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In questo luogo, in Italia, l’acqua ha creato uno spettacolo grandioso

L’Italia è un Paese meraviglioso che non smette mai di incantare. Ed è proprio quando crediamo di aver visto tutto che il nostro stivale torna a sorprenderci con nuove e inedite bellezze. Tutto merito di un patrimonio storico, culturale e naturalistico di immenso valore, lo stesso che attira migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Ed è proprio in Italia che oggi vogliamo restare, per andare insieme a voi alla scoperta di uno dei paesaggi più sensazionali del Belpaese. Un luogo che, col tempo, è stato trasformato da Madre Natura nel palcoscenico di uno spettacolo suggestivo e magico.

Ci troviamo in Piemonte, e più precisamente nella Valle Antigorio. È qui che ogni giorno va in scena uno spettacolo d’acqua grandioso, quello che si snoda tra gli Orridi di Uriezzo, uno dei luoghi più incredibili del nostro Paese. Pronti a partire?

Lo spettacolo d’acqua tra gli Orridi di Uriezzo

Il nostro viaggio di oggi, quello che ci conduce alla scoperta di un pezzo del nostro patrimonio naturalistico, ci porta in Piemonte, e più precisamente nella Valle Antigorio in provincia del Verbano-Cusio-Ossola. È qui che Madre Natura ha creato un paesaggio straordinario caratterizzato da grotte scavate, rocce maestose e imponenti e sentieri suggestivi.

Ci troviamo al cospetto degli Orridi di Uriezzo, un complesso di gole creatosi nei secoli grazie all’attività dei torrenti che un tempo scorrevano nella vallata del Ghiacciaio del Toce. Lo scenario che si apre davanti agli occhi dei viaggiatori che si spingono fin qui è a dir poco sublime, quasi surreale. Un capolavoro monumentale che sembra un’opera d’arte, e che invece è stato creato dal tempo e dall’azione di Madre Natura.

Proprio lì, dove un tempo scorrevano i corsi d’acqua, è possibile intraprendere un trekking delle meraviglie che consente di attraversare uno dei paesaggi più suggestivi del territorio alpino, lo stesso che col tempo si è trasformato nell’habitat di numerosi esemplari floristici che qui vivono e sopravvivono.

Una passeggiata delle meraviglie nel cuore della natura

Gli Orridi di Uriezzo sono una tappa imprescindibile per tutti gli amanti della natura che vogliono riscoprire il BelPaese. Partendo dalla Valle Antigorio, infatti, è possibile raggiungere un paesaggio straordinario, fatto di sculture naturali, sentieri sensoriali e giochi di luce e ombre creati dai raggi del sole che si fanno spazio timidamente tra le alte rocce.

Una volta arrivati qui è possibile percorrere tre orridi. Quello situato nella zona meridionale del territorio è il più grande e suggestivo: si snoda per circa 200 metri e ospita una scenografia quasi surreale che si conclude con un’inaspettata cascata nel bosco. Ce ne sono poi altri due, rispettivamente a est e a ovest della zona che vi permetteranno di calcare le orme dei torrenti che un tempo passavano fin qui.

Tutto intorno, poi, si snodano una serie di canyon, crepacci e pozze naturali che brillano al sole e che trasformano questo luogo in un’oasi di bellezza e di pace. Imperdibili sono anche gli orridi che, ancora oggi, sono attraversati dalle acque del fiume Toce.

Attraversando le gole del Toce

Fonte: 123rf

Attraversando le gole del Toce
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Puoi attraversare un tunnel di lava ai piedi del Monte Fuji

Svetta verso le nuvole fino a sfiorarle, stagliandosi in maniera imponente sul panorama circostante e definendo in maniera unica tutto il paesaggio. Stiamo parlando del Monte Fuji che, con la sua altezza di quasi 4000 metri, si è guadagnato il primato di montagna più alta del Giappone, nonché una delle più suggestive e celebri dell’intero Paese.

Il Fuji, lo sappiamo, è un monte sacro al punto tale che per gli shintoisti è doveroso raggiungere le sue pendici almeno una volta nella vita. Ed è qualcosa, in realtà, che consigliamo di fare anche noi, non solo perché la montagna è uno dei simboli del Paese, ma anche perché la sua presenza ha creato un paesaggio di immensa bellezza che pullula di meraviglie tutte da scoprire. Non è un caso che, l’Unesco, abbia dichiarato questo luogo Patrimonio Mondiale e Sito Culturale.

Ed è proprio alle pendici del grande vulcano che oggi vogliamo portarvi, perché è qui che è possibile vivere una delle avventure più incredibili di una vita intera. Quella che permette ai viaggiatori di attraversare un tunnel di lava situato ai piedi del Monte Fuji. Pronti a partire?

Il grande tunnel di lava ai piedi del Monte Fuji

È un viaggio da fare almeno una volta nella vita, quello che ci conduce al cospetto del maestoso e imponente Monte Fuji, uno dei luoghi più affascinanti e suggestivi del Giappone e del mondo intero. Situata nella regione dei Cinque Laghi, la montagna sacra, offre dei paesaggi di immensa bellezza che non si possono descrivere, ma solo vivere.

La visione, poi, è resa ancora più strabiliante dallo scenario che si snoda intorno al monte e che lo incornicia. Prati fioriti e colorati, grotte e cascate, altipiani e campi sterminati che si perdono all’orizzonte trasformano questo luogo in una straordinaria cartolina di viaggio da ammirare e da attraversare, nonché in una delle attrazioni più celebri e popolari di tutto il Giappone.

