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Nasce un nuovo sentiero tra le Dolomiti, accessibile a tutti

Nell’immenso patrimonio naturalistico del nostro Paese, spicca il panorama incantevole offerto dalle Dolomiti, divenute persino un sito protetto dall’Unesco per la loro importanza paesaggistica. È in questa cornice, tanto amata da villeggianti ed escursionisti, che nasce un nuovo sentiero: la sua peculiarità è che lo possono percorrere proprio tutti, essendo parte di un progetto di più ampio respiro dedicato al turismo inclusivo. Andiamo alla sua scoperta.

Dolomiti, il nuovo cammino

Il Parco Naturale Adamello Brenta è un vero gioiello, per la sua natura incontaminata e i suoi paesaggi che attirano ogni anno moltissimi turisti. Tra panorami meravigliosi che caratterizzano questi luoghi, si snoda un nuovo cammino inclusivo: il sentiero B06. Lungo appena 1,8 km e privo di barriere, è un esempio virtuoso che si sta già diffondendo a macchia d’olio, quantomeno nell’area delle Dolomiti. Punto di partenza del percorso è il pascolo alpino Patascoss, che sorge alle porte del borgo di Madonna di Campiglio, una delle più rinomate mete turistiche della regione.

Addentrandosi tra boschi e prati verdi, il sentiero – che si percorre in appena 45 minuti – giunge infine presso il lago di Nambino, un’oasi dal fascino irresistibile per le sue acque turchesi e l’atmosfera suggestiva. Il bacino si trova a poco più di 1.700 metri di altitudine, in un punto che regala una vista meravigliosa sulle vallate circostanti. A due passi dalle sponde, c’è un delizioso rifugio pronto ad accogliere gli escursionisti che desiderano rifocillarsi con tante prelibatezze genuine tipiche del luogo, prima di fare inversione di marcia alla volta di Madonna di Campiglio.

Perché il sentiero B06 è così speciale? Tutto merito dell’impegno congiunto di Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) e Amici dei Sentieri di Campiglio con il comune di Pinzolo e la provincia autonoma di Trento. Ne è nato così un percorso inclusivo, breve e accessibile a chiunque, sia da persone con disabilità di vario tipo o con difficoltà di movimento che da anziani e famiglie con passeggini. I lavori di riqualificazione si sono infatti concentrati sulla risistemazione del fondo e sulla realizzazione di parapetti di legno, per rendere il percorso adatto anche a chi ha bisogni speciali.

Il turismo inclusivo sulle Dolomiti

Il nuovo cammino che porta al lago di Nambino non è certo l’unico ad avere queste peculiari caratteristiche di accessibilità. Il Parco Naturale Adamello Brenta sta lavorando da tempo, in collaborazione con associazioni che si occupano di disabilità, istituzioni dedicate alla salvaguardia dell’ambiente ed enti che promuovono il turismo, per la creazione di una rete di percorsi inclusivi. Madonna di Campiglio è una delle prime realtà ad aver aperto la strada ad un turismo accessibile, mirando alla rimozione di qualsiasi tipo di barriere per consentire a tutti di godere del meraviglioso panorama delle Dolomiti.

Oltre al nuovissimo sentiero B06, ci sono altri itinerari già attivi da tempo. Uno dei principali è quello che, sempre dal pascolo di Patascoss, conduce sino alla Malga Ritorto, un punto panoramico tra i più belli del Parco Adamello Brenta. Si snoda lungo una strada pianeggiante e ombreggiata, nonché quasi interamente asfaltata, di circa 5,3 km. In estate, essendo chiusa al traffico di auto e moto, è il luogo perfetto per una passeggiata a contatto con la natura, anche per persone con difficoltà motorie.

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Cenare in un ristorante sospeso: l’esperienza gourmet in cabinovia

Questa estate non avrete bisogno di allontanarvi poi così tanto da casa per vivere una delle avventure più incredibili di sempre. In Italia, infatti, sta per tornare il ristorante sospeso: un’esperienza gourmet in cabinovia con vista su uno dei paesaggi più affascinanti e suggestivi del BelPaese.

Se siete amanti dei viaggi sensoriali, ma soprattutto volete riempire lo sguardo di bellezza e deliziare il palato con proposte esclusive, allora non vi resta che preparare i bagagli e raggiungere al più presto Madonna di Campiglio.

La località sciistica italiana, incastonata e immersa nella magnifica cornice naturale del Parco dell’Adamello-Brenta, ha in programma una delle esperienze più incredibili ed esclusive dell’estate: una cena in cabinovia al tramonto con vista mozzafiato. Pronti a partire?

L’esperienza da sogno a Madonna di Campiglio

Circondata dal Parco naturale dell’Adamello-Brenta, Madonna di Campiglio è la destinazione ideale per tutti gli amanti della natura e per chi cerca un’avventura all’insegna del relax e della bellezza. Se tra dicembre e marzo la località è raggiunta da tutti gli appassionati degli sport invernali, in estate diventa la cornice perfetta per trekking e giornate trascorse in totale spensieratezza.

C’è un altro motivo, però, per raggiungere Madonna di Campiglio nel mese di luglio, ed è quello di poter cenare all’interno di un ristorante sospeso che allieterà i palati più esigenti grazie a proposte stellate.

L’appuntamento, con questa cena indimenticabile, è fissato all’interno della telecabina Pinzolo-Campiglio Express. In questa verrà servito un menu incredibile, pensato dai migliori chef locali, che permetterà ai commensali di fare un viaggio tra i sapori del territorio.

