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La migliore località della Liguria dove andare quest’estate

La Liguria è una delle destinazioni estive per eccellenza, ricca di località balneari dove godere appieno della bellezza del mare e delle spiagge, sia sabbiose che contornate da scogli e ameni scorci selvaggi.

A soli 12 chilometri dalla cosmopolita Genova, infatti, appare Sori, un delizioso e tranquillo antico borgo di pescatori che si specchia tra le onde e sale a incontrare il verde dell’entroterra.

Una vera sorpresa da conoscere e apprezzare.

Sori e le sue frazioni, tra le mete top del Golfo Paradiso

Una rilassante baia del Golfo Paradiso, nell’incanto della Riviera Ligure di Levante, accoglie Sori, tra le alte scogliere e la costa rocciosa tra la famosa Recco e Pieve Ligure, una meta dove trascorrere piacevoli giornate lontano dalla frenesia delle città e della vita di tutti i giorni, dedicandosi soltanto ad ammirare le vivaci case colorate dei borghi marinari liguri, il volo dei gabbiani e le barche che riposano sulla riva.

Una passeggiata tra le vie, dove arriva il profumo di salsedine, regala vedute uniche sull’abitato, sulla costa che prosegue all’orizzonte, e sulle colline terrazzate e gli uliveti che ospitano le frazioni di Sori, in posizione dominante sul blu, ideali per escursioni e trekking nel cuore della natura:

  • Sant’Apollinare, con chiesa romanica del 1195 con il sagrato da cui si gode di una splendida vista sulla vallata di Sori, la costa a picco sul mare e Punta Chiappa verso il promontorio di Portofino;
  • San Bartolomeo, piccolo nucleo di case sparse attorno alla chiesa del XII secolo;
  • Lago, con la cappella intitolata alla Madonna di Lourdes;
  • Capreno, a mezza costa, con la settecentesca Chiesa di San Pietro ricca di marmi, quadri e affreschi, e un bosco di castagni ideale per rigeneranti camminate;
  • Canepa, con l’abitato che rispecchia la tipica disposizione a schiera delle case genovesi;
  • Teriasca, di probabile origine cinquecentesca, raccolto attorno alla Chiesa di San Lorenzo;
  • Sussisa, di origine rurale, con punti di aggregazione nella Chiesa di San Matteo e nella Società Operaia e Contadina;
  • Levà, borgo di mezza costa con la Chiesa della Provvidenza, risalente al Settecento.

Cosa vedere nel borgo di Sori

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Fonte: iStock

Scorcio della spiaggia di Sori

Già il tragitto pedonale che conduce dalla stazione ferroviaria al cuore del borgo prepara alla meraviglia dell’abitato che si affaccia sulla spiaggia: punti top sono la piazzola panoramica da cui si ammirano il cuore pulsante su cui si staglia l’iconico campanile della Chiesa di Santa Margherita, le colline, il mare e l’orizzonte a perdita d’occhio, e la rossa panchinaViviAmo Sori“.

Scesa la scalinata, ecco poi la meta: la baia con la spiaggia di ghiaia a due passi, la Parrocchiale il cui interno è impreziosito da marmi, stucchi e pregevoli dipinti settecenteschi, e il carruggio principale, Via Sant’Erasmo, ombreggiato da due file di case colorate, sfidante salita che porta in premio altre chicche di Sori: la panoramica piazzetta omonima, l’Oratorio sede di manifestazioni culturali e musicali, e, girato l’angolo, la casa natale di Tommaso Picasso, il bisnonno del celeberrimo pittore.

Scoprire gli angoli caratteristici del borgo marinaro si accompagna al suono delle onde e a soste di puro relax sulla sabbia che ne è parte integrante.

Ma, prima di andare via, vi sono ancora due tappe da includere nel territorio: lungo Via Sauli, il Santuario della Madonna delle Grazie, custode dell’icona della Madonna Nera, e, presso la già citata frazione di Sant’Apollinare, l’omonima chiesa con il suo sagrato da cui la vista lascia davvero senza fiato.

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Il borgo sul Lago di Como con pozze smeraldo (e altalena) e cascata rilassante

Tra i tanti bei borghi che s’affacciano sul Lago di Como, questo è, forse, tra i meno noti. Eppure, Domaso, con le sue case color pastello che si riflettono nelle acque trasparenti non è affatto da meno. Nell’alto Lario occidentale, questo piccolo Comune è formato da un borgo antico in riva al lago e da piccole due frazioni.

Di origine romana e attraversata dalla via Regina, l’antica strada che collegava Como alla Rezia (l’attuale Svizzera) passando per la Valchiavenna, si sviluppò come piccolo borgo di pescatori, con case dai colori vivaci addossate le une alle altre con archi e portici.

Domaso, il villaggio dei pescatori

Ancora oggi il paese è rimasto praticamente tale e quale, con ripidi vicoli acciottolati (detti “strecc”) che dai portici salgono a monte costeggiando case le cui facciate sono rimaste affrescate con gli stemmi di famiglia dell’epoca rinascimentale.

Meritano una visita la chiesa affrescata di San Bartolomeo, costruita nel XVI secolo, e il santuario della Madonna della Neve, eretto nel ‘600 per un voto dei capifamiglia durante la peste. Tra le belle ville che ci sono a Domaso da notare sono Villa Miani, eretta all’inizio dell’800 e appartenuta al generale Miani, conquistatore della Libia e Villa Camilla, costruita dai nobili di Calderara nel ‘600, che oggi è la sede del Municipio, con soffitti affrescati e un bellissimo giardino dove fioriscono diverse varietà di camelie, cedri e conifere.

Da antico villaggio di pescatori, Domaso è diventato, col tempo, il centro più ospitale dell’alto Lago, con tanti campeggi e accoglienza per i turisti, molti stranieri, che si concentrano soprattutto nella stagione estiva. Il lago offre sicuramente tante attività acquatiche, e c’è anche una bella spiaggia dove rilassarsi a prendere il sole.

