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Puoi passeggiare tra torri naturali che sfiorano il cielo

Esistono luoghi che sono così straordinariamente belli che non si possono descrivere, ma solo vivere. Posti che sono stati sapientemente plasmati da Madre Natura, che sono sopravvissuti al tempo, ai secoli e alle intemperie, e che si sono trasformati in veri e propri capolavori visivi destinati a lasciare senza fiato.

Il Parco Nazionale Torres del Paine è uno di questi. Si tratta di un’area protetta, dichiarata dall’Unesco come riserva della biosfera e candidata anche alla lista del Patrimonio dell’Umanità, che ospita alcune delle più affascinanti visioni del pianeta. Non è un caso che molti viaggiatori abbiano identificato nel parco l’ottava meraviglia del mondo naturale.

Proprio qui, infatti, si ergono maestose e suggestive le Torres del Paine, una serie di enormi monoliti in granito che si innalzano ad altezze vertiginose. Principali attrazioni turistiche del parco, questi monumenti regalano ai viaggiatori un’esperienza unica, quella di passeggiare tra torri naturali che sfiorano il cielo. Pronti a partire?

Benvenuti nel Parco Nazionale Torres del Paine

La nostra esperienza di viaggio comincia qui, tra le straordinarie bellezze naturalistiche che si snodano all’interno del Parco Nazionale Torres del Paine. Area protetta del Cile, questo sito è considerato uno dei più grandi e importanti del Paese, nonché la terza attrazione turistica più visitata.

Sono molte, infatti, le persone provenienti da ogni parte del globo che affrontano questo viaggio lunghissimo per ammirare il grande patrimonio naturalistico del parco.

Per visitarlo dobbiamo recarci tra le terra della Regione di Magellano e dell’Antartide Cilena. Proprio qui, a circa 112 chilometri da Puerto Natales e a poco più di 400 chilometri da Punta Arenas, possiamo scoprire ed esplorare il bellissimo e suggestivo Parco Nazionale Torres del Paine.

Una visita al suo interno permette di scoprire una moltitudine di paesaggi naturali, variegati, immensi e straordinari. Ci sono le montagne, tra le quali spicca il grande complesso del Cerro Paine le cui cime arrivano a toccare anche i 3.000 metri di altitudine. Ci sono anche le grandi vallate, che si alternano ai fiumi, ai laghi e ai ghiacciai.

L’attrazione principale del Parco Nazionale Torres del Paine, però, è quella suggerita dal nome stesso del sito. Stiamo parlando delle Torres del Paine, un agglomerato di grandi monoliti di granito che si sono formati secoli fa e che sono stati plasmati, ed erosi, dall’acqua, dal ghiaccio e dal vento.

Si tratta di veri e propri monumenti naturali che svettano verso il cielo, fino a sfiorarlo, e che regalano ai visitatori la possibilità di intraprendere passeggiate suggestive e indimenticabili tra torri rocciose che raggiungono le nuvole.

Una passeggiata tra le torri che sfiorano il cielo

Come abbiamo anticipato i monoliti di granito che compongono il gruppo delle torri rappresentano l’attrazione principale del Parco Nazionale Torres del Paine.

Una volta giunti fin qui, i viaggiatori potranno ammirare tutta la grandiosità di Madre Natura che raggiunge la sua massima espressione proprio in quelle altezze mozzafiato. Fanno parte delle Torres del Paine la Torre Central, un massiccio che arriva a misurare 2800 metri di altezza, la Torre Norte e la Torre Surf.

Intorno a questi monumenti naturali, poi, si snoda un paesaggio mozzafiato tutto da scoprire. I ghiacciai da una parte e le vallate dall’altra regalano scorci suggestivi e indimenticabili. Aguzzate bene la vista perché nel parco è possibile incontrare diversi esemplari di fauna selvatica.

Qui, infatti, vivono i puma, le volpi grigie e i nandù, l’orso dagli occhiali, l’unico esemplare sudamericano, e il piccolo gatto selvatico. Nel parco sono presenti anche i fenicotteri cileni e il condor delle Ande.

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È quasi estate, ma il caos passaporti non è stato risolto

Primavera inoltrata, tempo di pensare alle vacanze estive: moltissimi italiani vorrebbero andare all’estero – o hanno persino già organizzato il viaggio nei minimi dettagli -, ma il problema dei passaporti non sembra ancora aver trovato soluzione. Questo significa che saranno molti i turisti costretti a rinunciare alle tanto agognate vacanze, o quantomeno a ripiegare su una meta più vicina a casa, per la quale non c’è bisogno di particolari documenti di viaggio. Cerchiamo di capire come stanno le cose.

Da dove nasce il caos passaporti

Ormai da alcuni mesi, prenotare un appuntamento in questura per poter ottenere il passaporto è diventata una vera impresa: ci sono tempi d’attesa lunghissimi (in alcuni casi si arriva addirittura alla primavera del 2024), soprattutto nelle grandi città del nord Italia, probabilmente a causa di un ampio volume di viaggi business. Come si è arrivati a questo punto? La scorsa estate, la ripresa del settore turistico ha spinto moltissime persone a concedersi finalmente una vacanza. E se nel primo anno di riapertura delle frontiere in tanti hanno preferito rimanere in Italia (o quantomeno in Europa), adesso c’è chi freme per tornare alla scoperta del mondo.

Per poter viaggiare al di fuori dei confini dell’Unione Europea, bisogna essere in possesso del passaporto. Ecco dunque che, con il nuovo slancio nel mondo dei viaggi, la richiesta per poter ottenere il documento è cresciuta tantissimo. A ciò si aggiungono le richieste di rinnovo dei passaporti ormai scaduti durante il periodo Covid – in quei mesi, praticamente nessuno si è preoccupato di prendere appuntamento in questura, visto che non ci si poteva spostare dal nostro Paese. Il risultato? Tantissime richieste che si sono accumulate negli uffici addetti al rilascio del documento di viaggio.

