Categorie
Borghi capitali europee Europa Roma Viaggi

Palestrina, l’antica Praeneste alle porte della Capitale

Il panorama abbraccia la campagna a sud di Roma, la storia che si respira qui ha circa tremila anni. Dalle pendici del Monte Ginestro, propaggine dei Monti Prenestini, Palestrina si apre come uno scrigno di ricchezze artistiche, archeologiche e culturali che provengono da un passato lontano, sopravvissuto in reperti preziosi e da essi raccontato a chi è venuto dopo.

L’attuale centro abitato sorge, infatti, sull’antica città latina di Praeneste, dove venne edificato uno dei più importanti complessi sacri di età medio-repubblicana. Una visita a questo suggestivo borgo laziale regala, dunque, scoperte inaspettate, a pochi chilometri dalla Capitale.

Le origini di Praeneste, avvolte nel mito

Antiche leggende attribuiscono la fondazione della città di Praeneste a miti diversi. Il geografo e storico Strabone riporta come fondatore Telegono, figlio di Ulisse e di Circe, oppure l’eroe eponimo Prainestos, figlio del re Latino. Virgilio, invece, fa risalire le origini della città a Caeculus, figlio del dio Vulcano, ritrovato in fasce presso alcuni fuochi che l’avrebbero nascosto alla vista degli uomini.

L’indagine archeologica attesta le prime fasi di occupazione dell’area di Palestrina al cosiddetto “secondo periodo laziale”, verso la fine dell’VIII secolo a.C., epoca a cui risalirebbero i pochi oggetti di corredo rinvenuti nelle sepolture scavate ai margini dell’antica via Prenestina.

Pochi dati che però hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un abitato protostorico, la cui localizzazione esatta è ancora incerta, che era forse strutturato in comunità sparse in diversi villaggi, secondo un sistema diffuso nel Lazio dell’epoca. Anche per il periodo successivo, la cosiddetta epoca “orientalizzante” in cui un’incredibile fioritura investì la città di Preneste – fine VIII-fine VII secolo a.C. – le necropoli continuano a fornire preziose informazioni sulla città dei vivi.

Viaggio tra i tesori antichi di Palestrina

Siamo a circa 43 km da Roma, e la prima tra le attrazioni principali di Palestrina che ci riporta indietro nel tempo è il Santuario della Fortuna Primigenia, che rientra nelle serie di grandi santuari romani del Lazio, insieme al Tempio di Giove Anxur a Terracina e al Santuario di Ercole Vincitore di Tivoli . I pellegrini accorrevano da ogni parte della regione per accogliere i responsi delle sue sacerdotesse. Qui si svolgeva anche il rito delle matres castissimae, che vedeva le offerte delle donne della città e delle loro figlie in onore della dea Fortuna.

Il santuario è composto da terrazzamenti sviluppati su sei livelli che si inerpicano lungo le pendici della collina, collegati da rampe e scale, con porticati e spazi disposti ad emiciclo, ninfei e colonnati che si alternano in un tripudio di scultura e architettura. L’ultima terrazza ha le sembianze di una cavea teatrale, circondata da un portico e con al centro un piccolo tempio, di cui oggi sono visibili solo le fondamenta.

Sulla cima, si vede svettare in tutta la sua eleganza Palazzo Colonna Barberini, gioiello del centro storico di Palestrina, dalle cui finestre si può scorgere un emozionante panorama sulla vallata verdeggiante. Venne costruito intorno alla metà dell’XI secolo, riutilizzando le strutture superiori del Santuario della Fortuna Primigenia, risalenti al II secolo. Quello che ammiriamo oggi, però, non è l’edificio originale, distrutto prima nel 1298 e di nuovo nel 1437, quindi ricostruito da Francesco Colonna, al quale si deve il pozzo antistante la facciata e la chiusura del colonnato che sormontava l’antico teatro.

Lungo il fronte occidentale dell’antica residenza dei principi di Palestrina, insediatisi qui a partire dal 1630, si estende la parte privata del Palazzo, tuttora residenza del principe Benedetto. La parte pubblica, invece, è oggi sede del Museo Archeologico Nazionale, donata allo Stato negli Anni 50 del Novecento, che ci permette di farci un’idea ancora più precisa e dettagliata dell’antica Praeneste e del suo territorio, grazie a reperti che abbracciano i principali aspetti della storia, della cultura e delle produzioni artistiche di una delle più fiorenti città del Lazio antico.

Il Palazzo ha un accesso privato, situato nella laterale Via dei Merli, che conduce al giardino del principe, lo scenografico Ninfeo Barberini, realizzato nella seconda metà del Seicento. Da qui si accede alle stanze visitabili dell’appartamento tra le quali spicca il Salone di Urbano VIII, un ambiente interamente affrescato dove il pontefice amava accogliere gli ospiti durante i suoi soggiorni a Palestrina. Lo spettacolo prosegue affacciandosi dal giardino d’inverno sulla terrazza della chiesa di Santa Rosalia, la cappella palatina dei principi Barberini, da cui si gode di una vista mozzafiato su tutto il paesaggio circostante.