Le cascate di Domaso e le pozze smeraldine

Ma tra i luoghi imperdibili che ci sono a Domaso, le pozze d’acqua color smeraldo (con tanto di altalena da cui lanciarsi) e le cascate che vi si gettano roboanti. Per raggiungere questo luogo idilliaco, basta seguire il corso del Torrente Livio che parte proprio dal paese e andare verso monte (si consiglia di indossare scarpe con gomma e che si possano bagnare perché in certi punti si cammina proprio dentro l’acqua).

Lungo il torrente, si incontrano diverse cascate artificiali, ai piedi delle quali si sono create delle bellissime pozze d’acqua fresca color smeraldo – grazie al greto di sassi chiari sul fondo – dove si può anche fare il bagno, temperatura esterna permettendo. Alcune pozze sono molto profonde e sono un invito per i più temerari che si possono tuffare dalle rocce. I più fifoni possono invece dondolarsi su un’altalena che è stata collocata proprio su una di queste pozze e lanciarsi da pochi centimetri d’altezza nell’acqua cristallina.

Chi lo desidera, può addentrarsi oltre per trovare una delle cascate più deliziose (e inaspettate) del Lago di Como. Per salire fino a questo punto dal paese bisogna, però, camminare all’incirca tre ore. Ne vale sicuramente la pena.

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Fonte: 123rf

Le cascate di Domaso
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Viaggio a Bali, dove tutti vogliono andare

È una meta sempreverde, una di quelle che è in cima alla lista delle preferenze di tutti. Parliamo di una destinazione che, nonostante sia presa costantemente d’assalto dai turisti, permette di trovare luoghi da sogno in cui stare soli e appartati. Esistono persone che non ci sono mai atterrate e che desiderano andarci per la prima volta, ma anche altre che non vedono l’ora di tornarci perché se ne sono innamorate: qualsiasi sia la situazione, vale sempre la pena fare un viaggio a Bali.

Perché andare a Bali

Le poche righe di introduzione di questo piccolo racconto hanno già specificato alcuni motivi per cui è sempre una buona idea fare un viaggio a Bali. Ma la verità è che non sono le uniche e che, anzi, sono talmente tante che è praticamente possibile scriverle tutti.

Bali è una pazzesca isola dell’Indonesia dove montagne vulcaniche coperte di boschi fanno spazio a tipiche risaie e chilometri di barriera corallina. Bali è anche quel lembo di terra in cui sacro e profano convivono in perfetta armonia, dove i templi sembrano volersi tuffare i mare, e dove la gentilezza e il meraviglioso sorriso delle persone fanno da spalla alle loro graziose e antiche tradizioni.

Bali pullula di bellezza e cultura, ma anche di momenti di pace da ricavarsi nei tanti centri di yoga e di meditazione. E poi il surf, il cibo, i massaggi, le albe, i calar del sole, lo snorkeling, il diving e molto altro ancora. Insomma, è praticamente impossibile non trovare una ragione per salire a bordo di un aereo e volare verso questo luogo che è una sorta di paradiso in terra.

Il monte Agung di Bali

Fonte: iStock

Veduta del maestoso monte Agung

Cosa vedere a Bali

Fare una selezione delle cose da vedere a Bali è dura: l’isola offre talmente tanto che dire che c’è l’imbarazzo della scelta sembra quasi riduttivo.

Ma quel che è certo è che non potete perdervi i suoi vulcani, una sorta di simbolo di questo posto incantato. Ce ne sono diversi, ma noi vi invitiamo a tentare la scalata del monte Agung, uno stratovulcano di 3031 metri di altezza, che è il più elevato dell’isola. Si tratta di una struttura geologica che, grazie alla sua imponenza, è in grado di condizionare il clima delle aree circostanti bloccando le precipitazioni.

Un ruolo importantissimo per lo sviluppo dell’isola, tanto che da molti è ritenuto un vulcano sacro. Proprio per questo motivo, ai suoi piedi è stato edificato il tempio madre di Besakih, il più importante dell’isola, e una serie di tempietti tutti rivolti verso lo stesso maestoso Agung.

Altro vero e proprio simbolo di questo luogo sono le risaie: un viaggio a Bali non si può dire completo se non si è corsi a scoprire le mille sfumature di verde che le caratterizzano.

Le risaie terrazzate sono infatti il paesaggio balinese per eccellenza. Si trovano in tutta l’estensione dell’isola, ma quelle che più di altre lasciano senza parole sono Jatiluwih e Tegallalang, entrambe parte dei Patrimoni dell’Unesco.

Ubud – e ci lasciamo andare a un paragone azzardato – è un po’ la Roma di Bali: tutte le strade portano qui. No, non stiamo scherzando: è il cuore pulsante di quest’isola, anche chiamata isola degli dei. Questa è la città ideale in cui dedicarsi allo yoga, visitare gallerie d’arte, scoprire curiosi negozietti e inebriarsi di deliziosi ristoranti.

E tutto ciò non lo farete in una cornice comune, perché a farvi compagnia ci sarà una natura lussureggiante. Non a caso proprio qui prende vita la Sacra foresta delle scimmie, un luogo dove ponti intrecciati, radici giganti ed enormi draghi di Komodo in pietra fanno da casa a circa 900 simpatici esemplari di scimmie balinesi.

Cosa vedere a Ubud

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Tempio Pura Taman Saraswati a Ubud, Bali

Le meraviglie naturali di Bali non sono finite qui: l’isola è puntellata di fragorose e impressionanti cascate. Tra tutte vogliamo parlarvi della cascata di Gitgit che è la più alta in assoluto. Un potente flusso d’acqua abbracciato dalla foresta pluviale e che le regala i profili di un luogo da fiaba.

Più che affascinante è anche Uluwatu, uno dei luoghi più famosi di Bali. Ma del resto parliamo di un tempio in cima a una scogliera da cui è possibile ammirare numerosi surfisti in azione che si fondono con il magnifico panorama dell’Oceano Indiano.

