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Presentata la città futuristica e galleggiante che combatte il cambiamento climatico

In un’epoca in cui l’umanità si trova ad affrontare sfide ambientali senza precedenti, la tecnologia e l’innovazione emergono come strumenti potenti per immaginare un futuro ecosostenibile e salvare il nostro amato pianeta.

Attraverso lo sviluppo e l’adozione di nuove tecnologie, possiamo iniziare a ripensare al nostro modo di vivere e di interagire con il mondo, riducendo l’impatto ambientale e promuovendo un modello di sviluppo che sia in armonia con le risorse naturali e gli ecosistemi terrestri.

Il Giappone, da sempre all’avanguardia nel campo dell’innovazione, ha recentemente confermato il suo impegno nella tutela dell’ecosostenibilità attraverso la presentazione di un progetto rivoluzionario: una città galleggiante futuristica in grado di ospitare più di 40.000 persone.

Questa iniziativa visionaria, guidata dalla start-up giapponese N-Ark, rappresenta un esempio tangibile di come sia possibile coniugare sviluppo urbano e rispetto per l’ambiente, affrontando al contempo problemi quali la sovrappopolazione, la scarsità di spazio abitativo e la necessità di ridurre le emissioni di gas serra.

Tecnologie eco-friendly per rendere la città più sostenibile

Progetto Dogen City

Fonte: IPA

Dogen City, il progetto per una città ecosostenibile

Il progetto Dogen City prevede la realizzazione di diverse isole artificiali collegate tra loro, formando un insieme di strutture abitative, commerciali e produttive pensate per garantire un’elevata qualità della vita e un basso impatto ambientale.

Il piano prevede che ogni isola possa ospitare fino a 10.000 abitanti e sarà realizzato utilizzando materiali e tecnologie all’avanguardia in grado di garantire resistenza, leggerezza e flessibilità. Inoltre, le infrastrutture della città avranno la capacità di massimizzare l’efficienza energetica e ridurre al minimo il consumo di risorse naturali.

Tra gli elementi più innovativi del progetto, spiccano l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, come il solare e l’eolico, e l’adozione di sistemi di raccolta e riciclo delle acque piovane.

Queste unità saranno dotate di materiali e tecnologie all’avanguardia, come finestre intelligenti, sistemi di isolamento termico e impianti di ventilazione naturale, che contribuiranno a creare un ambiente confortevole e salubre per gli abitanti.

Anche la mobilità urbana sarà caratterizzata da soluzioni eco-compatibili che prevedono l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblici a basse emissioni e l’implementazione di piste ciclabile e pedonali.

Inoltre, la città sarà dotata di ampie aree verdi, parchi e giardini pensati per favorire il benessere psicofisico dei residenti e garantire la biodiversità.

Una visione condivisa per un futuro migliore

Il governo giapponese sta attualmente valutando la fattibilità del progetto e lavorando per reperire i fondi necessari alla sua realizzazione. Se tutto andrà secondo i piani, Dogen City potrebbe diventare una realtà entro il 2040, offrendo una soluzione innovativa e sostenibile ai problemi di sovraffollamento e mancanza di spazio del Giappone.

Il progetto non è l’unico esempio di città galleggiante nel panorama internazionale. Altre iniziative simili, come la Seasteading Institute negli Stati Uniti e il progetto Floating City in Cina, testimoniano l’interesse crescente verso queste soluzioni innovative e la volontà di sperimentare nuovi modelli di sviluppo urbano ecosostenibile.

Va detto che la realizzazione di queste città del futuro comporta anche numerose sfide, sia dal punto di vista tecnico, sia sociale e politico. Tra le difficoltà principali, si annoverano la necessità di garantire la sicurezza e la stabilità delle strutture galleggianti, l’accesso a risorse idriche ed energetiche e la gestione degli impatti ambientali derivanti dalla costruzione e dall’utilizzo delle isole artificiali.

Tuttavia, progetti come questi rappresentano una fonte di speranza e un’opportunità che potrebbe non solo contribuire a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, ma anche offrire nuove prospettive per lo sviluppo economico e sociale delle comunità locali e globali.

Dogen City è l’esempio emblematico di come l’innovazione e la creatività possano unirsi per dare vita a soluzioni visionarie in grado di affrontare alcune delle sfide più urgenti del nostro tempo.

Il rapido sviluppo della tecnologia, unito all’ingegno umano e alla crescente consapevolezza delle sfide ambientali, sta rendendo possibili soluzioni un tempo ritenute puramente utopiche, dimostrando che la nostra capacità di immaginare e creare scenari innovativi per il futuro non appartiene solo all’immaginazione, ma può effettivamente prendere forma e diventare una realtà concreta, aprendo nuove prospettive per la salvaguardia del nostro pianeta e per il benessere delle generazioni future.

Il progetto Dogen City

Fonte: IPA

Il progetto Dogen City, la città galleggiante ecosostenibile
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Estate nei rifugi di montagna più belli d’Italia

C’è chi in estate preferisce la montagna al mare. Se siete tra questi e sognate escursioni che vi emozionino a ogni scorcio, il Garda Trentino potrebbe essere proprio la meta che state cercando. Qui, dove la freschezza alpina incontra il tepore mediterraneo, il verde dei monti si specchia nel blu del lago e l’esperienza outdoor si intreccia al piacere del relax, ci si imbatte in rifugi panoramici posizionati su incantevoli percorsi, che regalano esperienze incredibili, di gusto, scoperte e meraviglia. Alcuni sono aperti tutto l’anno, ma è consigliabile informarsi sempre in anticipo. Intanto, scopriamoli.

I rifugi panoramici del Garda Trentino

Sorto in una zona storicamente utilizzata per il pascolo, a pochi chilometri da Riva del Garda e dalla frazione di Campi, il Rifugio Capanna Grassi si può raggiungere anche in auto, ma le emozioni maggiori si proveranno a piedi o su due ruote. Ad esempio lungo il sentiero “del Berghem” – ancora poco noto, ma spettacolare – che risale la valle del torrente Gamella, ricca di cascate. Adatto a camminatori esperti, il percorso conduce al sito archeologico di San Martino, uno dei più interessanti della zona, e prosegue fino a Capanna Grassi, molto frequentata dagli estimatori della cucina tradizionale trentina.