Ma non è tutto perché durante la serata sarà possibile anche assistere a uno show incredibile: il sole che infuoca le Dolomiti del Brenta durante il tramonto, prima di lasciare lo spazio alla notte e al cielo stellato.

Cenare a bordo di una cabinovia

Fonte: Ufficio Stampa/Ph. Alice Russolo

Cenare a bordo di una cabinovia

Cenare nel ristorante sospeso sulle Dolomiti

L’appuntamento con la cena stellata è previsto il 22 luglio a Madonna di Campiglio. Per questa occasione, la Pinzolo-Campiglio Express si trasformerà in un ristorante panoramico e in movimento capace di far vivere un’esperienza suggestiva e romantica.

Sospesi a oltre 1000 metri d’altezza, gli ospiti potranno gustare il menu pensato da chef stellati del territorio e osservare il panorama che cambia e si evolve intorno a loro, tra boschi, alpeggi, tramonto e stelle.

L’imbarco sulla telecabina è previsto per le ore 18.00 a Colarin, punto di partenza dell’esperienza. Gli ospiti potranno salire a bordo e accomodarsi così al tavolo per dare il via a questo viaggio. A ogni stazione della Pinzolo-Campiglio Express i chef proporranno i loro piatti gourmet per un totale di 5 portate da gustare a ritmo slow grazie alla velocità ridotta della telecabina.

Il consiglio? Dimenticatevi del caos e dello stress quotidiano e dedicatevi solo all’esperienza. Gustatevi ogni boccone e aguzzate bene la vista, lo scenario che si apre tutto intorno è mozzafiato. L’esperienza sospesa, che dura poco più di un’ora, culmina poi nella terrazza con vista situata Colarin dove, sotto un cielo popolato di stelle e a ritmo di musica, le persone potranno deliziare il palato con dolci e bollicine.

L'esperienza gourmet a Madonna di Campiglio

Fonte: Ufficio Stampa/Ph. Alice Russolo

L’esperienza gourmet a Madonna di Campiglio
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Esiste un motel a tema clown: sembra uscito da un film horror

I motivi che ci spingono a scegliere una destinazione di viaggio, piuttosto che un’altra, sono tanti e differenti. A volte ci mettiamo in cammino lasciandoci guidare dall’istinto, altre volte scegliamo di attraversare il globo perché spinti dai racconti degli altri avventurieri. Lo facciamo, poi, perché siamo rimasti incantati dai feed social degli altri, ma anche perché vogliamo in qualche modo rivivere le avventure dei protagonisti delle nostre pellicole preferite.

Proprio il cineturismo, infatti, ci invita a scoprire e riscoprire i luoghi del mondo che sono stati trasformati nei set cinematografici di film e serie televisive che ci hanno appassionato, incantato o terrorizzato, nel caso delle pellicole del terrore.

Ed è proprio in un luogo che sembra uscito dai più temibili film horror che oggi vogliamo portarvi, in un motel a tema clown che è stato definito l’hotel più spaventoso d’America. E, guardando le foto, non è difficile intuirne i motivi, ma la vera domanda è: chi ha il coraggio di dormire qui?

Chi ha il coraggio di entrare nel Clown Motel?

Tutto quello che avete visto al cinema e in televisione, e che avete scrupolosamente evitato in questi anni di vita, è realtà in qualche parte del mondo. Altro che esperienza da sogno: dormire nel Clown Motel renderà reale tutti i vostri incubi. Ma se siete temerari, impavidi e amanti del brivido, allora, questa è un’esperienza alla quale non potete rinunciare.

Ci troviamo a Tonopah, nella contea di Nye nel Nevada, e più precisamente sulla Highway 95 che collega Las Vegas e la città di Reno. Come nei migliori film horror, questo motel su strada si configura come un’oasi del deserto, un rifugio per tutti i viaggiatori che cercano riposo dopo aver percorso chilometri per esplorare il territorio.

L’aspetto esterno, però, non è dei più confortanti e sicuramente non nasconde la sua essenza, come invece accade spesso nelle pellicole horror. In questo motel la vostra vita non è rischio, ve lo assicuriamo, ma ci vuole tanto coraggio, e anche un po’ di sangue freddo, per riuscire a dormire all’interno della struttura. Non a caso è considerata la più spaventosa di tutta l’America.

Gli interni inquietanti del Clown Motel

Fonte: Getty Images

Gli interni inquietanti del Clown Motel

Dentro un film horror: l’hotel più spaventoso d’America

Non c’è trucco e non c’è inganno, i viaggiatori che sostano qui sono accolti da un gigantesco clown. Il suo non è proprio un sorriso, quanto più un ghigno malefico che in qualche modo anticipa l’avventura che si andrà a vivere. Gli interni non sono rassicuranti: partendo dalla hall, e continuando nei corridoi e nelle stanze, ci sono migliaia di clown di ogni dimensione che tengono gli occhi fissi su chi arriva.

E se neanche questo vi spaventa, allora, potete procedere nella scelta della camera all’interno della quale trascorrere la notte. Dentro del Clown Motel è tutto in evoluzione e niente resta mai uguale a prima. Vijay Mehar, il proprietario della struttura, ama ricreare all’interno del suo hotel ambientazioni sempre più spettrali e da brividi. Le camere, infatti, sono ispirate all’Esorcista, alla saga di Halloween, a Room 13 e ad altre pellicole iconiche. Non mancano, ovviamente, i rimandi a IT.

L’obiettivo del proprietario, del resto, è quello di permettere agli ospiti di vivere un’avventura indimenticabile. E su questo, non ci sono dubbi che la missione sia compiuta.

