Categorie
lago Lago Di Como luoghi misteriosi lusso Notizie Viaggi ville

La villa più bella del Lago di Como è pura magia

Il Lago di Como è puntellato di splendide ville lungo tutta la costa. Antiche dimore sorte nel corso dei secoli a testimonianza della ricchezza e dell’opulenza dei proprietari che le hanno volute.

Ma ce n’è una fra tutte che spicca per la sua magnificenza, per l’opulenza del suo parco e per la posizione unica a invidiabile che la rende la più bella villa del Lago di Como. Talmente unica da aver ispirato scrittori e registi che ne sono stati ispirati per creare capolavori.

Stiamo parlando della Villa del Balbianello, nel Comune di Lenno, sulla sponda occidentale del lago, dove inizia la zona costiera denominata Costa della Tremezzina. Con il suo splendido giardino e la vista mozzafiato che offre, Villa del Balbianello è una delle più spettacolari dimore del Lago di Como.

Come arrivare alla Villa del Balbianello a Lenno, sul Lago di Como

Fonte: 123rf

Villa del Balbianellovista dal Lago di Como

È una villa costruita sulla punta della penisola di Lavedo, e proprio per questo è visibile da ogni punto del Lago di Como. È una delle più scenografiche dimore d’epoca che disegnano il profilo del Lario. Donata al FAI da Guido Monzino, suo ultimo proprietario, nel 1988, Villa del Balbianello fu voluta dal Cardinal Angelo Maria Durini alla fine del Settecento e fu costruita sul luogo dove un tempo si trovava un monastero francescano.

Luogo di poeti, scrittori e registi

Quando la villa passò in eredità dal Cardinal Durini al nipote Luigi Porro Lambertenghi questo invitò nientemeno che lo scrittore Silvio Pellico, l’autore di “Le mie prigioni”, come precettore dei suoi figli. Pellico era solito gustare il proprio sigaro sulle rive del lago ed è qui che s’intrattenne con il patriota Piero Maroncelli per parlare dell’Italia e della rivoluzione. Secondo alcuni, fu proprio in questi anni che i loro discorsi vennero intercettati dalla ronda austriaca che perlustrava le coste.

Successivamente, la Villa del Balbianello fu acquistata da Giuseppe Arconati Visconti, che ospitò nel proprio salotto personaggi come Giovanni Berchet, Giuseppe Giusti e persino Alessandro Manzoni.

In seguito, la proprietà venne abbandonata in stato di degrado a causa del declino della casata, finché l’ufficiale statunitense Butler Ames se ne innamorò, decise di acquistarla nel 1919 e la restaurò. Monzino, collezionista d’arte e appassionato viaggiatore (fu il primo italiano ad arrivare in cima all’Everest), acquistò la villa nel 1974, per farne custode dei ricordi delle sue imprese. Ricordi che ancora oggi riempiono le stanze: le mappe, i libri, gli strumenti di viaggio, i cimeli delle sue note alpinistiche sono racchiusi nel Museo delle Spedizioni.

Il contesto in cui si trova la villa ha fatto innamorare oltre ai letterati anche artisti e registi: nel giardino e nelle sale sono state girate scene di molti film, da “La Certosa di Parma” nel 1947 a “Jackpot” nel ’92 con Adriano Celentano a saghe famosissime, come quella di Star Wars con “Episodio II – L’attacco dei cloni” di George Lucas nel 2002 e quella di 007 con il film “Casino Royale” nel 2006.

Il Bene FAI più visitato d’Italia

Dal 1988 si prende cura della villa e dello splendido parco il Fondo Ambiente Italiano e lo fa in modo eccellente evidentemente, visto che è da anni ormai il Bene FAI più visitato d’Italia con circa 150mila turisti l’anno). E non soltanto dagli italiani, ma anche da turisti stranieri provenienti da tutta Europa, Stati Uniti e persino dall’India. Viene spesso richiesta come location per matrimoni: solo nel 2022 ne sono stati celebrati ben 200.

Quest’anno la stagione di apertura della villa è stata estesa; quindi, i visitatori saranno ancora più numerosi. Non soltanto, quindi, da aprile a ottobre, ma sarà visitabile a partire dall’11 marzo e per buona parte dell’inverno, consentendo così di destagionalizzare il turismo lungo tutto il Lago di Como e di godere del fascino del lago in ogni stagione. L’autunno, per esempio, è la più affascinante per le immagini, i panorami e i colori del lago.

Cosa vedere a Villa del Balbianello

Decisamente il punto forte della villa è il suo enorme giardino. Le potature ardite, come quella a ombrello del grande leccio, sono un vero spettacolo. E poi la Loggia Durini, la monumentale struttura ad arco decorata da una rosa dei venti intarsiata e abbracciata da un Ficus Repens (dove è stata girata la celebre scena del bacio in Star Wars tra Anakin Skywalker e la bellissima Padme), e la Darsena, il porticciolo ricavato nelle rocce (chi ha la fortuna di giungere a Villa del Balbianello a bordo di un’imbarcazione potrà provare un’esperienza davvero esclusiva).

All’interno della villa, oltre al Museo delle Spedizioni, ci sono anche numerose collezioni: oggetti d’arte primitiva, carte geografiche, stampe ottocentesche con vedute del Lario, tappeti e rari dipinti su vetro del XVIII secolo.

Info utili

La Villa del Balbianello è aperta tutti i giorni tranne lunedì e mercoledì (non festivi), dalle 10 alle 18. Ultimo ingresso per visitare solo il parco alle 17 e ultima visita guidata agli interni della villa alle 16.30. A partire dal mese di novembre entrerà in vigore l’orario ridotto con apertura al pubblico dalle 10 alle 17. In questo periodo, l’ultimo ingresso al giardino sarà alle 16 mentre nella villa l’ultima visita guidata partirà alle 15.30.

A dicembre le aperture sono solo nei giorni 1, 2, 3, 5, 8, 9, 10, 12, 15,16,17, 19, 22, 23, 26, 29, 30, 31. A gennaio 2024 la villa sarà aperta solo i giorni 2, 5, 6 e 7. È sempre consigliata la prenotazione al massimo 24 ore prima. La visita del parco costa 12 euro (9 euro il biglietto ridotto), mentre con la visita guidata della villa che dura tre quarti d’ora costa 23 euro (15 euro il ridotto). Inoltre, il FAI organizza anche aperture speciali, come le Giornate di primavera, ed eventi durante tutto il corso dell’anno.

