiche. Una coccola rigenerante e rilassante per corpo e mente, che regala anche una pelle più idratata e pura. Un rituale di bellezza perfetto, privo di controindicazioni (come la paura) e adatto a tutti.

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A Dublino c’è un nuovo quartiere hipster che bisogna assolutamente visitare

Lasciate perdere Temple Bar, il Trinity College e la fabbrica della Guinness. La prossima volta che andate a Dublino c’è un “nuovo” quartiere che dovete assolutamente visitare. A dire il vero non è nato oggi. Si tratta di uno dei quartieri più antichi della città, tanto che i nomi delle strade sono ispirati alla storia vichinga del Paese.

Dall’età del ferro fino alla rivoluzione digitale, è stata la zona preferita da chi cerca un piacevole vicinato senza essere troppo distante da Dublino. È stato anche sede dell’ex villaggio costruito per i dipendenti delle ferrovie e oggi è diventato “the place to be”.

Si chiama Stoneybatter ed è considerato uno dei quartieri più hipster al mondo. La rivista “Time Out” l’ha definito uno dei 40 luoghi più cool al mondo nel 2019. Pochi lo conoscono ed è una vera scoperta.

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Fonte: SiViaggia – @Ilaria Santi

Le abitazioni di mattoni rossi di Stoneybatter a Dublino

Dove si trova Stoneybatter

Guardando la Guinness Storehouse, si trova sulla sponda opposta del fiume Liffey, a Nord-Ovest rispetto al centro di Dublino e confina con il meraviglioso Phoenix Park, il grande polmone verde cittadino pieno di sentieri dove passeggiare e dove vivono ancora oggi branchi di cervi.

Un tempo il nome del quartiere era Bothar-na-gCloch, che significa “la strada di pietre”, in quanto era la via diretta che portava a Dublino venendo dalla campagna e dalle contee fuori città.

Ha iniziato a prendere sempre più piede tra gli assidui frequentatori della Capitale irlandese una decina di anni fa, quando gli appartamenti ricavati nei grandi edifici a due piani di mattoni rossi sono stati messi in vendita e vi si sono trasferite le prime coppie giovani in cerca di un’abitazione a prezzi abbordabili. Oggi che sta diventando molto di moda vivere a Stoneybatter le case non sono più così economiche, ma chi ci vive abita in un microcosmo hipster, super tranquillo e decisamente poco frequentato dalle orde di turisti.

Ogni abitante di Stoneybatter ha contribuito a rendere il quartiere una vera chicca. Ogni abitazione ha dipinto la porta d’ingresso di un colore diverso, e si sa che le porte colorate di Dublino sono famosissime, tanto che esistono dei tour specifici.

Cosa fare a Stoneybatter

Nel quartiere sono sorti molti locali alternativi, bar, ristoranti, negozi vintage, di artigianato e di design e mercati coperti, là dove un tempo si trovavano drogherie, macellai, panettieri. Nell’ex ufficio postale c’è un delizioso locale chiamato Social Fabric Café. Al posto della macelleria c’è un negozio di design artigianale The Old Butcher Studios. Si trova qui anche il pub che ha vinto il premio come migliore del 2023, il J. Walsh & Co., che si trova tra Blackhall Place e Brunswick Street North, perfetto per una pinta di Guinness genuina o un vero whiskey irlandese. Se scegliete questa zona come base per visitare Dublino, non sentirete la mancanza di scelta per la colazione, il pranzo o la cena.

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Fonte: 123rf

L’Irish Museum of Modern Art a Dublino

Il quartiere ospita anche l’Irish Museum of Modern Art (IMMA Dublin) che, in un bellissimo edificio seicentesco che un tempo era sede dell’ospedale militare, espone più di 3500 opere di artisti irlandesi, ma anche internazionali, come Roy Lichtenstein, Marina Abramović, Louise Bourgeois e Sol LeWitt. L’ingresso al museo è gratuito, tranne alle sale che ospitano mostre temporanee. Ha anche un bellissimo giardino interno dove un tempo venivano coltivate le piante officinali per l’ospitale e un delizioso barettino.

A Stoneybatter c’è anche la Kilmainham Gaol, l’antica prigione di Dublino aperta alla fine del 1700. Vengono organizzate visite guidate tra le celle che hanno ospitato il primo prigioniero politico e molti di coloro coinvolti nei moti nazionalisti irlandesi e nella famosa Rivolta di Pasqua avvenuta nella settimana di Pasqua del 1916, un tentativo dei militanti repubblicani irlandesi di ottenere l’indipendenza dal Regno Unito, considerato oggi uno dei punti saldi per la creazione dell’attuale Repubblica d’Irlanda. A questo evento è dedicata una poesia di William Butler Yeats ed è citato nel brano “Zombie” dei Cranberries.