Se siete davvero convinti di voler dormire all’interno del motel, ricordatevi che dovrete condividere gli spazi con i clown, che restano comunque gli inquilini più numerosi e spaventosi. La struttura, infatti, ospita una collezione che vanta più di 3000 pagliacci, molti dei quali si nascondo proprio all’interno delle camere. Un consiglio? Prima di dormire controllate cosa c’è sotto il vostro letto.

Il Clown Motel è l'hotel più spaventoso d'America

Fonte: Getty Images

Il Clown Motel è l’hotel più spaventoso d’America
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La spiaggia di Torre Guaceto, tra le più amate della Puglia

Una delle regioni più amate del nostro Paese per le vacanze estive è la Puglia. Situata nel “tacco” dello Stivale, è conosciuta in tutto il mondo per i borghi dal caratteristico intonaco bianco, per la campagna dal sapore antico, ma soprattutto per le sue paradisiache spiagge. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di portarvi a scoprire uno degli arenili più apprezzati della regione: la Spiaggia di Torre Guaceto.

Come si arriva alla Spiaggia di Torre Guaceto?

La meravigliosa spiaggia di Torre Guaceto si trova a Carovigno, in provincia di Brindisi, e più precisamente in Contrada Pennagrossa, all’interno della Riserva Naturale di Torre Guaceto.

Arrivare è piuttosto semplice: basta percorrere la SS 379. Da questa strada si hanno poi due opzioni, ovvero uscire a Serranova e seguire le indicazioni stradali per Punta Penna Grossa, oppure scegliere la deviazione per Apani. In entrambi i casi, si raggiunge un grande parcheggio a pagamento da cui si può usufruisce del servizio navetta o del noleggio di biciclette. All’interno della riserva, come è possibile immaginare, non si possono utilizzare mezzi propri.

Caratteristiche

La Spiaggia di Torre Guaceto inevitabilmente vi farà innamorare: dalla forma stretta e lunga, è una morbida distesa di sabbia bianca e dorata. Sono presenti anche delle dune di sabbia che la separano dal resto del litorale. Il mare, turchese e cristallino, è una sorta di sogno a occhi aperti, mentre i suoi fondali sono un turbinio di flora e fauna colorata. A colpire il visitatore sono anche delle scogliere, alcune a pelo d’acqua, che creano un interessante contrasto per via del loro colore scuro.

Il mare di Torre Guaceto

Fonte: iStock

I colori della Riserva di Torre Guaceto

In questa bellissima striscia di sabbia è possibile di usufruire di ombrelloni e lettini, così come fare lunghe passeggiate e/o andare in bici. La Spiaggia di Torre Guaceto è anche attrezzata per le persone con disabilità in quanto è presente una pedana solarium che facilità gli spostamenti in carrozzina.

C’è da fare però un po’ di attenzione: data l’importanza naturalistica della zona, alcuni tratti non sono accessibili. Ne è un esempio la Spiaggia delle Conchiglie, così chiamata perché vi dimorano tantissime piccole conchiglie, in cui vige il divieto di balneazione. Questo particolare arenile si trova in quella che, all’interno della Riserva, viene chiamata zona A e dove è possibile fare escursioni subacquee soltanto dopo aver ricevuto un’autorizzazione.

Le spiagge accessibili al pubblico sono quelle della zona B, ovvero la parte che comprende il litorale della Spiaggia di Punta Penna Grossa, e la zona C nei pressi della Spiaggia di Apani.

Infine, sappiate che questa spiaggia è così chiamata per un preciso motivo: la torre aragonese che qui svetta e che veniva utilizzata per avvistare l’arrivo delle navi saracene nel XVI secolo.

Cos’altro visitare nella Riserva

La meravigliosa Riserva Naturale di Torre Guaceto è stata dichiarata Area Naturale Marina nel 1991 e si estende per circa 8 chilometri. Visitarla vuol dire ritrovarsi nel tipico, ma assolutamente affascinante, paesaggio della macchia mediterranea.

Tale riserva, inoltre, è suddivisa in due parti: quella marina in cui si fanno spazio ben 5 isolotti, e quella terrestre dove a dominare è senza ombra di dubbio una lussureggiante vegetazione.

Nella parte marina ci sono le tre zone, A B e C, di cui vi abbiamo parlato sopra. La prima, dove è possibile esclusivamente fare snorkeling, regala fondali ricchi di posidonia, alghe, pesci e crostacei. La seconda è invece balneabile e navigabile e si possono persino praticare corsi di vela e di immersione subacquea. La terza è destinata alla pesca ecosostenibile dei soli pescatori professionisti.

La zona della Riserva terrestre è invece l’habitat di tre ambienti naturali diversi. C’è la macchia mediterranea accanto alla quale prende vita una parte paludosa che si affaccia sull’area costiera in cui svettano dune alte fino a 10 metri. Qui si può fare un po’ di trekking attraversando percorsi stabiliti che conducono alla torre, passeggiare in bicicletta e persino fare un tour con il Trenino del Mare. Al contempo si può anche percorre la zona umida fino per giungere alla torre e alla sorgente del Gawsit.

Torre aragonese in Piglia

Fonte: iStock

La bellissima torre aragonese

Visitare Carovigno

Se si passa da queste parti vale la pena fare un salto anche a Carovigno: il bel borgo dai profili completamente bianchi dista solo 5 chilometri dal mare. Il suggestivo centro cittadino sorge su una piana impreziosita da mandorli, frutteti e uliveti ed è ricco di interessanti monumenti, oltre a essere spesso animato da imperdibili eventi.