Villa del Balbianello

Fonte: Marianne Majerus Garden Images

Il parco della Villa del Balbianello
Categorie
Idee di Viaggio itinerari culturali metropoli Viaggi

Chaco Canyon, una delle prime metropoli della storia

Il mondo d’oggi è costellato di metropoli che sono una più intrigante dell’altra, ovvero quelle città che nell’accezione moderna hanno notevoli dimensioni, specie se caratterizzata da una dinamica vita sociale, economica, culturale. Ma quale è stata la prima in assoluto?

Le opinioni degli esperti su questo argomento sono un po’ dibattute. C’è chi ritiene che sia stata Roma antica che superò il milione di abitanti. Ci sono altrettanti studiosi che sostengono che la prima metropoli della storia fu Catalhoyuk, in Turchia, che risale a 9500 anni fa. Poi ci sono gli esperti che invece sono convinti che Alessandria d’Egitto fu la prima metropoli cosmopolita al mondo. E poi ancora dei conoscitori che dichiarano che ad esserlo sia stato Chaco Canyon, nel Nord America, ed è proprio di quest’ultimo che vi vogliamo parlare.

Un po’ di storia su Chaco Canyon

Chaco Canyon è forse il più importante mistero archeologico del Nord America ed ed è legato alla storia degli Anasazi, una civiltà nativa che ha lasciato moltissime tracce prima di scomparire completamente. Oggi è un prestigioso sito archeologico che si trova negli Stati Uniti, e precisamente a Four Corners County, l’unico punto dove si incontrano quattro Stati del Nord America: il New Mexico, l’Arizona, il Colorado e lo Utah.

Attualmente è una zona arida e abbandonata, ma fino circa 800 anni fa era fertile e abitata da questa popolazione che visse tra il VII secolo e la fine del XIII secolo. Anche se a dire la verità vi sono tracce dei loro antenati risalenti al 1500 a.C., ma questa vera e propria civiltà si sviluppò propriamente nel X secolo.

Un’area che, nel 1250, venne in gran parte abbandonata, anche se un recente studio ha stabilito che questa tribù nativa, come successe per i Maya, non sopravvisse alla siccità causata dal riscaldamento globale, finendo per estinguersi. Altrettanti studiosi sostengono che la violenza e la guerra hanno spinto questa popolazione al cannibalismo: sono stati ritrovati corpi smembrati. Insomma, quel che è certo è che l’origine e il declino di questa popolazione è ancora in discussione.

Il Chaco Canyon oggi

Il Chaco Canyon oggi è una raccolta di quasi 3.600 siti archeologici e anche un monumento nazionale americano divenuto poi National Historical Park. Classificato persino patrimonio mondiale dell’UNESCO, è il più importante sito archeologico precolombiano del Messico settentrionale .

Molte delle costruzioni presenti sono allineate secondo i cicli solare e lunare, il che indica un certo grado di avanzamento di questa civiltà per le osservazioni astronomiche e l’architettura. Sfortunatamente, però, i siti culturali sono fragili e il rischio di erosione causato dai turisti ha portato, per esempio, alla chiusura al pubblico di Fajada Butte, una collina che, nonostante non ci sia una fonte d’acqua, conserva rovine di piccole abitazioni rupestri.

I luoghi del Cacho Canyon sono considerati sacri da tempo immemore e si trovano tra il Canyon Centrale, che contiene i più grandi complessi di questo sito, e gli Esterni dove sorgono alcune delle più interessanti Grandi Case.

Le Grandi Case sono degli enormi complessi che rappresentavano il fulcro dello stile architetturale e religioso del popolo. Molti complessi del Chaco Canyon possiedono una media di 200 case ognuno, con punte di 700. Dimore ben progettate e che spesso raggiungevano i quattro o cinque livelli. C’erano poi le strutture religiose, note come kiva, che venivano costruite in proporzione al numero delle abitazioni di un pueblo (termine con cui i primi esploratori spagnoli identificavano lo stile di vita degli Anasazi).

Decisamente interessante è il complesso del Pueblo Bonito (“Bel Villaggio”) che copre quasi 8000 m², include 650 case ed è la più spaziosa delle Grandi Case.

In sostanza, il Chaco Canyon con i suoi enormi edifici e la sua dimensione metropolitana ha attirato per decenni le curiosità della comunità scientifica. Per questo in molti si chiedono come hanno fatto le popolazioni a superare i vari ostacoli naturali e a trasportare i materiali necessari alla costruzione della città. Stando alle recenti rivelazioni di alcuni esperti provenienti dalla Colorado University, avrebbero utilizzato delle ingegnose cinghie legate al cranio.

Categorie
Notizie Viaggi

Il Ragazzo di Campagna: puoi diventare il protagonista del film per un giorno

L’incremento delle ricerche di voli e di strutture ricettive in questo periodo ci conferma che la voglia di viaggiare è più alta che mai e i motivi sono facilmente intuibili. Il sole torna a essere protagonista delle nostre giornate, le temperature si alzano e il risveglio della natura sta tingendo di meraviglia il mondo che abitiamo.

E se la primavera ci invita a organizzare nuovi viaggi, in coppia o in famiglia, le vacanze pasquali diventano il momento perfetto per andare alla scoperta del globo o per riscoprire tutte le meraviglie del nostro Stivale.

Le cose da fare, a Pasqua e a Pasquetta, sono tantissime: picnic, passeggiate tra parchi e giardini o esplorazioni delle città d’arte. Ma se è una gita fuori porta davvero speciale che volete fare quest’anno, allora, la destinazione da raggiungere è Borgo Tre Case, l’immaginario paese che ha fatto da sfondo al celebre film “Il Ragazzo di Campagna” e che proprio ad aprile diventerà il punto di riferimento di un raduno nazionale dei fan. Pronti a diventare i protagonisti di una pellicola iconica?

Indossare i panni de “Il ragazzo di campagna” a Pasquetta

Le cose da fare durante le vacanze pasquali, dicevamo, sono tantissime. Ma se è un’esperienza cinematografica, unica e iconica, che volete vivere questo aprile, allora, non vi resta che preparare le valigie e mettervi in viaggio verso Borgo Tre Case.

Ci troviamo in provincia di Pavia, nei pressi di Carbonara al Tincio, un luogo immerso nel verde e circondato da boschi e campagne che ha ispirato Castellano e Pipolo per la realizzazione del film cult “Il Ragazzo di Campagna”. Proprio qui, infatti, la coppia di registi reso reale Borgo Tre Case, un piccolissimo nucleo urbano che ha fatto da sfondo alle avventure di Artemio, protagonista della pellicola.

Ed è proprio qui che, in occasione di Pasquetta, decine di fan si raduneranno per vivere un’esperienza contadina ispirata a “Il Ragazzo di Campagna”. Non sappiamo se, per l’occasione, il grande Renato Pozzetto si unirà a loro, quello che sappiamo, però, è che potete farlo voi. E vi spieghiamo come.