Riferendoci ancora a luoghi di culto, non può mancare una tappa al tempio di Tirta Empul dove potersi purificare immergendosi nelle piscine dedicate alle abluzioni sacre.

Dove andare al mare a Bali

L’isola degli dei ha molto più da offrire di quello che vi abbiamo raccontato, ma essendo un fazzoletto di terra tropicale è obbligatorio anche fare un bagno nel suo favoloso mare.  Se non siete appassionati di sport acquatici, la vostra tappa dovrebbe essere la Blue Lagoon di Padangbai, una spiaggia di sabbia bianca finissima lambita da un mare color turchese.

Poi ancora la spiaggia di Dreamland, un tappeto di sabbia bianca dominato da scogliere calcaree che sembrano accarezzare la frastagliata costa della zona. Da raggiungere, attraverso 300 scalini, è anche Green Bowl dove venire accolti da sabbia morbida e acqua cristallina, una perla isolata in cui stare a contatto con la natura.

Qual è il periodo ideale per andare a Bali?

E ora passiamo ai fatti: quando conviene organizzare un viaggio a Bali? Partiamo subito col darvi una buonissima notizia: sull’isola degli dei è estate tutto l’anno. Certo, alcuni momenti sono meno piovosi di altri, ma quel che è sicuro è che qui il freddo quasi non esiste.

Ciò che dovete tenere in considerazione nello scegliere il periodo per atterrarci è che ci sono due stagioni ben distinte: quella delle piogge, da novembre a marzo, e quella secca che va dal mese di aprile a quello di ottobre.

Stagione delle piogge, però, non è sinonimo di vacanza impossibile. Quest’isola, infatti, è talmente paradisiaca che è caratterizzata da precipitazioni quasi sempre intense ma brevi. Il rischio che correte è quindi quello di essere baciati dal sole tutti i giorni, anche quando si presenta un temporale.

L’importante è avere sempre con sé una crema solare, tutti i costumi da mare che più vi piacciono, vestiti comodi e traspiranti, qualcosa per ripararvi dal sole e un bell’impermeabile per sicurezza.

Per il resto, è sempre il momento perfetto per fare un viaggio a Bali.

Le risaie terrazzate di Bali

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Risaie terrazzate a Bali
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Franciacorta in Fiore, itinerari alla scoperta di un territorio magico

C’è un bellissimo territorio del nostro Paese che questo fine settimana si veste del suo abito più bello: la Franciacorta. Si tratta di una poetica zona collinare, situata tra Brescia e l’estremità meridionale del Lago d’Iseo, che il 19, 20 e 21 maggio mette in scena un evento che punta a valorizzare e far conoscere il territorio. L’appuntamento in questione si chiama Franciacorta in Fiore e il programma di quest’anno è ricco di meraviglie da scoprire.

Weekend in Franciacorta (e non solo)

Franciacorta in Fiore non è solo l’occasione ideale per partecipare alla prestigiosa rassegna botanica di rose ed erbacee perenni dedicata alla natura e ai sapori del territorio, è anche l’evento perfetto -vista la vicinanza – per andare alla scoperta di Brescia e Bergamo che quest’anno sono le nostre meravigliose Capitali della Cultura.

Ma prima di “sconfinare” in questi due affascinanti capoluoghi italiani, c’è molto da ammirare anche in questa splendida area geografica. I 3 giorni di manifestazione , dal tema “L’acqua che non c’è: a scuola dalle piante”, hanno un fittissimo programma di appuntamenti in cui scoprire vere e proprie perle, alcune delle quali sono visitabili anche a prescindere dall’evento stesso.

Il programma

Franciacorta in Fiore 2023 è completamente allestito nell’affascinante cornice del Borgo Antico di Bornato, in provincia di Brescia, che per l’occasione si addobba di splendide installazioni floreali curate dai migliori florovivaisti locali e nazionali. Tutti i giorni si potrà partecipare a mostre, esposizioni e a molto altro ancora, come per esempio visite guidate in vere e proprie meraviglie italiane.

Il 19 maggio è il giorno perfetto per addentrarsi tra le bellezze del Castello di Bornato, un’elegante struttura dotata di una cerchia di mura merlate in pietra grezza, con torri e contrafforti, fossati e un ponte levatoio, in cui scoprire giardini da sogno, sale affrescate e un’antica cantina in cui degustare un calice di Franciacorta.

Il 20 maggio, invece, è il giorno giusto per dirigersi presso il sito archeologico Antica Pieve San Bartolomeo di Bornato per conoscerne la storia, le indagini e le trasformazioni di uno dei luoghi storici di Cazzago San Martino. Poi ancora una bella passeggiata paesaggistica tra i vigneti delle colline della Franciacorta che non solo prevede una visita ai siti archeologici della Pieve di San Bartolomeo a Bornato, ma anche dell’antica Chiesa di San Vigilio a Monterotondo.

Il 21 maggio, e quindi l’ultimo giorno della manifestazione, è il momento di regalarsi una passeggiata panoramica nella natura Franciacortina. A disposizione c’è infatti un percorso di 6/8 km, e della durata di circa 3 ore , che conduce a stretto contatto con la vera anima di questo territorio.

In questa stessa giornata è anche prevista una visita al borgo di Bornato e ai suoi suggestivi santuari campestri aperti in esclusiva. Si conosceranno santuari dimenticati ma che sono ancora incantevoli luoghi di fede. E poi gli alberi monumentali di Cazzago da ammirare grazie a un’escursione naturalistica in mezzo a fusti centenari.

Franciacorta in fiore.. e dintorni

Franciacorta in fiore nasce anche con lo scopo di valorizzare la terra che la ospita. Per questo motivo l’amministrazione comunale ha coinvolto nel progetto alcune delle realtà più importanti attive sul territorio. A farne parte sono tantissimi comuni della tra cui Adro, Cologne, Gussago, Ospitaletto, Provaglio d’Iseo, Sulzano e molti altri ancora.

