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Riapre il più bel giardino di glicini d’Italia

Con l’arrivo della primavera, si può tornare ad ammirare la spettacolare fioritura dei profumatissimi glicini dei giardini di Villa della Pergola, ad Alassio, considerata la più bella d’Italia. Tutto è pronto per accogliere i visitatori per una nuova stagione, con visite guidate sempre diverse perché il set cambia a seconda delle fioriture.

I giardini di Villa della Pergola

A partire dal 25 marzo, riaprono le porte ai visitatori i giardini di Villa della Pergola ad Alassio. Ogni anno, da marzo a fine aprile, questi giardini cambiano volto grazie all’esplosione di colori e di profumi dei tanti esemplari di glicini e non solo. E quest’anno ce ne sono ancora di più: le varietà di glicini sono 40, tra cui alcune rare come la Wisteria Floribunda “Hime Fuji” e il glicine rosso “Milletia”.

Passeggiando nel parco e tra le pergole, spettacolari cascate color glicine, rosa e bianco diffondono un profumo inebriante creando una scenografia davvero suggestiva.

La storia dei giardini

Con il loro affaccio impareggiabile sul Golfo di Alassio e sull’isola Gallinara, questi giardini affondano le radici alla fine dell’Ottocento, quando Alassio e tutta la Liguria erano meta di visitatori provenienti da tutto il mondo, e consistente era la comunità inglese.

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Fonte: @Matteo Carassale

I glicini dei giardini di Villa della Pergola @Matteo Carassale

William Scott, già nel 1906, li definiva “una delle meraviglie della Riviera, degno rivale dei giardini di Sir Thomas Hanbury a La Mortola. Oggi fanno parte dei 150 Grandi giardini italiani, della “Garden Route Italia” e dell’Associazione parchi e giardini italiani (APGI) e ospitano una flora mediterranea ed esotica sempreverde proveniente da ogni angolo del mondo. Lo scorso anno ha vinto il premio come “Parco più bello d’Italia”.

Ogni mese ha il suo fiore

Pini marittimi, mandorli, ulivi, e poi cipressi, cedri del Libano, lecci e jacarande, ma anche esemplari unici di palme canariensis. In ogni periodo dell’anno, nei giardini di Villa della Pergola sbocciano differenti varietà di fiori o si possono trovare frutti sugli alberi, perché ogni stagione è di per sé diversa.

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Fonte: @Matteo Carassale

GLicini ma non solo nei giardini di Villa della Pergola

Chi visita i giardini a marzo riconosce soprattutto glicini, iris e rose. Ad aprile, oltre a glicini e rose ci sono anche gli agrumi, una quarantina di varietà. Maggio è il mese della lavanda e delle ninfee, mentre giugno quello del fior di loto, delle ortensie Annabelle, quercifoglie e delle ninfee tropicali. A luglio e agosto si possono ammirare oleandri, hibiscus, strelizie Nicolai, loti e canna indica. Tra agosto e settembre spuntano oleandri, lantane e ibiscus, mentre in autunno è tempo di dalie.

Accompagnati da guide specializzate, i visitatori possono ammirare le migliaia di specie di fiori e piante che abbelliscono i giardini, tra rarità ed esemplari unici come la Wollemia nobilis, una pianta preistorica, venuta dal passato, presente in meno di cento esemplari al mondo o la straordinaria collezione di Opuntiae e Cactacee tra cui alcune rare e affascinanti come il Myrtillocactus geometrizans crestatus o ancora la collezione di rose, al massimo dello splendore proprio in questo periodo.

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Fonte: @A. Le Mure

Un esemplare di Wisteria Burford

Passeggiando per i viali dei giardini, ci s’imbatte nel boschetto dei mirti secolari, spettacolari esemplari dalle rarissime bacche bianche, e ci si inoltra nell’agrumeto, con la collezione di più di 30 varietà tra specie locali come il Chinotto di Savona (presidio Slow Food) e altre come il Pomelo, il Citrus gigantis, il Cedro mano di Buddha, l’Arancio trifoliato, unico agrume a foglia caduca in natura, o il Murraya paniculata, più piccolo agrume al mondo.

Ma anche le fioriture di lavanda, iris, gerani che illuminano il parco con uno spettacolo di colori, come la Caesalpinia (Poinciana) japonica con il suo giallo acceso o l’Eritrina cristagalli, chiamata anche “albero del corallo” per il color rosso abbagliante dei fiori che ricordano, nella forma e nel colore, la cresta di un gallo.

E poi, è facile imbattersi nella fauna che abita i giardini, dagli scoiattoli ai ricci alle molte specie di uccelli, tra cui una coppia di falchetti e la loro nidiata.

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Fonte: @Matteo Carassale

Il panorama sul Mar Ligure dai giardini @Matteo Carassale

Cosa c’è di nuovo

Durante la fase di restauro dei giardini di Villa della Pergola, un’attenzione particolare è stata dedicata al recupero, alla conservazione e alla creazione delle rinomate collezioni botaniche, tra cui quella dei glicini.

Il restauro e la creazione di nuove pergole hanno permesso, infatti, di dare nuova vita alla collezione di questi affascinanti fiori, già particolarmente amati dalla famiglia Hanbury: la fioritura era per loro così importante che veniva celebrata ogni anno con un “Wisteria Party“, organizzato da Ruth, moglie di Daniel, a cui erano invitate le autorità di Alassio e l’intera comunità inglese.

