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È boom di prenotazioni negli alberghi italiani: mete e numeri

L’estate è finalmente alle porte e quest’anno promette numeri da record per il settore alberghiero italiano. Le prenotazioni sono, infatti, aumentate mediamente del 53% rispetto allo stesso periodo del 2022, con picchi fino al 120% nelle città d’arte e nelle destinazioni balneari più apprezzate, soprattutto dai visitatori stranieri. È quanto emerge da un’indagine effettuata dall’agenzia Albergatore Pro su oltre mille strutture in tutto il Paese. Ecco quali sono le mete più gettonate.

Le mete più gettonate dagli stranieri per l’estate 2023

Nella indagine, sono stati analizzati i dati dei modelli previsionali basati sulle prenotazioni tra gennaio e maggio, ovvero il periodo più indicativo per delineare gli scenari estivi, e confrontati con quelli dell’anno precedente. Le destinazioni che crescono maggiormente in termini di tariffa media sono: Roma, da sempre amata dagli stranieri, la Toscana e la Costiera Amalfitana, rispettivamente +27%, +25% e +52%, contro un +15% di media nazionale.

Nonostante l’aumento delle prenotazioni, però, si registra allo stesso tempo una crisi del mercato del lavoro nel settore. Basti pensare che il 58% degli hotel ha carenza di personale alle porte della stagione estiva, vale a dire la più impegnativa per le strutture ricettive. Come conseguenza, il fenomeno più particolare fotografato dall’indagine è il rialzo dei prezzi per camera di molto oltre i valori di mercato da parte del 13% delle strutture.

Ma a cosa è dovuta la crescita delle prenotazioni? Stando a quanto spiega Gian Marco Montanari, amministratore delegato di Albergatore Pro, questo aumento è imputabile prevalentemente al ritorno massiccio dei clienti internazionali, soprattutto americani, che non sembrano risentire del rialzo dei prezzi in Italia. “Il ritorno di turisti alto-spendenti – sottolinea Montanari –influisce anche sull’aumento delle tariffe medie, che comunque rimangono dopate dall’inflazione e dal rincaro dell’energia, in linea con quanto già registrato l’anno scorso”.

Stagione record per il turismo all’aria aperta

Quella che sta per arrivare si prospetta un’estate senza precedenti anche per il turismo all’aria aperta in Italia. Se la pandemia, con il bisogno di fare esperienze outdoor, a stretto contatto con la natura, ha dato un’accelerata a questa tipologia di esperienze in Italia, tale tendenza è rimasta ancora preponderante per i viaggiatori, sempre più in cerca di vacanze attive tra escursioni, trekking, passeggiate, itinerari in mountain bike, camping e glamping. Le previsioni snocciolano numeri record di presenze, tanto che si parla di 56,6 milioni di visitatori nei soli mesi di giugno, luglio, agosto e settembre.

Come sarà l’estate degli italiani

Per quanto riguarda i progetti degli italiani per l’estate in arrivo, secondo quanto emerso dal primo Osservatorio di PiratinViaggio, sarà una stagione all’insegna dei ritardatari “organizzati”. Pare, infatti, che i 70% dei nostri connazionali non abbia ancora prenotato le vacanze estive: la motivazione principale, per oltre il 54% delle persone, è di non aver ancora deciso quale sarà la meta.

Inoltre, se gli stranieri, americani in primis, sono disposti a spendere anche cifre considerevoli per un soggiorno nelle splendide località del nostro Paese, gli italiani sceglieranno la destinazione in base al prezzo. Almeno, ciò è quanto è emerso dallo studio di Revolut, che sottolinea come il driver di scelta per quasi otto italiani su dieci è proprio il costo del viaggio, seguito da salute/sicurezza e distanza della destinazione.

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Dresda in estate: dormire nei castelli e partecipare a eventi unici

Avete mai fantasticato di essere imperatori, re di antichi regni o nobili che vivono in palazzi da fiaba? Se lo avete fatto c’è un’ottima notizia per voi: questo sogno può diventare realtà, e per far sì che sia così non c’è bisogno di andare chissà dove, basta recarsi in Germania e più precisamente a Dresda.

L’estate a Dresda

Dresda, la Capitale dello stato tedesco della Sassonia, è una città che pullula di celebri musei d’arte e di architetture che lasciano senza fiato. Incastonata nell’incantevole paesaggio della Valle d’Elba, che nel 2004 è stata inserita nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco, offre al visitatore anche ex residenze reali barocche che in estate diventano ancor più affascinanti: si riempiono di atmosfere spettacolari, festival di musica, opere d’arte ed eventi culturali.

E in particolare quest’anno il 15 luglio c’è un’opportunità da non perdere: la fantastica Notte dei Castelli di Dresda che possiamo assicurarvi sarà più bella che mai. E per i visitatori di agosto, niente paura: dal 4 al 20 dello stesso mese andranno in scena dei concerti di musica da camera presso il Castello di Moritzburg.

La Notte dei Castelli

Come vi dicevamo in precedenza, le rive del tratto del fiume Elba che scorre a Dresda la notte del 15 luglio diventeranno più speciali che mai: è il giorno del Dresden Schlössernacht, ossia la Notte dei Castelli di Dresda. In sostanza tre ex residenze reali, Albrechtsberg, Eckberg e Lingner, verranno avvolte da uno speciale “incantesimo” il cui potere si diffonderà fino ai parchi dei manieri lungo un percorso illuminato di 6 chilometri diviso in 15 tappe.

Castello di Albrechtsberg a Dresda

Fonte: iStock – Ph: clu

Il maestoso Castello di Albrechtsberg

Inusuali esperienze multimediali e sensoriali verranno accompagnate da una coreografia di luci, musiche e danze nel parco del Castello di Albrechtsberg. Concerti di musica di vario genere (jazz, rock, tango, latina e altro) e piste da ballo improvvisate faranno da sfondo a questa passeggiata notturna piena di sorprese che si concluderà al Saloppe, un’area verde sulle sponde del fiume Elba, tra il castello di Albrechtberg e la Neustadt, dove si trova la più popolare e antica taverna di Dresda.

Una notte ricca di balli, delizie culinarie, birre locali e i vini del vigneto di Proschwitz che di certo non verrà dimenticata. Anche perché la festa proseguirà fino alle prime luci dell’alba, dopo la colorata esplosione di fuochi d’artificio sullo skyline di Dresda e sul fiume Elba.

La magica Notte dei colori prenderà il via alle ore 17 e per il prezzo di 48 euro (biglietto acquistabile online o negli uffici del turismo di Dresda). Solo con il ticket VIP, al costo di 165 euro, si potrà entrare nel Castello di Albrechtsberg come ospiti, gustare un buffet di alta qualità e una gamma selezionata di bevande.

Il biglietto per la Notte dei Castelli di Dresda è incluso nel pacchetto “Castle Night Special” che offre 2 notti in camera doppia o singola con prima colazione in hotel a 4 e 5 stelle della città a partire da 215 euro.