Da segnalare, per esempio, sono i Giardini diffusi (dal 10 maggio al 10 giugno 2023) da conoscere a piedi o in bicicletta. Si tratta di giardini disegnati e realizzati da professionisti qualificati, allo scopo di mostrare ai visitatori le nuove tendenze nella progettazione degli spazi verdi. Ciò vuol dire che da queste parti l’armonia tra piante e materiali regala un risultato affascinante ed ecosostenibile.

Sempre dal 10 maggio al 10 giugno si potrà partecipare anche a Balconi e vetrine in fiore, un’iniziativa che prevede la sistemazione di balconi, terrazzi, particolari architettonici, angoli e muri, utilizzando vegetali in vaso o in fioriera, visibili da piazze, vie o altri spazi accessibili al pubblico.

Chi adora camminare, invece, deve necessariamente intraprendere il Sentiero delle Edicole Votive nel territorio di Cazzago San Martino. Un cammino da fare tra alcuni degli elementi più significativi del territorio che prendono vita sia nei centri abitati, sia in campagna.

Insomma, è proprio il momento giusto per andare alla scoperta della Franciacorta.

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Il vecchio mulino sulla Senna offre un paesaggio da cartolina

Siamo spinti a esplorare il mondo da tantissimi motivi: dalle fotografie di viaggio condivise dagli avventurieri, da quelle meravigliose storie che abbiamo ascoltato, ma anche dalla popolarità dei monumenti e dei capolavori architettonici, artistici e naturalistici che si sono trasformati nel simbolo di città e Paesi interi. Eppure, spesso, è proprio all’ombra dei luoghi iconici che si nascondono opere meravigliose destinate a lasciare senza fiato.

Il viaggio che vogliamo fare insieme a voi, oggi, ci porta proprio in uno di questi posti. È a Vernon, nel nord della Francia, che all’improvviso si apre davanti allo sguardo dei visitatori un paesaggio mozzafiato, che evoca ricordi nostalgici e visioni romantiche.

Stiamo parlando de Le Vieux Moulin, il vecchio mulino che si affaccia sulla Senna e che è sopravvissuto ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Noi non abbiamo dubbi: è questa la cartolina di viaggio più bella da scattare e da incorniciare nella mente e nel cuore.

C’era una volta un vecchio mulino

C’era una volta, proprio come nelle più belle favole della buonanotte, un vecchio mulino immerso in un paesaggio da fiaba. Da una parte c’era il fiume che scorreva inesorabilmente, dall’altra un panorama naturale lussureggiante e rigoglioso caratterizzato da infinite sfumature di verde. Oggi quel mulino esiste ancora, e nonostante il tempo, le intemperie e le vicissitudini, preserva ancora il suo suggestivo ed eterno incanto.

Per ammirare questo edificio antico, e incorniciare con gli occhi una delle visioni più romantiche del Paese, dobbiamo recarci in Francia, nel comune di Vernon. Proprio qui, nel dipartimento dell’Eure, nella regione della Normandia, esiste uno dei cinque mulini sopravvissuti ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.

La storia del vecchio mulino, conosciuto come Le Vieux Moulin, affonda le sue radici nel XVI secolo. Fu edificato sulla cima di un antico ponte, costruito per volontà del re Filippo II, e adibito a ospitare edifici per la lavorazione del mais. La struttura divenne inagibile a causa di un’inondazione e nonostante i diversi tentativi di ricostruzione, il suo destino era ormai segnato. Il ponte, infatti, fu distrutto ancora, prima durante la guerra franco prussiana e poi, di nuovo, negli anni della Seconda Guerra Mondiale.

Un destino, questo, che sembrava il medesimo per il vecchio mulino. Eppure, nonostante i bombardamenti, Le Vieux Moulin è riuscito a salvarsi. E per fortuna, aggiungiamo noi, dato che oggi la sua presenza sulla Senna ci regala una delle cartoline di viaggio più suggestive del mondo.

Un panorama da fiaba

Simbolo di resilienza, il vecchio mulino di Vernon è riuscito a sopravvivere al tempo, alle intemperie e anche alla guerra, pur non restando immune rovinosi danneggiamenti. Con gli anni sono stati effettuati alcuni interventi di manutenzione, da parte dei cittadini, per evitare il suo crollo. Oggi Le Vieux Moulin è diventato un vero e proprio simbolo per la città e per il Paese intero.

Basta guardare le fotografie che lo ritraggono per comprenderne i motivi. Romantico, solitario, scalfito dal tempo, ma sempre bellissimo, Le Vieux Moulin caratterizza in maniera univoca e straordinario l’affascinante paesaggio attraversato dalla Senna. L’edificio non è visitabile al suo interno per motivi di sicurezza, ma vi consigliamo comunque di raggiungere la Rue Pierre Bonnard per ammirare da vicino questa sensazionale cartolina di viaggio.

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Le migliori località d’Italia dove andare in vacanza secondo il Washington Post

L’estate è sempre più vicina e, stando alle più accreditate ipotesi, il nostro Paese sarà uno di quelli più frequentati dal turismo nazionale ed estero. Se da un lato è un’ottima notizia, dall’altro sappiamo che in realtà un grande afflusso di viaggiatori è spesso sinonimo di problemi. Per questo motivo il Washington Post, noto giornale statunitense, ha deciso di raccontare quali sono le migliori località da raggiungere durante la bella stagione. C’è anche l’Italia, e con due destinazioni che sono una più bella dell’altra.

Dove viaggiare in Italia questa estate secondo gli stranieri

Gli stranieri, e in particolare gli americani, amano alla follia i poetici paesaggi di Amalfi e l’indiscussa eleganza di Portofino. Tuttavia, secondo il più diffuso e più antico giornale di Washington, non sono queste le mete da prendere in considerazione per l’estate di quest’anno.