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Fonte: 123rf

Kilmainham Gaol, l’antica prigione di Dublino

Infine, vi si trovano i giardini dell’Irish National War Memorial, un monumento dedicato ai circa 50mila caduti irlandesi che hanno dato la vita nella Grande Guerra.

A Stoneybatter non sono tanti gli hotel dove alloggiare, ma molti degli appartamenti nelle storiche case di mattoni sono in affitto su Airbnb. È un ottimo punto di partenza per scoprire Dublino. Ci si può spostare a piedi seguendo il lungofiume, ma ci sono anche mezzi pubblici che portano in centro. Se vi capita di essere qui a metà giugno, poi, si tiene la festa di quartiere e non avrete neppure bisogno di andare in centro per sentirvi un vero Dubliner, per dirlo alla James Joyce.

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Sui luoghi della vera Lidia Pöet, protagonista della serie Tv

Dopo lo straordinario successo della prima stagione della serie televisiva Netflix “La legge di Lidia Poët“, ispirata alla prima donna avvocato italiana, premiata di recente con il Nastro d’Argento come migliore serie crime dell’anno, e in attesa dell’arrivo della seconda, prevista per i primi mesi del 2024, partono i tour che portano sui veri luoghi dove nacque e visse la Pöet.

Se il dramma storico che vede Lidia Poët indagare su alcuni omicidi, mentre al contempo lotta per esercitare la carriera forense, ambito dominato prettamente da uomini, è ambientato soprattutto a Torino, la vera protagonista ha lasciato un segno indelebile in altre zone del Piemonte dove è nata e cresciuta.

I luoghi in cui visse Lidia Poët

A partire dalla sperduta borgata di Traverse, a Perrero, dove Lidia è nata nel 1855. Il piccolo abitato della città metropolitana di Torino si trova nella media Valle Germanasca ed è circondato da monti e da una natura ancora oggi incontaminata. Il tour ripercorre i luoghi dell’infanzia e la storia della famiglia, di fede valdese. Si visita la sua casa e si entra nel cimitero di località San Martino, davvero particolare in quanto è per metà valdese e per metà cattolico e le due parti sono divise da un muro. Una tappa è proprio dedicata alla tomba dove Lidia è stata sepolta nel 1949.

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Fonte: Ufficio stampa

La targa apposta sulla casa di Lidia Poët a Perrero

La tappa successiva del tour dedicato a Lidia è a La Chabranda, un agriturismo di Pomaretto che offre un menu basato sulle ricette di inizio Novecento. Quindi si fa tappa a San Germano Chisone, un piccolo borgo della Val Chisone, sempre nei dintorni del Capoluogo piemontese, dove oggi vive una parte dei discendenti della donna. Qui, a Villa Widemann, un edificio che faceva parte delle proprietà di Vittorio Widemann, titolare del locale cotonificio chiuso nel 1977, si può vedere la toga appartenuta a Lidia.

Grazie a un lavoro di ricerca portato avanti dal Consorzio Turistico Pinerolese e Valli e alla collaborazione del Comune, che ha messo a disposizione i locali, sono esposti anche la sua cuffia, tipica dell’abito valdese, uno scialle e alcune borsine usate per andare a teatro, i libri in inglese appartenuti a Lidia, che riportano anche le sue annotazioni, e l’abito di una pronipote che proprio Lidia aveva cucito a mano.

Il tour prosegue per Pinerolo. Non è nota la casa dove Lidia visse, ma si fa tappa sulla collina di San Maurizio, la zona più antica dell’abitato dove si trovano i resti della Cittadella e dove era solita incontrarsi con quell’Edmondo De Amicis, scrittore e giornalista noto per il libro “Cuore”, ma anche caro amico di Lidia. Qui si visita il Teatro Sociale dove Lidia era solita accompagnare il fratello per assistere agli spettacoli. Pinerolo è una deliziosa cittadina del Piemonte, ricca di palazzi storici, edifici religiosi e di belle piazze. Sono ancora visibili i resti delle mura duecentesche che circondavano il borgo. Ultima tappa è quella nella Biblioteca di Pinerolo, che conserva ancora oggi scritti e carteggi della prima avvocata d’Italia.

Info utili

Il tour sui luoghi di Lidia Poët è intitolato “La toga negata” e deve il nome al fatto che viene eccezionalmente mostrata ai partecipanti proprio la toga di Lidia Pöet. Il percorso debutterà in una data simbolica, il 26 agosto, giorno del suo compleanno. Il titolo omaggia anche l’omonimo libro “La toga negata” di Clara Bounous, che ha raccontato la figura della Pöet, riportata in auge, a livello nazionale, anche da “Prime… sebben che siamo donne. Storie di italiane all’avanguardia” di Bruna Bertolo.

