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Itinerario di 10 tappe per visitare Firenze

Firenze è una piccola città incantata, famosa in tutto il mondo come luogo ricco cultura, arte, architettura, buon cibo e paesaggi mozzafiato. Sono migliaia i turisti che si recano ogni anno in questa città meravigliosa per immergersi nella sua bellezza medievale e rinascimentale senza tempo.

Firenze si trova nel cuore della Toscana in una vasta conca attraversata dall’Arno, a pochi passi dalle città di Prato e Pistoia. Il clima mite e l’architettura a misura d’uomo permettono di camminare per ore tra i vicoletti del centro storico, assaporare i profumi della Toscana e ammirare secoli di storia: un’esperienza irripetibile, che tutto il mondo ci invidia. E anche per chi vuole dedicarsi allo shopping e al divertimento non mancano vie piene di negozi, botteghe artigianali, artisti di strada e ristoranti tipici dove poter assaggiare una buona pappa al pomodoro.

Se vuoi visitare Firenze in pochi giorni ecco le 10 tappe fondamentali per il tuo itinerario.

1. Cattedrale di Santa Maria del Fiore

Se vuoi conoscere Firenze sono molte le tappe da non perdere nel centro storico! Avrai sicuramente visto la famosa cupola rossiccia di Santa Maria del Fiore: questa cattedrale rappresenta infatti il simbolo della città, anche conosciuta come il Duomo di Firenze. Con un po’ di pazienza per le lunghe ma scorrevoli file questa cattedrale dall’imponente stile gotico è visitabile gratuitamente. Al suo interno è possibile ammirare la meravigliosa cupola di Filippo Brunelleschi, risalente al XVI secolo. Inoltre se vuoi vedere la città dall’alto non perdere l’occasione di salire fino in cima alla cupola del Duomo: ti troverai davanti al panorama più bello di Firenze, da togliere il fiato!

2. Basilica di Santa Maria Novella

Anche qui siamo di fronte a un edificio architettonico dal valore artistico e culturale inestimabile, un luogo custode di immense opere d’arte. L’edificio nasce come convento di frati domenicani tra la fine del 1200 e la prima metà del 1300, per poi essere terminato solo cento anni dopo da Leon Battista Alberti.

Al suo interno è possibile ammirare i capolavori di grandi artisti, tra cui la Trinità di Masaccio, il Crocifisso di Giotto, la Natività del Botticelli solo per citarne alcuni. Anche la facciata è tra le opere più importanti al mondo: caratterizzata dai colori rosa, bianco e verde si compone di geometrie che richiamano gli studi scientifici dell’epoca applicati poi all’architettura e alla natura.

3. Battistero di San Giovanni

Il battistero di San Giovanni si trova nel cuore del centro storico ed è il terzo edificio che completa le maestose costruzioni religiose. Posto esattamente di fronte alla chiesa di Santa Maria del Fiore è il celebre “bel San Giovanni” di Dante, che lo nominò nei suoi versi come luogo di ricordi nostalgici. Fu infatti la chiesa in cui per molto tempo vennero battezzati i fiorentini, un simbolo religioso della città. La sua datazione resta incerta, ma è senza dubbio uno dei luoghi più antichi della città.

La particolare struttura ottagonale chiusa da una cupola a spicchi venne pensata per raccogliere un gran numero di persone nei giorni dedicati appunto al battesimo. All’esterno è ricoperta dai marmi bianchi e verdi di Prato e di Carrara, tipici dell’architettura romanica fiorentina, è ricchissimo di decorazione artistiche e scultoree di richiamo religioso di epoche storiche differenti.

4. Palazzo Vecchio in Piazza della Signoria

Il Palazzo Vecchio, un altro dei simboli della città, è un grande edificio a metà tra una fortezza e un palazzo, inconfondibile per la caratteristica torre che svetta verso l’alto.

Venne costruito nel 1300,  probabilmente anche questo su progetto di Arnolfo Di Cambio, per proteggere le figure governative più importanti dai tumulti dell’epoca. Da sempre rappresenta un importante ruolo civico, tanto da essere in passato la sede del Parlamento ai tempi in cui Firenze fu capitale d’Italia nel 1865. Al suo interno è possibile visitare diverse sale da museo, il Salone dei Cinquecento, dove Leonardo e Michelangelo si incontrarono per definire gli affreschi della Sala del Consiglio, e con un tour guidato è possibile vedere Firenze dalla Torre di Arnolfo.

5. Ponte Vecchio

Che dire di Ponte Vecchio? Un altro simbolo senza tempo di questa città, spesso rappresentata con l’immagine di questo ponte al tramonto che scavalca le acque dell’Arno congiungendo due parti di Firenze.

Chiamato così perché fu il primo ponte ad essere costruito e fino al 1218 fu l’unico ponte che attraversava l’Arno. Ha vissuto secoli di storia: soggetto a incendi e numerosi danneggiamenti, venne ricostruito nel 1333 in seguito a una violenta alluvione che lo distrusse completamente. Riuscì a sopravvivere anche ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, risparmiato dalle truppe tedesche perché arteria principale di viabilità.

Oggi è un ponte caratteristico per il panorama unico e le numerose botteghe di orafi,  un tempo macellerie. Ponte Vecchio è il luogo ideale per una passeggiata romantica al tramonto!

6. Galleria degli Uffizi

Ecco uno dei luoghi più conosciuti d’Italia, alla stregua del Louvre di Parigi: la Galleria degli Uffizi rappresenta uno dei musei di Firenze da vedere, oltre che uno dei più visitati al mondo. Con decine di migliaia di visitatori al giorno, le lunghe code che li caratterizzano giustificano l’attesa e aumentano il desiderio di trovarsi davanti ai capolavori di Giotto, Botticelli, Leonardo Da Vinci, Caravaggio, Michelangelo e Raffaello.

Per visitarli è necessario prenotare il biglietto in anticipo, ma ne vale davvero la pena. La Galleria degli Uffizi venne progettata e costruita da Giorgio Vasari nel 1560 per conservare le opere d’arte di Francesco De’ Medici; oggi è un museo di fama mondiale, due piani di collezioni uniche al mondo tra sculture e quadri. Le opere comprendono periodi che vanno dal Medioevo all’epoca moderna.