Dopo aver acquistato il Feudo di Palestrina dai Colonna, i Barberini intrapresero molti interventi urbanistici, tra cui la costruzione di Porta del Sole, su progetto di Francesco Contini, che oggi si può ammirare in tutto il suo splendore grazie anche al grande restauro effettuato nel 2007, che ha fatto venire alla luce, nell’area antistante, un tratto delle mura poligonali con attigua strada romana.

Porta del Sole a Palestrina

Fonte: iStock

L’affascinante Porta del Sole

Gli altri gioielli del centro storico

Lasciando indietro il santuario dedicato alla dea Fortuna e il museo, la visita al borgo prenestino prosegue con gli edifici religiosi che si affacciano sul foro dell’antica Praeneste. Lo sguardo spazia da un tesoro all’altro di questo ricco patrimonio, tra la splendida Basilica-Cattedrale di Sant’Agapito martire, costruita tra il VII e VIII secolo e consacrata nel 1117, la Chiesa e il convento di San Francesco, edificato nel XV secolo, la Chiesa di Sant’Antonio Abate e il convento carmelitano del XVII secolo, la Chiesa di Santa Lucia, che nasconde al suo interno ricche e suggestive decorazioni.

Nei pressi della Cattedrale, in piazza Piazza Regina Margherita, ci si imbatte in uno dei più importanti siti archeologici di Palestrina: l’Antro delle Sorti. Per molto tempo, questo spazio venne ritenuto una sorta di “santuario inferiore” e solo più tardi riconosciuto come foro. Secondo una leggenda fu proprio qui che un uomo avrebbe trovato delle tavolette lignee oracolari, o tavole della sorte. Oggi si può accedere a questo sito acquistando il biglietto per visitare il Museo Archeologico Nazionale. Tra i reperti più interessanti, il mosaico dei pesci, e il celebre mosaico del Nilo, conservato nello stesso museo.

Cosa vedere nei dintorni di Palestrina

I pregevoli monumenti dislocati nei dintorni di Palestrina accrescono l’interesse per questo splendido borgo laziale. Allontanandosi di poco dal centro, si scoprono gli affascinanti resti della Villa di Adriano, area archeologica che sorge a oltre 1,5 km dal Santuario della Fortuna Primigenia di Praeneste.

Percorrendo le strade tortuose che si snodano tra i Monti Prenestini, si raggiunge il caratteristico borgo di Guadagnolo, arroccato sulla parte più alta del gruppo montuoso, mentre continuando per un altro chilometro e mezzo circa si giunge al suggestivo Santuario della Mentorella, meta di numerosi pellegrinaggi.

Altra attrazione imperdibile è il Castello Colonna a Genazzano, uno dei più maestosi palazzi fortificati della regione. Imperdibile una visita al borgo di Castel San Pietro Romano, dominato dalla famosa Rocca dei Colonna. A circa 7 km da Palestrina,  Zagarolo è un altro grazioso borgo della campagna laziale, con il suo Palazzo Rospigliosi che ospita anche il Museo del Giocattolo. Se siete in visita a Gallicano nel Lazio, non perdetevi un percorso immerso nel verde tra i resti di antichi acquedotti romani. Qui ci si imbatte anche in una vera chicca moderna: una casa-ufo diventata un’attrazione ai confini della realtà per i visitatori e la gente del posto.

Categorie
Inghilterra Notizie vacanze Viaggi

In vacanza dal principe William in Cornovaglia

Una vacanza da principe? Ora si può fare. Il principe William ha appena inaugurato un ristorante con tanto di cottage dove alloggiare nella sua tenuta privata in Cornovaglia. The Orangery si trova nella cittadina di Lostwithiel, sull’estuario del fiume Fowey, che sfocia nella Manica.

La cittadina di origine normanna fu anche la Capitale della Cornovaglia. La location non è casuale. A pochi chilometri da qui si trova infatti Restormel Castle, un rudere del 1300 che appartiene proprio ai Duchi di Cornovaglia, William e Kate, su cui il ristorante affaccia.

In vacanza dal principe William

Il nuovo ristorante del principe fa parte di una vasta proprietà che gli appartiene, conosciuta come Duchy of Cornwall Nursery. I lavori per la realizzazione sono durati nove mesi. Il ristorante offre un menu di piatti stagionali realizzati con prodotti del ducato, a cominciare dall’agnello locale per passare alle uova reali, serviti con erbe aromatiche del Nursery’s Kitchen Garden.

Della Nursery fanno parte, oltre al ristorante, anche una serra (glasshouse) che vende piante da appartamento, un negozio, un giardino di calabroni che si può visitare, un’area giochi per bambini e i Duchy of Cornwall Holiday Cottages, delle caratteristiche case di campagna fatte di pietra con arredi eleganti e servizi a cinque stelle. Fino a oggi era stato Re Carlo a prendersene cura direttamente.

Tra le varie attività che si possono fare c’è naturalmente la visita al castello, raggiungibile percorrendo un sentiero che si immerge nella foresta e che costeggia il fiume. Una piacevole passeggiata di meno di un’ora stile Robin Hood.