E se è un viaggio qui che avete in mente di organizzare, allora non potete non inserire nel vostro itinerario di viaggio anche una visita alla Grotta del vento Fugaku. Si tratta di un tunnel di lava situato sul versante settentrionale del Monte Fuji creatosi in maniera naturale proprio a seguito di una delle sue eruzioni.

Dentro la Grotta del vento Fugaku

La grotta del vento Fugaku è una delle tappe immancabili per chiunque visiti le pendici del Monte Fuji. Questa caverna, infatti, è la più grande dei tanti tunnel di lava accessibili dalla foresta di Aokigahara, situata nella città di Fujikawaguchiko.

Le sue origini risalgono al IX secolo, a quando una grande eruzione del Monte Fuji provocò importanti colate laviche che si dipanarono in diversi territori della Regione dei Cinque Laghi, raggiungendo anche la foresta di Aokigahara che oggi ospita diverse grotte laviche, dichiarate Monumenti naturali del Giappone.

La Grotta del vento Fugaku, come abbiamo anticipato, è la più grande tra quelle presenti sul territorio. Lunga poco più di 200 metri, la caverna è oggi accessibile al pubblico. Al suo interno è possibile ammirare un arredamento naturale caratterizzato da sculture laviche suggestive e forme evocative.

All’interno del tunnel di lava, inoltre, sono presenti tutto l’anno dei blocchi di ghiaccio, al punto tale che il secolo scorso la grotta veniva utilizzata come un frigorifero naturale per la conservazione di beni alimentari e di uova dei bachi da seta.

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Vulci regala un’altra scoperta straordinaria

Un’altra pagina della storia del popolo etrusco si celava dietro una porta fatta di blocchi di tufo a Vulci, il famoso Parco naturalistico archeologico immerso nella Maremma laziale, che regala sempre incredibili sorprese. La campagna di scavo ha riportato alla luce una tomba rimasta nascosta per più di 2.500 anni. Una scoperta straordinaria per tanti motivi.

Scoperta a Vulci una tomba intatta del VI secolo a.C.

A Vulci, antica città etrusca nel territorio di Canino e di Montalto di Castro, a pochi chilometri da Viterbo, un’accurata campagna di scavo archeologico ha riportato alla luce una tomba intatta, risalente al VI secolo a.C. Una scoperta che ha dell’incredibile, considerando che l’ambiente è rimasto inviolato fino a oggi, scampata persino alle grinfie dei tombaroli.

Stando a quanto hanno svelato i reperti che si nascondevano dietro due pesanti lastre di tufo, si tratterebbe della sepoltura di una donna di classe medio-agiata. Gli archeologi sono arrivati a questa conclusione a un primo esame del corredo funerario della tomba a camera, in cui è presente una fuseruola, un oggetto utilizzato per filare i tessuti, ma anche decine di vasi, anfore e bicchieri.

Vulci tomba vasellame

Fonte: Carlo Casi

Anfore e vasi rinvenuti nella tomba appartenente a una donna

Tra i reperti rinvenuti, spicca un braciere in bronzo che conserva ancora i carboni e lo spiedo in ferro dove erano infilzate le carni arrostite di un pasto mai consumato. Gli archeologi sono al lavoro per recuperare gli oggetti contenuti nella tomba e inviarli in laboratorio, così da studiarli accuratamente e sottoporli al restauro. L’ambiente sepolcrale appena scoperto consentirà di aggiungere un altro tassello nello studio dei legami tra le famiglie sepolte nelle necropoli dell’antichissima città etrusca di Vulci.

“Puntare sulla ricerca quale elemento fondamentale della valorizzazione come il Parco Archeologico di Vulci sta facendo da qualche anno sta cominciando a dare i suoi frutti e anche la scoperta odierna ne è frutto è tangibile testimonianza”, ha raccontato a SiViaggia Carlo Casi, direttore scientifico del Parco archeologico di Vulci.  “È tutto dovuto alla stringente collaborazione tra la Soprintendenza, la Regione Lazio, il Comune di Montalto di Castro e la Fondazione Vulci”, spiega Casi.

Vulci tomba

Fonte: Carlo Casi

Il braciere in bronzo rinvenuto nella sepoltura

Un parco archeologico che regala scoperte sorprendenti

Il parco archeologico più grande dell’Etruria meridionale non finisce mai di sorprendere. Questa è, infatti, solo l’ultima delle scoperte che ha regalato Vulci. Dal 1° luglio dello scorso anno, data d’inizio della nuova campagna di scavi a Poggio delle Urne, sono state riportate alla luce ben 88 tombe a pozzetto e un’urna cineraria a capanna risalente al IX secolo a.C. Nell’ottobre del 2022, è avvenuta una scoperta record: sono emersi degli scheletri ben conservati risalenti a circa 2.900 anni fa. Rappresentano qualcosa di davvero unico, secondo gli esperti.

Nel 2021, gli scavi hanno portato alla luce tre urne funerarie della prima Età del Ferro, come vi abbiamo raccontato qui. Le tombe, rinvenute in una zona isolata del parco, su una collinetta del versante Est della necropoli di Poggetto Mengarelli, risultavano perfettamente conservate.

