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I segreti della piramide di Djoser, la più antica d’Egitto

La piramide di Djoser, o piramide ‘a gradoni‘ di Saqqara, è la più antica d’Egitto. Si trova a una trentina chilometri a Sud del Cairo e una ventina dalle piramidi di Giza. La piramide del faraone Djoser è la prima struttura di cemento completa esistente al mondo. Costruita dall’architetto Imhotep, uno dei più importanti d’Egitto nonché il primo architetto della storia, sepolto nella piramide insieme al faraone Djoser, conta ben 4700 anni.

Per 90 anni è stata chiusa, ma dopo un lungo restauro, iniziato nel 2006, interrotto nel 2011 e ripreso due anni dopo, è stata riaperta solo nel 2020. I restauri hanno riguardato la facciata esterna, le scalinate dei due ingressi, i corridoi interni che portano alla camera funeraria e il sarcofago in pietra. Oggi la piramide di Djoser si può visitare.

La scoperta più importante d’Egitto

A scoprirla fu nel 1818 lo svizzero Heinrich Menu von Minutoli, ma fu un italiano, l’egittologo Girolamo Segato tre anni dopo a entrare per la prima volta nella piramide e a raggiungere la camera sepolcrale, dove trovò un sarcofago di granito rosso vuoto. La tomba, infatti, era già stata violata. Gli unici ritrovamenti furono un pezzo di mummia, una maschera funeraria, un paio di sandali dorati, frammenti di vasi e un contenitore con sigilli originali con del liquido denso ed oleoso. Tutti i reperti, però, andarono persi quando la nave che li trasportava affondò nel Mare del Nord. Solo nel XX secolo si realizzò l’esplorazione della piramide e la ricostruzione di parte del complesso funerario di Djoser.

La piramide e la necropoli di Saqqara

L’altezza della piramide supera i 60 metri (in origine era molto più alta) ed è larga oltre cento metri, ma tutta la necropoli si estende su una superficie di circa 15 ettari, che comprende anche 211 bastioni e 14 false porte. L’ingresso vero e proprio è solo uno ed è situato vicino all’angolo di Sud-Est che garantisce l’accesso al corridoio dove inizia il colonnato. Originariamente era rivestito da blocchi calcarei di Tura.

Intorno alla piramide si trova una grande corte circondata da strutture cerimoniali e da strutture decorative. La piramide si innalza in sei mastabe (tombe a base rettangolare) decrescenti. Le mastabe, costruite l’una sull’altra, mostrano come il progetto sia stato modificato in itinere.

La piramide di Djoser è la principale attrazione della necropoli di Saqqara che ospita molti complessi funerari di varie dinastie. Tra le principali, le Tombe Arcaiche della I dinastia, il sepolcro dei tori Apis, la tomba del faraone Horemheb della XVIII dinastia e i complessi dei re Pepi I, Pepi II, della VI dinastia, e Ibi dell’VIII dinastia.

Saqqara viene da alcuni ritenuta anche più significativa rispetto alla necropoli di Giza dal punto di vista archeologico. Questo enorme sito, infatti, ospita le tombe di epoca di poco antecedente all’antico Regno fino a quelle del periodo greco.

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Come visitare Villa Rosebery, la residenza estiva del Presidente della Repubblica a Napoli

Essendo la residenza estiva dove si rifugia il Presidente della Repubblica italiana, Villa Rosebery non è accessibile al pubblico. Tranne in qualche speciale occasione, quando si ha l’opportunità di visitarla e di scoprire qualche segreto del nostro Capo di Stato.

Innanzitutto, la villa, ribattezzata nel 1934 con il nome di Villa Maria Pia, si trova a Napoli, nel quartiere di Posillipo. Il suo biancore spicca tra la fitta vegetazione che la circonda, ben 6,6 ettari di parco impenetrabile.

La storia di Villa Rosebery

La villa fa parte delle proprietà di cui può godere il presidente della Repubblica fin dal 1957, ma non è sempre stata una residenza appartenente allo Stato italiano. Nacque come residenza privata ed ebbe anche diversi proprietari.

Si deve all’ufficiale austriaco Giuseppe De Thurn, brigadiere di marina per la flotta borbonica, la creazione della proprietà tramite l’acquisto e l’accorpamento, a partire dal 1801, di alcuni fondi terrieri contigui. Nella zona più alta e panoramica, che sarà poi detta del “Belvedere“, il conte Thurn fece edificare una piccola residenza con cappella privata e un giardino. Tutto il resto della tenuta fu invece destinato ad uso agricolo

Nel 1897, fu acquisita dallo statista inglese Archibald Philip Primrose, conte di Rosebery, da cui la villa prende il nome. Ceduta poi allo Stato italiano, la proprietà fu messa a disposizione dei principi di Piemonte. Re Vittorio Emanuele III vi risiedette per due anni fino al 1946 quando, dopo l’abdicazione, andò in esilio ad Alessandria d’Egitto partendo proprio dal porticciolo della villa.

Dal 1957, Villa Rosebery è entrata a far parte della dotazione della Presidenza della Repubblica che ha provveduto ai restauri conservativi.

Curiosità sui Presidenti nel Quirinale estivo

Sin dal 1951, il Presidente Luigi Einaudi iniziò a trascorrere brevi periodi di riposo nella villa. Amata particolarmente da Oscar Luigi Scalfaro, la cui figlia Marianna ne migliorò gli arredi attingendo ai depositi del Quirinale (la villa viene spesso chiamata il “Quirinale estivo“) viene utilizzata sia come residenza di vacanza sia per rappresentanza dove ricevere altri Capi di Stato stranieri in visita ufficiale.