Il paese sembra sospeso tra passato e presente ed è caratterizzato da un insieme di stradine e piazze che gli donano un fascino altamente autentico. Tantissime sono le architetture religiose che incantano il viaggiatore, ma a lasciare senza parole è la Chiesa Madre del XIV secolo, intitolata a Maria Assunta.

Nel punto più alto del borgo si erge invece un maestoso castello composto di tre torrioni che possiedono una forma strutturale diversa. Chiamato Castello Dentice di Frasso, prende il nome dagli ultimi nobili che vi soggiornarono. Il forte possiede anche dei sotterranei in cui ci sono le “segrete”. Al suo interno, tra le altre cose, è possibile visitare il museo delle tradizioni popolari, così come le sue bellissime stanze tra cui le sale da pranzo, la biblioteca, l’ampio salone e il caminetto.

Accanto al maniero si trova la Chiesa di Sant’Anna che aveva la funzione di cappella per i feudatari del castello.

Leggermente più distante, e per essere precisi su un rilievo collinare a 100 metri di altezza, svetta il Santuario Madonna del Belvedere che regala pace e tranquillità. Da qui la vista è davvero eccezionale: spazia su una distesa di olivi secolari e arriva fino al mare limpido che lambisce la Puglia.

Al suo interno ci sono invece due cavità (cripta superiore e cripta inferiore), messe in relazione tra loro e con la navata del tempio dalla “scala santa” composta da 47 gradini. Altrettanto interessanti sono gli affreschi dove viene ritratta principalmente la Madonna del Belvedere.

Insomma, vale assolutamente la pena concedersi una giornata di relax presso la Spiaggia di Torre Guaceto per poi scoprire la vibrante natura della Riserva in cui si trova e terminare il viaggio tra la storia antica del bellissimo borgo di Carovigno.

Cosa vedere a Carovigno

Fonte: iStock

Il borgo di Carovigno
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Dietro il quadro: la storia avventurosa del capolavoro più famoso del mondo

“Chiamatemi solo se rubano la Gioconda”, disse scherzosamente l’allora direttore del Louvre prima di salutare i propri dipendenti prima di partire per le vacanze estive di quell’afosa estate del 1911. Certo, Theophile Homolle non poteva immaginare che quella chiamata sarebbe arrivata davvero: il quadro più famoso della storia dell’arte era stato rubato.

A nulla servirono le accuse nei confronti di quegli artisti considerati anarchici come Apollinaire o Pablo Picasso, non è nelle loro case che le forze dell’ordine avrebbero ritrovato il capolavoro di Leonardo da Vinci. A quei tempi, infatti, l’opera fu trafugata da un decoratore italiano, un certo Vincenzo Peruggia, che decise di portare con sé la Gioconda in Italia, e così fece.

E, se la Gioconda potesse parlare, siamo certi di cose ne avrebbe da raccontare. Quella donna con l’espressione pensosa e quel sorriso appena accennato, enigmatico e criptico alla stregua di un mistero mai risolto, è diventata, negli anni, la figura più popolare e riprodotta del mondo.

Miti, leggende e rivendicazioni hanno contraddistinto la storia della Monna Lisa di Leonardo da Vinci, custodita al museo del Louvre di Parigi. E a poco sono servite le rivalità tra Francia e Italia: la Gioconda è e resterà in terra francese.

La storia della Gioconda

Dipinto tra il 1503 e il 1504, il quadro che porta la firma del grande Leonardo da Vinci, è diventato leggenda. Con una grandezza di 77 × 53 cm e 13 mm di spessore è in assoluto il capolavoro d’arte più contemplato di sempre, nonché il più popolare.

Nonostante le sue origini siano italiane, e siano state più volte rivendicate, tenendo accesa la speranza che il quadro potesse prima o poi tornare nel nostro Paese, gli italiani devono farsene una ragione del fatto che non tornerà mai più qui.

E non perché, come la credenza popolare vuole, fu Napoleone a “rubare” la Gioconda durante la campagna d’Italia del 1796. Ma perché fu lo stesso Leonardo a portarla in Francia quando vi si trasferì nel 1516 e fu proprio lui a venderla all’allora re di Francia, Francesco I, per circa 4mila ducati d’oro.

Nei secoli successivi, la Monna Lisa restò nelle mani dei reali francesi con Luigi IV che la portò alla Reggia di Versailles. Dopo la Rivoluzione Francese, invece, il quadro fu esposto al Louvre ed è lì che ancora oggi lo si può ammirare.

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Le spettacolari location di “Succession” in Norvegia

Considerata dai cinefili la migliore serie Tv degli ultimi dieci anni (tanto da avere ottenuto tutti i premi più ambiti, dagli Emmy, ai Golden Globe), “Succession“, vede protagonista Brian Cox nel ruolo del Re dei canali all news americani, Logan Roy, a capo della famiglia allargata con quattro figli, Roman, Kendall, Siobhan e Connor, alla costante ricerca di conferme da parte del padre e di essere scelti alla sua successione.

La serie Sky di quattro stagioni (i fan avrebbero voluto che non fosse mai finita) è ambientata fondamentalmente a New York City, nei grattacieli più panoramici di Manhattan, nelle streets ed avenue più famose, nei locali più belli.

Ma nel corso delle quattro stagioni ci sono state alcune situazioni che hanno portato i protagonisti anche fuori città, da Barbados, dove vive la madre di tre dei quattro figli con il secondo marito, alla Croazia, dove la famiglia, tra vacanza e lavoro h24, ha trascorso un’estate in barca. Sempre e solo location al top, solo per miliardari come loro, ovviamente.

