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Il trenino che attraversa la fioritura dal colore del sole

Marzo è il mese dei grandi viaggi, quelli che affrontiamo per andare alla scoperta di tutti gli incantevoli paesaggi che portano la firma di Madre Natura. È proprio lei, con il suo risveglio, a trasformare il mondo che abitiamo regalandoci visioni mozzafiato che incantano la vista e stordiscono i sensi.

Stiamo parlando delle fioriture, quelle che esplodono tra i campi e i giardini, quelle che tingono di meraviglia le montagne, le colline e le città e si trasformano in vere e proprie attrazioni turistiche che attirano migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

I ciliegi in fiore, che ci invitano a praticare l’hanami, e i tulipani che colorano gli sterminati campi dell’Olanda, sono tra gli spettacoli primaverili più celebri e raggiunti dagli avventurieri. Ma non sono gli unici. In Cina, infatti, esiste un’altra fioritura incredibile che ha rubato il colore del sole, e che può essere ammirata a bordo di un trenino che l’attraversa.

La fioritura che ha rubato il colore al sole

Organizzare un viaggio in primavera è sempre un’ottima idea. Tra marzo e aprile, infatti, il mondo che conosciamo indossa il suo abito migliore, quello fatto di colori cangianti e profumi inebrianti che ci permettono di vivere esperienze uniche e mozzafiato. Tutto merito delle fioriture che tingono di meraviglia i giardini, i parchi, le colline, le montagne e persino i deserti più aridi. Un vero miracolo che possiamo toccare con mano in ogni parte del mondo.

Alcune fioriture, lo sappiamo, sono così celebri da essersi trasformate in vere e proprie attrazioni turistiche da raggiungere e visitare almeno una volta nella vita. Quello che non tutti sanno, però, è che anche i fiori di colza stanno dando spettacolo adesso, e lo show è bellissimo.

La colza, dai quali semi si ricava il celebre olio, è la protagonista di quei sterminati campi gialli che sembrano aver rubato il colore al sole. Il fiore della pianta, infatti, è caratterizzato da un colore giallo brillante che illumina le distese infinite sulle quali fiorisce.

Una fioritura, questa, che si è trasformata in una vera e propria attrazione per tutti i viaggiatori che raggiungono la Cina durante la primavera. Per ammirare questo spettacolo dobbiamo raggiungere Shangrao, città-prefettura in provincia di Jiangxi, dove è addirittura possibile salire a bordo di un trenino turistico per ammirare la bellezza della colza in fiore che ha illuminato con i suoi colori i prati e i campi del territorio.

I campi di colza in fiore a Shangrao, Cina

Fonte: Getty Images

I campi di colza in fiore a Shangrao, Cina

Fioriscono i campi di colza in Cina: ecco dove ammirarli

Le cose da fare e da vedere in occasione di un viaggio in Cina sono tantissime. Tuttavia, se avete intenzione di raggiungere il Paese dell’Asia orientale in primavera non potete davvero perdervi gli spettacolari paesaggi dei campi in fiore.

Nella città di Shangrao e nelle campagne circostanti, infatti, la fioritura di colza ha creato un mare giallo che si perde all’orizzonte, che riempie le valli e che illumina l’intero territorio. Numerosi cittadini del Paese, insieme a visitatori provenienti da ogni dove e a fotografi curiosi, sono già giunti fin qui per ammirare il grande spettacolo. E voi siete pronti a partire?

Il treno turistico che attraversa i campi gialli a I campi di colza in fiore a Shangrao, Cina

Fonte: Getty Images

Il treno turistico che attraversa i campi gialli a Shangrao, Cina
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Migliori aeroporti del mondo: italiani sul podio

Quando si parla di aeroporti in molti pensano solo che siano dei luoghi da cui partire per raggiungere una o più destinazioni desiderate. Ma la verità è che gli scali di tutto il mondo sono molto di più. E lo sono soprattutto i migliori aeroporti del nostro pianeta che, oltre a permettere alle persone di spostarsi, fanno anche un ottimo lavoro con lo scopo di rendere i viaggi dei passeggeri il più agevoli e piacevoli possibile.

Partendo da questo presupposto sono nati gli Airport Service Quality Awards che premiano i top aeroporti del globo per l’esperienza del cliente. E sapete qual è la buona notizia? Ci sono due scali italiani tra i migliori in assoluto di tutto il mondo.

Come funzionano i premi

Il gruppo Airports Council International (ACI) e la società di tecnologie di viaggio Amadeus ogni anno determinano i vincitori di questi importanti riconoscimenti sulla base di sondaggi a cui hanno risposto i passeggeri in aeroporto il giorno stesso in cui hanno affrontato il viaggio. Nell’anno appena concluso sono stati raccolti circa 465.000 sondaggi che hanno esaminato ben 30 fattori, tra cui il check-in, la facilità di spostamento, le offerte di shopping e ristorazione.

Si tratta di un programma, quindi, che attraverso le risposte fornite dagli utenti misura e confronta e, al contempo, offre anche agli aeroporti di tutte le dimensioni un’opportunità di apprendimento e miglioramento per raggiungere nuove vette nell’eccellenza dell’esperienza del cliente.

Gli scali premiati sono stati in totale 69 per la qualità complessiva. Di questi 24 si trovano in Europa, 22 nella regione Asia-Pacifico, 11 in Nord America, cinque in America Latina o nei Caraibi, quattro in Africa e tre in Medio Oriente.

Va specificato che non c’è un singolo vincitore in ogni fascia, in poche parole non esiste una classifica perché tutti quelli meritano questo riconoscimento. Quest’anno, tra le altre cose, sono state  introdotte quattro nuove categorie: aeroporti con il personale più dedicato alle necessità dei passeggeri, viaggio aeroportuale più semplice, aeroporto più piacevole e aeroporto più pulito.