Un’altra scoperta sensazionale risale al 2020, nella necropoli di Poggetto Mengarelli, dove è stata rinvenuta la tomba di un bambino appartenente a una famiglia aristocratica di origine etrusca risalente a 2.700 anni fa. All’interno del sarcofago è emerso un ricco corredo funerario. Il pezzo di maggiore rilievo è un’anfora di argilla con motivi geometrici che ha delle decorazioni soprelevate nella parte alta a forma di piccole brocche. “Una decorazione rarissima, di cui esistono pochissimi pezzi simili, uno dei quali è conservato al Louvre di Parigi”, ha commentato Carlo Casi, intervistato da SiViaggia.

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Lago du Mei, un piccolo gioiello in un bosco da favola

A 20 minuti in macchina da Genova Voltri e poco più di 5 dallo stadio di Arenzano, un piccolo gioiello di wild swimming è contenuto in uno prezioso scrigno – un trekking alla portata in un bosco da favola.

Dopo aver parcheggiato in Via Monte Camula in comune di Cogoleto (GE), proseguo a piedi fino ad una pensilina in legno: dei 3 sentieri che partono da qui prendo quello centrale che si segue fino al Rio Lerca, ci vogliono 30-35 min (vedi più avanti Info Pratiche).

Entro subito in un fitto bosco che gradualmente mi allontana dalla civiltà: eriche arboree, frassini e pini marittimi mi accompagnano prima in piano, e poi in salita.

Ordinati borghi in lontananza, dal sentiero per il Lago du Mei
Ordinati borghi in lontananza, dal sentiero per il Lago du Mei

Il cammino non mi annoia, riservandomi panorami marini, che spaziano tra castelli diroccati e ordinati borghi, fino a raggiungere il culmine in un punto panoramico.

Le Carbonaie

Nel cammino noto le tracce di una vecchia carbonaia, fornaci rurali dove la gente bruciava lentamente il legname per produrre carbone. La carbonaia si presentava come una catasta di legna rivestita di terra, di forma conica, con un foro alla sommità che fungeva da camino. Occorrevano diversi giorni e notti di duro lavoro perché la carbonaia diventasse un cumulo di carbone, perché il fuoco andava sorvegliato costantemente. 

Castelli diroccati invasi dalla vegetazione
Castelli diroccati invasi dalla vegetazione

Quando la carbonaia era “cotta”, foglie e terra venivano rimosse e il carbone veniva recuperato, sistemato in sacchi e trasportato a valle per essere venduto o utilizzato in famiglia. 

Il rumore dell’acqua

Dopo il culmine della salita, la traccia inizia a scendere, prima dolcemente poi più decisamente: qualcosa mi fa pensare di aver cambiato versante, sono circondato da profumati alberi di alloro e sembro essere finito in un sentiero raramente calcato dall’uomo. 

Ma non è questo: il fatto è che improvvisamente riesco a sentire il rumore dell’acqua, dapprima remoto, poi sempre più vicino, del Rio Lerca. 

I panorami marini al culmine della salita
I panorami marini al culmine della salita

Il sentiero esce dal bosco in corrispondenza del greto di questo torrente, proprio dove sorge quello che localmente è conosciuto col nome di Lago du Mei: un laghetto di diametro pari a 15 metri, profondo oltre i 3, e incastonato in un anfiteatro che sembra scolpito dall’uomo. Come un Colosseo naturale, le sue pareti digradano nella zona a valle per permettere l’uscita del Rio Lerca dalla incredibile vasca naturale disegnata al suo interno. 

Una meravigliosa “marmitta dei giganti”, per usare il verbo dei geologi: nei riottosi torrenti di montagna, quando l’acqua scorre impetuosa, magari a causa dello scioglimento dei ghiacciai al termine di una glaciazione, si possono creare vortici in cui l’acqua sfreccia a 200 km/h, scavando nei millenni la roccia fino a regalarci vasche circolari di notevoli profondità. Una splendida cascata alimenta questa meraviglia della natura.

Non c’è molta spiaggia qui, ma massi lisci su cui sostare. 

Il meraviglioso Lago du Mei
Il meraviglioso Lago du Mei

Dalle foto l’acqua appare scura, perché in ombra, ma è normalmente verde e cristallina. Il sole visita il Lago du Mei fino al primo pomeriggio – non fate come me – concedetevi questo meraviglioso wild swimming di mattina!

Info pratiche

🚗 Uscita Arenzano della A10, si continua sulla Aurelia (SS1) verso Cogoleto/Savona che si lascia quasi subito per prendere Via Pian Masino a destra (indicazioni per zona industriale) e poi Via Val Lerone, che si lascia seguendo alcuni cartelli della zona industriale (DIMHORA) verso sinistra. Si attraversa un torrente e si gira nuovamente a sinistra su Via Bordin che si segue fino alla fine per poi prendere Via Colombo/SP78 a destra. Si segue la SP78 passando una galleria nei pressi dell’abitato di Lerca (GE), si supera il km 3 e si prende poi a destra in salita Via Vallescura e al bivio Via Monte Camula a sinistra. Si parcheggia poco oltre in uno spiazzo sulla sinistra (44.408367, 8.636476) di fronte ad una zona recintata con rete sorretta da pali di legno, ci stanno 5-6 macchine.

👣 Si prosegue a piedi su Via Monte Camula fino ad una pensilina in legno: dei 3 sentieri che partono da qui si prende quello centrale, non segnato, che si segue fino al Rio Lerca, ci vogliono 30-35 min. Si evitano nel cammino 2 svolte secondarie in discesa a destra, optando sempre per la traccia in salita e a sinistra.