7. Palazzo Pitti

Un altro imponente edificio rinascimentale da non perdere se vuoi visitare Firenze in pochi giorni è il Palazzo Pitti. Si trova nei pressi del Ponte Vecchio, nella zona dell’Oltrarno, e venne costruito nel 1457 per ordine del suo omonimo proprietario fiorentino, il banchiere Luca Pitti, che volle farne la propria dimora residenziale.

Divenne il più imponente edificio residenziale della città e fu in seguito abitato dalle dinastie più importanti nei secoli: i Medici, gli Asburgo-Lorena e successivamente i Savoia. In seguito divenne poi proprietà dello Stato. A completare l’opera architettonica fu aggiunto sul retro anche il meraviglioso giardino di Boboli, un’altra tappa fondamentale tra le cose da visitare a Firenze.

Oggi questo immenso palazzo racchiude al suo interno una serie di numerose gallerie e musei, tra cui la Galleria Palatina, la Galleria d’Arte Moderna e del Museo della Moda e del Costume, e rappresenta senza dubbio uno dei luoghi più rinomati da visitare a Firenze, sede di eventi mondani internazionali legati alla moda italiana.

8. Giardino di Boboli

Il Giardino di Boboli è una tappa immancabile se si decide di visitare Firenze. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità per la sua bellezza, è situato su una collina alle spalle del Palazzo Pitti e ne completa il progetto iniziale. Comprende più di 45000 metri quadrati di giardini, vasche monumentali, fontane e geometrie architettoniche perfettamente intervallate tra loro grazie al disegno artistico di quattro famosi architetti. È considerato il miglior esempio di giardino rinascimentale per la sua eleganza maestosa, nonché luogo di relax e connessione con la natura locale ed esotica: l’ideale è visitarlo con una guida che racconti tanti dettagli.

9. Piazzale Michelangelo

Il piazzale Michelangelo, una splendida terrazza dell’Ottocento costruita per onorare il famoso scultore, rappresenta un altro punto panoramico di rara bellezza per chiunque abbia la fortuna di passarci. Sulla terrazza è possibile passeggiare avvistando l’orizzonte fiorentino tra numerose bancarelle, e al centro della piazza si fa protagonista una grande riproduzione in bronzo del David di Michelangelo.

Il piazzale è facilmente raggiungibile dal centro storico di Firenze a piedi o in autobus. Una tappa da non perdere, specialmente nelle giornate piene di sole!

10. Mercato Centrale

L’ultima tappa dell’itinerario per visitare Firenze in pochi giorni è il grande Mercato Centrale, un luogo ricco di prodotti culinari e artigianali toscani tutti da scoprire, magari con un tour guidato. Il Mercato Centrale si trova a soli dieci minuti dalla Stazione di Santa Maria Novella, e comprende una parte interna dedicata ai prodotti culinari toscani e una parte esterna, dedicata alla vendita di oggetti di artigianato: dalle borse di pelle, ai souvenir in ceramica, qui puoi sbizzarrirti con gli acquisti di prodotti da assaggiare e da regalare proprio prima di prendere il treno per tornare a casa.

Sono molte le cose da vedere a Firenze, una città che racconta secoli di storia e di cultura come poche altre in Italia. Se hai voglia di trascorrere un weekend in coppia o in compagnia di amici questa città regala momenti indimenticabili e non ci si stanca mai di visitarla. Passeggiando per la città si respira un’aria frizzantina e giocosa, grazie anche alla simpatia dei fiorentini sempre disponibili ad accogliere ogni turista con il tipico accento toscano e un bel sorriso. È difficile scegliere tra le numerose cose da visitare in questa città, ma se vuoi visitare Firenze in pochi giorni queste sono le dieci tappe fondamentali nel tuo itinerario!

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L’aurora boreale è in tour: puoi ammirarla in qualsiasi parte del mondo

Esistono visioni che sono così belle da non sembrare reali. Paesaggi che si aprono davanti ai nostri occhi come fossero un miraggio e che ci ricordano quanto è straordinario il mondo che abitiamo. Gli stessi che ci invitano a esplorare il globo in lungo e in largo. Tutto merito della natura che, con i suoi spettacoli, non smette di incantarci e sorprenderci ogni giorno.

Tra gli show più belli, quelli ai quali dovremmo tutti assistere almeno una volta nella vita, c’è sicuramente lei: l’aurora boreale. Si tratta di un particolare fenomeno atmosferico che tinge di meraviglia il cielo, che lo infiamma e lo colora in maniera unica, e che ci invita a restare col fiato sospeso e con gli occhi all’insù. Sono molti i viaggiatori che in determinati periodi dell’anno si mettono in cammino per raggiungere quelli ormai sappiamo essere i luoghi dove si palesa questo incredibile show.

Quello che in molti non sanno, però, è che l’aurora boreale è in tour. Attualmente si trova a Hong Kong, ma può essere ammirata in qualsiasi altra parte del mondo.

L’aurora boreale “on demand” arriva in città

C’è tanta poesia in quel fenomeno ottico dell’atmosfera terrestre che incanta le persone di tutto il mondo da tempi immemori. Pittori, artisti, poeti, scrittori e viaggiatori: nessuno resta immune al fascino dell’aurora boreale.

Proprio lei che, all’improvviso, squarcia il cielo e illumina le stelle con forme inedite e colori cangianti che evocano paesaggi fiabeschi e onirici. L’aurora boreale sembra un incantesimo che non si può spiegare, ma è la scienza a svelarci che lo spettacolo è portato in scena da particelle elettriche, elettroni e protoni, che colpendo l’atmosfera terrestre producono lampi di luce cangianti accompagnati da uno spettacolo sonoro suggestivo e affascinante.

Alaska, Danimarca, Irlanda, Finlandia e Svezia, sono solo alcuni dei luoghi più famosi per avvistare l’aurora boreale, gli stessi che in determinati periodi dell’anno sono raggiunti da viaggiatori provenienti da ogni parte mondo.