Com’è fatta Villa Rosebery

La visita della villa inizia dal grande parco, che comprende una parte di giardino all’italiana con la tipica macchia mediterranea e una di giardino inglese. Nel parco c’è anche un tempietto neoclassico.

Si può visitare la Palazzina Borbonica, all’interno della quale sono esposti documenti ed immagini storiche.

Proseguendo attraverso il parco si giunge alla Darsena, per concludere con la visita della Grande Foresteria. La proprietà della villa, infatti, arriva fino alla costa e si affaccia direttamente sul mare, ma si estende sulla collina, tanto da regalare alcuni scorci impagabili sul Golfo di Napoli.

Quando si può visitare

Villa Rosebery si può visitare solo ed esclusivamente in alcune speciali occasioni durante l’anno. L’apertura è prevista infatti in occasione delle Giornate FAI e la visita è gratuita.

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Kranj, la città con un canyon in centro

Considerata la capitale delle Alpi slovene, la splendida città di Kranj ha un fascino tutto particolare: non è solamente un luogo ricco di storia, arte e cultura, ma anche un’oasi dove la natura non ha mai veramente ceduto il passo all’uomo. Divisa in due dai fiumi Sava e Kokra, quest’ultimo ha lasciato sul territorio un’impronta ben precisa. Nel corso dei millenni, ha infatti scavato un profondo canyon che oggi spicca al centro della città, un capolavoro naturale come non si trova (quasi) in nessun altro posto al mondo.

Kranj, il canyon in centro città

Sembra incredibile che un paesaggio così suggestivo si trovi a due passi da noi: Kranj è una delle più belle città della Slovenia, terza per grandezza dopo Lubiana e Maribor. Incastonata ai piedi del Monte Triglav, la cima più alta delle Alpi slovene, è davvero bellissima. Il centro storico è stato modellato sulla base dei due fiumi che lo attraversano, regalando un vero e proprio spettacolo. In particolare, è il Kokra a dare vita ad un’opera naturale meravigliosa: si tratta di una gola rocciosa che divide in due l’abitato storico, il secondo canyon urbano più profondo presente in tutta Europa.

Lungo le rive del fiume vive un habitat molto speciale, fatto di boschi selvaggi e alberi da frutto che crescono spontaneamente – da cui la popolazione ha imparato a ricavare alcune vere prelibatezze. Ad un certo punto, il paesaggio cambia completamente: il verde rigoglioso lascia spazio al bianco della roccia che sprofonda per decine di metri a picco sull’acqua spumeggiante. È un canyon mozzafiato, disegnato da secoli di erosione. Lo si può percorrere grazie ad un bellissimo sentiero che si addentra nella gola, o affrontando una passerella sospesa da cui si gode di una vista incredibile.

Forte dell’emozionante spettacolo di cui il canyon è protagonista, Kranj è diventata una meta turistica molto apprezzata. Sono tanti i visitatori che la scelgono proprio per poter passeggiare nella natura incontaminata, ammirando il panorama della gola urbana. Per i meno esperti, è possibile persino fare una visita guidata alla scoperta della fauna e della flora che caratterizzano questo angolo di paradiso. E in estate, turisti e cittadini trovano refrigerio dall’afa proprio tra le pareti rocciose, sempre nel massimo rispetto dell’habitat naturale.

Cosa vedere a Kranj

Quali sono le altre bellezze di questa città della Slovenia, oltre al canyon urbano? Il centro storico è una vera sorpresa: tra piccole chiesette e tanti edifici storici, spicca il Castello Kieselstein. Costruito attorno alla metà del XVI secolo per volere dei conti di Ortenburg, ha subito numerosi restauri sino ad ottenere il suo aspetto attuale. Maestoso e bellissimo, oggi ospita l’esposizione permanente del museo regionale della Gorenjska, per fare un tuffo indietro nella storia di Kranj. I meravigliosi giardini sono invece la location ideale per concerti e altre manifestazioni.

A due passi dalla città, a portata di bici, c’è poi un luogo magico: si tratta dell’Udin Boršt (la foresta di Odino), un rigoglioso bosco da esplorare grazie ai tantissimi sentieri per il trekking. È il posto ideale per trascorrere qualche ora al fresco, durante le caldissime giornate estive. Infine, un’ultima tappa ci conduce nientemeno che sottoterra, tra le gallerie costruite in tempo di guerra per proteggere la popolazione dai bombardamenti. È come fare un viaggio nel tempo, con numerose testimonianze di come la vita quotidiana durante la Seconda Guerra Mondiale fosse difficile.

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Papeete, il cuore moderno di un paradiso terrestre

Siamo abituati a pensare ai paradisi terrestri come a lembi di terra solitari e selvaggi, luoghi completamente immersi dalla natura e da questi caratterizzata, nei quali il caos e il disordine dei giorni non possono entrare. E parlando di eden in terra non possiamo non pensare immediatamente alla Polinesia Francese e alle straordinarie isole che si snodano nell’oceano.