I migliori aeroporti con il maggior volume di passeggeri

I migliori aeroporti con oltre 40 milioni di passeggeri all’anno sono:

  • Aeroporto Internazionale Chhatrapati Shivaji Maharaj; Bombay, India
  • Aeroporto Internazionale Indira Gandhi; Delhi, India
  • Aeroporto internazionale di Guangzhou Baiyun, Cina
  • Aeroporto internazionale di Shanghai Pudong, Cina
  • Aeroporto internazionale di Shenzhen Bao’an, Cina
  • Aeroporto Changi di Singapore
  • Aeroporto di Roma-Fiumicino, Italia
  • Aeroporto di Istanbul, Turchia
  • Aeroporto internazionale di Dallas Fort Worth, Texas, USA
  • Aeroporto Internazionale di San Francisco, California, USA

I migliori aeroporti con 25-40 milioni di passeggeri all’anno

I migliori aeroporti con 25-40 milioni di passeggeri all’anno sono, invece:

  • Aeroporto Internazionale di Gimpo; Seul, Corea del Sud
  • Aeroporto internazionale Daxing di Pechino, Cina
  • Aeroporto Internazionale di Atene, Grecia
  • Aeroporto di Palma di Maiorca, Spagna
  • Aeroporto di Zurigo, Svizzera
  • Aeroporto di Detroit Metropolitan Wayne County; Michigan, Stati Uniti
  • Aeroporto internazionale di Minneapolis/St Paul; Minnesota, USA

Gli aeroporti “più divertenti” del mondo

Ci sono poi alcuni aeroporti, di tutte le nazionalità e volumi di passeggeri, che hanno ottenuto i nuovi premi “più divertenti” di ACI:

  • Aeroporto di Roma-Fiumicino, Italia
  • Aeroporto di Istanbul, Turchia
  • Aeroporto Internazionale di Kuala Lumpur, Malesia
  • Aeroporto internazionale Daxing di Pechino, Cina
  • Aeroporto Internazionale Sultan Hasanuddin; Makassar, Sulawesi Meridionale, Indonesia
  • Aeroporto Internazionale di Yogyakarta; Giava, Indonesia
  • Aeroporto Nikola Tesla di Belgrado, Serbia
  • Aeroporto di Milano-Bergamo, Italia
  • Aeroporto di Ankara Esenboga, Turchia
  • Aeroporto Internazionale di Quito, Ecuador
  • Aeroporto Internazionale Regina Alia; Amman, Giordania
  • Aeroporto William P. Hobby; Houston, Texas, Stati Uniti
  • Aeroporto Internazionale Blaise Diagne di Dakar, Senegal
  • Aeroporto Internazionale di Skopje, Macedonia
  • Aeroporto Internazionale di Guayaquil, Ecuador
  • Aeroporto Internazionale di Greenville-Spartanburg; Carolina del Sud, Stati Uniti
  • Aeroporto Internazionale di Pattimura; Ambon, provincia delle Molucche, Indonesia
  • Aeroporto internazionale di Fort McMurray; Alberta, Canada

L’importante e meritato successo di Fiumicino

Molti viaggiatori avranno ancora impresso nella mente il caos di Fiumicino di qualche anno fa. Ecco, è un ricordo da debellare del tutto perché negli ultimi anni il Leonardo da Vinci ha completamente cambiato volto diventando un’eccellenza mondiale e soddisfacendo in viaggiatori di tutte le nazionalità (come i tanti premi vinti nel corso degli anni dimostrano).

Tra i mega aeroporti più apprezzati al mondo, infatti, lo scalo romano si ritaglia un posto sia per la qualità complessiva, sia per il livello di pulizia, ma anche per essere piacevole grazie al personale dedicato che è anche competente e gentile.

Ma non solo. Perché questo scalo ha guadagnato un riconoscimento pure per quanto riguarda la nuova categoria dei premi “più divertenti”, ossia quelli assegnati sulla base delle impressioni dei viaggiatori rispetto all’offerta di negozi e ristoranti, il comfort delle aree di imbarco, le opzioni di intrattenimento e svago e l’atmosfera.

Tutto questo non sorprende: già lo scorso anno Roma-Fiumicino ha vinto le 5 stelle Skytrax, un’organizzazione di ricerca sul trasporto aereo internazionale che fornisce una classifica delle prestazioni e un benchmarking nel settore aereo e aeroportuale. E l’aeroporto internazionale Leonardo Da Vinci di Fiumicino ha ottenuto le prestigiose 5 stelle, ossia il massimo dei punti, secondo aeroporto nell’Unione Europea a poter esibire tale certificato di eccellenza.

E gli Airport Service Quality Awards, oltre al 2022, li ha ottenuti anche nel 2017,2018, 2019, 2020, 2021. Sono quindi 6 anni consecutivi che i passeggeri premiano lo scalo romano. Altrettanti sono i riconoscimenti ottenuti negli stessi anni da altri istituti e per diversi settori aeroportuali, alcuni dei quali ricevuti persino per la splendida organizzazione durante la pandemia.

Sul tetto del mondo anche Orio Al Serio

A vincere è stato anche lo scalo di Orio Al Serio (Bergamo) che, per il secondo anno consecutivo, ha conquistato il riconoscimento di miglior aeroporto europeo nella categoria dai 5 ai 15 milioni di passeggeri. Lo scalo lombardo ha aggiunto al suo palmare altri due premi: è l’aeroporto più gradevole, ma anche di più agevole uso in tutto il nostro continente.

Un successo che si ripete, quindi, anche per Il Caravaggio che risulta essere il primo in Italia per numero di passeggeri per le compagnie low cost. Non a caso, la società di ricerca specializzata britannica Skytrax lo ha inserito anche tra i 10 migliori aeroporti low-cost del mondo nel 2016.