Sempre da Riva del Garda, così come dalla Valle di Ledro, si può arrivare al Rifugio Bocca di Trat “Nino Pernici”, antica caserma austriaca, sul crinale che divide la zona del Garda dalla valle, raggiungibile da entrambi i versanti. È meta di escursionisti e biker, attratti dai paesaggi ma anche dall’ottima cucina: qui si può assaggiare la polenta di patate, piatto forte della tradizione culinaria del posto e ammirare uno splendido panorama sulla valle, allargando lo sguardo sino al Lago di Garda e di Tenno.

A poca distanza da Riva del Garda, Arco, Torbole e Tenno, il Rifugio Monte Calino “San Pietro” è amato da residenti e ospiti del Garda Trentino per la facilità di accesso, l’ottima cucina e la spettacolare vista sul Lago di Garda. La struttura è stata ricavata dal romitorio dell’adiacente antica chiesa medioevale, ancora ben conservata, ed è punto di arrivo o di partenza per numerose escursioni. Come l’itinerario dedicato al Monte Calino, vicino a Tenno, un tragitto immerso nella vegetazione che, inizialmente, attraversa i ripidi campi coltivati e poi si immerge nel bosco, sempre diverso all’aumentare di quota. Oppure lo spettacolare bike tour attorno al Monte Misone, da Fiavè al Passo del Ballino e poi ancora, attraverso boschi ombrosi fin sopra il Lago di Tenno, meta imperdibile. Un ultimo tratto in salita conduce lungo le pendici sud-occidentali del monte, soleggiate e calde nel periodo estivo, e alla Sella di Calino.

È raggiungibile solo a piedi, invece, il Rifugio Prospero Marchetti, in prossimità della vetta del Monte Stivo, che domina il Garda Trentino. La fatica sarà ripagata: all’arrivo si aprirà uno dei panorami più sorprendenti, non solo sul Garda ma anche sulla cosiddetta “Busa”, la zona pianeggiante tra Riva del Garda, Arco e Torbole. Nei pressi del rifugio, inoltre, è installato un osservatorio con l’indicazione di tutte le cime circostanti: il Monte Baldo a sud, le Alpi di Ledro a sud-ovest, i ghiacciai dell’Adamello, del Carè Alto e della Presanella a nord-ovest, le Dolomiti di Brenta a nord, le piccole Dolomiti, la catena del Lagorai e Pasubio a est.

Da non perdere il rifugio Damiano Chiesa che dalla sommità del Monte Altissimo sovrasta tutta la parte settentrionale del lago di Garda, con una vista mozzafiato a 360 gradi. Gli escursionisti, infatti, incontreranno ad ogni passo splendidi scorci sul lago, ma anche preziose testimonianze storiche.

Infine, non può mancare una sosta al Rifugio XII Apostoli, vicino a Comano Terme, porta d’ingresso occidentale alle Dolomiti di Brenta. Edificato dalla Società Alpinisti Tridentini (SAT) nel 1908 nella conca di Pratofiorito, nei pressi delle vedrette di Pratofiorito e d’Agola, deve il suo nome alle dodici piccole conformazioni rocciose, simili a delle figure in preghiera, situate sul limitrofo passo omonimo. Il contesto ambientale è di rara bellezza così come l’orizzonte panoramico, ma il percorso di accesso risulta piuttosto aspro.

Garda Trentino Experience

Fino a ottobre, scoprire i rifugi del Garda Trentino e la vita che li caratterizza è ancora più entusiasmante grazie alle “Garda Trentino Experience”, iniziative differenti per tipologia, ambito e durata, pensate appositamente per assecondare le esigenze di tutti. Numerose le esperienze confermate anche per il 2023 che si svolgono in montagna – nei rifugi e non solo -, a cominciare dalle passeggiate al tramonto con cena tipica al rifugio o le visite nel “mondo dell’alpeggio” per tutta la famiglia.

A queste, si aggiungono curiose e coinvolgenti novità. Le immersioni nella natura assumono diverse declinazioni con un’esperienza in Val d’Algone, alle pendici delle Dolomiti di Brenta, alla scoperta della geologia della valle e dei suoi alberi monumentali, e non mancano le escursioni family friendly, per contemplare il sorgere del sole al rifugio San Pietro e deliziarsi con una ricca colazione.

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C’è un Paese dove le persone “combattono”. Ma si tratta di una tradizione antica

Le tradizioni popolari sono l’anima pulsante di una cultura, il legame invisibile che unisce il passato al presente e che ci regala un senso di appartenenza e identità. Ogni festa, ogni cerimonia, ogni gesto tramandato di generazione in generazione è un tesoro prezioso che ci lega indissolubilmente alla nostra storia e alla nostra terra.

Ed è proprio di tradizione che vogliamo parlarvi oggi, in particolare della Lotta Svizzera, un’affascinante e antica forma di combattimento che affonda le sue radici nel cuore delle montagne elvetiche. Questo sport, conosciuto localmente come “Schwingen“, rappresenta non solo una manifestazione di forza e abilità, ma anche un simbolo di orgoglio nazionale e unità tra il popolo svizzero.

La passione per questa disciplina è radicata nella cultura alpina, dove la forza fisica, l’abilità e l’ingegno sono considerate virtù essenziali. È uno sport che insegna l’importanza dell’umiltà, del rigore e del rispetto per gli avversari, valori che sono profondamente radicati tra la popolazione elvetica.

Lotta Svizzera, storia e tradizione di un’arte antica

Le origini della lotta svizzera risalgono almeno al XIII secolo, quando le prime testimonianze storiche fanno riferimento a questa pratica nelle regioni alpine della Svizzera. Si ritiene che i contadini abbiano iniziato a praticare questo sport per sfogare le tensioni e risolvere le dispute tra di loro. Col passare del tempo, la lotta si è evoluta in un’arte marziale organizzata, con regole e tecniche ben definite.

Nel corso dei secoli, questa disciplina è diventata una parte integrante della cultura popolare svizzera, celebrata nei festival e nelle competizioni in tutto il Paese. Oggi gli eventi dedicati a quest’antica tradizione attirano migliaia di spettatori e sono considerati un’importante manifestazione culturale e sociale.