Consigliata è la visita alla storica cittadina di Lostwithiel, anche solo per passeggiare tra i suoi antichi vicoli, scorgendo le targhe affisse sui principali edifici cittadini che ne raccontano le vicende fin dai tempi dei Normanni, attraversando il ponte medievale o visitando il museo, ma anche semplicemente buttando l’occhio nei negozietti tipici o sedendosi ai tavolini di un pub.

Di padre in figlio

La proprietà è una tenuta privata istituita da Re Edoardo III nel lontano 1337 per fornire un reddito all’erede al trono. Da allora, la Nursery è passata di generazione in generazione, fino ad arrivare al principe William che da questi terreni e dalle loro attività riscuote lauti guadagni.

Il principe ne è entrato in possesso lo scorso settembre quando, alla morte della Regina Elisabetta, Carlo è diventato Re e ha ceduto al primogenito il Ducato di Cornovaglia con tanto di vivaio. Lo scorso anno questo pezzo di terra con le sue attività hanno fruttato ben 25 milioni di euro.

L’intera proprietà con i terreni agricoli e le attività commerciali vale più di un miliardo di euro. E ora che William ha aperto il nuovo ristorante c’è da credere che i profitti aumenteranno ulteriormente.

Categorie
Notizie Viaggi

Russell Crowe testimonial per l’Italia “dono degli Dei”

“L’Italia è un dono degli Dei. Da amare, da rispettare, da onorare”. Questo è stato il messaggio che Russell Crowe ha twittato, accompagnandolo con una foto d’effetto, quella del meraviglioso isolotto di Strombolicchio, uno scoglio roccioso in mezzo al mare blu, popolato solo da un faro.

Un messagigo d’amore, spedito dalla “piccola Stromboli” delle Eolie, dove l’attore neozelandese sta trascorrendo le vacanze, tra un concerto e l’altro. Da qualche settimana sta girando il Sud, da Capri alla Sicilia, e quasi ogni giorno fa un tweet del luogo meraviglioso in cui si trova.

 

Categorie
attrazioni turistiche italiane e internazionali capitali europee Europa Londra Regno Unito Viaggi Wanderlust

Yoga in the sky: l’esperienza nel cielo di Londra

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio a Londra, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. La capitale dell’Inghilterra e del Regno Unito, infatti, è una città estremamente affascinante che ospita numerose testimonianze che convivono perfettamente con attrazioni contemporanee e futuristiche.

Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, e non basterà un solo viaggio per scoprirle tutte. L’iconica torre dell’orologio che definisce lo skyline, la suggestiva abbazia di Westminster, dove hanno luogo le incoronazioni dei monarchi britannici, le passeggiate lungo il Tamigi e l’imponente Palazzo del Parlamento: queste sono solo alcune delle attrazioni più popolari e celebri di Londra che ogni giorno vengono raggiunte e fotografate da viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Visitare questa cosmopolita città, come abbiamo anticipato, è sempre un’ottima idea. Ma ora c’è un motivo in più per raggiungerla al più presto, ed è un’esperienza davvero emozionante che vi permetterà di fare il pieno di benessere direttamente nel cielo di Londra.

London Eye: nel cielo di Londra

Tra le cose da fare e da vedere in città, imperdibile è il London Eye, una delle attrazioni più affascinanti e suggestive della capitale. Si tratta di una ruota panoramica, la più alta ai tempi della sua costruzione, che svetta nel cielo raggiungendo 135 metri d’altezza e caratterizzando in maniera univoca lo skyline della città.

London Eye non ha bisogno di presentazioni. Sin dalla sua inaugurazione, infatti, è diventata un vero e proprio punto di riferimento per i cittadini e per tutti i turisti che arrivano in città. Salire a bordo di queste capsule e ammirare il panorama urbano che si estende fino all’orizzonte è un’esperienza davvero imperdibile.

Non è tutto, però. Quella che è diventata l’attività preferita dai turisti e dai cittadini, infatti, si arricchisce in determinati periodi dell’anno di una nuova e inedita esperienza, quella di fare yoga nel cieloo di Londra. Pronti a fare il pieno di benessere con una vista mozzafiato?

Yoga in the sky e non solo: le esperienze mozzafiato nella capitale

Come abbiamo anticipato, salire a bordo di una delle trenta capsule del London Eye è un’esperienza che tutti dovremmo fare almeno una volta nella vita. Da qui, infatti, è possibile godere della vista più magica dello skyline urbano. Ma non è tutto perché in determinati periodi dell’anno, le cabine della struttura si trasformano in maniera inedita.

Qualche anno fa per esempio, in occasione dell’anniversario del London Eye, la ruota panoramica cittadina si è trasformata in un pub volante in miniatura, con tanto di mini concerti. Durante determinati periodi, invece, le cabine si trasformano in piccole palestre che ospitano sessioni di yoga nel cielo di Londra. L’ultima si è tenuta proprio in occasione del solstizio d’estate, durante il quale cittadini e viaggiatori hanno fatto il pieno di benessere in maniera assolutamente inedita e straordinaria.

Se avete quindi in mente di organizzare un viaggio a Londra, e di fare un giro sull’iconica ruota panoramica, date un’occhiata agli eventi del momento. Potrebbe essere questa l’occasione perfetta per sperimentare lo Yoga in the sky, o per vivere altre esperienze straordinarie nel cielo della capitale.