Le guide accompagnano i visitatori alla scoperta del parco, descrivendo i diversi percorsi botanici e la storia del luogo, in visite differenti in base alla stagione e alle fioriture.

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Fonte: @A. Le Mure

I giardi di Villa della Pegola

Le visite guidate

Il parco di Villa della Pergola è aperto tutti i giorni da marzo a ottobre, tranne il lunedì, con quattro turni di visite: 9.30, 11.30, 15.00, 17.00.

Il biglietto d’ingresso intero costa 15 euro, ridotto 12 euro, ragazzi dai 7 ai 18 anni 6 euro mentre è gratuito per i bambini da 0 a 6 anni. Per poter prenotare la propria visita guidata ai giardini, è attiva la biglietteria online.

Il parco è diventato, negli anni, uno dei simboli della città di Alassio, integrando l’offerta turistica e contribuendo così a rendere la città sempre più l’emblema di una meta green.

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Ecco com’è dormire nell’hotel più esclusivo del mondo

Organizzare un viaggio a Dubai, lo sappiamo, è sempre un’ottima idea. Visitare la città degli Emirati Arabi Uniti, infatti, è una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita.

Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, a partire dallo shopping nei negozi di lusso, passando per le passeggiate tra gli edifici ultramoderni e futuristici che caratterizzano in maniera univoca il paesaggio urbano, e i bagni nell’acqua turchese e cristallina del Golfo. E poi, ancora, le visite alla celebre Dubai Fountain e all’iconico Burj Khalifa o le gite verso le isole artificiali situate a poca distanza dalla costa.

Un viaggio a Dubai, questo è certo, è destinato a sorprendere e a incantare. Ma oggi c’è un altro motivo per raggiungere la città degli Emirati Arabi Uniti e il suo nome è Atlantis The Royal. Si tratta dell‘hotel più esclusivo del mondo intero, e questa che vi stiamo per descrivere è l’esperienza che potrete vivere alloggiando qui.

Atlantis The Royal: l’esperienza di lusso a Dubai

Chi è stato a Dubai nei mesi a cavallo tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, non può non aver notato il grande cambiamento dello skyline della città, considerato uno dei più spettacolari del mondo intero. Proprio qui, nel paesaggio urbano, è sorto un nuovo edificio, quello che ospita l’hotel più esclusivo del pianeta.

Il suo nome è Atlantis The Royal ed è già diventato la nuova icona di Dubai. L’impatto visivo della struttura, un gioiello architettonico che si snoda su una superficie di oltre 400.000 metri quadrati, non è altro che il preludio della grandiosa esperienza offerta dalla struttura ricettiva.

L’hotel, che nel suo punto più alto raggiunge i 178 metri di altezza, è contraddistinto da una struttura monumentale, fatta di un blocco di torri intersecate l’una all’altra e disposte su un lembo di sabbia a Palm Jumeirah di oltre 500 metri bagnata dal mare azzurro e cristallino e messo a disposizione degli ospiti.

Opulenta e regale, la struttura ricettiva si inerpica verso il cielo su 43 piani che ospitano, a loro volta, 795 stanze, tra cui camere matrimoniali, suite di lusso e attici con vista mozzafiato. 44 di queste, inoltre, sono dotate di piscine private che affacciano direttamente sul Golfo di Persico o sullo skyline di Dubai.

Atlatis the Royal, le piscine e l'accesso alla spiaggia

Fonte: Getty Images

Atlatis the Royal, le piscine e l’accesso alla spiaggia

Dormire nell’hotel più esclusivo del mondo

Non è solo l’architettura dell’hotel a incantare, ma è anche la proposta della struttura che mira a stravolgere i sensi di tutti coloro che sceglieranno di soggiornare qui. L’Atlantis The Royal, infatti, ospita 10 ristoranti esclusivi che vantano proposte gastronomiche pensate dagli chef più celebri del mondo, rendendo così l’hotel un unicum nel panorama di riferimento. Ci sono poi anche caffetterie, lounge e locali notturni a completare l’offerta.

Gli ospiti della struttura di Palm Jumeirah avranno accesso diretto alla spiaggia privata, ma potranno anche scegliere di nuotare nelle oltre 90 piscine presenti nell’hotel. La più bella è quella situata all’ultimo piano, si tratta di una piscina a sfioro con vista mozzafiato su tutto il Golfo di Persico.

Ma non finisce qui perché l’Atlantis The Royal ospita anche 10 straordinari acquari, tra i quali anche quello dedicato alle meduse. La presenza di oltre 4000 esemplari di queste creature marine, lo rende il più grande del mondo dedicato alla specie.

Ma quanto costa dormire all’interno dell’hotel più esclusivo del mondo? I prezzi variano in base alla camera scelta, quello che possiamo dirvi è che una suite con terrazzo, e con vista sulla città, costa più di 4000 euro a notte.

Atlantis the Royal

Fonte: Getty Images

Atlantis the Royal
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È questa la miglior compagnia aerea del 2023

Giunta alla sua dodicesima edizione, la rassegna dedicata agli Air Transport Awards ha premiato le eccellenze europee e mondiali nel settore aeronautico per il 2023. Uno dei riconoscimenti più ambiti è sicuramente quello di miglior compagnia aerea dell’anno, che stavolta è stato assegnato al vettore low cost Wizz Air. La società è in continua espansione e lavora molto sulla sostenibilità ambientale dei suoi voli, offrendo ai passeggeri un’esperienza a tutto tondo, oltre che un modo più comodo e responsabile di viaggiare.

