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Napoli sotterranea: le meraviglie nascoste della città partenopea

Dagli splendidi monumenti del centro storico ai locali migliori dove assaporare una buona pizza: Napoli è una città piena di sorprese, un patrimonio immenso di arte, cultura e tradizioni tutto da scoprire. Adagiato all’ombra del Vesuvio e con una vista mozzafiato sulle acque del mar Tirreno, il capoluogo campano è una delle principali mete turistiche del sud Italia, un luogo ancora in grado di regalare emozioni a chiunque passeggi per i suoi vicoli e ammiri i suoi antichi edifici storici. Ma c’è molto di più: una bellezza invisibile che si svela solo agli occhi dei più coraggiosi.

Napoli sotterranea è diventata a tutti gli effetti una delle principali attrazioni della città partenopea, ma di che cosa si tratta? Il sottosuolo di Napoli è vastissimo ed è composto da numerosi cunicoli, gallerie e acquedotti che testimoniano le grandi capacità dell’ingegno umano. Oggi tutto questo patrimonio del sottosuolo è visitabile ed è diventato un’enorme zona archeologica, il cui ingresso è situato in pieno centro storico. Migliaia di turisti si accalcano per entrare in questo mondo parallelo, ma come visitare Napoli sotterranea? E, soprattutto, quali sono le sue tantissime meraviglie che ci lasceranno a bocca aperta?

Napoli sotterranea: perché visitarla

Da oltre 30 anni, si può fare un viaggio nella storia lungo più di due millenni, passando dall’epoca greca a quella romana, sino ad arrivare quasi ai giorni nostri. Fare questo viaggio nel tempo è in realtà molto semplice: ci basterà scendere fino a 40 metri di profondità, in quella che è chiamata la Napoli sotterranea. Potremo ammirare i resti dell’acquedotto greco-romano, ma non solo, anche i rifugi antiaerei della Seconda Guerra Mondiale, il Teatro greco-romano e tanti altri monumenti che hanno reso Napoli una delle città più belle del mondo. Ma perché la città partenopea ha una rete così vasta di cunicoli sotterranei?

I cunicoli dell'antico acquedotto greco-romano

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I cunicoli dell’antico acquedotto greco-romano

Si tratta di un mondo sepolto che raccoglie preziosissime testimonianze di tutte le principali fasi vissute dagli insediamenti che sorgevano proprio in questo territorio. La sua storia inizia 5.000 anni fa, epoca a cui risalgono i primi manufatti rinvenuti nei sotterranei. Prosegue poi nell’età greca, quando cominciarono gli scavi per ottenere dei blocchi di tufo per le costruzioni, unitamente alla realizzazione di ipogei funerari. Il reticolo di vie sotterranee però diventa più corposo durante l’epoca romana, con una complessa rete di acquedotti che attraversava tutta la città. Questi stessi viadotti poi sono stati utilizzati durante la Seconda Guerra Mondiale, come rifugi antiaerei.

Quello che oggi si può ammirare è l’incredibile complessità di queste opere di idraulica, ma anche tante testimonianze a livello di graffiti preistorici e, più vicini a noi a livello temporale, di oggetti appartenuti a tutte le persone che hanno vissuto momenti di paura durante il conflitto, e che in questi cunicoli hanno cercato riparo. Visitare Napoli sotterranea significa conoscere l’altro volto di Napoli, fatto non solo di cielo azzurro, sole e aria mediterranea, ma anche di grandi costruzioni idrauliche e di un passato che si trova dritto nel cuore della città.

Cosa vedere nella Napoli sotterranea

Il percorso che ci porta alla scoperta del volto segreto della città partenopea è ricco di sorprese. Una delle tappe più affascinanti che incontriamo sul nostro cammino è l’acquedotto greco-romano, di cui si conservano preziosissimi resti architettonici. È una complessa opera d’ingegneria costituita da vasche per la raccolta dell’acqua piovana, cisterne gigantesche e cunicoli sotterranei, sviluppata dapprima dai greci e in seguito ampliata dai romani per il rifornimento idrico di numerose città, tra cui Napoli, Pompei, Ercolano, Stabiae e Bacoli.

L'acquedotto greco-romano nella Napoli sotterranea

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L’acquedotto greco-romano nella Napoli sotterranea

Viaggiando verso tempi molto più recenti, ecco il rifugio antiaereo di Sant’Anna di Palazzo, che è formata da diversi cunicoli e da svariate cisterne, proprio quelle che in passato venivano utilizzate per l’acquedotto cittadino. Il rifugio non è altro che un’ampia cavità sotterranea in grado di ospitare circa 4.000 persone, allestita con bagni di fortuna e un impianto elettrico funzionante. Le pareti sono ancora oggi ricoperte di incisioni, che raccontano drammatici aneddoti di coloro che hanno lasciato le loro case per cercare riparo sotto terra, ma anche divertenti storielle nate per passare il tempo.

Possiamo poi arrivare ai giorni nostri, visitando gli orti ipogei che sono stati realizzati per l’Expo 2015: sono piccole aree verdi situate a 35 metri di profondità, dove vengono coltivate piante ben protette da smog, piogge acide e polveri sottili. Si tratta di un vero e proprio esperimento botanico, che consente di verificare in che modo le piante possano svilupparsi in condizioni decisamente diverse da quelle all’aperto. Il microclima è costantemente monitorato, e speciali lampade garantiscono alla vegetazione una corretta fotosintesi clorofilliana: è forse nel passato di una città così antica che si cela il segreto del nostro futuro.

La visita alla Napoli sotterranea termina con l’accesso al Teatro greco-romano e al Museo della Guerra. Il primo, conosciuto anche come Teatro di Nerone, risale al I secolo a.C. e i suoi resti sono in parte custoditi all’interno di alcune abitazioni, mentre altri si sviluppano sotto il livello del suolo. Il Museo della Guerra, invece, è un viaggio attraverso quella che è stata una delle più drammatiche pagine della storia moderna. Al suo interno possiamo vedere materiali, oggetti e documenti relativi al periodo compreso tra il 1940 e il 1943, un’esposizione che suscita emozioni forti.

Orti ipogei

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Gli orti ipogei nella Napoli sotterranea

Come visitare Napoli sotterranea

L’ingresso di Napoli sotterranea è situato in pieno centro storico, in via del Tribunale, a pochi passi dal Cristo Velato e dal Duomo, dove ogni giorno transitano migliaia di turisti. L’Associazione Napoli Sotterranea si occupa di gestire il sito archeologico e di regolamentarne gli accessi, realizzando anche tour organizzati per ogni esigenza. Non si può accedere al sottosuolo in autonomia, senza cioè aver prenotato una escursione. Il tour dura in genere 90 minuti, includendo anche la visita al Teatro greco-romano e al Museo della Guerra.