 

Categorie
Luoghi da film Viaggi

Dove è stato girato “Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno”

Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno” arriva sui grandi schermi il 12 luglio, un film diretto da Christopher McQuarrie con protagonista Tom Cruise nei panni dell’agente Ethan Hunt della IMF (Impossible Mission Force). Tra gli altri interpreti sono impossibili da non citare i ritorni di Ving Rhames, Simon Pegg, Rebecca Ferguson, Vanessa Kirby, Henry Czerny e Frederick Schmidt.

Una storia ricca di adrenalina che nel lungometraggio si svolge in Austria, ma che in realtà è stata girata, o almeno alcune delle scene più sbalorditive, tra le meraviglie della Norvegia, così come in altri luoghi incredibili (Italia compresa).

Le location in Norvegia del nuovo Mission: Impossible

Il sempreverde Tom Cruise in questo film è più “spericolato” che mai: eseguirà quella che è considerata una delle più grandi acrobazie nella storia del cinema, vale a dire una motocicletta che si lancia da una splendida scogliera alta 1246 metri.

La troupe del film ha trascorso molto tempo a prepararsi per questa eccezionale peripezia che si svolge a Hellesylt, nella Norvegia occidentale, un piccolo villaggio pregno di natura e dove svetta il dirupo di questa emozionante azione: quello della montagna di Helsetkopen dove è stata costruita una gigantesca rampa proprio in occasione del film. Secondo il regista tale scena: “È di gran lunga la cosa più pericolosa che abbiamo mai tentato”.

Nel film compare anche l’affascinante Rauma, definita la più bella linea ferroviaria d’Europa: è incorniciata da una natura emozionante e in 1 ora e 40 minuti conduce dalle montagne selvagge che circondano Dombås, al maestoso fiordo situtao nella Capitale dell’alpinismo, Åndalsnes.

Un Paese che per questo film ha degli sfondi perfetti. Non a casto era stato già scelto come set per il finale mozzafiato di “Mission: Impossible – Fallout” e per il prossimo capitolo alcuni set verranno allestiti nella spettacolare cornice delle Isole Svalbard, sempre in Novegia.

Le altre location

“Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno” si preannuncia come un film epico, tanto che le altre location del film sono davvero eccezionali.

La presentazione in anteprima mondiale si è tenuta a Roma a giugno e proprio la nostra magica Capitale è stata coinvolta in alcune riprese, così come l’altrettanto poetica e romantica Venezia.

A Roma in particolare è stato registrato un inseguimento in automobile tra via dei Funari, via Nazionale, via di Santa Maria Maggiore, via dei Serpenti e via del Traforo. Mentre della città dei canali a spiccare sono Piazza San Marco, Palazzo Ducale, Canal Grande, il Ponte dei Conzafelzi e la Basilica di Santa Maria della Salute.

Altre riprese sono state effettuate tra i grattacieli di Abu Dhabi, così come al Midfield Terminal Roof dell’aeroporto internazionale e al museo Louvre sito in città. Poi ancora il Regno Unito dove i set sono stati effettuati a Birmingham, North Yorkshire e Derbyshire.

Altre scene, invece, sono state registrate presso gli Studios Leavesden, un complesso cinematografico che si trova a Nord-Ovest di Londra e che è tra i più celebri del settore.

Il film con Tom Cruise, pur avendo avuto dei ritardi a causa della pandemia, si preannuncia davvero emozionate e ricco di location e immagini che mozzano il fiato.

"Mission: Impossible - Dead Reckoning - Parte uno", set in Norvegia

Fonte: 2023 Paramount Pictures

La rampa costruita in occasione di “Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte uno”
Categorie
luoghi misteriosi Viaggi Wanderlust

Puoi cenare con le giraffe: un’esperienza magica e indimenticabile

Esistono alcune esperienze che sono così incredibili, magiche e straordinarie che non si possono descrivere e raccontare, ma solo vivere. Sono le stesse avventure che, da sole, valgono quei viaggi che ci conducono dall’altra parte del mondo, proprio lì dove è possibile costruire i ricordi più belli di sempre. Del resto è per questo che ogni giorno scegliamo di metterci in cammino.

Ed è di un’esperienza così che vogliamo parlarvi oggi, di un’avventura da vivere e da condividere destinata a meravigliare, che permette alle persone di cenare in compagnia delle giraffe. Un pasto speciale, questo, che viene organizzato dal Royal Safari Garden, una struttura ricettiva situata a Bogor, a poco più di 70 chilometri da Giacarta e a 90 chilometri da Bandung.

Proprio qui, sulla collina di Puncak, e lontano dal caos e dal disordine dei giorni, è nato un resort che offre tutta una serie di esperienze, e di attività ricreative, che permettono alle persone di perdersi e immergersi nella bellezza naturale del territorio e in compagnia delle creature che lo abitano. La nostra preferita è la Dine With Giraffe, una cena al tramonto che vi permetterà di gustare i piatti locali in presenza di commensali davvero speciali.

