Categorie
hotel mare Viaggi Wanderlust

Queste antiche case dei pescatori sono state trasformate in un hotel sul mare

C’è un luogo, incastonato tra le scogliere alla stregua di un gioiello prezioso, che sembra uscito da una fiaba. Un posto estraneo alle leggi del tempo che scandiscono i giorni e la quotidianità e che segue solo il ritmo delle onde del mare che delicatamente si infrangono sul litorale.

Un luogo che parla di un passato glorioso che appartiene a una terra meravigliosa, quella nostrana, e che ogni giorno lo evoca con le tante testimonianze che puntellano l’intera regione. Questo luogo si trova in Sicilia, e più precisamente a Scopello.

Proprio qui, nella località costiera italiana appartenente al comune di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani, le antiche case dei pescatori sono state trasformate in un hotel sul mare per vivere un sogno antico e straordinario. Pronti a partire?

Benvenuti nella Tonnara di Scopello

Le avventure di viaggio, ormai lo sappiamo, passano anche per gli alloggi. Case sull’albero, baite con vista, hotel a tema e strutture ricettive sensazionali, infatti, ogni giorno si impegnano a trasformare i desideri dei viaggiatori in una realtà incredibile tutta da vivere e da condividere.  Ed è proprio di una realtà così che vogliamo parlarvi oggi. Di un luogo tutto italiano che offre una delle esperienze più incredibili di sempre da vivere nel nostro Stivale.

Il nostro viaggio di oggi ci conduce nella suggestiva Scopello, una località costiera italiana celebre per i pittoreschi faraglioni, per le acque limpide e cristalline e per il suo baglio. Proprio qui, incastonata nel litorale come fosse un tesoro prezioso, c’è l’ultima grande testimonianza di un passato che ha reso celebre l’intera regione.

La costa, infatti, ospita la Tonnara di Scopello, una delle più importanti e antiche di tutta la Sicilia. Raggiungerla permette di accedere al museo a cielo aperto che conserva la storia dei pescatori, che per secoli hanno praticato la pesca del tonno, e quella del Mediterraneo.

Ma non è tutto perché il complesso che affaccia sul mare, e che è circondato dagli splendidi faraglioni che emergono dall’acqua turchese, è anche un hotel. E dormire qui, ve lo assicuriamo, è un’esperienza da sogno.

Dormire nelle antiche case dei pescatori

Nel punto esatto dove il mare incontra la costa mediterranea si erge questo incredibile complesso, quello in cui un tempo i pescatori si riunivano e lavoravano. Proprio quelle che erano le loro case, oggi, sono state trasformate in dimore straordinarie dove è possibile vivere e indagare la relazione che esiste da secoli tra l’antica tradizione siciliana della pesca e il patrimonio naturalistico della costa mediterranea.

Sono 15, in totale, gli appartamenti che si snodano all’interno del complesso, e tutti sono stati riadattati agli ambienti preesistenti rispettando la struttura e la storia che gli appartiene. Non troverete, al loro interno, la linea telefonica, il televisore o la connessione. A farvi compagnia ci sarà però il mare, quel sul quale tutte le dimore si affacciano, e il rumore delle onde che scandiscono il tempo in questo paradiso terrestre.

Vi basterà aprire la finestra, e da quella contemplare il paesaggio circostante, per vivere un’esperienza di lusso, quella che affaccia su un panorama lussureggiante che si perde tra le mille sfumature di blu.

Categorie
Asia Idee di Viaggio panorami Thailandia treni Viaggi viaggiare

Thailandia in treno, i migliori viaggi da fare

Viaggiare in treno è ormai una tendenza consolidata: alla comodità di poter raggiungere posti anche molto lontani si coniuga non solo una maggior sostenibilità, ma anche una vera e propria esperienza che inizia nel momento stesso in cui saliamo a bordo. Perché allora non andare alla scoperta della Thailandia su rotaia? Questo Paese è ricco di sorprese, e dal finestrino del treno possiamo ammirare panorami meravigliosi. Ecco gli itinerari assolutamente da non perdere.

Thailandia, i viaggi in treno da fare assolutamente

Il treno è il mezzo di trasporto ideale per chi vuole godersi il viaggio: lento a sufficienza da permetterci di ammirare il paesaggio al di fuori del finestrino, è un’esperienza memorabile sotto molteplici punti di vista. In Thailandia, ci sono moltissime ferrovie che offrono viaggi indimenticabili, ma quali sono gli itinerari migliori? Uno dei più suggestivi è senza dubbio la Mae Klong Railway, che parte da Bangkok e attraversa il celebre Talad Rom Hoop. Quest’ultimo è un tradizionale mercato che, tagliato in due dai binari, viene periodicamente attraversato dai convogli mentre i venditori si affrettano a chiudere le tende da sole e a spostare la mercanzia (per poi risistemare tutto in pochi istanti non appena il treno si è allontanato).

Sempre da Bangkok, si può salire a bordo del treno notturno per Chiang Mai: è un’avventura incredibile, da vivere appieno tra le cuccette recentemente rinnovate mentre ci si lascia cullare dal dondolio del vagone. Fuori dal finestrino, nel frattempo, si susseguono paesaggi bellissimi di imponenti montagne e rigogliose foreste thailandesi. Quello che invece si dipana tra la capitale e Kanchanaburi è un viaggio della memoria. Qui si percorre un tratto conosciuto come la “Ferrovia della Morte”, che attraversa il ponte sul fiume Kwai e il viadotto Wang Po. I binari vennero costruiti dai prigionieri della Seconda Guerra Mondiale, e moltissimi di loro vi persero la vita.