Oggi, però, inaspettatamente l’aurora boreale è visibile anche sopra il cielo di Hong Kong. Tutto merito di un uomo, l’artista svizzero Dan Acher, che ha creato un‘installazione strabiliante che permette di avvistare l’aurora boreale nei cieli delle città del mondo, in qualsiasi periodo dell’anno. Il progetto si chiama Borealis e la visione è davvero straordinaria.

Halle, Borealis on tour

Fonte: Getty Images

Halle, Borealis on tour

Borealis: l’installazione che colora i cieli del mondo

Se fino a poco tempo fa credevamo che l’aurora boreale si manifestasse solo in determinate destinazioni, e in precisi momenti dell’anno, con il progetto Borealis dobbiamo tutti ricrederci. Quello che sta succedendo adesso nel cielo di Hong Kong, nel West Kowloon Cultural District, ne è la prova.

Com’è possibile che l’aurora boreale sia apparsa nei cieli della Cina lo abbiamo già svelato, tutto merito di un’installazione straordinaria, dal nome Borealis, creata dall’artista svizzero Dan Acher.

Molto più di un’opera d’arte, questa installazione porta in scena una performance immersiva che tinge e colora i cieli di tutto il mondo, regalando la possibilità di richiedere un’aurora boreale on demand ovunque, e in ogni periodo dell’anno.

Nessuna installazione è mai uguale alla precedente. Grazie al colore del cielo, e alle mutevoli condizioni meterologiche, i colori e le forme dell’installazione regalano infinite sfumature e variazioni che, ogni volta, permettono di ammirare un’aurora boreale unica. Artificiale sì, ma comunque suggestiva e magica.

Per scoprire dove apparirà la prossima aurora boreale, vi basterà seguire il calendario di Borealis on tour. Intanto vi anticipiamo che questa apparirà nel Nuovo Galles del Sud la prossima estate.

L'aurora boreale a Hong Kong

Fonte: Getty Images

L’aurora boreale a Hong Kong
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Prima offerta per volare low cost a primavera

Sta per arrivare la primavera e torna la voglia di evadere. Con le nuove offerte low cost di Ryanair la cosa migliore è festeggiare l’arrivo della bella stagione con un bel viaggio. Vicino, poco impegnativo, ma soprattutto economico e appagante.

L’offerta online a partire da 24,99 euro (a tratta) è appena partita ed è valida fino al 6 marzo. Si può viaggiare a partire tra il 1° aprile e il 31 maggio. Il periodo migliore per visitare alcune località che ricominciano a fiorire. Ecco i nostri consigli di viaggio per partire tra aprile e maggio.

Budapest a primavera

Budapest è una città magica, perfetta per essere visitata in un weekend. Rimarrete sicuramente incantati dalle ricchezze di questa città, tra monumenti, luoghi di divertimento e ambienti artistici. In due giorni potete dedicarne uno alla visita di Buda e l’altro a quella di Pest. Le due zone della capitale ungherese sono divise dal mitico Danubio che, in una giornata di sole, è bello navigare per ammirare i monumenti da un punto di vista privilegiato.

Il primo luogo da visitare a Budapest è sicuramente il Castello di Buda, anche noto come Palazzo Reale. Altri due monumenti suggestivi e non lontani dal colle del castello sono l’imponente Bastione dei Pescatori, da cui si può ammirare un panorama mozzafiato sulla Capitale e l’antica chiesa duecentesca di San Mattia.

A Est del grande fiume, attraversando uno dei tanti ponti sul Danubio – quello famoso delle Catene al momento è in fase di ristrutturazione – si raggiunge la Basilica di Santo Stefano, intitolata al primo sovrano d’Ungheria, e poco lontano il famoso Parlamento, la cui cupola è visibile da tutta la città ed è il simbolo di Budapest.

Knock, l’Irlanda più green

Con il riserviglio della natura uno dei viaggi più consigliati è quello in Irlanda, in particolare in una zona meno battuta dal turismo di massa. Detto che gli italiani adorano l’Irlanda, e questo è già uno dei motivi per andarci, una delle mete meno frequentate è la zona di Knock, una cittadina del Nord-Ovest nella Contea di Mayo, punto di partenza per andare alla scoperta del Connacht.

Si tratta di una regione ricca di laghi e fiumi. Tra i più noti, Lough Mask che si trova a ridosso del più celebre Lough Corrib, il lago più grande della Repubblica d’Irlanda sul quale si affaccia il lussuosissimo Castello di Ashford, che ospita un hotel. I due laghi sono collegati tra loro da un piccolo corso d’acqua che attraversa il villaggio di Cong, sede di un’antica abbazia agostiniana di cui sono rimasti in piedi solo alcuni resti.

La costa di questa parte d’Irlanda è caratterizzata da alte scogliere a picco sul mare al largo delle quali si contano all’incirca 300 isole. Ma è da qui, all’altezza di Newport, che parte anche una delle vie più famose d’Irlanda, la Wild Atlantic Way, il più lungo itinerario costiero dell’isola di smeraldo che si estende per 2.500 km e che proprio quest’anno compie dieci anni. La Wild Atlantic Way costeggia altissime scogliere e spiagge nascoste, attraversa vivaci villaggi e cittadine e permette di venire in contatto con le antiche tradizioni gaeliche e con la gente locale famosa per la sua incredibile accoglienza.

 

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Riapre il Museo dell’Abbandono, ed è bellissimo

A Forlì c’è un museo diffuso unico in Italia, ideato con l’obiettivo di ridare visibilità a quei luoghi, privati e pubblici, ormai dimenticati, per valorizzare il patrimonio culturale del territorio romagnolo. Un museo senza pareti o cancelli, in divenire, spazio di esplorazione e di ricerca che racconta il paesaggio abbandonato, spingendo ad andare sul posto, attraverso una guida alternativa e in continua evoluzione. Si tratta del progetto “IN LOCO. Il museo diffuso dell’abbandono”, nato dall’Associazione Spazi Indecisi, che invita ad esplorare i luoghi in disuso in maniera immersiva e tecnologica.