Nell’ultimo tratto, subito dopo un piccolo spiazzo, il sentiero finisce su una frana con grossi sassi instabili: cercate una traccia alla vostra sinistra perché aggira la frana e, zigzagando un po’, stempera il dislivello fino a destinazione (44.415920, 8.635481). 

Questo splendido trekking (1,15 km) è fattibile dalla maggior parte delle persone e anche dai bambini, se autonomi nella camminata, ben equipaggiati e aiutati. Dislivello: 80 m in salita, 60 in discesa.

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La migliore idea di viaggio per i ponti di primavera

Tra Pasqua e Pasquetta (9 e 10 aprile), Festa della Liberazione (25 aprile), Festa dei lavoratori (1° maggio) e poi ancora per la Festa della Repubblica (2 giugno), quest’anno è proprio l’anno dei ponti. Per non farsi sfuggire un’opportunità di viaggio, abbiamo trovato la migliore idea per trascorrere una bella e lunga vacanza senza usufruire di troppi giorni di ferie.

In particolare, con soli quattro giorni di ferie si può partire per un viaggio di dieci giorni partendo il 22 aprile e tornando la sera del Primo maggio. Questo è il ponte più bello perché ne accorpa due in una volta sola.

Per chi ha problemi di assenze dal posto di lavoro, per fortuna per molti c’è ancora la possibilità di fare smart working. Ecco allora che il migliore tipo di viaggio in questo caso è una bella crociera.

Tutti pazzi per le Long Cruise

Stanno avendo sempre più successo – e non soltanto in Italia, ma in tutto il mondo – le crociere lunghe, le cosiddette “Long Cruise”, che hanno una durata di almeno dieci giorni, fino ad arrivare, per i più fortunati, anche ai 20 giorni o più.

Stando all’osservatorio interno di MSC Crociere, le crociere più gettonate sarebbero quelle che durano undici giorni e la rotta più richiesta è quella che tocca i porti del Sud del Mediterraneo, delle Canarie, di Grecia, Egitto, Turchia e Israele.

Detto ciò, partire per una Long Cruise ha un sacco di vantaggi. Ecco quali sono:

  1. le soste lunghe: la durata delle soste di una crociera si adatta alla tipologia di viaggio e se una crociera è Long lo è anche la sosta nel porto dove attracca la nave. Se tra arrivo in porto e partenza solitamente una nave staziona 6-7 ore, le Long Cruise gettano l’ancora anche per 13 ore (per esempio a Casablanca, Port Said e Alessandria d’Egitto) e per un’intera giornata a Istanbul e nei porti della Grecia, consentendo così di esplorare al meglio una città portuale o i suoi dintorni;
  2. godersi il mare aperto: le crociere lunghe restano anche più giorni in navigazione in mare aperto, consentendo così ai passeggeri di godersi al massimo le esperienze offerte a bordo durante il giorno. Piscine, spa, attività fisiche o ludiche (scivolo d’acqua, parete d’arrampicata, simulatore di volo e chi più ne ha più ne metta), ma anche leggersi un buon libro sulla terrazza dalla propria cabina o fare smart working grazie al wi-fi. Le giornate di navigazione sono un vero e proprio toccasana e un invidiabile – da parte dei colleghi che restano in ufficio – break prima e dopo le giornate trascorse a fare i turisti su e giù per le più belle città del mondo;
  3. beneficiare del clima mediterraneo: una crociera nel Mar Mediterraneo a primavera è una garanzia di bel tempo e di clima mite. Magari non è ancora il periodo giusto per fare un bagno al mare (o magari sì, se si sceglie la rotta giusta), ma il sole e le temperature elevate sono garantite. Che si scelga una crociera nel Mediterraneo Occidente, e quindi Francia e Spagna, o quello Orientale, Grecia, Turchia, Israele, Egitto, il meteo è a vostro favore;
  4. partenze da tutta Italia: il nostro Paese ha il vantaggio di avere tantissimi porti d’imbarco per fare una crociera. Venezia, Genova, Savona, Civitavecchia, Palermo, Messina, Ancona sono solo alcuni e ce n’è sicuramente uno vicino da raggiungere velocemente;
  5. prezzi convenienti: una crociera lunga non costa più di una breve. Se poi si approfitta del cosiddetto “advance booking” prenotando prima, i prezzi sono davvero alla portata di tutti. Una Long Cuise costa una media di 900 euro a persona, circa 75 euro al giorno, e se si considera che in nave è tutto incluso – tranne alcune attività come i trattamenti nella spa, alcuni ristoranti speciali o le visite guidate nelle città dove si sosta – non costa più di un hotel e, spesso, meno che restando a casa.
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Pärnu, il gioiello estivo (e non solo) dell’Estonia

Iniziamo questo pezzo dicendo una cosa sacrosanta: è sempre il momento giusto per pensare all’estate. E lo è perché durante questa speciale stagione siamo tutti più allegri, belli e spensierati. Ma quando le roventi temperature cominciano a fare capolino, ecco che veniamo tutti assaliti da un dubbio: dove me ne vado quest’anno in vacanza? La risposta a questa domanda, secondo il nostro punto di vista, si trova in Estonia e si chiama Pärnu. Ovvero una città che, oltre a essere la meta prediletta per i locali che vogliono farsi un bagno e abbronzarsi il più possibile, è anche un gioiello da visitare in qualsiasi stagione dell’anno.