Qual è la situazione in Italia?

Con i lunghissimi tempi di attesa per ottenere il passaporto, l’estate sembra essere a rischio. È questo l’allarme lanciato da Gianni Rebecchi, presidente di Assoviaggi, intervistato su Radio 24. “Quello che dovrebbe essere un diritto sancito dalla Costituzione – ovvero la libertà di movimento – viene di fatto negato in molte regioni. In Europa si è tornati a viaggiare e il tempo medio per il rilascio del documento è di tre settimane. In Italia non è così” – ha affermato Rebecchi. Diverse le soluzioni portate in campo per far fronte a questo problema: l’implementazione del personale, le aperture straordinarie e i click day hanno offerto qualche spiraglio, ma non hanno risolto la soluzione.

C’è in realtà un’opzione che sembra essere stata relegata in un angolino. “Esiste una circolare del Ministero dove è chiaramente indicato il turismo fra i motivi d’urgenza, necessario e sufficiente per il rilascio immediato – o al massimo nell’arco di 3 giorni – presentandosi in questura senza appuntamento” – ha spiegato Enrica Montanucci, presidente di Maavi. Cosa si intende per urgenza? Bisogna chiedere il passaporto entro i 20 giorni prima della partenza, con biglietto aereo o certificato di viaggio a testimoniare la data. Se ci si presenta in questura mesi prima, si viene semplicemente invitati a prendere appuntamento.

Non tutti sono però d’accordo su questo allarme. È il caso di Giuseppe Ciminnisi, presidente di Fiavet, secondo cui il caos passaporti è ormai un problema risolto. “Al momento, la media dei tempi di rilascio dei passaporti dei clienti che devono partire è intorno ai 25-30 giorni, niente a che vedere con i problemi di fine anno. Vorrei invece segnalare un dato, segnalatomi da diverse questure fra le quali quella di Firenze. Nei primi tre mesi del 2023, questa questura aveva in custodia più di 500 passaporti, rilasciati e mai ritirati”.

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È ripartito il Treno delle Ville Pontificie, l’esperienza da vivere

Insieme alla bella stagione torna il Treno delle Ville Pontificie che accompagna i visitatori in un tour straordinario e unico nel suo genere. Un viaggio tra i capolavori dell’arte, architetture magnifiche e storia, che dai Musei Vaticani conduce i passeggeri fino alle splendide Ville Pontificie di Castel Gandolfo.

L’itinerario del Treno delle Ville Pontificie

Ogni sabato, fino al 4 novembre 2023, la ‘freccia del Papa’ – così è stato ribattezzato questo treno moderno, confortevole ed elettrico – accompagna turisti e curiosi alla scoperta di affascinanti luoghi del Vaticano, partendo dall’antica Stazione Vaticana.

L’itinerario che consente di vivere luoghi ricchi di cultura e di storia ha inizio a bordo dello speciale treno alle 8 la mattina, permettendo un accesso privilegiato con audioguida alla Cappella Sistina e alle sale interne, e continuando nei magnifici Giardini Vaticani, tra i giardini italiani che valgono un viaggio.

Alle 11, il treno prosegue dal Vaticano in direzione Albano Laziale, per poi spostarsi con una navetta dedicata verso le meraviglie botaniche e architettoniche della Residenza Pontificia di Castel Gandolfo. Oltre ad avere la possibilità di attraversare Roma evitando di rimanere imbottigliati nel traffico, questa esperienza porta alla scoperta di un patrimonio immenso e sempre sorprendente.

Il treno fu costruito per volere di Papa Pio IX nel 1867, che desiderava un mezzo di trasporto più comodo e veloce rispetto alla tradizionale carrozza trainata da cavalli. Allora, aveva una carrozza per il Papa e una per gli ospiti, poteva trasportare fino a 300 persone e compiva un tragitto di circa 20 chilometri, dalla stazione di Roma San Giovanni alla stazione di Castel Gandolfo.

Giardini e architetture della residenza estiva del Papa

I Giardini Pontifici e le meraviglie della residenza estiva del Papa a Castel Gandolfo, inserito tra i Borghi più Belli d’Italia, si trovano a pochi chilometri da Roma e le sue attrazioni. Per anni, sono stati un tesoro nascosto, visibile solo a pochi. Ora, grazie alla collaborazione tra i Musei Vaticani e le Ferrovie dello Stato si può finalmente accedere a questo scrigno di bellezze, che si estende dal Palazzo Apostolico fino alle porte di Albano Laziale, costituendo le cosiddette Ville Pontificie.

Si giugne ai Giardini di Castel Gandolfo entrando dal cancello di Villa Barberini. Da qui, inizia il lungo percorso attraverso la grande proprietà pontificia, 55 ettari che si snodano in uno scenario naturalistico diviso tra siepi di bosso, perfettamente geometriche, giardini all’italiana e gallerie di lecci datate oltre 400 anni fa, che conducono fino al teatro e alla limonaia di Villa Cybo. Dal Giardino della Magnolia si percorre il viale delle Rose, il viale delle Erbe aromatiche e il viale dei Cipressi per arrivare infine al Giardino del Belvedere, con uno splendido panorama del paesaggio circostante.