Lidia fu paladina di una battaglia ultradecennale per ottenere, fra il 1884 e il 1920, l’iscrizione all’Albo degli Avvocati, ma fu anche protagonista di battaglie sociali per l’emancipazione femminile (nel 1922 divenne la presidente del Comitato pro-voto donne di Torino), si impegnò a favore dei minori, e fu promotrice di tante attività in campo giuridico e culturale. E la serie Tv fornisce l’occasione per andare a scoprire i luoghi dove Lidia è nata e vissuta. Oltre al 26 agosto, il tour viene organizzato anche il 17 e 24 settembre e l’1 e 8 ottobre 2023.

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Cascata delle Due Rocche, meraviglia a due passi dalla città

Una vera e propria meraviglia naturale che si trova a due passi dalla città e che sembra uscita direttamente da un libro di favole. Parliamo della Cascata delle due Rocche, un affascinante flusso d’acqua da raggiungere attraversando paesaggi nascosti, spesso poco noti al turismo nazionale e internazionale.

Dove si trova la Cascata delle Due Rocche

La fragorosa Cascata delle Due Rocche si trova a Corleone, una cittadina che svetta fiera nel cuore dell’entroterra della provincia di Palermo. Si tratta di una vera e propria meraviglia naturale che prende vita a pochi passi dal centro storico e in un contesto che per le sue caratteristiche morfologiche è chiamato Canyon.

Un fascino assolutamente unico nel suo genere che viene amplificato anche dalla presenza di alcuni resti di un acquedotto, forse di origine medievale.

Cosa aspettarsi

La Cascata delle Due Rocche non è di certo paragonabile alle ben più famose Cascate del Niagara o alla più familiare Cascata delle Marmore. Essa, infatti, possiede un salto che raggiunge un altezza di soli 4 metri, eppure ritrovarsela di fronte catapulta direttamente in un luogo magico.

Cayon di Corleone

Fonte: iStock

Il meraviglioso Canyon di Corleone

Situata all’interno del Parco delle due Rocche, è il frutto del salto del fiume San Leonardo, un affluente del fiume Belice. Il flusso dell’acqua nel corso dei secoli ha creato un ambiente davvero soprendente, comprensivo anche di una piccola conca circondata da pareti a strapiombo che amplificano i suoni della natura rendendo la visita ancor più speciale.

Il paesaggio è uno di quelli in grado di lasciare senza fiato, di quelli che si vedono solo nei film americani. E invece no, siamo in Italia e a due passi dalla città, un sito di notevole interesse e dove a dominare incontrastato è il silenzio, che ben si mescola ai suoni della natura.

I più avventurosi saranno felici di sapere che attorno al Canyon ci sono alcuni sentieri, non facili da percorrere, dai quali si ha una veduta piuttosto suggestiva. Inoltre, vale la pena imboccare una strada che collega in salita il Convento del Ss. Salvatore, altro luogo suggestivo da visitare.

Come raggiungere la Cascata delle Due Rocche

Lo abbiamo già detto sopra: la Cascata delle Due Rocche si trova a due passi dal centro cittadino di Corleone eppure è poco nota, o almeno non lo è quanto meriterebbe. Non vi sorprenderà sapere, quindi, che raggiungerla prevede la necessità di organizzarsi per benino perché la segnaletica è sfortunatamente scarsa.

Dopo aver attraversato una serie di viuzze nel quartiere San Giuliano, si giunge davanti a una piccola chiesa dedicata alla Madonna delle Due Rocche. Ed è proprio alla sinistra di questa chiesetta che si può scorgere un sentiero dove si fanno spazio pioppi, salici e olmi.

In sostanza occorre innanzitutto raggiungere Corleone e da lì affidarsi al navigatore, oppure chiedere informazioni ai passanti. Si può raggiungere anche in auto ma, come indicato dalla polizia municipale di Corleone, meglio parcheggiare in aree apposite individuate e percorrere una quindicina di minuti a piedi: le strade non sono il massimo della sicurezza.

Informazioni utili per la visita

Il momento migliore per inebriarsi del potere della natura che si percepisce presso la Cascata delle Due Rocche è la primavera: durante questa stagione si sciolgono i ghiacciai ed il fiume è ricco di acqua. Ma non solo, perché questo periodo dell’anno è anche pregno di colori che invitano alla vita come il blu intenso del cielo, il giallo, bianco e il viola dei fiori che sbocciano e le tante farfalle dalle mille sfumature che svolazzano in libertà.