Durante l’estate, una delle tratte più frequentate è quella che collega Bangkok alla popolare meta balneare di Hua Hin. Se il tragitto non sembra avere alcunché di entusiasmante, è solo perché la vera sorpresa deve ancora arrivare: dalla graziosa cittadina costiera si può affrontare un bellissimo viaggio lungomare che conduce a Prachuap Khiri Khan, ammirando il paesaggio del Golfo di Siam e le sue acque turchesi. Chi è alla ricerca di un’esperienza diversa, invece, può optare per le escursioni speciali che le Ferrovie dello Stato thailandesi organizzano nei fine settimana. Come il viaggio da Bangkok alla diga di Pasak Chonlasit, che attraversa un viadotto circondato dall’acqua: lo chiamano infatti il “treno galleggiante”.

Dal treno a vapore ai vagoni extra lusso

Un tuffo indietro nel passato, a bordo di un treno a vapore: sono diversi gli itinerari che ci portano alla scoperta della Thailandia su vagoni retrò, ma una delle destinazioni più popolari è senza dubbio Ayutthaya. Sembra quasi di viaggiare nel tempo, mentre dal finestrino scorrono panorami mozzafiato. Le Ferrovie dello Stato della Thailandia organizza pochissime corse con i treni a vapore, solitamente nei giorni di festa più importanti per il Paese. Chi vuole dunque concedersi quest’avventura deve affrettarsi ad acquistare i biglietti.

Infine, c’è anche un’esperienza extra lusso da provare. È il viaggio tra Singapore e la Thailandia, a bordo dell’Eastern & Oriental Express, in cabine raffinatamente arredate e dotate di ogni comfort. Si tratta di un viaggio organizzato da Belmond, la compagnia che ha rimesso in piedi il leggendario tragitto dell’Orient Express – e che ha in lista un’infinità di avventure tutte da vivere, sempre all’insegna del lusso.

Categorie
Borghi Lazio ronciglione Viaggi

Ronciglione, uno dei borghi più belli che c’è

A metà strada tra Roma e Viterbo, ma in provincia di quest’ultima e quindi tra le infinite meraviglie della Tuscia, sorge un borgo che è un vero gioiello e che negli ultimi anni è tornato alla ribalta per tanti diversi motivi. Il posto in questione si chiama Ronciglione, un paesino di poco più di 8000 abitanti e che si inerpica su un elegante sperone tufaceo.

Ronciglione: cosa vedere

Il centro storico di Ronciglione sorge sulla cima di una rupe di tufo dove da secoli resistono una zona dai profili del tutto medievali, e una dalle linee rinascimentali. Il borgo, ta saliscendi e vicoli graziosi, permette di fare una piacevole passeggiata alla scoperta di testimonianze di un passato che fu, mentre tutta intorno c’è una natura rigogliosa alla quale è impossibile resistere.

Duomo dei Santi Pietro e Caterina

Più o meno verso la fine del XVII secolo, tra le strade incantate di Roncigline, è stato fatto costruire il Duomo dedicato ai Santi Pietro e Caterina. Oggi a colpire il visitatore è senza ombra di dubbio la sua facciata che presenta due ordini architettonici: ionico in basso, composito in alto.

A dominare su tutto il complesso c’è una cupola, mentre al suo interno si fanno spazio numerose opere d’arte che sono una più interessante dell’altra.

Duomo dei Santi Pietro e Caterina ronciglione

Fonte: iStock

Il Duomo dei Santi Pietro e Caterina a Ronciglione

Le altre chiese di Ronciglione

Oltre all’armonioso Duomo, Ronciglione può sfoggiare diverse chiese che sono tutte da non perdere. Tra queste è impossibile non citare la Chiesa di Santa Maria del Carmine che fu costruita con le elemosine degli abitanti del borgo. Non a caso viene chiamata anche la “Chiesa del Popolo”.

La prima chiesa parrocchiale è invece quella di dedicata a Santa Maria della Provvidenza, una struttura impreziosita da vari affreschi tra cui una crocifissione (L’addolorata, San Giovanni e Santi) e un Cristo benedicente con cherubini e angeli del quattrocento.

C’è poi la Chiesa del Santissimo Rosario che permette di ammirare ben due statue marmoree di scuola berniniana. A catturare l’attenzione è anche un piccolo organo del barocco italiano, così come della bandiere della guerra di Lepanto.

Vi è anche la Chiesa di Santa Maria della Pace, al cui cospetto sorge il Monumento ai Caduti di Guerra che è nato dalle mani dello scultore Turillo Sindoni, e quel che rimane della Chiesa di Sant’Andrea, un edificio che regala anche una splendida vista sulla vallata circostante.

I Torrioni

Un vero e proprio simbolo di Ronciglione sono i Torrioni, che è in realtà è il Castello di Rovere che si distingue per la presenza di 4 torri alte e paffute. Una struttura che ha più volte cambiato forma nel corso dei secoli pur mantenendo un fascino unico e distintivo. In passato vi soggiornarono personaggi di un certo livello come papa Sisto IV e papa Paolo III, mentre oggi vi si organizzano cerimonie e feste private.

Torrioni ronciglione

Fonte: iStock – Ph: ROMAOSLO

I Torrioni di Ronciglione

La Fontana Grande

La Fontana Grande, spesso detta anche detta “dei cavalli marini”, è un’antica struttura che è stata costruita in pietra macigno. C’è anche chi la chiama “degli Unicorni” per via della presenza di tre creature leggendarie da cui scorre, come una poesia, incessantemente l’acqua che va a riempire le due vasche sottostanti.

I palazzi del borgo

Molto belli a Ronciglione sono anche i palazzi storici. Tra questi il più stupefacente è il Palazzo Comunale al cui interno è gelosamente protetto un sarcofago romano con figure a rilievo, mentre sulla sua semplice ma sontuosa facciata è murata una lapide commemorativa che riguarda la visita del Principe di Napoli, Vittorio Emanuele III, risalente al 20 luglio 1890.