Il Moritzburg Festival

L’estate di Dresda non è di certo finita qui: tra il 4 e il 20 agosto si potrà partecipare al Moritzburg Festival, un evento da non perdere perché il favoloso Castello barocco di Moritzburg, insieme ad altre splendide location della città e dei suoi dintorni, ospiterà concerti di musica da camera di celebri solisti ed ensamble della scena internazionale. I concerti avranno luogo principalmente sulla terrazza nord e nelle sale del castello.

Altri posti in cui risuoneranno meravigliose melodie sono la Chiesa Luterana di Moritzburg, il Castello e il parco di Proschwitz e il Palazzo della Cultura di Dresda. Il picnic musicale nel parco del Castello di Proschwitz, la domenica 13 agosto alle ore 11, sarà uno degli appuntamenti a cui partecipare assolutamente.

Castello di Moritzburg a Dresda

Fonte: iStock – Ph: alessandro0770

Il magico Castello di Moritzburg di Dresda

Immersi nella natura del grande parco di Moritzburg e circondati da un placido ed emozionante specchio d’acqua, il Festival di Moritzburg è un must per gli amanti della musica, così come un’ottima occasione per decidere di andare a visitare il castello e le sue maestose sale. Una chicca da non perdere visitando il parco è sicuramente il “Castelletto dei fagiani”, un incredibile edificio che sfoggia un porticciolo in miniatura e un delizioso faro in stile Rococò.

Un sogno che si avvera: dormire in un castello

Sì, avete letto bene: questa estate Dresda e i suoi dintorni realizzano sogni, ovvero quello di dormire in un castello. In particolare presso il Castello di Eckberg, l’unico delle tre dimore storiche sulla riva destra dell’Elba ad offrire anche il pernottamento. Tutto ciò può avvenire in eleganti camere superior a 4 stelle, oppure in confortevoli camere a tre stelle nelle antiche scuderie.

Non mancheranno soddisfazioni per le proprie papille gustative perché il magico Castello è servito anche da un ottimo ristorante con tavoli nella storica sala o nel giardino d’inverno puntellato di finestre gotiche alte fino al soffitto. E no, non sarete soli perché a farvi compagnia ci sarà la vista davvero magnifica sul fiume Elba, sulla storica città di Dresda e in lontananza sulla Svizzera Sassone.

Oppure potreste optare per il Dresden Pillnitz Palace Hotel che è situato ai margini del grande parco del Castello di Pillnitz, in una posizione sontuosa poiché adagiato sulla riva del fiume Elba a pochi km da Dresda. Un piccolo albergo a quattro stelle che conta tre suite e 42 camere che invitano i viaggiatori  a scoprire di più sulla vita alla corte del principe Augusto il Forte. I giardini maestosi, la vicinanza al fiume e l’imponente architettura in stile chinois del palazzo creano un’atmosfera davvero sorprendente.

Un pass unico per tutto

L’ultima grande notizia per chi decide di visitare questa meravigliosa zona durante l’estate di quest’anno è che con un’unica tessera si possono scoprire tantissime delle sue meraviglie come castelli, giardini e palazzi.

Nello straordinario contesto della Sassonia ci sono ben 50 residenze da favola da visitare, comprensivi di edifici storici, castelli, monasteri, rocche e fortezze. Con la tessera schloesserland-PASS (al costo di 20 euro per 10 giorni o 40 euro per tutto l’anno) l’entrata in queste dimore è sempre gratuita.

Non resta che correre a scoprire l’esaltante estate di Dresda e dei suoi dintorni.

Castello di Pillnitz, Dresda

Fonte: iStock

Il favoloso Castello di Pillnitz, Dresda
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Questa estate puoi dormire nella villa di Mariah Carey

Le esperienze di viaggio, ormai lo sappiamo, passano anche per gli alloggi. Case, ville, baite e strutture ricettive, infatti, non sono più solo i luoghi del riposo e del ristoro, ma diventano parte integrante e caratterizzante di questi. Alcune proposte, poi, sono così allettanti che si trasformano in un vero e proprio invito ad attraversare il mondo in lungo e in largo per vivere e condividere avventure uniche e straordinarie.

Ed è proprio un’avventura così che potrete vivere questa estate dall’altra parte del mondo, una di quelle esperienze che vi permetterà di indossare idealmente i panni di una vera star. A partire dal 21 giugno, infatti, sarà possibile prenotare uno degli alloggi più sensazionali e affascinanti di tutta Beverly Hills.

Non uno qualsiasi, intendiamoci, ma quello scelto da Mariah Carey. L’iconica cantautrice statunitense, che ha all’attivo oltre 200 milioni di album venduti, ha vissuto nella contea di Los Angeles negli ultimi tre mesi alloggiando in una casa che, a partire da ora, sarà prenotabile eccezionalmente su Booking. Pronti a vivere un’esperienza da vere star?

Dormire nella casa preferita di Mariah Carey a Beverly Hills

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, e anche se sono differenti tra loro, sono tutti accomunati dal medesimo desiderio di vivere e condividere esperienze straordinarie destinate a restare nel cuore e nei ricordi. E alloggiare nella casa preferita di Mariah Carey a Beverly Hills, ne siamo certi, è una di queste.

Il nostro viaggio di oggi ci conduce nella città della contea di Los Angeles, meta prediletta di vip e star di Hollywood. Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, a partire dallo shopping di lusso per le strade di Rodeo Drive, passando per il suggestivo Beverly Gardens Park e raggiungendo la Greystone Mansion che ha fatto da sfondo ad alcune delle pellicole più iconiche della storia del cinema.

Famoso ritrovo di celebrità di fama internazionale, Beverly Hills è stata scelta anche da Mariah Carey che proprio negli ultimi tre mesi ha soggiornato in una splendida villa con vista piscina, la stessa che potrà essere prenotata da pochi fortunati viaggiatori a partire dal 21 giugno.

Mariah Carey e Booking, infatti, hanno lavorato insieme per trasformare un sogno in realtà, e permettere così alle persone di pernottare all’interno della Beverly Hills Escape della pop star, una casa di lusso dalle fattezze straordinarie e dotata di ogni comfort. Ma non è tutto perché, in occasione del soggiorno, la cantante ha creato un itinerario delle meraviglie completo di ristoranti, indirizzi e luoghi iconici di Los Angeles per vivere una vacanza indimenticabile.

Gli interni della Beverly Hills Escape

Fonte: Ufficio Stampa

Gli interni della Beverly Hills Escape

Come prenotare la Beverly Hills Escape

La Beverly Hills Escape di Mariah Carey, come abbiamo anticipato, sarà prenotabile in maniera esclusiva sulla piattaforma Booking.com a partire dal 21 giugno a mezzogiorno (ora locale di New York) per un soggiorno previsto dal 24 al 26 giugno al prezzo di soli 6,21 dollari. Un costo irrisorio, questo, pensato per celebrare l’inizio dell’estate con un’esperienza unica e irripetibile.