Un’esperienza da sogno dall’altra parte del mondo

Il nostro viaggio di oggi ci conduce a Bogor, una città dell’Indonesia situata nella provincia di Giava Occidentale, anticamente conosciuta come Buitenzorg. Le cose da fare e da vedere qui sono tante, imperdibile è il celebre giardino botanico Kebun Raya Bogor. Situato nel cuore cittadino, e fondato nel lontano 1817, questo parco delle meraviglie ospita numerosi esemplari di flora e di fauna.

Tantissime anche le esperienze sensoriali, quelle che allietano il palato e solleticano il gusto. Bogor, infatti, è famosa per i numerosi ristoranti che offrono proposte culinarie e tradizionali, perfette per tutti coloro che vogliono scoprire la cultura del posto anche e soprattutto attraverso il cibo.

Partendo dalla città, inoltre, è possibile visitare le zone rurali e le colline circostanti, proprio lì dove si snodano i villaggi indonesiani che permettono di immergersi nelle tradizioni territoriali più autentiche. Tra queste troviamo Puncak, una zona collinare situata ad appena 20 chilometri da Bogor. Si tratta di una meta popolare tra i turisti che cercano esperienze all’insegna del relax e della spensieratezza. Da qui, inoltre, è possibile partire per avventurose escursioni nella natura che consentono di esplorare la flora e la fauna locale.

Il luogo migliore per soggiornare a Bogor è sicuramente il Royal Safari Garden Resort, la soluzione perfetta per chiunque voglia sfuggire dalla città e godersi l’aria fresca di montagna. La struttura ricettiva offre tutta una serie di proposte adatte a viaggiatori di ogni età: un campo acquatico, il minigolf, un parco dedicato al birdwatching, uno dedicato ai rettili e una spa. Ma non è finita qui, perché tra le tante cose gli ospiti del Royal Safari Garden Resort possono anche prenotare una cena speciale, quella in compagnia delle giraffe.

Cenare con le giraffe: succede in Indonesia

Il nome stesso della struttura ricettiva non è altro che un preludio all’esperienza che si andrà a vivere. Il Royal Safari Garden Resort, infatti, è un hotel a tema animali, non solo per il design, ma anche per le numerose attività proposte. Tra queste c’è la Dine With Giraffe che permette di cenare insieme a commensali davvero fantastici.

In una cornice naturale e lussureggiante, che offre una vista mozzafiato sulle colline circostanti, le persone potranno provare l’emozionante esperienza di mangiare con le giraffe all’interno del Desavana, uno dei ristorante della struttura. Un’esperienza che, da sola, vale l’intero viaggio.

Categorie
Borghi Europa montagna Svizzera Viaggi

Erbonne, il micro borgo alpino è una perla rara

A cavallo tra Italia e Svizzera, c’è un microscopico borgo che pochi conoscono e che merita di essere visitato. Si chiama Erbonne e qui il tempo sembra essersi fermato. Si trova in Val d’Intelvi, in provincia di Como, alle pendici del Monte Generoso sulle Prealpi lariane, la vetta che fa da spartiacque tra i due Paesi, collegati da una stradina ciclopedonale e da un ponte.

Questo piccolissimo villaggio isolato a quasi mille metri di quota, raggiungibile da una strada tortuosa che, d’inverno, con la neve spesso viene chiusa (quando è innevato sembra un vero presepe), conta solamente una decina di abitanti, un po’ italiani e un po’ svizzeri. Il suo isolamento lo caratterizza da sempre.

Un borgo più antico di Roma

La sua storia è antichissima. Il villaggio ha origine preromana e risale a ben 3mila anni fa, precedendo di 300 anni la fondazione di Roma e di mille quella di Como stessa. Proprio da Erbonne passava un’antica strada che, attraversando la Valle del Breggia, nel Canton Ticino, portava in Valle Intelvi e nelle zone settentrionali del Lario, entrambe abitate dai Reti.

Fin dal 1300, Erbonne apparteneva al Ducato di Milano, ma i diritti di possesso dei terreni appartenevano a una famiglia svizzera del piccolo borgo di Scudelatte, che dista solo un chilometro di distanza, raggiungibile ancora oggi attraverso la stradina. Per questo motivo, gli abitanti del borgo non erano tenuti a pagare le tasse italiane divenendo di fatto un piccolo paradiso fiscale. Nell’ultimo secolo, proprio per la sua posizione strategica sul confine, era molto frequente il contrabbando. Negli Anni ’70 fu anche costruita una caserma della Guardia di finanza, che oggi ospita proprio il Museo del contrabbando.

Il borgo di Erbonne oggi

Il micro borgo conta una manciata di edifici e cascine, alcune sostre, che un tempo servivano al ricovero del bestiame, e alcune case di pietra.

Un tempo c’era una scuola, oggi chiusa e trasformata in un’osteria. Resta invece la piccola chiesa, la Chiesa del Sacro Cuore, edificata solo nel XX secolo, aperta solo in alcune occasioni speciali.

Per gli escursionisti, Erbonne è il punto di partenza per passeggiate ed esplorazioni, in particolare delle caverne che si trovano in zona. La più famosa è la Caverna generosa, anche nota come Grotta dell’orso per via dei ritrovamenti di resti di orsi, dove sono stati trovati dei resti di felci risalenti addirittura a 50-60mila anni fa, quando viveva l’Uomo di Neanderthal.