Degno di nota è anche il Palazzo dei Virgili dove una parte della tappezzeria è stata ricoperta, con il passare del tempo, da tantissimi ex voto in argento.

Porta Romana

A farsi amare a Ronciglione è anche la sua maestosa Porta Romana che divide il centro storico dalla sua parte meridionale. Varcala vuol dire entrare in un mondo antico ancora perfettamente conservato e in grado di regalare un’esperienza fatta di pace, bellezza e tranquillità.

Come mai Ronciglione è diventata celebre

Ronciglione grazie alle sue bellezze storico-artistiche, alla natura in cui si trova immersa, ai suoi cibi tipici di qualità e alle tante feste tradizionali, è da sempre uno dei borghi più amati nel Lazio. Tuttavia, quest’anno è tornato particolarmente alla ribalta facendosi conoscere da un pubblico più ampio interessato alle sue meraviglie.

All’inizio dell’anno, per esempio, è stato inserito nella prestigiosa lista dei Borghi più belli d’Italia, mentre poco dopo è tornato tra le pagine dei nostri quotidiani in quanto luogo di nascita del vincitore di Sanremo 2023: Marco Mengoni. Nello stesso periodo, tra le altre cose, si è tenuto come tutti gli anni un evento importantissimo e che affonda le sue radici in un tempo davvero lontanto: il celebre Carnevale di Ronciglione.

Mentre il 9 aprile del 2023 è stato eletto il “Borgo dei Borghi”, strappando il titolo ad altri luoghi meravigliosi del nostro Paese come Sant’Antioco in Sardegna, in seconda posizione, e Salemi in Sicilia, che ha raggiunto il terzo posto della classifica.

centro storico di Ronciglione cosa vedere

Fonte: iStock – Ph: e55evu

Un angolo del centro storico di Ronciglione

Cosa vedere nei dintorni di Ronciglione

Ronciglione merita una visita non solo per il suo pregevole centro antico, ma anche per i suoi preziosi dintorni. Degna di nota, per esempio, è la Chiesa di Sant’Eusebio che si trova in aperta campagna. Si tratta di un bellissimo edificio che ancora oggi protegge ben 7 sarcofagi di un funzionario romano di nome Flavio Eusebio e della sua famiglia, ma anche affreschi e capitelli con motivi zoomorfi.

Poi ancora la natura, come quella che regala il vulcanico Lago di Vico dove in estate è persino possibile la balneazione: ci sono stabilimenti in cui rilassarsi, aree picnic in cui fare i propri pasti ed anche sentieri trekking e percorsi naturalistici che fanno innamorare chiunque. Non a caso qui svetta un altro luogo magico della Tuscia: la Faggeta Vetusta del Monte Cimino, così bella e importante che da qualche anno è sta inserita tra i Patrimoni Naturali dell’Umanità dall’UNESCO.

Insomma, Ronciglione è davvero uno dei borghi più belli che c’è, un posto dove passato, tradizioni e natura sono in grado di regalare un soggiorno indimenticabile.

Lago di Vico provincia di viterbo

Fonte: iStock

L’incanto del Lago di Vico
Categorie
parchi naturali Piemonte Posti incredibili vacanza natura Viaggi

In Italia esiste un parco dove svettano enormi funghi di pietra

Di formazioni rocciose bizzarre l’Italia ne è piena, ma queste di cui vi stiamo per parlare sono davvero simpaticissime, così tanto che si fa fatica persino a credere che siano vere: in un bellissimo parco del nostro Paese svettano fieri nei cieli degli enormi funghi di pietra.

La Riserva dei Ciciu del Villar

Il posto in questione si chiama Riserva dei Ciciu del Villar, un’area naturale protetta del Piemonte, e più precisamente in località Costa Pragamonti, nei pressi dell’abitato del comune di Villar San Costanzo, in provincia di Cuneo.

Ciciu è una parola che ha molto da dire: è un termine dialettale piemontese che significa “pupazzo” o “fantoccio”, un po’ come effettivamente potrebbero sembrare queste particolari formazioni geologiche.

Esse, infatti, oltre a rappresentare quasi “un unicum” nel patrimonio ambientale piemontese, si caratterizzano per essere delle colonne di roccia, frutto di anni di erosione, a forma di fungo (sì, hanno persino il “cappello” tipico). Un curioso fenomeno naturale che risale, molto probabilmente, al termine dell’ultima era glaciale. Un’azione erosiva che, se dobbiamo essere del tutto onesti, non si è ancora fermata per via delle piogge e dei conseguenti rigagnoli che si formano.

Nel 2000 è stato effettuato un approfondito studio che ha evidenziato alcune interessanti curiosità: la presenza di almeno due diverse generazioni di colonne di ciciu, e un totale di circa 479 formazioni concentrate in un’area di approssimativamente 0,25 chilometri quadrati. Per quanto riguarda le dimensioni, anche lì la natura ha pennellato come meglio ha creduto: le colonne più basse misurano mezzo metro, quelle più alte arrivano persino ai 10. Il “cappello” che poggia sopra le colonne, ossia l’elemento definitivo che le fa sembrare per l’appunto dei funghi, può invece arrivare anche a 8 metri.

Luogo di misteriose leggende

Un posto così peculiare non può di certo essere esente da misteriose e curiose leggende. Con il passare dei secoli ne sono nate tantissime: alcune sostengono che questi funghi di roccia siano il risultato di incantesimi, altre che siano dei veri e propri miracoli.

Un storia in particolare narra che, in tempi antichissimi e persino difficili da pronunciare, le masche, ossia le streghe del folclore piemontese, furono trasformate in queste formazioni rocciose a seguito di un uragano che interruppe il rito magico di un sabba.