Wizz Air è la miglior compagnia aerea

Ogni anno, gli Air Transport Awards premiano le eccellenze in ambito aeronautico e assegna il prestigioso titolo di miglior compagnia aerea: per il 2023, la scelta è ricaduta su Wizz Air, vettore low cost ungherese con base principale a Budapest, diventato ben presto uno dei più competitivi nel settore grazie ad un importante network di destinazioni in tutta Europa. Ma non solo: appena un anno fa, la compagnia è stata eletta come la più sostenibile del continente, avendo l’impronta ambientale più bassa a livello europeo.

“Sono grato di accettare il premio di compagnia aerea dell’anno a nome di tutto il tema di Wizz Air” – ha annunciato József Váradi, Group Chief Executive Officer dell’azienda – “La nostra è una delle compagnie aeree in più rapida crescita e più ecologiche al mondo. Forniamo ai nostri clienti servizi eccellenti alle tariffe più basse possibili attraverso la rete Wizz di più di 950 rotte in 55 Paesi in Europa, Medio Oriente, Asia e Africa. Questo premio è un riconoscimento degli sforzi incessanti dei nostri 8.000 dipendenti per rendere il volo accessibile a tutti”.

Non è la prima volta che la compagnia aerea low cost riceve questo importante riconoscimento. Era già stata premiata come miglior vettore dell’anno nel 2019, interrompendo una lunga sfilza di successi che vedeva come protagoniste Turkish Airlines, Qatar Airways ed Emirates. In anni più recenti, e più precisamente nel 2020, un’altra compagnia europea si è aggiudicata il titolo: stiamo parlando di KLM, la compagnia di bandiera dei Paesi Bassi, che ha come hub principale l’aeroporto di Amsterdam.

I premi degli Air Transport Awards 2023

Il titolo di miglior compagnia dell’anno è solo uno dei premi assegnati nel corso dell’evento di gala che si è tenuto a Montreal, in concomitanza con l’Air Transport Symposium 2023. Oltre ad alcuni riconoscimenti che hanno premiato le personalità più importanti nel settore dell’aeronautica, per l’occasione è stata eletta la miglior alleanza dell’anno: ad ottenere l’ambito titolo è SkyTeam, per la terza volta da quando sono stati istituiti gli Air Transport Awards. Sotto questo marchio, si riuniscono alcune delle compagnie aeree più grandi al mondo.

Nel corso degli anni, infatti, vi hanno aderito – solo a titolo esemplificativo – Air France, Delta Air Lines, Saudia, KLM e la recente ITA Airways. L’alleanza è diventata ben presto una delle principali forze trainanti per viaggi aerei ecologici: “Oltre a concentrarci sulla trasformazione dell’esperienza di viaggio attraverso la tecnologia, stiamo lavorando per rendere i viaggi dei clienti con SkyTeam più sostenibili attraverso il Sustainable Flight Challenge, che sta guidando nuove innovazioni e modalità di lavoro per creare un futuro più verde per il nostro settore” – ha affermato Patrick Roux, CEO e Managing Director di SkyTeam.

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La scalinata più bella del mondo è sotto incantesimo: di notte si trasforma

Ogni giorno percorriamo strade e grandi viali, stretti vicoli e viuzze che si snodano nelle città, nelle metropoli e nei borghi e che si incrociano tra loro. Lo facciamo per spostarci da una parte all’altra, per raggiungere il posto di lavoro o per concederci una semplice passeggiata. Lo facciamo anche in viaggio, quando in quei dedali ci immergiamo e ci perdiamo per andare alla scoperta delle destinazioni che abbiamo scelto e raggiunto.

Sono quelle strade, insieme ai ponti, alle scale e agli altri passaggi pedonali, a permetterci di raggiungere le attrazioni celebri e i luoghi iconici che sono diventati i simboli delle città e dei Paesi che visitiamo, nonché attrazioni imprescindibili. Sono le stesse che ci svelano il volto più autentico e i segreti di questi posti, che preservano e conservano tesori inaspettati che si palesano solo davanti agli occhi dei più attenti viaggiatori.

Come quella scala situata sull’Avenue di Moraga che risplende di giorno, sotto i raggi del sole, e brilla di notte, illuminata dal fascio lunare. Per noi non ci sono dubbi: è questa la scalinata più bella del mondo.

La scala più bella del mondo si trova a San Francisco

Molto più di un semplice passaggio pedonale che permette di superare un dislivello, quella situata nella 16th Avenue di Moraga è la scalinata più bella del mondo. Per percorrerla, e ammirarla in tutta la sua bellezza, dobbiamo volare in California.

Ci troviamo a San Francisco, nella città collinare che si affaccia sull’Oceano Pacifico, quella che incanta per i suoi tramonti infuocati, per il Golden Gate Bridge e per le case vittoriane colorate che evocano scenari da fiaba. Le cose da fare e da vedere in città sono tantissime e tutte sono destinate a sorprendere. Ma se è un capolavoro visivo che volete ammirare, e attraversare, allora dovete recarvi nei pressi nella 16th Avenue di Moraga.