L’Italia, quindi, sale sul tetto del mondo in fatto di aeroporti e lo fa con due scali che, giorno dopo giorno, cercano sempre di migliorarsi.

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Dov’è girata la seconda stagione del “Commissario Ricciardi”

Come tutti i romanzi dedicati al Commissario Ricciardi scritti da Maurizio de Giovanni, anche la fiction Tv della Rai è stata girata a Napoli. È qui che si dipanano le storie affascinanti, popolate da lucidi assassini o da individui incapaci di contenere improvvisi impulsi omicidi, che Ricciardi riesce a smascherare con la sua testardaggine – e un superpotere – nel ricercare verità e giustizia.

Luigi Alfredo Ricciardi (interpretato nella serie televisiva dall’attore Lino Guanciale), Barone di Malomonte, cilentano d’origine ma trapiantato a Napoli nonché commissario di Polizia ha una capacità investigativa fuori dal comune e con un dono – che è anche una maledizione -, quello di vedere i fantasmi delle vittime di morte violenta e ascoltare il loro ultimo pensiero.

Le location a Napoli

Ambientato nella Napoli degli Anni Trenta, le indagini si svolgono tra i vicoli cittadini e tra alcuni dei luoghi simbolo della città. E così è anche per la seconda stagione di “Il Commissario Ricciardi”. Come il Teatro di San Carlo – o Real Teatro di San Carlo – uno dei più famosi e prestigiosi del mondo. Fondato nel 1737, è il più antico teatro dell’opera a essere tuttora attivo. È stato inserito dall’Unesco tra i monumenti Patrimonio dell’Umanità. Alcune scene degli interni sono state però girate nella ex base Nato di Bagnoli.

Altra location è il Museo nazionale di Capodimonte, il rione collinare di Napoli, che un tempo era una reggia. Oggi ospita gallerie di arte antica, con opere di Maestri dell’arte come Raffaello, Tiziano e il Parmigianino, una di arte contemporanea e un appartamento reale.

Riconoscibile tra i set è anche un altro edificio monumentale napoletano: Villa Pignatelli che si trova lungo la Riviera di Chiaia. È uno dei più importanti esempi di architettura neoclassica della città ispirata a una domus pompeiana, con la facciata abbellita da un grande colonnato neo-dorico. Davvero spettacolare. E poi c’è l’inconfondibile Palazzo Reale in piazza del Plebiscito, nel pieno centro storico di Napoli. Fu la residenza dei viceré spagnoli, poi degli austriaci, de Borboni, dei francesi e, infine, dei Savoia. Oggi è adibito principalmente a polo museale, in particolare gli Appartamenti Reali, ed è anche sede della Biblioteca nazionale.

Ma non ci sono solo ville storiche e palazzi nella fiction del Commissario Ricciardi, anche alcuni dei luoghi più frequentati dai napoletani, primo fra tutti il Gambrinus, lo storico bar di via Chiaia, che oggi fa parte dell’Associazione Locali storici d’Italia. Nato a metà dell’800, è anche oggi arredato in stile beaux-arts, con stucchi, statue e quadri di artisti napoletani. Ci sono anche opere di Gabriele D’Annunzio e Filippo Tommaso Marinetti.

Taranto come Napoli

Per alcune scene di “Il Commissario Ricciardi 2” la produzione si è spostata da tutt’altra parte ovvero a Taranto, in Puglia. È tra i vicoli e le piazze della città vecchia che sono state girate alcune scene che nei romanzi sono ambientate tra i vicoli di Napoli.

Ultimamente Taranto ha fatto da sfondo a diverse produzioni, tra le ultime anche “Sei donne – Il mistero di Leila” con Maya Sansa, nel ruolo del pubblico ministero Anna Conti. Soprannominata la “città dei due mari” per la sua peculiare posizione, a cavallo tra il Mar Grande e il Mar Piccolo attorno ai quali si sviluppa tutto l’abitato, questa città offre uno dei panorami architettonici più ricchi e vari della nostra Penisola. Si va dal romanico-gotico ai palazzi in stile rinascimentale al barocco fino alle forme più eleganti di palazzi e installazioni in stile Liberty e neoclassico.

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Fonte: ANSA

Una scena della fiction Tv “Il Commissario Ricciardi”
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I segreti nascosti dietro la Piramide Nera d’Egitto

Costruita dopo le piramidi di Giza, questa è però la più misteriosa d’Egitto. La Piramide di Amenemhat III, un Faraone appartenente XII dinastia egizia, meglio conosciuta come “Piramide Nera”, è un intricato labirinto che ancora oggi nasconde dei segreti.

Si trova all’interno della necropoli di Dahshur, uno dei siti archeologici più importanti dell’antichità, che comprende anche sepolture di nobili e un villaggio di operai nella zona di Saqqara, a una ventina di chilometri a Sud rispetto alle piramidi di Giza e al Cairo. Intitolata al sovrano Amenemhat detto “il potente”, è chiamata “Piramide Nera” per via della presenza di basalto nel nucleo molto scuro e al pyramidion in diorite grigia. Un reperto di pyramidion è conservato nel Museo egizio del Cairo e, secondo gli esperti, potrebbe svelare alcuni misteri, a partire dal materiale con cui è stato forgiato.

Cos’è il pyramidion

Il pyramidion è la particolare cuspide piramidale monolitica che rappresentava l’apice delle antiche piramidi e di molti obelischi egizi. Secondo gli storici, questo elemento architettonico rappresentava la pietra sacra chiamata “benben”. Nella mitologia egizia, era la collina emersa dall’oceano primordiale. Su questa collina il creatore Atum generò se stesso e la prima coppia divina di Shu e Tefnut. La sua forma era piramidale, ecco perché i principali edifici religiosi dell’antico Egitto hanno questo aspetto. Fra tutti i pyramidion che sono rimasti, il più particolare è proprio quello della piramide di Amenemhat III.