Dopo la pausa invernale, il Centro Visite del museo riparte con l’iniziativa “Sabato al Centro Visite” e una bella novità: durante le aperture, saranno organizzati piccoli eventi collegati al museo come passeggiate, esplorazioni, giochi urbani e incontri. Sarà, così, un punto di partenza ideale per intraprendere un viaggio alla scoperta del museo diffuso e dei luoghi in abbandono di Forlì e della Romagna, che ora punta sul turismo attivo, ma anche per guardare con occhi nuovi la città viva.

Gli eventi che portano a una scoperta inedita di Forlì e della Romagna

Quest’anno, il Museo dell’Abbandono fa un ulteriore passo per diventare un luogo di riflessione e ricerca sul paesaggio romagnolo urbano e non. Si parte sabato 4 marzo con la passeggiata “Manicula”, una camminata che porta a indagare i fenomeni acustici e visivi nel centro storico di Forlì, a cura di Enrico Malatesta, esperto di sound design, e Chiara Pavolucci, fotografa. Una singolare caccia al tesoro che invita i partecipanti a scoprire la relazione tra suono e spazio attraverso l’utilizzo del proprio corpo, e a osservare i fenomeni visivi collegati al movimento della luce e la sua interazione con le superfici della città.

Gli appuntamenti proseguiranno nei mesi successivi, fino a giugno, per riprendere poi da settembre, in compagnia di storici, naturisti e operatori culturali, con passeggiate dedicate alla scoperta del passato industriale di Forlì, alla ricerca del verde spontaneo che nasce in città. E ancora, pedalate verso l’ex acquedotto Spinadello, esperimenti urbani di derive psicogeografiche, incontri e tanto altro. Situato nell’ex Deposito delle Corriere SITA, il Centro Visite comprende approfondimenti storici, riproduzioni 3D, la presentazione degli itinerari e un assaggio dei contenuti speciali fruibili in loco.

Gli itinerari del Museo dell’Abbandono

Dopo la tappa al Centro Visite e all’ex deposito delle Corriere, i viaggiatori ed esploratori urbani sono invitati a scoprire il museo diffuso che, partendo da Forlì, abbraccia e racconta la Romagna (terra di Rocche incredibili). Sono sette gli itinerari tematici di viaggio che collegano gli oltre 60 luoghi in abbandono del museo: dai luoghi di lavoro del ‘900, a quelli del divertimento estivo romagnolo, dalle colonie razionaliste della Riviera agli edifici istituzionali dell’entroterra.

L’insieme degli itinerari dà vita a una guida turistica, alternativa e in continua evoluzione, che permette ai visitatori di continuare l’esplorazione e rende disponibili contenuti multimediali creati ad hoc fruibili solamente in loco, attraverso la App dedicata. Il progetto si pone l’obiettivo di tramandare la memoria di questi luoghi, diventando uno strumento di conoscenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio di un territorio estremamente variegato e delle sue evoluzioni sociali, culturali ed economiche. Non mancherà un itinerario escursionistico dedicato alle vecchie case in pietra della Romagna appenninica, testimonianza di mestieri e vite che, dal dopoguerra in avanti, iniziarono a trasformarsi profondamente.

Ronco del Cianco

Fonte: Ufficio Stampa – Ph: Stefano Belacchi

Ronco del Cianco, tra le tappe del museo diffuso
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Viaggi Wanderlust

Puoi mangiare in una carrozza regale del XIX secolo: succede in Italia

Sono le esperienze, quelle inedite, straordinarie e indimenticabili, a rendere unici i nostri viaggi, indipendentemente dalle destinazioni raggiunte e dai chilometri percorsi. Possono essere avventure adrenaliniche, destinate solo ai cuori impavidi, o romantiche, per tutti coloro che amano viaggiare insieme alla propria dolce metà. Oppure, ancora, sensoriali, per scoprire e riscoprire il mondo che abitiamo da prospettive diverse, oltre quella visiva.

Ed è proprio di un’esperienza così che oggi vogliamo parlarvi. Di un viaggio nel tempo che passa per la bellezza dei fasti antichi e per il gusto delle tradizioni territoriali nostrane.

Si perché in Italia, da oggi, è possibile pranzare o cenare all’interno di un treno reale, in una carrozza d’epoca risalente al 1921, inserita in un contesto straordinario che parla di storia, di bellezza, di natura e di benessere. Pronti a partire?

Lusso tra i colli bolognesi

Il viaggio di oggi ci conduce a pochi chilometri da Bologna, e più precisamente tra gli straordinari e lussureggianti paesaggi che si snodano tra i suoi colli. È qui che, incastonato nella natura, si erge un edificio bellissimo è affascinante le cui origini risalgono al 1705. Si tratta del Palazzo di Varignana, una struttura ricettiva immersa in 30 ettari di parco privato, dove gli ospiti sono invitati a vivere esperienze di puro relax.

Tra spazi verdi, parchi, fontane e scorci mozzafiato, si snodano camere, suite e lussuose residenze completamente immerse nel verde. Il cuore della struttura è il Palazzo Bargellini Bentivoglio, un castello di campagna secolare che è simbolo della storia del territorio e della sua riqualificazione. Un vero e proprio gioiello da scoprire e riscoprire per vivere momenti di pace e serenità al cospetto della grande bellezza naturale della zona del bolognese.

Quella che si vive all’interno del Palazzo di Varignana, però, è un’esperienza che passa anche per i sensi, e che è stata arricchita dall’inaugurazione di un nuovo ristorante che, vi anticipiamo, non ha nulla a che vedere con tutti i locali che abbiamo frequentato fino a questo momento.

Sì perché il nuovo ristorante della struttura è stato creato all’interno di una carrozza reale del XIX secolo, restaurata e impreziosita, che permette di vivere ai viaggiatori un’esperienza senza tempo.

Il ristorante all'interno della carrozza reale, Palazzo di Varignana

Fonte: Ufficio Stampa Nemo Monti

Il ristorante all’interno della carrozza reale, Palazzo di Varignana

Mangiare all’interno di una carrozza del 1921: l’esperienza senza tempo

Molto più di un’esperienza gastronomica, quello che si vive nel Treno Reale, tra i colli bolognesi, è un vero e proprio viaggio nel tempo che trasporta gli ospiti tra le bellezze di un’epoca antica e mai dimenticata.