Come partecipare all’esperienza cinematografica

A distanza di quasi 40 anni dalle riprese del film di Castellano e Pipolo, “Il Ragazzo di Campagna” resta ancora uno dei film più amati d’Italia, un vero e proprio cult che vive e sopravvive nella memoria di migliaia di fan di tutto il Paese. Sono proprio loro a riunirsi ogni giorno virtualmente sulla pagina Facebook “Artemio”, dedicata al protagonista della pellicola, e sono sempre loro che lo faranno il 10 aprile dal vivo con una gita fuori porta di Pasquetta davvero unica.

Molto più di un raduno, l’evento organizzato nei pressi della Cascina del Bosco Grande alle porte di Pavia, ha come obiettivo quello di rivivere le scene più iconiche del film. Ci saranno, infatti, piatti e prelibatezze ispirati ai protagonisti, la musica dal vivo che evocherà la colonna sonora del film e le ambientazioni che hanno fatto da sfondo ai momenti più cult.

L’evento è a numero chiuso, ma è possibile partecipare prenotando un posto sul sito ufficiale di Borgo Tre Case. Pronti a vivere una Pasquetta da “ragazzi di campagna”?.

Categorie
castelli Idee di Viaggio luoghi misteriosi Viaggi

Kronborg, il castello che stregato Shakespeare

Di principi, regnanti e cavalieri parlano i castelli e le fortezze, custodi di storie, leggende e segreti che affascinano e suggestionano da sempre. Ce ne sono tantissimi, da visitare e da scoprire nel mondo, e alcuni sono così celebri da essersi trasformati in vere e proprie attrazioni turistiche. Edifici imponenti e maestosi che con le loro torri merlettate, i ponti di attraversamento, gli arredamenti opulenti e le stanze segrete evocano un passato che non si può dimenticare.

E oggi è proprio di un castello che vogliamo parlarvi, di una delle più emblematiche fortezze rinascimentali europee, situata in Danimarca e iscritta nel registro del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco dal 2000.

Il nome Kronborg Slot, forse, non vi dirà molto, ma la fama di quello che è successo all’interno del maestoso edificio secoli fa ha raggiunto il mondo intero. Perché questo castello non solo ha stregato William Shakespeare, ma è stato trasformato dal grande scrittore nella dimora di Amleto.

Viaggio in Danimarca sulle orme di Shakespeare

Il nostro viaggio di oggi ci porta in Danimarca, nel Paese scandinavo che da sempre popola le travel wish list dei viaggiatori di tutto il mondo. Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, come perdersi e immergersi nella bellezza della capitale o lasciarsi suggestionare da Odense, la città natale dello scrittore Hans Christian Andersen.

Non ci sono solo le celebri città da visitare però, ma anche i suoi dintorni. Partendo da Copenhagen, e a soli circa 40 chilometri dalla capitale danese, è infatti possibile raggiungere uno dei luoghi più affascinanti dell’intero Paese: il castello di Kronborg.

Situato a Helsingør, l’edificio fu costruito nel 1420 da Eric di Pomerania, ma il suo aspetto attuale risale alla grande ristrutturazione effettuata dall’architetto Anthonis van Obbergen il secolo successivo, su commissione di Federico II di Danimarca, che lo ha trasformato nello splendido castello rinascimentale che oggi possiamo ammirare.

Lo stesso castello, che è diventato una meta imprescindibile per tutte le persone che giungono nel Paese, stregò letteralmente William Shakespeare. Fu proprio in questo che il drammaturgo e poeta inglese scelse di ambientare il suo più celebre dramma, quello dell’Amleto.

La residenza di Amleto

Che siate affascinati dalle opere di William Shakespeare o siete in cerca di esperienze uniche e iconiche in Danimarca, non potete rinunciare a una visita al castello di Kronborg per rivivere le suggestioni del dramma shakespeariano in quella che è conosciuta nel mondo come la residenza di Amleto.

L’edificio è un vero e proprio gioiello rinascimentale tutto da scoprire, nei suoi esterni così come nei suoi interni. Grazie alle visite guidate, infatti, è possibile esplorare le stanze, le cripte e le catacombe. Proprio qui, nelle viscere del castello, potrete scoprire la grande statua in pietra di Ogier, il protettore della Danimarca, alla quale è legata una suggestiva leggenda. Secondo la tradizione il guerriero si risveglierà per proteggere il Paese in caso di pericoli.

Non è tutto, però, perché all’interno del castello ogni estate vengono portate in scena, da attori e compagnie teatrali, le opere più famose del poeta e drammaturgo inglese. Ed è allora che è possibile immergersi totalmente nel fascino della letteratura shakespeariana.

Categorie
Destinazioni Europa itinerari Svizzera Viaggi

I luoghi da non perdere in un tour della Svizzera

Il Paese del cioccolato per antonomasia, delle cime innevate, dei graziosi paesini usciti da una cartolina, delle distese verdi e dei laghi trasparenti come ghiaccio: questa, e non solo, è la Svizzera!

La Confederazione Elvetica, questo piccolo Stato Federale composta da 26 cantoni, dalla ricca varietà linguistica – tedesco, francese e italiano sono le sue lingue ufficiali – e culturale è un luogo che si presta ad essere visitato tanto in estete quanto in inverno per via della sua poliedricità. Allora via: pronti a scoprire cosa vedere in Svizzera.

I posti da visitare in Svizzera: Berna

In cima alla lista di cose da fare in Svizzera, c’è, senza ombra di dubbio, conoscere Berna. Questa fiabesca capitale si fregia di un centro storico dichiarato patrimonio mondiale dell’Unesco ed è facile capirne il motivo: l’architettura medievale, ancora perfettamente conservata, vede l’alternarsi di portici, torri, fontane e casette in mattoni dai tetti appuntiti.

Berna si sviluppa lungo le anse del fiume Aar dove, in tempi remoti, venivano allevati gli orsi: il nome della città deriva proprio dalla parola Barn che significava, per l’appunto, orso. Il modo più romantico per familiarizzare con la cittadina è una passeggiata nella città vecchia, magari al tramonto mano nella mano con la vostra persona del cuore.

Per gli amanti dell’arte, poi, imprescindibile una visita al Zentrum Paul Klee – che ospita la più vasta collezione al mondo delle opere del celebre pittore – e all’imponente cattedrale tardo gotica: immaginate che ci vollero più di 450 anni prima che fosse terminata del 1893.

Lugano e il Canton Ticino

Situato nella parte più meridionale del Paese, il Canton Ticino, viene spesso soprannominato la Svizzera italiana per via della sua prossimità con il nostro Paese: si tratta, infatti, dell’unico Cantone in cui la lingua ufficiale è la sola lingua italiana.