Più di 30 Papi si sono rilassati in questa residenza dalla fine del Cinquecento quando il Pontificio diventò proprietario dell’area. Il giardino è ricco di statue, marmi e fontane di grande pregio, una vera festa per gli occhi. Le rare bellezze e ricchezze del “secondo Vaticano”, così come viene definita  la residenza estiva dei Papi, sono state messe a disposizione della collettività nel 2014 da Papa Francesco, che ha fortemente voluto l’apertura al pubblico delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo, del Palazzo Apostolico e dei suoi rigogliosi giardini.

Chi desidera partecipare a questo tour eccezionale, può acquistare il biglietto “Vaticano in Treno”, che comprende oltre al viaggio anche l’ingresso agli spazi museali del Palazzo Apostolico, sul sito dei Musei Vaticani.

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Il “triangolo storico”, la culla degli Stati Uniti d’America

Questo è un viaggio nel cuore degli Stati Uniti, là dove tutto è cominciato. Quello che abbiamo percorso e che vi proponiamo nello Stato della Virginia, sulla East Coast, è un itinerario alla scoperta di luoghi ancora poco noti ai turisti italiani, che spesso preferiscono frequentare le mete classiche statunitensi e che, invece, siamo certi ne resteranno incredibilmente sorpresi.

La culla degli Usa è conosciuta come “triangolo storico” (“Historic Triangle”), e comprende alcune cittadine dove i primi coloni britannici si stabilirono quando vennero nel Nuovo Mondo, 400 anni or sono.

Si trova all’interno di uno dei parchi nazionali americani, il Colonial National Historical Park. Il “triangolo” comprende tre cittadine che meritano una visita, consentendo di ripercorrere le vicende che hanno reso gli Stati Uniti d’America il Paese che è oggi: Jamestown, Williamsburg e Yorktown. Il “triangolo storico” si trova a poco più di un paio d’ore di auto dalla Capitale, Washington D.C. e sono collegate tra loro dalla strada panoramica chiamata Colonial Parkway. Un insolito road trip da fare in America.

Jamestown, la prima Capitale d’America

È a Jamestown che nacque la prima colonia americana nel XVII secolo. La città, così chiamata in omaggio al re d’Inghilterra James I e affacciata sull’omonimo fiume James, fu anche la prima Capitale della Virginia (oggi è Richmond). La prima spedizione britannica della Compagnia di Londra raggiunse la costa degli Stati Uniti all’altezza di Chesapeake Bay, ma essendo la posizione molto esposta le i marini risalirono il fiume e si fermarono in un punto più protetto, quello che poi divenne Jamestown, appunto.

Tra gli eroi cittadini c’è un “certo” John Smith, un mercenario che ebbe il merito di instaurare ottimi rapporti con i nativi americani, in particolare con un’indiana di nome Pocahontas, la cui storia ha ispirato il celebre cartoon della Disney.

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Fonte: 123rf

Dentro il forte di Jamestown, Virginia

Oggi, la città è stata ricostruita come una sorta di parco a tema e prende il nome di Jamestown Settlement. All’interno, oltre a un grande museo che ospita più di 500 manufatti originali, è stato ricostruito il villaggio indiano della popolazione dei Paspahegh, un forte inglese – James Fort – e il porto con le repliche dei tre velieri che portarono i primi coloni in Virginia nel 1607. Alcuni figuranti fanno rivivere ai visitatori l’esperienza dell’epoca e, come un museo vivente, si può interagire con i personaggi come fossero veri abitanti del luogo, dagli indiani nativi (i primi abitanti di questa zona), ai coloni britannici che li cacciarono agli schiavi portati dall’Africa.

Ogni anno, il 13 maggio si celebra l’anniversario della fondazione di Jamestown, con spari di cannoni, spettacoli in acqua e tantissimi altri eventi.

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Fonte: 123rf

Le repliche di alcuni velieri a Jamestown

Colonial Williamsburg, un museo open air

Williamsburg è considerato, invece, il più grande museo storico vivente. Fu qui che vissero personaggi come Thomas Jefferson, James Monroe e altri iniziarono a costituire gli Stati Uniti d’America. Fu lei la Capitale a partire dal 1699.

Fonte: @courtesy of Virginia Tourism Corporation

Il palazzo del Governatore nella Colonial Williamsburg, nello Stato della Virginia

Ancora oggi, nel quartiere più antico, Colonial Williamsburg, è come fare un salto indietro nel tempo. Le antiche case di legno o di mattoni rossi costruite tra il ’600 e il ‘700 erano quelle abitate dai primi coloni e ancora oggi figurati in costumi dell’epoca, ma anche gente normale che ama indossare gli abiti tradizionali, si aggirano per le strade come fossero ancora nel 1600.

Sono circa 300 gli edifici storici dalla città coloniale, una novantina dei quali ancora originali, mentre altri sono stati restaurati se non addirittura ricostruiti tali e quali grazie ai finanziamenti negli Anni ’60 da parte di John D. Rockefeller Jr. , affacciati su strade ancora sterrate, i cui nomi evocano i personaggi storici come Queen Street, Duke of Gloucester Street (considerata la via più storica d’America), North England Street e via dicendo, attraversate da calessi trainati da cavalli.

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Fonte: 123rf

Gli antichi edifici dell’Historical Williamsburg, Virginia

Alcuni di questi vecchi edifici ospitano bed and breakfast con arredi dell’epoca, per un romantico tuffo nell’età coloniale americana, mentre altri sono taverne e ristoranti. La più famosa è la Christiana Campbell’s Tavern frequentata regolarmente anche da George Washington.

Uno dei momenti più suggestivi per visitare Williamsburg è il periodo natalizio, quando tutto il quartiere storico viene illuminato a festa alla maniera settecentesca e i numerosi negozi che vendono gli oggetti dell’epoca abbondano di ogni curiosità.