Le competizioni di lotta svizzera si svolgono su vari livelli, dai tornei locali ai campionati nazionali. L’evento più prestigioso è la Festa Federale di Lotta Svizzera, che si tiene ogni tre anni e attrae i migliori lottatori nazionali. La competizione è feroce e l’onore di vincere il titolo di “Re della Lotta Svizzera” è considerato il massimo riconoscimento nello sport.

Oltre al prestigio, i vincitori delle competizioni ricevono premi simbolici come corone di querce o rami di albero, che rappresentano forza e resistenza. Questi premi sono orgogliosamente esposti nelle case dei lottatori (o delle lottatrici) a testimonianza della loro dedizione e passione per questo sport.

Lotta Svizzera 2023, le date da non perdere

Quest’anno, nel fine settimana del 24 e 25 giugno 2023, la città di Tramelan ospiterà il Festival Cantonale Bernese di Lotta che sarà teatro di questo speciale evento. Un momento cruciale per tutti gli appassionati, che offre un’opportunità unica per immergersi nella cultura e nelle tradizioni di questo particolare sport.

Nei giorni che precedono il Festival, al quale sono attesi circa 8.000 visitatori, è prevista una settimana di celebrazioni con la partecipazione dei regnanti del Cantone e del Governo. Per maggiori informazioni, vi suggeriamo di visitare il sito ufficiale nel quale troverete tutti i dettagli relativi all’evento.

La lotta svizzera è molto più di una semplice competizione sportiva; è una celebrazione della cultura svizzera e delle sue tradizioni. Infatti, oltre agli emozionanti incontri di lotta, il festival offre una serie di eventi collaterali che mettono in risalto la musica, la danza e la gastronomia locali.

Inoltre, gli spettatori potranno assistere a esibizioni di gruppi folkloristici che suonano melodie tradizionali con strumenti come il corno delle Alpi e l’arpa, o ammirare le esibizioni di gruppi di danza in costume tipico. Non mancano le occasioni per assaggiare le specialità culinarie locali, come la fonduta o gli Älplermagronen (la pasta alpina con patate e formaggio).

Senza dubbio l’evento promette di essere un’esperienza indimenticabile, ricca di emozioni, cultura e divertimento per tutti.

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Bloomsday, da Dublino a Trieste sulle orme di Joyce

Il 16 giugno è una data speciale in Irlanda, perché si celebra il Bloomsday, la festa nazionale in onore dello scrittore James Joyce. Chi non avrà la possibilità di vivere a Dublino la festività che rievoca gli eventi dell’”Ulisse” il romanzo più celebre dello scrittore, potrà godersi la speciale atmosfera di questa giornata e un pizzico di Irlanda in occasione del Bloomsday a Trieste. Ecco gli appuntamenti imperdibili del fitto calendario di iniziative nella città in cui l’autore irlandese visse quasi ininterrottamente dal 1904 fino al 1920, con Nora Barnacle, che sarebbe diventata sua moglie, e dove nacquero i loro figli Giorgio e Lucia Anna.

Bloomsday nell’anno di Zeno a Trieste

Le celebrazioni del Bloomsday in terra giuliana avranno inizio venerdì 16 giugno, giorno in cui, nel 1904, si svolgono tutte le vicende narrate nel romanzo, e andranno avanti fino a domenica 18 giugno. Nell’edizione del 2023, ci sarà un po’ d’Irlanda in più, grazie a Turismo Irlandese che quest’anno ha voluto unirsi ufficialmente alla festa, ospitando due eventi interessanti e originali, in occasione del centesimo compleanno de “La coscienza di Zeno” dell’autore triestino Italo Svevo, grande amico e sostenitore di Joyce, che segue a un anno di distanza quello dell’”Ulysses”.

L’incontro tra Joyce e Svevo risale al 1907, quando il primo divenne insegnante d’inglese suo e di sua moglie. Svevo è considerato uno dei modelli di Leopold Bloom, protagonista dell’”Ulisse”, soprattutto negli aspetti più propriamente ebraici.

Bloomsday a Trieste: gli appuntamenti imperdibili

Bloomsday Trieste approfondirà anche in questa edizione un singolo episodio del capolavoro di Joyce, indagando le modalità, il significato, il senso attuale e le diverse suggestioni di “Circe”, quartultimo capitolo del romanzo, ultimo della sezione centrale denominata “Odissea”, l’episodio più lungo di tutto il libro, ricchissimo e visionario.

Ecco alcuni degli appuntamenti da non perdere in occasione del Bloomsday nel capoluogo del Friuli-Venezia Giulia.

Calipso. La colazione “immersiva”

Alle ore 9.00 dei giorni 16, 17 e 18 giugno, all’Adriaco Yacht Club (Molo Sartorio 1) – il più antico e prestigioso yacht club triestino – avrà luogo Calipso. La colazione “immersiva”, formula lanciata nel 2022 con grande successo in occasione dei 100 anni del romanzo di Joyce. Il menu sarà una combinazione tra lo stile continentale e quello tipicamente irlandese, con l’immancabile rognone descritto nel capitolo “Calipso”, e la messa in scena delle pagine della celebre colazione con frattaglia, da parte della compagnia teatrale “L’Armonia”.

Trieste chiama Dublino

Il 16 giugno, alle ore 17.00, si svolgerà il secondo evento che vede il coinvolgimento di Turismo Irlandese in collaborazione con Boscolo Viaggi: Trieste chiama Dublino. Itinerario a piedi, curato dall’ente del turismo dell’isola di Smeraldo.

Nel corso di una passeggiata di joyciana memoria, in compagnia di una guida, i partecipanti vivranno un intrigante parallelismo tra luoghi chiave triestini e dublinesi, facendo un viaggio nel capoluogo giuliano che rievoca una simile esperienza in quello irlandese e che unisce le due città fonte di ispirazione per lo scrittore: il porto di partenza irlandese, luogo dell’anima in cui sono ambientate quasi tutte le sue opere, e il porto adriatico, luogo di sosta, di maturazione e di creatività, dove parte delle opere sono state concepite e scritte. Il punto di ritrovo è Piazza Ponterosso, vicino alla statua di James Joyce, e la partecipazione è gratuita, con prenotazione fino a esaurimento posti.