Proprio qui esistono 163 gradini che conducono verso la 15th Avenue. Non si tratta, però, di una scalinata qualunque. Quella di San Francisco assomiglia a un dipinto incantato che di giorno mostra un paesaggio marino mentre di notte si trasforma in un cielo stellato.

I 163 scalini che creano un dipinto incantato

La scalinata di San Francisco, la più bella del mondo, sembra essere sotto l’effetto di un incantesimo. In realtà, quella che sembra un’opera magica, è il frutto di un progetto ideato da Aileen Barr e Colette Crutcher, due artisti esperti in ceramica e mosaici, e realizzato da 300 volontari della città.

La scala che collega le due strade, infatti, è stata ricoperta interamente da oltre 2000 piastrelle di ceramica fatte a mano e da quasi 80000 frammenti di mosaico che la rendono oggi un vero e proprio capolavoro artistico. L’opera raffigura un paesaggio marino sapientemente decorato e popolato da pesci e dalle altre creature che vivono negli abissi. Ma non sono solo i dettagli minuziosi a rendere questa scalinata la più bella del mondo, ma è quello che succede quando il sole tramonta e lascia spazio al crepuscolo.

Di notte, infatti, le piastrelle e le tessere di mosaico riflettono la luce della luna e delle stelle, trasformando completamente il disegno iniziale. È allora che, come per magia, appare un cielo stellato di incredibile meraviglia.

Per ammirare la bellezza della scalinata, e del suo paesaggio che cambia e si trasforma, il consiglio è quello di percorrere i 163 scalini. Una volta in cima aguzzate bene lo sguardo: la vista da qui è straordinaria.

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È avvenuta un’importantissima scoperta archeologica in Italia

In Italia, e più precisamente a Copparo in provincia di Ferrara, appena avvenuta una scoperta archeologica di estrema importanza. Un tesoro antico è infatti emerso dal fiume in secca, un rinvenimento che è partito da una segnalazione del signor Italo Padovani all’ispettore onorario della Soprintendenza Liviano Palmonari, come riportato dall’ANSA.

Copparo, scoperta un’antica piroga

La scoperta avvenuta a Copparo è davvero molto interessante perché ha riportato alla luce una piroga monossile, ossia ricavata da un unico tronco d’albero, databile tra l’età del Rame e del Bronzo. Un ritrovamento eccezionale in quanto si tratta della più antica imbarcazione scoperta nel Ferrarese, dove sono note le segnalazioni di una ventina di piroghe, la maggior parte delle quali non è conservata o è addirittura dispersa.

Non a caso, le piroghe più conosciute sono attualmente custodite presso il Museo Nazionale di Ferrara. Provengono principalmente da Valle Isola e nei fatti sono molto più recenti: si datano al III-IV secolo d.C.. La piroga di Copparo da poco rinvenuta si distingue invece per essere l’unica datata con il radiocarbonio che risulta risalire al III millennio a.C..

Il frammento, dopo essere stato rivenuto nel canale, è stato esaminato dal funzionario della Soprintendenza Chiara Guarnieri, che lo ha riconosciuto come un probabile frammento di piroga. A questo punto è stata richiesta al Comune di Copparo la disponibilità per effettuare una datazione con il Carbonio 14.

Cosa dicono le analisi

L’analisi è stata portata a termine qualche mese fa e come risultati ha rivelato una cronologia molto antica, compresa tra il 2774 e il 2573 a.C.. Il Gruppo Archeologico Ferrarese, con Lello Meloni e Michele Silvan e l’archeologo Marco Bruni, coadiuvato da Liviano Palmonari, si è attivato al fine di effettuare un sondaggio di verifica.

Un’operazione che è stata possibile proprio per via del basso livello dell’acqua dei canali, per cui il sostegno del Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara è stato fondamentale. In questo modo i tecnici, guidati da Christian Formignani, sono intervenuti con un mezzo meccanico per aiutare nello scavo. Grazie a questa operazione, è stata poi portata in luce una piroga monossile lunga ben 8,70 metri e larga 65 centimetri.

L’imbarcazione è stata fotografata e rilevata, ma al momento lasciata sul posto perché estremamente fragile e non in buono stato di conservazione. Nei prossimi mesi, quindi, sarà necessario progettare le modalità dell’eventuale recupero e musealizzazione della piroga da poco rinvenuta.

Il Museo Nazionale di Ferrara

Il Museo Archeologico Nazionale di Ferrara si trova presso lo splendido palazzo Costabili. Visitandolo si possono osservare numerosi manufatti provenienti dagli scavi della città etrusca di Spina, fiorita tra il VI e il III secolo a.C.

Il percorso espositivo è organizzato su due piani. Al piano terra è possibile visitare le sale dedicate all’abitato di Spina e alle attività che vi si praticavano. Sempre qui ci sono anche due imbarcazioni monossili (ossia le piroghe) recuperate nel 1948 in Valle Isola e risalenti ad epoca tardo-romana (III-IV secolo a.C.).

Al piano nobile, invece è esposta una selezione tra i corredi più significativi provenienti dalle numerosissime tombe rinvenute nella necropoli.

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La città più progressista d’Europa (ma che in pochi conoscono)

L’incredibile città di cui vi vogliamo parlare oggi, pur essendo considerata la più antica del Paese in cui si trova, è la più progressista di tutto il nostro continente. Il motivo per cui può essere definita in questo modo e perché ogni giorno può vantare un ampio numero di iniziative legate alle sostenibilità.