Per quale motivo? Secondo gli esperti del settore la stagione più calda del 2023 sarà la più trafficata negli aeroporti degli ultimi decenni. Ciò vuol dire che le persone viaggeranno in massa, e per questo è meglio scegliere luoghi più ampi e che in qualche maniera sono anche più complessi da raggiungere. Partendo da questo presupposto, il quotidiano consiglia una vera e propria perla del nostro Paese che in alcune circostanze è presa meno d’assalto dai turisti americani rispetto alle due mete menzionate sopra: la Sardegna.

Noi italiani lo sappiamo benissimo: la Sardegna è un tesoro a 360 gradi, qualcosa di unico e di cui andiamo tutti fieri. Il problema è che forse alcuni turisti americani sottovalutano il mare dell’isola, così come non sono a conoscenza delle infinite ricchezze storiche e artistiche, dei borghi che sembrano rimasti fermi nel tempo e della natura allo stato puro, quella che conquista l’anima nel profondo e non la molla più. E per questo è giunto il momento, anche per loro, di andarci.

Ma non è solo una delle isole più speciali che esistano a comparire in questa prestigiosa lista. È anche una città, conosciuta per la sua pacatezza e la sua atmosfera magica, che spesso viene messa in secondo piano rispetto a tante altre destinazioni nostrane.

Il capoluogo in questione è la raffinata Torino e il motivo è molto semplice: il Belpaese si appresta a essere in cima alle preferenze dei turisti statunitensi anche per le città d’arte, tanto che si prevede un tutto esaurito anche in mete sempreverdi come Firenze e Roma. Torino, dal canto suo, è splendida e da sola vale il lungo viaggio.

Le altre mete da visitare

Il Washington Post non si ferma qui con i suoi consigli. Suggerisce ulteriori mete in cui evitare la folla in questa bollente estate che sta per arrivare.

È il caso di Buenos Aires, in Argentina, destinazione in cui dirigersi al posto della più frequentata Parigi. Tra le altre cose, questa vivace città del Sudamerica è anche una meta più economica dell’altra perché, a differenza dei voli dagli Stati Unti all’Europa (e viceversa), le tariffe per l’Argentina per quel periodo sono diminuite di quasi il 10% rispetto ai prezzi pre-pandemia.

Inoltre, Buenos Aires è anche un’ottima soluzione per chi cerca di sfuggire al caldo torrido: giugno, luglio e agosto sono i mesi più freschi.

Tra le destinazioni di viaggio più amate dagli statunitensi (e non solo) c’è anche l’eccezionale Grecia. Non a caso il ministro del turismo locale, Vassilis Kikilias, prevede un aumento di arrivi dagli Stati Uniti che va dal 10 al 20% in più rispetto allo scorso anno. Ma secondo il quotidiano, e dobbiamo dire che siamo abbastanza d’accordo anche noi di SiViaggia, c’è un’alternativa molto valida: l’Albania. Anche da queste parti, infatti, non mancano acqua cristallina e prezzi accessibili, così come maestose montagne nell’entroterra e straordinarie città da vedere almeno una volta nella vita.

Incredibile e assolutamente entusiasmante è New York, una città costantemente in movimento e dove un sempre maggiore numero di turisti decide di andare: si prevede che gli hotel aumenteranno i prezzi per far fronte alle numerosissime richieste. Per questo motivo il Washington Post consiglia di andare più a nord, e precisamente a Montreal.

Si tratta della seconda città più popolosa del Canada che non ha assolutamente niente da invidiare alla ben più nota Grande Mela.

Infine, tra le mete più amate dagli statunitensi nel loro territorio c’è Las Vegas che, in estate, è più rovente che mai. Senza ombra di dubbio è un posto di quelli che difficilmente si possono trovare altrove, ma la buona notizia è che nelle vicinanze della Capitale del Nevada c’è un luogo che può assolutamente soddisfare aspettativa di questo tipo.

Si tratta di Laughlin, una cittadina che conta poco più di 7mila abitanti, che pullula di casinò, ristoranti, e locali notturni, ma anche di tante possibilità per fare attività all’aperto come la pesca, il kayak e l’escursionismo.

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Le lucciole tornano a illuminare la notte: ecco dove e quando ammirare lo show

C’è qualcosa di magico che accade intorno a noi nel periodo a cavallo tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. E no, non ci riferiamo solo al profumo inebriante della salsedine, al sole che riscalda la pelle, alle notti dedicate ai desideri e ai panorami mozzafiato che si aprono a ogni passo e si perdono all’infinito. Con l’arrivo della bella stagione, infatti, tornano anche le lucciolate, esperienze magiche e incantate che tutti dovremmo vivere almeno una volta nella vita.

A partire dalla fine di maggio, e per tutto il mese di giugno, i viaggiatori possono trovare nella presenza delle lucciole – in diverse parti del mondo – una vera e propria motivazione per mettersi in cammino e per raggiungere tutti quei luoghi dove va in scena lo spettacolo.

Vi anticipiamo, però, che non è necessario attraversare il globo per toccare con mano quella che è un’atmosfera unica e a tratti fiabesca. In Italia, infatti, sta per essere inaugurata una manifestazione dedicata proprio alle lucciole che tornano a illuminare la notte. Ecco dove e quando ammirare questo incredibile show.

Come in una fiaba: lo spettacolo notturno delle lucciole

È uno spettacolo unico, suggestivo e magico, quello portato in scena dalle lucciole, che non si può descrivere ma solo vivere. Questi minuscoli insetti coleotteri appartenenti alla famiglia delle Lampyridae, quando sono in fase di corteggiamento, emettono una luce più o meno intensa capace di illuminare anche la notte più nera. Quando poi ci si trova davanti a folti gruppi di lucciole, poi, la visione diventa sensazionale.