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Yorktown e la Guerra d’indipendenza

La cittadina di Yorktown, infine, è quella dove si conclusero le prime lotte per l’Indipendenza e che videro la nascita della nuova Nazione. Del primo abitato storico sono rimaste poche case, alcune appartenenti a privati. È qui che il generale britannico Charles Cornwallis si arrese al generale Washington nel 1781 tanto che questa sconfitta pose termine alla Guerra d’indipendenza americana.

Tra i tour consigliati c’è la visita del campo di battaglia. Ma Yorktown ebbe un ruolo importante anche nella Guerra civile americana in quanto maggior porto per lo scarico dei rifornimenti.

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Fonte: @courtesy of Virginia Tourism Corporation

Il campo di battaglia Yorktown, nella Virginia

A Yorktown si può visitare anche l’American Revolution Museum che racconta proprio la storia della fondazione del Paese. Anche in questo caso, una parte è al chiuso con mostre permanenti, mentre un’altra è all’aperto e mostra la ricostruzione di un accampamento militare e ripercorre le tappe della rivoluzione.

Ogni anno, il 4 luglio, Giorno dell’indipendenza americana, a Yorktown ricorre la Liberty Celebration per ricordare l’anniversario della firma della Dichiarazione d’indipendenza.

La strada panoramica

Le tre città del “triangolo” sono collegate tra loro da una splendida strada panoramica, la Colonial Parkway, un tratto di una delle National Scenic Byway, quelle strade che, per bellezza di panorami naturali o per rilevanza storica, archeologica e culturale, meritano di essere percorse negli Stati Uniti. Ne esistono 184, tra le quali c’è anche la mitica Route 66 (che nel 2026 celebra il suo centesimo anniversario), e questa è una di loro.

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Fonte: courtesy of Virginia Tourism Corporation

Lungo la Colonial Parkway in Virginia

La strada, lunga 37 chilometri e quasi del tutto alberata, e quindi bellissima in ogni stagione – immaginatela con il foliage autunnale – costeggia il James River e lo York River e attraversa ponti di mattoni e tunnel, come quello che passa sotto tutta la Colonial Williamsburg. Dà l’impressione di percorrere una vera strada di epoca coloniale, di quelle attraversate dalle carrozze e dai soldati a cavallo (è vietata ai camion). Alcuni tratti sono addirittura sterrati. Di tanto in tanto s’incontrano info point e punti panoramici dove fare una sosta.

La Colonial Parkway inizia a Jamestown, dove nacque la colonia della Virginia, sulle sponde del fiume James, e passa da Williamsburg per terminare a Yorktown.

Info utili

Per visitare l”Historic Triangle” è possibile acquistare un biglietto unico che consente di accedere a tutti i luoghi. Il biglietto vale sette giorni e permette l’accesso illimitato ai tre siti storici, Colonial Williamsburg compresi i negozi e le case-museo, Jamestown Settlement, l’American Revolution Museum e il campo di battaglia di Yorktown. Per gli appassionati di Stati Uniti, di storia, per una vacanza tra storia e natura, questo è il viaggio perfetto.

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C’è ancora un’altra fioritura da ammirare: sta tingendo il mondo di viola

Ci sono spettacoli della natura che sono davvero ineguagliabili: nulla, neppure l’opera d’arte più prestigiosa, o la performance migliore, riescono a restituire la meraviglia che uno sguardo sul mondo può regalare.

E non è questo uno dei motivi per cui si viaggia? Colmare gli occhi di stupore, accumulare bellezza e scoprire quanto solo la natura riesce a eguagliare sé stessa. Succede, ad esempio, con le fioriture, mete di tantissimi viaggiatori che si spostano nel mondo per ammirare le più belle e sensazionali. Come quella che sta tingendo il mondo di viola, restituendo agli occhi uno spettacolo capace di togliere il fiato e che fa venire voglia di salire sul primo aereo e partire.

La fioritura che tinge il mondo di viola: come ammirarla

Ci sono le albe indimenticabili, i cieli stellati che sembrano una coperta tempestata di diamanti, il mare che si infrange sulle rocce restituendo ogni sfumatura possibile di azzurro e montagne che si stagliano verso l’infinito del cielo. La natura ci offre tantissime suggestioni, ci regala viste che lasciano senza fiato e che diventano cartoline da conservare per sempre nel cassetto più prezioso della nostra memoria.

Ci stupisce anche con le fioriture, che si trasformano in vere e proprie mete di viaggio che ci spingono a esplorare il mondo. E ora provate a chiudere gli occhi e a immaginare una distesa colorata, di un viola intenso e inebriante. Esiste, non è solo un sogno, ma senza dubbio è un’esperienza indimenticabile per gli occhi e per la mente.

La fioritura delle verbene

Fonte: IPA

Le verbene e la fioritura viola

Succede in Cina a Chongqing, una città che si trova nella parte centro meridionale del Paese, dove la fioritura delle verbene incanta grandi e piccini. Del resto, come dargli torto: sembra di immergersi in un mare di viola, di poter passeggiare a stretto contatto con la meraviglia. Ed è proprio in primavera che accade, precisamente nel mese di maggio, in quel periodo durante il quale la natura sprigiona tutta la sua maestosità, quando la vita ritorna a pulsare e ci ricorda che si rinasce, sempre, dalle proprie ceneri.

Così la fioritura delle verbene diventa un momento di profonda e commovente bellezza, che colma gli occhi e che resterà per sempre nella memoria come un ricordo intriso di magia.

Fioriture, le più belle da non perdere

Bianco, rosa, giallo, viola, sono solo alcuni della vasta gamma di colori che ci regalano le fioriture in tutto il mondo. Che, infatti, hanno il pregio di regalarci istanti di assoluta meraviglia e di immersione totale nella bellezza della natura.