Nijmegen, orgoglio dei Paesi Bassi

La località in questione è situata nella zona est dei Paesi Bassi, a soli 10 km dal confine tedesco. Si chiama Nijmegen (in italiano Nimega) e, giorno dopo giorno, compie alcuni dei passi più coraggiosi in Europa in termini di sostenibilità. Per fare degli esempi, il suo centro storico è completamente pedonale e vanta ben 60 km di “autostrade” ciclabili. Non sono da meno i mezzi pubblici: gli autobus funzionano con carburante verde e sono in atto programmi che incoraggiano il car sharing.

Nel 2016, tra le altre cose, è stata dismessa la centrale elettrica a carbone che è stata in seguito trasformata in un parco che ospita 9.000 pannelli solari e due turbine eoliche che alimentano quasi 400 case in città, tanto che nel 2018 Nijmegen è stata la Capitale Europea Green. Nonostante tutto questo, poche persone al di fuori dei Paesi Bassi ne hanno sentito parlare.

Nijmegen paesi bassi

Fonte: iStock – Ph: jacquesvandinteren

Una veduta di Nijmegen

Visitare questa città permette quindi di passeggiare davanti alle tradizionali case olandesi e, contemporaneamente, respirare aria pulita, bella fresca. Avventurandovi, per esempio, presso Lange Hezelstraat – considerata la più antica via dello shopping dei Paesi Bassi – vi accorgerete che negozi indipendenti, boutique vintage e ristoranti vegani e vegetariani sono affiancati da ulivi in ​​vaso che sbocciano in strade prive di rifiuti, mentre le persone si salutano a bordo delle loro e-bike.

Come ha fatto Nijmegen a diventare così progressista

Poco sopra vi abbiamo accennato che che Nijmegen è stata insignita del titolo di Capitale Verde Europea nel 2018, ma la verità è che le sue radici progressiste risalgono a molto prima. La città, infatti, può vantare una lunga storia di attivismo studentesco: è stata proprio lei il centro della controcultura olandese e della protesta dagli anni ’60 fino alla metà degli anni ’80.

Andando più nel dettaglio si scopre che il movimento sindacale studentesco nazionale olandese è stato fondato da uno studente di Nijmegen, Ton Regtien, nel 1963. Negli anni ’70, invece, questa città è diventata l’ambientazione di altri raduni socialisti. Non a caso anche oggi i suoi abitanti, ma soprattutto gli studenti, sono particolarmente attenti al mondo, all’ambiente e al clima.

Basta guardare la Radboud University che ha messo il tema della sostenibilità al primo posto di tutti i campi di studio pertinenti. E parliamo di un istituto che è tra i migliori del Paese, così come tra i primi 150 del mondo e tra i top 50 in Europa.

Radboud University nimega

Fonte: iStock – Ph: Ralf Liebhold

La Radboud University

Cosa vedere a Nijmegen

Nijmegen è quindi un’eccezionale città olandese che in pochi conoscono ma che sta ottenendo grandi risultati in termini di sostenibilità, un ottimo esempio per il resto del mondo. Allo stesso tempo è anche una spettacolare località da visitare.

Il migliore punto di partenza per scoprirla è Grote Markt, il cuore pulsante della città. Si tratta della piazza del mercato centrale che è circondata da splendidi palazzi, storici edifici, locali e bar. Ma ad attirare l’attenzione è senza ombra di dubbio il bellissimo Waagh, un edificio in stile rinascimentale del XVII secolo, che oggi ospita un suggestivo e raffinato ristorante.

A dominare Grote Markt, invece, è Stevenskerk, la chiesa più antica di Nijmegen. Dedicata al culto di Santo Stefano, risale al XIII secolo e custodisce oltre 750 anni di storia. Impossibile non rimanere affascinanti dalle sue eleganti cupole, il monumentale Köniorgan, gli spettacolari lampadari e i giochi di luci sulle vetrate. La Torre Stevenstoren, infine, regala spettacolare vista su tutta la città.

Essendo una località attenta allo sostenibilità, non potevano mancare luoghi verdi nel centro abitato. Uno di questi è il Kronenburgerpark, un meraviglioso giardino pubblico costruito nel XIX secolo attorno a una struttura medievale. Farci un giro, infatti, consente anche di ammirare alcune rovine e la splendida torre medievale Kruittoren.

Bellissimi sono anche i due laghetti dove dimorano diverse specie animali. Mentre per i più piccoli c’è un’area giochi con scivoli e percorsi.

Kronenburgerpark centro di Nijmegen

Fonte: iStock

Il meraviglioso Kronenburgerpark nel centro di Nijmegen

Un’altro parco di notevole interesse Valkhof, anch’esso in centro, e che oltre alla bellezza estetica conserva anche interessanti testimonianze storiche, a partire dalle antiche rovine romane del XII secolo. Vi sono, tra le altre cose, anche 3 bunker costruiti dai tedeschi nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Da queste parti, inoltre, sorge una suggestiva Cappella dalle origini molto antiche sul cui sfondo si può ammira un famoso ponte che attraversa il Waal, il fiume che scorre in città.

Ma non è finita qui perché il parco ospita anche un museo (Het Valkhof) con una ricca collezione di reperti archeologici e arte moderna.

Nell’elenco su cosa vedere a Nimega non può certamente mancare il Waalbrug, ovvero il monumentale ponte ad arco che vi abbiamo accennato sopra. Costruito nel 1936, è lungo oltre 600 metri e nel suo punto più alto arriva a sfiorare i 65 metri di altezza.