Consigli per la visita di Napoli sotterranea

Siete pronti ad andare alla scoperta di questo mondo segreto? Si scende fino a 40 metri sottoterra e la pavimentazione non è sempre perfetta, quindi è importante seguire alcuni consigli prima di prepararsi alla visita di Napoli sotterranea. Come prima cosa è importante indossare scarpe comode, possibilmente da ginnastica, che vi permettano di essere agili e di poter affrontare anche un terreno a tratti sconnesso. In secondo luogo, non dimenticate di portare una felpa anche durante la stagione estiva, perché scendendo nel sottosuolo la temperatura diminuisce molto. Gli spazi interni sono ampi, c’è solo un cunicolo stretto la cui percorrenza è facoltativa, pertanto è un percorso idoneo anche per chi soffre di claustrofobia.

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Cala Ghjlgolu, tra i posti più affascinanti della Gallura

Chiudete gli occhi e immaginatevi il posto più bello del mondo. Siamo abbastanza certi che in molti di voi avranno pensato a un mare cristallino, a rocce dalle forme particolari abilmente scolpite dalla natura, cielo azzurro, sole che splende e il verde smeraldo della vegetazione. La buona notizia è che un luogo simile esiste per davvero e si trova nel nostro Paese e, anzi, è un angolo assai speciale perché il suo nome, pur essendo al singolare e quindi sembrare quello di un’unica spiaggia, in realtà le indica diverse, e una più bella dell’altra: benvenuti a Cala Ghjlgolu.

Dove si trova Cala Ghjlgolu

Cala Ghjlgolu non è una spiaggia, ma un vero e proprio comprensorio di spiagge. È situata nella zona nord-orientale della Sardegna e più precisamente in quella favolosa area geografica che prende il nome di Gallura.

Chiamata anche Cala Girgolu, si distingue per essere una sorta di palcoscenico della natura che nel corso dei secoli ha scolpito in maniera magistrale il granito. La località esatta in cui sorge è denominata Vaccilleddi e prende vita alla base del promontorio di Monte Petrosu, nel territorio di Loiri Porto San Paolo in provincia di Sassari. In sostanza, ci vogliono circa 15 minuti di auto per raggiungerla partendo dal centro di Porto San Paolo, un’altra località sarda che vale la pena scoprire.

Cosa aspettarsi

Cala Ghjlgolu si presenta al viaggiatore come uno spettacolo emozionante. Chi si dirige da queste parti trova al suo cospetto un susseguirsi di sorprendenti calette che sono collegate tra loro grazie a dei sentieri immersi nel verde e nei profumi della macchia mediterranea. Altri, invece, si sviluppano tra le rocce che sembrano ricordare animali e altre curiose forme.

Cala Girgolu, Sardegna

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Una angolo di Cala Girgolu

Non sorprende perciò sapere che le spiagge di Cala Girgolu fanno parte, per molti, della lista delle spiagge più belle della Sardegna, anche perché seppur unite tra loro sono quasi completamente diverse l’una dall’altra. Si passa infatti da minuti lidi di sabbia, alcuni con arenile dorato e altri in cui sembra di camminare sulle nuvole, per poi giungere a piccole baie puntellate di sassolini levigati e incastonate in basse scogliere di roccia granitica, che assumono anche sfumature di rosa.

Un bagno di bellezza e di colori da qualsiasi angolazione le si guardi, mentre gli occhi spaziano sul maestoso panorama circostante sull’ Isola di Tavolara e sulle più che limpide acque dell’area marina protetta di Punta Coda Cavallo.

Le spiagge da non perdere

Come vi abbiamo accennato, Cala Ghjlgolu è un susseguirsi di spiagge paradisiache. Elencarle tutte non ci è possibile, ma quel che è certo è che ognuna di esse risplende di un mare dalle mille tonalità di turchese che lambisce scogliere di granito modellate in forme bizzarre e affascinanti.

Tra le varie presenti non possiamo non nominare la vera e propria Spiaggia di Cala Girgolu, la più grande. Si tratta di un arenile che mette a disposizione dei suoi ospiti tutti i servizi di cui si ha bisogno, tra cui un parcheggio, noleggio ombrelloni e lettini, chiosco e così via. Ideale per le famiglie con i bambini, è spesso molto affollata anche perché piuttosto facile da raggiungere. Alle sue spalle, ecco spuntare un altro curioso punto di interesse: uno stagno popolato da diversi uccelli acquatici.

Molto interessante è anche Spiaggia delle Vacche, da molti chiamata anche Cala Squadrone che, seppur piccina, è un’esplosione di mare turchese. Non è facile accedervi, ma una volta attraccati si scopre un minuto angolo di paradiso in cui si fa spazio il maestoso granito e un’area di macchia mediterranea praticamente incontaminata.

Cala Squadrone, Sardegna

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Cala Squadrone, detta anche Spiaggia delle Vacche

Chi ama le rocce deve invece dirigersi verso la spiaggia rocciosa dei Sassi Piatti, che si rivela lo spot ideale per chi è in cerca di tuffi e fondali per praticare snorkelling. Un po’ più difficile da raggiungere rispetto alla altre, nella maggior parte dei casi è la più tranquilla, un vero e proprio Eden per lasciarsi andare alla bellezza e al benessere.

La roccia e la Spiaggia della Tartaruga

L’abbiamo tenuta per ultima perché probabilmente è l’attrazione che più attira i visitatori a Cala Ghjlgolu: la Spiaggia della Tartaruga, con il suo omonimo scoglio. Si tratta di un minuscolo fazzoletto di sabbia bianca mista a sassolini levigati protetto da maestose rocce granitiche che, grazie ai raggi del sole, sono in grado di mostrare colori spettacolari.

Il mare, manco a dirlo, è di un azzurro chiaro limpidissimo quasi da sembrar volere accecare. Ma a rendere questo angolo di paradiso particolarmente noto è la presenza di questa roccia che ha le sembianze di una delicata tartaruga che, nel corso del tempo, ha ottenuto il titolo di scoglio più fotografato di tutta la Gallura – o probabilmente della Sardegna intera.

Frutto dell’erosione millenaria degli agenti atmosferici, è stata per ben due volte – e purtroppo – oggetto di attacchi vandalici da parte dei turisti: è una tartaruga senza testa, ma pur sempre uno spettacolo della natura che arriva dritto al cuore.