Sono diversi i luoghi dove trovare questi insetti, molti dei quali si trovano proprio nel nostro Paese. Proprio per facilitare la visione, e per permettere a cittadini e viaggiatori di avere un accesso privilegiato a questa esperienza, la Fondazione Patrimonio Ca’ Grande ha pensato di organizzare un calendario di ben 7 appuntamenti dedicati alla magia delle lucciole.

La manifestazione, che prende il nome di Festa delle Lucciole, sarà inaugurata a fine maggio presso l’Oasi Ca’ Granda, un’oasi rurale urbana situata a due passi dal centro di Milano. Proprio qui, in questo piccolo paradiso green, le lucciole si riuniscono, trasformando questa zona di campagna nel palcoscenico del loro spettacolo più suggestivo.

Lucciolate a due passi da Milano: ecco gli appuntamenti imperdibili

Come abbiamo anticipato, le lucciole hanno trovato nell’area rurale di Ca’ Granda – e in molti territorio limitrofi – il loro habitat ideale. Ed è proprio qui che sarà possibile prendere parte alle passeggiate notturne che permetteranno a viaggiatori e cittadini di immergersi nella natura e di prendere parte alle attività di conservazione degli habitat delle lucciole e di tantissime altre specie animali.

Le Lucciolate saranno inaugurate il 25 maggio con la Festa delle lucciole in Cascina Caiella, a circa 20 chilometri da Milano. Gli appuntamenti proseguiranno poi fino alla metà di giugno, e coinvolgeranno la Cascina al Moriano, a Bereguardo, la Cascina Selva, a Ozzero, Morimondo e il Parco Ittico Paradiso. Il calendario completo è disponibile sul sito ufficiale dell’Oasi Ca’ Grande. Non vi resta che scegliere una data e prepararvi a vivere una notte incantata e indimenticabile.

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Il villaggio, a due passi da Cannes, tanto amato dal cinema

Quando si spengono le luci della ribalta, che illuminano la Croisette di Cannes durante il Festival del cinema, uno dei più grandi eventi mondani al mondo, che si svolge a maggio sulla Costa Azzurra, registi, attori, attrici, starlette e magnati del mondo del cinema internazionale se ne vanno, ma alcuni non molto lontano.

A due passi da Cannes, c’è un delizioso villaggio di cui molte celebrity si sono innamorate nel corso degli anni, tanto da aver scelto di trascorrervi le loro vacanze se non addirittura di andarci a vivere, tra un ciack e l’altro.

Stiamo parlando del villaggio di St Paul de Vence, già rifugio di molti artisti, pittori e scultori che qui hanno trovato la pace e l’ispirazione per poter creare molto delle opere che ancora oggi rendono questo luogo unico.

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Passeggiata lungo le mura di St Paul de Vence

St Paul de Vence, il villaggio amato dalle celeb

Il registra francese Jacques Prévert lo scoprì negli Anni ’40. Qui si rifugiò a scrivere la stesura di alcuni sui celebri film che vennero poi girati negli studi cinematografici Victorine di Nizza. Ma qui scrisse anche i testi della famosa canzone di Yves Montand “Le feuilles mortes”. Era il 1947, anno della prima edizione del Festival di Cannes.

Ed è proprio a Saint-Paul de Vence che nacque l’idillio tra Yves Montand e l’attrice francese Simone Signoret. La prima volta che s’incontrarono fu alla Colombe d’Or, un bellissimo ristorante ricavato in un antico edificio in pietra, e fu nel Municipio del villaggio che s’unirono in matrimonio nel ‘51.

La famiglia che gestisce il locale da decenni ha conosciuto tutti i personaggi che sono passati di qui, da Pablo Picasso ad Henri Matisse, da Georges Braque a Marc Changall, che scelse di essere sepolto proprio nel piccolo cimitero cittadino alla fine di rue Grande, e molti altri che ancora oggi lo frequentano (e che per questione di privacy non possiamo nominare).

Qui venivano artisti e poeti fin dagli Anni ’20, non soltanto per mangiare ma vi soggiornavano, visto che è anche un albergo. Negli Anni ’40 era già 2the place to be”, dove le star del cinema amavano ritrovarsi. Durante le tante edizioni del Festival di Cannes, ma anche durante le riprese dei film ambientati sulla Costa Azzurra, molti attori, registi e produttori preferivano rifugiarsi in questo angolino tranquillo lontano dalla folla e dalla confusione.

Segretamente custodito tra le sue antiche mura, il villaggio è stato molte volte il set di produzioni. Sono stati tantissimi anche gli spot Tv che sono stati girati a St Paul. Tra questi, quello di una bibita con protagonista nientemeno che Richard Gere ambientato nel bar nella place de la Grande Fontaine, quello di una birra, di un’auto sportiva, solo per citarne alcuni.

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Uno degli scorci più famosi di St Paul de Vence

E proprio il Café de la Place, davanti alla quale si trova il grande campo di bocce – a St Paul, come in tanti altri villaggi del Sud della Francia, il “jeu de boules” è un must -, ha fatto da sfondo a tanti incontri vip. Yves Montand amava giocare a bocce, così come anche l’amico attore e lottatore italiano Lino Ventura. E, se vi capita di andarci, buttate l’occhio perché non si sa mai chi potreste incontrare.

St Paul de Vence, un borgo da amare

La piazza e il café sono proprio all’esterno delle alte mura che racchiudono da secoli il villaggio di St Paul de Vence e, d’estate, sono sempre strapiene di turisti che vengono numerosi a visitarlo. Di borghi sulle alture della Costa Azzurra ce ne sono tantissimi, ma questo ha davvero qualcosa di speciale che fa sì che tutti lo adorino.

C’è un unico accesso alla cittadina, la Porta Royale. Ancora oggi si trova il cannone Lacan posto a difesa della città. Sempre a protezione del borgo vi era l’antico castello, del quale oggi rimane solo l’alta torre, chiamata il Donjon, ora sede del Municipio.