Vale la pena fare una sosta anche al MuZIeum, un museo che permette di vivere una vera e propria esperienza sensoriale: i visitatori vengono letteralmente bendati, una situazione che fa sì che tutti mettano alla prova i propri i sensi, fatta eccezione per la vista.

Cosa vedere nei dintorni

Non meno interessanti sono i dintorni di Nijmegen che offrono tante attrazioni da visitare che accontentano tutti i gusti. A più o meno 30 km dal centro città, per esempio, sorge il Castello di Doorwerth che ha la particolarità di svettare dalle acque dell’omonimo villaggio.

Oltre a essere puramente affascinante, è stato anche legato a fenomeni di presunte apparizioni di fantasmi e, secondo la leggenda, si aggirerebbero nel castello anche le Witte Wieven, particolari figure femminili del folclore olandese e belga.

È bene sapere, infine, che Nijmegen è anche sede, tutti gli anni, della “Quattro giorni di Nimega”, la più grande marcia non competitiva al mondo che riesce ad attirare nella città decine di migliaia di partecipanti e centinaia di migliaia di spettatori.

Non resta che correre a scoprire la città più progressista (ma al tempo stesso molto antica) d’Europa.

Castello di Doorwerth paesi bassi

Fonte: iStock

Il meraviglioso Castello di Doorwerth
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A Londra per assistere all’incoronazione di re Carlo III

Manca poco più di un mese al giorno in cui Carlo sarà ufficialmente incoronato e diventerà Carlo III d’Inghilterra. Le celebrazioni, come da rituale e come per tutti gli eventi solenni che riguardano le teste coronate, non dureranno solo un giorno, ma si inizierà a festeggiare prima e anche dopo.

L’incoronazione vera e propria si svolgerà nell’arco di ben tre giorni con il primo giorno (sabato 6 maggio 2023) caratterizzato da due grandi processioni e un servizio religioso presso l’Abbazia di Westminster. A seguire, domenica 7 maggio, si terrà un concerto al Castello di Windsor. Lunedì 8 maggio sarà, infine, un giorno festivo speciale proclamato dal Primo Ministro proprio in onore dell’incoronazione.

Un’ottima occasione per organizzare un viaggio a Londra, per un evento davvero memorabile. Specie se poi si è invitati e non si deve sborsare neppure un Penny.

Un concorso indetto dal magazine americano “People” mette infatti in palio l’esperienza della vita, specie se si è appassionati di reali, con un viaggio spesato in tutto e per tutto per assistere alla cerimonia in prima fila dell’incoronazione di re Carlo e della regina Camilla e per vivere una vacanza da re.

Cosa include il viaggio dell’incoronazione

Il valore del viaggio ammonta a circa 10mila euro e comprende quattro notti per due persone all’Hotel Savoy, un cinque stelle lusso affacciato sul Tamigi nonché il primo albergo di lusso aperto a Londra nel 1889. Ha ospitato tutte le grandi personalità del mondo dello spettacolo e della politica, ma soprattutto la Royal Family britannica. Edoardo, allora principe di Galles e più tardi Edoardo VII, amava cenare al Savoy, ma lo frequentava anche la regina Mary, le principesse Elizabeth, Margaret e la principessa Diana, reginetta del ballo del centenario che si svolse nel 1989. Le stanze del Savoy sono davvero regali, con stucchi dorati e letti a baldacchino, da vere “Queen”.

Il viaggio comprende anche il volo in Business Class con la compagnia United Airlines Polaris dall’aeroporto più vicino a casa fino a Heathrow.

Una volta giunti a Londra, l’esperienza prevede tantissime escursioni e attrazioni. Innanzitutto, una gita in giornata al Castello di Windsor, la casa di campagna della famiglia reale, il castello abitato più antico e vasto del mondo, con ben mille stanze, che ospita la Royal Collection una delle più grandi collezioni d’arte della storia, con dipinti di Rembrandt e Rubens.

Comprende anche due ingressi speciali uno degli eventi speciali dell’incoronazione.

Un regale tè per due persone presso Fortnum & Mason, che racchiude la quintessenza delle specialità gastronomiche britanniche. Questo negozio è antichissimo, fu aperto nel lontano 1707 e oggi è famoso per i suoi sontuosi afternoon tea, con porcellane, vassoi di scones e tartine, spesso postati su Instagram, anche per via della location.

Del pacchetto fa panno parte anche due biglietti omaggio per la prima dello spettacolo “SIX the musical”, una commedia sulla vita di re Entico VIII e delle sue sei mogli.

Fano parte anche due biglietti per visitare uno dei palazzi reali a scelta tra Kensington, Kew Palace, Hillsborough Castle o Hampton Court.

Infine, sono incluse due Oyster Cards per il trasporto pubblico per andare ad assistere a tutti gli eventi.

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Puoi bere un tè nella casa più piccola del mondo

Organizzare un viaggio ad Amsterdam, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. La capitale dei Paesi Bassi, infatti, incanta e sorprende da sempre i viaggiatori che provengono da ogni parte del mondo per ammirare da vicino il suo immenso patrimonio culturale, per perdersi nel paesaggio urbano caratterizzato dai canali su quali si affacciano le strette case e per visitare i luoghi e i musei che custodiscono i grandi capolavori che hanno fatto la storia dell’arte.