I luoghi in Norvegia

Nell’ultima stagione, in particolare, i ragazzi hanno trascorso parecchio tempo in Norvegia, per prendere accordi con un probabile acquirente della Waystar, l’azienda di famiglia che si occupa di media. Anche qui sono state scelte location incredibilmente lussuose, ma soprattutto molto suggestive, di quelle che fanno venir voglia di partire subito.

Scott Ferguson, uno dei produttori di “Succession” ha infatti spiegato che tra i tanti luoghi individuati per girare alcune scene clou della quarta stagione la Norvegia rappresentava quello migliore per via dei suoi scenari naturali “come nessun altro Paese al mondo”. Soprattutto la costa occidentale che, con la sua scenografia così “drammatica”, ha fatto da sfondo ad alcuni episodi.

La strada più bella del mondo

Innanzitutto, i grossi suv neri dei rampolli americani viaggiano lungo una delle strade più panoramiche del mondo, la Atlantic Road, una strada lunga 36 chilometri che attraversa un arcipelago, con viadotti e punti panoramici a strapiombo sul mare. Spesso è soggetta a intemperie, a onde alte diversi metri e a frequenti burrasche di neve e vento e molti turisti scelgono di viaggiare sulla Strada Atlantica in autunno proprio per provare le violente burrasche che la colpiscono. Prima dei Roy ci è stato anche James Bond a girare “No time to die”, qui e in altre location norvegesi.

La strada da brividi

Ma non è l’unica strada panoramica su cui viaggiano i Roy. Se la prima è in mezzo al mare, l’altra sale in cima alla montagna Stigrøra, a quasi mille metri di quota, tornante dopo tornante. Si tratta della Trollstigen, che significa ‘la scala dei Troll’, una degli itinerari più scenografici della Norvegia. Questa strada è considerata anche tra le più pericolose del mondo. Apre solo da maggio a ottobre perché in altri periodi, per via delle pendenze e dei tornanti estremi, non è percorribile.

L’hotel nel bosco

L’hotel dove Roman, Kendall e Siobhan (“Shiv”) vengono ospitati dallo “svedese” Mattson completamente immerso nella natura ha ricevuto così tante prenotazioni il giorno successivo alla puntata da essere già sold out per tutta l’estate. Ma si può andare in un altro periodo dell’anno. Si tratta dello Juvet Landscape Hotel che si trova nei pressi del villaggio di Valldal lungo il fiordo Geirangerfjord, considerato la perla dei fiordi norvegesi.

Le sue “landscape room” – dove hanno soggiornato i protagonisti della serie – hanno più vetrate che pareti e sembra di dormire nel bel mezzo della foresta. Poi ha camere chiamate “bird house”, veri nidi d’uccello fatti interamente di legno su più livelli e, infine, ci sono appartamenti chiamati “writer’s lodge”, la tana dello scrittore, con tanto di cucina dove può andare in vacanza un’intera famiglia.

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Fonte: @Thetravelbook

Lo Juvet Landscape-Hotel in Norvegia, location di “Succession 4”

Il ristorante panoramico

Il ristorante panoramico che si getta sui fiordi che si vede nalle serie è invece altrove. Si tratta di un posto chiamato Eggen che si trova in cima al monte Nesaksla, raggiungibile a piedi con un trekking piuttosto impegnativo oppure con una comoda funivia. Una volta giunti in cima, si gode del più bel panorama di tutta la Norvegia.

Tutte le quattro stagioni di “Succession” sono disponibili in esclusiva on demand su Sky e in streaming su NOW.

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Dalla Baviera fino al Mar Ionio: la Strada di Sissi

Un lunghissimo cammino che, dall’Europa centrale, arriva a toccare le coste del Mar Ionio: è la splendida Strada di Sissi, dedicata ad una grande donna che ci ha sempre fatto sognare. L’itinerario affronta ben 6 diversi Stati, toccando tutti i luoghi più amati dalla Principessa, alcuni divenuti famosissimi e altri ancora quasi sconosciuti. È l’occasione perfetta per fare un tuffo tra storia e natura, andando alla scoperta di città meravigliose e parchi rigogliosi. Ecco le tappe più belle.

La Strada di Sissi, un cammino unico

Al contrario di quanto si potrebbe pensare, la Strada di Sissi non ha un itinerario ben preciso: è piuttosto un dedalo di percorsi che si intrecciano, facendoci girare per gran parte dell’Europa centrale e spingendosi poi verso sud, toccando le coste ioniche della Grecia. Il fil rouge che accomuna tutti questi sentieri è la figura storica di Elisabetta di Wittelsbach, da tutti conosciuta come Principessa Sissi, che fu Imperatrice d’Austria per via del suo matrimonio con il sovrano Francesco Giuseppe. Ben lontana da quello che all’epoca sarebbe stato il ruolo tradizionale di una donna dell’alta società, Sissi amava viaggiare e non lo ha mai nascosto.

Nel suo peregrinare per il continente, incontrò luoghi meravigliosi e vi lasciò il suo cuore. Ed è proprio questo il patrimonio storico che la Strada di Sissi vuole oggi preservare e valorizzare, regalando agli escursionisti una vera avventura indietro nel tempo: c’è spazio per lunghe camminate nel verde e momenti di quiete tra i giardini più belli che la Principessa ha tanto amato, ma anche per scoprire musei e città d’arte, monumenti preziosissimi e angolini segreti. L’intera rete di itinerari si snoda per oltre 1.400 km, distribuita tra Germania, Austria, Ungheria, Svizzera, Italia e Grecia. Ma quali sono i luoghi imperdibili per chi vuole mettersi in marcia?