In estate, invece, il rischio è di trovare un flusso non affatto soddisfacente, anche se la bellezza del contesto naturale rimane pressoché immutata. Occorre visitare questo angolo di paradiso naturale indossando abbigliamento sportivo, soprattutto scarpe da trekking.

Inoltre, compresa la passeggiata per raggiungerla, il sito non richiede tantissimo tempo per essere scoperto. Per questo motivo vi invitiamo a raggiungere anche qualche meraviglia nei dintorni o la stessa Corleone, che ha davvero molo da offrire ai suoi ospiti.

La cascata di Corleone

Fonte: iStock

Veduta della Cascata delle Due Rocche

Cosa vedere a Corleone

Corleone è una bellissima cittadina del palermitano che sorge in una zona interna di montagna tra i famosi castelli di Soprano e Sottano. Si tratta quindi di una realtà che si trova immersa in uno splendido paesaggio naturalistico. Purtroppo è nota ai più per il suo passato dalle radici mafiose, ma nei fatti è una località ricca di storia e dove natura e architettura creano degli angoli che sono dei piccoli capolavori.

Tante la cose da vedere, ma la prima che vi consigliamo è la Chiesa Madre che conserva opere notevoli come le tele di Fra Felice da Sambuca, una scultura in marmo che raffigura la Madonna del Soccorso di scuola gaginiana e un’opera di Valsi risalente al XVI. Dedicata a San Martino, si distingue per il suo stile tipicamente musulmano soprattutto nella struttura esterna.

Molto interessante è anche il Castello Soprano che sovrasta fiero il centro cittadino. Trovarselo di fronte è davvero emozionante: si erge a 861 metri dal livello del mare su un maestoso blocco calcareo. Oggi sfortunatamente rimane poco del castello originale, ma ciò non toglie che sappia ancora sorprendere il visitatore.

C’è poi il Castello Sottano che al giorno d’oggi è l’eremo dei Francescani. Fino alla metà del XX secolo fu adibito a carcere, mentre adesso è un importante punto di riferimento per la città in cui ritirarsi in preghiera: è davvero buffo come cambiamo le cose nel tempo.

Il viaggio alla scoperta di Corleone continua per giungere al cospetto di un altro bellissimo edificio religioso: la Chiesa di San Domenico. Si tratta di una struttura suddivisa in tre navate che custodisce moltissimi dipinti commissionati tra il Settecento e l’Ottocento, tra cui una tela raffigurante San Tommaso d’Aquino e una Madonna del Rosario. Altri edifici sacri di notevole importanza sono:

  • Monastero del Ss. Salvatore: un santuario di origini medievali in cui ammirare l’affresco di Filippo Randazzo risalente al 1735, il monocolo di Nicosia e molto altro ancora;
  • Chiesa e convento di Sant’Agostino: con un assetto esteriore dallo stile “musulmano” che conserva un altare barocco e delle splendide pitture;
  • Chiesa di San Leoluca: dove scoprire un’incantevole statua lignea del 1761 che rappresenta l’angelo custode.

Coloro che invece vogliono approfondire una parte del controverso passato di questa bellissima città siciliana devono fare un salto presso il Centro Internazionale di Documentazione sulla Mafia e del Movimento Antimafia che è stato creato proprio per sensibilizzare il pubblico su questa organizzazione criminale.

Insomma, Corleone ha davvero molto da offrire e la sua Cascata delle Due Rocche è un piccolo paradiso naturale che vale la pena conoscere.

Cosa vedere a Corleone

Fonte: iStock

Veduta di Corleone
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Dormire in un bivacco sotto le stelle: l’esperienza da sogno

Come la immaginate, voi, la vacanza dei sogni? Sicuramente come un’avventura dalle inedite scoperte, fatta di esperienze entusiasmanti e indimenticabili, ma anche di visioni superlative e di contatto con la natura più selvaggia e autentica. Un desiderio, questo, che è diventato realtà grazie alle offerte sempre più variegate nel settore del turismo.

Ad aiutarci a vivere avventure del genere, poi, ci pensano gli alloggi. Che non sono più i semplici luoghi del riposo e del ristoro, ma diventano parte integrante e caratterizzante di esperienze incredibili da vivere e da condividere. Case sull’albero, baite nella foresta, hotel a tema e capsule futuristiche: queste sono solo alcune delle proposte che ci hanno conquistato negli ultimi anni, alle quali se ne aggiunge un’altra che, vi anticipiamo, vi lascerà senza fiato.

Ci troviamo sulle sponde suggestive di un lago incantato situato in Carinzia, in Austria. È proprio qui, che affacciati su una vista mozzafiato, sorgono degli alloggi straordinari. Si tratta dei bivacchi, rifugi all’aperto e sotto le stelle, che permettono di vivere un sogno a occhi aperti. Pronti a partire?