Tra queste troviamo Tahiti, la più grande delle Isole del Vento, nonché la più popolata. Di origine vulcanica, questo territorio alto e montuoso è caratterizzato da spiagge di sabbia nera, lagune, cascate e scorci mozzafiato che si perdono nel mare, proprio lì dove si snodano chilometri di barriere coralline. Non è un caso che l’isola sia una delle mete più raggiunte dai vacanzieri del mondo intero.

Ed è proprio qui che oggi vogliamo andare insieme a voi, per vivere un’avventura ideale nel cuore moderno e dinamico di questo paradiso terrestre, quella che ci porta alla scoperta di Papeete, capitale di Tahiti e capoluogo della Polinesia Francese. Pronti a partire?

Benvenuti a Papeete, nel cuore moderno della Polinesia Francese

Esplorata per la prima volta dal capitano James Cook nel XVIII secolo, Tahiti è diventata con gli anni la meta prediletta di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo e i motivi sono facilmente intuibili. La sua capitale, Papeete, è situata sulla costa nord occidentale dell’isola. Si tratta di una città famosa e popolosa, soprattutto perché ospita l’unico aeroporto internazionale della regione situato ad appena 5 chilometri dal centro urbano.

La città è spesso considerata solo un luogo di passaggio e di partenza per andare alla scoperta delle spiagge paradisiache e del patrimonio naturalistico che appartiene all’isola. Eppure sono molte le meraviglie che Papeete ospita, le stesse che vi permetteranno di toccare con mano la splendida cultura che appartiene all’isola.

Cosa fare e cosa vedere a Papeete

Situata sulla costa settentrionale dell’isola di Tahiti, Papeete è la città più popolata della Polinesia Francese come confermano i suoi 26.000 abitanti. Sono molte le persone che arrivano in città ogni giorno, soprattutto per raggiungere poi i luoghi più celebri del territorio. Eppure concedersi qualche giorno per scoprire questa capitale, e tutte le bellezze che la caratterizzano, è davvero un’ottima idea.

Tra le cose da fare e da vedere a Papeete, il consiglio è quello di organizzare una visita al museo dedicato alla lavorazione delle perle, situato a due passi dai luoghi più frequentati della città. Il Musee de la Perle Robert Wan, questo il suo nome, è accessibile in maniera gratuita e permette di scoprire tutti i segreti della lavorazione delle perle. Nei pressi della struttura è presente anche un negozio all’interno del quale è possibile fare shopping.

Se è un po’ di pace e di relax che state cercando, magari dopo aver affrontato un lungo viaggio, il consiglio è quello di raggiungere il Bougainville Park, un delizioso e pittoresco parco fiorito situato proprio nel cuore cittadino, a due passi dall’ufficio postale. Da visitare anche gli splendidi Giardini Paofai caratterizzati da sentieri lussureggianti che collegano il lungomare al porto turistico.

Tra i luoghi imperdibili per chi è in città c’è anche il mercato di Papeete, il posto migliore per immergersi completamente nella cultura locale. Qui potrete dedicarvi allo shopping caratteristico, conoscere l’artigianato del luogo e allietare il palato con le proposte culinarie della cucina dell’isola.

Immancabili sono le passeggiate, quelle tra le botteghe colorate che si susseguono sul lungo mare, ma anche tra le vie che portano alla scoperta della vecchia Papeete per poi finire la serata in piazza Vaiete, di fronte al mare, dove è possibile sperimentare lo street food della città.

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Per l’estate 2023 mancano i posti in aereo: lo studio

L’estate si avvicina rapidamente, e sono già molti i turisti che stanno prenotando le vacanze. Dopo due anni trascorsi tra lockdown e chiusura delle frontiere, la scorsa stagione è stata all’insegna del caos: la ripresa del turismo ha messo in crisi il settore dei trasporti, con numerosi disguidi per coloro che hanno deciso di spostarsi in aereo. Quest’anno, la situazione potrebbe non essere molto diversa. Una recente indagine ha infatti evidenziato come la maggior parte delle compagnie aeree abbia un problema con la disponibilità di posti, in particolar modo per i voli a lungo raggio.

Caos voli, pochi posti disponibili

L’anno scorso, moltissimi viaggiatori hanno dovuto fare i conti con ritardi, overbooking e cancellazioni dell’ultimo momento che hanno reso difficile partire per le vacanze. Tanti aeroporti, sia in Italia che all’estero, hanno riscontrato disguidi di ogni tipo: l’accelerazione che il settore turistico ha vissuto nel giro di pochissime settimane ha messo in crisi le compagnie aeree, che avevano ancora un grave ammanco nel personale dovuto al Covid. Sono passati diversi mesi da quel periodo nero, e ci stiamo avvicinando ad una nuova estate. Ma la situazione è migliorata?

Secondo una recente analisi, le prospettive non sono affatto rassicuranti. La società di consulenza Oag ha condotto un’accurata indagine sulla base dei dati estrapolati dal sito simpleflying.com, facendo un confronto tra il numero di posti disponibili nel marzo 2019 (ovvero l’anno pre-pandemia) e quelli che sono invece stati messi in vendita nel marzo 2023. Il bilancio non è dei migliori, anche se ci sono molte differenze tra macro aree geografiche. Inoltre appare chiaro che la maggior parte dei problemi riguarda i voli a lungo raggio, mentre a livello nazionale la situazione è decisamente più gestibile.