Itinerario a piedi sulle orme di Svevo

Per celebrare il centenario de “La Coscienza di Zeno”, Riccardo Cepach, curatore dei musei Svevo e Joyce guiderà i visitatori lungo una piacevole passeggiata nel centro di Trieste, alla scoperta dei luoghi specialmente legati alla vita e all’opera di Italo Svevo. L’appuntamento è in piazza Hortis alle ore 11 di sabato 17 giugno, davanti alla statua dello scrittore e drammaturgo triestino (In caso di maltempo, il tour verrà ripreso domenica 18, con partenza dal medesimo luogo e orario).

Tour a piedi nella città di Joyce

Domenica 18 giugno, è invece la volta del tour guidato da Laura Pelaschiar con la partecipazione di Paolo Quazzolo (Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Studi Umanistici). Un’occasione per scoprire la “bella Trieste” di Joyce, la città delle sue lezioni di inglese, delle amate chiese e delle non meno amate osterie, la Trieste dei bordelli, dei teatri, della Berlitz School, patria dei cripto-triestini Leopold e Molly Bloom.

Bloomsday Festival a Dublino

A Dublino le celebrazioni del Bloomsday non sono di certo da meno. Anche quest’anno, fino al 18 giugno, le occasioni per divertirsi o approfondire alcuni aspetti della scrittura joyciana sono davvero numerose. Tra spettacoli di strada, conferenze, teatro, musica, letture, laboratori, tour a piedi ed eventi gastronomici, il festival farà rivivere ancora una volta i personaggi e i luoghi resi famosi dal celebre romanzo.

La festività prende il nome da Leopold Bloom, uno dei protagonisti del romanzo (l’altro è Stephen Dedalus, alter ego letterario di Joyce). L’opera segue la vita e i pensieri di Bloom – così come quelli di Stephen e di una serie di altri personaggi, reali e immaginari – dalle 8 del mattino fino alle prime ore del mattino successivo. La data del 16 giugno 1904 venne scelta dallo scrittore irlandese perché fu il giorno del primo appuntamento tra James Joyce e Nora Barnacle, sua futura sposa.

Anche nel capoluogo irlandese si comincia con la colazione molto ricca in ricordo di quella che Leopold prepara nel romanzo per la moglie Molly. Luogo scelto per l’appuntamento è Sandycove, a sud di Dublino, dove si trova il Joyce Museum. Dopo la colazione hanno inizio le peregrinazioni letterarie.

Dublino fa da sfondo a quasi tutte le opere di Joyce. Le tappe del tour guidato includono l’alma mater di Joyce, il Belvedere College; North Hardwicke Street, l’ambientazione del racconto “The Boarding House”; il Gresham Hotel, l’ambientazione della scena finale e più memorabile del racconto “The Dead”; la statua di James Joyce in North Earl Street. L’itinerario include anche una visita al numero 7 di Eccles Street e ripercorre i passi del celebre viaggio di Leopold Bloom per acquistare un rognone nel quarto episodio dell’”Ulysses”.

Una delle peculiarità delle celebrazioni del Bloomsday è imbattersi nelle persone vestite come i personaggi in stile edoardiano. Tra i capi di abbigliamento caratteristici che si vedono per le strade del capoluogo irlandese quel giorno c’è la paglietta, un cappello estivo alla moda e iconico indossato da molti all’epoca, tra cui lo stesso Joyce.

Tanti gli eventi organizzati per il Bloomsday Festival al James Joyce Centre, che ospita la manifestazione dal 1994, collaborando con diversi teatri, musei, biblioteche, mostre d’arte, collettivi e altre istituzioni di Dublino per far rivivere l’eterna opera di Joyce.

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Lago di Landro, dalle acque verdi e turchesi

Chi lo ha detto che durante l’estate si deve per forza andare solo al mare? Un’ottima alternativa per chi è in cerca di fresco sono le montagne, meravigliose formazioni rocciose che sembrano voler toccare il cielo. E molto spesso, tra le imponenti cime, si nascondo bacini d’acqua che sono un sogno a occhi aperti, come l’eccezionale Lago di Landro.

Dov’è il Lago di Landro

Il Lago di Landro è una vera e propria meraviglia dolomitica: sorge in fondo alla Val di Landro, in Alto Adige, nel comune di Dobbiaco.

Ciò vuol dire che non è molto distante dal ben più famoso Lago di Dobbiaco, lungo la strada che porta a Cortina d’Ampezzo. In sostanza, ci troviamo nel cuore di un luogo da sogno: quello del Parco Naturale Tre Cime che confina con il Parco Fanes-Senes-Braies.

Posizionato a oltre 1.400 metri sul livello del mare, è meta e punto di partenza di numerose escursioni estive, anche se grazie alla pista di sci di fondo Dobbiaco – Cortina che passa direttamente davanti al lago, è destinazione particolarmente amata anche d’inverno.

Cosa vedere al Lago di Landro

È pressoché impossibile arrivare al cospetto del Lago di Landro e non rimanere incantati: le sue incredibili acque verdi e turchesi invitano chiunque decida di visitarlo a fare una sosta e rilassarsi lungo le sue rive. E nei mesi più caldi, volendo, si può persino fare qualche indimenticabile tuffo.

Circondato da cime dolomitiche che fanno innamorare, come il Gruppo del Cristallo nelle Dolomiti Ampezzane, a poca distanza dal suo letto offre uno spettacolare punto panoramico, quello di cui si possono ammirare le Tre Cime di Lavaredo.

Tra le varie escursioni da fare ci sono quelle sul Monte Piano nelle Dolomiti di Sesto, oppure al Rifugio Antonio Locatelli che è situato ai piedi del Monte Paterno. Da qui, tra le altre cose, si può prendere anche il sentiero n. 6a che conduce all’affascinante palestra di roccia “Valle della Rienza”, che dalla cima permette di ammirare un panorama emozionante sul Lago di Landro e sulla valle omonima. Presenta anche una suggestiva spiaggia di ghiaia presso la riva nord.

Infine, sulle sponde del lago è ancora conservato un cippo con una ruota che è stato posto a ricordo della teleferica che dal lago portava rifornimenti alle postazioni sul Monte Piana durante la Prima Guerra Mondiale.

Come raggiungere questo incantevole lago

È possibile raggiungere il Lago di Landro sia con i mezzi pubblici che con quelli propri. Situato a circa 8 chilometri a sud del Lago di Dobbiaco, vi si può facilmente arrivare partendo da quest’ultimo o da Cortina d’Ampezzo.