Pärnu: cosa sapere

Affacciata sul bellissimo Golfo di Riga, Pärnu è la maggiore località estiva e di villeggiatura dell’intera Estonia, ma anche il luogo perfetto in cui dedicarsi a cure termali e dove scoprire un piccolo ma grazioso centro storico.

Pärnu ha mille volti, ognuno dei quali ha molto da regalare ai suoi visitatori. Fa strano pensare che in Paese dalle temperature gelide come questo ci sia un posto in cui andare al mare, ma la verità è che il piacevole clima mite che caratterizza questa città, data la sua posizione geografica, ha fatto sì che qui si sviluppassero hotel e ristoranti affacciati sui un’ampia spiaggia soleggiata e bagnata dalla acque del Mar Baltico.

Pärnu centro storico

Fonte: iStock – Ph: Helin Loik-Tomson

Veduta di Pärnu

Ma non solo. Pärnu è anche meta molto amata da chi vuole rilassarsi in centri di cure termali e dedicarsi a fanghi terapeutici. La sua storia in questo ambito affonda radici in epoche lontanissime, tanto che oggi si rivela il luogo ideale per il benessere pur essendo costantemente accompagnati dall’atmosfera frizzante che fa inevitabilmente parte del clima vacanziero.

Il mare di Pärnu

Pärnu è destinazione da prendere in considerazione anche per le famiglie con i bambini: vanta una lunga striscia di sabbia soffice e dorata lambita da un mare poco profondo in cui si può persino camminare per decine di metri. E da lì, passo dopo passo, si può arrivare a delle minute isolette di sabbia che si formano a pochissimi metri dalla riva, piccole creazioni della natura adorate dai più piccoli.

Certo, bisogna essere di mentalità un po’ aperta perché può capitare di incontrare anche gruppi di nudisti, ma nel complesso si presenta piacevole, estesa, bella e quasi completamente priva di pericoli anche per i propri figli.

A far da cornice c’è tanta natura che rende ancor più piacevole il paesaggio di questa località, vegetazione che si va a fondere in maniera armoniosa con un mare dalle sfumature azzurre e dai riflessi chiari. E per chi cerca divertimento e movida ci sono persino numerosi localini che vanno a impreziosite l’affascinante lungomare.

Chiamato Pärnu Beach, è uno dei litorali più famosi dell’intera regione del Baltico, e vi è tra l’altro possibile praticare diversi sport acquatici durante una vacanza all’insegna della più pura adrenalina. D’inverno, invece, non è raro vederla trasformarsi in una bianca distesa di neve.

Pärnu Beach inverno

Fonte: iStock

Pärnu Beach in inverno

Le terme di Pärnu

Pärnu è anche una rinomata località termale, e non a caso sono davvero numerosi i visitatori che da tutto il mondo la scelgono come meta di benessere e relax per le loro vacanze. La sua tradizione in fatto di fonti termali è davvero molto antica, tanto che sono svariate le strutture deputate a tali funzioni.

Da queste parti il turismo salutistico è in costante crescita, ma ovviamente senza dimenticare le tante tradizioni che si fondano sull’utilizzo di prodigiosi fanghi marini naturali. La maggior parte delle strutture si trova all’interno della città e più precisamente presso il Pärnu Rannapark, un parco che fa da spartiacque tra il centro storico la lunga spiaggia bianca della città.

Il centro storico della città

Spiaggia, mare, locali per il divertimento, terme in cui riprendersi dai ritmi frenetici della vita quotidiana e anche un grazioso centro storico dal fascino nordico.

Seppur di piccole dimensioni, conquista il cuore dei turisti perché è molto piacevole passeggiarvi, ma anche perché ha profili eleganti per via della presenza di spettacolari edifici colorati realizzati in stile Art Nouveau e barocco.

Proprio a Pärnu, infatti, svetta fiera la Villa Ammende che è da molti considerata un capolavoro dell’architettura liberty della zona. Oggi è un hotel di lusso, ma ciò non toglie che sia impressionante e certamente meritevole di essere osservata.

Pärnu estonia

Fonte: iStock – Ph: Eloi_Omella

Passeggiando per il centro di Pärnu

Tra le altre strutture che vale la pena visitare in questo raffinato centro ci sono la Chiesa luterana di Santa Elisabetta, in stile barocco e con al suo interno uno dei più maestosi organi di tutto il Paese, e la Chiesa ortodossa di Santa Caterina che nel corso dei secoli ha svolto persino il ruolo di musa: ha ispirato l’architettura della chiesa ortodossa in tutti gli Stati baltici.

Molto interessante è anche la Casa Seegi che, oltre a essere l’edificio più antico Pärnu, è stato recentemente ristrutturato seguendo l’idea dell’aspetto che doveva possedere nel XVII scolo. Tra le altre cose è anche possibile soggiornarvi in quanto, attualmente, è sede di un rinomato hotel.

Poi ancora il Museo della Nuova Arte di Pärnu che, manco a dirlo, è uno dei più importanti e innovativi di tutta l’Estonia. Al suoi interno i visitatori possono approfittare di diversi percorsi espositivi e mostre temporanee. Ogni anno, inoltre, è sede del Festival Cinematografico cittadino durante il mese di luglio.

Il posto perfetto per fare un vero tuffo (ma questa volta asciutto) nella storia locale grazie alla presenza di reperti archeologici e oggetti di antiquariato.