Questa zona dal variegato paesaggio ospita città come Lugano e il lago su cui si riflette, il lago di Ceresio. Pur essendo una città Svizzera, Lugano, presenta la tipica architettura lombarda e gli antichi palazzi e portici di cui è popolata raccontano vecchie storie di commercio di pesce di lago e artigianato locale: una città tranquilla, ordinata ed accogliente.

Spostandosi, invece, nella zona dell’Alto Ticino, tra i luoghi da visitare in Svizzera, non si può dimenticare Bellinzona e i suoi romantici castelli medievali, patrimoni UNESCO. La città capitale del Canton Ticino ospita, infatti, ben tre fortezze medievali: Castel Grande, Castello di Montebello e Castello di Sasso Corbaro. Dei tre, tutti splendidamente conservati come esempi magistrali dell’architettura militare del medioevo, forse il più suggestivo è quello di Montebello.

Immaginatelo al crepuscolo, con le mura candide accese da una calda luce artificiale che lo rende oro, stagliarsi sulle cime innevate dei monti che lo circondano mentre il cielo si tinge di mille sfumature di rosa: uno spettacolo impossibile da dimenticare.

Per gli amanti delle avventure outdoor, infine, degno di nota sarà il ponte tibetano Carasc che con i suoi 270 metri di lunghezza, vi terrà sospesi a 130 metri dalla valle: pronti ad una scarica di adrenalina?

Zurigo: tra i posti più belli in Svizzera

Proseguendo alla scoperta di cosa fare in Svizzera, è imprescindibile citare Zurigo. Questa è la città più popolata e grande della Svizzera, oltre che la sua capitale economica, e per molti versi viene spesso avvicinata alla tedesca Berlino: entrambe, per esempio, presentano una vena spiccatamente postindustriale.

Zurigo si sviluppa lungo il fiume Limmat e il cuore della città vecchia, accessibile attraverso il monumentale ponte Munster, si caratterizza, invece, dai severi toni gotici: basti pensare alle due torri della Cattedrale, che permettono di identificarla persino da molto lontano. Grossmünster è il nome di questa simbolica chiesa voluta da Carlo Magno in persona intorno al IX secolo, che originariamente presentava un aspetto piuttosto diverso da quello attuale. Nella seconda metà del 1700, infatti, un incendio la distrusse parzialmente costringendo alla ricostruzione delle guglie e delle torri.

Proprio a Zurigo, poi, sorge la storica fabbrica di cioccolato Lindt & Sprüngli: i più golosi vorranno assolutamente visitarla!

E a proposito di attrazioni non convenzionali, non dimenticate i vari poli museali: il Centre Le Corbusie, Museo delle Belle Arti – dove albergano capolavori di Van Gogh, Monet, Rodin – e la casa del movimento dadaista, il Cabaret Voltaire.

Le città sul lago Lemano: Ginevra e Losanna

Un tour della Svizzera che si rispetti non può, di certo, dimenticare i suoi laghi. Il lago di Lemano – anche noto come lago di Ginevra – è il più esteso del paese e le sue acque cristalline hanno origini glaciali. È attraversato dal fiume Rodano e sono ben tre i Cantoni che si riflettono in questo azzurro specchio lacustre: il Canton Vallese, il Cantone di Ginevra e il Vaud.

La sua peculiare forma a mezzaluna, incorniciata tra vigneti e le Alpi, lo rendono il luogo perfetto per una romantica esplorazione in barca.

Ginevra

Conosciuta come la città della pace, Ginevra ospita i quartier generali di Nazioni Unite, Croce Rossa e Unicef: la metropoli più piccola del mondo è, infatti, tra i centri più importanti nell’ambito della cooperazione internazionale anche grazie al rispetto di principi quali la neutralità e l’accoglienza.

Tra le cose da fare in Svizzera ricordatevi di avvicinarvi alla secolare tradizione dell’arte orologiaia: proprio a Ginevra per commemorarla e celebrarla esiste l’Horloge Fleuri – l’orologio fiorito!

Negli ultimi anni, poi, abbiamo sentito sempre più spesso parlare del CERN: è il Centro Europeo per la Ricerca Nucleare. Sapevate che al suo interno si possono vistare gratuitamente due esposizioni permanenti?

Infine, il Balcone di Ginevra: dalla cima posta a 110 metri del Monte Salève godrete di un panorama indimenticabile sul lago e il paesaggio limitrofo.

Scopri tutte le esperienze che potete fare a Ginevra.

Losanna

Sulla sponda nord del Lago di Lemano, sorge Losanna. Considerata una delle città più verdi d’Europa, si distingue per le sue numerose gallerie d’arte, musei da visitare e teatri. A tale proposito, merita una vista la fondazione de l’Hermitage: nella cornice di una meravigliosa residenza del XIX secolo si snoda un percorso composto da più di 600 opere di artisti impressionisti e post impressionisti del calibro di Degas.

St Moritz e il ghiacciaio Zermatt

Altra attrazione lacustre, tra i luoghi della Svizzera da visitare, è l’elegante cittadina di Saint Moritz.

Affacciata sulle sponde dell’omonimo lago, è tra le città più soleggiate all’anno (quota 322 giorni su 365!) ed affascina grandi e piccini per i suoi colori accesi: il bianco delle nevi come sciarpe di lana ricopre le vette delle montagne circostanti e si contrappone all’azzurro terso del cielo.

Saint Moritz è conosciuta per lo più grazie al fatto di essere una delle principali destinazioni alpine al mondo: sport, natura e relax – ma anche shopping- sono i suoi punti forti.

Se in inverno va per la maggiore lo scii, in estate si presta all’escursionismo e alle attività outdoor come: windsurf, canottaggio e vela.

Sapevate, infine, che anche a Saint Moritz esiste una torre pendente? Trentatré metri di altezza per cinque gradi di pendenza, è ciò che resta dell’antica chiesa di San Maurizio, demolita nel corso del Novecento.

Lucerna e il Lago dei Quattro Cantoni

Sul quarto lago per dimensioni della Svizzera si affaccia la cittadina di Lucerna, preziosa città medievale caratterizzata dalle tipiche case dai graziosi tetti a timpano e dai ponti coperti.

Il ponte della Cappella è il più antico ponte coperto in legno d’Europa e con i suoi 205 metri collega la città vecchia a quella nuova. Fu costruito nel 1333, ma nell’ultima decade del Novecento venne distrutto da un incendio scatenato da un mozzicone di sigaretta. Costò ben oltre due milioni di dollari restaurarlo, ma vale davvero la pena percorrerlo per ammirare la fedele, quanto costosa, ricostruzione se pensate che al suo interno ci sono 146 dipinti che rappresentano i momenti più salienti della storia di Lucerna.