Cosa vedere nelle vicinanze

Cala Ghjlgolu è anche un ideale punto di partenza per andare a scoprire altri angoli incantati della Sardegna. A pochissima distanza, per esempio, c’è San Teodoro con La Cinta, un vero e proprio arco naturale di circa cinque chilometri puntellato di dune di sabbia bianca e sottile accarezzate da un mare azzurro e limpido. Un posto magico anche perché invaso dal profumo di ginepro, giglio marino ed elicriso.

Poi ancora Cala Brandinchi, da molti considerata la “perla più luminosa di San Teodoro”. Non è un caso che il suo secondo nome sia “la piccola Tahiti”: sfoggia una bellezza esotica, un vero e proprio paradiso terrestre.

Altrettanto splendida è s’Isuledda, un angolo di Gallura impreziosito da sabbia bianca e setosa. Le acque da cui è lambita riescono ad assumere sfumature che vanno dal turchese allo smeraldino, mentre si viene coccolati dagli inconfondibili profumi della macchia mediterranea.

Infine – ma come è possibile immaginare le meraviglie della Sardegna sono pressoché infinite -, la Spiaggia dell’Aldia Bianca che sfoggia un arenile di sabbia fine di colore chiaro e un mare che dall’azzurro passa al verde smeraldo.

Sassi Piatti, Sardegna

Fonte: Getty Images – Ph: REDA&CO

La spiaggia rocciosa dei Sassi Piatti
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Riapre una villa italiana particolarmente misteriosa

A seguito di un lungo lavoro di restauro, nel nostro Paese ha riaperto una villa eccezionale e alquanto misteriosa. Sono passati più di vent’anni dall’ultima volta in cui è stato possibile farvi accesso, e ora che sono stati ultimati gli articolati lavori di restauro e musealizzazione da parte dell’Umst Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Provincia autonoma di Trento, una vera e propria meraviglia è stata restituita alla fruizione da parte del pubblico.

Riapre la Villa di Orfeo

Il posto in questione è la Villa di Orfeo, una ricca abitazione situata all’esterno della cinta muraria della splendida città di Trento. Il nucleo più antico di questo vero e proprio tesoro italiano risale al I secolo d.C., ed è un magnifico esempio di residenza signorile edificata ben duemila anni fa.

Venne costruita al di fuori di quella che era la cinta urbica di Tridentum, quando lo splendidum municipium, come fu definito dall’imperatore Claudio nel 46 d.C., conobbe la sua fase più fruttuosa.

Una favolosa struttura che si articola in due parti separate da uno spazio aperto e che deve il suo nome a un eccezionale ed esteso mosaico policromo che si ammira nel vano di rappresentanza. Parliamo di qualcosa di veramente straordinario in quanto è un grande tappeto musivo di ben 56 metri quadrati.

Ma non solo: al centro di questa vera e propria meraviglia del passato è possibile scorgere la figura di Orfeo seduto una roccia mentre suona la sua lira, con lo scopo di incantare gli animali attraverso le melodie da lui prodotte.

Colui che era considerato l’artista per eccellenza, che dell’arte incarnava i valori eterni, in questo mosaico è circondato da sei esagoni, ognuno dei quali dedicato ad un animale: una pantera, un cervo, un cane, un cavallo, un felino e un orso. Lo stile e il tipo di decorazione permettono di datare questa preziosa opera tra il 90 e il 180 d.C.

Dopo venticinque lunghi anni, la raffinata città di Trento si riappropria di un luogo fondamentale per la comprensione e la ricostruzione della sua storia più antica. E ad arricchire la visita dopo tutto questo tempo c’è un nuovo e suggestivo allestimento che va a impreziosire l’itinerario di “Tridentum la città sotterranea”, del quale fanno già parte lo Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas e le aree archeologiche di Porta Veronensis in piazza Duomo e di Palazzo Lodron nell’omonima piazza.

Come si sviluppa la visita

Oltre a quanto vi abbiamo appena raccontato, è bene sapere che il percorso di visita prevede diversi pannelli informativi in tre lingue (italiano, inglese e tedesco), insieme a una vetrina ricca di reperti, alcuni dei quali testimoniano che l’area era già frequentata in età preromana.

Un esempio di tutto ciò è una spilla in bronzo a forma di cavallino, databile tra il VI e il IV sec. a.C, che si sostiene appartenesse a una donna dell’aristocrazia locale. Ci sono poi raffinati manufatti, bicchieri e coppe per bere in vetro e ceramica finemente decorati.

Non mancano i frammenti di anfore che raccontano dell’importazione di prodotti alimentari, olio e vini, dall’area padano-alto adriatica e dalle isole del Mediterraneo orientale.

L’allestimento prevede anche degli affreschi con immagini che rievocano sia lo skyline della città romana vista dalla villa con il muro di cinta e le torri, sia il giardino e gli spazi verdi che abbellivano questa prestigiosa abitazione.

Completa il percorso un video immersivo che aiuta a capire dove fosse localizzata la villa nel contesto di Tridentum e che propone la ricostruzione virtuale della città romana e dell’edificio. Una serie di fotogrammi che catapultano gli ospiti indietro nel tempo anche grazie alle rare e originali musiche eseguite al cospetto del mosaico di Orfeo con un antico strumento a corda finemente ricostruito.

La Villa di Orfeo è aperta al pubblico dal martedì alla domenica con orario 9.30-13/14-18. Il biglietto d’ingresso, che comprende anche la possibilità di accedere al S.A.S.S. Spazio Archeologico Sotterraneo del Sas in piazza Cesare Battisti, ha il costo di 5 euro. I bambini fino ai 14 anni e le scuole entrano invece gratuitamente.

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La spiaggia iconica che ti farà vivere la Dolce Vita in vacanza

Sulla sua sabbia bianca hanno passeggiato alcune delle dive più amate di sempre e, se a questo ci si aggiunge che è davvero una location stupenda, allora possiamo capire come mai sia considerata la spiaggia più iconica. Incastrata tra cielo e mare, diventa il set perfetto per sentirsi un vip per qualche giorno, proprio come in un film. E perché non la Dolce Vita?

Lungo la celebre Costa Azzurra, a soli cinque chilometri da Saint-Tropez, si trova la spiaggia di Pampelonne, che si estende nel golfo nel comune di Ramatuelle.

La spiaggia di Pampelonne, iconica e che ti fa vivere la Dolce Vita

La Costa Azzurra è una delle mete predilette delle vacanze: ricca di servizi, scenografie da sogno, locali e con quell’allure francese che fa correre subito la mente a eleganza e classe.