Dormire sul lago di Millstatt

Il lago di Millstatt rappresenta, con tutta probabilità, uno dei gioielli naturali meglio custoditi della Carinzia. Proprio qui, in una cornice lussureggiante e autentica, è possibile vivere un’esperienza emozionante e suggestiva a stretto contatto con Madre Natura.

Situato a est di Spittal, questo bacino è il più profondo del territorio, ed è anche uno dei più raggiunti da cittadini e viaggiatori che vogliono trascorrere del tempo all’insegna del relax e della bellezza. Il lago, che ha un origine antichissima, si trova ai piedi delle Alpi centro-orientali, le cui montagne arrivano a raggiungere altezze di oltre 2.000 metri. Una posizione privilegiata, questa, che permette a chi arriva fin qui di godere di un paesaggio unico e mozzafiato in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni.

Ed è proprio qui, sulle sponde di un lago che sembra uscito da una fiaba, che è possibile trascorrere notti magiche sotto il manto stellato dormendo all’interno di sei rifugi che offrono viste straordinarie sulle acque placide o sulla natura rigogliosa che corre sulle montagne.

Il bivacco sotto le stelle: un sogno che diventa realtà

Si chiamano Biwak unter den Sternen che, tradotto letteralmente, vuol dire rifugi sotto le stelle. Questi bivacchi, che si snodano intorno al lago Millstatt sono l’alloggio perfetto di chi desidera una vacanza lontano da tutto e da tutti, un’esperienza da vivere e da condividere all’insegna della natura e della bellezza.

Le strutture, realizzate in legno di larice e di pino, sono inserite armoniosamente nella cornice naturale alpina che protegge il lago alla stregua di un tesoro prezioso. Queste piccole oasi di serenità hanno una superficie di 15 metri quadrati, un design minimale, e tutti i comfort di cui si ha bisogno.

I cellulari, però, in questo paradiso verdeggiante non sono i benvenuti. L’invito è quello di spegnerli e di conservarli in un cassetto per immergersi totalmente nella natura circostante. Del resto chi ha bisogno di lasciarsi distrarre dai social network con una vista così?

Durante il giorno è possibile contemplare il verde smeraldo del lago che brilla sotto il sole e che si trasforma sotto i raggi infuocati all’ora del tramonto. La sera, invece, il buio diventa assoluto protagonista della scena trasformandosi nel palcoscenico di uno spettacolo magico portato in scena dalle stelle, dai pianeti e dalla candida Luna.

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L’affascinante borgo della Sardegna dove spicca un elefante di pietra

La Sardegna è senza dubbio una delle mete più rinomate al mondo per quanto riguarda il turismo balneare: le sue spiagge da sogno e le calette nascoste sono letteralmente prese d’assalto dai vacanzieri, durante l’estate. Ma la fascia costiera ha molto da offrire, tra piccoli borghi caratteristici e tanti sapori tipici da gustare. Oggi andiamo alla scoperta di Castelsardo, un pittoresco paesino medievale dove si trova un elefante di pietra, che cela qualcosa di suggestivo.

Castelsardo, un borgo ricco di sorprese

Il piccolo borgo di Castelsardo si trova nel nord della Sardegna, affacciato sul Golfo dell’Asinara, lungo una delle coste più incantevoli di tutta la regione. Appartenente al circuito de I Borghi più belli d’Italia, è un luogo ricco di fascino e di sorprese tutte da scoprire. Il centro storico si dipana ai piedi di una collinetta, sulla quale sorge l’antico Castello dei Doria: risalente all’inizio del XII secolo, è circondato da ciò che resta di imponenti mura che un tempo proteggevano il nucleo originario dell’abitato. Attualmente, il maniero ospita il Museo dell’Intreccio Mediterraneo, dove sono esposte tantissime opere realizzate con le fronde di palme nane.

Passeggiando tra le viuzze del centro, d’altra parte, non è difficile imbattersi in signore che ancora oggi intrecciano a mano cestini e panieri, tenendo in vita un’antichissima tradizione che si è trasformata in una vera e propria arte. Naturalmente, sono molte altre le bellezze da visitare a Castelsardo: è il caso della Concattedrale di Sant’Antonio Abate, che si affaccia direttamente sul mare, regalando una vista mozzafiato. Al suo interno sono custodite preziose opere d’arte, mentre basta solo un’occhiata da lontano per ammirare il suo bellissimo campanile, impreziosito da una cupola in maiolica colorata.