Dall’Inghilterra, alla Cina, ma anche in Italia, ci sono luoghi che vale la pena visitare almeno una volta nella vita. Per chi ama il viola e il romantico effetto del glicine, che con i suoi fiori simili a grappoli abbellisce ogni luogo, perché non andare al Jesus College, un collegio appartenente all’Università di Cambridge e situato nella periferia della città? Lì si può ammirare il glicine che si arrampica sulle pareti dell’edificio e che fiorisce da più di un secolo.

Ma anche in Italia ci sono luoghi spettacolari e raggiungibili, magari solo in una manciata di ore, sia per ammirare la bellezza dei glicini sia per godere della vista di altre piante in fiore. E poi come dimenticare la stagione della fioritura dei sakura, i ciliegi giapponesi, che trasforma Tokyo in una città – se possibile – ancora più cosmopolita con turisti da tutto il mondo per ammirarla.

Le immagini più belle ce le regala la natura stessa e le fioriture sono uno di quei piccoli istanti pieni di incanto da conservare per sempre negli occhi. E nel cuore.

Il mondo tinto di viola: la fioritura delle verbene

Fonte: IPA

Il mondo tinto di viola: la fioritura delle verbene
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Il museo di Renzo Piano è stato inaugurato: è un sogno

Le acque scintillanti, le squame dei pesci che riflettono la luce e la storia che sembra riecheggiare nelle forme che ricordano le navi: sono alcune delle suggestioni che regala l’edificio realizzato da Renzo Piano Building Workshop a Istanbul, che ora è diventato uno spazio museale da sogno.

Il nuovo Istanbul Modern si sviluppa su oltre 10.500 metri quadrati ed è pensato per ospitare mostre temporanee, programmi educativi interdisciplinari, proiezioni di film e una vasta collezione d’arte accessibile al pubblico.

Istanbul Modern, riempirsi di meraviglia nello spazio di Renzo Piano

Realizzato nel 2004, l’Istanbul Modern ha cambiato casa e l’ha trovata in uno spazio che colma gli occhi di meraviglia e che porta la firma di uno degli architetti più noti al mondo: Renzo Piano. Una struttura che, come accade spesso con quelle dell’architetto genovese, riesce a inserirsi naturalmente nel contesto e a raccontarlo in maniera straordinaria.

Infatti, se si guarda l’edificio, non possono sfuggire le suggestioni del luogo in cui è stato costruito. Il design prende ispirazione dalle acque del Bosforo, restituendo un gioco di luce che ammalia i visitatori già dall’esterno, mentre il profilo ricorda le navi che per millenni hanno attraccato in questo luogo di confine tra Asia ed Europa. E infine la facciata, che restituisce alla vista il scintillio delle squame dei pesci quando riflettono la luce solare.

In questa struttura, la prima che l’architetto genovese ha realizzato in Türkiye, ha trovato casa l’Istanbul Modern il primo museo di arte moderna e contemporanea del Paese: la sua vasta collezione d’arte copre il periodo che va dal 1945 a oggi grazie a opere di artisti internazionali che riflettono la creatività artistica di Türkiye e hanno svolto un ruolo attivo nella trasformazione globale dell’arte.

Gli esterni muse di Renzo Piano

Fonte: Istanbul Modern, foto Cemal Emden

Il muse di Renzo Piano visto dall’esterno

Il museo di Renzo Piano, alla scoperta degli spazi

Spazi dedicati all’arte, all’incontro, agli eventi: questo è il museo di Renzo Piano. Dopo la meraviglia che regalano gli esterni dell’edificio, che si collocano alla perfezione nel contesto circostante, muoversi al suo interno restituisce la vera vocazione dell’edificio, inteso come spazio polivalente aperto ad arte e incontro.

Al piano terra, che sembra far parte del lungomare grazie alla vista diretta sull’esterno, si trovano la biblioteca del museo, spazi educativi ed eventi, touchscreen digitali, una caffetteria e un negozio. Ad accogliere i visitatori c’è il False Ceiling di Richard Wentworth, una delle iconiche installazioni permanenti dell’ex edificio. E nella scalinata centrale si può ammirare l’installazione site specific in tre parti di Olafur Eliasson: Il tuo viaggio inaspettato.

Al primo piano si trovano la galleria fotografica, la galleria pop-up, gli spazi per eventi, le aule didattiche e il ristorante dell’Istanbul Modern. Da una terrazza all’aperto si può godere di una vista spettacolare sul Bosforo e sulla Penisola Storica.

Al secondo piano, invece, trova la sua collocazione la galleria della collezione permanente del museo e la principale galleria di mostre temporanee. A completare gli spazi un auditorium da 156 posti e una terrazza panoramica che regala ai visitatori una scenografia impareggiabile grazie alla vista a 360 gradi del Bosforo e della città.

La vista dalla terrazza del muse di Renzo Piano

Fonte: Istanbul Modern, foto Cemal Emden

La vista dal muse di Renzo Piano

Il museo di Renzo Piano, dove si trova

La posizione dell’edificio è sensazionale ed è la stessa del suo predecessore: si trova a Karaköy, uno dei quartieri più storici di Istanbul, dove il Bosforo incontra il Corno d’oro. Si affaccia verso il mare, sul Bosforo e sulla Penisola Storica, in quel luogo che per migliaia di anni è stato un crocevia fondamentale che ha unito Istanbul con altri centri di commercio e cultura in tutto il mondo.

Nei pressi dell’edificio si trovano altri punti di interesse, che vale la pena visitare in occasione di una vacanza a Istanbul: la Torre dell’Orologio di Tophane, per esempio, il Complesso Kılıç Ali Paşa di Mimar Sinan, la Fontana di Tophane, la Moschea di Nusretiye e il Padiglione di Tophane.