Lungo questo tratto di riviera francese, in cui terra e mare si incontrano, ci sono tantissime località deliziose, ma tra le più amate si devono per forza citare Saint-Tropez e  la spiaggia di Pampelonne, che si trova a soli cinque chilometri di distanza.

Un luogo amato dalle star di tutto il mondo, che ha fatto da scenografia anche a film e scatti mitici. Basti pensare al poster ufficiale della 76esima edizione del Festival di Cannes dove si vede una giovanissima Catherine Deneuve sulla spiaggia di Pampelonne, durante le riprese di La Chamade di Alain Cavalier. Oppure a Brigitte Bardot che, anche qui, ha girato E Dio creò la donna, pellicola che non solo ha avuto il pregio di lanciare la carriera della diva ma anche di rendere questi luoghi iconici. Nel tempo sono stati tantissimi i vip che hanno affondato i piedi sulla sabbia di questa spiaggia bellissima, basti pensare che pare sia stata meta delle vacanze di Paris Hilton, Naomi Campbell e tanti altri.

Un luogo perfetto, dunque, dove vivere ancora oggi la Dolce Vita, in chiave francese.

La spiaggia di Pampelonne, un paradiso dal fascino intramontabile

Ci sono luoghi dal fascino intramontabile, grazie non solo alla loro stupefacente bellezza, ma anche al fatto che sono le mete privilegiate dai vip. Una di queste località è, senza dubbio, la spiaggia di Pampelonne, che si estende per circa sei chilometri, lungo i quali si trovano servizi adatti a tutte le esigenze, inseriti alla perfezione nell’ambiente.

Ovviamente non c’è nulla di più bello del paesaggio: un vero e proprio luogo da cartolina, in cui il gioco dei contrasti è vivace e suggestivo. La sabbia bianca, il mare azzurro e trasparente e, alle sue spalle, si estende rigogliosa la macchia mediterranea: una straordinaria immersione nei colori tipici e più belli della costa francese.

Vicinissima a Saint-Tropez la stupenda spiaggia di Pampelonne

Fonte: iStockPhoto

A pochi cholometri da Saint-Tropez si trova l’iconica spiaggia di Pampelonne

Ci sono tantissimi servizi, adatti a tutti per poter godere di ogni confort e vivere un’esperienza al cento per cento da sogno. Per chi ama, invece, un’esperienza più low cost, si trovano anche spiagge libere.

Ovviamente non mancano i locali cool, del resto la spiaggia di Pampelonne si trova su uno dei tratti di costa più celebri al mondo. Tra quelli che vale la pena visitare si possono citare, ad esempio, Le Club 55, nato proprio nel 1955, è un luogo esclusivo e storico, dotato anche di un negozio con oggetti e capi di abbigliamento che si possono trovare solo lì. Leggendaria anche Tahiti Beach, frequentata da clientela raffinata, la struttura dispone – tra le altre cose – di un ristorante gourmet e di un hotel con 20 camere.

La spiaggia di Pampelonne è suddivisa in cinque settori Moulins, Tamaris, Patch, Barraques e Bonne Terrasse, è dotata di parcheggi in cui è possibile lasciare l’automobile, per poi dirigersi sulla spiaggia, che è molto ampia e pulita.

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Zampilli, scale e visioni mozzafiato: è questa la cascata più bella del mondo

La natura regala le scenografie più belle, gli scorci più emozionanti e gli spettacoli più straordinari. Ci sono alcuni luoghi la cui visione è davvero mozzafiato, in cui la potenza degli elementi si percepisce in tutto il suo incanto. Come nella cascata più bella del mondo, dove i visitatori possono immergersi in un’esperienza che lascia senza fiato: zampilli, scale e poi il rumore dell’acqua che compie un tuffo altissimo. Siamo in Ecuador e, più precisamente a Baños una località che è ricca di cose da vedere e di esperienze da vivere. Tra queste c’è la cascata Pailón del Diablo, maestosa e che colma gli occhi di meraviglia, come quando ci si ritrova proiettati  dentro un’ambientazione da sogno che sembra uscita dalla nostra fantasia.

La cascata di Pailón del Diablo, la più bella del mondo

Contrasti di colori, di suoni e a contatto con la natura selvaggia in un’atmosfera che lascia senza fiato: visitare Pailón del Diablo è un’esperienza da fare, perché è una delle cascate più belle e affascinanti al mondo.

Si trova lungo la Ruta de las Cascadas a Baños in Ecuador ed è una visione mozzafiato, non solo perché la potenza dell’acqua che si lancia dalle rocce è sempre magica, ma perché ci fa immergere in una location da sogno. E visitarla è a tutti gli effetti un’esperienza adrenalinica come solo il contatto con la natura selvaggia può essere.

Il costo per l’ingresso a persona ammonta a circa due dollari, che vale la pena spendere per lasciarsi stupire dall’incanto di un luogo simile. Ovviamente lungo le scale che costeggiano la cascata è praticamente impossibile non bagnarsi, ma questo non fa che accrescerne il fascino. I visitatori possono anche transitare su un ponte sospeso da dove godere di una vista straordinaria e immersiva tra acqua, rocce e il verde degli arbusti che si arrampicano tra le gole e gli zampilli.

La cascata è alta 80 metri e ci sono due sentieri che permettono di raggiungerla, vivendo un’esperienza profondamente emozionante e che mette a contatto con la natura più vera, selvaggia e straordinaria.

Perché si chiama Pailón del Diablo

Ma perché questa cascata si chiama Pailón del Diablo. Sembrerebbe che il nome sia stato scelto per la particolare forma di una roccia che, vista da un punto ben preciso, pare ricordare il volto del Diavolo. Se questo non dovesse bastare, poi, l’acqua quando cade sembra precipitare in una grande padella.

Tutto quello che si può fare a Baños

Baños de Agua Santa in Ecuador è un vero e proprio gioiello, un’area ricca di esperienze da vivere e di luoghi da visitare. Proprio come la cascata Pailón del Diablo che – però – non è l’unica. Lungo la Ruta de las Cascadas ce ne sono tantissime da visitare, tra queste vale la pena citare il Manto de la Novia e la cascata di Agoyán.

La città è nota anche come “porta dell’Amazzonia”, perché l’ultimo grande centro prima di immergersi nella giungla. Inoltre si trova alle pendici del vulcano Tungurahua, che dà il nome all’omonima provincia.