La più diffusa, e più credibile per la popolazione, sostiene che i ciciu siano venuti alla luce a causa di un miracolo di San Costanzo, un legionario romano che venne martirizzato durante la persecuzione dei cristiani dell’imperatore Diocleziano. San Costanzo approdò sul monte San Bernardo in quanto perseguitato da 100 soldati che volevano ucciderlo. Una volto arrivato si voltò verso i legionari ed esclamò: “O empi incorreggibili, o tristi dal cuore di pietra! In nome del Dio vero vi maledico. Siate pietre anche voi!”; fu così che nacquero i ciciu.

Cosa vedere presso la riserva

Oltre a queste gigantesche e peculiari formazioni di pietra, presso la Riserva dei Ciciu del Villar è possibile “perdersi” grazie alla presenza di diversi percorsi e  sentieri che conducono alla scoperta del suo prezioso e interessante patrimonio naturalistico.

Questo incredibile giardino che potremmo definire roccioso è infatti popolato non solo da queste rocce con un cappello, ma anche da querce roverelle e castagni ,insieme a circa 300 specie floristiche diverse. Una vegetazione che, come vuole la natura, rallenta l’attuale azione erosiva proteggendo così i ciciu.

Al contempo, con un po’ di fortuna è possibile osservare anche tanti animali tipici della zona tra cui il picchio muratore, il picchio rosso minore, il picchio verde, la cincia dal ciuffo e la cinciarella, il codibugnolo, il fiorrancino e molto altro ancora. Fra i mammiferi non si possono non citare i tanti ghiri, così come gli scoiattoli, volpi, cinghiali, caprioli, donnole, faine e tassi.

Categorie
capitali europee Curiosità Europa Roma Viaggi

Dentro il Pantheon, ad ammirare la finestra sul cielo di Roma

La stessa maestosità e imponenza, oggi come anche 2mila anni fa. Quando si pensa a Roma, non può non venire in mente il Pantheon, uno dei monumenti più riconoscibili della Città Eterna. Non è un semplice edificio, ma un testimone privilegiato dello sviluppo di un impero prima e di una città poi. È stato fonte di ispirazione per tanti artisti del Rinascimento e anche se il tempo ha in parte cambiato i colori e le sfumature del suo marmo, non si può non rimanere a bocca aperta ogni volta che ci si ritrova di fronte a una meraviglia del genere. Splendido all’esterno, ma anche all’interno, con la sua cupola caratteristica, unica al mondo.

Il monumento originario

Il Pantheon fu costruito per la prima volta 27 anni prima della nascita di Cristo su iniziativa di Marco Vipsanio Agrippa. Furono necessari tre anni per completarlo, ma purtroppo l’edificio originario è andato perso per sempre a causa di un incendio divampato nel 110 d.C. La costruzione successiva è quella che si può ammirare oggi quando si visita Roma. L’interno è dominato da un elemento che lascia a bocca aperta sia i romani stessi che i turisti, la cupola. Non è una semplice volta, ma la più grande in assoluto che sia mai stata costruita in calcestruzzo non armato.

Il Pantheon a Roma

Il diametro supera i 43 metri ed è la testimonianza impressionante di quanto gli architetti romani fossero ingegnosi. Il Pantheon è rimasto infatti intatto per tutto questo tempo e soprattutto dal foro della cupola sembra non entrare mai la pioggia, un fenomeno che è stato approfondito nel dettaglio. Non c’è copertura perché altrimenti il monumento sarebbe crollato su sé stesso, inoltre si voleva simboleggiare in questo modo il contatto diretto con le divinità. Ogni volta che piove, la corrente d’aria porta letteralmente a “frantumare” le gocce d’acqua, dunque anche in caso di precipitazioni intense la sensazione è che all’interno non succede nulla. Sul pavimento, tra l’altro, non si formano pozzanghere e questo rafforza quella che è una delle principali leggende romane.

Tra l’altro, il foro della cupola, meglio noto come “Oculus” rappresenta l’unica fonte di luce del monumento, un fascio luminoso che rende lo spazio ancora più ampio. Ogni visitatore non può non essere colpito, poi, dalla bellezza delle sette splendide nicchie presenti all’interno e dalle due colonne corinzie che in passato simboleggiavano le divinità legate al culti dei pianeti. A partire dal VII secolo, il Pantheon diventò un chiesa cristiana e da quel momento prese il nome di Santa Maria della Rotonda o Santa Maria ad Martyres. Ma c’è anche molto altro da ammirare all’interno di questa meraviglia della Capitale.

Le sepolture illustri del Pantheon

Da quando il Pantheon è diventato una basilica, sono stati conservati i sepolcri di personaggi illustri: ad esempio, un artista acclamato e importante come Raffaello Sanzio riposa qui ed è emozionante sapere di essere a pochi centimetri dai suoi resti.

L'interno del Pantheon

Dal 1878, inoltre, proprio nel monumento capitolino sono stati sepolti i Re d’Italia, vale a dire Vittorio Emuanele II, Umberto I e la Regina Margherita di Savoia. In poche parole visitare il Pantheon è un’esperienza unica e indimenticabile che permette di scoprire un edificio in grado di racchiudere in sé bellezza, armonia e architettura.

Categorie
Notizie Viaggi

Visti turistici: per alcuni Paesi cambia la durata

Nonostante quello italiano sia uno dei passaporti più potenti del mondo (e primo in Europa), anche noi quando viaggiamo in alcuni Paesi abbiamo bisogno del famigerato visto turistico. E con la ripresa del turismo dopo gli anni della pandemia, la sempre maggiore crescita della tecnologie, la nuova gestione dei flussi turistici e molti altri fattori, diverse destinazioni stanno decidendo di cambiare la durata di questi documenti per farvi accesso.