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Il borgo fortificato di St Paul de Vence visto dall’alto

Sulla stessa piazza del Donjon si trova la chiesa Collegiale costruita nel XIII secolo e rifatta nel Settecento. Degna di nota per i suoi affreschi, i mosaici e le sculture in stile moderno, come l’altare a forma di mano, è la Cappella dei Penitenti Bianchi, conosciuta anche come Cappella Folon, in quanto fu progettata dall’artista belga Jean-Michel Folon. Simbolo della città è anche la fontana costruita nel 1850 e divenuta oggi un monumento storico. Ancora oggi è il punto di incontro non solo per gli abitanti ma anche per gli artisti e i personaggi famosi che visitano il borgo.

St Paul è un borgo ricco di opere d’arte e di artigianato locale, spesso esposti in gallerie d’arte lungo il centro storico perfettamente conservato nel tempo. Con i suoi vicoli stretti, i fiori alle finestre, le deliziose boutique e i piccoli bistrot tipici è perfetto per una vacanza romantica all’insegna del relax, dell’arte e della tranquillità.

 

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La misteriosa necropoli bosniaca che incanta il mondo

La Bosnia ed Erzegovina, un territorio immerso nella natura dei Balcani, è un Paese che pullula di straordinarie città antiche, mare cristallino che bagna spiagge paradisiache e maestose cime incontaminate. Non mancano di certo le campagne, che anzi costudiscono un vero e proprio simbolo di questa terra: delle particolari lapidi che incantano il mondo.

La necropoli di Radimlja

La misteriosa necropoli bosniaca di cui vi vogliamo parlare si chiama Radimlja e si trova nei pressi di Stolac, la città più antica di tutto il Paese. Proprio qui sorgono ben 133 (c’è chi dice 135) particolari lapidi medievali disposte in diverse file. Guardandole si notano alcuni motivi geometrici, lune e stelle magistralmente incise su pietre bianche. Si tratta perciò di monumenti che custodiscono non solo quel che resta dei corpi di anime che un tempo hanno abitato questo mondo, ma anche centinaia di anni di storia di questo Paese.

Sono chiamate stećci e sono delle pietre tombali monolitiche che oggi rappresentano i monumenti più riconoscibili e, allo stesso tempo, enigmatici della Bosnia ed Erzegovina. In questa precisa necropoli ce ne sono poco più di un centinaio, ma in realtà in tutta l’estensione del Paese se ne contano più o meno 60.000.

Da secoli colpiscono storici e viaggiatori, ma al contempo sono anche simbolo di orgoglio nazionale e identità tra la popolazione multietnica della Bosnia.

Necropoli di Radimlja

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Alcune tombe della necropoli di Radimlja

La storia degli stećci

I primi stećci, che è giusto specificare che sono presenti anche in alcune zone delle odierne Croazia, Montenegro e Serbia, sono iniziati a comparire su prati e colline verdi nel corso dell’XI secolo. Hanno poi raggiunto la massima diffusione nel XIV e XV secolo, prima di scomparire del tutto sotto la dominazione ottomana.

La loro origine è incerta: c’è chi sostiene che siano state edificate dei valacchi, ovvero i discendenti delle popolazioni che furono romanizzate tra il primo e il sesto secolo nei Balcani e nel bacino del basso Danubio, mentre altri ritengono che facciano riferimento a una tradizione della chiesa bosniaca per fedeli, sia cattolici che ortodossi.

Pochissime certezze si hanno anche sui defunti che vi si seppellivano e sul significato dei messaggi simbolici incisi su queste misteriose pietre sepolcrali. Quel che è certo è che ci sono anche rappresentazioni della vita bosniaca durante il periodo di riferimento, quindi il Medioevo.

Alcuni di questi stećci mostrano iscrizioni in cirillico contenenti informazioni sul defunto, così come osservazioni filosofiche. Inoltre, data l’importanza del loro significato storico e culturale, gli stećci sono stati iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco per il loro “eccezionale valore universale”.

Caratteristiche

Presso la necropoli di Radimlja, al momento attuale, si contano ben nove tipi diversi di stećci: 36 lastre, 1 lastra con piedistallo, 27 cassapanche, 24 cassapanche con piedistallo, 4 cassapanche alte, 5 cassapanche alte con piedistallo, 2 sarcofagi, 31 sarcofagi con piedistallo e 3 cruciformi.

Mentre nelle vicinanze di questo antico cimitero sono presenti anche alcuni tumuli illirici che stanno ad indicare che, molto probabilmente, questo luogo venisse utilizzato già da tempi remoti come eterna dimora per i morti. Una tradizione che è stata poi continuata, tanto che alcuni scavi condotti negli anni ’60 hanno rivelato altre tombe a una profondità di 120–135 centimetri. Le analisi effettuate sui corpi hanno invece fatto emergere che erano persone piuttosto alte e con un torace ben sviluppato.

Quasi la metà delle pietre è ancora – e per fortuna – decorata. Gli ornamenti utilizzati includono linee curve con trifoglio, zigzag plastici, cerchi radiali, rosette, raffigurazioni di cerchi plastici, grappoli, aste a forma di lettera T e curve a spirale.

Le rappresentazioni figurative possono invece essere suddivise in quelle di figure maschili, con la mano destra alzata, e scene di caccia, tornei cavallereschi ed elementi di idee pagane e cristiane.

Tra le altre cose, queste misteriose lapidi sono fatte di pietra calcare bianca come il latte tagliata dalla collina di Ošanići, che è stata poi affilata a trasferita nella necropoli per i lavori finali e per inserire le varie decorazioni del caso.

Radimlja, decorazioni lapidi

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Dettagli delle lapidi di Radimlja

Le altre necropoli

La necropoli di Radimlja è senza ombra di dubbio quella meglio conservata di tutto il Paese grazie alle sue lapidi decorate risalenti al 1480. Ma la verità è che nelle campagne bosniache sono presenti altri interessanti stećci. È il caso della necropoli di Boljuni che, nei fatti, ne conserva persino di più: ben 274.