Gli antichi egizi vengono dallo spazio?

Torna quindi l’antica credenza secondo cui gli antichi egizi potrebbero essere arrivati dallo spazio. Ecco la teoria. I primi egittologi non riuscivano a comprendere di quale materiale fosse composto il pyramidion. L’aspetto di questo materiale e la sua resistenza ricordano il ferro, che però a quei tempi non era ancora conosciuto.

È stato quindi ipotizzato che questa pietra nera e lucida potesse essere giunta sulla Terra dallo spazio sotto forma di meteorite. Ecco perché si parla di una pietra spaziale, posta dagli antichi egizi in cima alla piramide come fosse un’antenna che serviva per comunicare con gli alieni.

Cos’hanno scoperto gli esperti

Gli studiosi hanno poi scoperto che i pyramidion, quasi tutti costruiti durante l’Antico Regno, erano ottenuti da materiali rari, come la diorite o il nero basalto. Con il loro colore scuro dovevano creare un contrasto con il bianco del calcare che rivestiva le piramidi. Durante il Medio Regno, gli egizi cominciarono a usare il granito e ad aggiungervi iscrizioni geroglifiche. Il pyramidon di Amenemhat III proveniente dalla piramide di Dahshur, decorato con geroglifici, non è dunque fatto con una pietra proveniente dallo spazio, ma è di granito scuro.

Perché si chiama “Piramide Nera”

Ci sono due ragioni per cui la piramide di Amenemhat III è detta “Piramide Nera”. La prima, come anticipato, è per via della presenza di basalto nel nucleo molto scuro e al pyramidion in diorite grigia. Ma c’è anche un altro motivo. L’appellativo si deve anche al suo aspetto attuale, grigio e semi distrutto. La piramide, infatti, oggi appare come un cumulo di macerie.

Una rivoluzione epocale

Ma questa piramide ha una grande importanza in quanto rappresenta un passaggio epocale nell’evoluzione architettonica delle piramidi, passando dal modello “a gradoni” a quello dalle linee classiche. E non è tutto. Fu anche la prima a ospitare sia il Faraone defunto sia le sue regine (il labirinto interno pare servisse proprio al re per raggiungere le stanze delle mogli). Infine, era quella ad avere uno dei pyramidion più belli dell’arte egizia.

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Estate a numero chiuso: succede in Italia

Siamo ancora in attesa dell’arrivo della primavera ma si comincia già a parlare dell’estate, soprattutto nel settore viaggi. E se per chi deve volare si prospetta una stagione dai prezzi ancora elevati rispetto al periodo precedente al Covid e, molto probabilmente, con ancora un bel po’ di caos su tutti i cieli europei, in Italia si prospetta una stagione da record, e per questo si stanno prendendo provvedimenti.

L’estate 2023 in Italia

Le previsioni per gli arrivi nel nostro Paese durante la stagione estiva sono per alcuni lati incoraggianti, per altri costringono ad attuare delle “forme di contenimento” onde evitare il deturpamento del territorio. L’estate 2023, infatti, si preannuncia da record e proprio per questo fa emergere preoccupazioni per eventuali (e quasi certi) ingorghi e caos che prenderanno vita in molte località turistiche.

Come accaduto nelle Isole Canarie, anche in Italia si sta pensando di “deturistizzare” spiagge e borghi con lo scopo di evitare il sovraffollamento e il ripetersi di comportamenti incivili. Non a caso, seguendo quanto riportano alcune nuove ordinanze approvate in questi giorni dalle diverse amministrazioni delle località turistiche, l’imperativo sembra essere soprattutto uno: limitare gli ingressi e tutelare l’ambiente. Si prospetta, quindi, un’estate italiana a numero chiuso.

Le isole italiane

Come riportato dal Messaggero, in alcune isole italiane si sta già intervenendo in questo senso. Un esempio di tutto ciò è l’affascinante Isola di Procida dove il Sindaco, Dino Ambrosino, ha chiarito: “Noi da qualche anno abbiamo inasprito il divieto di sbarco per le macchine e i motorini che vengono da fuori regione; il ministero dei trasporti ci dà infatti questa opportunità. È l’unica iniziativa che funziona. Procida si trova su 4 chilometri quadrati e i residenti sono 10mila: siamo l’isola più densamente abitata d’Europa, e per noi la mobilità è un problema. Di solito arriviamo a 600mila sbarchi di persone che vengono anche solo per fare una passeggiata”.

Isola di Procida numero chiuso

Fonte: iStock

Veduta dell’Isola di Procida

Non sono da meno le parole di Sergio Ortelli, sindaco dell’Isola del Giglio che, sempre come riporta il quotidiano nazionale, ha fatto sapere che “Da 1.400 residenti arriviamo al picco di 10mila ingressi giornalieri d’estate, per un totale di circa 300mila all’anno. Così abbiamo deciso che ad agosto possono portare l’auto solo coloro che soggiornano più di 4 giorni. E poi da quest’anno si pagherà all’ingresso un contributo di 3 euro per il periodo estivo e 2 per quello invernale”.

In Sicilia il sindaco di Cefalù, Daniele Tumminello, ha deciso di potenziare il servizio di vigilanza urbana. Mentre a Lampedusa, il primo cittadino, Filippo Mannino, ha intenzione di estendere il divieto di ingresso per i mezzi privati da fine luglio a inizio settembre, si aspetta solo l’ok da parte del ministero.

Provvedimenti anche presso l’Isola di Linosa dove il divieto vale per tutto il periodo estivo, insieme alla possibilità del sequestro dei mezzi utilizzati per chi commette un illecito. Un esempio? Come riporta il quotidiano, se per la terza volta un cittadino trasporta con l’auto il sacchetto della spazzatura con lo scopo di gettarlo non seguendo la raccolta differenziata, verrà sequestrata l’autovettura.