Chi viaggia in automobile, da Dobbiaco deve proseguire in direzione Cortina. Dopo aver percorso approssimativamente 12 chilometri, il maestoso Lago di Landro appare sulla sinistra. È bene sapere, inoltre, che sono presenti parcheggi direttamente accanto a questo incantato bacino d’acqua dolce. Venendo da Cortina è necessario compiere circa 20 chilometri per attraccare sulle sue belle sponde.

Chi invece preferisce usare i mezzi pubblici, che in Alto Adige sono ben funzionanti, può farlo sia da Dobbiaco che da Cortina: bisogna prendere la linea di autobus 445 (Dobbiaco-Cortina) che prevede una fermata proprio nei pressi dello splendido Lago di Landro.

Non resta che correre a scoprire questa magica perla dolomitica.

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Puoi immergerti nelle terme degli antichi romani in questa città inglese

Ci sono luoghi straordinari perché offrono a chi li visita esperienze di ogni tipo: dalla suggestione di scorci meravigliosi, alla storia che si mescola con la leggenda, fino al benessere. Uno di questi posti è Bath, una città unica nel suo genere che offre la possibilità di immergersi nelle acque che hanno dato vita alle terme degli antichi romani.

Dove siamo? Nel sud ovest della Gran Bretagna, nella regione del Somerset. Un luogo speciale, perché lì si trova l’unica sorgente termale naturale di tutto il Regno Unito. Il nome, non può sfuggire, non è stato scelto a caso infatti Bath, significa bagno e la cittadina non è interessante solo per questo ma anche per la splendida architettura: il centro storico attuale risale a XVIII secolo ed è in perfetto stile georgiano. Inoltre, è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità UNESCO nelle città termali d‘Europa.

Bath, le terme degli antichi romani da non perdere

Per risalire alla realizzazione delle terme romane di Bath si deve andare indietro nel tempo, e più precisamente al 75 d.C. quando furono costruite durante l’impero di Vespasiano. Ma in realtà il luogo era già ben conosciuto. Infatti, pare che in precedenza siano stati i Celti a utilizzare quelle acque calde, che oggi sgorgano a una temperatura di 46 gradi.  Da loro è stato realizzato un santuario in onore della dea Sulis, nome mantenuto anche dai romani che chiamarono la città Aquae Sulis e dedicarono questo luogo alla loro dea Minerva.

Le terme all’epoca erano famose in tutta Europa ed erano un luogo dedicato al benessere. In seguito, quando è decaduto il dominio da parte dei romani, furono abbandonate e rimasero inutilizzate fino alla metà del Settecento quando divennero un luogo di incontro per l’aristocrazia. E a quanto pare suscitarono l’interesse della stessa Famiglia Reale.

Oggi si trovano nei pressi della cattedrale cittadina di Bath, in Gran Bretagna, e sono visitabili. È presente anche un museo in cui sono stati conservati manufatti risalenti all’epoca romana. Tra questi, vale la pena sottolineare, la presenza di circa 12mila monete e di una testa di una statua dedicata a Minerva in bronzo dorato. Interessanti dal punto di vista architettonico, questi luoghi sono il posto perfetto per vivere un’esperienza rigenerante in ogni senso. Nel tempo le terme sono state raggiunte e utilizzate da personaggi di spicco (come la celebre scrittrice Jane Austen) e sono state meta per i soldati feriti durante la Prima Guerra Mondiale. Dopo furono nuovamente abbandonate e dai primi anni 2000 sono state aperte le Thermae Bath SPA che, tra le varie proposte, hanno una suggestiva piscina sul tetto. Lì ci si può immergere nelle acque che hanno dato vita alle antiche terme romane.

Una veduta di Bath in Gran Bretagna

Fonte: iStockPhoto

Bath, uno scorcio della città che si trova in Gran Bretagna

La leggenda della nascita delle terme di Bath

Come ogni luogo dal sapore antico, storia e leggenda si mescolano per restituire a chi visita le città di Bath, e le sue terme, un’esperienza ancora più intrigante. Pare infatti che a far nascere questo centro abitato sia stato Bladud un re celta sovrano della Britannia che, dopo aver contratto la lebbra all’estero, riuscì a guarire grazie all’immersione nelle acque termali. Per questa ragione diede vita alla città di Bath.

Miti, leggende e storia si intrecciano in questo luogo dal sapore magico in Gran Bretagna, in cui visitare non solo le terme degli antichi romani e quelle attuali, ma in cui scoprire le altre affascinanti architetture e immergersi nella cultura locale, anche grazie alle diverse specialità gastronomiche che vengono proposte. La città è attraversata dal fiume Avon.

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L’esperienza da Mille e una notte che puoi vivere negli Hammam

Luoghi speciali, dove riti antichissimi ancora oggi sono protagonisti del benessere grazie a un percorso che fa bene al corpo e alla mente: quando si parte l’idea che spinge al viaggio è quella di scoprire luoghi, riti e tradizioni del passato. E quindi quale esperienza migliore dell’Hammam? Antichissimi bagni, che si dice siano nati grazie alla diffusione delle terme romane a Costantinopoli, ci permettono ancora oggi di vivere una vera e propria esperienza da Mille e una notte.

Luoghi di pace per lo spirito, in cui entrare lasciando fuori tutto il resto per una purificazione che riesce a coinvolgere, non solo il fisico, ma anche i pensieri. Gli Hammam sono in tantissimi paesi del mondo, per visitare i più belli e antichi bisogna girare per Istanbul e in Marocco. Ma non mancano quelli che trovano in altri luoghi come in Europa: basta andare in Spagna, e più precisamente a Granada, per immergersi in centri che rigenerano lo spirito.

Spazi affascinanti, in cui entrare lasciando fuori tutto il resto, per dedicarsi a sé stessi, al proprio benessere, al tornare in contatto con il proprio corpo svuotando la mente dai pensieri. Ma non solo, perché da sempre sono anche luoghi di incontro e di scambio. Senza dubbio meritano una visita per poter vivere un’esperienza totalizzante, che fa assaporare in maniera profonda e vera i rituali di un’altra cultura, per tornare a casa rigenerati, con gli occhi pieni di meraviglia e altre esperienze da conservare nel diario dei ricordi più belli ed emozionanti.