Finisce qui il nostro tour virtuale dei luoghi più belli da visitare in Svizzera. Ce n’è davvero per ogni gusto: amanti dello sport, dei paesaggi innevati, delle acque fredde e cristalline dei laghi di origine glaciale e delle pittoresche cittadine uscite da una favola dei fratelli Grimm.

Ora non resta altro che scegliere dove e quando andare: la valigia è pronta?

Categorie
Genova itinerari Liguria Notizie Viaggi

Genova, Capitale Italiana del Libro 2023: gli itinerari letterari

Ogni anno, una splendida città italiana viene eletta Capitale del Libro: è l’occasione giusta per promuovere eventi culturali su tutto il territorio, dedicando appuntamenti imperdibili alla lettura e ai più celebri scrittori. Nelle scorse ore, con una cerimonia che si è tenuta presso la sala Spadolini del Ministero della Cultura, è avvenuta l’attesa proclamazione. Per il 2023, il titolo sarà detenuto dalla città di Genova, che nei prossimi mesi metterà in campo numerosi progetti per stimolare la curiosità di cittadini e turisti e invogliarli sempre più alla lettura.

Genova, la Capitale Italiana del Libro 2023

“Sono commosso, contento e soprattutto orgoglioso” – ha affermato il sindaco Marco Bucci, dopo aver scoperto che la sua città è stata eletta come Capitale Italiana del Libro per il 2023 – “Nonostante quello che è successo negli anni scorsi, siamo riusciti a creare una rete di cultura assolutamente unica di cui siamo orgogliosi”. Partecipando all’iniziativa promossa annualmente dal Ministero della Cultura, la città della Lanterna ha presentato un progetto molto interessante intitolato “Genova a parole spiegate”, che è stato premiato per la sua originalità.

Ma quali sono le prime novità che il capoluogo ligure introdurrà per i prossimi mesi, come spunto ai cittadini e ai turisti che desiderano avvicinarsi ancor di più al mondo della lettura? “Investiremo molto nelle biblioteche” – ha dichiarato il sindaco di Genova – “La nostra volontà è quella di aprirle in orari diversi da quelli attuali, come il dopo cena o durante la notte, oltre a portare in città personaggi importanti che possano leggere e raccontare i libri in pubblico o nei teatri”. Tutte iniziative davvero interessanti, che sicuramente vedranno la luce molto presto. Ma ora scopriamo un lato inedito di Genova, seguendo i suoi più suggestivi itinerari letterari.

Gli itinerari letterari di Genova

Non c’è modo migliore per visitare Genova, se non seguendo le orme dei grandi scrittori e poeti che di qui passarono, rimanendo incantati da un fascino unico al mondo. Come Eugenio Montale, che nacque proprio nella città della Lanterna: i suoi primi passi li mosse presso corso Dogali, a non molta distanza dal porto e dai suoi panorami meravigliosi. Nel cuore del suggestivo quartiere del Castelletto, c’è ancora una targa a ricordare la casa che lo vide venire al mondo. E in pochi minuti si arriva alla stazione di Piazza Principe, che il poeta frequentò a lungo per raggiungere Monterosso e le Cinque Terre, luoghi che lo ispirarono nelle sue composizioni.

Assieme a Montale, gli altri poeti della Riviera Ligure ci hanno regalato splendidi scorci di una città magica. Autori come Giorgio Caproni e Dino Campana ci portano tra gli stretti caruggi del centro storico, alla scoperta di palazzi nobiliari e deliziose chiesette, per poi giungere verso il porto e ammirare l’infinita distesa azzurra del mare. Persino scrittori internazionali come Herman Melville, che visitò Genova solamente per pochi giorni, non poterono fare a meno di rimanerne incantati. L’autore di Moby Dick descrisse con parole magnifiche la sua passeggiata lungomare, l’arrampicata tra le colline che cingono la città e la splendida Lanterna che lo seguiva in lontananza.

Da ultimo, non ci resta che scoprire i luoghi più amati da un altro grande personaggio genovese: stiamo parlando di Fabrizio De André, uno dei più celebri cantautori italiani che hanno reso grande questa città. Uno dei posti più iconici e strettamente legati all’artista è Villa Saluzzo Bombrini, chiamata anche Villa del Paradiso: vi si trasferì in giovane età assieme alla famiglia, e qui diede il via alla sua carriera musicale.

Categorie
Idee di Viaggio isole Viaggi viaggiare

Alderney, una perla tra le isole del Canale della Manica

Perla tra le Isole del Canale (Channel Islands), situata a nord dell’arcipelago, Alderney è uno di quei paradisi ancora non intaccato dal turismo di massa. Una meta per vacanze all’insegna del vero relax. La si raggiunge con un volo di 15 minuti da Guernsey, oppure via mare con il traghetto, che si può prendere anche da Port Diélette, in Francia. Che vogliate passeggiare per le strade acciottolate della città di St Anne, noleggiare una bicicletta o esplorare l’isola in barca, c’è molto da scoprire, tra numerosi siti storici, la ricca fauna selvatica, piccoli villaggi e, naturalmente, incantevoli spiagge lambite da acqua cristallina.

Alderney, tra storia e natura incontaminata

Le Isole del Canale, note anche come Isole Normanne, sono politicamente divise tra i baliati di Guernsey e di Jersey, entrambe dipendenze della Corona britannica, pur non essendo parte del Regno Unito. Quelle abitate sono Jersey, tra le più belle d’Europa, Guernsey, Alderney, Sark, Herm, Jethou, Brecqhou e Lihou. Esiste, inoltre, la piccola isola abitata di Chausey, a sud di Jersey, che appartiene alla Francia ed è ancora meno conosciuta.

Si può ripercorrere la storia dell’isola di Alderney, terza per dimensioni tra le Isole del Canale, presso l’interessante Alderney Museum. Costruito nel 1790, questo bellissimo edificio antico, un tempo scuola dell’isola, è ricco di storia e fascino locale. Il museo, vincitore di numerosi premi, illustra la storia dell’isola, dall’età del ferro ai giorni nostri, e ospita conferenze e mostre affascinanti, tra cui un’ampia esposizione del relitto elisabettiano di Alderney e la recente scoperta di resti Romani.

Alderney è anche uno dei luoghi ideali delle Channel Islands per gli amanti della fauna selvatica. I suoi diversi habitat spaziano dalle praterie costiere alle foreste di alghe kelp subtidali, attirando uccelli marini, delfini, pipistrelli e il raro esemplare di riccio ‘biondo’. Visitatela in primavera e in estate per vedere le colonie di pulcinella di mare e di sule che prosperano in queste stagioni.