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Visitare Capri: i luoghi da non perdere

Il nome del poeta cileno Pablo Neruda è indissolubilmente legato all’isola di Procida per merito di un magistrale Massimo Troisi, nel celebre film “Il Postino”. Forse, però, non tutti sanno che dietro alla storia romanzata del grande schermo si cela un vero evento storico; il grande maestro – autore di liriche quali “Non t’amo se non perché t’amo” – infatti, trovò davvero rifugio in una delle isole partenopee. Costretto a fuggire dal Cile, Neruda, visse per un periodo nell’azzurra isola di Capri, che appellò in uno dei suoi componimenti Regina della roccia.

Scopriamo insieme cosa vedere a Capri, piccola perla nell’azzurro del Mar Mediterraneo, dall’indiscusso charme.

Come raggiungere Capri

Prima ancora di pianificare le cose da fare a Capri è lecito domandarsi come arrivare sull’isola. I collegamenti più facili, anche con visita in giornata, sono con Napoli e Sorrento. Numerosi sono le linee di traghetti e aliscafi che permettono di raggiungere l’isola e soprattutto durante i mesi estivi, quelli più trafficati, vengono aggiunte anche altre località come Salerno.

I tempi di viaggio variano da circa quaranta minuti partendo in aliscafo dal Molo Beverello di Napoli, a poco meno di mezz’ora dalla Marina Piccola di Sorrento; si dilungano, però usando il traghetto. Anche i prezzi cambiano ma per fare una stima il viaggio potrebbe costare tra i 20 e i 45 € a persona.
Assolutamente diversa per costi, invece, l’opzione di raggiungere l’isola a mezzo di un tour in barca privata: sicuramente un’esperienza più confortevole e che vi permetterà di entrare nel mood vacanza glamour di Capri.

Visitare Capri in un giorno: piccolo itinerario

Una volta sbarcati al porticciolo della Marina Grande di Capri per raggiungere il cuore pulsante dell’isola si può scegliere se incamminarsi in una bella passeggiata o ricorrere alla funicolare; in alternativa anche i pittoreschi taxi scappottati dell’isola sono un’opzione piacevole!

Il cuore di Capri: la piazzetta

Visitare Capri significa fermarsi a fare un aperitivo nella celebre Piazzetta: il vero cuore dell’isola. Il suo nome è Piazza Umberto I ed è il luogo perfetto per incontrare personaggi famosi, bere un caffè, prendere un gelato o una granita. È dalla piazzetta che partono tutte le viuzze della cittadina, che nascondono boutique alla moda, come nella celebre Via Camerelle.

Anacapri

Ad appena 15 minuti dalla vitale Piazzetta si trova Anacapri, che è il comune più esteso dell’isola. Caratterizzato da viali fioriti di bouganville, è il punto tattico per raggiungere altre attrazioni come Monte Solaro, la Grotta Azzurra e il faro di Punta Carena.

Monte Solaro

Visitare capri in un giorno a piedi è possibile, ma certo impegnativo, e alcuni punti panoramici sono difficilmente raggiungibili: ecco perché per raggiungere il Monte Solaro vi suggeriamo di ricorrere alla funivia se non siete allenati!

La montagna di Capri raggiunge quasi i 600 metri di altezza: il periodo migliore per salirvi è senz’altro la primavera, quando l’aria è tiepida e il profumo di fiori riempie le narici con i glicini e le fresie che ne popolano i sentieri. Arrivati sulla cima, lasciate che i vostri occhi si perdano nel blu del mare sconfinato, scorgendo in lontananza il golfo di Napoli e quello di Salerno.

La grotta azzurra

Forse il luogo più celebre dell’intera isola è proprio lei: la grotta azzurra, ed entrarvi è tra le cose da fare per visitare capri in un giorno! Benché sia raggiungibile via terra da Anacapri, il modo più suggestivo per arrivarvi resta però via mare.

Numerosi sono i tour in barca che vi permetteranno di entrare nel cuore azzurro di questa cavità, nota già ai tempi degli antichi Romani. L’imperatore Tiberio – che sull’isola aveva una grande villa – fece infatti costruire un passaggio diretto dalla villa alla grotta per potervisi recare in tutta tranquillità a fare il bagno!

L’equilibrio della grotta è delicato e l’ingresso è alto appena un metro e per questo vi si può accedere solo con piccole barche: il barcaiolo afferra la catena ancorata alle pareti della caverna e lascia scivolare il piccolo mezzo all’interno, mentre i passeggeri devono mantenersi curvi per non urtare le rocce.
Entrare, però, è davvero un’esperienza indimenticabile: il blu del mare – illuminato dal riflesso della luce – si riflette su tutte le pareti di roccia e sembra esso stesso far propagare la luce argentata dalle sue profondità!

Altre cose da fare a Capri

Non lasciate Capri prima aver fatto una romantica passeggiata ai giardini di Augusto per godere di una vista mozzafiato sui faraglioni: i celebri tre grandi massi rocciosi che fanno capolino dalle azzurre acque del mediterraneo, nonché protagonisti di un’iconica campagna pubblicitaria al suon di “Parlami d’amore Mariù”. Merita una sosta anche l’eccentrica Villa San Michele, dimora personale del medico della regina Victoria di Svezia, colma di tesori dell’antichità rinvenuti tra le rovine di un’antica villa romana: una statua di Apollo, una testa di Ulisse e una di Bacco, una statua di Dioniso e una di Ulisse.

Capri incanta e ammalia, non stupisce che Neruda le abbia dedicato dei versi: e voi, siete pronti ad innamorarvi dell’isola?

