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Tutti i misteri e i segreti del Lago Natron

Siamo tutti consapevoli che il nostro pianeta nasconde luoghi avvolti dai più fitti misteri. Alcuni di questi non hanno ancora trovato una soluzione, altri invece sono stati svelati e sono anche piuttosto curiosi. È il caso dell’enigma che caratterizza il Lago Natron, un bacino d’acqua salata che si trova a nord della Tanzania, che ha una peculiarità alquanto unica nel suo genere: è di un colore rosso scuro e profondo con striature biancastre superficiali. In più, è famoso per “pietrificare” gli animali.

Lago Natron, di colore rosso e che pietrifica

Incontaminato, aspro e senza ombra di dubbio affascinante, il mistico Lago Natron è situato in Tanzania a circa 600 metri di altitudine nella Rift Valley, vicino al confine con il Kenya. Profondo appena 3 metri, è dominato dall’imponente profilo dell’Ol Doinyo Lengai, uno stratovulcano il cui nome nella lingua della popolazione Masai che vive in zona vuol dire “Montagna di Dio”.

Come vi accennavamo in precedenza, questo lago tanto straordinario quanto ambiguo vanta sfumature che variano dal bianco, al rosa e al marrone, in base ai periodi dell’anno. A mutare però sono anche le sue dimensioni, tanto che durante la stagione secca le sue acque si ritirano fino a lasciare scoperti grandi pezzi di terreno che a loro volta vengono ricoperti da una spessa crosta salina.

La sua acqua può raggiungere temperature molto elevate, e per questo motivo il Lago Natron si rivela una meta assolutamente amata da alcuni degli uccelli più affascinanti che esistano: i fenicotteri rosa. A creare però un vero e proprio mistero non è solo la sua colorazione, è anche il fatto che molti animali che si avvicinano alle sue rive rimangono pietrificati. Ma da cosa dipende tutto questo?

Lago Natron colore rosso

Fonte: iStock

Veduta del Lago Natron

Da cosa è dovuta la colorazione

Uno dei motivi per cui il Lago di Natron è così famoso, e anche uno dei paesaggi più amati dell’Africa, è la colorazione dalle mille sfumature di rosso delle sue acque. Queste tonalità scure e profonde, ogni tanto interrotte da striature biancastre superficiali, sono dovute all’accumulo di sodio.

Nel Natron, infatti, si verificano intensi cicli di evaporazione che comportano, durante la stagione asciutta, un eccessivo aumento del livello di salinità. Tale condizione fa sì che colonie di microrganismi comincino rapidamente a prosperare. Si tratta principalmente di piccoli batteri che si nutrono attraverso la luce solare e che contengono il pigmento rosso vivo, ossia il responsabile del colore di questo misterioso lago.

Perché il Lago Natron pietrifica gli animali?

Il paesaggio che sembra di un altro pianeta e il colore rosso intenso che va a creare armonia col bianco, non sono le uniche caratteristiche che rendo il Natron un lago unico nel suo genere. Questo posto magico è anche famoso per il fatto che “pietrifica” gli animali, anche se in realtà più che trasformarli in pietra li imbalsama. Ma come è possibile questo fenomeno?

Il nome di questo bacino della Tanzania non è Natron a caso. Il lago prende infatti il suo titolo dal carbonato decaidrato di sodio, noto anche come “natron”. Caratterizzato da un pH alto, compreso tra 9 e 10.5,  possiede un’acqua alcalina che è nociva per quasi tutte le forme di vita essendo fortemente caustica, tanto che alcune specie sembrano rimanere pietrificate.

Questo particolare fenomeno è dovuto dal carbonato di cui vi parlavamo poco sopra che riesce a trasformare il lago in una sorta di sostanza simile all’ammoniaca. Un ambiente particolarmente ostile causato soprattutto dall’Ol Doinyo Lengai, ovvero l’unico vulcano del nostro pianeta che ancora erutta una delle lave più strane della Terra: la natrocarbonatite, che è in grado di bruciare la pelle e gli occhi della maggior parte degli animali.

Vulcano Ol Doinyo Lengai

Fonte: iStock

L’impetuoso profilo dell’Ol Doinyo Lengai

Non a caso facendo un lungo salto indietro nel tempo si scopre che nell’Antico Egitto il natron veniva utilizzato nei processi di imbalsamazione per la sua caratteristica di prosciugare l’acqua. Una sostanza che impedisce perciò ai corpi di decomporsi, ma non a quelli dei meravigliosi fenicotteri perché possiedono uno strato protettivo corneo su zampe e becco che li rende totalmente immuni.

La verità, quindi, è che il lago Natron non fa diventare di pietra gli esseri viventi: essendo un ambiente molto complesso per numerose specie, le creature che vi finisco all’interno sono in realtà già morte, e quindi l’acqua del Natron con le sue caratteristiche riesce a preservare i loro resti imbalsamandoli.

Cosa succede se entri nel Lago Natron?

A documentare il fenomeno dei tanti animali che sono usciti imbalsamati dal Lago Natron sono stati numerosissimi fotografi. Ma cosa succederebbe se fosse un essere umano a nuotare in questo stesso lago?

La buona notizia è che no, non ne uscirebbe imbalsamato. Tuttavia, non passerebbe nemmeno uno delle sue migliori giornate. In primis per le alte temperature delle acque – si parla anche di 60°- , poi a causa dei i grumi di sale che sono particolarmente affilati, e infine per il pH del lago che può scatenare delle ustioni corrosive. Oltre a non essere possibile entrare, è proprio una follia completa farlo.

Come visitare il Lago Natron

Visitare questo sorprendente lago è chiaramente fattibile e, anzi, dovrebbe essere una tappa obbligatoria di qualsiasi itinerario in Tanzania. Il solo paesaggio infatti vale il viaggio completo, anche se il tragitto per arrivarvi non è di certo dei più semplici.

Tuttavia, a colpire il visitatore è anche la remota campagna circostante in cui brucano zebre, giraffe, gnu e struzzi. Particolarmente consigliato è il periodo che va da giugno a novembre perché sulle sponde del lago si riuniscono fino a tre milioni di fenicotteri che regalano certamente un ambiente più poetico che misterioso.

Per visitare questo angolo di mondo altamente affascinante, a disposizione del viaggiatore ci sono una serie di tour organizzati che spesso prevedono anche dei safari. Il tutto mentre si rimane ammaliati anche dall’ambiente circostante dove svetta il perfetto cono del vulcano Ol Doinyo Lengai che si innalza fino a 2.890 metri sopra la piatta superficie salina del lago e che può essere scalato per circa 1.000 metri di dislivello.

Va però specificato che la salita è molto impegnativa, anche se una volta in cima la vista ripagherà ogni fatica provata. Scendendo dal vulcano, poco prima di arrivare sulle rive del Natron, si incontrano le affascinanti gole di Ngara Sero dove in questo caso sì, è possibile fare un bagno rigenerate.

Possiamo quindi concludere con un’indiscutibile certezza: il Lago Natron è uno di quei posti del mondo che deve assolutamente essere inserito nella lista dei desideri dedicata ai viaggi.

I fenicotteri al lago Natron

Fonte: iStock

Lo spettacolo dei fenicotteri al lago Natron

Di Admin

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