A livello globale, questa primavera ha visto le compagnie aeree mettere a disposizione in totale 445 milioni di posti, un calo del 5,1% rispetto a quattro anni fa. Nel Nord Est asiatico, la carenza di voli è decisamente più sentita: per quanto riguarda quelli interni c’è stato un incremento del 10,3%, ma sui voli a lungo raggio si segna un -48,2% davvero preoccupante. Nell’Asia centrale, invece, i dati sono positivi: i voli domestici sono aumentati del 18,5%, mentre quelli internazionali del 28,5%. E in Europa? I voli interni sono diminuiti del 15,7% e quelli a lungo raggio del 9,1%.

Come si prospetta l’estate 2023

Sulla base dell’indagine condotta in primavera, si può già prevedere un’estate davvero “bollente”. Dopo il caos dello scorso anno, per i turisti i problemi non sembrano ancora essere finiti. Alcune ricerche hanno evidenziato come le compagnie aeree abbiano deciso di tagliare i voli: tra aprile e settembre 2023, ne sono stati cancellati circa 90mila (una media di 500 partenze in meno al giorno). Diminuiscono dunque i posti disponibili per i passeggeri, mentre aumentano i prezzi dei biglietti anche per i vettori low cost.

Viaggiare sta diventando sempre più caro, anche a causa dell’aumento dei costi per il carburante. Forse è il caso di guardare ad un mezzo di trasporto alternativo, come ad esempio il treno: negli ultimi anni è diventato un vero must, perché coniuga l’utile al dilettevole, regalando una bellissima esperienza di viaggio e non solo un modo per spostarsi da un luogo all’altro. Tanto che sempre più italiani lo scelgono per le proprie vacanze, anche se questo significa rinunciare ad andare dall’altra parte del mondo.

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Acqua sport e cultura, il Ponte del Diavolo a Lanzo Torinese

Ecco un itinerario che incarna perfettamente un trio magico, acqua, sport e cultura: vi portiamo alla scoperta del meraviglioso Ponte del Diavolo, in un’oasi naturale nelle vicinanze di Lanzo Torinese, a 30-40 minuti da Torino

Lasciata l’auto alle porte del paese (vedi più avanti Info Pratiche), prendete il sentiero facile che costeggia un torrente laterale dello Stura e in 5 minuti vi porta intuitivamente fino al Ponte del Diavolo: noi siamo stati accolti da questo simpatico roditore 😉

Un piccolo amico ci accoglie
Un piccolo amico ci accoglie

Il sentiero è comodo e, anche se vi sono alcuni scalini da fare, alcuni arrivano in spiaggia con le bici. Gradualmente ci avviciniamo al maestoso ponte, che si lascia scoprire da varie prospettive.

Il Ponte, le Marmitte e le sue leggende

Il Ponte del Diavolo, con un’altezza di 16 m e una lunghezza di 65, è uno splendido esempio di struttura medievale a schiena d’asino. Fu eretto nel 1378 per collegare Lanzo e le sue valli con Torino e finanziato, si racconta, imponendo una tassa sul vino per dieci anni.

Notate la porta eretta sull’arcata del ponte verso la falesia: fu fatta costruire nel 1564 per evitare che i forestieri portassero a Lanzo la peste diffusasi nella zona di Avigliana. O forse per tenere lontano il diavolo

Il Ponte del Diavolo e la porta eretta nel 1564
Il Ponte del Diavolo e la porta eretta nel 1564

La leggenda vuole infatti che la comunità locale, preoccupata dal crollo di due precedenti strutture, avesse stretto un patto col diavolo in persona perché fosse lui stesso a costruire un ponte indistruttibile, e che, nello stesso tempo, lo tenesse lontano dalle anime di Lanzo. In cambio, tuttavia, della prima anima che avesse attraversato il ponte, che sarebbe stata data al demonio. Così fu, il ponte fu eretto solido ma i Lanzesi giocarono d’astuzia e fecero transitare un cane per primo. Il diavolo, adirato, avrebbe raggiunto Lanzo con un solo passo aggirando il ponte. Un passo di tale violenza da lasciare delle profonde orme nella roccia rossastra in sponda sinistra, le caratteristiche “Marmitte dei Giganti”.

Le Marmitte dei Giganti, che la fantasia popolare ha denominato “ramine” o pentole, favoleggiando che servissero ai giganti o al diavolo per cuocervi la minestra, sono in realtà fenomeni geomorfologici risalenti all’era quaternaria: il Monte Basso e il Monte Buriasco, infatti, erano uniti e, alle loro spalle, nella conca di Germagnano, si estendeva un ampio lago in cui confluivano le acque dai monti. Esse riuscirono lentamente ad aprirsi un varco nel baluardo di roccia e terra: i segni di tale erosione sono evidenti nella piscina naturale che si crea subito a monte del ponte, ma ve ne sono varie più piccole dietro la Cappella di San Rocco (se ne contano 21 dislocate a quote diverse su 18 m dal livello della Stura).

Con i colori del primo mattino questo posto esprime il suo meglio: percorrete il ponte con un occhio all’alta falesia su cui poggia, di un caldo colore rossastro. Qui gruppi di appassionati arrampicano. Il verde cristallino del fiume sottostante e la rigogliosa vegetazione completano l’ampio spettro di colori.

La falesia rossastra che domina un lato del ponte
La falesia rossastra che domina un lato del ponte

La Riserva Naturale

Subito a monte del ponte, in destra orografica, una grande spiaggia di ciottoli e sabbia, con ampie zone di ombra naturale, si estende per 100 m fino ad una fragorosa serie di rapide. 