Perché sta succedendo tutto questo

Il motivo per cui molti Paesi stanno intervenendo al fine di modificare la durata dei visti turistici è molto semplice: desiderano regolare, con maggiore chiarezza e facilità, il flusso dei viaggiatori in arrivo.

Per questo motivo, sono state varate nuove regole che prevedono cambiamenti per diverse aree del mondo, compresa l’Europa e quindi anche l’Italia. Alcune di queste modifiche vanno a favore dei viaggiatori, altre invece sono più limitanti.

I Paesi che hanno semplificato le regole

Tra i Paesi che stanno rivedendo le regole in fatto di visto turistico c’è l’Arabia Saudita che, da qualche tempo a questa parte, può essere considerata una meta emergente. Lo scorso settembre, quindi nel 2022, il Paese ha infatti ha annunciato una semplificazione per chi arriva da diverse zone del mondo, tra cui – e per fortuna – anche noi europei.

Attualmente è sufficiente richiedere l’eVisa che corrisponde al permesso di ingresso in formato elettronico. Un lasciapassare che si può ottenere sul sito ufficiale di Visit Saudi.

Novità anche dal Vietnam che, con lo scopo di semplificare gli ingressi, ha da poco prolungato la durata del visto turistico: se prima aveva una validità di soli 30 giorni, ora è di be 3 mesi. L’obiettivo, come si può intuire, è quello di favorire sempre di più gli arrivi nel Paese. Tra le altre cose, con questo nuovo documento si potranno fare anche ingressi multipli.

Poi c’è la Giordania, meta follemente amata dai turisti italiani e non solo, che ha finalmente annunciato la possibilità di ottenere il visto online. Adesso può essere richiesto e ottenuto, previo pagamento, andando sul sito del Ministero dell’Interno del Paese o, in alternativa, utilizzando l’applicazione del Ministero dell’Interno (App) MOI-Ministry of Interior of Jordan.

Infine la Mongolia, terra misteriosa e ancora non invasa dal turismo di massa, dove il Governo ha da poco annunciato che la lista dei Paesi che possono visitarla senza visto si è allungata e non di poco: fino al 2025 gli italiani non ne avranno bisogno per farvi ingresso.

I Paesi che hanno ridotto la durata

C’è anche chi, in tutta questa foga della ripresa turistica ha deciso di cambiare le regole “in peggio” riducendo la durata del visto turistico. È il caso della Thailandia, altra destinazione decisamente amata dai turisti di tutto il mondo, che ha invece deciso di ridurre nuovamente la durata del documento a 30 giorni. Un piccolo passo indietro in quanto, poco tempo fa, lo aveva prolungato a 45.

C’è da sapere, tuttavia, che i viaggiatori provenienti da alcuni Paesi, compresi cui quelli dell’Europa continentale, una volta atterrati nel meraviglioso Paese del sorriso potranno prolungare il loro soggiorno per altri 30 giorni, passando attraverso gli uffici per l’immigrazione.

Il nostro continente, invece, si appresta a creare la sua speciale autorizzazione per farvi ingresso; l’Etias. La data di rilascio è stata più volte rimandata, ma quel che è certo è che verrà attivata sicuramente e, con molto probabilità, l’anno prossimo, vale a dire nel 2024.

Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali Monumenti Veneto Venezia Viaggi

Questo palazzo sospeso sull’acqua è un gioiello da scoprire

Venezia rappresenta il mix perfetto tra tante culture, una fusione che si riflette soprattutto nella sua intrigante varietà architettonica. È proprio questa particolarità che la rende unica nel suo genere, in quello che oggi è un continuo viavai di persone. Ma questo stesso viavai c’era anche in passato, come testimoniato perfettamente dai fondachi.

Ce n’è uno che attira subito l’attenzione: è sospeso sull’acqua, quasi una magia dei costruttori del passato, un vero e proprio gioiello da scoprire nel dettaglio. Il Fondaco dei Tedeschi può “raccontare” l’evoluzione del commercio veneziano (ma anche globale) dal ‘500 ai giorni nostri, ecco perché può essere considerato uno dei simboli principali della località lagunare.

Mezzo millennio di storia

Il Fondaco o Fontego dei Tedeschi che possiamo ammirare oggi non è in realtà l’edificio costruito originariamente. L’attuale Fondaco ha infatti visto la luce nel 1508, subito dopo l’incendio che distrusse per sempre un altro palazzo simile che era stato voluto con forza da Venezia tre anni prima.

La nuova scelta architettonica fu innovativa, ma geniale. A differenza di altri palazzi del Canal Grande, non vennero usate decorazioni in marmo, ma si puntò sull’estro di Giorgione e Tiziano per affrescare il Fondaco. In poco tempo diventò il punto d’approdo principale delle merci dei mercanti tedeschi (da qui il nome). Sempre in questo edificio, chi parlava in tedesco poteva definire accordi e scambiare altra merce.

Fondaco dei Tedeschi illuminato

Fonte: iStock/Massimo Brucci

La suggestiva facciata di Fondaco dei Tedeschi illuminata

Fu persino la residenza di una delle più importanti famiglie di banchieri teutonici, i Fugger. Oggi invece è stato riconvertito in centro commerciale di lusso con annesso polo culturale: dal 2016 il successo del Fondaco dei Tedeschi in questa nuova “veste” è stato crescente, tanto è vero che ogni anno milioni di persone si recano in questo luogo.

I 9mila metri quadri di esposizione e i 5 piani del palazzo sospeso sull’acqua rappresentano un punto di riferimento per lo shopping veneziano. Non solo moda e accessori, qui si trova praticamente di tutto, dai vini pregiati ai prodotti di bellezza, passando per profumi, orologi e cibo raffinato.