Dalla Baviera all’Austria

Nata in Baviera, la Principessa Sissi trascorse un’infanzia serena tra le campagne, imparando ad andare a cavallo nel rigoglioso parco del Castello di Unterwittelsbach, una delle residenze più amate da suo padre. La ragazza se ne allontanò fin troppo presto, perdendo la sua spensieratezza: tuttavia, la Baviera rimase per sempre la sua terra del cuore, dove tornare per rifugiarsi in un’oasi di pace come l’Isola delle Rose, tra le acque scintillanti del lago di Starnberg. Un’altra tappa meravigliosa è la città di Augusta, legata a doppio filo alla Principessa per via di alcune figure importanti nella sua vita che abitarono proprio qui.

Stretto il fidanzamento con l’Imperatore Francesco Giuseppe, la Principessa Sissi lasciò la sua amata terra natia per varcare i confini austriaci, dove trascorse gran parte dell’età adulta. Tra le tante tappe da visitare, c’è senza dubbio Bad Ischl, famosa città termale dove avvenne il primo incontro tra una giovanissima Elisabetta e l’Imperatore. Passeggiare tra i luoghi che li ha visti innamorati è davvero una splendida emozione: in particolare, bisogna proprio fare tappa presso l’odierno museo cittadino, che all’epoca era una prestigiosa residenza che ospitò la cerimonia di fidanzamento della Principessa.

Complesso di Hofburg

Fonte: iStock | Ph. Vladislav Zolotov

Il complesso di Hofburg, a Vienna

Non si può dimenticare Vienna, città simbolo di Sissi e della sua vita sfarzosa, trascorsa tra lussi e tormenti interiori. A partire dal complesso di Hofburg, dove venne celebrato il matrimonio – e in seguito anche le nozze d’argento della coppia. Oggi le sue sale accolgono il Museo di Sissi, con una ricca esposizione di oggetti ad essa appartenuti che raccontano la sua personalità in tutte le sfumature. A non molta distanza, il Castello di Schönbrunn è il luogo in cui la Principessa visse le sue estati, godendosi lo splendido parco che lo circonda.

Dall’Ungheria alla Svizzera

Il cammino prosegue verso l’Ungheria, dove Sissi trascorse momenti di pura passione, sia in ambito privato che in quella che divenne la sua vita politica. Fu a Budapest, presso la Chiesa di Mattia, che lei e suo marito vennero incoronati come regnanti del Paese. Mentre fu nella vicina Gödöllő che la coppia soggiornò durante la maggior parte dei suoi viaggi in terra magiara, ospiti in quella meravigliosa residenza barocca conosciuta come Castello Grassalkovich. Tuttavia, l’Ungheria fu anche il luogo in cui la Principessa dovette dire addio alla sua primogenita Sofia, ammalatasi gravemente quando era ancora piccolissima.

Ma continuiamo a seguire le orme di Elisabetta, che ora ci conducono in Italia: la Principessa ha sempre amato molto il clima temperato e le cure termali delle località del nord del nostro Paese, soggiornando spesso a Merano. Alcuni inverni li trascorse presso Castello Trauttmansdorff, nell’Alto Adige, che oggi vantano dei giardini incantevoli – chiamati Giardini di Sissi – dove si possono ammirare centinaia di specie botaniche diverse. In un paio d’occasioni, la Principessa si diresse poi a Venezia, rimanendo affascinata dalla città lagunare e dalle sue incredibili architetture. Talvolta, invece, si spinse fino al Castello di Miramare, alle porte di Trieste.

Achilleion

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L’Achilleion, a Corfù

Da qui, due volte l’anno Sissi si imbarcava per giungere a Corfù, dove riposava sulle spiagge affacciate sul Mar Ionio e si interessava dell’affascinante cultura greca. Rimanendone conquistata, la Principessa fece addirittura costruire qui un palazzo in stile pompeiano, l’Achilleion. Infine, non resta che ritornare verso nord e scoprire i luoghi in cui la Principessa trascorse i suoi ultimi anni, in Svizzera. Da sempre una grande amante dei paesaggi montani e della natura incontaminata, non potè che lasciare il cuore in queste località idilliache.

Fu a Montreux, bellissimo villaggio incastonato tra monti e lago, che la Principessa Sissi decise di ritirarsi dopo la morte del suo terzogenito Rodolfo, che avrebbe dovuto diventare Imperatore d’Austria succedendo a suo padre. Il lutto che le gravò improvvisamente sulle spalle non la lasciò più. Il suo ultimo viaggio la condusse da Montreux a Ginevra, una breve traversata in battello che non avrebbe mai avuto ritorno. Il giorno seguente, infatti, la Principessa rimase vittima di un attentato proprio a due passi dal celebre lago.

Fu in una stanza d’albergo che esalò il suo ultimo respiro, quella stessa stanza (una suite dell’Hotel Beau-Rivage) che ancora oggi espone molti cimeli appartenuti alla Principessa, come ultimo omaggio ad una donna straordinaria. I turisti possono anche ammirare due sculture in memoria di Sissi, ciascuna situata sulla passeggiata lungolago delle due città che accolsero i suoi giorni finali: Montreux e Ginevra.

Montreux

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Montreux
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Tra saune e oche selvatiche: i matrimonio nel mondo si celebrano così

Giugno, si sa, è uno dei mesi più attesi dell’anno. Non solo perché coincide con l’inizio della bella stagione, ma anche perché è questo il momento perfetto per organizzare viaggi e gite fuori porta, e per programmare le straordinarie avventure estive.