Le spiagge a numero chiuso

Le spiagge a numero chiuso in Italia non sono una novità. Alcune già lo sono, vi basti pensare alla Spiaggia dei Conigli di Lampedusa o a Cala Violina in Toscana, mentre altre già da qualche anno desiderano diventarlo al fine di tutelare il territorio in cui si collocano.

Cala Violina a pagamento

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La meravigliosa Cala Violina

Anche nel Baunei, nella Sardegna orientale, prendono vita delle cale da sogno ma dove c’è un limite di accesso. Esiste infatti  un sistema di prenotazione tramite app che consente alle persone di prenotare uno degli ingressi giornalieri sulla spiaggia per il costo di 6 euro.

Tra le varie spiagge a pagamento in Sardegna segnaliamo:

  • La Pelosa, nel comune di Stintino (Sassari), dove possono accedere al massimo 1.500 persone con un ticket di 3,50 euro a persona;
  • Punta Molentis e Porto Sa Ruxi, Sardegna del Sud, in entrambe si paga un ticket da 10 euro per il parcheggio dell’auto. Nella prima l’accesso massimo è di 200 persone, nella seconda è possibile starci fino a 150 persone;
  • Cala Goloritzé, un incanto che si trova nel territorio comunale di Baunei nella parte sud del golfo di Orosei in provincia di Nuoro, dove entrare 250 persone al massimo al giorno e con il pagamento di un “contributo ambientale” di 6 euro;
  • Cala Mariolu, una perla del golfo di Orosei, nella costa centro-orientale della Sardegna, dove possono accedere 650 bagnanti.

Montagne e città

L’estate da record che sembra voler esserci in Italia mette in allerta anche monti e città. Al Lago di Tenno, nel Garda Trentino, è stata creata una fascia esterna all’affascinante specchio d’acqua con lo scopo di monitorare e limitare i flussi.

Problematiche simili colpiscono anche il fiabesco Lago di Braies. Non a caso, proprio da queste parti, alcuni anni fa era stato avviato un progetto di riduzione del traffico veicolare nella zona. Allo stesso tempo, con l’obiettivo di promuovere un turismo attento e sostenibile, già dalla primavera del 2022 era stato stabilito uno stop all’aumento dei posti letto.

Lago di Braies estate 2023

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Il fiabesco Lago di Braies

D’accordo su tutto anche la Fondazione Dolomiti Unesco che, stando a quanto riporta il Messaggero, ha definito una strategia di intervento per la gestione della pressione turistica. Poi ci sono le città d’arte italiane come Venezia dove, per disincentivare il sovraffollamento, è previsto un ticket che va dai 3 ai 10 euro in base alla capienza raggiunta per tutti coloro che non pernottano sul territorio. Ciò vuol dire che superato il limite i tornelli di accesso potrebbero anche chiudere del tutto. Non è molto differente la situazione a Firenze, magica città del Centro Italia dove già l’anno scorso il comune aveva proposto una legge per salvaguardare il centro storico, regolamentando gli affitti brevi.

I borghi a pagamento

In Italia, sempre con lo scopo di tutelare patrimonio e territorio, ci sono anche alcuni incantevoli borghi a pagamento. Uno di questi è la bellissima, e ormai famosissima in tutto il mondo, Civita di Bagnoregio in provincia di Viterbo.

Da qualche anno, infatti, per visitare questo luogo conosciuto anche come “la città che muore” bisogna acquistare un ticket di ingresso per il costo di 5 euro.

Sulla stessa linea Corenno Plinio, una piccola località lacustre sita sulla sponda orientale del Lario in provincia di Lecco, dove dallo scorso anno è previsto un biglietto d’ ingresso di soli 3 euro.

Misure che, nonostante le polemiche a cui spesso danno vita, risultano necessarie per salvaguardare le meraviglie – naturali e non – del nostro Paese.

Corenno Plinio a pagamento

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Veduta di Corenno Plinio
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Il mistero dei volti apparsi in villaggio dell’Andalusia

C’è un piccolo borgo dell’Andalusia che attira molti curiosi e appassionati di fenomeni paranormali per un fatto straordinario accaduto negli Anni ’70. È il villaggio di Bélmez de la Moraleda, a un’ora di auto da Granada, nel Sud della Spagna.

L’apparizione dei Volti di Bélmez

Qui, una certa María Gómez Cámara, vide improvvisamente apparire sul pavimento di casa un volto. Nonostante cercasse di lavare via l’immagine, questa non si cancellava. Nonostante avesse provato a picconare il pavimento e a cementarlo di nuovo per rimuovere l’immagine questa tornava ancora.

Avvertite le autorità locali, si scoprì che sotto il pavimento, proprio nel punto in cui era apparso il volto, erano celate delle ossa umane. In effetti, dove sorgeva l’abitazione della famiglia Gómez Cámara un tempo si trovava un cimitero di epoca romana. Peccato che, secondo studi condotti in seguito, le ossa non fossero di epoca romana ma molto più recente, intorno al XIII secolo. Quando altri volti apparvero in alte stanze della casa, alcuni addirittura nella mansarda, quindi non a contatto con la terra, il caso fece il giro della Spagna, divenendo il più straordinario fenomeno paranormale di tutta la Spagna, ma anche d’Europa e poi del mondo.

Fu così che molti curiosi e soprattutto appassionati di turismo esoterico iniziarono a recarsi nel paesino andaluso apposta per vedere i visi apparsi sul pavimento e studiare il fenomeno di quelli che divennero famosi come i Volti di Bélmez. Nei fine settimana, folle di pellegrini si addensavano fuori dalla casa, arrivando a picchi di 20mila persone, un numero enorme per un paese di soli 2mila abitanti.