Protagonista di questa avventura è un’autentica carrozza d’epoca risalente al 1921. Un prototipo di un treno reale che, dopo anni di abbandono, è stata restaurata e portata nel resort immerso nei colli bolognesi. Grazie alla collaborazione tra artigiani, architetti, scenografi e studiosi, sono state ricreate, con la massima attenzione ai dettagli, ambientazioni minuziose che ricalcano i fasti e l’opulenza di un tempo.

Un luogo unico all’interno del quale è possibile vivere un’esperienza senza tempo che passa per la vista, allietata dalla bellezza dell’ambiente, ma anche dal gusto. Il ristorante, infatti, propone un viaggio culinario che trasporta i viaggiatori tra i sapori antichi del Treno Reale ed gli ingredienti genuini del territorio.

Il Treno Reale è aperto tutti i sabati, e può ospitare fino a 22 coperti. Pronti a fare un tuffo nel passato?

Il ristorante all'interno della carrozza reale, Palazzo di Varignana

Fonte: Ufficio Stampa Nemo Monti

Il ristorante all’interno della carrozza reale, Palazzo di Varignana
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Scoperta sensazionale in Egitto: dove conduce il passaggio segreto

L’Egitto è patria di splendide testimonianze archeologiche, monumenti incredibili che sono conosciuti in tutto il mondo – e che ogni anno attirano milioni di turisti. Ma alcuni di essi celano ancora dei segreti davvero suggestivi: è il caso del misterioso tunnel scoperto all’interno della Piramide di Cheope, che ha per lungo tempo ossessionato gli archeologi. Dopo anni di studi, finalmente sappiamo cosa c’è al suo interno.

Piramide di Cheope, il cunicolo segreto

Facciamo un passo indietro: la Piramide di Cheope è la più antica delle tre rinvenute all’interno della necropoli di Giza, uno dei più famosi siti archeologici d’Egitto. È un vero capolavoro d’ingegno, nonché l’unica delle sette meraviglie dell’antichità ancora in perfetto stato di conservazione. Costruita circa 4.500 anni fa, è stata a lungo studiata ed esplorata dagli scienziati, ma è ancora ricca di misteri tutti da scoprire. Come ad esempio il tunnel segreto che è stato rinvenuto al suo interno: dove conduce, e qual è la sua funzione?

La presenza del cunicolo è stata ipotizzata nel 2016, quando alcuni archeologi avevano individuato uno spazio vuoto dietro l’entrata principale della piramide. Per evitare di danneggiare questa immensa opera architettonica, gli studiosi hanno messo in piedi un progetto durato diversi anni. Dapprima hanno utilizzato la radiografia muonica, una tecnica non invasiva sviluppata presso l’Università di Nagoya, in Giappone, per poi spingersi attraverso il passaggio segreto con una specie di endoscopio, una minuscola telecamera introdotta attraverso una fessura di pochi millimetri. Così, finalmente dli scienziati hanno potuto esplorare questo tunnel.

Lungo circa 9 metri, con una larghezza pari a 2,10 metri e un’altezza di 2,3 metri, è un cunicolo non rifinito caratterizzato da monoliti che formano un soffitto spiovente. Secondo quanto affermato da Mostafa Waziri, direttore del Consiglio Supremo delle Antichità d’Egitto, è possibile che sia stato costruito per alleviare il peso della piramide sull’ingresso principale e ridistribuirlo su tutta la struttura. Ma ci sono ancora molte domande in attesa di una risposta. Potrebbero infatti esserci dei segreti ancora da scoprire, come una camera non ancora individuata che potrebbe trovarsi al di sotto del tunnel.

Il tunnel segreto all'interno della Piramide di Cheope

Fonte: ANSA Foto

Il tunnel segreto all’interno della Piramide di Cheope

Dove porta il passaggio segreto

Ci sono davvero altri misteri da svelare, attorno a questo cunicolo segreto? Secondo gli esperti, le sorprese potrebbero essere ancora molte. “Continueremo la nostra scansione, per capire cosa possiamo scoprire al di sotto del cunicolo o alla fine di esso” – ha dichiarato Waziri. Cosa si aspettano di trovare all’interno della Piramide di Cheope, in un luogo rimasto ben nascosto per migliaia di anni? Qualche dettaglio in più lo ha svelato l’archeologo egiziano Zahi Hawass, presente alla conferenza stampa con cui è stata annunciata la scoperta.

“Crediamo che qualcosa sia nascosto sotto il tunnel” – ha ammesso Hawass. E quel qualcosa potrebbe essere la camera in cui giace il sepolcro di Cheope, faraone della IV dinastia d’Egitto, che nonostante le lunghe ricerche non è mai stato ritrovato. Sarebbe dunque una scoperta epocale, addirittura la più importante del secolo. Ci vorranno però ancora molte indagini per poter capire se davvero c’è un’altra stanza segreta da individuare, e se al suo interno ci sono altri segreti meravigliosi da riportare alla luce.

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Giordania, il meraviglioso Jordan Bike Trail che passa attraverso il deserto

L’avreste mai detto che la Giordania è una delle migliori destinazioni per trascorrere le vacanze in bicicletta? Eppure è così e lo è soprattutto grazie al Jordan Bike Trail, un itinerario di 730 chilometri con conduce alla scoperta del Paese, da Nord a Sud, in 12 macro tappe, tra rovine archeologiche di immenso valore, riserve naturali e villaggi ospitali.

Cosa aspettarsi dal Jordan Bike Trail

Il Jordan Bike Trail permette di avventurarsi lungo sentieri rocciosi e attraversare deserti di sabbia rossa. Il tutto mentre si è accompagnati dall’ospitalità e la cucina beduina, accampandosi nelle aspre montagne abitate da pastori e dai loro greggi, o utilizzando uno dei tanti alberghi presenti.

Con un dislivello di 20.000 metri e suddiviso in 12 magiche tappe, attraversa da Nord a Sud l’intero territorio giordano mentre corre sul crinale dei monti che hanno visto millenni di storia, con luoghi famosi per il Cristianesimo e per le popolazioni che hanno solcato questo territorio.

