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Il “Forbes” consiglia un viaggio sulla Via Emilia

Una delle Regioni italiane che meritano un viaggio secondo il “Forbes” è l’Emilia-Romagna. E il modo migliore per visitarla è noleggiando un’auto e guidando lentamente lungo la Via Emilia. “Un’esperienza indimenticabile, una di quelle da ripetere”, racconta la giornalista Irene S. Levine. È il viaggio perfetto da fare a primavera, quando i viali sono costeggiati da alberi in fiore e il clima mite consente di godere delle belle giornate.

L’elogio del “Forbes”

La strada, spiega la rivista americana ai suoi lettori, lunga circa 300 chilometri, parte da Piacenza e prosegue in linea retta fino alla costa adriatica fino a Rimini. Costruita dai Romani circa 2000 anni fa, oggi è una moderna strada, la SS9, che attraversa la storia. Alcuni tratti corrono addirittura sopra delle rovine romane. Chi volesse percorrerla senza mai fermarsi, impiegherebbe all’incirca cinque ore senza spendere un centesimo di autostrada. Ma naturalmente lo scopo è quello di fermarsi per scoprire le bellezze lungo l’itinerario fatte di luoghi d’arte, di cultura e anche di buon cibo e ottimo vino.

Il “Forbes” racconta di deliziosi villaggi medievali e di castelli arroccati sulle colline, ma anche di cascine immerse tra i campi coltivati e di splendide viste panoramiche. E poi snocciola le città che consiglia di visitare, che molto probabilmente gli americani non conoscono affatto. Oltre a Piacenza, anche Modena, Parma, Reggio Emilia, Bologna, Cesena, Forlimpopoli, Forlì, Faenza e Imola.

Il granaio d’Italia

Il “Forbes” spiega ai propri lettori che l’Emilia-Romagna è anche chiamata “granaio d’Italia” per via della produzione di alcune delle eccellenze gastronomiche d’Italia. Motivo per cui un viaggio lungo la Va Emilia è senza dubbio un’esperienza da fare a tavola.

Lungo la strada è pieno di produttori di vino e specialità gastronomiche (ce ne sono ben 44) e anche di musei dedicati al cibo dove apprendere tutto ciò che bisogna conoscere riguardo le singole produzioni DOC (Denominazione di Origine Controllata) e DOP (Denominazione di origine protetta) come il Prosciutto di Parma, il Parmigiano Reggiano, la Mortadella e l’aceto balsamico, giusto per citarne alcuni.

Cosa vedere lungo la Via Emilia

Il “Forbes” consiglia sicuramente di visitare i castelli dell’Emilia-Romagna, un circuito che unisce i manieri e le fortezze aperte al pubblico. Imperdibile è l’itinerario lungo “I castelli delle donne“, sviluppato su sette Comuni legate alle leggendarie figure femminili. Si tratta del Castello di Canossa, dove visse Matilde di Canossa, il Castello di Rossena, il Castello di Carpineti, il Castello di Bianello, la Reggia di Colorno, la Rocca Sanvitale, il Castello di Torrechiara e il Castello di Sarzano.

Per chi ama fare attività fisica all’aria aperta, il magazine consiglia di percorrere la Via Romagna in bicicletta, la strada regionale lunga circa 450 km che si può percorrere tutto l’anno tra mare e collina attraverso una trentina di Comuni, tra cui Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. A proposito di Rimini, il “Forbes” consiglia in particolare di non perdersi una visita al Museo Fellini, uno dei registi più amati del XX secolo e proprio quest’anno si ricordano i trent’anni dalla sua morte, ma anche l’anniversario di alcune delle sue più celebri pellicole, come “Amarcord”, uscito 50 anni fa.

L’Emilia-Romagna è anche la regione della Motor Valley e si sa che gli americani hanno una grande passione per le automobili italiane. Il mese di maggio sarà ricco di eventi legati alle auto. Primo fra tutti il Gran Premio dell’Emilia-Romagna che si corre a Imola il 21 all’Autodromo Internazionale Enzo e Dino Ferrari. E sempre in quel periodo a Modena si tiene il Motor Valley Fest (11-14 maggio), un motivo in più per andare nella terra dei motori. Quest’anno, tra l’altro, sarà incentrato sui 60 anni della Lamborghini.

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Asia Notizie Taiwan vacanze Viaggi viaggiare

La destinazione che ti paga se ci vai in vacanza

Come tutti sappiamo, per viaggiare verso la destinazione che sogniamo di visitare bisogna pagare. Ma c’è una novità: un Paese è pronto a pagare al posto nostro se ci andiamo in vacanza, un luogo che ha riaperto le frontiere soltanto in ottobre e che tramite questa mossa punta a tornare ai livelli di afflussi pre-pandemia, il tutto entro il 2025.

Taiwan ti paga la vacanza

L’isola-stato in questione è Taiwan, un posto che, seppur non nel radar di tutti, ha molto da offrire: spiagge tropicali, gole profonde scavate da fiumi impetuosi, sorgenti termali e montagne che arrivano a sfiorare i 4000 metri.

E la buona notizia è che questo affascinante fazzoletto di terra è pronto a offrire 5mila nuovi dollari locali (più o meno 155 euro) a 500mila singoli ospiti che la visiteranno nel 2023. Un valore quattro volte superiore (20mila NT, circa 620 euro) sarà invece messo a disposizione di ognuno di 90mila diversi gruppi, sempre in arrivo da oltreoceano.