Il significato

Molti sono stati gli studiosi che hanno visitato e analizzato questi volti e che hanno dato diverse spiegazioni. Veri e propri “ghostbuster” in versione spagnola. Secondo alcuni si tratterebbe di una frode, ma sono in tanti a ritenere che si tratti di un fenomeno paranormale, visto che dopo decenni queste figure continuano ad apparire. Provarono addirittura a tenere chiusa una stanza per tre mesi e quando la riaprirono trovarono ben 17 nuovi volti.

Quando nel 2004 la signora maria morì, comparvero dei volti anche in un’altra casa, quella dove la donna nacque, benché continuassero a esserci anche in quella dove aveva vissuto. Questo fece sì che alcuni parapsicologi sostenessero che i volti venivano creati dal subconscio di Maria, un fenomeno chiamato “teleplastia” ovvero la capacità di materializzare involontariamente immagini. Questi volti, quindi, avevano e hanno un forte legame con la signora Maria Gómez Cámara che sarebbe stata, a sua insaputa, un medium capace di attivare il fenomeno dei volti nei luoghi dove ha vissuto.

Turismo del paranormale

Il mistero dei Volti di Bélmez che dapprima aveva creato grande scompiglio nel paese e tra le autorità locali e quelle religiose – oltre che nella vita di Maria Gómez e della sua famiglia – ha cambiato una volta per tutte anche le sorti del piccolo paese dell’Andalusia che da Bélmez de la Moraleda è diventato “il paese dei volti”, in spagnolo “Caras de Bélmez”.

Chi desidera avventurarsi nel paese dei volti trova facilmente le indicazioni per raggiungere la “Casa dei volti“, al numero 5 di calle Rodriguez Acosta, una classica casa spagnola intonacata di bianco e con gli infissi gialli, e la “Nuova casa dei volti”, al numero 2 della stessa via, visto che gli indirizzi sono due. Nella seconda casa è stato allestito un piccolo museo, il Centro de Interpretación de Las Caras de Bélmez che racconta la storia delle apparizioni.

 

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Nascono le Vie Storiche di Montagna, alla scoperta di panorami unici

Le Vie Storiche di Montagna rappresentano un patrimonio unico al mondo, dal valore inestimabile: sono antichi itinerari percorsi già centinaia di anni fa, e che oggi sono stati rimessi in sesto per regalare ai turisti un’emozione meravigliosa. Camminando tra terra cielo, lungo sentieri d’alta quota, potremo così ammirare panorami bellissimi e immergerci completamente nella natura. Dove si trovano questi splendidi percorsi? Andiamo alla loro scoperta.

Le Vie Storiche di Montagna, un progetto unico

La Regione Piemonte ha deciso di rivalorizzare i suoi incantevoli itinerari d’alta quota, con un vasto intervento di recupero che ha permesso di riportare in vita un’importante eredità storica e paesaggistica. “ È una scelta voluta per conservare un patrimonio unico nel suo genere, ma anche per far diventare le nostre antiche vie attrazioni turistiche che vadano incontro alla richiesta crescente degli escursionisti di vivere a contatto con la natura dietro scenari unici arrivati quasi intatti fino a noi” – ha affermato Vittoria Poggio, assessore piemontese alla Cultura, Turismo e Commercio.

È così che, nei mesi scorsi, sono tornate al loro splendore le 16 Vie Storiche di Montagna, antichi itinerari che seguono le orme di soldati, commercianti e popoli in migrazione del passato. A fare da sfondo a questi cammini, le imponenti cime delle Alpi: tra boschi rigogliosi e ampie vallate che si stendono a perdita d’occhio, il panorama è davvero affascinante. L’iniziativa piemontese, d’altra parte, ricalca altri interessanti progetti similari come il Cammino delle Dolomiti, che offre viste da cartolina, e la Via delle Malghe, nel cuore verde dell’Altopiano di Asiago.

I 16 itinerari d’alta quota, tutti da scoprire

Quali sono le Vie Storiche di Montagna? L’intervento ha permesso di recuperare ben 16 cammini, che hanno in comune un panorama mozzafiato: percorrendo sentieri d’alta quota, ci si tuffa nella natura rigogliosa e in un silenzio rotto solo dal fruscio del vento o dallo scorrere impetuoso di qualche torrente. Due cammini affascinanti sono quelli che attraversano il Distretto dei Laghi, incontrando lungo la via dei paesaggi fatati. La prima strada conduce infatti alla Cascata del Toce, una delle più suggestive d’Italia, mentre la seconda affronta in quattro tappe il Verbano-Cusio-Ossola, con uno sguardo d’eccezione sul lago Maggiore.

Altri due percorsi sono invece tra le province di Biella e Vercelli: il sentiero che porta sino al Colle della Gragliasca e la Via Regia, che segue l’antico percorso della Via d’Aosta, spingendosi presso Gressoney-Saint-Jean. In provincia di Torino, sono tornati alla luce altri 6 cammini favolosi: il sentiero che attraversa la Val di Susa sino al Colle delle Finestre, la strada militare dell’Assietta, la strada militare Fenil-Jafferau (che percorre anche la celebre Galleria dei Saraceni), il percorso che collega Bardonecchia alla Valle di Rochemolles, le strade dei Monti della Luna e il cammino della Val Argentera.

Infine, gli ultimi 6 itinerari si snodano in provincia di Cuneo, dove affrontano paesaggi bellissimi. Uno di essi percorre l’Altopiano della Gardetta, mentre gli altri ricalcano le antiche strade della Ciclovia del Duca, dell’Alta Via del Sale, del Cammino di Sant’Anna, del circuito ad anello Curnis Auta e della Strada dei Cannoni. Ciascuno di questi splendidi percorsi ha una storia alle spalle, ed è proprio come immergersi in un mondo completamente diverso. Per gli amanti del trekking e delle escursioni all’aria aperta, ora ci sono tante nuove possibilità da non lasciarsi proprio sfuggire.