Non lontano dalla grotta si trova anche il Buco della volpe, anche detto Tana di Erbonne, a quota 1.075 metri, ma l’anfratto è di difficile accessibilità, sia perché si trova in un tratto scosceso, sia per le dimensioni ridotte dell’entrata.

Il periodo dell’anno in cui il borgo di Erbonne è più popolato è in occasione della festa patronale del 1° agosto, la Festa di Scudelatte Erbonne, con una sagra, bancarelle gastronomiche e tanta gente che affolla i vicoletti tra le antiche case di pietra.

Questo borgo, insomma, è una piccola gemma nascosta tra i monti lombardi, decisamente poco nota (ed è proprio questo il suo bello), ma che merita di essere visitata, di giorno o di sera, quando le luci dell’abitato trasformano Erbonne in un presepe, d’estate, per le passeggiate o anche d’inverno, quando la candida neve ricopre ogni cosa e il silenzio è assoluto.

Categorie
Notizie vacanze Viaggi

Tre oggetti da viaggio da acquistare con le offerte Amazon Prime Day

In previsione delle prossime vacanze, ci sono alcuni oggetti che vi consigliamo assolutamente di acquistare, approfittando delle offerte elative al Prime Day di Amazon.

Indipendentemente dal tipo di vacanza che state per fare, questi gadget sono perfetti per ogni tipo di viaggio, sia esso al mare o in montagna o in una città d’arte, in Italia o all’estero, in auto, treno o aereo.

Abbiamo selezionato tre oggetti imperdibili che vi serviranno per le prossime vacanze, ma anche per i futuri viaggi che farete. Sono oggetti che servono a migliorare la vostra vacanza e di cui non potrete più fare a meno, così come non possiamo più farne senza noi. Ecco cosa comprare:

  • la borraccia termica

Se viaggiate spesso sapete che ormai sono tantissime le persone che portano con sé la loro borraccia personale, anche a bordo di un aereo. L’importante è svuotarla prima di passare il controllo bagagli, ricordandosi di riempirla in una delle tante fontanelle di acqua potabile che si trovano in tutti i terminal degli aeroporti. Portare con sé la propria borraccia termica è ormai unq questione di sostenibilità ambientale, in quanto si evita di acquistare bottigliette di plastica che stanno distruggendo il nostro Pianeta.

La migliore borraccia che vi consigliamo di acquistare è quella d’acciaio – non di plastica, non serve a nulla perché l’acqua si scalda o si raffredda in fretta – di medie dimensioni da 350 ml, non troppo grande e ingombrante per una borsa ma neanche troppo poco capiente. Inoltre, è importante scegliere una borraccia con tappo grosso ed ermetico perché mantiene la temperatura del liquido contenuto nel modo più ottimale. A questo punto potete sbizzarrirvi sul colore o la decorazione esterna per non confonderla con le altre.

  • il cuscino da viaggio

Quando viaggiate in treno o aereo siete obbligati ad appoggiare la testa su un poggiatesta spesso di dubbia igiene e sicuramente scomodo. Ma non solo. Anche in molti hotel, il più delle volte il guanciale non è dei più profumati. Ecco allora che portare con sé il proprio cuscino è la soluzione migliore.

Esistono cuscini da viaggio, di piccole dimensioni, ma comunque comodissimi. Ce ne sono di ergonomici, rivestiti di morbida stoffa e che possono essere riposti in una piccola custodia da collocare nella borsa a mano o nello zaino. I cuscini con l’interno in Tempur, poi, come avviene per i materassi, hanno un’elevata durabilità nel tempo, quindi non è affatto una spesa inutile. Anzi.

  • le cuffie Bluetooth

Terzo e ultimo accessorio da viaggio indispensabile è un paio di auricolari antirumore o con filtro noise cancelling. In aereo, specie durante un viaggio a lungo raggio, sono fondamentali. Non tutte le compagnie aeree, infatti, li forniscono e quando vengono distribuite le cuffiette queste sono piccole, dure, scomode e non filtrano a sufficienza i rumori esterni (specie gli strilli dei bambini in piena notte).

Un paio di auricolari Bluetooth non solo permettono di collegarsi con il device di bordo per guardare i film o ascoltare le loro playlist, ma soprattutto con il proprio smartphone o tablet per ascoltare la propria musica o guardare le proprie serie.

Sono utili non soltanto durante gli spostamenti, ma anche in vacanza, in spiaggia o la sera, prima di addormentarsi, per ascoltare un audiolibro o il podcast preferito.

Categorie
Europa Grecia Idee di Viaggio isole Viaggi

Symi, l’isola della Grecia dove sono nate le Tre Grazie

Che la Grecia nasconda delle località che sono dei piccoli tesori è noto praticamente a tutti. Ma molto probabilmente in molti non sanno che proprio qui si nasconde un’isola speciale, ben differente dal classico immaginario del Paese ellenico, dove sono venute al mondo le Tre Grazie e in cui le meraviglie da scoprire sono davvero numerose: Symi.

Isola di Symi, la terra delle Tre Grazie e delle spugne

No, non ci riferiamo alla colorita e simpatica espressione che sta ad indicare qualcosa di ovvio ma alle Charites, ovvero le Grazie, tre divinità della Grazia che erano, probabilmente, legate al culto della natura e della vegetazione e anche le dee della gioia di vivere. Il nome dell’isola, infatti, deriverebbe dalla bella ninfa Syme.