Nei pressi del paese, che vanta origini antichissime, ci sono tante testimonianze archeologiche risalenti al periodo nuragico. Una delle più suggestive è l’antico villaggio situato sulla cima di Monte Ossoni e la sua muraglia megalitica, lunga circa 60 metri e realizzata con grossi blocchi di trachite. Il sito venne abitato per molti secoli, come dimostrano le ceramiche ritrovate tra le sue rovine. Ma c’è un’altra meraviglia che Castelsardo custodisce gelosamente, e che attira ogni anno tantissimi curiosi da ogni angolo del mondo.

L’elefante di pietra (e i suoi segreti)

A poca distanza dal borgo, si trova un elefante di pietra dal caratteristico color ruggine: non è altro che un gigantesco masso trachitico e andesitico, esposto per millenni agli agenti atmosferici che lo hanno eroso donandogli una forma simile a quella di un grosso pachiderma seduto. La pietra, che probabilmente apparteneva al Monte Castellazzu, è alta ben 4 metri e rappresenta una vera attrazione turistica. La sorpresa più grande è ciò che si cela al suo interno: vi sono infatti due domus de janas, ovvero due sepolture risalenti al periodo prenuragico.

La prima, situata in una cavità superiore, è la più antica ed è costituita da tre vani: di questa tomba non resta moltissimo, essendo stata danneggiata dal passare del tempo, e non vi sono stati rinvenuti motivi scultorei. Ben diversa è la seconda sepoltura, più recente e posta in posizione più bassa. È formata da diverse celle che si sono conservate egregiamente, in una delle quali è stato rinvenuto un elemento decorativo chiamato protome bovina: ciò ha permesso agli archeologi di datare la tomba, facendola risalire alla prima metà del III millennio a.C.

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Sembra dipinto da un pittore. E invece questo lago rosa è reale

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, spesso lo facciamo per toccare con mano tutti quei capolavori di inestimabile bellezza che portano la firma di Madre Natura. Foreste incantate, boschi lussureggianti, mare cristallino e spiagge multicolor che brillano al sole: queste sono solo alcune delle destinazioni più affascinanti che ci invitano a esplorare il mondo in lungo e in largo, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni.

Alcuni luoghi poi, resi celebri dalle fotografie strabilianti degli avventurieri, sono diventati delle vere e proprie attrazioni turistiche e il motivo non ci sorprende. Alcuni paesaggi, infatti, sono così belli da non sembrare veri, e invece sono reali e per questo ancora più straordinari.

Ne è un esempio Sivaš, un gruppo di baie e lagune di dimensioni piuttosto importanti che divide la Crimea dall’Ucraina e che è situato a ovest del Mar d’Azov. Le fotografie che lo ritraggono mostrano una bellezza ipnotica, un luogo incantato che non appartiene a questo mondo. Sivaš, infatti, sembra dipinto da un pittore, e invece questo lago rosa è reale e tutto da scoprire.

Lo specchio d’acqua dalle intense sfumature di rosa

Non è la prima volta che ci troviamo davanti a luoghi che rubano dalle palette cromatiche più intense i loro colori creando così spettacoli mozzafiato. L’abbiamo visto con le montagne arcobaleno, con le spiagge rosa e nere e con le fioriture multicolor. Anche se la scienza ha spiegato ampiamente questi fenomeni, la visione da loro restituita è resta sempre magica e merita di essere vissuta almeno una volta nella vita.

Tra i luoghi più incredibili del mondo troviamo anche il Lago Sivaš, che fa parte di un gruppo di baie e di lagune che si estendono nei pressi nel Mar d’Azov e che occupano una superficie di oltre 2.000 chilometri quadrati. Proprio qui, tra acque ferme e stagnanti, è possibile scorgere un bacino dalle sfumature intense ed evocative.

La peculiarità di queste acque, infatti, è data proprio dalle tonalità rosa che assumono in alcuni punti sfumature cangianti che virano verso il rosso vermiglio e il magenta. Un’incantesimo, a prima vista, che però è spiegato dalla presenza dell’alga Dunaliella che vive sui fondali e prolifera proprio grazie all’alta concentrazione salina.

Quando visitare il lago magico

Il Lago Sivaš è diventato col tempo una meta molto ambita soprattutto tra gli amanti della natura e gli appassionati di fotografia. Vedendo il paesaggio nella sua intera totalità, infatti, non si può che rimanere incantati dalla sua bellezza. Inoltre, durante i periodi estivi la magia si intensifica: l’acqua evapora, facendo emergere così parti di superficie che trasformano il paesaggio in un deserto salino.

La visione, nel suo insieme, è sicuramente suggestiva. Ma se avete intenzione di visitare questo luogo in estate dovete prepararvi anche a una sorpresa non troppo gradita. Durante l’evaporazione, infatti, l’alga si riproduce più velocemente raggiungendo la sua massima diffusione e donando quindi al bacino sfumature ancora più intense. Se da una parte l’effetto visivo è strabiliante, dall’altra questo fenomeno porta con sé un odore sulfureo, molto pungente e a tratti sgradevole.