Di cose da fare e da vedere ad Amsterdam ce ne sono tantissime, e tutte sono destinate a meravigliare. Tuttavia, è proprio all’ombra dei monumenti cittadini e dei luoghi più iconici raggiunti ogni giorno dai turisti, che si nasconde una delle esperienze più imperdibili per tutte le persone che arrivano in città.

Sì perché nella capitale dei Paesi Bassi è possibile bere un tè, e fare una pausa golosa, all’interno di quella che è la casa più piccola del mondo. Curiosi di scoprirla?

La tiny house nel cuore di Amsterdam

Chi è stato ad Amsterdam, e si è trovato a passeggiare lungo la Oude Hoogstraat, non ha dubbi che sia proprio quella situata in questa zona la casa più piccola del mondo. Ma è un primato, quello della Tiny House dei Paesi Bassi, che è conteso da tante altre abitazioni sparse per il mondo.

Se sia davvero la casa più piccola del pianeta non possiamo saperlo, quello che è certo è che questa abitazione è la più piccola della città, e anche la più singolare. Het Kleinste Huis, questo il suo nome, si trova nel cuore della città, a due passi dal centro storico.

Le sue dimensioni sono da record, gli ambienti che caratterizzano i due piani superiori, infatti, sono di appena 2,02 metri di larghezza e 5 di profondità. Questi numeri rendono Het Kleinste Huis la casa più piccola della capitale. La micro dimora è situata all’interno di una palazzina costruita nel 1728 e situata a Oude Hoogstraat 22, proprio accanto a Oost-Indisch Huis, l’ex quartier generale della camera di Amsterdam della Compagnia olandese delle Indie orientali.

La sala da tè nella casa più piccola di Amsterdam

Fonte: Jussi Puikkonen/Alamy/IPA

La sala da tè nella casa più piccola di Amsterdam

Fare merenda nella casa più piccola della città

La particolarità di questo luogo non sta solo nelle sue dimensioni, ma anche nell’esperienza che al suo interno si può vivere. L’edificio, infatti, è stato trasformato in una minuscola sala da tè che offre ogni giorno pause golose e merende deliziose.

Nils e Kristen, i proprietari del locale, sono amanti ed esperti del tè, così hanno scelto di trasformare questo edificio nel cuore di Amsterdam in un posto unico pronto a deliziare i sensi e il palato dei cittadini e di tutti i viaggiatori che giungono qui ogni giorno. Al piano terra della Het Kleinste Huis  si trova il piccolo negozio che vende tè, caffè e prelibatezze locali.

I piani superiori, quelli che misurano appena 2,02 metri di larghezza e 5 di profondità, ospitano due micro sale da tè. L’atmosfera, caratterizzata da un piccolo tavolo posto vicino alla finestra che affaccia proprio sulla Oude Hoogstraat, è intima e accogliente e permette di vivere una delle esperienze golose più incredibili e originali durante un viaggio ad Amsterdam.

La casa più piccola di Amsterdam ospita una sala da tè

Fonte: Jussi Puikkonen/Alamy/IPA

La casa più piccola di Amsterdam ospita una sala da tè
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Che fine fanno gli oggetti smarriti in aeroporto? Quelli di Roma sono all’asta. Puoi comprarli

A volte è colpa del troppo entusiasmo che si unisce all’euforia del momento, altre volte è la fretta, legata alla paura di fare tardi e di perdere quell’areo. Altre volte, ancora, si tratta di piccoli istanti di distrazione durante il controllo sicurezza che però si rivelano fatali. Indipendentemente dalle motivazioni, dai luoghi e dalle occasioni, ecco che ci ritroviamo senza il nostro paio d’occhiali da sole, senza più lo smartphone, il caricabatterie, o qualsiasi altra cosa che avevamo portato con noi per affrontare il viaggio.

Ma che fine fanno gli oggetti smarriti in aeroporto? Accorgersene in tempo è una fortuna, perché è allora che i viaggiatori possono riscattare le proprie cose al banco informazioni, se queste vengono ritrovate s’intende. Per chi invece non ha cercato, reclamato e riabbracciato i propri effetti personali, persi o dimenticati proprio in aeroporto, non c’è più nulla da fare, o quasi.

Sì perché per tutti gli oggetti smarriti all’interno dell’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino, e non reclamati negli ultimi 13 mesi, saranno messi all’asta fino al 23 marzo del 2023 gestita dall’Istituto di Vendite Giudiziarie dei Tribunali di Roma e Tivoli. E se fosse l’occasione giusta per ritrovare quell’orologio al quale eravate tanto affezionati?

Che fine fanno gli oggetti smarriti in aeroporto?

È qualcosa che è successo a tutti, almeno una volta nella vita, di dimenticare qualcosa in aeroporto, proprio prima di partire per quella destinazione da sogno che avevamo sempre desiderato esplorare. Un capo d’abbigliamento, per esempio, o gli occhiali. Il tablet, l’orologio, un anello o una collana. C’è chi ha dimenticato un oggetto personale e chi, addirittura, un serpente a sonagli vivo. Il luogo incriminato è soprattutto quello del controllo sicurezza: per prepararsi velocemente e non correre il rischio di fare tardi, ecco che si dimentica qualcosa.