Il fiume, infatti, si divide più a monte per ricongiungersi, in un tripudio di rapide, spettacolari alla vista e all’udito. Questo rende il posto ventilato e ideale per le giornate afose.

Dove il fiume scorre rapido usate cautela: evitate i bagni, soprattutto dei bambini non accompagnati e senza aver completamente digerito. In prossimità di entrambe le sponde, proprio sotto al ponte, si creano due punti più riparati dove la corrente è più docile: una è proprio la marmitta dei giganti dove i ragazzi si tuffano dalla roccia rossastra.

La Riserva Naturale del Ponte del Diavolo
La Riserva Naturale del Ponte del Diavolo

Questo posto è di tutti, godetevelo e rispettatelo come fareste con una bella donna: concedetevi qui un picnic da re, ma ripulite con cura tutto prima di andarvene.

Una deviazione alla Sacra di San Michele

Ancora cultura? Visitate la Sacra di San Michele (45.096468, 7.342230): è a un’oretta dal Ponte del Diavolo ma offre una vista mozzafiato che arriva fino alla città di Torino. Complesso religioso del X secolo con edifici gotico-romanici arrampicati sul Monte Pirchiriano e collocata a 960 m slm, sul confine fra le Alpi Cozie e la Pianura Padana, è una delle più eminenti architetture religiose di questo territorio, nonché importante tappa della via Francigena. Dal XII al XV secolo visse il periodo del suo massimo splendore, divenendo uno dei principali centri della spiritualità benedettina in Italia. 

Nel 2015 è stata uno dei vincitori del concorso fotografico internazionale Wiki Loves Monuments, ed è risaputo che ha ispirato Umberto Eco nell’ambientazione de Il nome della rosa. 

La Sacra di San Michele
La Sacra di San Michele

Sulla strada che porta alla Sacra potete dormire, anzi rigenerarvi, alla  Certosa 1515 (45.074158, 7.358543), un convento francescano del 1515 immerso nel bosco, per secoli luogo di riflessione, silenzio e preghiera.

Noi, una famiglia di 5 persone, abbiamo speso 100 euro per una notte in Bed & Breakfast. C’è anche un ristorante con bella vista sui laghi di Avigliana.

La Certosa 1515
La Certosa 1515

Ponte del Diavolo – Info pratiche

Uscita Borgaro (TO) della A55/E64, si segue per Venaria prendendo la SP501 che diventa poi la SP1 che si segue in direzione Lanzo fino ad attraversare il torrente Stura di Lanzo. Si segue poi per Valli del Lanzo e, quindi, per Parco Ponte del Diavolo e si parcheggia in uno degli appositi spazi (45.270819, 7.481818), ci sono 20 posti ed altri 10 sulla strada principale. 

Prendete il sentiero facile che costeggia un torrente laterale dello Stura, e, una volta raggiunto quest’ultimo, procedete verso monte e attraversate il ponte moderno. Seguite quindi intuitivamente verso il Ponte del diavolo, dal parcheggio ci vogliono 5 min.

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Namur, la città belga di cui innamorarsi

A una sessantina di chilometri da Bruxelles, ecco Namur, la capitale della Vallonia, ricca di fascino e di storia alla confluenza dei fiumi Sambre e Mosa.

È difficile non innamorarsi della “Città delle French Fries” (le patatine fritte, piatto nazionale), vegliata dall’imponente fortezza di oltre 3000 anni e contraddistinta da un fiabesco centro storico con le stradine acciottolate, musei per tutti i gusti e vere e proprie perle architettoniche.

Romantica per eccellenza, Namur è ideale da visitare durante una piacevole gita in giornata nella zona sud del Belgio.

Le tappe salienti a Namur

Passeggiare nel centro storico di Namur è davvero gradevole (la maggior parte delle vie sono pedonali) e consente di ammirare le principali attrazioni che si trovano tutte in un’area piuttosto limitata.

La prima tappa da non perdere è, senza dubbio, la Cittadella, una delle fortezze europee più grandi, che svetta sulla collina ed è un punto di riferimento costante, sia di giorno sia di notte quando, illuminata, si mostra ancora più scenografica.
Raggiungibile con la funivia oppure a piedi (con una camminata potrete scorgere panoramici unici sulla città e anche la scultura “Searching for Utopia” di Jan Fabre che raffigura una tartaruga gigante), nacque come fortezza difensiva, divenne residenza dei Conti di Namur durante il Medioevo e, successivamente, dimora estiva del re Leopoldo II.
Oggi, è una magnifica location per eventi, punto panoramico privilegiato e meta per rigeneranti passeggiate. In più, un trenino turistico ne percorre la zona offrendo l’occasione di ascoltare curiosità e aneddoti e sono disponibili coinvolgenti tour dei sotterranei della Cittadella con cui esplorare 500 metri del reticolo di cunicoli e tunnel con effetti sonori, animazioni 3D, proiezioni e luci.

Per conoscere a fondo la storia militare e urbana della Cittadella, non può mancare una sosta al modernissimo museo “Terra Nova“, centro visitatori dotato di un’esposizione multimediale all’avanguardia.