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Sott’acqua si nasconde un’antica strada: la scoperta sensazionale

Se è vero che sotto terra si celano ancora tesori preziosissimi e tutti da scoprire, cosa si nasconde nelle profondità del mare? Gli archeologi hanno appena trovato qualcosa di inaspettato al largo delle coste della Croazia, durante una missione volta ad esplorare gli antichi resti di un villaggio sommerso, appartenenti ad una civiltà perduta.

Croazia, trovata una strada sommersa

Questa volta è stato il mare Adriatico a fare da scenario ad un’incredibile scoperta archeologica: sott’acqua è stata trovata un’antica strada, costruita probabilmente più di 7.000 anni fa. Il ritrovamento è avvenuto in maniera del tutto casuale. Proprio qui, sul sito della baia di Soline (situata lungo la costa dell’isola di Korčula), un paio d’anno fa due docenti universitari si erano imbattuti in ciò che resta di un villaggio ormai sommerso da millenni. Secondo le prime analisi, durante le quali si è usato anche il metodo della datazione al radiocarbonio, le rovine risalirebbero al 4.900 a.C.

Nelle scorse settimane, alcuni ricercatori dell’Università di Zara, in Croazia, hanno dato il via ad una missione subacquea con l’obiettivo di trovare nuovi reperti appartenuti al villaggio, così da poter fare luce sul suo passato e sui suoi abitanti. Nel corso della ricognizione sottomarina, il sorprendente ritrovamento: la strada, lastricata in pietra, è stata ritrovata a circa 5 metri di profondità nelle vicinanze dei resti sommersi del villaggio, nascosta tra depositi di sedimenti e alghe. Questo passaggio, largo 4 metri e dall’aspetto piuttosto stabile, collegava probabilmente l’isola di Korčula all’insediamento rinvenuto nelle profondità marine nel 2021.

L’antica civiltà Hvar

“Nel corso della ricerca archeologica sottomarina presso il sito neolitico sommerso di Soline, sull’isola di Korčula, gli archeologi hanno trovato dei resti che li hanno sorpresi” – si legge nel comunicato social diffuso dall’Università di Zara – “In particolare, sotto gli strati di fango marino, hanno scoperto una strada che collegava l’insediamento preistorico sommerso degli Hvar con la costa dell’isola di Korčula”. Secondo gli esperti, dunque, saremmo davanti alle tracce dell’antichissima civiltà Hvar, caratterizzata da una forte inclinazione alla cultura marittima.

Probabilmente, questa popolazione aveva trovato lungo le coste croate il luogo ideale dove stabilire il loro villaggio, grazie anche ad un clima mite, ad una terra fertile, ricca di vegetazione e di fauna, e ad acque abbondantemente pescose. Ed è impressionante pensare che gli abitanti percorrevano abitualmente l’antica strada, ora sommersa, già 7.000 anni fa. Il team di ricerca, guidato dal professor Mate Parica, continuerà le sue indagini sui resti appena ritrovati, per poter ricostruire il più dettagliatamente possibile la storia della civiltà Hvar.

Gli esperti preleveranno alcuni frammenti delle lastre di pietra per poterli studiare in laboratorio, procedendo nel contempo con analisi più approfondite – tra cui la già citata datazione al radiocarbonio. Il tutto nel rispetto di un sito archeologico sommerso preziosissimo, che può raccontarci qualcosa di sensazionale. Intanto ha già avuto inizio lo studio accurato dei reperti trovati sott’acqua: lame di selce, asce di pietra, frammenti di macine e rudimentali strumenti utilizzati per cacciare e per pescare sono stati trasferiti in laboratorio, per scoprire qualcosa in più su una civiltà che fino ad oggi era considerata perduta.

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Peñíscola, la città dove le acque del Mediterraneo “sbuffano”

Di splendidi borghi affacciati sul mare ce ne sono tantissimi in tutto il mondo, ma uno è davvero particolare: Peñíscola, cittadina spagnola della Comunità Valenciana, ha mantenuto intatto il suo fascino medievale. Tra le strette viuzze del centro storico, incastonata tra gli edifici, c’è un’apertura che si insinua nelle profondità sotterranee del villaggio, raggiungendo il mare. In particolari condizioni, da qui emerge uno “sbuffo” che inquieta e affascina chi lo ascolta per la prima volta. Scopriamo qualcosa in più su questa magia della natura.

Il Bufador di Peñíscola, capolavoro della natura

Siamo a Peñíscola, uno dei più bei villaggi della Spagna: affacciato sul mar Mediterraneo, offre spiagge meravigliose e attira ogni anno tantissimi turisti – soprattutto in estate. È qui che si trova un’attrazione naturale che ha qualcosa di soprannaturale, e che ha inevitabilmente dato vita a tante leggende misteriose. Si tratta del Bufador di Peñíscola, un varco tra le rocce collegato ad una serie di cunicoli sotterranei che giungono sino al mare. Forse ciò che più rende speciale quella che altrimenti sarebbe una comunissima grotta è il fatto che si trovi nel cuore del centro storico del borgo.

Il Bufador di Peñíscola

Fonte: iStock

Il Bufador di Peñíscola

L’apertura è incastonata tra alcuni antichi edifici, e ci si può imbattere tranquillamente in essa passeggiando tra le viuzze del paese, arroccato su un promontorio roccioso. C’è poi ancora qualcosa di sensazionale nel Bufador: come lascia intendere il nome, è uno sfiatatoio da cui il Mediterraneo “sbuffa”. Quando le condizioni climatiche lo permettono – ovvero quando il mare si agita ed è in tempesta -, dal varco tra le rocce fuoriesce un suono inquietante che si diffonde nell’aria, per tutto il borgo. Se le acque sono particolarmente agitate, al rumore si aggiunge anche un getto di spruzzi che si innalza dall’apertura, ad intervalli regolari che seguono il moto delle onde.