Il denaro verrà corrisposto in forma digitale dopo l’arrivo dei turisti, e potrà essere impiegato a copertura delle spese affrontate nell’isola, ristorazione e ospitalità incluse.

Se vi state chiedendo da quando tutto questo sarà possibile, purtroppo al momento non è ancora chiaro e non li sono nemmeno i modi per aderire all’iniziativa. “I finanziamenti verranno assegnati nel quadro di diversi eventi di promozione quest’anno, non arriveranno tutti in una volta”, ha dichiarato al Taipei Times il direttore generale dell’ufficio del turismo locale, Chang Shi-Chung.

L’obiettivo di questo piano di incentivi è quello di riportare il numero di arrivi internazionali a valori prossimi a quelli pre-pandemia. Nel 2019, a Taiwan arrivarono 11,8 milioni di turisti, nel 2022 sono stati appena 600mila. Nel 2023, l’isola conta di ospitare 6 milioni di stranieri, e di riportare il dato in milioni in doppia cifra nel 2025.

A quanto ha accennato lo stesso dirigente del turismo, i finanziamenti non sembrano destinati a tutti i turisti internazionali. Verranno privilegiati gli ospiti di quelle aree che Taipei considera strategiche per i suo mercato: Giappone, Corea, Sud Est Asiatico, Hong Kong e Macao, ma anche Europa e Stati Uniti.

Cosa fare assolutamente in Taiwan

In attesa di informazioni più certe, vale comunque la pena sapere cosa mette a disposizione per il viaggiatore Taiwan. Tra le tante attività da fare in luoghi che tolgono il fiato, vi consigliamo di rilassarvi in una delle sue tante sorgenti termali. Da queste parti c’è un’ampia scelta tra strutture private e luoghi pubblici, che però sono spesso nascosti e difficili da raggiungere.

Un altro posto che vi suggeriamo è Taroko Gorges, una gola scavata dal fiume con pareti di granito molto ripide che partendo dalla costa orientale penetra per parecchi chilometri nelle montagne dell’isola.

Poi ancora il geoparco di Yehliu, nel nord dell’isola, che per secoli è stato plasmato da tifoni, terremoti e temperature torride che hanno portato alla nascita di formazioni rocciose davvero stupende.

Infine, Taipei che una volta era considerata la Capitale più brutta dell’Asia, mentre oggi è una città completamente diversa. Per farvi un’idea vi basta visitare il Taipei 101 (per qualche anno l’edificio più alto al mondo) che è il simbolo del cambiamento che quest’isola ha attraversato durante questi ultimi anni.

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patrimonio dell'umanità Viaggi Wanderlust

Dormire nelle viscere della terra nella miniera Patrimonio Mondiale dell’Unesco

Esistono luoghi così belli da non sembrare veri. Posti che non si possono descrivere ma solo vivere, perché è così tanta la magia che li caratterizza che l’unico modo per assicurarsi che siano reali è quello di toccarli con mano.

Non sempre, però, questi posti sono visibili, o meglio non lo sono agli occhi dei meno attenti perché sono nascosti, celati e preservati alla stregua di un tesoro prezioso. Come quella miniera di sale secolare situata proprio sotto ai nostri piedi che conserva storie e leggende antiche, meraviglie attuali e incredibili tutte da scoprire.

Ci troviamo in Polonia, e più precisamente a Wieliczka, a pochi chilometri da Cracovia. È qui che esiste uno dei più straordinari monumenti della cultura materiale del mondo, una miniera di sale antichissima che si snoda per nove livelli, fino a superare i 300 metri di profondità. Non solo è possibile visitare tutte le bellezze che appartengono a questo posto, ma si può anche dormire nelle viscere della terra all’interno di questo Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Benvenuti nella Miniera di Sale di Wieliczka

Organizzare un viaggio in Polonia è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Le cose da fare e da vedere nel Paese dell’Europa centrale sono tantissime, e tutte sono destinate a sorprendere. Ma se è un’esperienza incredibile, unica e straordinaria che volete vivere durante il vostro prossimo viaggio, allora il consiglio è quello di raggiungere Cracovia.

A pochi chilometri dalla città, infatti, si trova uno dei più spettacolari monumenti del mondo, iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco dal 1978. Stiamo parlando della Miniera di Sale di Wieliczka, un vero e proprio gioiello sotterraneo che non è paragonabile a niente di tutto ciò che abbiamo visto fino a questo momento.

Le origini della miniera sono antichissime. Utilizzata fin dal XIII secolo per l’estrazione del sale è stata fino al 1996 una delle più grandi imprese industriali di tutto il Paese. Oggi, invece, è un monumento caratterizzato dal fascino indiscusso accessibile a cittadini e viaggiatori che vogliono esplorare le viscere della terra.

La Miniera di Sale di Wieliczka, infatti, si snoda per nove livelli raggiungendo una profondità che supera i 300 metri. Le gallerie, che percorrono il sottosuolo per 300 chilometri, collegano i diversi ambienti. Ci sono le grotte, le chiese e le cappelle, i laghetti e numerosi ambienti che ospitano dettagli, sculture, decorazioni e arredi completamente realizzati col sale.