La prenotazione comprende un soggiorno di due notti all’interno della lussuosa tenuta di Beverly Hills affittata dalla cantante statunitense, una consulenza privata con un fashion stylist, una guida alle attrazioni iconiche in città preferite da Mariah Carey e la possibilità di cenare e pranzare nei suoi ristoranti preferiti, tra i quali spiccano The Terrace, Cara, Nobu Malibu, Dan Tana’s e Craig’s.

Non vi resta che collegarvi al sito web di Booking, il 21 giugno, e provare ad aggiudicarvi questo soggiorno da star. In bocca al lupo a tutti.

Mariah Carey nella cucina della Beverly Hills Escape

Fonte: Ufficio Stampa

Mariah Carey nella cucina della Beverly Hills Escape
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Puoi vivere il solstizio d’estate dentro una piramide: succede in Italia

C’è qualcosa di straordinariamente magico che sta succedendo intorno a noi, ora che il pianeta intero si prepara all’ennesima trasformazione. Nuove fioriture stanno tingendo i campi, le colline, i borghi e i villaggi, mentre il sole è diventato ormai il grande protagonista delle nostre giornate. Aumentano le temperature, e con esse anche le ore di luce: non ci sono dubbi, l’estate è ormai alle porte.

L’appuntamento per celebrare l’arrivo della stagione più attesa di sempre è previsto mercoledì 21 giugno alle ore 16:57. È questa la data in cui possiamo vivere quello che è il giorno più lungo dell’anno nonché quello che segna il passaggio dalla primavera all’estate.

Rituali, usanze e tradizioni, antiche o più recenti, vengono perpetuate in diverse parti del mondo. I cittadini e i viaggiatori si riuniscono nei luoghi iconici e nei posti più affascinanti della terra per iniziare danze e riti. Se volete unirvi ai festeggiamenti, quest’anno, non dovrete andare poi così lontano perché in Italia si può trascorrere il solstizio d’estate dentro una piramide. Pronti a vivere un’esperienza incredibile?

Il solstizio d’estate dentro la piramide

Il nostro viaggio di oggi ci conduce in Sicilia, nella terra del sole e del mare, quella che ospita testimonianze di un passato glorioso che convivono perfettamente con le bellezze naturalistiche e con il patrimonio culturale che appartiene alla regione. Organizzare un viaggio qui è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in ogni stagione, ma raggiungere le terre siciliane in occasione del solstizio d’estate vi permetterà di vivere una delle avventure più suggestive di una vita intera.

Ci troviamo a Motta d’Affermo, un piccolo comune della città di Messina popolato da poco più di 500 anime. È qui che è possibile avvistare una splendida piramide che si innalza verso l’alto e che si infiamma sotto i raggi del sole al tramonto. Si tratta di una scultura, una delle tante che compongono quel percorso delle meraviglie che prende il nome di Fiumara d’Arte, uno dei più grandi e affascinanti musei a cielo aperto di tutta Europa.

Un parco sculture, ideato da Antonio Presti, che corre lungo le sponde del fiume Tusa e che valorizza in maniera unica l’intero territorio. Qui, opere maestose e straordinarie sono state inserite in maniera armonica all’interno di paesaggi mozzafiato creando un itinerario che incanta e sorprende a ogni chilometro percorso.

Ed è sempre qui, tra le colline di Motta d’Affermo, che possiamo trovare l’opera monumentale 38° Parallelo, la Piramide di Mauro Staccioli che, in occasione del solstizio d’estate, consentirà a cittadini e viaggiatori di assistere al Rito della Luce.

Il Rito della Luce nella Fiumara d’Arte

Collocata in cima a una collina, la Piramide 38° Parallelo svetta verso il cielo raggiungendo i 30 metri d’altezza: impossibile non notarla anche a distanza. Il suo nome fa riferimento proprio alla sua posizione che coincide con il trentottesimo parallelo.

In occasione del solstizio d’estate, la piramide della Fiumara d’Arte sarà accessibile a tutti i visitatori per una celebrazione che culminerà con il Rito della Luce. Protagonista assoluto dell’esperienza sarà proprio il sole, che si paleserà in tutto il suo splendore dopo che le persone avranno attraversato un tunnel buio.

Un percorso, questo, che celebra la vittoria della luce sopra le tenebre, e che trasforma la piramide della Fiumara d’Arte in uno spazio dedicato ai pensieri, alla meditazione e ai festeggiamenti. L’appuntamento è previsto il 21 giugno, ma la piramide 38° Parallelo resterà aperta ai visitatori fino al 25 del mese.

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Riapre al pubblico l’Area Sacra di Largo Argentina

Mai prima d’ora i turisti avevano avuto modo di ammirare da vicino i meravigliosi reperti archeologici che, nel corso del secolo passato, erano tornati alla luce presso l’Area Sacra di Largo Argentina. Oggi, però, viene inaugurato un nuovo percorso che consente di avere una visione d’insieme ancora più spettacolare degli antichi templi che si trovano nel centro storico di Roma, in un luogo ricco di grande fascino. Ecco le novità più importanti.

L’Area Sacra di Roma riapre i battenti

Una delle più belle testimonianze della Roma antica, seppur non particolarmente conosciuta, è l’Area Sacra situata presso Largo Argentina, nel cuore del centro storico. In questa piazza, durante alcuni lavori di ristrutturazione avvenuti nel corso degli anni ’20 del secolo passato, furono ritrovati i resti marmorei di un’enorme statua. Si decise così di proseguire con gli scavi, riportando alla luce reperti archeologici preziosissimi, risalenti all’età repubblicana. Quella che è una storia millenaria si è dunque riaffacciata dopo lungo tempo ben celata sotto terra.

Particolarmente suggestivi sono i resti di quattro templi, che dovevano essere il punto focale della grande piazza lastricata riemersa a Roma. Ebbene, ora sarà possibile vedere da vicino questi antichi edifici: grazie ai lavori condotti dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, resi possibili dalla generosa donazione di Bulgari, il 20 giugno apre un nuovo percorso inclusivo che ci permette di visitare le rovine dell’Area Sacra e ammirare i reperti archeologici a distanza ravvicinata, regalandoci un’esperienza davvero meravigliosa.

Finora, infatti, i turisti potevano soltanto gettare un’occhiata ai templi dall’alto del piano stradale, mentre adesso si potrà scendere sin dentro l’area archeologica e ritrovarsi ad un passo da questo frammento di storia così affascinante. “Uno dei luoghi più belli e preziosi di Roma è finalmente fruibile appieno da parte dei cittadini romani e dei turisti, i quali d’ora in avanti potranno vedere da vicino meravigliosi reperti archeologici di varie epoche della storia della nostra città” – ha affermato Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma Capitale.

Il nuovo percorso

Si tratta, dicevamo, di un percorso inclusivo: è stato infatti minuziosamente pensato per abolire qualsiasi tipo di barriera architettonica, rendendo il tour usufruibile da persone con necessità speciali. Vi è una piattaforma elevatrice che consente l’accesso a chi ha una mobilità ridotta, ma anche alle famiglie con passeggini. Lungo l’itinerario, non ci sono dislivelli e la passerella è completamente pianeggiante, così da rendere agevole il cammino. Diversi pannelli illustrativi, con testi in italiano e in inglese, raccontano la storia del sito e le trasformazioni che esso ha vissuto.