Poi ancora a 100 chilometri verso nord, negli emozionanti altopiani del Parco naturale di Blidinje e nel lago alpino di Blidinje, c’è la necropoli di Dugo polje che conta approssimativamente 150 pietre tombali.

Cosa vedere a Stolac

Visitare gli stećci è anche un’ottima occasione per conoscere la città di Stolac. Come vi accennavamo in precedenza, è la più antica di tutta la Bosnia ed Erzegovina tanto che mostra tracce di popolamento di ben 15.000 anni fa. Ciò vuol dire che non mancano di certo i siti archeologici e di interesse storico e culturale da scoprire, oltre all’affascinante necropoli di Radimlja.

Nella Grotta di Badanji, per esempio, sono presenti incisioni rupestri che sono databili tra 12.000 e 16.000 anni a.C., mentre in località Ošanići vengono ancora conservati i resti della cittadella di Daorson, un sito archeologico preistorico che risale al III secolo a.C., dove sopravvivono antichi edifici, statue e sculture in pietra e anche un’area sacra.

Ma andando più in profondità, si scopre che a Stolac vale la pena visitare il Monastero di Blagaj – situato a soli 3 chilometri a sud della città – che è uno dei complessi religiosi più antichi e meglio conservati di tutto il Paese. È stato costruito nel XVI secolo ed è circondato da una natura rigogliosa che regala al visitatore un panorama più che emozionante.

C’è poi il Lago Radimlja, un bacino d’acqua di origine glaciale, dove per merito della ricca vegetazione è possibile dedicarsi al relax, un magnifico ambiente dove regna un’atmosfera pregna di pace e tranquillità.

Infine la Grotta di Vjetrenica che è una delle più grandi grotte carsiche della Bosnia ed Erzegovina, ma anche la più ricca di biodiversità sotterranea al mondo.

Tutto questo senza dimenticare che Stolac è un importante centro culturale che vanta numerosi edifici storici e monumenti, così come è un centro commerciale pieno di negozi, bar e ristoranti. Infine, questa deliziosa città bosniaca è anche patria di un bellissimo paesaggio naturale impreziosito da alcune delle più suggestive spiagge della zona.

Non resta che organizzare un viaggio in Bosnia ed Erzegovina alla scoperta della necropoli di Radimlja e dei suoi eccezionali dintorni.

Stolac, cosa vedere

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Veduta di Stolac
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Questa fioritura sta tingendo di viola le praterie: è spettacolare

Prima di salutare la primavera, e dare il benvenuto alla stagione più attesa dell’anno, ci sono ancora molte cose da fare e da vedere, tanti viaggi da organizzare. Nonostante, infatti, la natura abbia già sancito il suo risveglio, regalandoci alcune delle visioni più belle di sempre, in alcune parti del mondo lo spettacolo è ancora in corso.

Se volete approfittare di questo momento per fare il pieno di natura e di bellezza, allora, dobbiamo dirvi che esiste un luogo dall’altra parte del globo, dove proprio in questo momento Madre Natura sta tirando i fili di uno show grandioso.

Per ammirarlo dobbiamo raggiungere l’Idaho, lo stato situato nella parte nord-occidentale degli Stati Uniti d’America celebre per il suo paesaggio montuoso e per la rigogliosa natura. Proprio qui, in questi giorni, un mare di gigli di Camas sta tingendo di viola le praterie. Lo spettacolo è straordinario.

La grande fioritura del giglio di Camas

Il nostro viaggio di oggi ci conduce nell’Idaho meridionale, proprio dove sorge una delle più suggestive praterie di Camas, un luogo tanto caro ai nativi americani proprio per la presenza dell’omonimo fiore. Ci troviamo nella Camas Prairie Centennial Marsh Wildlife Management Area, una grande prateria che si snoda su un territorio di oltre 3000 acri situata nella contea di Camas che sta per ospitare una delle più incredibili fioriture dell’anno, quella del giglio viola.

Il giglio di Camas è una pianta erbacea robusta che presenta un bulbo commestibile, motivo per il quale è sempre stata considerata un’importante fonte di cibo per tutti i popoli indigeni americani. Legato direttamente alla storia del territorio, e alle tribù che lo hanno popolato per migliaia di anni, oggi questo esemplare è diventato una vera e propria attrazione turistica che rende l’esperienza di viaggio magica.

I gigli di Camas, infatti, sono in fiore. Lo spettacolo che si apre davanti agli occhi di chi guarda regala la sensazione di trovarsi davanti a un mare viola che si estende e si perde nel paesaggio verde smeraldo che caratterizza la Prateria di Camas. A fare da sfondo alla visione, ci sono le melodie riprodotte dalla natura, da una parte gli uccelli canterini e le anatre, dall’altra il gorgoglio intenso e delicato dei ruscelli. Sembra davvero di essere al cospetto di un piccolo paradiso terrestre.

La prateria che diventa un mare viola

Raggiungere l’Idaho in questo periodo, e visitare la Camas Prairie Centennial Marsh Wildlife Management Area, è davvero un’esperienza magica da vivere almeno una volta nella vita. Proprio in occasione della massima fioritura di questi esemplari, che avviene durante le prime settimane di giugno, viene organizzato il Camas Lily Festival, una manifestazione che ha radici storiche e culturali.

A giugno, infatti, la fioritura sarà festeggiata dai membri delle tribù locali con danze e cerimonie antiche e moderne. Si tratta di un’esperienza davvero unica che consentirà ai viaggiatori di toccare con mano la storia dei nativi americani e celebrarla insieme a loro.

Durante l’evento, che si terrà in occasione del primo weekend di giugno, tutti gli abitanti della Contea di Camas, e i viaggiatori che si trovano nel territorio, sono invitati a partecipare. Canti, balli, storie e festeggiamenti faranno da sfondo a una visione naturale spettacolare e imperdibile.