Le incantevoli spiagge di Alderney

Le spiagge dorate di Alderney sono l’ideale per una giornata di relax, bagni in mare o sport acquatici. La più popolare dell’isola è Braye Beach, a pochi minuti dalla città di St Anne e dal porto. Le acque limpide e calme, riparate dal frangiflutti, sono sicure per remare o nuotare. I numerosi servizi disponibili a pochi passi la rendono un’ottima scelta anche per le famiglie. Ci sono, poi, i ristoranti su Braye Road, accessibili dal lato della spiaggia appena oltre le dune di sabbia, per godersi un lungo pranzo con una vista mozzafiato. Questa spiaggia è, inoltre, sede di molti eventi durante l’estate, tra cui la popolare e molto competitiva gara di castelli di sabbia e la gara di zattere che si tiene ogni agosto.

Arch è, invece, la spiaggia più piccola, riparata, appartata e tranquilla dell’isola. Da qui si può godere di una vista spettacolare su due fortezze vittoriane, Château â L’Etoc a sinistra e Fort Corblets a destra, e sul fantastico faro. Con la bassa marea, si può raggiungere la baia di Corblets, camminando attraverso le rocce fino al litorale adiacente.

La spiaggia di Saye, accanto al campeggio sulla costa nord-orientale di Alderney, attrae persone di tutte le età con le sue splendide dune di sabbia bianca, riparate da promontori rocciosi ai lati, che scendono dolcemente nelle acque azzurre e cristalline, perfette per nuotare. Anche in piena estate è spesso possibile godere di un’intera spiaggia tutta per sé, o al massimo condividerla con i cacciatori di ostriche o con la foca grigia.

Sulla costa sud-orientale dell’isola, la spiaggia di Longis è la più accessibile di tutte, e vanta la più lunga striscia di sabbia di Alderney. La baia ha una pendenza dolce, che la rende ideale per godersi un bagno in acque limpidissime, o fare kayak. Con la bassa marea è davvero impressionante, perché si può camminare per chilometri ed esplorare le piscine rocciose.

Vi conquisterà, infine, la baia di Clonque, che si affaccia a ovest verso l’area designata sito Ramsar, poiché comprende una serie di ecosistemi marini diversi, e verso l’isola di Burhou. Costituita da un’ampia zona rocciosa che si estende verso il mare e alcune aree sabbiose durante la bassa marea, è uno dei luoghi preferiti dagli isolani per godersi il tramonto. È dominata dall’imponente Fort Clonque, dove oggi si può vivere l’esperienza di soggiornare in un’antica fortezza.

Categorie
fiori lago Lago Maggiore Notizie Viaggi

Il Lago Maggiore fiorisce di splendide camelie

Non è un fiore italiano. Fu importato dal lontano Giappone nel XVII secolo. Da allora, la camelia fiorisce a primavera anche in alcune zone del nostro Paese, colorando tutto di bianco, rosa o rosso e profumando l’aria.

La fioritura della camelia nelle ville e nei giardini è uno spettacolo che merita di essere ammirato in tutta la sua bellezza. E c’è un posto in Italia dove le camelie sono particolarmente concentrate che è già meraviglioso di per sé, ma che con l’arrivo della bella stagione si trasforma in pura poesia.

Si tratta del Lago Maggiore, lungo le sponde del quale le camelie hanno trovato il loro habitat naturale. Qui, i floricoltori locali portano avanti una tradizione di 150 anni, riconosciuta a livello internazionale.

Lungo tutta la litoranea che porta fino alla Svizzera, s’incontrano diverse località turistiche impreziosite da storiche ville e da giardini affascinanti. Queste dimore, prevalentemente costruite tra la seconda metà del XIX secolo e gli inizi del XX secolo, ben si armonizzano con questo meraviglioso paesaggio naturale.

Ed è proprio qui, in questi luoghi ricchi di fascino, che è possibile ammirare la fioritura delle camelie. Da Villa Taranto, a Verbania, all’Isola Madre, la più grande delle Borromee, da Villa Maioni, una splendida dimora neo-barocca che oggi ospita la biblioteca, a Villa Giuseppina e Villa Anelli a Oggebbio, ma anche in alcuni vivai, come La Roncola di Vignone e Compagnia del Lago Maggiore di Premosello Chiovenda, che ospita la pregiata Camellia sinesis, dalle cui foglie si ottiene un aromatico tè.

E con la fioritura delle camelie prende il via anche la stagione delle visite alla splendida Villa Taranto, che ospita uno dei giardini più belli d’Italia, e all’Isola Madre, la più grande delle Isole Borromee, famosa per i suoi rigogliosi giardini e per il maestoso palazzo Borromeo.

Il giardino di Villa Taranto

Secondo i critici internazionali, il giardino di Villa Taranto sarebbe più bello persino dei giardini di Versailles. Fu uno scozzese, il Capitano Neil Mc Eacharn, che nel 1931 decise di acquistare la proprietà dalla Marchesa di Sant’Elia per trasformarla in un esemplare giardino all’inglese, ubicato in un lembo d‘Italia che, pur con maggior morbidezza e ricchezza di toni, poteva ricordargli la nativa Scozia. Quest’opera doveva conciliare due esigenze fondamentali: estetiche e botaniche. Esigenze botaniche, in quanto le varie vegetazioni dovevano trovare condizioni di terreno e di clima il più possibile ideali. Le tappe della creazione dei nuovi giardini videro diverse fasi lavorative, fino alla loro ultimazione nel 1940.

Oggi si possono ammirare piante autoctone, ma anche specie esotiche, tropicali e provenienti dalla foresta amazzonica. Sono presenti oltre 20.000 varietà di fiori, alberi, arbusti e piante acquatiche.

I giardini dell’Isola Madre

L’Isola Madre sul Lago Maggiore custodisce uno dei giardini più apprezzati al mondo, abbellito da glicini, magnolie, alberi di limoni e cedri, ma anche da fiori esotici e di altre provenienze, che circondano il sontuoso palazzo del Cinquecento, Palazzo Borromeo.

Voluto come residenza privata dalla famiglia Borromeo (a cui appartiene ancora), oggi è aperta al pubblico per mostrarsi in tutta la sua bellezza. Tra sfarzi, antichi arazzi, preziosi arredi, dipinti, chi visita questa antica dimora riesce a immergersi subito in un’epoca passata.

E il parco che la circonda è a dir poco favoloso. Otto ettari di piante e fiori, curati nei minimi dettagli, in cui ci si può perdere tra specie botaniche rare, provenienti da ogni parte del mondo e dalla forte impronta esotica.