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Come visitare l’ultimo paradiso selvaggio italiano

Meravigliosa è l’Italia, con la sua storia, l’arte e l’architettura, con il suo immenso patrimonio culturale e naturalistico che ogni giorno attira migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Le cose da fare e da vedere nel BelPaese sono tantissime e tutte sono destinate a sorprendere e a incantare.

Al di là dei sentieri più battuti dal turismo di massa, quelli che conducono gli avventurieri alla scoperta dei capolavori nostrani e dei monumenti più iconici che sono diventati simboli delle città e del Paese intero, esistono però dei luoghi straordinari ancora da scoprire o da riscoprire.

E questo è il caso dell’Isola di Montecristo, una delle terre più importanti e fragili del nostro Paese che ospita una biodiversità incredibile e che per questo merita di essere salvata e tutelata. Uno degli ultimi paradisi selvaggi italiani che può essere visitato solo su prenotazione. Scopriamo come.

Benvenuti sull’isola selvaggia italiana

Immersa nel Mar Tirreno, e appartenente amministrativamente al comune di Portoferraio, l’Isola di Montecristo fa parte dell’Arcipelago toscano e rientra tra le aree protette e gestite dalle autorità che si occupano della tutela della biodiversità e dei parchi.

Conosciuta con il nome di Oglasa in epoca classica, Montecristo è l’isola resa immortale dal celebre romanzo di Alexandre Dumas. Si estende per circa dieci chilometri quadrati e ospita una natura aspra e selvaggia all’interno della quale vivono e convivono esemplari autoctoni di flora e di fauna. Proprio qui, infatti, risiede in pianta stabile una popolazione di capre selvatiche, l’unica in Italia. A fargli compagnia, dal mare, ci sono anche i delfini che fanno capolino dalle acque incontaminate.

Montecristo è un vero e proprio santuario naturale, diventato habitat per numerose specie floristiche e faunistiche che oggi lo popolano. Proprio per questo, dal 1971, l’isola è stata riconosciuta prima come Riserva Naturale Statale e poi come Riserva Naturale Biogenetica. Per proteggere questo microsistema di immenso valore dal turismo di massa, l’accesso all’isola è contingentato e regolamentato dal Comando del Corpo Forestale dello Stato.

Questo rende Montecristo non solo un’isola protetta ed esclusiva, ma anche uno dei pochissimi lembi di terra di tutti il Mediterraneo a essere completamente disabitati. L’ultimo paradiso terrestre italiano, selvaggio e naturale, che merita di essere visitato almeno una volta nella vita.

Come visitare l’Isola di Montecristo

L’accesso all’Isola di Montecristo, dicevamo, è possibile solo su prenotazione da effettuare direttamente sul sito ufficiale del Parco Nazionale Arcipelago Toscano. Per questo 2023 sono state messe a disposizione solo 23 date per visitare l’isola-riserva, prenotabili dal 28 gennaio.

Le visite sono organizzate dall’Ente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano e gestite dalle autorità del Reparto Carabinieri Biodiversità di Follonica. Le partenze sono previste da Piombino Marittima con scalo all’Isola d’Elba.

I motivi per prenotare una di queste date, e visitare questo paradiso terrestre, sono tantissimi. L’isola di Montecristo è un luogo straordinario ricco di evocazioni e suggestioni. Non solo quelle legate al celebre romanzo di Dumas, Il Conte di Montecristo, ma anche quelle che parlano di una storia antichissima che sopravvive grazie alle tracce della presenza dell’uomo sul territorio sin dal neolitico, e quelle che raccontano le vicende della comunità di San Mamiliano che qui si ritirò nel V secolo.

Montecristo è l’Isola della letteratura, della storia e delle ispirazioni, ma anche l’isola della natura che cresce e prospera, e che ha creato un vero e proprio microcosmo delle meraviglie dove vivono e sopravvivono numerosi esemplari endemici di flora e di fauna.

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Fioriscono i prati sulla collina: si tinge di blu e si trasforma in mare

Organizzare un viaggio in primavera è sempre un’ottima idea. Lo è perché è questo il periodo in cui la natura lentamente si risveglia regalandoci quelle che sono le visioni più belle del mondo intero.

In questo periodo, il pianeta che abitiamo si trasforma nel palcoscenico degli spettacoli incredibili di Madre Natura: fioriscono i parchi, i giardini e le montagne, le colline e i viali alberati delle città di tutto il mondo. Sono diverse, infatti, le destinazioni da raggiungere in primavera, le stesse che esplodono in colori e profumi che inebriano e stordiscono i sensi e che tingono di meraviglia i paesaggi che conosciamo.

Ma se è uno spettacolo unico, emozionante e mozzafiato quello al quale volete assistere questa primavera, allora il consiglio è quello di raggiungere il Giappone proprio adesso. È qui che i prati stanno fiorendo, tingendo di blu questa collina che si è trasformata in mare.

Hitachi Seaside Park: la collina che diventa mare

Lo abbiamo già detto, organizzare un viaggio in primavera è sempre un’ottima idea perché ci permette di andare alla scoperta di tutti quei paesaggi incantati che portano la firma di Madre Natura. Ce ne sono tantissimi, in tutto il mondo, ma se è a uno show senza eguali che volete assistere, allora l’indirizzo da raggiungere è uno soltanto.

Ci troviamo a Hitachinaka City, nella prefettura di Ibaraki in Giappone. È qui, a pochi chilometri dalla spiaggia di Ajigaura, che esiste uno dei parchi più affascinanti e suggestivi del Paese e del mondo intero. L’Hitachi Seaside Park, che si si estende per 350 ettari, affaccia direttamente sull’Oceano Pacifico e, in ogni periodo dell’anno, offre spettacoli sempre diversi grazie alle sue magiche e straordinarie fioriture.