A caccia di natura

Se tutto quello che vi abbiamo raccontato non vi sembra abbastanza, sappiate che a poca distanza da Pärnu è persino possibile fare un vero e proprio bagno di natura presso il magnifico Parco Nazionale di Soomaa. Si tratta del  secondo più grande Parco Nazionale dell’Estonia in quanto comprende un’area pianeggiante di circa 370 chilometri quadrati.

È un luogo dalla bellezza sconvolgente e in cui perdersi tra immense foreste, vigorosi fiumi e placidi laghi. Tante le escursioni a disposizione, così come le avventure che si possono vivere a bordo di una canoa. Tra le altre cose, qui si ergono fiere le dune della Ruunaraipe che sono le più alte di tutta la zona. Inoltre, il Parco Nazionale di Soomaa è il più grande sistema di torbiere intatte di tutto il nostro continente.

Pärnu, certamente famosa in Estonia, è per noi italiani una meta ancora tutta da scoprire e in grado di regalare emozioni uniche.

Parco Nazionale di Soomaa estonia

Fonte: iStock

Il Parco Nazionale di Soomaa
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Riapre la passeggiata più romantica d’Italia, un museo a cielo aperto

Chiuso da dieci anni a causa di una frana, sta per riaprire uno degli itinerari più romantici che esistano in Italia: la Via dell’Amore, con la “A” maiuscola. Questa strada a picco sul mare che si percorre a piedi attraversa il Parco Nazionale delle Cinque Terre.

Il percorso non è lungo, supera di poco il chilometro e collega due dei borghi pastello più pittoreschi del Levante ligure, Riomaggiore e Manarola, cuore delle Cinque Terre.

Riapre la Via dell’Amore

La Via dell’Amore riapre al pubblico a maggio, come previsto, almeno in parte. L’intero tratto sarà percorribile solo nel 2024, ma nel frattempo si prevedono grandi flussi di turisti tanto da dover essere controllati (il Parco, per tutelarla, ha introdotto già da qualche anno un ticket d’ingresso).

Famosa in tutto il mondo per la sua bellezza e gli scorci mozzafiato che regala curva dopo curva, la Via dell’Amore è una delle più importanti attrazioni turistiche della zona ed è parte integrante del Parco nazionale delle Cinque Terre e dell’area dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’umanità.

Com’è nata la Via dell’Amore

Tra i sentieri più belli d’Italia, la Via dell’Amore – che ufficialmente si chiama sentiero 592-1 (SVA2) – è sempre stata la destinazione turistica per eccellenza delle Cinque Terre. Il percorso è spettacolare, tra il verde della macchia mediterranea e il mare.

Nata tra gli Anni Venti e Trenta, fu tracciata tra le arenarie dai minatori che lavoravano al raddoppio della linea ferroviaria che collega Genova a La Spezia per ricavare dei depositi sicuri per gli esplosivi. Terminati i lavori e smantellate le polveriere, gli abitanti di Riomaggiore e di Manarola iniziarono a scavare la parete per collegare i primi due tratti: fu poi merito della suggestiva bellezza di questi 850 metri di terra sospesi tra il mare e il verde dei cespugli di finocchio marino, ruta ed euforbia se qualcuno decise di chiamarla “Viaeu de l’Amùu”, con tanto di targa improvvisata.

Le panchine dedicate alle divinità e agli eroi della mitologia greca e romana che s’incontrano lungo il sentiero sono state aggiunte nel corso degli anni, seguite da lavori per la messa in sicurezza, una ringhiera, un sistema di pavimentazione uniforme e di illuminazione a energia solare (discreto ma che funziona anche con la nebbia marina), fino agli ascensori che la collegano direttamente con la stazione ferroviaria di Riomaggiore.

La strada degli innamorati

Il famoso sentiero degli innamorati si sviluppa a strapiombo sul mare ed è letteralmente scavato nella scogliera, permette di godere di un panorama unico, che il mondo ci invidia, e di immergersi in un ecosistema molto vario: le arenarie zonate di Riomaggiore, la vegetazione esotica, la macchia mediterranea, i vigneti terrazzati, un percorso originale e interessante soprattutto dal punto paesaggistico.

Abbandonate le colline terrazzate del pittoresco borgo di Riomaggiore e i suoi ripidi vicoli – le case sono disposte su due file principali, che riprendono il percorso del torrente da cui prende il nome e che oggi è coperto – e imboccata la Via dell’Amore ci vuole circa mezz’ora per tuffarsi nei colori delle case di Manarola che si susseguono lungo la via di Mezzo e nel suo piccolo porto. Con alle spalle i vitigni da cui nasce lo Sciachetrà e gli uliveti, dalla piazzetta panoramica dedicata a Eugenio Montale non si può che volgere lo sguardo all’orizzonte. Una targa ricorda i suoi versi: “Riviere, bastano pochi stocchi d’erbaspada penduli da un ciglione sul delirio del mare”.

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Lo spettacolo della roccia che si trasforma in arcobaleno

Sono grandi, immensi e straordinari, a volte persino surreali, sono gli spettacoli messi in scena da Madre Natura, gli stessi che invitano i viaggiatori a esplorare il mondo in lungo e in largo per perdersi e immergersi in paesaggi che lasciano senza fiato.

Ed è proprio di uno scenario mozzafiato che oggi vogliamo parlarvi, di uno show che si palesa davanti agli occhi degli avventurieri che raggiungono lo Yosemite National Park, il celebre e suggestivo parco incastonato tra le montagne della Sierra Nevada in California.