La visita prosegue con il cuore storico di Namur, i vecchi quartieri, una sorta di “città nella città” chiusa al traffico dove lasciarsi pervadere da un’atmosfera di sicuro fascino e suggestione.
Lungo le strette vie lastricate, tra boutique, birrerie, ristorantini e negozi di antiquariato, catturano lo sguardo i tipici edifici in mattoni rossi e autentici capolavori architettonici quali il Beffroi, la torre civica del XIV secolo Patrimonio UNESCO, la Chiesa di St-Loup, una “sinistra e coraggiosa meraviglia” secondo le parole del poeta Charles Baudelaire, e la Cattedrale di Sant’Albano in stile barocco.

Altrettanto interessante è un tour alla scoperta della street art rappresentata da realistici e giganteschi murales e una gita in barca sul fiume per ammirare la città da una prospettiva inedita.

Namur, la città dei musei

Sono davvero numerosi, come accennato, i musei che si concentrano in città, dedicati ai temi più vari.
Si va dal Computer Museum Nam-Ip incentrato sulla tecnologia informatica dagli albori a oggi, al Museo della Fragola dove sapere di più sulla produzione, vendita e gastronomia del dolce frutto, al museo sull’artista locale Félicien Rops, fino al Museo Africano, unico nel suo genere da queste parti, che narra la presenza belga in particolare in Congo.

Ma non è tutto: altri musei degni di nota sono il Museo del Genio Militare, il Museo Diocesano e Tesoro della Cattedrale, il Museo di Archeologia, il Museo Provinciale di Arti Antiche, il Museo Marie Mutien e il Museo Sorelle di Notre Dame di Namur.

Come arrivare in città

Raggiungere la capitale della Vallonia è davvero facile poiché dista appunto 60 chilometri da Bruxelles, città servita da molti voli low cost.

Atterrati all’aeroporto di Bruxelles, si arriva a Namur in un’ora e un quarto con un treno diretto alla stazione dell’aeroporto.

Soggiornando già in Belgio, è sufficiente servirsi dei mezzi pubblici: Namur, infatti, è ben collegata con tutte le località principali del Paese.

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Questa Capitale è la “città delle fontane”. Le conosci tutte?

Sono tanti i motivi che ci spingono a esplorare il globo in lungo e in largo. Lo facciamo per andare alla scoperta di destinazioni lontane, quelle che ospitano i più grandi capolavori firmati da Madre Natura, per visitare i luoghi iconici e i monumenti celebri, oppure per immergerci nella cultura e nelle tradizioni che appartengono a popolazioni che sono distanti migliaia di chilometri da noi.

E anche se volare dall’altra parte del mondo è sempre un’esperienza suggestiva e straordinaria, non dobbiamo dimenticarci che alcune delle più belle meraviglie che appartengono al pianeta sono proprio qui, vicino a noi.

L’Italia, infatti, è un Paese meraviglioso che non smette mai di sorprendere. Non lo fa neanche la sua capitale che, all’ombra dei monumenti più celebri e dei sentieri battuti dal turismo di massa, ospita un patrimonio artistico e culturale tutto da scoprire. Quello fatto di acqua e di dispositivi architettonici, grandi o piccoli, che rendono Roma la città delle fontane per antonomasia. E voi, le conoscete tutte?

L’acqua di Roma, un patrimonio straordinario da scoprire

Organizzare un viaggio a Roma, in qualsiasi periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. La Capitale d’Italia, infatti, conserva una storia millenaria e straordinaria che ha influenzato tutto il mondo le cui testimonianze vivono e sopravvivono tra i quartieri della città dando vita a uno dei più importanti patrimoni artistici, storici e culturali del mondo intero.

Le cose da fare e da vedere a Roma sono tantissime. Imperdibili sono le passeggiate all’ombra del Colosseo, o quelle che percorrono i Fori Imperiali. E poi, ancora, la Basilica di San Pietro, i Musei Vaticani e tutte le straordinarie opere che puntellano la città rendendola un museo a cielo aperto che sorprende a ogni passo.

Ed è proprio passeggiando tra le vie della città eterna che è possibile scoprire un altro grande tesoro che la Capitale custodisce gelosamente da secoli, quello fatto di acque e di fontane. Roma, infatti, è l’unica città al mondo ad avere quasi duemila fontanelle. I “Nasoni”, come vengono chiamati dai cittadini romani, si sono diffusi nel XIX secolo con l’obiettivo di mettere a disposizione acqua potabile per cittadini e viaggiatori. Insieme a loro, ci sono anche le grandi fontane, capolavori architettonici la cui fama ha raggiunto il mondo intero.

In realtà la storia d’amore tra la città eterna e le fontane affonda le sue radici in tempi molto più lontani. Come per tutti i popoli antichi, anche per i Romani l’acqua era considerata sacra, un dono degli dei da celebrare. Motivo per il quale, oltre alle funzioni di utilità pubblica, le fontane venivano sapientemente modellate con ornamenti e orpelli architettonici e scultorei.

Oggi non c’è quartiere, strada o via della Capitale che non ospiti almeno una fontana. Alcune sono antichissime, altre più contemporanee, altre ancora sono delle vere e proprie opere d’arte rese celebri in tutto il mondo. Ed è proprio la presenza di queste a rendere Roma oggi la città delle fontane che, come scrisse il poeta britannico Percy Bysshe Shelley “Bastano loro per giustificare un viaggio a Roma“.

Fontana di Trevi

Fonte: iStock

Fontana di Trevi, la fontana più celebre e frequentata di Roma

La Capitale è la città delle fontane: ecco le più belle

Elencare tutte le fontane di Roma è una missione pressoché impossibile, tuttavia abbiamo deciso di raggruppare qui di seguito alcune delle più celebri della città, nonché le imperdibili durante un viaggio nella capitale.