Una tappa che non ci si può lasciare sfuggire è senza dubbio la terrazza panoramica, l’ideale per ammirare lo skyline di Venezia da un punto privilegiato, una vista incredibile che domina il Ponte di Rialto e che fa innamorare perdutamente della città. Shopping, ma anche tanta cultura: il Fondaco dei Tedeschi conservava opere di valore inestimabile, tra cui capolavori del Veronese e del Tintoretto. Se n’è persa traccia, ma quello che è rimasto rende la visita al palazzo ugualmente speciale

Arte e cultura: il Fondaco dei Tedeschi oggi

La storia dell’edificio può essere apprezzata negli antichi caminetti che impreziosiscono gli interni e nelle arcate dall’eleganza innegabile, ma anche nei piccoli dettagli. Una piacevole sorpresa si può scovare sotto i davanzali delle finestre centrali in cui il doppio giglio e il pentacolo con due mazze rappresentano probabilmente gli stemmi dei banchieri Fugger.

L'edificio storico Fondaco dei Tedeschi

Fonte: iStock

Lo storico edificio Fondaco dei Tedeschi a Venezia

Il Fondaco dei Tedeschi è aperto tutti giorni, dalle 9:30 alle 19:30 da ottobre a marzo e dalle 9:30 alle 21:30 da aprile a settembre. Per salire sul tetto bisogna armarsi di pazienza, visto che non possono accedere più di 80 persone alla volta. Le mostre, infine, sono in continua evoluzione e accontentano qualsiasi esigenza: sono dedicate agli antichi aspetti della vita commerciale di Venezia, ma anche all’arte contemporanea e a quella fotografica. Una volta entrati, la visita alla città lagunare non sarà più la stessa.

Categorie
vacanza natura Viaggi Wanderlust

In questo luogo la natura ha scelto di conservare il suo cuore

Ogni giorno ci mettiamo in viaggio per andare alla scoperta dei capolavori che popolano il mondo che abitiamo, raggiungendo quei luoghi che sono stati trasformati da Madre Natura nel palcoscenico dei suoi spettacoli più belli.

Cascate maestose, scogliere scoscese, boschi lussureggianti e dedali di rocce profonde sono solo alcune delle meraviglie straordinarie che compongono il patrimonio naturalistico del nostro pianeta e che con gli anni si sono trasformate in vere e proprie attrazioni turistiche destinate a incantare.

Eppure c’è un luogo che, più di altri, restituisce quella che è la visione più strabiliante di sempre. Un segreto che Madre Natura ha deciso di custodire in Nuova Caledonia, proprio lì dove ha lasciato il suo cuore.

Il cuore di Madre Natura in Nuova Caledonia

Ci troviamo nel cuore del Pacifico, tra le straordinarie e paradisiache isole che caratterizzano la Nuova Caledonia. Meta prediletta degli amanti della natura, questo territorio francese è un microcosmo di meraviglie destinato a incantare.

Le spiagge straordinarie, puntellate da palme e da specie autoctone, e bagnate da un’acqua cristallina e turchese, sono la cornice perfetta di una delle esperienze più sensazionali di una vita intera. Tutto intorno, invece, si snoda una laguna suggestiva che ospita migliaia di esemplari di flora e di fauna che popolano i fondali trasparenti.

Ed è proprio in questo paradiso terrestre, dove tutto parla di bellezza e meraviglia, che la natura ha lasciato la sua impronta. Sulla costa ovest di Grande Terre, l’isola maggiore dell’arcipelago della Nuova Caledonia, possiamo ammirare il cuore di Voh. Si tratta di una radura fitta e verdeggiante caratterizzata da mangrovie che restituisce il suo profilo più bello dall’alto, quello che assume la forma di un cuore. Ecco come raggiungerlo.

Come ammirare il cuore di Voh

Il suo nome è cuore di Voh ed è in assoluto la più bella cartolina di viaggio mai vista fino a questo momento. Situato sulla costa ovest della Grande Terre, a circa 300 chilometri da Nouméa, questo cuore porta la firma indelebile di Madre Natura.

Si tratta in realtà di una radura di mangrovie circondata dalla laguna che si snoda per 4 ettari, e che assume la caratteristica forma di un cuore. A rendere famoso in tutto il mondo questo lembo di terra è stato il fotografo Yann Arthus-Bertrand che nel 1999 ha diffuso questa suggestiva istantanea che è stata proclamata all’unanimità come uno dei paesaggi più belli del mondo.

Per ammirare la versione più bella del cuore di Voh, il consiglio è quello di sorvolare l’area per poter osservare il paesaggio verdeggiante, i cui confini sono segnati dall’azzurro del mare, che restituisce una visione sublime e incantata.

Per farlo potete prendere parte alle numerose escursioni organizzate da tour operator locali. Una volta in volo, il consiglio è quello di aguzzare bene la vista e di scorgere ogni dettaglio di quel meraviglioso panorama che si apre proprio sotto il velivolo.

L’alternativa, invece, è quella di percorrere a bordo di un fuoristrada o a piedi i sentieri che portano al massiccio di Katepai, un punto strategico e panoramico dal quale scorgere la meravigliosa visione del cuore di Madre Natura.

Categorie
Asia Tokyo Viaggi Wanderlust

Puoi essere Harry Potter per un giorno: succede a Tokyo

Organizzare un viaggio a Tokyo, in qualsiasi periodo dell’anno e in ogni stagione, è sempre un’ottima idea. Lo è perché l’affollata capitale del Giappone ospita un patrimonio culturale, storico e architettonico di immenso valore che parla di presente, passato e futuro.