Proprio qui, tra alberi di sequoia giganti, sentieri pittoreschi, cascate maestose e scogliere di granito che sfiorano il cielo, è possibile ammirare lo spettacolo più suggestivo di Madre Natura, quello di una roccia che, come per magia, si trasforma in un arcobaleno. Pronti a partire?

Lo spettacolo più suggestivo della natura si trova nello Yosemite National Park

Visitare i parchi naturali della California è un sogno che accomuna tantissimi viaggiatori e i motivi sono piuttosto intuibili. Queste aree sterminate, infatti, ospitano alcuni dei paesaggi più straordinari di sempre che arricchiscono in maniera unica il patrimonio naturalistico che appartiene al nostro pianeta.

Tra i più celebri e raggiunti troviamo lo Yosemite National Park, un parco immenso e straordinario che si snoda tra le montagne della Sierra Nevada su una superficie che supera i 3.000 metri quadrati, e che è il terzo parco nazionale più grande del Paese, dopo quelli della Valle della Morte e di Joshua Tree.

I motivi per raggiungerlo sono tantissimi e tutti sono destinati a incantare. Il Parco di Yosemite, infatti, ospita tutta una serie di alberi di sequoia giganti e antichissimi che incorniciano un panorama mozzafiato fatto di cascate, scogliere, spazi immensi che si perdono all’orizzonte e aree incontaminate e selvagge.

Insomma, lo Yosemite National Park è uno di quei luoghi da visitare almeno una volta nella vita. Non solo per le bellezze naturali che gli appartengono e che abbiamo appena elencato, ma anche perché è qui che Madre Natura ha scelto di portare in scena uno dei suoi spettacoli più grandiosi, quello che trasforma la roccia in un arcobaleno cangiante che lascia senza fiato. La visione è davvero sorprendente.

La roccia che si trasforma in arcobaleno: quando e come osservarla

Lo Yosemite National Park, dicevamo, è un territorio immenso e ricco di cose da vedere e da fare, un vero e proprio paradiso destinato a incantare tutti gli amanti della natura. Tuttavia c’è uno spettacolo che, più degli altri, ha attirato l’attenzione di viaggiatori, fotografi e persone di tutto il mondo negli ultimi anni.

Succede infatti che, inaspettatamente, le rocce del parco si tingono di meraviglia rubando all’arcobaleno i suoi colori più belli. Non si tratta di un incantesimo, anche se la visione restituita è senz’altro magica, ma della perfetta combinazione tra elementi naturali.

A volte, infatti, quando le cascate sgorgano maestose scivolando dalle imponenti rocce, vengono attraversate dalla luce che tinge di magia la discesa. Esattamente come succede come il fenomeno ottico atmosferico dell’arcobaleno, la luce del Sole passa attraverso le gocce d’acqua rimaste in sospensione, creando così un gioco prismatico di luci e colori che trasforma la roccia in un arcobaleno.

Purtroppo non è possibile prevedere con certezza quando si palesa lo spettacolo, il consiglio è comunque quello di prendersi del tempo per contemplare la grande Bridalveil Fall, la cascata più celebre del parco dove spesso il fenomeno si verifica, quando il sole si trova alle proprie spalle. È in quel momento che, inaspettatamente, potrebbe iniziare la magia.

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In questa città il centro storico si trova in cima a una collina

Di città particolari il mondo è pieno. Ci sono quelle costruite su speroni tufacei che si sfaldano giorno dopo giorno, quelle che hanno forme che ricordano stelle o graziosi animali, e altre ancora che sono completamente colorate. Insomma, la fantasia dell’essere umano è in grado di realizzare qualsiasi cosa. Come questa peculiare città, il cui centro storico si trova sulla sommità di una collina.

Benvenuti a Laon

La città in questione si chiama Laon ed è un bellissimo comune francese che si trova nella regione dell’Alta Francia. Dalle origini medievali, può vantare di essere stata persino la musa di Victor Hugo, scrittore francese che più volte ha sottolineato la bellezza di questa località.

Seppur di contenute dimensioni, questa preziosa cittadina si rivela il posto perfetto per quei viaggiatori che che sono a caccia di meraviglie architettoniche pregne di storia e cultura. Ma non solo: si presta anche per l’avventura. Basta allontanarsi dal centro storico per scoprire una serie di sentieri in cui praticare escursioni a piedi o in bicicletta. Del resto si trova nei pressi del nel Parco Naturale della Montagna di Reims, con vigneti e foreste a perdita d’occhio, e il Parco Naturale di l’Oise-Aisne, che si sviluppa tra villaggi tipici e un ambiente naturale florido e importante.

Cosa vedere in città

Come vi abbiamo accennato in precedenza, il centro storico di Laon è stato edificato sui profili di una collina. Edifici civili e religiosi qui sono protetti da ben sette chilometri di mura in cui sono contenuti monumenti di inestimabile valore. Uno di questi è la sua eccezionale Cattedrale Gotica dove svettano cinque imponenti ed eleganti torri.

Si trova proprio sulla punta della collina e sfoggia dei portali con timpani scolpiti e anche delle particolari sculture di buoi a grandezza naturale. Il motivo della presenza di queste singolari statue è molto semplice: sono ispirate a un’antica leggenda locale. Salendo sul campanile, invece, avrete l’occasione di godere di uno dei panorami più affascinanti di tutta la città.