È un fenomeno naturale davvero suggestivo, attorno al quale si raccontano storie misteriose. Lo sfiatatoio viene anche chiamato il Bufador del Papa Luna, che è il vero nome di Papa Benedetto XIII, l’ultimo dei Pontefici di Avignone: questi scelse Peñíscola come luogo in cui stabilirsi dopo la sua nomina a Papa, trasferendosi presso il castello del paese nel 1415. Il Pontefice riteneva che fosse lo “sbuffo” che fuoriesce ancora oggi dal varco roccioso a scoraggiare i nemici dall’assaltare la città. Si tratta ovviamente solo di una leggenda, ma in effetti mai nessun aggressore si avvicinò a Peñíscola.

Cosa vedere a Peñíscola

Dopo aver dato una sbirciata al Bufador – e con un po’ di fortuna anche ascoltato il suo suono inquietante -, possiamo andare alla scoperta delle altre bellezze di Peñíscola. La prima è senza dubbio il Castello dei Templari, chiamato anche Castello di Papa Luna, situato nel punto più alto della città. Costruito a cavallo tra il ‘200 e il ‘300 dai templari, su ciò che restava di un’antica cittadella araba, è oggi uno dei meglio conservati d’Europa. Papa Benedetto XIII vi si stabilì un secolo dopo, come abbiamo visto, e la sua impronta è evidente nei dettagli.

Forse vi sembrerà di averlo già visto: il castello è stato usato come location de Il Trono di Spade, e in particolare per i paesaggi del regno di Dorne. Molto affascinante è poi anche l’eremo della Vergine della Ermitana, che custodisce l’immagine sacra della patrona della città. Mentre a poca distanza dalla città, per chi ama la natura, c’è il Parco della Sierra de Irta, una riserva meravigliosa che ospita alcune belle architetture come l’eremo di Sant’Antonio e la Torre Badum. Qui si trovano le ultime coste vergini del Mediterrano.

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La scogliera verticale che arriva sulle nuvole

Il mondo che abitiamo è un posto meraviglioso che pullula di meraviglie che si aprono davanti e intorno a noi, a ogni passo compiuto, e che aspettano solo di essere scoperte ed esplorate. Tuttavia esistono alcuni luoghi, situati in posizioni strategiche, che ci consentono di ammirare quelle bellezze in maniera inedita e straordinaria grazie a viste privilegiate che ci regalano la sensazione di poter sfiorare il cielo con un dito.

Stiamo parlando delle torri e dei grattacieli, dei massicci montuosi e delle vette straordinarie, quelle da raggiungere, non con poca fatica, ma che sanno ripagare con quelle che sono viste mozzafiato e incredibili.

Ed è proprio verso un’altezza vertiginosa che vogliamo condurvi oggi, sulla cima di una scogliera verticale che svetta per oltre 1.000 metri di altezza e che permetterà agli avventurieri più impavidi di arrivare sulle nuvole.

Il maestoso Monte Thor

Per ammirare quella che è la parete verticale naturale più alta del pianeta, dobbiamo organizzare un viaggio dall’altra parte del mondo, proprio quello che ci conduce tra alcune delle bellezze naturalistiche più suggestive di sempre.

La nostra avventura comincia in Canada, tra le bellezze selvagge e incontaminate del Parco nazionale Auyuittuq, sull’isola di Baffin. Con un’estensione di oltre 20.000 chilometri quadrati, quest’area ospita alcuni dei paesaggi più spettacolari del mondo intero.

Qui, infatti, è possibile ammirare la natura artica, selvaggia e primordiale, in tutta la sua bellezza, quella fatta di ghiacciai, campi sterminati, fiordi e massicci montuosi. Il parco, già riserva nazionale fin dagli anni ’70, ospita anche il suggestivo Monte Thor, una montagna che supera i 1.600 metri di altezza che conserva quella che è la scogliera verticale più alta del mondo intero.

La parete naturale che conduce tra le nuvole

Non sono solo le dimensioni del Monte Thor a incantare e a lasciare attoniti tutti gli avventurieri che si spingono in questo parco selvaggio, ma è anche la sua inclinazione. Il massiccio, infatti, è caratterizzato da una parete verticale che si erge per 1250 metri e che è stata riconosciuta all’unanimità come la più alta del mondo.

L’inclinazione media di questa scogliera è di 105 gradi, questo vuol dire che la parete appare agli occhi di chi guarda come un muro verticale che svetta verso l’alto, fino a sfiorare il cielo. Non è un caso che, con il tempo, il Monte Thor sia diventato il sogno proibito di moltissimi scalatori.

Un sogno che però, negli anni, è stato realizzato dagli avventurieri impavidi ed esperti. La parete verticale, infatti, è stata scalata per la prima volta dai membri del team dell’Arctic Institute of North America, gli stessi che hanno conquistato per primi la cima della Torre Nord del Monte Asgard.

Oggi moltissimi scalatori, provenienti da ogni dove, raggiungono questo paradiso selvaggio del mondo proprio per avventurarsi in quella che è l’arrampicata sulla roccia più sensazionale del mondo.

Anche se non avete intenzione di avventurarvi in una salita epica, raggiungere il Parco nazionale Auyuittuq può trasformarsi comunque in un’esperienza indimenticabile, soprattutto per gli amanti della natura. Qui, infatti, non solo potrete ammirare tutta la grandezza del Monte Thor, ma potrete anche campeggiare tra le grandi bellezze che appartengono a questo territorio.