I grattacieli ultramoderni che ridefiniscono lo skyline della città, infatti, si alternano ai templi secolari e ai siti culturali che conservano e preservano le antiche tradizioni del territorio. Al fianco di questi, poi, ci sono tutta una serie di affollate vie dello shopping, quartieri caratteristici, musei e attrazioni iconiche tutte da scoprire.

Insomma, i motivi per raggiungere la capitale del Paese del Sol Levante sono tantissimi. Tuttavia c’è un’altra motivazione che attira i viaggiatori in città, soprattutto quelli che sono fan della serie di romanzi fantasy firmati da J. K. Rowling. Sì perché nel cuore cittadino esiste un locale magico in cui tutti possono sentirsi Harry Potter per un giorno.

Harry Potter per un giorno: l’esperienza magica a Tokyo

Sono tanti i motivi che ci spingono a viaggiare intorno al globo, e molti di questi hanno proprio a che fare con i film e le sagre cinematografiche più famose. I luoghi che hanno fatto da sfondo alle nostre pellicole del cuore, così come i parchi interattivi e gli hotel tematici, sono diventati delle vere e proprie attrazioni turistiche che muovono le masse.

Impossibile non pensare a tutte quelle persone che si mettono in viaggio, ogni giorno, per andare alla scoperta dei luoghi di Harry Potter, gli stessi che compaiono nei romanzi di  J. K. Rowling, nei film e nelle altre opere derivate.

Ed è proprio per rivivere le avventure del mago più famoso del mondo e dei suoi migliori amici, che oggi abbiamo scelto di volare insieme a voi per raggiungere Tokyo e per vivere un’esperienza che renderà felici tutti i fan dell’iconica serie. Nella capitale del Giappone, infatti, esiste un locale intriso di magia in ogni angolo. Si tratta dell’Harry Potter Cafè, un luogo dove tutto può succedere. Pronti a partire?

Gli interni dell'Harry Potter Cafè

Fonte: ©Tokyo Convention & Visitors Bureau

Gli interni dell’Harry Potter Cafè

Benvenuti nell’Harry Potter Cafè

Per vivere questa avventura stregata dobbiamo recarci a Minato, uno dei 23 quartieri speciali di Tokyo, situato tra  Shibuya e Shinagawa. Proprio qui esiste un grandioso teatro che si snoda su quattro piani e che può ospitare più di 1000 persone.

Stiamo parlando del TBS Akasaka ACT Theatre che, per celebrare la storia del maghetto più famoso del mondo, si è trasformato in un regno fatato. Una parte dell’edificio, infatti, è stata trasformata in una piazza magica completamente a tema Harry Potter. Ma non è l’unica attrazione del teatro.

La struttura, infatti, ospita anche l’Harry Potter Cafè che, vi anticipiamo, è un luogo davvero magico. Il locale, aperto da mattina a sera, evoca in tutto e per tutto lo straordinario mondo dei romanzi J. K. Rowling.

Le bibite e le pietanze, servite in un’atmosfera incantata, non solo hanno nomi che evocano la celebre saga, ma lo fanno anche attraverso l’aspetto e il design. Preparatevi quindi a degustare torte a forma di gufo, panini dai colori di Hogwarts e cocktail Wingardium Leviosa che sembrano spiccare il volo da un momento all’altro.

Il menu dell'Harry Potter Cafè

Fonte: ©Tokyo Convention & Visitors Bureau

Il menu dell’Harry Potter Cafè
Categorie
Borghi itinerari culturali Marche montagna Viaggi

Piobbico, gioiello incastonato in una vallata tra i monti delle Marche

Sorge in una vallata, stretta tra i verdeggianti versanti dei monti Nerone e Montiego, l’affascinante borgo di Piobbico, in provincia di Pesaro Urbino. La sua storia è ammaliante quanto il superbo contesto naturalistico in cui è inserito, e trasporta i visitatori in quel lontanissimo passato medievale che lo vide fiorire, ancora impresso nelle sue architetture civili e religiose, su cui domina tronfio il Castello Brancaleoni. C’è anche una curiosità che contraddistingue questo gioiello delle Marche: Piobbico è conosciuto come ‘il paese dei brutti’.

Piobbico: un po’ di storia

Per l’origine del nome ‘Piobbico’ bisogna risalire all’epoca romana. In seguito alla guerra sociale, tutti i territori che non si erano ribellati a Roma avrebbero dovuto ottenere il ‘diritto di cittadinanza’, tuttavia la parte a ridosso del monte Nerone rimase esclusa dalle suddette assegnazioni, rimanendo ager publicus. Negli anni ‘publicus’ evolse in ‘plobicus’, ‘plobici’ fino all’attuale Piobbico.

I fiumi e le cavità naturali che caratterizzano il territorio hanno favorito l’insediamento fin dalla preistoria, per poi proseguire con Etruschi e Romani. La vera storia del paese ha, però, inizio con la famiglia feudataria Brancaleoni, che si stabilì in queste terre prima dell’anno Mille, dominandole per quasi cinque secoli. Sono gli anni in cui sorsero il castello, il borgo, le chiese e le varie ville e villaggi attorno. Piobbico divenne comune autonomo solo nel 21 dicembre 1827, per decreto di Leone XII.

Visita al borgo di Piobbico

Simbolo di Piobbico è il Castello Brancaleoni, eretto nel XIII secolo, probabilmente sui resti di preesistenti costruzioni, e trasformato nel Cinquecento in una splendida dimora rinascimentale, che risentì dell’influenza della vicina Urbino. Si presenta come un complesso di costruzioni aggiuntesi al nucleo primitivo che si allungano sul crinale del roccione dominante il centro del bacino dove poggia il borgo marchigiano. Una delle sale di maggior pregio del Castello è la “sala del Leon d’Oro”, riccamente decorata, alla cui sinistra si trova la cosiddetta “Camera Romana”, per le scene di vita romana in stucco e dipinte nella volta, mentre a destra è la “Camera Greca”, del conte Antonio II, affrescata con episodi tratti dalla mitologia greca. Restaurato di recente, il Castello ospita oggi il Museo Civico Brancaleoni, e i suoi spazi vengono spesso utilizzati per manifestazioni ed eventi culturali, come concerti, convegni e mostre d’ arte.