In sostanza si passa in mezzo ad aree con magnifici resti romani incorniciati dalla natura, intere città riportate alla luce e antichi castelli medievali edificati durante le Crociate, fino alla più che meravigliosa città nabatea di Petra.

Se vi state chiedendo se si può affrontare in autonomia la risposta è sì: la Giordania, oltre a essere un Paese sicuro, è anche abitato da popolazioni nomadi molto ospitali.

Le tappe sono divise in tre grandi aree, ognuna delle quali prevede alcuni stop essendo lunghe diversi chilometri: la regione settentrionale, quella centrale e quella meridionale, ognuna con quattro diversi possibili itinerari.

 Jordan Bike Trail intinerario

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Un angolo del Jordan Bike Trail

L’incredibile itinerario

Se il vostro obiettivo è visitare i più famosi siti turistici della Giordania, la regione meridionale è la più caratteristica e sicuramente la più turistica. È quella che arriva a Petra, la città rosa, che attraversa il deserto del Wadi Rum per terminare sul Mar Rosso giordano ad Aqaba.

Selvaggio e avventuroso è l’itinerario del Nord, quello che va da Um Qais a Madaba, che passa tra deserti di roccia, costeggia corsi d’acqua e attraversa wadi e montagne.

Il percorso del Centro della Giordania parte da Madaba e arriva a Shobak, con tappe nelle antiche cittadelle e tra le rovine di castelli.

Itinerario Nord

L’itinerario che attraversa il Nord inizia dai resti della città di Gadara (oggi Um Qais) per poi regalare una tonificante discesa verso la diga di Al Arab. Cominciano subito dopo una serie di strade asfaltate e sterrate in cui ammirare villaggi più piccoli, prima di un’ulteriore lunga discesa verso la Valle del Giordano che è anche il punto più basso del viaggio. Da lì si risale a Pella con i resti di un’altra città della Decapoli per poi percorrere un lunga e lenta salita verso Kufr Rakeb, uno dei cinque distretti metropolitani che compongono il comune di Barqash.

Lasciando Kufr Rakeb si ha la possibilità di salire e scendere tra le famose foreste di querce del nord della Giordania. Qui si può ammirare il castello di Ajloun, una fortezza musulmana del XII secolo, per poi pedalare su una lunga discesa prima di risalire fino ad Anjara. Dopo Anjara direzione Khirbet as-Souq, su un terreno boscoso e ondulato.

castello di Ajloun jordan bike trail

Fonte: iStock

Il castello di Ajloun

Il percorso continua e arriva sino al Wadi Zarqa, un punto da dove godere di viste impressionanti. Inizia poi una lunga scalata fuori dal canyon: un tratto particolarmente impegnativo durante le giornate calde. Di seguito si scende in un’altra valle per risalire a Rumeimeen, dove sorge una cascata in cui dedicarsi a un po’ di relax, per poi proseguire fino a Fuheis.

A Fuheis prende vita praticamente un altro viaggio: vi lascerete alle spalle le rigogliose foreste del Nord per andare verso una zona più arida, pedalando lungo il bordo della Valle del Giordano. L’arrivo è a Madaba.

Itinerario Centrale

L’itinerario centrale parte da Madaba e permette di attraversare due dei principali wadi della Giordania centrale: Wadi Zarqa-Ma’in e Wadi Hidan. In quest’ultimo vale la pena prendersi un momento per fermarsi e godersi il ​​panorama visibile durante la discesa, ma anche per rilassarsi sotto la piacevole ombra offerta dai diversi alberi presenti. Anche perché, subito dopo, si deve affrontate una lunga salita che conduce a Dhiban.

Il percorso procede, e forse con il tratto più complesso di tutti: bisogna salire ben oltre 1000 metri per raggiungere il bordo opposto del canyon. Il panorama, però, è davvero unico al mondo, così come la serie di piccoli villaggi che caratterizzano la zona. Infine, da Rakin una discesa tecnica, seguita da un’ulteriore salita, scorta nella valle sotto Karak.

Karak vi regalerà altrettanti panorami impressionanti per poi proseguire per alcuni chilometri di strada sterrata attraverso piccoli villaggi giordani e tende di pastori sulla strada per Wad Hasa, l’ultimo dei principali wadi visibili durante questo tratto di Jordan Bike Trail.

Karak giordania

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La vista da Karak

L’Itinerario Centrale giunge poi al suo termine seguendo una pittoresca strada sterrata lungo il bordo del canyon, prima di superare Busayra fino a Dana. A Dana potrete emozionarvi con ampie vedute del Wadi Feynan e poi proseguire su un’altra bellissima valle fino a Shobak e al suo storico castello.

Itinerario Sud

L’itinerario in 12 tappe prosegue verso Sud poiché da Shobak si dovrà pedalare su una strada sterrata lungo la Valle Araba con alcune delle viste più spettacolari dell’intero percorso. Alla fine si salirà sulla King’s Highway e, dopo un’altra breve salita, si raggiungerà il punto più alto del sentiero, poco meno di 1700 metri. In discesa poi verso Little Petra e Petra, con viste meravigliose dei siti.

Da Petra una serie di salite, discese e strade sterrate condurranno in un’ampia area desertica fino ad Abbasiya.

La penultima tappa farà tirare un respiro di sollievo: le impervie salite sono ormai un lontano ricordo. Ma attenzione, rimane da affrontare la sabbia del deserto con i suoi contrafforti di arenaria: il Wadi Rum si comincia a vedere in lontananza, ma bisogna ancora avvicinarsi a Quwayrah e alla Desert Highway. Da lì si arriverà finalmente al deserto monumentale giordano dove organizzare un soggiorno in una tenda beduina.

Wadi Rum giordania

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Soggiornare nel Wadi Rum

Per ultimo, dalle infinità del deserto a un tratto complesso che conduce a Titen, un villaggio che un tempo apparteneva all’Arabia Saudita. Da questo momento in poi tutto sarà in discesa fino ad Aqaba, costeggiando le meraviglie del Mar Rosso.