Oltre a essere la culla delle Tre Grazie, l’Isola di Symi (o Simi) è anche conosciuta come la terra delle spugne perché il suo territorio pullula di spugne marine che in qualche modo hanno segnato la sua storia, organismi sopratutto acquatici che possono vivere sia vicino alla superficie che a 4.500 metri di profondità.

Dove si trova

L’Isola di Symi è un incanto del Mar Egeo che fa parte dell’arcipelago del Dodecaneso. Si trova a 41 chilometri a Nord dalle coste dell’Isola di Rodi e a pochi chilometri di distanza dalla Turchia.

È un vero e proprio fazzoletto di terra pregno di meraviglie: pur avendo un’estensione di soli 58,1 chilometri quadrati, oltre a spiagge incantevoli, natura lussureggiante e villaggi che sembrano rimasti fermi nel tempo, conserva ben oltre trecento monasteri e chiese.

Symi, isola della Grecia

Fonte: iStock

Un angolo dell’Isola di Symi

Cosa aspettarsi

Se si decide di fare un viaggio a Simi si deve partire dal presupposto che questa è una Grecia diversa. Qua a dominare non sono gli edifici costruiti in calce bianca e con decorazioni blu, ma casette colorate che si arrampicano sulle sue pendici. In stile neoclassico, sono tutte dipinte con colori vivaci e affacciate su spiagge lambite da acque cristalline.

Un’isola pittoresca, quindi, in cui inebriarsi dei profumi mediterranei come quelli dell’origano e del rosmarino e che sfoggia fiera il suo passato fatto di storia navale. Il posto ideale per gustarsi ottimi piatti in meravigliose taverne sul mare.

Cosa vedere

La prima cosa che vi consigliamo di vedere presso l’Isola di Symi è la sua cittadina principale che prende il nome di Simi. Si tratta di un fiorente villaggio dall’architettura neoclassica italiana che sembra voler rimanere attaccato alle colline e scendere con un fare poetico fino alle limpide acque del porto Gialos, uno degli angoli più suggestivi di tutta la Grecia.

Il borgo medievale di Simi, chiamato Horio o Ano Simi, si può raggiungere tramite due suggestive scalinate che conducono a un intrigato labirinto di vicoli stretti e in cui case color pastello si alternano ad antiche rovine, come quelle del castello costruito dai Cavalieri di San Giovanni.

Assolutamente degno di interesse è anche il Monastero di San Michele Arcangelo di Panormitis che, oltre a essere sontuoso e appoggiato su una caletta che fa emozionare, è anche uno degli avamposti della linea retta leggendaria e misteriosa che unisce tutti i luoghi consacrati a San Michele, vale a dire quella che ha inizio a in Irlanda e termina in Israele, attraversando la Cornovaglia, la Normandia, il Piemonte, la Puglia e anche la Grecia, per l’appunto.

Monastero di San Michele Arcangelo di Panormitis, presso Symi

Fonte: iStock – Ph: Polaris17

Veduta del Monastero di San Michele Arcangelo di Panormitis

Poi ancora la chiesa dedicata ai Santi Constantinos ed Eleni dove lasciarsi incantare da giardini, terrazze e un pozzo; il monastero di Sotiris Megalos che regala una vista a dir poco emozionante; le sessantaquattro cappelle sparse in ogni angolo dell’isola e visitabili percorrendo stupendi sentieri. Infatti, un’altra attività che non bisogna assolutamente mancare presso l’Isola di Symi è del sano trekking attraverso i suoi tragitti che dall’entroterra conducono sulla costa, e viceversa.

Le spiagge di Symi

Una vacanza in Grecia non può di certo prescindere dal mare e l’Isola di Symi in questo è davvero eccezionale. Tra angoli frastagliati e calette sabbiose, questo fazzoletto di terra del Dodecaneso mette a disposizione lidi facilmente raggiungibili e attrezzati e altri magnifici spot più selvaggi e in cui attraccare solo via mare.

Tra le migliori non possiamo non nominarvi la spiaggia di Agios Nikolaos che è composta di sabbia e ghiaia fine. Perfettamente attrezzata, regala anche ombra naturare grazie alla presenza di diversi alberi.

Vale la pena fare un salto anche presso la baia di Pedi dove si sviluppano diverse minute spiagge molto amate dai viaggiatori che raggiungono questa suggestiva isola. Da queste parti, tra le altre cose, sopravvivono ancora i resti delle prime chiese cristiane e la chiesa di Agios Gerogios.

Agia Marina è una spiaggia che regala un’acqua così trasparente da sembrare un miraggio, una zona ideale per chi adora indossare maschera e boccaglio per fare snorkeling.

Poi ancora Emporios, il secondo porto dell’isola che offre una graziosa spiaggia di ciottoli. Altrettanto affascinante è la baia di Nanou che si fa spazio tra maestose scogliere.