Non è di certo un caso se il nome del lago, che proviene dal tataro, vuol dire proprio “Acqua marcia”. Il caratteristico odore, anche se forte, non toglie comunque niente a quello che è uno spettacolo naturale grandioso che merita di essere contemplato.

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La Gola dell’Inferno, una meraviglia a due passi da casa

La Slovenia è il cuore verde d’Europa, una destinazione affascinante che offre innumerevoli occasioni per immergersi nella natura, trascorrere piacevoli giornate all’aria aperta camminando, facendo escursioni o seguendo percorsi da trekking, pedalare e rilassarsi nell’abbraccio di paesaggi a dir poco spettacolari.

La natura è davvero “a portata di mano”: dalle spiagge ai rifugi alpini nello stesso giorno, da verdeggianti pianure a limpidi laghi alpini, da fitte foreste a cascate che sanno emozionare, anche a poca distanza dalla capitale Lubiana.

E’ questo il caso della Gola dell’Inferno, o Gola di Pekel, suggestiva e romantica gola di 1,5 chilometri accanto al piccolo insediamento di Ohonica, nel comune di Borovnica.

Pekel, un luogo magico

A mezz’ora di auto a sud-ovest della capitale, si apre il magico scenario della Gola di Pekel, un favoloso mondo di boschi, cascate e torrenti, molto simile a quello descritto nelle fiabe dell’infanzia.

Si tratta di un paesaggio scolpito dal corso del torrente Borovniščica, che nasce dall’altipiano della Rakitna e si snoda attraverso pittoresche forre e profonde gole per scendere verso la piana di Lubiana: l’acqua precipita dando vita a pozze color smeraldo di rara bellezza e a fragorose cascate di cui le più famose e belle sono cinque, che si tuffano dai 3 ai 20 metri circa.

L’itinerario per ammirarle, della durata di circa un’ora e mezza, inizia presso la trattoria Pekel e percorre la gola in varie direzioni: dapprima è una facile camminata lungo il torrente che passa accanto a una piccola cascata di 5 metri e a un’altra di sedici metri.

Dopo aver ammirato il loro fascino indiscutibile, inizia la salita vera e propria, in alcuni tratti talmente ripida da presentare alcuni cavi d’acciaio cui aggrapparsi: tuttavia, è proprio lungo questo tratto del sentiero che si svelano le altre tre cascate della Gola dell’Inferno, tra cui spicca la quinta, la più alta e spettacolare, con un salto di ben 20 metri.

Basta lasciarsi trasportare dal suono dell’acqua e dall’incanto del momento per dimenticare, in un secondo, qualsiasi fatica!

In ogni caso, l’intero percorso è assoluta meraviglia, un piacere per gli occhi e per il cuore, una meta ideale per gli amanti della natura, un tesoro nascosto che fa bene all’umore e allo spirito.

Per il suo indiscusso valore, la Gola dell’Inferno (che deve il suo nome all’atmosfera buia, umida e fredda che la caratterizza durante l’inverno poiché il sole, almeno nella parte bassa, non arriva mai) è stata proclamata di importanza nazionale.

Già nel 1897, Josip Ciril Oblak, avvocato sloveno, scrittore di viaggi, di montagna e saggista, la definì “un paradiso turistico” e gruppi organizzati di escursionisti iniziavano a scoprirla.

L’apertura ufficiale al pubblico avvenne invece il 29 giugno 1904, mentre il sentiero pedonale comprensivo di ponti e scale fu terminato nel 1925 e, da allora, è soggetto a regolare manutenzione.

Oltre alle incredibili cascate, è possibile scorgere il camoscio e il merlo acquaiolo, che nidifica nella gola, interessanti specie arboree nonché flora alpina ed endemica come la primula carniola.

Inoltre, la Gola di Pekel si estende fino al roccioso e ripido Hudičev zob (Dente del Diavolo).

Come raggiungere la Gola dell’Inferno dall’Italia

Questo luogo incantato a ingresso libero è “a due passi da casa”: da Trieste, infatti, si imbocca la strada verso Postumia, si prosegue per Vrhnika, poi verso Verd, Bistra e infine Borovnica.

Da qui, è sufficiente seguire le indicazioni per Pekel.

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Sono sempre più numerosi i turisti “a 4 zampe”

Il turismo è in crescita per tutti, anche per gli amici a quattro zampe: assistiamo, infatti, a un vero e proprio boom degli hotel pet-friendly, un ambito che, secondo un recente studio di Future Market Insights, sfiorerà i 9,7 miliardi di dollari nel 2032, con un incremento del +124% in 10 anni.