Hammam, l’esperienza indimenticabile da Mille e una notte

Non si può dire di aver visitato e apprezzato al cento per cento la cultura araba di paesi come Turchia e Marocco, senza aver trascorso del tempo in un Hammam. Luoghi dal fascino antico, in cui si svolgono veri e propri rituali per rigenerare il corpo e lo spirito. Ma cosa avviene in un Hammam? I percorsi possono variare da uno all’altro, così come le offerte, ma – in generale – si tratta di stanze in cui il calore umido permette al corpo di purificarsi. Gli ambienti propongono temperature diverse, che aumentano più ci si addentra nell’esperienza.

La prima stanza è il tepidarium, qui la temperatura si aggira sui 36°C; in questa fase avviene un rituale molto speciale: si tratta del savonage, effettuato su tutto il corpo con un sapone nero. A seguire ci si sposta in un ambiente in cui la temperatura oscilla tra i 45 e i 50 gradi, ovvero il calidarium. Qui il corpo viene esfoliato e vi è la possibilità di fare dei massaggi. Infine, ci si immerge in una vasca in cui l’acqua ha una temperatura di 28 gradi: il frigidarium. Al termine del percorso vengono proposte bevande e cibo.

Hammam, i più belli da vistare a Istanbul

Sono tanti, antichi, presentano architetture affascinanti e propongono riti che rigenerano il corpo e la mente: quando si parte per una vacanza a Istanbul si deve pianificare anche qualche ora da trascorrere in un Hammam, in turco Hamam.

Tra i più belli il Selimiye Hamam, vicino all’omonima moschea. Infatti, il rituale di purificazione è molto importante per la cultura araba e viene effettuato prima di andare a pregare. Costruiti durante i primi anni dell’Ottocento si trovano nel distretto di Uskudar a Istanbul. A quanto pare, come accade in molti di questi luoghi, l’ingresso per le donne e per gli uomini è separato.

Un bagno turco dal fascino antico in cui rilassare corpo e mente è il Cağaloğlu Hamam: si tratta di una struttura molto antica, basti pesare che è stata realizzata nel 1741 ed è l’ultimo bagno turco realizzato durante l’Impero Ottomano. Sul sito vengono presentate diverse esperienze, con il listino prezzi ben specificato. Inoltre, è anche molto gettonato da personaggi illustri, attuali ma anche del passato. Un luogo da sogno in cui dedicarsi a rituali diversi per rigenerarsi, tra luci che regalano la sensazione di essere in un sogno e spazi curati nei minimi dettagli.

Realizzato nel 1533, il Kasimpasa Buyuk Hamam è antichissimo e offre un’esperienza tradizionale in cui immergersi al cento per cento. Si trova nella zona di Sishane.

Prima di programmare una visita è sempre bene informarsi sugli ingressi, orari e giorni, per gli uomini e per le donne.

La moschea di Hassan II a Casablanca dove sorge l'Hammam

Fonte: iStockPhoto

La moschea di Hassan II a Casablanca dove si trova anche l’Hammam

Hammam, quali visitare in Marocco

Anche il Marocco offre tantissimi bagni turchi in cui vivere un momento di assoluta beatitudine e di contatto tra corpo e mente. A Casablanca, ad esempio, c’è l’Hammam della Moschea di Hassan II. Si estende su una superficie di 6mila metri quadrati ed è suddiviso per uomini e donne. Al suo interno vi sono tre ambienti con il vapore a diverse temperature, spazi privati, una piscina di acqua di mare, sale da te e spogliatoi.

Famosissimo è l’ Hammam Ziani a Marrakech che offre un’esperienza autentica e rigenerante. Non patinata come quelle dei bagni turchi più frequentati dai turisti, ma perfetta per rigenerarsi e per scoprire ancora di più la tradizione e nella cultura locale.

Per chi cerca, invece, un’esperienza lussuosa ma al tempo stesso originale, l’Hammam di Mansour, nell’omonimo hotel, offre un rituale antico e autentico. Vapori caldi, massaggi, impacchi ed esfoliazioni fanno parte del percorso benessere che coccola il corpo e la mente.

Hammam in Europa: Granada

Granada è una città in cui la storia riecheggia a ogni passo e le tradizioni sono ancora vive, regalando a chi la visita scorci spettacolari e momenti indimenticabili. Tra le tante cose da vedere, e da fare nella città andalusa, non può mancare una visita a un Hammam.

L’Hamman Al Ándalus si trova nei pressi di una delle più interessanti attrazioni turistiche della città, ovvero l’Alhambra una fortificazione reale da cui ammirare dall’alto Granada. Anche qui si può vivere un’esperienza da Mille e una notte tra piscine che propongono diverse temperature, massaggi, esfoliazione e bevande rigenerati al termine del percorso.

Nel cuore della città e del suo centro storico, vicino alla cattedrale, si trova il Al – Haram Hammam. Questo bagno turco ha una storia antichissima, basti pensare che esiste da 500 anni: la struttura è stata modificata, così come le tante offerte adatte a tutte le esigenze: veri e propri rituali per il corpo e per la mente.

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In Spagna in treno, le meraviglie del Costa Verde Express

Viaggiare in treno è un’esperienza meravigliosa, soprattutto quando i panorami che si possono ammirare dal finestrino sono quelli fantastici della Spagna: riparte il Costa Verde Express, un’avventura extra lusso che si rinnova per una stagione ricca di sorprese, con nuove rotte lungo la costa settentrionale del Paese. La prima novità è la livrea del treno, tutto colorato di verde per fare riferimento ad España Verde, che comprende le quattro comunità autonome attraversate durante il viaggio. Scopriamo quali sono le bellezze del Costa Verde Express.

Il Costa Verde Express, la nuova tratta

Il 25 maggio ha preso il via la nuova stagione del Costa Verde Express, il treno di lusso che si avventura lungo la costa settentrionale della Spagna. la tratta effettuata da Renfe, la compagnia ferroviaria statale, si snoda tra Bilbao e Santiago de Compostela, affrontando alcune delle mete più suggestive del Paese. Il viaggio dura 6 giorni e 5 notti, a bordo di vagoni dotati di tutti i comfort: le suite Gran Clase comprendono sistemazione con letto matrimoniale, armadio, scrivania, portavaligie, minibar e cassaforte, bagno privato e climatizzazione.