Ma c’è anche un altro motivo che rende questo mese estremamente affascinante e romantico: con giugno, infatti, si apre la stagione dei matrimoni. Non è un caso che molte coppie scelgono proprio questo periodo per convolare a nozze. Giugno, per gli antichi Romani, era infatti il mese di Giunone, la dea del matrimonio e del parto.

Ed è proprio per celebrare la stagione dell’amore che gli esperti di Babbel, piattaforma per l’apprendimento delle lingue, hanno pensato di stilare una lista delle tradizioni più suggestive e affascinanti del pianeta legate proprio alle usanze nuziali. Tra promesse in sauna e oche selvatiche vi sveliamo come si celebrano i matrimoni del mondo.

Matrimoni nel mondo: le usanze più affascinanti e suggestive

Sono tanti, diversi, particolari e antichi i rituali che si perpetuano proprio durante il giorno del matrimonio in tutto il mondo. Lo si fa per buon auspicio, per tradizione o per celebrare le usanze della propria terra. Indipendentemente dai motivi, quello che è certo è che si tratta di un giorno di festa e felicità, e come tale merita di essere celebrato a dovere.

Se siete curiosi di scoprire le tradizioni di popoli lontani, quelle che passano anche per i riti nuziali, o siete in cerca di ispirazione per il vostro matrimonio, qui di seguito troverete l’elenco delle usanze più particolari raccolte da Babbel.

Sposarsi in Finlandia e Norvegia

I Paesi dell’Europa Settentrionale sono celebri per il loro patrimonio naturalistico, per le terre selvagge e sterminate e per i paesaggi mozzafiato. Ma anche per la cultura che affonda le radici in leggende e storie lontanissime e che, inevitabilmente, si riversa anche nelle tradizioni nuziali.

In Finlandia, per esempio, gli sposi sono invitati a trascorrere una giornata in sauna prima del matrimonio. Il motivo? Allontanare gli spiriti maligni e alleviare l’anima dai dolori e dalle delusioni sentimentali del passato. In Norvegia, invece, c’è l’usanza di inserire dei pendenti sulla corona nuziale, la tradizione vuole che il loro tintinnio allontana tutte le energie negative.

Le oche in Corea del Sud

Ogni matrimonio che si rispetti, svolto in Corea del Sud, prevede la presenza di invitate davvero speciali. Si tratta di oche selvatiche, simbolo di fedeltà e di impegno reciproco nella coppia. L’usanza vuole che agli spessi vengano donate sette statuette raffiguranti proprio l’animale in questione.

Regno Unito: un ragno per la sposa

Decisamente bizzarra e per cuori impavidi è, invece, la tradizione diffusa nel Regno Unito. Secondo l’usanza popolare, ogni sposa dovrebbe far camminare sul proprio abito, a poche ore di distanza dalla cerimonia, un ragno. Mettete da parte la paura per gli animali in questione, gli inglesi assicurano: la sua presenza porta fortuna.

Messico

Il detto dice: Sposa bagnata, sposa fortunata, ma la verità è che sono poche le persone che sperano di scambiarsi le promesse sotto la pioggia battente. Allora ecco che la soluzione arriva direttamente dal Messico, dove una curiosa tradizione popolare è messa in atto per scongiurare il cattivo tempo durante le nozze.

Nel Paese, infatti, le persone coinvolte nella cerimonia si riuniscono nel luogo dove si terrà la festa nel giorno precedente a questa per piantare dei cucchiai di legno nel suolo. Secondo la tradizione, infatti, questo rituale garantisce agli sposi una splendida giornata di sole.

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È stata scoperta una leggendaria città perduta

Più o meno intorno al 1300, la città nota come l’Atlantide del Nord Europa venne inghiottita dal mare. O almeno questo è ciò che successe seconda una nota leggenda. Per questo motivo, negli anni sono state fatte tantissime ricerche che però non hanno mai portato al suo ritrovamento, ma solo fino a oggi.

Scoperta la città medievale di Rungholt

La città in questione si chiamava Rungholt, ed era una fiorente realtà medievale che ancora oggi vanta una storia alquanto fitta di mistero. Situata lungo la costa della regione della Frisia settentrionale, in Germania, secondo la tradizione è stata sommersa dalle acque nella notte tra il 15 e il 16 gennaio del 1362 per colpa di una terribile tempesta che fece migliaia di vittime.

Si è sempre pensato che tutto questo fosse dovuto a una punizione divina richiesta dal parroco della città per lavare via peccati causati dall’espandersi delle attività commerciali. Non a caso, sempre stando a quanto riporta la leggenda, si può ancora udire il suono delle campane della chiesa negli abissi del mare.

La scoperta di Rungholt

Fonte: Ruth Blankenfeldt

Il luogo della scoperta di Rungholt, in Germania

Documenti che fanno riferimento a questa sfortunata città si trovano solo fino al Medioevo, e purtroppo le cartine che ne riportano la posizione sono così imprecise che nel corso degli anni non è stato possibile capire dove fosse esattamente collocata. Fino al XX secolo, momento in cui alcuni indizi hanno cominciato a riemergere. Parliamo di resti di dighe e fossi situati in quella che oggigiorno è conosciuta come l‘isola di Südfall.

Il ritrovamento

Per individuare questa leggendaria città sono stati effettuati anni di ricerche grazie ai progetti Rungholt e Wadden Sea finanziati dalla German Research Foundation. C’è voluto molto tempo, ma fortunatamente tutto questo lavoro sembra aver dato i frutti da sempre desiderati.