Ovviamente non possiamo che cominciare il nostro itinerario dalla Fontana di Trevi, uno dei più straordinari monumenti del mondo intero nonché simbolo della città stessa. Situata nell’omonima piazza, e nel pieno centro storico, l’opera porta la firma di Nicola Salvi. Resa celebre in tutto il globo per aver fatto da sfondo a La dolce vita di Fellini, questa fontana resta una delle attrazioni più raggiunte e apprezzate da cittadini e viaggiatori. Ovviamente, una volta arrivati qui, non dimenticate di lanciare nell’acqua una monetina ed esprimere un desiderio.

Segue poi, per fama, la straordinaria Fontana del Tritone, uno dei più grandi capolavori di Gian Lorenzo Bernini. Situata in piazza Barberini, e armoniosamente incastonata in essa, l’opera è considerata una delle più belle e visitate della città.

In Piazza della Repubblica, a pochi metri dalla Stazione Termini, troviamo invece la Fontana delle Naiadi di Mario Rutelli e Alessandro Guerrieri, mentre in Piazza di Spagna possiamo ammirare la celebre Barcaccia realizzata da Pietro Bernini, una delle più famose icone della città eterna che si snoda ai piedi della famosa Scalinata di Trinità dei Monti.

In via del Babuino, invece, troviamo l’omonima fontana risalente alla seconda metà del 1500, una vasca in granito grigio sulla quale venne collocata la scultura del Sileno, una delle sei statue parlanti della città.

Imperdibile è anche la Fontana dell’Acqua Paola, conosciuta anche come fontanone del Gianicolo, nome utilizzato anche da Antonello Venditti nella celebrativa “Roma Capoccia”. Meta prediletta dei cittadini romani, quest’opera monumentale è stata costruita nel 1600 ed è situata sul panoramico colle Gianicolo. Da qui la vista è davvero mozzafiato.

Non molto lontano dal suggestivo quartiere del Ghetto Ebraico, invece, possiamo ammirare da vicino la Fontana delle Tartarughe. Situata in piazza Mattei e costruita secondo i dettami dello stile fiorentino rinascimentale, l’opera conserva una leggenda tramandata da generazioni e custodita gelosamente dai cittadini. La storia vuole che il duca Mattei, committente di questo piccolo capolavoro, fece costruire la fontana in una sola notte per chiedere in sposa la sua futura moglie, proprio davanti alla finestra della casa in cui abitava.

Nel nostro itinerario alla scoperta della città delle fontane non può, ovviamente, mancare una menzione speciale nei confronti della superba Fontana dei Quattro Fiumi del Bernini. Situata in Piazza Navona, questa monumentale opera è raggiunta ogni giorno da viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Il consiglio è quello di restare sulla piazza per ammirare anche le altre due vicine fontane: la Fontana del Nettuno e la Fontana del Moro, rispettivamente scolpite da Giacomo della Porta e Ludovico Rossi di Fiesole. Insieme creano una scenografia straordinaria che rende Piazza Navona una delle più spettacolari della città.

Ultima, ma non per importanza, è la Fontana delle Rane situata nel cuore di Piazza Mincio. Un capolavoro ornamentale in stile barocco, sapientemente decorato in ogni dettaglio, costruito negli anni ’20 dello scorso secolo. L’opera, che campeggia nel centro del quartiere Coppedè, caratterizza in maniera univoca uno dei luoghi più enigmatici e misteriosi della città eterna.

Fontana delle Rane

Fonte: iStock

Fontana delle Rane, quartiere Coppedè
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La strada pedonale più bella del mondo sta per riaprire

Alcune sono lunghe e chilometriche, altre così brevi da aver guadagnato un primato mondiale. Ci sono poi quelle panoramiche o punteggiate da negozi e da capolavori artistici e gioielli architettonici, e quelle che sono così celebri da essersi trasformate in vere e proprie attrazioni turistiche.

Stiamo parlando delle strade del mondo. Quelle pedonali o ciclabili, quelle tortuose, pianeggianti o situate ad alta quota. Le stesse che restituiscono gli scorci più belli e magici delle destinazioni che esploriamo quando siamo in viaggio.

E oggi è proprio di una di queste strade che vogliamo parlarvi. Una via pedonale che attraversa l’isola di Capri e che è considerata una delle più suggestive al mondo. E ora, dopo anni di chiusura, sta per riaprire al mondo intero. Pronti a partire?

Passeggiando per le strade di Capri

Esiste un luogo in Italia dove il mare sembra fondersi con il cielo in un punto esatto dell’orizzonte. Questo posto si chiama Capri, l’Isola Azzurra che da sempre incanta poeti, scrittori, artisti e viaggiatori.

Organizzare un viaggio su questa terra è sempre un’ottima idea, perché sono così tante le meraviglie che l’isola custodisce che non smette mai di sorprendere. Situata nel Golfo di Napoli, e raggiungibile in aliscafo o in traghetto da Ischia, da Napoli, da Amalfi e da Positano, Capri è celebre per quelle coste scoscese, per gli hotel esclusivi e di lusso e le vie dello shopping.

È famosa per la sua cultura, quella che ha influenzato la moda e lo stile, e che ha conquistato il mondo intero, ma anche per il mare caratterizzato da mille sfumature di blu intenso. Insomma, visitare Capri è un po’ come vivere un sogno a occhi aperti.