Continuando la passeggiata solcherete deliziose stradine medievali, osserverete monumenti di un tempo che fu e tanti edifici che vi lasceranno senza fiato. Siamo abbastanza certi che ad attirare la vostra attenzione saranno l’attuale Palazzo di Giustizia, l’antico ospedale maggiore del XII secolo e la cappella romanica dei Templari.

Come tutte le migliori città fortificate, non potrete non imbattevi in maestose porte che da queste parti sono tutte chiamate Porte d’Ardon. In totale sono e sono una più invitante dell’altra.

Le Chemin des Dames, invece, vi riporterà ai tempi della drammatica Grande Guerra, ma al contempo vi permetterà di scovare alcune delle più suggestive vedute della campagna circostante.

Degna di nota è anche l’Abbazia di Saint Martin che, oltre a essere un luogo di culto e di attività culturali, protegge gelosamente alcune opere in legno e un particolare presepe del XIV secolo.

Poi ancora la Place du Parvis, un meraviglioso spazio dalla forma di un pentagono, in cui si affaccia la Cattedrale della città. Il punto perfetto non solo per farsi un’idea del maestoso centro storico, ma anche per fare una pausa grazie ai tanti ristoranti e bar presenti in cui entrare in stretto contatto con l’atmosfera locale.

Infine un po’ di cultura presso il Museo d’Arte e Archeologia dove osservare numerosi reperti archeologici, dipinti e sculture di artisti oltralpe, ma anche italiani, fiamminghi e olandesi.

Insomma, tra storia in ogni angolo e panorami che sanno emozionare, Leon merita certamente una visita.

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È lo show più atteso dell’anno: ecco come osservare l’eclissi solare ibrida

La primavera, ormai lo sappiamo, non smette mai di sorprenderci. È proprio questa stagione, infatti, che con le sue meraviglie ci invita a scoprire i luoghi del mondo che si tingono di magia.

Deserti fioriti, foreste fitte e lussureggianti, parchi e giardini delle meraviglie: basta guardarci intorno per ammirare show straordinari che lasciano senza fiato. Non sono gli unici che ci attendono questa stagione però, perché è proprio sopra le nostre teste che sta per andare in scena lo spettacolo più atteso e incredibile dell’anno.

Stiamo parlando dell’eclissi solare ibrida, un fenomeno ottico astronomico tanto raro, quanto suggestivo, che ci permetterà di osservare l’oscuramento del disco solare in pieno giorno. L’appuntamento è previsto per giovedì 20 aprile 2023. Mettetevi comodi: lo show ha inizio,

L’eclissi solare ibrida sta arrivando: tutto pronto per lo show

Che questo sarebbe stato un anno straordinario, ricco di colpi di scena per gli amanti delle stelle e delle galassie, lo avevamo già anticipato parlandovi di quel calendario fittissimo di eventi che andranno in scena nei prossimi mesi. Stelle cadenti, SuperLune, congiunzioni e danze dei pianeti sono solo alcuni degli show celesti che illumineranno le nostre notti.

Ma a catturare l’attenzione, la nostra e non solo, è stata la notizia della rara e attesissima eclissi solare ibrida che si paleserà nel cielo di aprile, uno dei più ricchi dal punto di vista degli spettacoli da ammirare a testa in su.

Questo fenomeno ottico astronomico, infatti, ci consentirà di vivere un’esperienza unica e irripetibile in pieno giorno nel momento in cui la Luna oscurerà il nostro disco solare. L’appuntamento, come abbiamo già detto, è previsto per il mese di aprile, ma dobbiamo anticiparvi che assistere allo show sarà impossibile per chi resterà in Italia o in Europa.

L’eclissi, infatti, oscurerà il cielo nei territori bagnati dall’Oceano Indiano e in quelli situati nel Pacifico. Tuttavia ci sono alcuni modi che ci permetteranno di osservare il fenomeno, sia dalla terra ferma che dall’acqua. Scopriamoli insieme.

Come e quando osservare l’oscuramento del disco solare

È un evento straordinario e di rara portata, quello dell’eclissi solare, quel fenomeno che si verifica solo quando il Sole, la Luna e la Terra sono perfettamente allineate. È a quel punto, infatti, che l’ombra del nostro satellite naturale oscura completamente la luce della stella madre. Quella di aprile, in realtà, sarà un’eclissi ibrida che mostrerà sia una copertura totale che anulare, rendendo lo show ancora più suggestivo.

L’appuntamento è previsto per giovedì 20 aprile e, come abbiamo anticipato, sarà impossibile osservarlo dal BelPaese. Se non volete rinunciare a questa visione avete due opzioni: la prima è quella di salire a bordo di una nave che ha come destinazione l’eclissi solare ibrida. Il viaggio, che si farà a bordo della Le Lapérouse di Ponant, porterà i passeggeri nel cuore dell’Oceano Indiano per permettergli di ammirare il grande spettacolo.

L’altra opzione, invece, è un invito ad attraversare il mondo per raggiungere l’unico luogo sulla terra ferma dove sarà possibile osservare il fenomeno. Exmouth, cittadina situata nella regione della Coral Coast, sarà infatti la sola città che offrirà una vista diretta sull’eclissi solare alle ore 11.27 (ora locale).

C’è un’altra alternativa, forse meno suggestiva delle precedenti, ma sicuramente più accessibile a tutti. Ed è quella di ammirare l’eclissi solare ibrida direttamente da casa grazie a una diretta streaming messa a disposizione da Timeanddate.