Realizzata a inizio Ottocento, quest’area verde vanta anche presenze importanti e di tutto rispetto, come una palma Jubaeae Spectabilis, che ha quasi 130 anni, e il bicentenario cipresso del Kashmir, arrivato qui dall’Himalaya nel 1862. Si tratta del più grande e il più vecchio esemplare in Europa, ormai in via d’estinzione persino nel suo Paese d’origine. E, mentre si è rapiti dalla bellezza di alberi e fiori, ammirando il panorama dai cannocchiali che si trovano passeggiando lungo i viali ombreggiati, non di rado passano indisturbati uccelli variopinti, che vivono in libertà nel parco. A loro si aggiungono fagiani e regali pavoni bianchi che rendono così magica la permanenza su questa fantastica isola immersa nel Lago Maggiore.

I giardini di Villa Maioni

Villa Maioni è una splendida dimora neobarocca immersa in 30mila metri quadri di parco attraversato da tanti viali dove si passeggia volentieri. Sono le camelie le protagoniste di questo splendido giardino un po’ meno conosciuto rispetto a quelli di Villa Taranto e dell’Isola Madre, ma assolutamente unico. Tanto che proprio quest’anno viene inaugurata la “Biblioteca della Camelia Piero Hillebrand”, un campo – catalogo realizzato dalla Società Italiana della Camelia e dal Comune di Verbania con ben 300 varietà diverse di camelia, con la possibilità di ammirare le fioriture in tutti i mesi dell’anno e non soltanto a primavera. Il parco-museo porta il nome del verbanese Piero Hillebrand, florovivaista e botanico che dedicò la vita alla ricerca e alla catalogazione delle antiche varietà di camelia.

Le altre ville e i giardini del Lago Maggiore

Villa Giulia a Verbania Pallanza, sulle sponde del Lago Maggiore, ospita la Mostra della Camelia che quest’anno festeggia 55 anni. Oltre 200 varietà di camelie, tra cui alcuni splendidi esemplari custoditi nei parchi, nei giardini storici privati e nei vivai del territorio del Lago Maggiore, saranno esposte i giorni 25 e 26 marzo 2023.

Il giardino di Villa Anelli è nato prima della casa stessa. Sfruttando le naturali pendenze, si sviluppa su diversi piani attraversati da vialetti che nascondono alcune sorprese e scorci panoramici meravigliosi. Le camelie qui sono state piantate fin dall’Ottocento, importate non soltanto dal Giappone ma anche dalla Nuova Zelanda, dall’Inghilterra, Australia, Stati Uniti e Cina e ora sono enormi, tantissime (almeno 500 piante) e bellissime.

Categorie
itinerari culturali panorami Posti incredibili Viaggi

Sembra un quadro, ma il paesaggio è stato dipinto da Madre Natura

Esistono dei luoghi che sono così belli da non sembrare reali. Posti che si aprono davanti allo sguardo incredulo degli avventurieri che osano spingersi fino ai confini del mondo e che incantano per la loro immensa bellezza, che non si possono descrivere, ma solo vivere.

E oggi è proprio di un posto così che vogliamo parlarvi, di un capolavoro naturalistico che non conosce uguali. Di un paesaggio che sembra un quadro, ma che in realtà è stato dipinto da Madre Natura. Benvenuti a Landmannalaugar.

Landmannalaugar, il paradiso naturale dei colori

Il nostro viaggio di oggi ci conduce al cospetto di un territorio incontaminato e sconfinato che da sempre popola le travel wish list di tutti gli avventurieri del mondo. Stiamo parlando dell’Islanda, quell’isola caratterizzata da paesaggi che lasciano senza fiato, che inebriano la vista e stordiscono i sensi. Vulcani, geyser, terme e campi di lava si alternano a parchi nazionali e imponenti ghiacciai creando visioni di immensa bellezza.

Ed è proprio dentro una visione, surreale e mozzafiato, che oggi vogliamo portarvi. Un territorio montuoso situato nel sud dell’isola, e nei pressi del vulcano Hekla, caratterizzato da formazioni geologiche uniche che per forme, lineamenti e colori restituiscono la sensazione di trovarti davanti a un capolavoro d’arte.

Ci troviamo a Landmannalaugar, all’interno della Fjallabak Nature Reserve, la riserva dei meravigliosi altopiani islandesi che è diventata meta imprescindibile di tutti i viaggiatori che arrivano nel Paese, e il motivo è facilmente intuibile. Qui, infatti, su ampie distese di lava che si alternano a sorgenti di acqua calda, si snodano tutta una serie di montagne di riolite multicolor che creano uno scenario davvero unico al mondo. Sembra di trovarsi davanti a un quadro, ma in realtà questo paesaggio è stato dipinto da Madre Natura, ed è bellissimo.

Landmannalaugar, paradiso terrestre e colorato in Islanda

Fonte: 123rf

Landmannalaugar, paradiso terrestre e colorato in Islanda

Il quadro islandese dipinto da Madre Natura

Partendo da Hella, la cittadina islandese celebre per gli avvistamenti dell’aurora boreale, è possibile raggiungere Landmannalaugar in automobile, percorrendo la pista F26, o in autobus. Arrivati qui i viaggiatori possono ammirare quello che è uno dei più grandi e spettacolari capolavori visivi della natura.

Le montagne di riolite che si snodano sull’altopiano lavico di Laugahraun, infatti, sono caratterizzate da tinte e sfumature incredibili che brillano al sole e si infiammano al tramonto. Sono rosse e arancioni, azzurre, verdi e gialle, sono spettacolari e creano un paesaggio multicolor che sembra essere stato creato dalle pennellate di un pittore.

Nel Landmannalaugar è presente un centro assistenza, aperto solo durante il periodo estivo, e un rifugio che può ospitare fino a un massimo di 78 persone, e che si configura come il punto di partenza perfetto per andare alla scoperta di tutte i paesaggi sconfinati e incantati che si snodano nelle Highlands islandesi.

Una volta arrivati fin qui il consiglio è quello di immergersi in questo quadro e di esplorarlo seguendo uno dei numerosi itinerari escursionistici che conducono alla scoperta degli altopiani dell’Islanda. Fermatevi a osservare il paesaggio e tutti i suoi scorci: da qui la vista è mozzafiato.

Landmannalaugar, il paesaggio dipinto da Madre Natura

Fonte: iStock

Landmannalaugar, il paesaggio dipinto da Madre Natura

 

Categorie
Borghi Viaggi

Portobuffolè, il borgo medievale immerso nelle campagne trevigiane

Un gioiello medievale spicca nella campagna trevigiana, sulla linea di confine tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia. Portobuffolè è il più piccolo comune della provincia di Treviso, in termini di popolazione e di superficie: parliamo di circa 751 abitanti su 5,08 km quadrati. Forse anche per questo è riuscito a mantenere intatte le sue peculiarità, premiate dal Club de I Borghi più Belli d’Italia e insignite della Bandiera Arancione. Riconoscimenti che fanno presagire, a chi lo visita, un’esperienza indimenticabile.