È stata infatti ispezionata un’area di oltre 10 chilometri quadrati tramite tecniche all’avanguardia come la magneto-gradiometria e l’induzione elettromagnetica, seguite da carotaggi e scavi. E a maggio di quest’anno un team multidisciplinare ha individuato una catena di 54 terp, vale a dire dei tumuli artificiali con insediamenti tipici delle pianure del Nord Europa che all’epoca avevano lo scopo di rialzare il terreno per difendersi dall’alta marea, dalle mareggiate e dalle alluvioni.

Dalla lunghezza di circa due chilometri, presenta un tumolo dove i ricercatori ritengono che vi siano ancora le fondamenta di una chiesa di 40×15 metri, che molto probabilmente indicava il centro di un insediamento di dimensioni tali da poter costituire un edificio religioso e uno dei siti principali storicamente segnalati nel distretto amministrativo medievale di Edomsharde. Tra le altre cose sono stati localizzati e mappati anche un porto e una serie di sistemi di drenaggio.

Il lavoro chiaramente continua, ma purtroppo i ricercatori sono costretti a lottare contro il tempo. Come ha sottolineato Hanna Hadler, del Natural Hazard Research and Geoarchaeology dell’Università di Mainz tramite comunicato stampa: “I resti dell’insediamento medievale sono già stati fortemente erosi […] Ciò è molto evidente intorno alla posizione della chiesa, quindi abbiamo urgentemente bisogno di intensificare le ricerche”.

Nel comunicato stampa si può anche leggere che le indagini sulle piane di marea hanno continuato a “portare alla luce nuove scoperte significative” e hanno fornito approfondimenti che mai si potevano immaginare sulla vita del popolo della Frisia settentrionale.

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Torna bambino entrando nel mondo dei Classici Disney: l’esperienza da condividere

Approfittiamo di ogni occasione per metterci in viaggio, lo facciamo per andare alla scoperta delle meraviglie che portano la firma di Madre Natura, per esplorare i capolavori artistici e architettonici creati dall’uomo, per raggiungere luoghi iconici e per toccare con mano la cultura e le tradizioni di popoli lontani.

Insomma, viaggiamo per tantissimi motivi, e anche se sono tutti differenti tra loro sono accomunati dal medesimo desiderio di sperimentare avventure uniche e indelebili, destinate a restare nel cuore e nei ricordi per sempre.

Ed è proprio di un’avventura così che oggi vogliamo parlarvi, di un’esperienza da vivere e da condividere questa estate con i vostri amici più cari e che vi permetterà di tornare bambini facendovi entrare nel mondo dei Classici Disney. Tre gli appuntamenti previsti, rispettivamente a Londra, Berlino e Parigi a partire dal mese di giugno. Non vi resta che scegliere la persona con la quale partire e preparare i bagagli.

Un’esperienza immersiva e sensoriale da condividere con gli amici

Wonder of friendship: the experience, è questo il nome di uno degli appuntamenti più attesi dell’anno, lo stesso che renderà le vacanze estive indimenticabili. Molto più di una mostra, questo evento che coinvolgerà alcune capitali d’Europa, è un vero e proprio omaggio all’infanzia e all’amicizia.

A inaugurare questa avventura, da condividere con gli amici più cari, ci ha pensato la cosmopolita capitale del Regno Unito che, lo scorso 12 maggio, ha lanciato l’evento Disney all’interno degli spazi di 180 The Strand nel quartiere Soho. I prossimi appuntamenti, invece, sono previsti a Berlino, presso Radsetzerei dal 9 al 18 giugno 2023, e a Parigi, all’interno del CENTQUATRE-PARIS a partire dal 30 giugno e fino al 9 luglio.

Ma cosa succede, esattamente, all’interno di Disney Wonder of Friendship: The Experience? L’avventura, come il nome stesso suggerisce, è un invito a immergersi nel fantastico mondo della Disney per celebrare alcune tra le più iconiche amicizie dei grandi classici.

Lilo & Stitch, per esempio, o gli inseparabili Topolino e Paperino invitano gli ospiti a tornare bambini, ma soprattutto a testare il proprio grado di amicizia grazie a tutta una serie di installazioni immersive e multisensoriali che consentono a tutti di condividere un’avventura davvero incantata, proprio come quelle dei protagonisti dei cartoni in questione.

Disney Wonder of Friendship: The Experience

Fonte: The Walt Disney Company Italia


Disney Wonder of Friendship: The Experience

Wonder of friendship: The experience

L’evento, come abbiamo anticipato, è pensato per permettere agli ospiti di vivere un’esperienza davvero unica che coinvolge e stravolge i sensi e che libera l’immaginazione e le emozioni . La mostra, infatti, ospita 4 diverse aree tematiche ognuna delle quali è dedicata a una delle più celebri coppie di amici della Disney. Tra questi ci sono Alice nel Paese delle Meraviglie, Il Re Leone, Mickey & Friends e Lilo & Stitch.

Grazie alla Realtà Aumentata di Snapchat i visitatori possono immergersi nelle storie Disney, diventandone i protagonisti, scansionando i QR Code presenti in ciascuna area. Tutti i percorsi sono caratterizzati da installazioni immersive che celebrano le iconiche pellicole d’animazione.

Suoni, profumi, panorami e visioni: tutto è pensato nei minimi dettagli per catapultare le persone nel fantastico mondo disneyano. Ma non è tutto perché all’interno di Wonder of friendship: The experience i visitatori troveranno tutta una serie di pop-up store dove acquistare i prodotti dei loro protagonisti preferiti.

Disney Wonder of Friendship: The Experience

Fonte: The Walt Disney Company Italia


Disney Wonder of Friendship: The Experience