Può succedere anche in aereo che, a causa della distrazione o della stanchezza del viaggio, si perda qualcosa a bordo. Come abbiamo anticipato, accorgersene in tempo può davvero dare la possibilità di ritrovare i propri effetti personali. In quel caso è opportuno rivolgersi all’ufficio degli oggetti smarriti dell’aeroporto di riferimento.

Quando nessuno reclama gli effetti personali smarriti, per un motivo o per un altro e per diversi mesi, questi vengono affidati alla sorte. In Alabama, per esempio, esiste un gigantesco magazzino dal nome Unclaimed Baggage che collabora con diverse linee aeree. Quando gli oggetti e i bagagli conservati nel Lost & Found non vengono riscattati, il negozio li dona, li ricicla o li mette in vendita.

E così ha scelto di fare anche l’Aeroporto Internazionale Leonardo da Vinci di Fiumicino, che ha organizzato un’asta per tutti gli oggetti non reclamati negli ultimi 13 mesi, e quindi considerati abbandonati.

L’asta degli oggetti smarriti nell’Aeroporto di Roma Fiumicino

Quelli messi all’asta dall’Istituto di Vendite Giudiziarie dei Tribunali di Roma e Tivoli, non sono dei singoli oggetti, ma dei veri e propri lotti di cose perse e mai più ritrovate. Ci sono, per esempio, diversi bagagli in vendita, e anche se il loro contenuto non è stato svelato potrebbe comunque risultare un affare. Ci sono anche tablet e iPad, occhiali da sole, accessori , gioielli e bigiotteria, anche questi venduti in lotti.

La vendita all’asta di tutti gli oggetti smarriti all’interno dell’aeroporto di Fiumicino sarà disponibile fino al 23 marzo online. E chissà se, in questa occasione, riuscirete a ritrovare quel cappello al quale eravate tanto affezionati.

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mete storiche mosaici Notizie Pompei Viaggi

Pompei non smette di soprendere, la nuova eclatante scoperta

Nonostante i suoi oltre duemila anni di storia, la nostra splendida Pompei è ancora in grado di stupire: è da poco stata fatta una nuova scoperta che conferma che questa località è un costante laboratorio di studio e ricerca, una realtà che continua a rivelare elementi nuovi sulla storia urbanistica e sociale della città antica.

Il mosaico rinvenuto a Pompei

Durante il progetto di ricerca e relativa campagna di scavi presso le Terme Stabiane affidati dal Parco archeologico di Pompei alla Freie Universität Berlin con la collaborazione dell’Università di Napoli L’Orientale, è affiorato il pavimento a mosaico del salone di un’abitazione più antica, cancellata per far spazio ad una parte delle terme e a botteghe, dopo il terremoto del 62 d.C.

Le indagini che hanno riportato alla luce quanto appena detto sono state avviate a marzo con lo scopo di chiarire alcuni aspetti relativi sia alle fasi cronologiche e all’organizzazione planimetrica del settore della palestra delle terme, già oggetto di indagini in passato, sia di completare lo studio della planimetria della casa preesistente, trasformata dopo il terremoto del 62 d.C.

Dalle prime immagini e analisi si può comprendere che il pavimento era a mosaico bianco bordato da una fascia nera con un emblema centrale, policromo. L’emblema presenta un motivo geometrico a cubi prospettici, realizzati con tessere nere, bianche e verdi, bordato da una doppia fascia rossa e nera.

Il motivo decorativo è ben noto per le pavimentazioni in opus sectile della cella del tempio di Apollo, del tablino della casa del Fauno o di un’esedra della casa di Trittolemo, casi in cui il motivo è esteso su quasi tutta la superficie pavimentale. Nella casa delle Terme Stabiane, invece, il motivo è realizzato solo nel piccolo riquadro centrale, a mosaico, come avviene in altri contesti, sempre in sectile, romani, tipo la casa dei Grifi sul Palatino.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

Come riportato a mezzo di comunicato stampa dal Parco Archeologico di Pompei, il Direttore Gabriel Zuchtriegel ha dichiarato: “È una prova di quanto c’è ancora da scoprire nella parte già scavata di Pompei. Le Terme Stabiane furono scavate negli anni ’50 dell’800, ma solo adesso viene alla luce tutta la complessa storia dell’isolato nei secoli prima dell’ultima fase di vita della città. Grazie alle nuove ricerche dell’università di Berlino e dell’Orientale di Napoli, oggi si può cominciare a riscrivere la storia dell’isolato, inserendone un ulteriore capitolo, quello di una sontuosa domus con mosaici eccezionali e ambienti spaziosi, che occupava la parte occidentale dell’area delle terme fino a pochi decenni prima dell’eruzione nel 79 d.C. Anche la Pompei che pensavamo di conoscere già, è una scoperta che continua.”

Il pavimento mosaicato è stato individuato nell’area delle tabernae, al di sotto del livello pavimentale rivenuto dopo l’eruzione a circa mezzo metro di profondità. Ma quel che certo si può concludere è che le nuove indagini hanno permesso di comprendere al meglio la planimetria dell’edificio, risalente ai decenni centrali del I sec. a.C., che si sviluppava per una superficie di circa 900 mq, ed era composto da ingresso, un grande atrio circondato da cubicola (stanze da letto), tablino ( studiolo), affiancato dal salone di recente scoperto, ed infine peristilio (giardino colonnato), caratterizzato da un ampio portico con ricca pavimentazione in mosaico policromo.