Non solo visite, chi giunge alla Miniera di Sale di Wieliczka può fare molto di più, può scegliere di dormire nel sottosuolo all’interno di un monumento dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

Dormire nelle viscere della terra: un’esperienza indimenticabile

L’avventura nel sottosuolo, come abbiamo anticipato, non si limita a una semplice visita. I viaggiatori di tutto il mondo che giungono qui, infatti, possono scegliere di trascorrere notti indimenticabili nelle viscere della terra.

Qui, dove l‘aria è pura e satura di minerali, gli ospiti possono vivere un’esperienza fatta di benessere e relax, ma anche di suggestione e magia. I soggiorni nella Miniera di Sale di Wieliczka, permettono ai viaggiatori di dormire all’interno di stanze completamente fatte di sale, che non sono solo belle, ma fanno anche bene.

Il microclima presente in questo luogo, infatti, è privo di allergeni e ricco di micro elementi che fanno bene al corpo e all’organismo. All’aria salutare, inoltre, si aggiunge un’atmosfera fatta di silenzio e pace che appartiene per natura a quello che si trova sotto la superficie terrestre.

I soggiorni avvengono all’interno della Camera Słowacki, situata al terzo livello della miniera e completamente realizzata in sale, e nella Camera delle Scuderie della Montagna Orientale a una profondità di 135 metri.

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Asia California Giappone Nord America Posti incredibili San Francisco Viaggi

In California esiste un angolo di paradiso ispirato al Giappone

Ogni viaggio, si sa, è destinato a regalare emozioni autentiche, uniche e straordinarie che passano per i luoghi che visitiamo e per le esperienze che viviamo, quelle che incantano la vista, riscaldano il cuore e inebriano i sensi. E anche quando crediamo di aver visto tutto di una determinata destinazione, questa torna a sorprenderci con nuove e inedite meraviglie.

Ed è quello che succede ai viaggiatori che giungono a San Francisco, nella città collinare situata a nord della California che affaccia sull’Oceano Pacifico. Proprio qui, tra il suggestivo Golden Gate Bridge, le colorate case vittoriane e i magnifici grattacieli, si trova un luogo incantato. Un’oasi naturalistica e inaspettata che evoca posti lontani.

Si tratta del Japanese Tea Garden, che non è solo il più antico giardino giapponese di tutti gli States, ma è anche un piccolo paradiso terrestre fatto di natura e bellezza che invita cittadini e viaggiatori a staccare da tutto e a scoprire le meraviglie che si ispirano al Giappone. Preparate le valigie, si parte!

Il giardino segreto nel cuore di San Francisco

San Francisco, dicevamo, è una di quelle destinazioni da visitare almeno una volta nella vita. Le cose da fare e da vedere qui sono tante, ma se è un’esperienza unica che volete vivere in città, per staccare da tutto e da tutti e per vivere momenti di autentica bellezza, allora il consiglio è quello di raggiungere il Japanese Tea Garden.

Come il nome stesso suggerisce, il Japanese Tea Garden è un giardino da tè giapponese che proprio alla cultura del Paese del Sol levante si ispira. Situato all’interno del Golden Gate Park, il più grande parco della città, questo luogo permette di fare un viaggio nel viaggio che invita a immergersi tra le bellezze del Giappone pur trovandosi dall’altra parte del mondo.

Le origini del Japanese Tea Garden risalgono al 1894 quando, in occasione della California Midwinter International Exposition, fu creato questo piccolo angolo naturalistico di circa un acro. Al termine della mostra, però, l’architetto paesaggista Makoto Hagiwara fu incaricato di creare un giardino nipponico permanente. Così è nato il Japanese Tea Garden che oggi si snoda su una superficie di oltre due ettari e che è il più antico giardino giapponese degli Stati Uniti d’America.

Japanese Tea Garden, un angolo di Giappone a San Francisco

Fonte: 123rf

Japanese Tea Garden, un angolo di Giappone a San Francisco

Il giardino giapponese in California

Visitare un giardino del tè giapponese è un’esperienza che tutti dovremmo fare almeno una volta nella vita. All’interno di questi luoghi, dove si respira bellezza, pace e silenzio, si ha come la sensazione di perdersi e immergersi all’interno di un dipinto fatto di colori meravigliosi e profumi inebrianti. Una sensazione che si può vivere anche durante un viaggio a San Francisco visitando gli interni del Golden Gate Park.

Una volta arrivati nel giardino nipponico, il paesaggio intorno si trasforma. Appaiono così laghetti, ponti, un tempio buddista e una sala da te, incorniciati da una natura lussureggiante caratterizzata da specie endemiche ordinate sistematicamente.

Passeggiare tra le stradine verdeggianti del giardino, e perdersi in queste, permette ai viaggiatori di lasciarsi alle spalle il caos della città e di godersi un’esperienza autentica all’insegna della bellezza e della natura. Ma non è tutto perché all’interno del Japanese Tea Garden è possibile anche partecipare alla caratteristica cerimonia del tè giapponese all’interno della Tea House.

Japanese Tea Garden, un angolo di Giappone a San Francisco

Fonte: 123rf

Japanese Tea Garden, un angolo di Giappone a San Francisco
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Arabia Saudita Asia linee aeree Notizie Viaggi

Nasce una nuova compagnia aerea (e un mega aeroporto)

Presto ci sarà una nuova compagnia aerea a servire il Medio Oriente – e a dare del filo da torcere a giganti dell’aria come Emirates e Qatar Airways: a lanciarsi nel settore dei trasporti aerei è l’Arabia Saudita, che ha in progetto anche di ampliare il suo aeroporto principale, con l’obiettivo di renderlo uno dei più importanti scali della regione. Vediamo di che cosa si tratta.