Naturalmente, a bordo c’è la possibilità di usufruire di moltissimi servizi: oltre a pranzi e cene nel vagone ristorante, ci sono la carrozza bar aperta fino a notte inoltrata e spettacoli con musica dal vivo. Ma le sorprese non finiscono assolutamente qui. Nelle principali città incontrate lungo il tragitto si può usufruire di visite guidate multilingue ed ingressi a monumenti e spettacoli. Inoltre ci sono alcuni ristoranti selezionati dove poter consumare i propri pasti e assaporare così specialità tipiche del luogo. Di notte, invece, il treno si ferma in stazione per favorire il riposo.

Le tappe del Costa Verde Express

Quali sono le tappe di questo viaggio da sogno? Si parte da Bilbao, una città davvero incredibile: la sua recente rinascita l’ha fatta diventare una meta a vocazione turistica, con tante attrazioni da scoprire, come il Museo Guggenheim. Il treno attraversa la città, per poi arrivare a Santander e pernottare (in vagone). Il giorno successivo, si può visitare il borgo medievale di Santillana del Mar e la grotta di Altamira, dirigendosi poi verso Llanes per un’altra notte in treno. La terza tappa è Oviedo, città meravigliosa che si raggiunge con un lungo tragitto attraverso le cime di Picos de Europa, durante il quale si possono ammirare il Santuario di Covadonga e il lago Enol.

Il quarto giorno è dedicato proprio alla visita del centro storico di Oviedo e della vicina città marittima di Gijon, con la sua vivace passeggiata con vista sull’oceano Atlantico. Per la notte, ci si ferma a Luarca – dove si può fare una bella camminata tra antichi edifici e splendidi monumenti. La tappa successiva è Ribadeo, un luogo ricco di storia e di natura: ci sono diversi punti di osservazione da dove ammirare il panorama, ed è nel suo territorio che si trova la famosa Praia das Catedrais, caratterizzata da formazioni rocciose scavate dalle acque impetuose dell’oceano.

Infine, partendo da Viveiro, il treno si dirige verso l’ultima tappa dell’avventura: si tratta di Santiago de Compostela, famosa per la sua spettacolare Cattedrale, punto d’arrivo del celebre Cammino di Santiago. Non si può certo perdere l’occasione di ammirare i suoi edifici storici, che l’hanno resa una delle città più amate di tutta la Spagna, meta di pellegrinaggi da parte di turisti provenienti da ogni parte del mondo.

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È ora di vacanza: cosa fare a Zara in cinque giorni

Giornata 1: City break – museo all’aperto

Iniziate la visita di Zara esplorando il centro storico e le antiche strade della città. Passo dopo passo, scoprite le rovine romane e l’architettura medievale. L’avventura può cominciare dalla piazza dei Cinque Pozzi e proseguire verso il Foro Romano, da sempre luogo di ritrovo. Alla fine della giornata, prendetevi una pausa e fate uno spuntino, grazie alla ricca offerta enogastronomica dei migliori ristoranti di Zara potrete scoprire il vero Mediterraneo e, per il “giro” notturno, vi consigliamo Varoš, un luogo di ritrovo per i giovani, ma anche quelli un po’ più grandi.

Fonte: TB: photo Fabio Šimićev

Forum-Crkva-Sv.Donata

Giornata 2: La magia dell’arcipelago di Zara

Durante il giorno fate una gita nelle vicine isole dell’arcipelago di Zara. Un buon collegamento marittimo con la città consente di esplorare i piccoli angoli delle isole e nuotare nel mare limpido. Potete quindi visitare le isole e gli isolotti di Olib, Premuda, Ist, Molat, Rava e la vicina isola di Iž. Perdetevi in questo labirinto in un arcipelago unico. Con la natura incontaminata e il mare cristallino, queste isole sono un vero paradiso per gli amanti della natura. Trascorrete la giornata nuotando, facendo immersioni o semplicemente rilassandovi sulla spiaggia.

Fonte: TB: photo by Fabio Šimićev

Island Premuda

Giornata 3: La cultura di Zara

Trascorrete il terzo giorno immergendovi nella ricca storia e nella cultura della città. Zara è un museo a cielo aperto, strade colorate e vicoli stretti vi conducono attraverso una mostra permanente. Visitate il Museo del Vetro Antico e il Museo Archeologico per saperne di più sull’affascinante passato della città oppure esplorate la Chiesa di S. Donat che è uno dei più importanti esempi di architettura bizantina in Croazia. Per ravvivare questa giornata storico-culturale, fate una passeggiata nella vivace Pijaca, il mercato cittadino dove potete assaggiare alcune delle specialità locali e godere dei colori, dei sapori e dei profumi.

Fonte: TB: photo Stipe Surac

Uno scorcio del centro di Zara

Giorno 4: Lasciatevi andare e divertitevi

Fate una pausa dalle visite turistiche e godetevi momenti di relax. Le spiagge abbracciano la città, trasformandola in una grande zona balneare aperta a tutti. È possibile scegliere tra una varietà di spiagge sabbiose e di ciottoli, alcune delle quali, attrezzate, all’ombra dei pini. La spiaggia di Kolovare con le calette e la piscina di mare della città si trova a due passi dal centro della città, mentre la spiaggia di Diklo è perfetta per chi ama nuotare.

Fonte: TB: Fabio Šimićev

La Spiaggia di Kolovare ripresa dall’alto

Giorno 5: Note musicali all’aria aperta

Terminate il viaggio a Zara con una visita all’Organo marino, uno strumento musicale unico nel suo genere che crea suoni meravigliosi usando la forza del mare. Una volta visitato questo luogo incredibile, proseguite fino al Saluto al Sole e, naturalmente, registrate questi momenti unici con qualche foto. È il modo migliore per concludere una vacanza indimenticabile a Zara, perché quando il tramonto più bello illumina il lungomare della città, il gioco di luci del Saluto al Sole segue il ritmo delle onde e i suoni dell’Organo marino.