Nota come centro termale, gli abitanti dicono che la sua acqua sia miracolosa, offre anche la possibilità di praticare diverse attività sportive come rafting e giri in bicicletta. Per godere di un’altra vista mozzafiato, poi, basta raggiungere la Casa del Arbol e dondolarsi su una delle spettacolari altalene sospese nel vuoto.

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Lissa, l’isola della Croazia che è un piccolo capolavoro

La Croazia ha la fortuna di essere un Paese costellato di piccoli villaggi da fiaba, lambito da un mare cristallino e pieno di spiagge e calette che sono una più graziosa dell’altra. Tutto ciò potrebbe tradursi in difficoltà quando si tratta di scegliere una precisa destinazione locale in cui trascorrere le proprie vacanze. Per questo motivo abbiamo pensato di raccontarvi di Lissa, un’isoletta così speciale che pare un piccolo capolavoro.

Dove si trova Lissa

Lissa è una deliziosa isola croata che si fa spazio tra le limpide acque del Mar Adriatico. Situata al largo di Spalato, insieme alle “sorelle” Busi (Biševo), Pomo (Jabuka) e Sant’Andrea in Pelago (Svetac), dà vita a un minuto arcipelago che ondeggia a circa 50 chilometri dalla costa dalmata.

Con una superficie di 89,72 chilometri quadrati, è un armonico susseguirsi di coste frastagliate in cui si fanno spazio stupende insenature. Puntellata anche di una lussureggiante vegetazione mediterranea, è culla di produzione di gustosi vini, come il bianco Vugava e il rosso Plavac.

Cosa aspettarsi “dall’ultimo paradiso naturalistico del Mediterraneo orientale”

Lissa, conosciuta anche come Vis, è un luogo che di distingue da tante altre località croate per una condizione davvero particolare: molto spesso qui a dominare è il silenzio. Tutto ciò è dovuto certamente alla sua posizione remota, ma anche perché per molti anni è stata vittima di una chiusura militare.

Vis, isola della Croazia

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Lissa, veduta panoramica

Possiamo quindi affermare che Lissa è una delle isole più misteriose e affascinanti delle oltre 1000 che conta la Croazia, una meta ancora abbastanza incontaminata che si può tranquillamente trasformare nella destinazione ideale per chi è a caccia di un’esperienza semplice, ma ricca di natura e tranquillità.

Non molti turisti infatti approdano sulle sue rive, complice la lontananza dalla costa in quanto si impiegano più di due ore di traghetto per attraccarvi. Eppure, tutto ciò le consente di mantenere un fascino davvero unico nel suo genere, tanto da essere stata definita persino “l’ultimo paradiso naturalistico del Mediterraneo orientale” dal WWF.

E no, non è affatto poco, soprattutto se si pensa che è una meta di viaggio ottimale anche per coloro che sono in cerca della buona cucina e del buon vino. Non è un caso che le antiche konoba, ovvero delle ex cantine, siano oggi state mutate in taverne tipiche dove assaporare prelibati piatti di pesce fresco e vini pregiati.

Cosa vedere

Quel che è certo è che Vis è una meta che, prima che sia troppo tardi e che quindi venga invasa dal turismo più di quanto già lo sia, vale la pena conoscere.

La buona notizia è che sull’isola ci sono molti punti di interesse come la stessa città di Lissa, suo porto principale. La piccola “Capitale” è formata da due centri: il Kut, la zona più antica e pittoresca che sembra un intricato labirinto di vicoli lastricati, e Luka, ovvero il porto e la marina.

A unire le due zone cittadine c’è una lunga e suggestiva strada costiera in cui lasciarsi andare a una rigenerante passeggiata che permette di puntare i propri occhi su un panorama che pare incantato. A colpire sono anche le minute casette di pescatori costruite in pietra bianca e sormontate da tetti composti di tegole rosse.

Una località genuina e dove la vita procede a ritmi lenti, senza fretta alcuna. Palazzi seicenteschi dal fascino decadente accompagnano il viaggiatore verso il molo dove sono visibili i resti di una necropoli greca e di terme romane. Voltando lo sguardo sulle colline circostanti, invece, si può notare che spuntano diverse fortezze. Poi ancora il Museo Archeologico di Vis con un’interessante collezione di reperti antichi.

Bellissimo è anche Komiza, un piccolo villaggio di pescatori collegato alla città di Lissa grazie a due strade, una delle quali è particolarmente interessante dal punto di vista naturalistico.

Komiza, Croazia

Fonte: iStock

Veduta di Komiza

Chiamata Comisa in italiano, è la seconda località turistica dell’isola e prende vita su una baia che si trova ai piedi di un monte. Il posto migliore in cui lasciarsi avvolgere da un’atmosfera che sembra superare lo spazio e il tempo anche grazie a ripide viuzze abbracciate da tipiche case in pietra.

Le spiagge da non perdere

Non si può di certo parlare di Lissa e non pensare alle sue spiagge che ben poco hanno da invidiare a quelle dei tropici. Nella zona di Rukavac, sulla costa meridionale dell’isola, ce ne sono diverse e sono una più emozionante dell’altra. Basti pensare alla Spiaggia Stori Rukovac che è raggiungibile tramite un sentiero che parte dalla strada principale. Si tratta di una baia ricca di grossi ciottoli e in cui è possibile trovare un po’ di ombra naturale sotto una palma.

Interessante è anche la Spiaggia di Srbrena che è forse la più famosa di tutta questa spettacolare isola. Un posticino da non perdere in quanto è una graziosa spiaggia di ciottoli bagnata da un mare azzurrissimo e circondata da un’area verde protetta.

La Baia di Stiniva con i suoi ciottoli non è affatto da meno, anche perché è protetta da imponenti scogliere che si affacciano sulle meraviglie del mare. Poi ancora le Spiagge di Milna e Zaglav, questa volta di sabbia, e situate a non molta distanza l’una dall’altra.

Milna è invece un’altra spiaggia che regala anche uno splendido panorama sulle isole e sugli isolotti che impreziosiscono la zona. Compiendo una suggestiva camminata si può raggiungere la meno affollata Spiaggia di Zaglav, più lontana ma comunque speciale.

Chi predilige la sabbia non deve di certo perdersi la Spiaggia di Grandovac, adatta anche famiglie con bambini piccoli. Infine la Spiaggia di Mala Travna, una minuta insenatura a sud dell’isola che pare uscita da un libro di fiabe.

L’esperienza più emozionante

C’è un’esperienza su tutte che vale assolutamente la pena fare presso Lissa: un’escursione in barca lungo la costa per andare alla scoperta della Grotta Azzurra, situata sull’Isola di Bisevo.