Arabia Saudita, nasce Riyadh Air

Proprio mentre in Italia si discute della nascita di AviaRoma, la nuova compagnia aerea che promette di rivoluzionare il mondo dei viaggi, anche all’estero ci sono importanti novità. L’Arabia Saudita ha annunciato il lancio di Riyadh Air, parte di un più ampio progetto che ha richiesto ben 100 miliardi di dollari di investimento iniziale. L’obiettivo è quello di entrare prepotentemente nel settore del trasporto aereo, cercando di contrastare la concorrenza delle grandi compagnie del Golfo Persico (tra tutte Emirates, Qatar Airways ed Etihad Airways).

Riyadh Air diventerà la seconda compagnia aerea di bandiera dell’Arabia Saudita: il Paese può infatti contare anche su Saudia, fondata nel 1945 e da qualche anno entrata a far parte di SkyTeam. Per differenziarsi da quest’ultima, che ha sede presso l’aeroporto internazionale Re Abdulaziz di Gedda, il nuovo vettore avrà come scalo base l’aeroporto internazionale Re Khalid di Riyad, la capitale del Paese. La compagnia dovrebbe decollare all’inizio del 2025, ma non ci sono ancora informazioni sulle sue rotte: sicuramente si tratterà di voli a lungo raggio, che connetteranno l’Oriente e l’Occidente, con decine di destinazioni in Europa, America, Africa, Asia e Medio Oriente.

In occasione dell’annuncio della nuova compagnia di bandiera dell’Arabia Saudita, è arrivata la notizia dell’importante ordine di velivoli che il regno ha già effettuato. Per iniziare, la flotta di Riyadh Air potrà contare sui 39 Boeing 787 già ordinati (e probabilmente anche sui 33 che il vettore ha opzionato). Il Paese mira così a triplicare i propri passeggeri, per diventare un hub dell’aviazione mondiale come i vicini Stati del Golfo Persico, che hanno già un settore aeronautico particolarmente sviluppato, con compagnie di grande successo in tutto il globo.

L’ampliamento dell’aeroporto di Riyad

Il progetto Vision 2030, che inserirà l’Arabia Saudita tra gli Stati più influenti nel settore del trasporto aereo, include un vero e proprio restyling dell’aeroporto internazionale Re Khalid, a partire dal nome stesso: lo scalo verrà infatti intitolato a Re Salman, l’attuale regnante del Paese. Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa saudita, l’aeroporto dovrebbe avere sei piste parallele e si estenderà su un’area di circa 57 km quadrati. L’obiettivo è quello di raggiungere i 120 milioni di passeggeri entro il 2030 e ben 185 milioni entro il 2050.

L’aeroporto internazionale Re Salman potrebbe diventare uno dei più grandi al mondo, offrendo ai suoi passeggeri un servizio di altissima qualità. La progettazione dovrebbe essere affidata allo studio Foster + Partners, artefice di opere straordinarie come la Moor House di Londra e il Kai Tak Cruise Terminal di Hong Kong. All’interno dell’area areoportuale, saranno presenti negozi e ristoranti, ma anche strutture residenziali e ricreative. “L’aeroporto reimmaginerà il terminal tradizionale come un unico circuito servito da più ingressi”- ha annunciato Luke Fox, senior chef di Foster + Partners.

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America Centrale cascate Cuba Idee di Viaggio Viaggi

El Nicho, le roboanti cascate cubane in cui poter fare il bagno

Cuba, l’isola più grande dei Caraibi, tra relax, musica, storia e divertimento, custodisce innumerevoli bellezze naturalistiche, dalle candide spiagge di soffice sabbia lambite dal mare cristallino, alle splendide barriere coralline fino alle lussureggianti foreste di mangrovie dell’entroterra.

Nel cuore del Parco Naturale Topes de Collantes, sorprendente riserva Patrimonio UNESCO disegnata da fiumi, grotte, valli, cascate e scogliere nella Sierra del Escambray, si cela poi uno dei luoghi più affascinanti del Paese, un paradiso in terra, uno spettacolo che lascia senza parole: si tratta delle roboanti cascate di El Nicho, oasi dove assaporare il profondo contatto con la natura caraibica e rinfrescarsi nelle limpide acque.

Un luogo di natura straordinaria

La zona boscosa dell’Escambray, catena montuosa tra le province di Sancti Spíritus, Villa Clara e Cienfuegos, in un paesaggio incontaminato custodisce El Nicho, fiabesco eden formato da svariate cascate trasparenti e magnifiche piscine naturali in cui è possibile fare il bagno.

Simbolo ecologico di Cienfuegos, la “Perla del Sud di Cuba” con la tipica architettura coloniale francese Patrimonio dell’Umanità, è una meta imperdibile dove rinfrescarsi nelle giornate più calde e scorgere la potenza e lo spettacolo della natura in ogni momento.

Una volta arrivati al suo cospetto, sembra di trovarsi in “un altro mondo”, isolato dalla frenesia della città, un luogo isolato che trasuda infinita pace e ispirazione e rapisce con il fragore delle acque che scendono rapide dalle cascate e inondano l’aria già pura con milioni di gocce.