Fonte: TB: photo Fabio Šimićev

Greeting to the Sun & Sea Organ

Una vacanza a Zara vi fornirà tutto il necessario per una vacanza perfetta. Ogni giorno sarà ricco di una grande varietà di esperienze, dall’esplorazione delle strade storiche al piacere della natura incontaminata delle isole dell’arcipelago. Zara è davvero un gioiello dell’Adriatico che dovete visitare perché è qui che vengono creati momenti indimenticabili.

 

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Seneghe, la Sardegna più autentica è la meta ideale per l’estate 2023

Alle falde del Montiferru, un massiccio di origine vulcanica che domina la provincia di Oristano, sorge un borgo incastonato tra mare e natura e che, a conti fatti, si rivela la meta ideale per l’estate del 2023.

Il grazioso paese in questione si chiama Seneghe, un luogo che sembra rimasto fermo nel tempo e che ancora oggi conserva fiero tutte le sue tradizioni. Tra le varie tradizioni che possiede spicca per eccellenza quella legata all’olio extravergine di oliva, eccezionale prodotto che viene ben valorizzato e tutelato.

La meta perfetta per chi ama il buon cibo

Non si può dire di conoscere per bene una destinazione finché non se ne è assaggiato il cibo. La buona notizia è che Seneghe si rivela la meta ideale per l’estate del 2023 persino per i buongustai.

Il motivo? È conosciuta anche come la Città dell’Olio, un prodotto di vera eccellenza che nel corso degli anni gli ha permesso di ottenere “l’Ercole olivario“, il massimo premio nazionale per la produzione di olio alimentare.

Ma non c’è da sorprendersi: sono infatti 200 gli ettari destinati ad oltre 60.000 ulivi per produrre questa eccellenza locale. La bontà e la genuinità dell’olio di queste terre consentono di tenere annualmente il Concorso Montiferru, un premio nazionale indirizzato all’olio extravergine di oliva e suddiviso in due sessioni: la prima ha luogo a marzo, mentre la seconda a dicembre.

Ma gioie per il palato sono garantite anche agli amanti dei sapori più dolci: Seneghe è un borgo noto anche per la produzione del miele. Altre eccellenze legate alla gastronomia sono le carni del ‘bue rosso’ e il formaggio casizolu.

Meritano però una menzione speciale anche i manufatti in legno, pietra e ferro, gli strumenti musicali e gli abiti tradizionali.

Seneghe, un centro storico a pochi km dal mare

Seneghe presenta un prezioso centro storico in cui ammirare diversi monumenti ed edifici di particolare interesse. Tra questi non si può non nominare la chiesa più importante del borgo che è dedicata a Santa Maria De Sa Rosa.

Degna di nota è l’ex Parrocchia dell’Immacolata Concezione con la sua cupola alta 36 metri. Poi la Piazza dei Balli, cuore pulsante del borgo, i pozzi, le fontane e i suggestivi vicoli che gli regalano un’atmosfera incantata.

Ma Seneghe non è solo un caratteristico borgo, è anche un perfetto punto di partenza per raggiungere alcune delle spiagge più belle della Sardegna.

La costa più vicina a Seneghe è quella del territorio di Oristano e del Sinis, dove la sensazione che si vive è di essere stati catapultati in paradiso.

A diciannove chilometri circa c’è S’Archittu, un luogo dai profili magici, vero e proprio simbolo della poetica maestria della natura nel mettere al mondo capolavori. Si tratta di una lunga scogliera bianca che abbraccia una graziosa e minuta spiaggia dove d’un tratto si apre un arco che è frutto dall’azione erosiva secolare di diversi agenti atmosferici. Un vero e proprio monumento naturale, alto circa 15 metri, che si impreziosisce particolarmente durante il tramonto, momento in cui il sole decide di calare proprio sotto lo stesso arco.

Circa venticinque chilometri separano Seneghe da un altro gioiello della zona: la Spiaggia Su Pallosu che ha una particolarità più unica che rara, è completamente dedicata ai gatti grazie alla presenza di una dolcissima colonia felina. Parliamo di un sottile lembo di terra puntellato di sabbia dorata e di qualche ciottolo che prende vita in una piccola insenatura che si immerge in un mare limpido e cristallino con fondale sabbioso e poco profondo.

Poi ancora la Spiaggia Sa Rocca Tunda che si trova a poco più di venti chilometri dal borgo. Un luogo che possiamo definire un’oasi di relax grazie alla sua sabbia grigio tenue, le acque cristalline e le morbide dune che vi sorgono alle spalle.

Ma la vera perla si trova ad appena venti chilometri dal borgo: la Spiaggia Is Arenas, un angolo ornato di boschi e dove svettano, fiere, dune sabbiose che sono tra le più estese di tutta Italia. Una sorta di deserto, quindi, impreziosito dai boschi e in grado di evocare potenti emozioni, di quelle che difficilmente si dimenticano.

Nuraghe e tombe dei giganti, i misteri di Seneghe

Centro storico incantevole, mare a dir poco divino e anche tanta storia condita di misteri che rende Seneghe la meta ideale per coloro che alla spiaggia vogliono alternare un po’ di cultura.

Nuraghe e tombe dei giganti costellano questo prezioso territorio, tanto da essere meta di vari itinerari archeologici.

Tra le tombe di Giganti, maestosi monumenti sepolcrali risalenti all’epoca nuragica, meritano certamente una visita quelle di “Serrelizzos” e “s’Omo de sas zanas“, mentre tra le nuraghe, ovvero antiche costruzioni in pietra di forma troncoconica, non si possono non citare quella ‘a corridoio’ “Narba“, il quadrilobato “Zinzimureddos“, il trilobato “Campu” e i monotorre “Lande e Littu“.

Tra tutti questi reperti c’è sicuramente uno che, più degli altri, lascia il segno nel curioso visitatore: la maestosa reggia quadrilobata di “Mesu Maiore“, una costruzione che ancora oggi ha l’onore di raggiungere un’altezza di più di dieci metri.

Infine, sappiate che Seneghe è il posto più opportuno per chi, dopo il mare, i vicoli del centro, la preziosa archeologia e il buon cibo, vuole rifugiarsi in mezzo alla natura: sorge all’interno di un paesaggio che si rivela ideale per le escursioni.

A Seneghe non manca davvero niente, una meta che merita assolutamente un viaggio in questa estate 2023.

In collaborazione con Camera di Commercio di Cagliari e Oristano