Origine del nome e storia antica

Benché oggi sia il comune più piccolo del Trevigiano, Portobuffolè fu un importante centro strategico della Repubblica di Venezia in Friuli, sulla sponda sinistra del fiume Livenza, ed ebbe una cinta fortificata, oggi pressoché scomparsa. Al tempo dei Romani era Septimum de Liquentia, villaggio di pescatori e agricoltori. ‘Septimum’ perché situato a sette miglia da Oderzo (Opitergium); de Liquentia, perché adagiato sulla sponda del fiume Livenza. Intorno all’anno Mille è comparso il nome Portus Buvoledi o Bufoledi, dal latino medievale ‘bova’, che significa ‘canale’. Secondo alcuni, però, il nome deriverebbe da ‘bufalo’ e l’origine andrebbe cercata nelle ‘bufaline’, le barche che venivano utilizzate per il trasporto delle merci attraverso il fiume.

Il borgo conobbe il periodo di maggior splendore e ricchezza durante il dominio veneziano, quando diventò un importante scalo fluviale. La Serenissima concesse a Portobuffolè il titolo di Città, lo stemma gentilizio e un podestà, che rimaneva in carica solo 16 mesi, con mansioni politico-amministrative. La cittadina perse le torri medievali del castello, eccetto la Torre Civica, che venne utilizzata come prigione.

Nel 1911, il corso del fiume venne deviato, e la fisionomia della città mutò radicalmente, benché nel XX secolo il Livenza aveva perso la sua funzione di via d’acqua che alimentava i commerci del porto (dal quale deriva il nome del borgo). La deviazione del Livenza provocò lo spopolamento del centro abitato, che si è conservato intatto nelle sue forme e atmosfere cinquecentesche.

Passeggiata tra le bellezze di Portobuffolè

Il borgo di Portobuffolè si lascia visitare facilmente in mezza giornata. La sua anima medievale accoglie i visitatori, stregandone lo sguardo a ogni angolo. Entrando nel centro storico dalla Porta Trevisana, distrutta nel 1918, ci si imbatte subito nella piccola e graziosa Piazza Beccaro, circondata da palazzi con eleganti facciate, alcune delle quali adornate da affreschi. Spicca quella di Cà Soler, un tempo rivolta verso il canale, ora interrato.

Da qui si giunge alla splendida dimora duecentesca di Gaia da Camino, figura storica citata da Dante nella Divina Commedia, nel XVI° canto del Purgatorio. Gli ambienti dell’antica casa-torre, ingentilita da bifore, interamente affrescata e sviluppata su quattro livelli, ospitano periodicamente mostre di arte contemporanea, nonché il Museo del Ciclismo Alto Livenza, dedicato a Giovanni Michieletto e Duilio Chiaradia, ad oggi considerato uno dei più importanti musei italiani sul ciclismo.

Dal Ponte Friuli, che attraversa l’alveo oggi erboso del fiume, si possono cogliere gli elementi salienti dell’antica fortificazione, come la Porta Friuli (detta il “torresin” perché ricavata da una torre difensiva, rimaneggiata tra il XVI e il XVIII secolo) e la Torre Civica in laterizio. Nella centrale piazza Vittorio Emanuele II, si affacciano la Loggia Comunale, il Monte di Pietà, il Fontego del Sale e il Duomo, sorto dove una volta c’era la sinagoga ebraica. Consacrato nel 1559 e restaurato più volte, custodisce un crocefisso ligneo del ’400 di scuola tedesca, un pregiato altare opera di un artista locale e un organo della casa Callido di Venezia, con 472 canne di zinco e stagno.

A pochi passi dal centro storico, sorge la Villa Giustinian, esempio tardo di villa veneta che aveva due accessi, uno via terra e uno fluviale, costruita nel 1695 dalla nobile famiglia Cellini e poi passata ai Giustinian. Fuori dal borgo, sono da vedere anche la chiesa di San Rocco con la Madonna della Seggiola, una scultura lignea del 1524,  l’oratorio di Santa Teresa, impreziosito da stucchi e affreschi, e la chiesa dei Servi, consacrata nel 1505.

Alla scoperta delle tradizioni di Portobuffolè

Portobuffolè vanta una grande tradizione artigianale ed enogastronomica. Tanti gli eventi che si susseguono nel borgo durante l’anno. Da non perdere:

  • il Mercatino dell’Antiquariato e del Collezionismo, che si svolge ogni seconda domenica del mese (escluso agosto), sotto i portici e lungo le vie del centro
  • “Portobuffolè, XIII secolo”, manifestazione che si svolge ogni due anni verso la fine di giugno. Si tratta di una rievocazione storica medievale, in occasione della quale le vie del centro si riempiono di tavolate di piatti dell’epoca, figuranti e sbandieratori in costume
  • Fiera di Santa Rosa, a fine agosto, durante la quale è possibile gustare le famose “Trippe di Santa Rosa” accompagnate dai vini locali

Cos’altro fare nei dintorni del borgo

Tra le attrattive appena fuori del borgo di Portobuffolè, ci sono i percorsi ciclabili lungo i Prà dei Gai, splendida golena naturale, vasta area di prati stabili, la cui fertilità è legata alle frequenti esondazioni del Livenza, che creano un ecosistema unico nel suo genere. Proprio per la loro importanza naturalistica e faunistica, sono stati dichiarati dalla Comunità Europea area protetta e inquadrati nel progetto di sviluppo territoriale del GAL 5 (Gruppo di Azione Locale). Fino a qualche decennio fa, i terreni dei Prà erano comunali e in primavera, con un’asta pubblica, i contadini del luogo se ne aggiudicavano piccoli appezzamenti per il pascolo e la raccolta del fieno. Dal latte delle pecore e delle capre che nei decenni scorsi vi pascolavano, si otteneva un pregiato formaggio chiamato “Gai”. Oggi è il luogo ideale anche per una gita nella natura. In particolare, il 25 aprile, in occasione della festa di San Marco, patrono di Portobuffolè, vi si riversano le famiglie del posto per la tradizionale scampagnata con pic-nic.

Dal borgo medievale, si possono inoltre raggiungere i luoghi più interessanti della Marca Trevigiana, tra i fiumi Piave e Livenza, come Oderzo e Motta di Livenza, cogliendo le tante occasioni gastronomiche che si presentano durante il percorso. Il fiume Livenza è, inoltre, la meta ideale per gli amanti della pesca e per chi desidera avventurarsi tra le sue acque in canoa, per rivivere da vicino l’antica via di collegamento con Venezia. A quel punto il viaggio nel tempo, tra passato e presente, può dirsi davvero compiuto.