Un’attività da non perdere in quanto si tratta di una delle meraviglie naturali più famose e visitate di tutta la Croazia. E c’è un motivo ben preciso: la caverna sfoggia un’apertura sottomarina attraverso cui, tra le undici e mezzogiorno, passano i raggi del sole che danno vita a degli emozionanti riflessi di luce azzurra.

Le spiagge più belle di Lissa

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Un angolo incantato di Lissa
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Susa, la città con la medina patrimonio Unesco

Con poche ora di volo dall’Italia si possono raggiungere mete geograficamente vicine ma radicalmente diverse nella cultura e nell’architettura. Un viaggio di questo tipo permette non solo di atterrare in un altro continente, ma anche di fare ingresso un mondo completamente differente dal nostro e che senza ombra di dubbio vale la pena scoprire. È il caso della Tunisia, che vanta una città con una medina che è persino patrimonio Unesco: Susa.

Dove si trova Susa

Susa, il cui nome in francese è Sousse, è il capoluogo del governatorato omonimo e anche uno dei poli turistici più importanti di tutta la Tunisia. Il motivo è piuttosto semplice: si tratta di una città affacciata sul Mediterraneo che sorge sulla costa orientale del Paese.

Non a caso viene considerata la “perla del Sahel“, il celebre litorale tunisino che si estende approssimativamente per 140 chilometri da nord a sud.

La medina di Susa

Come si arriva a Susa si viene invasi da un sentimento ricco di contrasto: da queste parti antiche costruzioni sopravvivono al volto di una città che punta a diventare moderna. Amabile in qualsiasi stagione dell’anno per via delle tante attrazioni storiche che conserva, durante le bella stagione offre la comodità dei resort e tantissime attività culturali.

Alle spalle degli hotel di lusso che fiancheggiano il suo lungomare, sorge il centro storico che protegge numerosi siti di interesse. Primo tra tutti la sua medina che per la sua importanza e bellezza nel 1988 è stata inserita tra i Patrimoni dell’umanità dall’Unesco.

Cosa vedere nella medina di Susa

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Veduta della medina di Susa

Non a caso è uno dei migliori esempi di architettura araba in Tunisia, anche grazie al fatto che è arrivata ai giorni nostri quasi completamente immutata rispetto a come era in passato. La città vecchia si presenta come un labirinto di vicoli protetto da due chilometri di mura in cui svettano Bab el Khabli, sul lato sud, e Bab el Ghabi a ovest, due delle sei porte sopravvissute al passare del tempo.

Dall’avanguardia degli alberghi, si passa quindi a girovagare nella storia e magari a fare anche tantissimi acquisti nelle varie botteghe e nei colorati mercati presenti tra le vie.

Passeggiando tra le antiche stradine, ecco che svetta in tutto il suo fascino la Grande Moschea di Susa che si mostra ai visitatori con una caratteristica davvero insolita: c’è una scala esterna che conduce dal cortile al minareto.

Poi ancora il Ribat di Sousse, una fortezza militare risalente al 800 d.C. dove è possibile salire sulla torre di guardia per godere di spettacolari viste panoramiche sulla città e sul mare. Una costruzione così imponente che funge da punto di riferimento per abitanti e visitatori.

A poca distanza, ecco farsi spazio un’altra meraviglia antica: la Kasbah, uno dei monumenti più sontuosi di tutta la città poiché sembra voler toccare il cielo tramite una delle torri più antiche ancora in piedi in Nord Africa.

Imperdibile è anche il Museo Archeologico di Sousse e lo è perché conserva la più grande collezione di antichità del Paese dopo quella contenuta presso il Museo del Bardo a Tunisi.

Susa: cosa vedere

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La Grande Moschea di Susa

Le spiagge di Susa

La medina di Susa, con i suoi colori e con le sue costruzioni antiche, è certamente da non perdere. Ciò non toglie che la città abbia anche molto da offrire al di fuori delle sue mura. Tra questi vale la pena citare il porto che si distingue per essere vivace, un ottimo punto di partenza per fare diverse e escursioni in barca e un luogo ottimale in cui scoprire la tradizione culinaria della zona.

Per quanto riguarda il mare, Susa offre diverse spiagge in cui potersi rilassare. Detto onestamente, durante l’altra stagione quella che costeggia il lungomare non si distingue per essere particolarmente accogliente e pulita. A fare la differenza sono i lidi degli hotel dove l’attenzione è maggiore in fatto di pulizia, tanto che il Mediterrano riesce a mostrarsi in tutta la sua purezza.

Caratterizzate da un fondo sabbioso accarezzato da un mare quasi sempre calmo, tra le più note c’è Las Vegas beach che si distingue per la sua sabbia particolarmente bianca. Poi ancora Bou Jaafar beach che, pur essendo particolarmente affollata, offre un mare adatto a tutti a dai colori affascinanti.

A quasi quattro chilometri di distanza dal centro di Susa, ecco comparire El Menchia beach con il suo mare turchese e la tanta sabbia bianca perfetta. Poi ancora Kaki beach, Plage Bouficha ed Happy Beach, anche se è giusto sapere che questi sono solo alcuni dei nomi dei tanti angoli in cui rilassarsi nella costa locale.

Le spiagge più belle di Susa

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Il mare di Susa

Cosa vedere nei dintorni

Susa, oltre a essere una realtà interessante da vari punti di vista, offre anche tante meraviglie da scoprire nei suoi dintorni. Takrouna, che sorge in cima a una collina rocciosa fossile, è un vecchio villaggio berbero in cui le persone vivono come facevano i loro avi, uno stile di vita che va via, via scomparendo.

Poi ancora Mahdia, una città medievale costiera dove avventurarsi tra i mille colori del suo bazar per poi rilassarsi in chilometri di costa tutta da esplorare.

Non meno interessante è Port El Kantaoui che quasi presenta un fascino esotico grazie alle sue spiagge bianchissime e l’azzurro cristallino del Golfo di Hammamet.

Infine Monastir che, oltre a un’irresistibile atmosfera marina, mette a disposizione del viaggiatore tanti siti di interesse come la sua fortezza, il Ribat e il mausoleo Bourguiba che spicca per la sua architettura dorata e per la presenza di una cupola e alcuni minareti che lo rendono un monumento assai imponente.

Informazioni utili per organizzare il viaggio

Sousse è considerata una città sicura per i turisti. Nonostante gli attacchi terroristici che purtroppo ha subito nel 2015, la situazione attuale non è preoccupante. A seguito di quel drammatico evento, infatti, le Autorità tunisine hanno adottato nuove misure antiterroristiche in tutto il Paese.