El Nicho è un must per i turisti che amano la natura e le escursioni, per i fotografi e per tutti gli appassionati che potranno ammirare con i propri occhi la meraviglia dell’acqua che precipita nelle invitanti piscine nonché i colori del Tococoro, l’uccello nazionale cubano, dei colibrì, dei picchi, e del Todo di Cuba.

Ma non soltanto: sono ben 65 le piante endemiche che popolano il corridoio biologico di 60 chilometri del Rifugio Fauna Laguna di Guanaroca-Yaguanabo-El Nicho.

Fiore all’occhiello dell’ecoturismo cubano

Il Parco Naturale di El Nicho, fiore all’occhiello dell’ecoturismo a Cuba, deve il nome alla cascata principale che si raggiunge percorrendo il sentiero di 1500 metri chiamato “Reino de las Aguas“, dove la fauna e la flora autoctone inebrieranno i sensi in un tripudio di sensazioni indimenticabili.

Lungo il percorso, le stupende piscine naturali come, ad esempio, la Poceta de los Enamorados, donano preziosi momenti di relax mentre le numerose grotte attendono di essere esplorate: a questo proposito, segnatevi la Grotta Martín Infierno, custode della stalagmite più grande di tutta l’America Latina.

Giunti alla cascata El Nicho, potrete continuare a salire ancora fino al belvedere da cui si gode di una vista unica sulla natura tutt’intorno con il Salto de la Hanabanilla a fare da sfondo.

Per recuperare le energie, non manca un ristorante in stile ranch dove assaporare le deliziose specialità locali.

Come arrivare a El Nicho

Anche se El Nicho è raggiungibile sia da Trinidad che da Cienfuegos, il percorso migliore e consigliabile parte da quest’ultimo, a una cinquantina di chilometri di distanza.

È possibile partecipare a gite organizzate, viaggiare in auto condivisa, in taxi oppure con auto privata da lasciare all’entrata nell’apposita zona parcheggio.

L’area protetta è aperta dalle ore 8.30 alle ore 18.30

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Bolzano giardini Notizie Trentino Alto Adige Viaggi

Stanno per riaprire i giardini incantati di Merano

Ci troviamo nel periodo dell’anno più magico e straordinario di sempre, quello in cui il mondo che conosciamo ci regala visioni incredibili che incantano la vista e lasciano senza fiato. Tutto merito di Madre Natura che, con il suo lento risveglio, trasforma il pianeta che abitiamo nel palcoscenico dei suoi spettacoli più belli.

Fioriscono i prati, i giardini e i viali delle città, e le destinazioni del globo indossano il loro vestito più bello, quello fatto di colori cangianti e brillanti e di profumi che inebriano i sensi. Il miracolo della primavera ha preso vita intorno a noi, è questo il momento perfetto per scoprire e riscoprire il mondo che abitiamo.

Per ammirare le grandi fioriture, e la bellezza messa in scena dalla natura, non abbiamo bisogno di volare dall’altra parte del mondo, perché proprio in Italia esiste un’oasi delle meraviglie che, con la bella stagione, sta per riaprire le sue porte. Stiamo parlando dei Giardini di Castel Trauttmansdorff che, in primavera, sono ancora più spettacolari.

Fiori, profumi e colori tra i giardini delle meraviglie

Mentre le fioriture esplodono intorno a noi, tingendo di meraviglia i paesaggi che ci circondano, un altro miracolo sta prendendo vita nella conca del meranese. All’interno dei Giardini di Sissi, infatti, la primavera è già iniziata, ma bisognerà attendere aprile per poter ammirare lo spettacolo di Madre Natura che, vi anticipiamo, è più straordinario che mai.

L’apertura ufficiale dei giardini è prevista per il 1° aprile, giorno nel quale questa oasi delle meraviglie inaugurerà la stagione 2023 aprendo le porte ai visitatori provenienti da ogni parte del mondo. I numeri anticipano la bellezza dello show visivo: oltre 350000 fiori primaverili, che fanno da contrasto al colore della terra e al verde delle specie esotiche e sempreverdi, accoglieranno gli ospiti nei giardini.

A Trauttmansdorff, infatti, la primavera si trasforma in un tripudio di tinte e colori che abbagliano la vista e la incantano. Tappeti di fiori, composti da migliaia di tulipani, narcisi, ranuncoli e papaveri d’Islanda, appaiono davanti allo sguardo dei visitatori, creando atmosfere incantate e surreali.

Giardini di Castel Trauttmansdorff: i colori e i profumi del parco

Entrando nei Giardini di Castel Trauttmansdorff sarà come fare un viaggio ideale tra le bellezze naturalistiche del mondo. L’esotico Palmeto dell’area, infatti, permetterà ai visitatori di ammirare oltre 90 specie diverse di camelie, incorniciate dalla fioritura delle azalee sempreverdi.

Non mancano ovviamente i tulipani in fiore, che evocano i suggestivi paesaggi sterminati d’Olanda. Con loro anche i ciliegi, che invitano gli ospiti a praticare l’Hanami, la meravigliosa tradizione giapponese che consiste nell’osservazione dei fiori di ciliegio. Alla fine di aprile, invece, toccherà alle peonie a dare spettacolo: più di 80 varietà di questa specie esploderanno in tutta la loro bellezza creando atmosfere colorate, sfarzose e mozzafiato.