Due di questi pannelli sono tattili: presentano informazioni in italiano, inglese e braille, per offrire un’esperienza a tutto tondo anche alle persone ipovedenti e non vedenti. Tra le altre novità, poi, ci sono le due aree espositive situate nel portico della Torre del Papito, con una selezione di numerosi reperti ritrovati durante gli scavi degli anni ’20. Tra di essi, anche due teste di statue gigantesche appartenenti probabilmente ad antiche divinità e dei sarcofagi. Infine, una nuova illuminazione permette di avere una visuale migliore su questo preziosissimo patrimonio archeologico.

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Chianti in bicicletta, tra vigneti, castelli e borghi incantevoli

Se c’è una regione votata al cicloturismo, quella è la Toscana. In particolar modo la rinomata area collinare del Chianti, compresa tra Firenze, Siena e Arezzo, straordinariamente ricca dal punto di vista naturalistico, preziosa sotto il profilo storico-artistico e molto generosa a livello enogastronomico. Qui si pedala tra paesaggi talmente onirici che sembrano acquerelli, borghi medievali impreziositi da castelli e abbazie, profumati vigneti e boschi di querce, castagne lecci, fattorie e punti incredibilmente panoramici. Un viaggio a due ruote che resta nel cuore e nella mente.

Chianti, i percorsi in bicicletta nel cuore della Toscana

Il Chianti è il luogo ideale sia per le escursioni più semplici, adatte ai principianti o con i bambini, sia per quelle più impegnative, perfette per la preparazione atletica dei ciclisti. Questo grazie a una fitta rete di strade bianche che si possono attraversare tenendo una bassa velocità, così da gustarsi davvero ogni scorcio di madre natura e tutte le meraviglie create dall’ingegno umano nel corso dei secoli, che fanno capolino lungo i percorsi. Senza dimenticarsi di fare tappa nelle varie cantine o agriturismi, dove degustare i prodotti tipici della tradizione toscana e, ovviamente, uno dei vini più famosi d’Italia.

A questo punto, vi starete probabilmente chiedendo quale bicicletta è più adatta per dare inizio a quella che si rivelerà una esperienza magica. Assecondando la morfologia del territorio, il mezzo ideale è senza ombra di dubbio una mountain bike o una buona bici da trekking. In alternativa, anche una bici da corsa può andar bene. Non ci resta, quindi, che scoprire quali sorprese ci riserbano gli itinerari cicloturistici del Chianti: seguiteci.

Tour del Chianti Classico, tra paesaggi e borghi pittoreschi

Il giro del Chianti Classico è tra i preferiti dai cicloturisti di tutto il mondo. Il motivo è facilmente intuibile: questo itinerario, lungo 185 km, abbraccia borghi caratteristici, abbazie e castelli che dominano le colline sospendendo il tempo.
Si parte da Firenze, che regala gite fuori porta sorprendenti, e dai Colli Fiorentini, e si raggiunge il borgo di Tavarnelle Val di Pesa, graziosa cittadina incastonata tra la Val di Pesa e la Val d’Elsa, nel cuore del Chianti Classico, e circondata da graziosi borghi, come quello di San Donato in Poggio. Tra le attrazioni da segnalare, la Badia di Passignano, antico monastero noto anche per l’eccellente produzione vinicola, la Pieve di San Pietro a Bossolo, che ospita il Museo di Arte Sacra, e la Villa di Poggio Petroio.

La Via Chiantigiana è una delle più seducenti di quest’area. Qui ci si imbatte nel tranquillo centro di villeggiatura di Panzano in Chianti, frazione di Greve in Chianti, posto a 498 metri di altitudine. Due i punti di accesso al borgo e, di conseguenza, due le direzioni per esplorarlo: il primo lo si vede venendo da Firenze o Greve in Chianti, da dove si può scorgere immediatamente la piazza moderna Gastone Bucciarelli con le botteghe che, insieme ai ristoranti, ne delineano le stradine. L’entrata alternativa è, invece, dal parcheggio pubblico gratuito, che introduce direttamente al centro storico, con il suo caratteristico fascino medievale. Ad appena un chilometro dalla cittadina, troverete un vero gioiello: la Pieve di San Leolino, dell’XI secolo, considerata il miglior esempio di architettura romanica di questo territorio.

Continuando a pedalare, ci si immerge nelle colline del Chianti senese, dove si inserisce magnificamente il borgo fortificato di Volpaia, irradiato di percorsi escursionistici, perfetti per chi vuole fare una immersione completa in un contesto paesaggistico ricco di peculiarità.

L’antico castello di impatto medievale, è una frazione di Radda in Chianti, punto strategico e teatro delle secolari lotte tra la repubblica fiorentina e quella senese, quando, insieme a Gaiole e Castellina, costituiva la lega militare fiorentina con l’emblema del Gallo Nero. Il simbolo venne poi preso in prestito dal consorzio del Chianti Classico ed è oggi utilizzato come marchio del pregiato vino famoso in tutto il mondo, da degustare presso il Castello di Volpaia, che si affaccia nella graziosa piazzetta principale del borgo – il cui Chianti Classico Riserva è stato classificato da Wine Spectator come il 3° vino migliore del mondo – o in una delle cantine della zona.

Oltre alla sua rinomata arte enogastronomica, Volpaia custodisce molte testimonianze del proprio passato, fra cui perle sacre come la commenda di Sant’Eufrosino, risalente al Quattrocento, considerata il più importante esempio di architettura rinascimentale nel Chianti.

Da qui in poi si incontrano le strade bianche del celebre percorso de L’Eroica, che portano ad altre attrazioni imperdibili.

Greve in Chianti

Fonte: iStock

Il borgo di Greve in Chianti

Da Greve in Chianti a Firenze

L’ultima tappa del tour attraverso la panoramica Via Chiantigiana porta i ciclisti a visitare il paese di Greve in Chianti,  l’unico comune della provincia di Firenze a rientrare interamente nella zona del Chianti. Tante le attrazioni che regala questa perla immersa nel profumo dei vigneti. Piazza Matteotti, con la sua particolare forma triangolare, che ne è il cuore, circondata da suggestive logge ad arco, animate da negozi, botteghe e osterie in cui è possibile gustare e acquistare i prodotti tipici locali.  La chiesa di Santa Croce, che custodisce opere di pregio, e il convento di San Francesco, che ospita il Museo di Arte Sacra, con una incredibile collezione di dipinti, sculture e arredi datati fra il XIV e XIX secolo. Da non perdere anche il Museo del Vino, un percorso tra storia, cultura e tradizione del Chianti, prodotto qui da secoli.

Il suggestivo giro in bicicletta nel Chianti Classico si conclude a Firenze, sempre seguendo strade secondarie, poco trafficate e immerse nella meravigliosa natura toscana.