Il borgo medievale, detto popolarmente il Borghetto, costituisce insieme al Palazzo Brancaleoni la vera anima antica di Piobbico. Si compone di un paio di viuzze e di alcuni vicoli chiusi, attorno ai quali sorgono le piccole case unite tra loro, per scopo difensivo. Punto di incontro di questo tracciato ad anello è la Chiesa di S. Pietro con la piazzetta antistante, collocata a metà della rampa di accesso al Castello, che si presenta con un elegante portale cinquecentesco, unico elemento decorativo della sobria facciata, e al cui interno custodisce una pala d’altare raffigurante il santo attribuita a Giorgio Picchi.

Il più antico edificio di culto del territorio piobbichese è, invece, il santuario di Santa Maria in Val d’Abisso, risalente almeno all’XI secolo, sorto proprio ai piedi del monte Nerone, nel luogo in cui, secondo la tradizione, sarebbe stata rinvenuta l’immagine della Madonna, oggi conservata al suo interno. Altrettanto affascinanti, la Chiesa di Sant’Antonio, nella piazzetta omonima, e la Chiesa di Santo Stefano, in stile barocco, riedificata dai Brancaleoni nel 1784 dopo il terremoto, che custodisce la pala “Riposo della Sacra Famiglia durante la fuga in Egitto” di Federico Barocci.

Passeggiando lungo le stradine ripide e acciottolate del Borghetto, si possono notare i caratteristici edifici costruiti o con la pietra rossa del Montiego, o con corniola bianco-latte, che conservano gli antichi elementi architettonici, come stipiti e architravi, in travertino bianco ricavato dal monte Nerone.

Durante i lavori di restauro di una casa nel centro storico di Piobbico, è venuta alla luce una fornace di età romana che presenta tre camere di cottura distinte e un complesso sistema per il convogliamento dell’aria calda. Si tratta di una vera e propria officina situata sotto il Palazzo Brancaleoni, collegato al nucleo principale del paese medievale, che sta sull’altra sponda del Candigliano, mediante un ponte.

Perché Piobbico è ‘il paese dei brutti’

Oltre che per le sue bellezze paesaggistiche, storiche e architettoniche, Piobbico è noto anche per essere ‘il paese dei brutti’. Ma da dove arriva questo appellativo? Il Club dei brutti (o World Association of the Ugly People) è un’associazione internazionale fondata nel 1879 nel borgo in provincia di Pesaro Urbino, che oggi ha lo scopo di sensibilizzare sul tema dell’apparenza nella società moderna. La sua istituzione è stata motivata dall’esigenza di “maritare le zitelle del paese”, in quanto non sposarsi a causa del proprio aspetto causava problemi anche economici per le famiglie. In pratica, svolse funzioni simili a quelle di un’agenzia matrimoniale.

L’associazione è stata poi rilanciata intorno al 1960 con il nome di “Associazione Nazionale dei Brutti”, che nel 2008 dichiarava come suo scopo la “sensibilizzazione ad una corretta cultura dell’apparenza e la lotta al culto della bellezza della moderna società della comunicazione” e “combattere il culto esagerato della bellezza”. Nello stesso anno ha inaugurato un monumento ai brutti nel paese di Piobbico. Nella prima domenica di settembre, si svolge ogni anno nel borgo il Festival dei Brutti, in concomitanza con la rinomata Sagra della Polenta alla Carbonara.

Il sentiero dei folletti e altre meraviglie nei dintorni

I fiumi, le valli, i monti che circondano Piobbico offrono un’infinità di percorsi, tra cui il fiabesco Sentiero dei Folletti, da dove poter ammirare lo splendore del Monte Nerone e il borgo antico del Castello. Un breve itinerario adatto a tutti, percorribile in circa mezz’ora tra andata e ritorno, che regala un panorama unico del paese marchigiano.

Sulle alture del borgo sono presenti altre rocche e castelli parzialmente ridotti in ruderi, che fungevano da posti di guardia, eremi, o vecchie abitazioni dei Brancaleoni. Tra questi spicca l’eremo di Morimondo, la cui esistenza è già attestata all’inizio del secolo XIII, sede di una comunità ascetica che praticava la regola di san Pier Damiani.

Su un picco appartenente al massiccio del monte Nerone, a strapiombo sul borgo di Piobbico, ci si imbatte nella primitiva dimora dei Brancaleoni, il Castello di Mondellacasa (nome con il quale vennero designati i signori del paese), di cui oggi restano solo pochi ruderi, i Muracci. Nel corso del XIII e XIV secolo, abbandonarono questo antico maniero per trasferirsi più a valle nel castrum di Piobbico.

Domina, invece, il lato sinistro del corso superiore del fiume Candigliano il Castello dei Pecorari, eretto alla fine del XII secolo, che nel 1446 passò dalle mani dei Brancaleoni a quelle dei loro rivali Ubaldini, per volontà di Federico da Montefeltro, signore di Urbino. Del maniero si può ammirare ancora intatta la struttura dell’imponente mastio.

Ogni periodo storico ha lasciato tracce a Piobbico, basti pensare che in una grotta nei dintorni sono state ritrovate ossa di Ursus spelaeus risalenti a migliaia di anni fa, il cui scheletro ricostruito è esposto nel Museo Civico. Insomma, chi viene in visita in questi luoghi torna a casa con un bagaglio di sorprese e di emozioni davvero infinite.