Informazioni utili

Ogni tappa del Jordan Bike Trail fornisce informazioni sulle difficoltà dei percorsi, le distanze e il tempo medio di percorrenza, con mappe, file GPX per l’orientamento, dati altimetrici, luoghi di ristoro e per pernottare, trasporti, dove noleggiare le biciclette, la descrizione dei luoghi di maggior interesse che s’incontrano lungo il percorso e suggerimenti vari.

L’organizzazione del Jordan Bike Trail si propone anche di consigliare itinerari alternativi per quei ciclisti che non hanno molto tempo a disposizione per completare i vari percorsi e di fornire le principali informazioni sulla pianificazione del viaggio prima di partire.

È bene sapere, però, che è altamente sconsigliato andare da Sud verso Nord perché il tragitto è stato appositamente esplorato e progettato per essere percorso al contrario. Questo vuol dire che i tratti in salita sono su strada, mentre quelli in discesa o pianeggianti sono su sterrato/fuoristrada ove possibile. Inoltre, non si può entrare nel Wadi Rum provenendo da Aqaba.

Non resta che percorrere questo affascinante Paese a bordo di una bicicletta per scoprirne le sue sfaccettature più autentiche.

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Fonte: @Jordan Bike Trail

Jordan Bike Trail
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Puoi adottare gli alberi di questa montagna italiana

Sono il polmone verde del nostro pianeta, ma troppo spesso ci si dimentica di quanto siano importanti: gli alberi non fanno bene soltanto all’uomo, ma anche alla natura. Incendi e deforestazioni mettono a rischio la loro sopravvivenza, quindi non si può fare altro che prendersene cura con grande amore e attenzione. Aiutare a piantare nuovi alberi è un modo per garantire un futuro roseo alla Terra, ma non l’unico. Anche quelli che già popolano i boschi e le foreste hanno bisogno di essere aiutati e protetti. Uno dei gesti più semplici ma significativi è adottare un albero, dando vita a un legame fortissimo come quello che si crea con il progetto “MontepisanoTree” che prende proprio il nome dalle montagne del Subappennino Toscano.

Un progetto che si prende cura dell’ambiente

È qui, tra le province di Pisa e Lucca, che si possono adottare gli alberi del Monte Pisano. “MontepisanoTree” permette a chiunque di diventare una sorta di “custode” di questi alberi. Grazie a un semplice versamento, è possibile garantire le cure necessarie ai vari arbusti. Far parte di questo progetto vuol dire contribuire alla manutenzione e valorizzazione del bosco. Troppo spesso quest’ultimo viene minacciato dagli incendi, come è successo negli scorsi anni in questa parte della Toscana quando sono state bruciate centinaia di ettari di vegetazione.

Montagne e ulivi

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Un incantevole paesaggio montano

Se invece ci fosse stata una corretta manutenzione, i danni sarebbero stati molto più contenuti. Avere boschi floridi e ricchi di alberi, inoltre, è fondamentale per contrastare e ridurre gli effetti del cambiamento climatico, un dettaglio che fa la differenza sia per le nostre vite che per quelle degli animali e delle piante. Aderendo al progetto “MontepisanoTree”, si verrà periodicamente aggiornati sulla salute dell’albero che ha ricevuto le cure grazie all’adozione, si avrà una targhetta personalizzata e si permetterà al progetto stesso di andare avanti.

Alla scoperta di Monte Pisano

Ci sono tanti luoghi in Italia in cui la natura trionfa e uno di questi è proprio Monte Pisano, noto anche come Monti Pisani. La vetta principale di questo sistema montuoso è il Monte Serra che sfiora i mille metri, inoltre tutto il territorio circostante è caratterizzato da luoghi suggestivi che meritano di essere visitati almeno una volta nella vita. Piccoli borghi medievali come Calci e tutto quello che è rimasto delle antiche fortificazioni si alternano a santuari e persino acquedotti romani. In passato i Monti Pisani erano il luogo ideale per estrarre la pietra, gran parte della quale è stata utilizzata per costruire uno dei monumenti più belli che sorgono a pochi chilometri da qui, il Duomo di Pisa.

Uno scorcio di Calci

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Il borgo di Calci, in provincia di Pisa

C’è tanto verde e non mancano neanche le prelibatezze gastronomiche. L’olio che si produce da queste parti è tra i più apprezzati della Toscana, tanto e vero che lungo i vari percorsi dei Monti Pisani si possono incontrare tantissimi ulivi. Anche le castagne e i funghi sono tipici del posto e fanno apprezzare ancora di più questi boschi. Adottare un albero del Monte Pisano non è soltanto un modo per fare qualcosa di concreto in favore dell’ambiente e della sua tutela, ma anche l’occasione per scoprire e visitare luoghi incantevoli e incontaminati in cui la natura si esprime al meglio.

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linee aeree Notizie Viaggi

La nuova compagnia aerea italiana è davvero rivoluzionaria

In Italia, e tra non molto, arriverà una nuova compagnia area che però sarà quasi del tutto diversa rispetto alle altre che ormai conosciamo bene. Un vettore rivoluzionario che, senza ombra di dubbio, farà parlare molto di sé.

Si chiamerà AviaRoma e, come riportato da L’Agenzia di Viaggi Magazine, non sarà solo una nuova aerolinea, sarà anche un nuovo modello di business basato su un’app dove il passeggero troverà una vasta gamma di servizi legati al territorio di destinazione.

L’ambizioso progetto

Il progetto è di Robert Flavio Paltrinieri che può vantate un passato professionale nel trasporto aereo. Secondo lui, e come si può leggere sempre sul magazine che vi abbiamo citato sopra: “AviaRoma dovrà essere vista come una infrastruttura”.

L’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di far volare a prezzi molto bassi. Ma come sarà possibile tutto questo? “Perché il nostro core business non sarà il vettore, bensì la piattaforma digitale messa a disposizione del passeggero che potrà relazionarsi con il territorio di destinazione, accedendo e acquistando servizi e prodotti di quel territorio direttamente tramite la app. Di fatto, il servizio aerei diventerà la parte marginale del nostro sistema produttivo, mentre il valore sarà costituito dalla comunità diretta che opera nella compagnia”, ha spiegato al magazine Paltrinieri.