L’Eroica: informazioni generali

L’Eroica è nata nel 1997 a Gaiole in Chianti, piccolo borgo nella provincia di Siena. Si tratta di un evento ciclistico magico, ispirato al ciclismo classico, per riscoprire le radici autentiche di uno sport straordinario, che ogni anno combina in modo unico percorsi impegnativi, paesaggi magnifici e ristori indimenticabili.

I percorsi de L’Eroica

L’Eroica prevede 5 percorsi differenziati:

  1. Lungo L’Eroica 209 km: previsto uso del casco omologato obbligatorio
  2. Medio Crete Senesi, 135 km: previsto uso del casco omologato obbligatorio
  3. Cento Val d’Arbia 106 km
  4. Medio Gallo Nero 81 km
  5. Corto Valle del Chianti 46 km

Ogni partecipante ha la facoltà di scegliere il percorso a lui più adatto e la scelta deve essere indicata al momento dell’iscrizione. I minori, dai 13 ai 18 anni, possono partecipare al percorso di 46 km. Per i minori, oltre alla presentazione del certificato di idoneità alla pratica sportiva e della tessera sportiva per il ciclismo, è necessario che sia fornita l’autorizzazione dei genitori o di chi ne esercita la patria potestà, compilando l’apposito modulo di autorizzazione.

I percorsi saranno segnalati con frecce, ma ognuno dovrà fare affidamento al “Road Book” alla “Mappa Eroica”. Gli itinerari e le tracce GPS sono consultabili e scaricabili dal sito della manifestazione.

Passeggiata Valle del Chianti

Questo percorso, lungo 46 km, richiede circa tre ore e regala suggestioni incredibili. È caratterizzato dal suggestivo passaggio dal Castello di Brolio, a pochi chilometri da Gaiole, dai vigneti del Chianti Classico incastonati nella tipica macchia toscana, dalla dolce discesa verso Pianella con il panorama di Siena sullo sfondo, e dal caratteristico “Leccione”: due lecci che sembrano uno solo e fanno da cornice a un panorama mozzafiato.

Percorso Corto Gallo Nero

È la “porta d’accesso” al mito de L’Eroica. In circa quattro ore, oltre alle bellezze che abbiamo visto nella Passeggiata Valle del Chianti, si aggiungono altre attrazioni imperdibili. Tra queste spicca Radda in Chianti, il borgo delle vigne, che merita una lunga sosta al ristoro ufficiale e una visita al borgo antico, tra monumenti e negozi.

Proprio qui ha sede il Consorzio del Chianti Classico, fondato nel 1924. Situato in una posizione privilegiata, al confine tra la val d’Arbia e la val di Pesa, Radda in Chianti è protetta, almeno in parte, dalle sue mura difensive. Il territorio è percorso da alcuni corsi d’acqua a carattere torrentizio che danno nome alle valli circostanti. Nascono qui il Pesa, dalle pendici del Pian d’Albola, e il Greve, che origina dal Monte Querciabella, entrambi affluenti dell’Arno, mentre L’Arbia scorre solo ai margini del paese per gettarsi poco oltre nell’Ombrone.

Dei castelli del territorio raddese soltanto Volpaia ha avuto un certo sviluppo, con un ampio giro di mura con torri e un cassero ancora in gran parte conservato, mentre altri manieri sono giunti a noi molto frammentati, come Albola e Monterinaldi, oppure trasformati in ville, come Castelvecchi, o in case coloniche, come Castiglione, il Trebbio e Paternò. Ci sono, poi, altre dimore rurali che conservano le strutture a torre delle “case da signore” medievali, come Borraccoli, Camporempoli, Casa Vecchia, Montevertine, il Palazzo Pornano, le Ripe e il Fornale. Fra gli edifici signorili, spicca la splendida casa padronale Le Marangole, poco lontano dal nucleo del paese. Durante iI tour in bicicletta, non perdete una sosta al Ristoro di Lamole, dove si può degustare la celeberrima Ribollita, salumi tipici locali e l’ottimo Chianti Classico.

Percorso Cento Val d’Arbia

Agli itinerari de L’Eroica di Gaiole in Chianti, si è aggiunto un nuovo e inedito percorso che passa attraverso le Crete Senesi. Si tratta di un itinerario è impegnativo ma comunque alla portata di molti, grazie a una lunghezza e un dislivello non esagerato.

Il percorso misura 106 chilometri e ha il pregio di unire il Chianti, le Crete Senesi e la Val d’Arbia. Si pedala per lo il percorso Lungo fino a Radi, raggiungendo Monteroni, San Martino in Grania sullo stesso percorso dei professionisti, Presciano Arbia. Si torna poi sul percorso Corto per la strada bianca utilizzata dai professionisti alla prima edizione dell’Eroica Pro. Infine, si rientra a Gaiole da Pianella e Dievole.

Percorso Medio – Crete Senesi

Con questo percorso, alla portata di molti ciclisti, siamo già nel mito de L’Eroica. Considerate che i tempi di percorrenza possono arrivare anche a 10 – 12 ore e più. L’itinerario porta ad attraversare e scoprire Buonconvento, uno tra i “Borghi più belli d’Italia”. Incantevole scrigno di tesori dalle atmosfere medievali, a una trentina di chilometri da Siena, racchiude un piccolo ma affascinante centro storico, dove si trova la chiesa, il Palazzo Comunale e due musei. Il centro di questo paesino pittoresco merita una visita per ammirarne la tipica architettura in mattoni rossi e i tanti scorci magici da fotografare.

Per recuperare le energie, si può fare una sosta presso i ristori di Castelnuovo Berardenga, considerato una meta ideale per una giornata da trascorrere alla scoperta del meraviglioso paesaggio rurale che caratterizza la parte meridionale del Chianti. Andando alla scoperta di questa piccola località, infatti, si svela allo sguardo un ricco patrimonio storico-culturale, con chiese che risalgono addirittura all’anno 600 e nobili famiglie che hanno costruito maestose ville con giardini fiabeschi.
La vera sfida sui pedali del percorso Medio inizia con la famosissima salita di Monte Sante Marie, tra Asciano e Torre a Castello, con forti pendenze e panorami da cartolina.

Percorso Lungo

È considerato L’Eroica più autentica, con oltre 3700 metri di dislivello. La pedalata dura almeno 15 ore. Ciò significa che gli ultimi ciclisti tornano a Gaiole in Chianti anche dopo le ore 22.00. Qui si vive lo spirito più estremo e affascinante del territorio della provincia di Siena, caratterizzato da bellezze paesaggistiche che non hanno eguali. Tante le emozioni che si vivono pedalando lungo questi itinerari, come il passaggio notturno al Castello di Brolio illuminato dalle fiaccole.

Il maniero troneggia al centro dei terreni dell’azienda Ricasoli, la più estesa della zona del Chianti Classico, con 1.200 ettari totali, di cui 240 di vigneto e 26 coltivati a ulivo, nel comune di Gaiole in Chianti. Più volte ricostruito e modificato, porta i segni delle più diverse epoche che lo hanno attravrsato, dai bastioni fortificati di stampo Medievale, agli inserimenti del Romanico e del Neogotico, sino alle specificità dell’Ottocento toscano.