Il trend conquista anche l’Italia ed è inarrestabile: basti pensare che la scorsa estate sono stati oltre 8,5 milioni gli italiani che hanno scelto di partire per le vacanze in compagnia del proprio animale domestico, come riportato da un’analisi di Coldiretti/Ixè.

Turismo, boom per le vacanze “a 4 zampe”

Valigie, costumi, accessori, teli mare… e il fedele amico a quattro zampe: aumenta sempre più il numero di persone che, in tutto il mondo, si gode le vacanze con il cane per non rinunciare a godere del loro affetto e amore, diventato sempre più centrale per il benessere durante i difficili anni appena trascorsi, nemmeno durante il periodo delle ferie.

Una tendenza talmente forte che, come accennato, ha visto una tripla crescita del mercato degli hotel pet-friendly che passerà dai 4,3 miliardi di dollari di valore registrati nel 2022 ai quasi 9,7 del 2032, dati davvero significativi che fanno ben comprendere quanto i pets siano ormai “veri e propri turisti”.

Il fenomeno degli hotel “a misura degli amici pelosi” è diventato virale sui social con quasi 750mila post dedicati all’hashtag #doghotel su Instagram e ben 78,7 milioni su TikTok.

Si tratta di strutture ricettive che offrono persino servizi di toelettaturaveterinario 24/7dog sittingspa dog beach, attirando turisti coi loro cani a livello internazionale.

“Bruno Barbieri– 4 Hotel” premia il miglior hotel pet-friendly

A dimostrazione di quanto gli animali siano ormai al centro delle vacanze dei loro umani, un segnale forte è arrivato anche dal celebre format “Bruno Barbieri 4 Hotel” condotto dal noto chef stellato che ha dedicato una puntata della nuova stagione della produzione Sky Original realizzata da Banijay Italia (in onda ogni giovedì su Sky e in streaming su NOW e sempre disponibile on demand) ai viaggi con i cani, premiando la miglior struttura ricettiva pet-friendly della Riviera Romagnola.

A vincere è stato l’hotel “The Box” di Riccione, aperto nel 2018 da Alfredo Bonetti e Marianna Chiaraluce, che ha rivoluzionato i canoni della Riviera: i due dog-lover, infatti, hanno viaggiato per il mondo con il loro cagnolino Miami, star di Instagram con più di 12mila follower, e hanno spesso riscontrato difficoltà.

Hanno spiegato: “Per noi accogliere gli ospiti e farli sentire a proprio agio è la somma di tanti piccoli dettagli fatti di bellezza e comfort, questa per noi è l’essenza dello stare bene che rende il viaggio e la vacanza un’esperienza da condividere e ricordare: proprio per questo uno dei pilastri su cui si basano il nostro lavoro e il successo che ne deriva è il rispetto delle necessità di ognuno, garantendo il massimo livello di benessere sia ai pet-lover che ci raggiungono da ogni parte d’Italia e d’Europa, sia a coloro che viaggiano senza animali“.

Sono molti gli strumenti che si possono adottare, come ad esempio individuare un numero di camere dedicate ai pet, cercare di fare assegnazioni delle stanze in modo adeguato cercando di evitare di mettere due cani in camere vicine, fornire una serie di servizi in linea con le esigenze di chi viaggia con un animale e consegnando una pet-policy, che altro non è che un “galateo canino” di buone maniere, da tenere in considerazione per il relax di tutti gli ospiti e la sicurezza di sia degli umani che degli ospiti a 4 zampe.
Se ogni hotel in Italia adottasse questa filosofia, potremmo garantire alle centinaia di migliaia di turisti che ci scelgono un’esperienza ancora più speciale, ricca e coinvolgente, in maniera estremamente più diffusa e inclusiva. Proprio per questo ciò che ci ha premiato e fatto guadagnare la vittoria di questa puntata è stata la capacità di far convivere in armonia chi viaggia con il proprio amico e chi no, perché crediamo fortemente che il giusto equilibrio e la libertà di tutti gli ospiti debbano essere sempre al primo posto.
Tutto ciò ovviamente deve accadere senza fare a meno di coltivare la bellezza, attraverso il design, la cucina, le idee originali e la capacità di esser unici, tutti ingredienti alla base di un progetto di successo. Ci auguriamo che questa importante e prestigiosa vetrina possa anche rappresentare un volano per il turismo della Riviera dell’estate 2023 appena cominciata: saremo pronti ad accogliervi con o senza cane, sempre nel rispetto delle scelte di ognuno di noi per vivere nel migliore dei modi la stagione più bella dell’anno
“.