Le misure di sicurezza sono perciò state rafforzate anche tramite operazioni di polizia finalizzate allo smantellamento di cellule terroristiche e alla requisizione di armi. Ciò vuol dire che l’emergere di possibili e nuove minacce viene costantemente monitorato.

Tuttavia, come in qualsiasi altra città, ci possono essere piccoli furti. Per questo motivo è essenziale non lasciare oggetti di valore incustoditi e stare particolarmente attenti nelle zone affollate.

Per il resto, preparate il vostro passaporto – con almeno 3 mesi di validità residua – e correte a scoprire la bella città di Susa.

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La spiaggia più bella del mondo ospita una “cattedrale” scolpita nella roccia

La sabbia sotto i piedi, un mare cristallino di fronte a noi. Il cielo azzurro e terso, una lieve brezza che accarezza la pelle. E poi, eccola: sembra una grotta, ma è qualcosa di più: è una “cattedrale” di roccia, una sorta di monumento che sembra quasi essere un inno alla potenza della natura, alle sue infinite capacità.

Sì, sembra quasi la descrizione di un sogno, eppure è realtà: questo è il panorama (e l’insieme di emozioni) che si provano quando ci si trova di fronte a Cathedral Cove, arco roccioso che si è formato – secoli or sono – in Nuova Zelanda.

Hahei Beach e il sentiero verso la Cattedrale

Il sogno a occhi aperti inizia ancor prima di raggiungere Cathedral Cove. Sì, perché anche se è vero che le spiagge della Nuova Zelanda sono tutte meravigliose,  è altrettanto vero che quella che porta alla cattedrale di roccia è una delle più belle in assoluto: si tratta di Hahei Beach, vicino a Coromandel (cittadina della regione di Waikato, nell’Isola del Nord). Haei Beach è nota per le sue acque limpide, per le immersioni che portano a suggestivi tête-à-tête con la fauna marina.

Cattedrale di Roccia in Nuova Zelanda - Cathedral Cove

Partendo dall’estremità nord di questa spiaggia incredibile, basta percorrere un sentiero per arrivare ai piedi della Cattedrale di Roccia. La passeggiata dura circa un’ora, ma non temete: il clima in questa zona è estremamente mite anche nelle giornate assolate, complice la brezza e la fitta vegetazione intorno alla spiaggia. In più, lungo tutto lo spettacolare cammino le autorità neozelandesi hanno posizionato panchine e piccole aree di sosta, dove fermarsi per ristorarsi anche all’ombra.

Una Cattedrale di roccia

Il sentiero conduce a una baia ampia e pulita, che sembra quasi essere dipinta. Qui svetta la Cattedrale: una gigantesca caverna a forma di arco che abbraccia e attraversa un promontorio di roccia bianca, creando un idilliaco incontro fra due insenature isolate. Lo spettacolo è impressionante, perché l’arco naturale è così imponente da conferire all’intera baia un’aria di grandezza e magnificenza. È proprio per questo che si è guadagnata il nome di “cattedrale”: l’idea che restituisce è a metà tra lo spirituale, il maestoso e il monumentale, proprio come accade di fronte a questi edifici sacri.

Cathedral Cove, la cattedrale di roccia in spiaggia in Nuova Zelanda

Attorno all’arco, la spiaggia si distende con sabbia dai colori chiarissimi. L’interno della cattedrale è fresco e ombroso, ma neanche all’esterno si sta male: la zona è ricca di ombrosi alberi di pohutukawa (conosciuti come alberi di Natale della Nuova Zelanda) che permettono di prendere aria e sotto i quali si può anche fare un picnic. Naturalmente, chi arriva qui non può certo esimersi dal fare una nuotata e dall’ammirare un’altra attrazione, il Te Hoho: si tratta di un grande scoglio, un pinnacolo di pietra pomice noto che svetta, eretto, dalle acque cristalline.

Relax, bellezza e sport

L’area attorno alla Cattedrale di Roccia è adatta a tutti, sia a chi vuole semplicemente rilassarsi che a chi vuole fare sport. Come già detto, esistono numerose aree per fermarsi e ristorarsi, ma i più sportivi possono anche cimentarsi snorkeling, fare immersioni e praticare altri tipi di sport acquatici. L’importante è rispettare le regole dell’area (per altro sorvegliata), non inquinare e non disturbare la quiete degli altri avventori.

Cathedral Cove, la cattedrale di roccia in spiaggia in Nuova Zelanda

Per chi non vuole fare la lunga passeggiata di un’ora di cui vi abbiamo parlato, per altro, c’è anche una buona notizia: durante i mesi estivi vengono organizzati dei cammini più brevi e semplici, che però passano attraverso aree strettamente protette e di conseguenza possono essere percorsi solo al fianco di una guida qualificata. In alternativa, esistono anche delle navette a pagamento, che accorciano un po’ i tempi e conducono a un accesso un po’ più commerciale sito a 30 minuti a piedi dall’arco.

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Vacanze in Liguria a Bordighera: cosa fare e vedere

La Liguria è da sempre una delle mete preferite per le vacanze estive, soprattutto per chi abita nel nord Italia: le sue spiagge, anche se spesso molto piccole e impervie, sono delle bellezze da cartolina e attirano moltissimi turisti. Andiamo oggi alla scoperta di Bordighera, uno splendido paesino della Riviera dei Fiori. Ecco tutto quello che c’è da fare e da vedere, in una cornice davvero favolosa.

Bordighera, il centro storico

La Riviera di Ponente nasconde moltissimi gioielli che meritano assolutamente una visita: uno di questi è Bordighera, paesino incastonato sul lungomare, cinto alle spalle dalle Alpi Marittime e a poca distanza dal confine con la Francia, dove ha inizio la rinomata Costa Azzurra. Seppure piccolino, il borgo è uno dei più suggestivi di tutta la Liguria, grazie anche alla ricca presenza di architetture affascinanti, che sorgono principalmente nel centro storico e nei suoi dintorni. Partiamo proprio da qui, da quel quartiere chiamato Bordighera Alta, che si dipana sul versante di una collina affacciata sul mare e rappresenta il nucleo più antico del paese.

Una delle prime tappe è la Chiesa di Santa Maria Maddalena, con la sua meravigliosa facciata impreziosita da stucchi in stile rococò e un alto campanile ricavato da un’antica torre di avvistamento medievale, da cui si può ammirare non solo l’intera città vecchia, ma anche il panorama mozzafiato del mar Ligure. A poca distanza, ecco l’Oratorio di San Bartolomeo: costruito nel XV secolo, custodisce al suo interno un pregiatissimo organo ottocentesco. Passeggiando tra gli stretti vicoli del centro, infine, si possono ammirare i resti delle porte d’accesso a quello che era il nucleo fortificato di Bordighera, un tempo protetto da imponenti mura.