Percorso permanente: pedalare lungo L’Eroica tutto l’anno

Il percorso permanente si sviluppa per 209 km complessivi nel cuore delle Terre di Siena, attraversando il Chianti, le Crete Senesi e la Val d’Orcia e compiendo un viaggio nell’essenza del leggendario paesaggio toscano. Le caratteristiche tecniche di questo itinerario – perfettamente segnalato e praticabile tutto l’anno – lo rendono una grande opportunità per gli appassionati di cicloturismo.

A seconda della propria preparazione e del tempo che si vuole dedicare al paesaggio che lo circonda, si può percorrere da uno a cinque giorni. Il percorso si caratterizza per il continuo movimento su strade asfaltate e sterrate e presenta un dislivello totale di circa 3.800 metri. La buona notizia è che è adatto a qualsiasi tipo di bicicletta.

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Tutti i misteri e i segreti del Lago Natron

Siamo tutti consapevoli che il nostro pianeta nasconde luoghi avvolti dai più fitti misteri. Alcuni di questi non hanno ancora trovato una soluzione, altri invece sono stati svelati e sono anche piuttosto curiosi. È il caso dell’enigma che caratterizza il Lago Natron, un bacino d’acqua salata che si trova a nord della Tanzania, che ha una peculiarità alquanto unica nel suo genere: è di un colore rosso scuro e profondo con striature biancastre superficiali. In più, è famoso per “pietrificare” gli animali.

Lago Natron, di colore rosso e che pietrifica

Incontaminato, aspro e senza ombra di dubbio affascinante, il mistico Lago Natron è situato in Tanzania a circa 600 metri di altitudine nella Rift Valley, vicino al confine con il Kenya. Profondo appena 3 metri, è dominato dall’imponente profilo dell’Ol Doinyo Lengai, uno stratovulcano il cui nome nella lingua della popolazione Masai che vive in zona vuol dire “Montagna di Dio”.

Come vi accennavamo in precedenza, questo lago tanto straordinario quanto ambiguo vanta sfumature che variano dal bianco, al rosa e al marrone, in base ai periodi dell’anno. A mutare però sono anche le sue dimensioni, tanto che durante la stagione secca le sue acque si ritirano fino a lasciare scoperti grandi pezzi di terreno che a loro volta vengono ricoperti da una spessa crosta salina.

La sua acqua può raggiungere temperature molto elevate, e per questo motivo il Lago Natron si rivela una meta assolutamente amata da alcuni degli uccelli più affascinanti che esistano: i fenicotteri rosa. A creare però un vero e proprio mistero non è solo la sua colorazione, è anche il fatto che molti animali che si avvicinano alle sue rive rimangono pietrificati. Ma da cosa dipende tutto questo?

Lago Natron colore rosso

Fonte: iStock

Veduta del Lago Natron

Da cosa è dovuta la colorazione

Uno dei motivi per cui il Lago di Natron è così famoso, e anche uno dei paesaggi più amati dell’Africa, è la colorazione dalle mille sfumature di rosso delle sue acque. Queste tonalità scure e profonde, ogni tanto interrotte da striature biancastre superficiali, sono dovute all’accumulo di sodio.

Nel Natron, infatti, si verificano intensi cicli di evaporazione che comportano, durante la stagione asciutta, un eccessivo aumento del livello di salinità. Tale condizione fa sì che colonie di microrganismi comincino rapidamente a prosperare. Si tratta principalmente di piccoli batteri che si nutrono attraverso la luce solare e che contengono il pigmento rosso vivo, ossia il responsabile del colore di questo misterioso lago.

Perché il Lago Natron pietrifica gli animali?

Il paesaggio che sembra di un altro pianeta e il colore rosso intenso che va a creare armonia col bianco, non sono le uniche caratteristiche che rendo il Natron un lago unico nel suo genere. Questo posto magico è anche famoso per il fatto che “pietrifica” gli animali, anche se in realtà più che trasformarli in pietra li imbalsama. Ma come è possibile questo fenomeno?

Il nome di questo bacino della Tanzania non è Natron a caso. Il lago prende infatti il suo titolo dal carbonato decaidrato di sodio, noto anche come “natron”. Caratterizzato da un pH alto, compreso tra 9 e 10.5,  possiede un’acqua alcalina che è nociva per quasi tutte le forme di vita essendo fortemente caustica, tanto che alcune specie sembrano rimanere pietrificate.

Questo particolare fenomeno è dovuto dal carbonato di cui vi parlavamo poco sopra che riesce a trasformare il lago in una sorta di sostanza simile all’ammoniaca. Un ambiente particolarmente ostile causato soprattutto dall’Ol Doinyo Lengai, ovvero l’unico vulcano del nostro pianeta che ancora erutta una delle lave più strane della Terra: la natrocarbonatite, che è in grado di bruciare la pelle e gli occhi della maggior parte degli animali.

Vulcano Ol Doinyo Lengai

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L’impetuoso profilo dell’Ol Doinyo Lengai

Non a caso facendo un lungo salto indietro nel tempo si scopre che nell’Antico Egitto il natron veniva utilizzato nei processi di imbalsamazione per la sua caratteristica di prosciugare l’acqua. Una sostanza che impedisce perciò ai corpi di decomporsi, ma non a quelli dei meravigliosi fenicotteri perché possiedono uno strato protettivo corneo su zampe e becco che li rende totalmente immuni.

La verità, quindi, è che il lago Natron non fa diventare di pietra gli esseri viventi: essendo un ambiente molto complesso per numerose specie, le creature che vi finisco all’interno sono in realtà già morte, e quindi l’acqua del Natron con le sue caratteristiche riesce a preservare i loro resti imbalsamandoli.

Cosa succede se entri nel Lago Natron?

A documentare il fenomeno dei tanti animali che sono usciti imbalsamati dal Lago Natron sono stati numerosissimi fotografi. Ma cosa succederebbe se fosse un essere umano a nuotare in questo stesso lago?

La buona notizia è che no, non ne uscirebbe imbalsamato. Tuttavia, non passerebbe nemmeno uno delle sue migliori giornate. In primis per le alte temperature delle acque – si parla anche di 60°- , poi a causa dei i grumi di sale che sono particolarmente affilati, e infine per il pH del lago che può scatenare delle ustioni corrosive. Oltre a non essere possibile entrare, è proprio una follia completa farlo.

Come visitare il Lago Natron

Visitare questo sorprendente lago è chiaramente fattibile e, anzi, dovrebbe essere una tappa obbligatoria di qualsiasi itinerario in Tanzania. Il solo paesaggio infatti vale il viaggio completo, anche se il tragitto per arrivarvi non è di certo dei più semplici.

Tuttavia, a colpire il visitatore è anche la remota campagna circostante in cui brucano zebre, giraffe, gnu e struzzi. Particolarmente consigliato è il periodo che va da giugno a novembre perché sulle sponde del lago si riuniscono fino a tre milioni di fenicotteri che regalano certamente un ambiente più poetico che misterioso.