Organizzare un un viaggio sull’isola, dicevamo, è sempre un’idea grandiosa. Ma lo è ancora di più adesso, dato che sta per riaprire, dopo anni di chiusura, la celebre Via Krupp, la strada panoramica più bella di Capri e forse del mondo intero.

Bentornati su Via Krupp, la strada panoramica vista mare

L’annuncio è arrivato i primi giorni di marzo da parte del sindaco, Marino lembo, e dall’amministrazione di Capri e ha già fatto il giro del mondo. I lavori per la riapertura della storica via sono iniziati e Via Krupp sarà percorribile già a partire dalla prossima estate.

L’entusiasmo, attorno alla notizia, è fortissimo. Sono tanti i viaggiatori che non vedono l’ora di sperimentare passeggiate con vista mozzafiato percorrendo la celebre via rimasta chiusa per quasi un decennio a causa di alcune frane che si erano susseguite negli anni.

La strada, scavata nella roccia nel 1902 dall’imprenditore tedesco Friedrich Alfred Krupp, è sempre stata un punto di riferimento per gli isolani e i viaggiatori. Non solo perché collegava i Giardini di Augusto al quartiere di Marina Piccola, ma anche perché offriva alcuni degli scorci più incredibili da ammirare passeggiando.

A causa di alcune frane, però, la strada è stata chiusa ed è rimasta inaccessibile per quasi 10 anni. Ma le cose adesso stanno per cambiare perché grazie al lavori avviati dall’amministrazione, la via verrà messa in sicurezza grazie a lavori di consolidamento del terreno che permetteranno a tutti di poter tornare a calcare questa via, già dal prossimo giugno, e di poter scoprire il panorama più bello dell’isola da una posizione privilegiata.

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Gardaland, al via la nuova stagione: tutte le novità in arrivo

In primavera, torna la voglia di stare un po’ all’aria aperta e di concedersi una bella gita fuori porta: perché non approfittarne per visitare Gardaland? Il più famoso parco divertimenti d’Italia ha appena riaperto i battenti, inaugurando alcune emozionanti attrazioni per grandi e piccini. Non c’è occasione migliore per godersi una giornata in famiglia e tornare un po’ bambini. Scopriamo quali sono le novità della stagione.

Gardaland, inaugurata la nuova stagione

Le giornate si allungano e le temperature si alzano: è il momento perfetto per andare alla scoperta dei più suggestivi parchi divertimento d’Italia, che si apprestano a dare il via alla bella stagione con tante sorprese e meravigliose novità. Può essere un’ottima idea per dare un po’ di movimento alle festività di Pasqua, oppure per passare un fine settimana qualsiasi in modo diverso dal solito. Per i bimbi (e non solo, naturalmente) è sempre un’emozione tuffarsi all’avventura, in un luogo pieno di allegria e colore.

Gardaland è forse il parco più famoso d’Italia, la destinazione migliore della primavera e dell’estate: potete immergervi tra le sue mille attrazioni, per trascorrere qualche ora di divertimento in compagnia della famiglia e degli amici. La nuova stagione è stata inaugurata nel weekend del 25 e 26 marzo, giusto in tempo per festeggiare la primavera, ma è da sabato 1° aprile che il parco apre i battenti in maniera continuativa. E lo fa davvero alla grande, con 5 splendide novità rivolte a tutte le fasce di età. Andiamo a vederle insieme.

Tutte le novità di Gardaland

La stagione 2023 debutta in grande stile, con l’inaugurazione di alcune nuove attrazioni mozzafiato. È il caso di Jumanji – The Labyrinth, che segue di qualche mese l’apertura di Jumanji – The Adventure: si tratta di un’esperienza immersiva multisensoriale ispirata alla serie cinematografica di Sony Pictures Entertainment, per tutta la famiglia. Protagonisti sono proprio coloro che si avventurano tra le spire di questo labirinto selvaggio, lavorando con astuzia e ragionamento per arrivare alla fine del percorso. Ma attenzione alle mille insidie: dai giochi di specchi al tunnel oscuro, passando per i serpenti velenosi, fare un passo falso è facilissimo.

La nuova attrazione dedicata a Jumanji è aperta a grandi e piccini, ma non è certo l’unica esperienza imperdibile da provare quest’anno. Sul fronte spettacoli, le novità sono incredibili: si parte con Nautilus, un live show che va in scena presso il Gardaland Theatre. Emozioni a non finire e tanta tecnologia per un appuntamento da non perdere, che vede anche il coinvolgimento della celebre giornalista tv Cesara Buonamici. Perché poi non fare un salto nella giungla più selvaggia? Il cinema 4D offre una nuova opportunità di intrattenimento con Experience Mowgli’s4D Jungle Adventure.

Per i bambini, inoltre, c’è un’occasione speciale per divertirsi in compagnia di uno dei personaggi più amati: si tratta del CoComelon Meet&Greet, che offre la possibilità di incontrare da vicino il protagonista della famosa serie musicale CoComelon. Infine, l’ultima novità riguarda il LEGOLAND Water Park: la sua spettacolare Miniland, il settore che riproduce in scala i monumenti più belli d’Italia (con i mattoncini Lego, ovviamente!), si allarga con l’arrivo dell’area Milano Moderna. È la fedele ricostruzione di ben 11 grattacieli del capoluogo lombardo, per ammirare in miniatura l’affascinante skyline meneghino.