Questo è il periodo della nemophila blu, una pianta caratterizzata caratterizzata da fiorellini campanulati di colore blu che fiorisce proprio tra aprile e maggio. Questa specie floristica si estende su tutta la collina di Miharashi nell’Hitachi Seaside Park, al punto tale che durante la sua fioritura il paesaggio esplode in tripudio di colori trasformando l’intero parco in una distesa di mille sfumature di azzurro che ricordano le acque del mare. Lo scenario è idilliaco.

La fioritura più bella del mondo

Situato ad appena 100 chilometri da Tokyo, l’Hitachi Seaside Park è raggiungibile in autobus o in treno proprio dalla capitale giapponese. Prima di organizzare un viaggio qui il consiglio è quello di monitorare lo stato delle fioriture attraverso il sito web del parco.

Come abbiamo anticipato, all’interno del parco è possibile ammirare diverse fioriture durante l’anno grazie ai numerosi esemplari di specie floristiche che sono stati piantati qui. Il parco, infatti, ospita centinaia di cipressi delle paludi si che tingono di un rosso brillante nei mesi tra settembre e ottobre infiammando tutto il paesaggi. Ci sono poi altre fioriture, che si susseguono durante le stagioni, e che incantano e attirano migliaia di viaggiatori provenienti da ogni dove desiderosi di ammirare il paesaggio che muta e che si trasforma.

Eppure se è uno spettacolo etereo che volete ammirare, il consiglio è quello di raggiungere il parco durante la primavera. Tra marzo e aprile, infatti, migliaia di nemophila fioriscono improvvisamente tingendo di blu la collina e creando una distesa infinita di fiori blu che imita, per forme e colori, il mare e che sembra perdersi all’infinito e fondersi con il cielo.

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È l’anno della costa inglese: cosa vedere

La costa della Gran Bretagna è una delle più emozionanti e variegate al mondo e il 2023 è il suo anno: infatti, verrà completato l’England Coast Path, il nuovo sentiero nazionale che, con i suoi 4498 chilometri, sarà il più lungo percorso pedonale costiero continuo del mondo.

Per l’occasione, la National Coastal Tourism Academy ha designato il 2023 come Year of the Coast (l’anno della Costa) con un ricco calendario di eventi e iniziative per celebrare al meglio e a 360 gradi la diversità delle coste e delle comunità costiere dell’Inghilterra.

Year of the coast: le occasioni di visita lungo il variegato patrimonio inglese

L’inaugurazione dell’England Coast Path può essere il pretesto giusto per avventurarsi alla scoperta della costa ed esplorare le affascinanti regioni inglesi, anche le più lontane dalla capitale.

La regione della soleggiata costa orientale ha inizio nell’Essex e prosegue a nord fino al Lincolnshire: in questo tratto, il territorio è arricchito da imperdibili attrazioni come le località balneari di Skegness, perfetta per le famiglie, Great Yarmouth, con due moli storici, lungomare punteggiato da ristoranti e giochi, e spiagge sabbiose, Clacton-on-Sea, con spiaggia sabbiosa ombreggiata da palme, e Lowestoft, il punto più orientale del Paese, con boschi da un lato e ampie spiagge di sabbia fine dall’altro.

Un viaggio da queste parti significa anche poter visitare la Tenuta di Sandringham, il rifugio di campagna della famiglia reale, forse la dimora storica più famosa del Norfolk, situata nel “più bello dei giardini reali” e con un affascinante museo.
In un contesto paesaggistico e naturalistico d’eccellenza, il Norfolk custodisce anche Holkham Hall, suggestiva country house del XVIII secolo in stile palladiano.

Altra meta da non perdere è il sito archeologico di Sutton Hoo, maestoso sito di sepoltura reale anglosassone del VI e VII secolo, sulla sponda orientale del fiume Deben, la cui storia è narrata nel film Netflix del 2021 “La Nave Sepolta”.

Inghilterra coast-to-coast: da ovest a est (o viceversa)

Morcambe

Fonte: iStock

Costa di Morcambe

Il 2023 è l’anno della costa: cosa c’è di meglio che ammirare con i propri occhi le peculiarità dei due lati del Paese, partendo da nord-ovest e approdando a nord-est?

Punto di partenza a nord-ovest è Liverpool, città natale dei Beatles, dove il fiume Mersey incontra il Mare d’Irlanda: da qui, la costa è comodamente raggiungibile in treno.

La costa del Lancashire è punteggiata da incantevoli mete balneari vittoriane tra cui Cleveleys, Fleetwood e St Anne’s e la vivace Blackpool dove il divertimento è di casa tutto l’anno: qui troverete due grandi luna park sulla spiaggia nonché tradizionali pub inglesi.

Proseguendo, ecco Morcambe, a meno di un’ora da Manchester, splendida località balneare con vista incredibile sulla baia, il Midland Hotel in stile art déco, sculture e statue sul lungomare. A bordo del treno, si raggiunge Carlisle, la città da cui parte ufficialmente il Vallo di Adriano, imponente complesso di forti, strade e mura romane visitabile in circa 5 giorni di cammino oppure con l’autobus AD122.

Altrettanto scenografica è la costa del Northumberland, bagnata dal Mare del Nord, dove svetta il Castello di Bamburgh e la spiaggia dove approdarono i Vichinghi l’8 giugno 873.

Luogo perfetto per escursionisti e amanti delle camminate all’aria aperta, questa costa selvaggia e frastagliata ospita oltre 35.000 uccelli marini, comunità di pescatori raggruppate attorno a calette sabbiose e riserve quali Farne Islands, Coquet Island e Druridge Bay.

Da vedere il villaggio costiero di Craster per ammirare le rovine di Dunstanburgh Castle e provare i famosi crab sandwich, e Anlwick Castle, dimora dei Duchi di Northumblerland, utilizzato come cortile di Hogwarts nei film di Harry Potter.