Il viaggio all’interno delle meraviglie create da Madre Natura non finisce qui, e ci invita a scoprire il dolce aroma degli agrumi conservati nella Terrazza dei Limoni.

Come e quando visitare i Giardini di Castel Trauttmansdorff

Come abbiamo anticipato, l’apertura dei Giardini di Castel Trauttmansdorff è prevista per il 1° aprile, data che inaugurerà ufficialmente la stagione 2023.

In questa occasione sarà possibile scoprire tutte le fioriture dell’area in autonomia, oppure scegliere di partecipare alle visite guidate per vivere esperienze tematiche e sempre diverse.

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Albania Europa Idee di Viaggio itinerari turismo enogastronomico Viaggi vini

In Albania tra vigne e cantine, l’itinerario da scoprire

Sapevate che in Albania il vino scorre come l’acqua? Un Paese che, seppur poco noto da questo punto di vista, vanta una lunga tradizione di vinificazione, ma al contempo una breve storia di vino come industria. E se fino al 1991, a causa di vicissitudini storiche, gli ettari di vigne piantate erano solo 2000, oggi la situazione è decisamente migliorata: si raggiungono i 26.000 ettari.

I migliori vigneti in Albania

L’Albania è una terra splendida che si sviluppa tra mare e monti, un Paese del nostro continente dove il clima è mite tutto l’anno permette di produrre dei vini che non sono affatto da sottovalutare.

A livello generale, il territorio albanese dal punto di vista vitivinicolo si suddivide in quattro macro regioni che vengono classificate sulla base del criterio dell’altitudine:

  • le pianure costiere: raggiungono i 300 metri e circondano le città di Tirana, Kavajë, Durazzo, Scutari, Lezhë, Lushnje, Fier, Valona, Pukë e Delvinë;
  • le colline centrali: l’altitudine varia da 300 a 600 metri e sono ubicate nei pressi di Elbasan, Krujë, Gramsh, Berat, Përmet, Librazhd e Mirditë;
  • le zone orientali sub-montane: tra i 600 e gli 800 metri nei dintorni di Pogradec, Korçë, Leskovik e Peshkopi;
  • le aree montuose; la vite viene coltivata fino ai 1000 metri.

Anche se, ad essere onesti, la maggior parte dei vigneti sono concentrati prevalentemente nelle zone collinari, in particolare nei dintorni di Berat, Korçë (Corizza), Pogradec, Përmet, Leskovik, Vlorë (Valona), Lezhë (Alessio), Shkodër (Scutari).

Tra vini e vigneti

In Albania i vitigni internazionali più coltivati sono Merlot, Sangiovese, Barbera, Chardonnay, Primitivo, Tempranillo, Montepulciano, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot, Moscato, Alicante Bouschet, Tokai, Trebbiano. Ci sono poi vini  autoctoni ampiamente diffusi, alcuni dei quali andremo a scoprire insieme.

Il villaggio di Shesh con il suo vino

Shesh è un piccolo e delizioso villaggio che si trova a più o meno 9 chilometri di distanza dalla Capitale, Tirana. Situato a circa 460 metri sul livello del mare, è famoso per la coltivazione di un’uva chiamata Sheshi Bardhë e Sheshi i Zi (in italiano Sheshi Bianco e Sheshi Nero) che regala al consumatore un vino di alta qualità.

Va sottolineato, però, che Shesh permette anche di ammirare un bellissimo panorama naturale.

Kallmet con il suo vitigno dotato di potenzialità

Kallmet è una deliziosa frazione del comune di Alessio e proprio qui prende vita un vitigno dotato di grandissime potenzialità. Questo tipo di vitigno è presente  in circa il 20% della superficie e si distingue per essere a bacca rossa e con una ottima base polifenolica.

Pulës, ancora sottovalutato

Nel circondario di Berat, splendida città millenaria e patrimonio mondiale dell’UNESCO, viene invece prodotto il Pulës, un vino ancora sottovalutato ma che vanta un ottimo bouquet e un retrogusto persistente, che richiama il profumo del ginestro.

Al giorno d’oggi il grandi aziende conosciute del Paese che producono vino sono più di 30, anche se, nei prossimi anni, si stima una crescita del settore. Cantine che, in alcuni casi, hanno iniziato a farsi conoscere anche a livello internazionale, partecipando a concorsi e a fiere di settore.

Possiamo perciò affermare che in Albania, grazie a diverse politiche di sostegno della Comunità europea e all’intraprendenza di una trentina di produttori, il settore vinicolo è in espansione e che la superficie di terra destinata alla vite sta aumentando. Dai vitigni internazionali a quelli autoctoni, infatti, comincia ad esserci l’imbarazzo della scelta.

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Natale tutti i giorni? Si può, nel primo Christmas Hotel in Italia

I più nostalgici, ormai, se ne sono fatti una ragione: bisogna attendere 12 lunghissimi mesi esatti dalla fine del periodo natalizio per rivivere le magiche atmosfere che questo porta con sé. Quelle che fanno sognare a occhi aperti grandi e bambini, le stesse che tingono di meraviglia i quartieri, le strade e le città del mondo con un tripudio di luci, colori e profumi, che incantano la vista e inebriano i sensi.