Ma sono tante altre le bellezze di questo piccolo borgo ligure: in particolare, i turisti rimangono incantati dalle numerose ville nobiliari che raccontano frammenti di storia preziosissima. Come Casa Coraggio, dove visse anche lo scrittore Edmondo De Amicis, o la splendida Villa Margherita, costruita all’inizio del ‘900 come residenza privata della Regina Margherita – oggi ospita una pinacoteca unica al mondo. Infine, non può mancare una visita al giardino esotico Pallanca, che vanta un incredibile patrimonio naturalistico comprendente oltre 3.200 specie vegetali.

Le spiagge più belle di Bordighera

Naturalmente, una vacanza estiva a Bordighera non può certo fare a meno di giornate trascorse in spiaggia, tra relax sotto il sole e tuffi in acqua. Il centro storico del paese si affaccia sul Lungomare Argentina, una passeggiata pedonale – la più lunga della Riviera Ligure – di ben due chilometri cinta da piante e giardini colorati. Questo è un ottimo punto di partenza per chi cerca un luogo dove stendersi al sole: tra spiagge libere e stabilimenti attrezzati, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. È infatti qui che si dipana una lunga lingua di sabbia dorata, occasionalmente sostituita da grandi scogli, meta di residenti e turisti che vogliono godersi qualche ora al mare.

Ad ovest del paese, c’è un’ampia spiaggia libera perfetta per chi non ama troppo la folla. Si tratta della Spiaggia di Rattaconigli, nelle cui vicinanze ospita anche un’area riservata ai cani, una splendida soluzione per tutti coloro che viaggiano in compagnia dei loro amici a quattro zampe. È invece sul versante opposto che si trova un vero gioiellino, non particolarmente conosciuto dai turisti. Si tratta degli scogli di Sant’Ampelio, una piccola lingua di rocce che si sporge nel mare, dove i ragazzi amano andarsi a tuffare. Forse è un po’ scomodo, ma merita assolutamente una visita.

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Questo piccolo borgo spagnolo è la meta perfetta per una vacanza a tutto relax

Chiudete gli occhi e immaginate un classico villaggio collinare, circondato da formazioni rocciose, punteggiato di verde e con un cielo straordinario a vegliare su di lui: avrete il ritratto perfetto di Albarracin, incantevole e piccolo borgo spagnolo che da qualche anno a questa parte è diventato un vero e proprio rifugio per chi cerca pace e relax.

Albarracin sembra esistere in una dimensione parallela rispetto a quella frenetica del resto della Spagna: decisamente meno movimentato di altri piccoli borghi e distante anni luce dalla frenesia delle città più grandi, è la meta perfetta per chi non vuole altro che fare un viaggio nel tempo e rallentare i propri ritmi.

Albarracin, una perla fra le colline

Albarracin è una meta insolita della Spagna: incastonata su una collina dei Monti Universales, è nata e si è sviluppata su un vero e proprio sperone roccioso attraversato da un burrone. Questo lo rende un piccolo paradiso isolato, dato che il fossato naturale ha in qualche modo separato il villaggio dal resto della Spagna. Contribuiscono all’isolamento (e alla pace che ne consegue) anche l’altitudine di 1.171 metri e i resti di un’antica e imponente cerchia di mura.

Le strade di Albarracin

Potreste pensare che l’altitudine crei un clima più freddo e ostile, invece no: le giornate di Albarracin sono abbastanza miti, con temperature medie che si aggirano intorno agli 11 gradi. Anche il meteo, dunque, è accogliente specie se si vuole fuggire dal caldo afoso dell’estate. E poi, che dire: l’intero borgo spagnolo sembra quasi un museo a cielo aperto, grazie a strade, vicoli, mura irregolari e inserti in legno. Un vero sogno.

Fra storia e tradizione

Il borgo di Albarracin è un luogo magico, dunque, proprio perché conserva il suo aspetto più antico. Il villaggio era, in realtà, già abitato in epoca preistorica (lo dimostrano diverse pitture rupestri nei dintorni) ed è poi diventato un insediamento celtico. Nel corso dei secoli, le dominazioni si sono succedute in maniera non troppo brusca: prima i romani, poi i goto-romani, poi gli islamici e i berberi. Sempre più rafforzata dalle mura e in posizione privilegiata per non essere vittima di brutali cambiamenti, la cittadina è sembrata a lungo quasi una piccola oasi di pace.

Uno scorcio di Albarracin

Un cambio di direzione si è registrato nel XII secolo, quando il villaggio fu ceduto alla famiglia cristiana aragonese degli Azagra. Questi nobili ne fecero una signoria e il loro arrivo diede una buona spinta all’economia. Tuttavia, questa spinta portò anche a dei tentativi di conquista, con dei danni non indifferenti alle mura. Altri cambiamenti (drammatici) sono stati dovuti alla guerra civile che dal 1937 al 1938 causò la distruzione di molte case. Nel corso dei secoli, però, si è fatto di tutto per riportare la cittadina al suo stato tradizionale e originale: per questo, ancora oggi Albarracin è un esempio quasi unico di architettura e urbanistica del Medioevo in Spagna.

Vivere Albarracin

Ma come si fa a vivere al meglio una visita ad Albarracin? In primis, lasciandoci alle spalle la frenesia che ogni giorno ci affligge. Dopodiché, prendendosi qualche giorno per passeggiare tra le sue strade e i suoi vicoli e scoprire i suoi punti d’interesse, a partire dalla potente cinta muraria che mantiene gran parte della sua originale potenza e imponenza, per finire a Plaza Mayor, l’unica piazza del centro antico. Durante la passeggiata è obbligatorio gettare un occhio alle case della Julianeta e della calle Azagra, alcune delle più tradizionali e suggestive.

Vista dall'alto di Albarracin

Ritagliamoci, poi, anche un po’ di spazio per i monumenti: la Catedral de El Salvador, il Palacio Episcopal, le torri del Agua, del Aguador e de doňa Blanca. Infine, sono consigliatissime le visite ai musei: quello di archeologia e arte locale (Museo de Albarracín) per iniziare, ma anche quello Catedralicio che conserva arazzi fiamminghi e oggetti di oreficeria, e il Museo del Juguete, ossia il museo del giocattolo.