Non si può dire di aver visitato l’Isola di Symi se non si è andati alla scoperta di Nimborios, una grande baia con una spiaggia di ciottoli e perfettamente servita. Ci sono poi la spiaggia Nos, così speciale da essere conosciuta anche come ‘Paradise Beach’; Agios Vasilios, isolata e senza strutture a modificare il bellissimo territorio; Agios Georgios Dysalonas, la più emozionante per via della presenza di una scogliera che arriva fino a 300 metri di altezza; Dysalonas, accessibile solo via mare ma dalle acque limpide e spettacolari.

Baia di Nanou, spiagge più belle di Symi

Fonte: iStock

Veduta della magnifica baia di Nanou

Come arrivare all’Isola di Symi

Pur non essendo dotata di aeroporto, arrivare all’Isola di Symi non è complesso. Per andare alla scoperta di questo angolo di Grecia che sembra un arcobaleno, occorre semplicemente imbarcarsi dal porto del Pireo di Atene: da qui il viaggio dura dalle 11 alle 18 ore (scali compresi) a seconda dell’imbarcazione.

Oppure, è ancor più semplice atterrare nell’aeroporto della sua meravigliosa “sorella maggiore”, l’Isola di Rodi, e salire a bordo di uno dei battelli che partono dal porto di Mandraki e che con due ore circa navigano verso la bella Symi.

In alternativa, si può usufruire anche di collegamenti marittimi da e per le isole di Naxos, Astypalea, Mykonos, Leros, Parmos, Santorini, Amorgos, Syros, Kalymnos, Kos, Nissiros e Tilos.

Non resta che correre alla scoperta di questo angolo di Grecia altamente speciale.

Categorie
Chiese Idee di Viaggio turismo religioso Viaggi

100 chiese da scoprire: benvenuti a Modica

È una città dal fascino singolare, che toglie il fiato per la sua bellezza e per le sue tante peculiarità. Tra queste vi è quella di essere nota come la città delle cento chiese: siamo a Modica, in Sicilia a soli 15 chilometri da Ragusa, in una terra seducente per le sue architetture, per i colori e per i sapori.

Camminare per le sue strade significa immergersi nell’architettura tardo barocca, ammirarne i dettagli e la ricchezza: proprio per le sue tante bellezze la città è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’Umanità Unesco insieme ad altri centri della Val di Noto.

Modica: la città delle cento chiese

Per chi ama l’architettura e, in particolare, quella religiosa, Modica in Sicilia è un vero e proprio paradiso. La città, infatti, vanta oltre cento chiese ed è nota – anche – per quello. Sono tre le zone in cui si può suddividere la cittadina: Modica Alta che si arrampica sulla montagna e dove svetta il castello, tra stradine e scalinate da percorrere mentre ci si lascia affascinare da questo luogo bellissimo, Modica Bassa con la via principale e Modica Sorda con la nuova zona residenziale.

La peculiarità architettonica di questo territorio è quella di essere un perfetto esempio di stile tardo barocco siciliano, che rappresenta molte architetture della città dal momento che è stata distrutta da un terremoto datato 1693. E poi vi è una massiccia presenza di edifici religiosi, che vale la pena ammirare girando per le strade di questo centro urbano.

Tra quelle più suggestive vi è la chiesa di San Pietro, che si raggiunge grazie a una scalinata dove ammirare le statue dei 12 apostoli. Tra le più antiche costruzioni cittadine, invece, vi è la chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore che, a quanto pare, può essere datata tra l’XI e il XII secolo: si trova nel centro storico.

Ha una facciata a torre davvero suggestiva e imponente il duomo di San Giorgio: tra le altre peculiarità il fatto di essere dotato di cinque portali di ingresso che corrispondono alle navate dell’edificio. Risale al XIV secolo, invece, la Chiesa di Santa Maria di Betlem: ricostruita dopo il terremoto è stata completata all’inizio dell’Ottocento presentando così anche dettagli neoclassici. Da visitare anche quella di San Giuseppe, che custodisce una Natività in marmo. Si trova vicino al castello dei Conti.

Tra le tante architetture religiose presenti a Modica vale la pena ricordare la chiesa di Santa Maria del Gesù, monumento nazionale con un chiostro a due ordini, e quella del Carmine che ha resistito al terremoto e che presenta un portale risalente alla fine del Trecento. Ma, come detto, gli edifici religiosi della città siciliana sono tantissimi e vale la pena visitarli e ammirarli nella loro unicità.

Cosa vedere a Modica

Oltre alle cento chiese la città di Modica ha tantissime altre bellezze da scoprire. Proprio a partire da quello che oggi viene chiamato castello dei Conti e che, inizialmente, era una fortificazione realizzata a scopo difensivo. Da non dimenticare anche la casa di Salvatore Quasimodo, oggi un vero e proprio museo dedicato al Premio Nobel per la Letteratura che è nato qui il 20 agosto del 1901: un viaggio nella sua vita tra mobili, oggetti e le sue opere.

E per i più golosi tappa obbligata è il Museo del Cioccolato di Modica, una vera e propria prelibatezza realizzata seguendo un’antica ricetta. E poi, naturalmente, vale la pena “perdersi” per le strade della città, per scoprire luoghi nascosti, trovare nuove tappe, lasciarsi affascinare da un luogo unico, tra palazzi, le tante chiese e scorci suggestivi