Già, Natale è con tutta probabilità il periodo più magico dell’anno, a parte per i Grinch, s’intende. Lo stesso che permette a persone di ogni età, e a viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo, di toccare con mano quel miracolo che trasforma i paesaggi che conosciamo in cartoline incantate. Difficile davvero attendere un anno intero per diventare, di nuovo, i protagonisti di una fiaba natalizia.

Ma non è così che deve andare per forza. Sfidando le stesse leggi che regolano il tempo, infatti, alcuni luoghi del mondo hanno deciso di sovvertire le regole e di appropriarsi del natale 365 giorni l’anno. Ed è quello che ha fatto anche questo hotel, che si trova in Italia, dove è Natale tutti i mesi. Preparate le valigie, e gli indumenti rossi, si parte alla ricerca del Natale.

A caccia di Natale in un luogo magico

Gli amanti del Natale lo sanno, basta prendere un volo con destinazione Polo Nord per cancellare ogni traccia di nostalgia. Proprio qui, al confine col Circolo Polare Artico, la famosa casa di Babbo Natale accoglie i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo in ogni periodo dell’anno. Certo, le renne sono al riposo, così come le attività degli elfi sono ridotte al minimo, eppure lì, in quel villaggio, c’è sempre qualcosa da fare. Lo sappiamo tutti.

Quello che invece molti non sanno è che c’è un altro luogo dove è possibile respirare l’atmosfera natalizia in ogni periodo dell’anno. E questo posto si trova in Italia. Incastonato nello splendido territorio della provincia di Vercelli, e situato ai piedi del versante meridionale del Monte Rosa, esiste un family hotel davvero speciale. Si tratta del primo Christmas Hotel in Italia, e l’esperienza che si vive qui è davvero unica.

Benvenuti nel primo Christmas Hotel in Italia, dove è Natale tutto l’anno

Dicono che non può essere Natale tutti i giorni, e in effetti il calendario lo conferma. Nonostante questa consapevolezza, però, il Mirtillo Rosso ha scelto di cambiare le cose e di creare nuove regole. Questo family hotel, situato ad Alagna Valsesia, ha infatti deciso di offrire ai viaggiatori di ogni età un’esperienza magica e incantata, fatta di emozioni e sorprese, ma soprattutto di atmosfere natalizie.

La struttura ricettiva, calda e accogliente come una baita di montagna, offre un’avventura senza eguali, quella di poter rivivere la magia del Natale in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Tra momenti esclusivamente dedicati al relax e al benessere mentale e fisico all’interno della Spa della struttura, alternati a giochi ed esperienze culinarie, ecco che ogni 24 del mese, gli interni dell’hotel si trasformano per abbigliarsi a festa. Non un vestito qualunque, ma quello del Natale.

Una volta al mese, infatti, Babbo Natale lascia la sua dimora in Lapponia per trasferirsi qui, proprio in questo hotel, e permettere agli ospiti della struttura di vivere un’esperienza magica e incantata. Tra spettacoli, decorazioni, canti e atmosfere fatate, ecco che il miracolo di Natale prende vita, anche in pieno agosto.

Decorazioni di Natale al Mirtillo Rosso Family Hotel

Fonte: Ufficio stampa Italy Family Hotels

Decorazioni di Natale al Mirtillo Rosso Family Hotel
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Una Venezia insolita, tra i suoi capolavori segreti che in pochi conoscono

Venezia, lo sappiamo bene, è una città unica al mondo, una delle mete più iconiche e gettonate, il cui nome porta subito alla mente la spettacolare Piazza San Marco con il Campanile e la Basilica, il Ponte di Rialto, il Ponte dei Sospiri e le caratteristiche isole di Burano, famosa per i merletti, e Murano, celebre per il vetro artistico.

Ma la città lagunare non è soltanto questo: tra calli, campi e sestieri, infatti, si celano chicche segrete, capolavori della storia dell’arte e luoghi insoliti tutti da scoprire per conoscere e apprezzare un lato inedito di rara suggestione.

Ponte del Chiodo

Lungo le fondamenta di San Felice, nel sestiere Cannaregio, ecco Ponte del Chiodo, uno dei due soli ponti veneziani (l’altro è il Ponte del Diavolo sull’isola di Torcello) rimasti intatti senza parapetti.

Si tratta di un piccolo ponte privato, lontano dai flussi turistici, che porta all’ingresso delle case sull’altra sponda e prende il nome dalla famiglia che in passato lo attraversava.

Calle Varisco

È davvero magico perdersi tra i ponti e le stradine meno frequentate di Venezia, nel silenzio rotto soltanto dai passi, e trovarsi dinanzi meraviglie impensate: una di queste è Calle Varisco, la via più stretta della città (indicata da due colonne) che misura appena 53 centimetri!

San Pantalon

Chiesa di San Pantalon

Fonte: Ph Crisfotolux – iStock

Chiesa di San Pantalon

Nelle immediate vicinanze di Campo Santa Margherita, svetta una chiesa dalla facciata incompiuta, il cui aspetto dimesso non cattura l’attenzione.

Si tratta della Chiesa di San Pantalon che, eppure, custodisce un’emozionante sorpresa. Appena varcato l’ingresso, preparatevi al capolavoro: il soffitto di 443 metri quadri è impreziosito da una maestosa tela dipinta simile a un affresco, forse la più grande del mondo.
L’opera, ricavata unendo 40 tele, sfrutta un sapiente gioco di prospettive per ampliare lo spazio della chiesa dove, all’architettura reale, si affiancano colonne e arcate dipinte.