Per visitare questo angolo di mondo altamente affascinante, a disposizione del viaggiatore ci sono una serie di tour organizzati che spesso prevedono anche dei safari. Il tutto mentre si rimane ammaliati anche dall’ambiente circostante dove svetta il perfetto cono del vulcano Ol Doinyo Lengai che si innalza fino a 2.890 metri sopra la piatta superficie salina del lago e che può essere scalato per circa 1.000 metri di dislivello.

Va però specificato che la salita è molto impegnativa, anche se una volta in cima la vista ripagherà ogni fatica provata. Scendendo dal vulcano, poco prima di arrivare sulle rive del Natron, si incontrano le affascinanti gole di Ngara Sero dove in questo caso sì, è possibile fare un bagno rigenerate.

Possiamo quindi concludere con un’indiscutibile certezza: il Lago Natron è uno di quei posti del mondo che deve assolutamente essere inserito nella lista dei desideri dedicata ai viaggi.

I fenicotteri al lago Natron

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Lo spettacolo dei fenicotteri al lago Natron
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Sapevi che nel cuore di New York esiste un castello da fiaba?

Esistono alcuni luoghi che da sempre capeggiano le nostre travel wish list senza conoscere rivali. Destinazioni che conservano storie e leggende, capolavori artistici e architettonici, culture, tradizioni, usanze e patrimoni di immenso valore. Posti che, per tutta una serie di motivi, sono diventati iconici e che quindi meritano di essere raggiunti almeno una volta nella vita. New York è uno di questi.

Raggiungere la città degli Stati Uniti, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è qualcosa che dovremmo fare almeno una volta nella vita, anche se un solo viaggio non basta per scoprire tutta la meraviglia che appartiene alla Grande Mela, la città del sogno americano.

Grattacieli che sfiorano il cielo e che rendono lo skyline urbano uno dei più affascinanti del mondo, parchi straordinari e lussureggianti, musei famosi in tutto il mondo, monumenti artistici e architettonici, teatri e luci sfolgoranti che illuminano la notte di una città che non dorme mai: questa è la metropoli che tutti abbiamo conosciuto attraverso le fotografie, le cartoline, i racconti di viaggio, i film e le serie tv. Ma lo sapevate che proprio nel cuore di New York esiste un castello da fiaba? Si trova in uno dei parchi più famosi della Grande Mela, eppure non tutti conoscono la sua storia.

Il castello da fiaba nel cuore di New York

Il nostro viaggio di oggi ci porta a New York, tra i luoghi più battuti da cittadini e viaggiatori. Ci troviamo, infatti, all’interno di Central Park, il parco urbano più grande della città, nonché uno dei più celebri del mondo intero. Il paesaggio di questo polmone verde, che si estende per quasi 4 chilometri quadrati, è uno dei più riconoscibili e riconosciuti della città. Non solo perché fa da sfondo alle numerose cartoline di viaggio, ma anche perché è stato il set cinematografico di alcune delle pellicole più iconiche della storia del cinema.

Una visita a Central Park, questo è certo, è una tappa obbligata per tutti gli avventurieri che giungono in città. Una vera passeggiata delle meraviglie che consente di attraversare e contemplare uno dei luoghi più belli della Grande Mela che si trasforma stagione dopo stagione.

Ed è proprio addentrandosi nel parco, tra querce bianche, liriodendri, statue e monumenti, che è possibile scorgere un castello incantato che ricorda quelli visti nelle fiabe. Si tratta del Belvedere Castle, una fortezza in miniatura la cui presenza trasforma il Central Park, a ogni visita, in un sogno a occhi aperti.

Il Belvedere Castle

Il nome di questo capriccio architettonico non è altro che un preludio alla sua funzione, quella di rendere la visione del Central Park ancora più straordinaria. Il Belvedere Castle fu costruito tra il 1867 e il 1869, e progettato dagli architetti Calvert Vaux e Frederick Law Olmsted, proprio in occasione del grande rinnovamento del parco urbano che ci ha restituito l’oasi urbana che oggi conosciamo.

L’edificio, che è un castello di dimensioni ridotte, è ispirato all’architettura gotica e romanica europea. La struttura è dotata di una torre e di un belvedere situato proprio sopra i parapetti. Dopo essere stato sede della stazione meteorologica di New York, il castello fu abbandonato al suo destino, salvo poi essere riportato al suo splendore grazie a un importante restauro.

Oggi il Belvedere Castle ospita alcune sale espositive, ma soprattutto consente alle persone di raggiungere la terrazza panoramica che offre una delle visioni più belle e suggestive dell’intero parco. Il castello, infatti, si trova su Vista Rock che è uno dei punti più alti del Central Park. Una volta arrivati in cima, e varcato la fortezza, raggiungete la terrazza e preparatevi a una vista mozzafiato.

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La Fontana del Porcellino, con il naso che porta fortuna

Ha le sembianze di un cinghiale, nonostante sia nota come la Fontana del Porcellino, uno dei monumenti più popolari di Firenze. Qualunque turista in visita nel capoluogo toscano non lascia la città finché non gli ha sfregato il naso, perché secondo la tradizione popolare porta fortuna. Per incontrare l’emblematica statua bronzea – omaggiata da Hans Christian Andersen in una delle sue fiabe e visibile in due dei film della saga di Harry Potter – bisogna recarsi alla loggia del Mercato Nuovo, a pochi passi da Ponte Vecchio. Una volta giunti al suo cospetto, sinceratevi di avere con voi una moneta e seguite il rituale completo per richiamare la buona sorte.

La storia della statua del Porcellino (che è un cinghiale)

Come detto, il nome popolare della Fontana del Porcellino, è improprio perché raffigura in realtà un cinghiale ferito durante la caccia. Nella fontana situata a margine della loggia del Mercato Nuovo, nella omonima piazza vicino a Ponte Vecchio, si trova oggi una copia dell’opera di Pietro Tacca, il quale copiò a sua volta un marmo ellenistico donato da papa Pio IV a Cosimo I nel 1560, durante la sua visita a Roma.

Dell’originale marmoreo, che oggi si può ammirare agli Uffizi, Cosimo II de’ Medici commissionò una copia in bronzo a Tacca nel 1612, in principio destinata a decorare Palazzo Pitti. Un modello in cera vide la luce solo intorno al 1620, mentre per la statua bronzea si dovette aspettare il 1633. Il ritardo fu dovuto a commissioni granducali più urgenti, come i Quattro mori di Livorno o le due fontane di piazza Santissima Annunziata. Nonostante fosse una copia, la resa di dettagli naturalistici come il pelo dell’animale rivela la straordinaria capacità come bronzista del Tacca, considerato il migliore allievo dello scultore fiammingo Giambologna.