Detta in parole più semplici, e stando al progetto attuale, i collegamenti di AviaRoma non saranno presenti sui motori di ricerca internazionale di voli come Skyscanner, ma solo ed esclusivamente sulla app in cui verranno allestiti innumerevoli servizi e prodotti del territorio dove opereranno gli aeromobili.

Flotta e rotte

Il piano di sviluppo del vettore prevede il micro raggio, ovvero i brevi collegamenti aerei tra province, ma anche il corto, medio e lungo raggio. Come si può leggere sul sito, le operazioni cominceranno quest’anno e con i seguenti aerei.

  • micro raggio: massimo 90 minuti di volo – quindi in Italia – e verrà utilizzato il nuovissimo CESSNA Sky Courier a 19 posti – non appena i primi aerei saranno disponibili per la vendita in Europa – e in alcune circostanze anche ATR 42 e 72;
  • corto raggio: massimo 180 minuti di volo per raggiungere le principali città europee, e del bacino del mediterraneo, con una straordinaria rete nei Balcani. Verrà utilizzato un Bombardier CRJ Family;
  • medio raggio: fino a 300 minuti di volo e prevede un network verso l’Africa e le principali mete turistiche europee. Verranno utilizzati Airbus A318, Airbus A319, Airbus A320, Airbus A321;
  • lungo raggio: oltre i 300 minuti di volo che serviranno a collegare 5 continenti, con aerei potenti, comodi e sicuri e grandissimi come gli Airbus A340 300/500/600.

Sempre sul sito si può leggere che dal 2025 la compagnia, nel lunghissimo raggio, metterà in flotta i primi 2 Airbus 380-800 e che sta già pianificando un nuovo segmento: il lungo raggio business con aeromobili da 6 e 12 passeggeri.

Come funzionerà l’applicazione

L’applicazione di AviaRoma permetterà di coniugare e connettere il passeggero al territorio, risparmiare ma anche guadagnare. I prezzi saranno competitivi, con tariffe ante-Covid e costo fisso uguale per tutti. Ciò vuol dire che non ci sarà più la logica del pricing dinamico, con il costo del volo che aumenta con l’approssimarsi della data di partenza.

In cantiere c’è anche un sistema di payback che consentirà al passeggero di avere a disposizione un pacchetto di servizi e prodotti del territorio che vuole visitare da acquistare sempre tramite app.

AviaRoma, inoltre, si è avvalsa dell’intelligenza artificiale per mettere a punto la sua offerta: ha creato un sistema di interazione tra reti di operatori che possano garantire ed erogare i servizi a bordo dell’aereo, anche in assenza di connessione.

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Borghi Campania Napoli Viaggi

In questo piccolo borgo marinaio il tempo si è fermato

Napoli è conosciuta per il calore e l’accoglienza della sua popolazione, ma anche perché è una città ricca di storia e paesaggi mozzafiato che stupiscono e lasciano senza parole ogni volta che si ammirano. Girare tra le vie del capoluogo campano riserva ogni volta una sorpresa e capita spesso di imbattersi in un angolo o in uno scorcio mai visto prima. Quartieri e vicoli sono il tratto distintivo di Napoli, ma la città che affaccia sul Vesuvio non poteva di certo farsi mancare un incantevole borgo.

Sull’isolotto di Magaride è possibile imbattersi in Borgo Marinari, un quartiere legato alla città tramite un piccolo lembo di terra, in cui è possibile assaporare il silenzio e un’atmosfera quasi sospesa nel tempo, lontana dai ritmi frenetici e dalla vivacità del capoluogo campano.

L’affascinante storia di Borgo Marinari

La storia e la vita di questo borgo è strettamente legata a quella di Napoli e inizia nel momento in cui alcuni coloni greci di Cuma, decisero di colonizzarlo e fondare un emporio portuale. La presenza dei greci, nel corso degli anni, fu rimpiazzata da quella dei romani, tanto che secondo alcune leggende, il territorio diventò la sede della dependance del generale romano Lucio Licinio Lucullo.

I greci e i romani, non furono gli unici abitanti del borgo: poco prima dell’inizio dell’epoca medievale giunsero anche i monaci Basiliani che fondarono il loro convento inizialmente dedicato a San Salvatore e poi in seguito a San Sebastiano. Non a caso, ancora oggi, infatti, la zona è conosciuta come isolotto di San Salvatore. Il timore di un’invasione da parte dei Normanni costrinse i monaci a trasferirsi dall’isolotto stesso che fu trasformato in un piccolo presidio per proteggere la città. La conquista normanna fu però inevitabile e il presidio militare divenne la base per la costruzione del futuro Castel dell’Ovo.

Nel corso dei secoli Borgo Marinari ospitò sempre più famiglie di pescatori, ma alla fine del XIX secolo in seguito a una bonifica il quartiere ha assunto un aspetto ancora più pittoresco. Da quel momento è come se qui il tempo si fosse fermato.

Borgo Marinari di Notte

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Una veduta notturna di Borgo Marinari

Un panorama unico: Borgo Marinari oggi

La zona prettamente turistica è riuscita a conservare la sua antica bellezza: le barche sono una presenza costante e attirano immediatamente la vista con le loro forme e i loro colori. Anche i pescatori che entrano ed escono di continuo dal porto sembrano essere gli stessi che popolavano questo borgo tanti anni fa. Scoprire oggi Borgo Marinari significa anche fare un tuffo in uno dei luoghi più romantici e magici della movida napoletana.

L’imponenza di Castel dell’Ovo, il castello più antico di Napoli, regala uno scenario unico e mozzafiato. Ma non è l’unica attrazione che si può ammirare: a pochi passi si possono incontrare gli altri simboli della città, come il Palazzo Reale, il Teatro San Carlo, oltre alla splendida Piazza del Plebiscito. In poche parole, qui c’è il panorama perfetto per chi vuole godersi un momento di relax in un posto da sogno, destinato a rimanere a lungo nel cuore di ogni visitatore.

Borgo Marinari e le barche

Fonte: iStock/photooiasson

Le barche attraccate a Borgo Marinari