San Zaccaria e la cripta allagata

Non lontano da Piazza San Marco, in  Campo S. Zaccaria, si staglia l’omonima chiesa, tra le più affascinanti della città, con pregevole facciata quattrocentesca e interni che pullulano di opere d’arte.

Ma non basta: raggiunta la cappella di San Tarasio, una serie di gradini conducono alla cripta, suggestivo ambiente a tre navate con colonne e volte a crociera dove venivano sepolti i primi dogi.
La presenza ormai immancabile dell’acqua l’ha resa ancora più affascinante: le volte e le colonne, come in un gioco di specchi, raddoppiano così gli spazi, creano nuove prospettive e aggiungono profondità.

Il labirinto sull’isola

Venezia vanta anche un labirinto.

Sull’isola di San Giorgio Maggiore, a breve distanza in vaporetto da Piazza San Marco, si trova un incredibile percorso tra le siepi di oltre un chilometro con tremila piante di bosso appositamente allineate.

La curiosa struttura è dedicata allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, molto legato alla Serenissima, nei cui romanzi il labirinto è un tema ricorrente come metafora della complessità del mondo e della conseguente difficoltà dell’uomo a “trovare la propria strada”.

Scala Contarini del Bovolo

Scala Contarini del Bovolo

Fonte: Ph Paul Hayward – iStock

Scala Contarini del Bovolo

Nel sestiere di San Marco, vicino a Campo Manin, cattura lo sguardo la Scala Contarini del Bovolo, gioiello nascosto plasmato da una torre cilindrica alta 26 metri e 80 scalini dalla forma elicoidale, in stile gotico, rinascimentale e veneto-bizantino.

Dalla sua sommità, si gode di una vista superba sui tetti della città, i campanili e le inconfondibili cupole della Basilica di San Marco.

La tomba di Canova

Poco distante da Campo San Polo, la Basilica dei Frari conserva la tomba dello scultore Antonio Canova, dalla particolare forma a piramide per rappresentare il “grande architetto dell’universo”, divinità dei massoni.

Il complesso, mediante il linguaggio cifrato delle statue e degli elementi arcani, parla della sapienza e dell’ispirazione dell’artista, nonché dell’immortalità dell’anima.

Inoltre, nella tomba è custodito soltanto il cuore del Canova, le cui spoglie si trovano invece a Possano, città natale.

Teatro Italia

A pochi passi dal Ghetto Ebraico, percorrendo la via che dalla stazione ferroviaria conduce a Rialto, ci si imbatte in uno storico edificio su cui campeggia la scritta “Teatro Italia“.

Al suo interno, la sorpresa: il supermercato più elegante d’Italia, il “DESPAR Teatro Italia”, ricavato nell’ex cinema teatro di inizio Novecento, con balconata in stile liberty e volte affrescate.

Palazzo Tetta

Nel Sestiere di Castello, uno dei palazzi più particolari e fotografati di Venezia: il settecentesco Palazzo Tetta, raro esempio di edificio lagunare indipendente sui tre lati.

Salite sul Ponte dei Conzafelzi e potrete immortalarlo da una posizione privilegiata.

Lo Squero di San Trovaso e lo Squero Tramontin

Sono molti i cantieri navali a Venezia, gli squeri, dove vengono costruite le gondole.

Tra questi, meritano una visita lo Squero di San Trovaso nel sestiere Dorsoduro, uno dei più famosi e antichi della città, nonché tra i pochi ancora in attività, e lo Squero Tramontin  e Figli, un’autentica istituzione del settore: i Tramontin, infatti, esportarono la gondola nel mondo e furono i fornitori ufficiali della Questura, del Comando dei Carabinieri e della Casa Reale Savoia.

Il canale sotterraneo

L’unico canale sotterraneo di Venezia? Eccolo in Campo Sant’Angelo, lungo il fianco della Chiesa di Santo Stefano, una piccola cavità cui si accede soltanto via acqua.

È parte del Rio Santissimo e termina al di sotto del coro della chiesa.

San Lazzaro degli Armeni

san lazzaro degli armeni venezia

Tra le isole della laguna di Venezia, da vedere è anche San Lazzaro degli Armeni, dal Settecento centro spirituale di una comunità di monaci provenienti dall’Armenia.

Ottenuto il permesso di stabilirsi sull’isola abbandonata, ristrutturarono la chiesa del monastero in rovina, costruirono nuovi edifici e diedero vita a una tipografia con cui stamparono opere scientifiche, letterarie e religiose in 10 alfabeti e 36 lingue.

Visitando l’isola, raggiungibile in vaporetto da San Zaccaria lungo la Riva degli Schiavoni, ammirerete un museo con arte e oggettistica araba, una pinacoteca e oltre 4000 manoscritti armeni.

La Porta Blu

Infine, la bellezza della Venezia nascosta si rivela anche nella pittoresca Porta Blu, nei presso di Palazzo Tetta e dell’originale Libreria Acqua Alta.

Da Calle Longa Santa Maria Formosa, prendete per Calle Ruga Giuffa, svoltate in Calle de Mezo e percorretela fino in fondo: ve la ritroverete proprio dinanzi.