L’opera divenne una fontana per volontà di Ferdinando II de’ Medici, ed è documentata sotto la loggia del Mercato Nuovo almeno dal 1640. Inizialmente, come svela un ricco materiale fotografico e grafico, era stata collocata a levante, davanti all’omonima spezieria del Cinghiale, lungo via Por Santa Maria. Nel 1928, per facilitare la viabilità della strada, venne spostata nella posizione attuale sul lato sud, davanti all’odierna ex-Borsa Merci, nel cuore storico di Firenze, per facilitare la viabilità sulla strada.

La fontana non aveva solo una funzione decorativa, ma serviva ad approvvigionare l’acqua ai mercanti che commerciavano sotto la loggia,  a quel tempo specializzati nella compravendita di stoffe pregiate, come sete e broccati. Nel 1998, però, l’intera opera è stata rimossa e sostituita da una copia che riproduce con grande fedeltà i punti di abrasione dell’originale e le varie patine superficiali, realizzata dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli nel 1988, come ricorda un’incisione sul bordo destro. La statua originale si può, invece, ammirare al Museo Bardini.

Il rituale portafortuna

Passando davanti alla Fontana del Porcellino, si può vedere il naso dell’animale risplende per la continua lucidatura quotidiana da parte di centinaia di mani di turisti in cerca di fortuna.

Il rituale completo per ottenere un buon auspicio è, però, il seguente: mentre si strofina il naso dell’animale bronzeo, si dovrebbe tenere una moneta e posarla all’interno della bocca aperta del cinghiale, per poi lasciarla cadere. Se la moneta, cadendo, attraversa la grata in cui passa l’acqua porterà fortuna, altrimenti no. In realtà, l’inclinazione è tale che solo le monete più pesanti cadono facilmente nelle fessure. I proventi della raccolta delle monete dalla fontana sono interamente devoluti all’Opera della Divina Provvidenza Madonnina del Grappa.

Il Porcellino di Firenze nel mondo

Il Porcellino di Firenze è famoso ovunque, e viaggiando se ne possono trovare copie sparse per il mondo. In Europa, ad esempio, ce n’è una nel parco del Castello di Enghien in Belgio, una in Place Richelme a Aix-en-Provence, in Francia, e persino due a Monaco di Baviera.

Volando oltreoceano, si trovano copie della statua fiorentina nel campus universitario dell’Università dell’Ontario, in Canada, a Guayaquil in Ecuador, e a Sidney, di fronte all’ospedale della capitale australiana. Quest’ultima, è una donazione della marchesa fiorentina Fiaschi Torrigiani avvenuta nel 1968 in memoria del medico italiano Piero Fiaschi, attivo in Australia (qui, le monetine raccolte sono destinate infatti all’ospedale). A Sidney, come a Firenze, si dice che strofinare il naso del cinghiale porti fortuna. Potenza della superstizione che supera i confini. Senza arrivare così lontano, troviamo una riproduzione del celebre Porcellino di Pietro Tacca a Rispescia, frazione di Grosseto, donata dal Comune di Firenze il 6 aprile 1953, nel giorno dell’inaugurazione del borgo toscano.

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Questo villaggio è un balcone naturale che si affaccia sulla Provenza

Capolavori disegnati da Madre Natura, città d’arte e grandi metropoli, monumenti artistici e architettonici e poi, ancora, spiagge, montagne e colline: queste sono solo alcune delle destinazioni che ci spingono, ogni giorno, a viaggiare in lungo e in largo invitandoci a scoprire le meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo. E ce ne sono così tante che non basta una vita intera per scoprirle tutte.

Ed è proprio di un luogo meraviglioso che oggi vogliamo parlarvi, di un posto che si trova all’ombra delle grandi città e di tutte quelle destinazioni presenti nei radar turistici, ma che conserva un fascino unico al mondo e un panorama destinato a lasciare senza fiato. Un piccolo villaggio, abbarbicato su una roccia, dove il tempo sembra essersi fermato, proprio lì dove esiste uno dei paesaggi più suggestivi e incredibili del pianeta.

Il suo nome è Sault, ed è un piccolo comune francese, abitato da poco più di 1.000 anime, situato nel dipartimento di Vaucluse nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Proprio qui, sull’altopiano Plateau d’Albion questo villaggio appare davanti allo sguardo degli avventurieri che giungono fin qui come un balcone naturale e bellissimo che si affaccia sulla Provenza e sui campi sterminati di lavanda. Pronti a partire?

Bentornati in Provenza

Organizzare un viaggio in Provenza, in ogni periodo dell’anno e in ogni stagione, è sempre un’ottima idea. La regione francese, infatti, ospita una serie di paesaggi, variegati e differenti, che attirano ogni giorno migliaia di persone provenienti da ogni parte del mondo. Da una parte la riviera, le eleganti città, le vie dello shopping e i resort di lusso, dall’altra i campi sterminati che si perdono all’orizzonte, i vigneti rigogliosi, le pianure e le foreste. Visitare la Provenza, questo è certo, è una di quelle esperienze che non si dimenticano facilmente.

E se è vero che il territorio sa stupire in modi e maniere differenti in ogni momento dell’anno, è vero anche che c’è un periodo in particolare che, più degli altri, è destinato a incantare e sorprendere. Da metà giugno, e per tutta l’estate, la regione si trasforma nel palcoscenico di uno degli spettacoli più strabilianti mai creati da Madre Natura, quello della fioritura della lavanda.

In questo periodo, infatti, i campi si tingono di viola, mentre nell’aria si diffonde un profumo inebriante che avvolge e inebria i sensi. I luoghi da raggiungere per ammirare lo show sono tanti, e tutti offrono visioni e prospettive mozzafiato. Vi basterà seguire l’inconfondibile profumo della lavanda per scovarli tutti.

Tuttavia, se è un’esperienza intima e inedita che volete vivere, proprio durante il periodo della fioritura, allora vi consigliamo di raggiungere Sault. Questo piccolo villaggio, infatti, è situato su uno sperone roccioso che affaccia direttamente su campi di grano, di farro e di lavanda e che offre visioni mozzafiato.

I campi di lavanda a Sault

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I campi di lavanda a Sault

Sault: un balcone naturale sulla Provenza

Situato in posizione strategica, non lontano dal Mont Ventoux conosciuto come il Gigante della Provenza, questo piccolo borgo è un vero gioiello da scoprire. Le sue origini affondano le radici in tempi lontani, basti pensare che la presenza umana nel territorio risale ai tempi preistorici.

La storia del luogo si fonde con una bellezza senza eguali, il villaggio provenzale, infatti è iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Lo sperone roccioso su cui sorge Sault è circondato, tutto intorno, da campi che si perdono all’orizzonte e che ospitano coltivazioni di grano, di farro e lavanda.

Durante l’estate, il paesaggio che si snoda tutto intorno si tinge di viola e di oro, trasformando l’area della Vaucluse in una tavolozza di colori strabilianti. Non vi resta che raggiungere uno dei tanti punti panoramici presenti nel villaggio e aguzzare bene la vista: la visione è incantata.

Sault, il balcone naturale della Provenza

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Sault, il balcone naturale della Provenza