Barcellona è una di quelle città che è sempre una buona idea visitare. Bellissima, baciata dal mare, con mille cose da vedere e attività da fare e con un cibo in grado di rendere tutti decisamente appagati. Ogni giorno c’è sempre un ottimo motivo per raggiungerla, ma in questo 2023 ce n’è uno in più: ricorre il 50° anniversario della morte di uno dei più importanti artisti spagnoli e universali di tutti i tempi, Pablo Ruiz Picasso, genio nato a Malaga all’inizio del XX secolo, ma che nella Capitale della Catalogna ha lasciato il segno. E per questo in città sono previste tantissime iniziative, proprio in suo onore.
I luoghi di Picasso a Barcellona
Prima di scoprire le varie iniziative a cui è possibile partecipare, facciamo insieme un viaggio a Barcellona sulle orme di Picasso. Questa magica città ha avuto una grande importanza nella vita personale e artistica del pitrore. L’artista vi arrivò nel 1895, realizzando la sua formazione alla Scuola delle Belle Arti di Barcellona, dove scoprì il modernismo.
Passò, tra le altre cose, la gioventù proprio da queste parti e una volta trasferitosi in Francia non smise di tornare a visitare la città per vedere la sua famiglia e gli amici, prima che la Guerra Civile Spagnola e la Dittatura di Franco lo separasse per sempre dalla Capitale catalana.
Els Quatre Gats
Tra i luoghi di Picasso a Barcellona c’è il bar-ristorante “Els 4 Gats“, situato tra le intricate meraviglie del Barrio Gotico. Si tratta di un ristorante modernista, fondato nel 1897, che in quegli anni funpunto di ritrovo di intellettuali e artisti di fine XIX secolo.
Situato in Carrer Montsió numero 3, si trova al piano terra di Casa Martí e regala una facciata in stile gotico europeo ma con decorazioni che tolgono il fiato: una porta realizzata con vetri colorati e ferro forgiato che ricorda lo stile modernista catalano.
Il pittore disegnò i menù di questo ristorante e vi organizzò persino un’esposizione in cui mise a disposizione dei visitatori i suoi disegni, e per la prima volta in vita sua.
Plaza Nova
Sempre nel Barrio Gotico, un altro luogo di Picasso a Barcellona è Plaza Nova, dove sorge l’imponente cattedrale della città. Si tratta di uno spazio ricco di elementi che parlano della storia e dell’arte di Barcellona e gli amanti dell’artista qui possono ammirare un’opera a cielo aperto che spicca sulla parte del Collegio degli Architetti.
Sono tre fregi che lo scultore e fotografo norvegese Carl Nesjar ha realizzato su questo edificio basandosi su disegni di Picasso.
Museo Picasso
Spostandosi invece al Born, altro meraviglioso quartiere antico di Barcellona, e raggiungendo Calle Moncada si ha modo di visitare il Museo Picasso, inaugurato nel 1963 per volere del pittore stesso. Inutile dire che qui si possono scoprire numerossime opere dell’artista, i quadri e le collezioni di un Picasso giovane, i dipinti del periodo blu e la famosa serie di “Las Meninas”.
Casa Llotja del Mar
Da non perdere è anche Casa Llotja del Mar, un tesoro dell’architettura civile in stile gotico, dove il padre di Picasso insegnava e in cui lui stesso studiò.
La casa di Picasso
Tra gli edifici di els Porxos d’en Xifré spicca, a piano terra, la residenza della famiglia Ruiz-Picasso. E per gli amanti dell’artista è bene sapere che sono del periodo in cui visse qui i quadri che raffigurano paesaggi urbani barcellonesi: il giovane pittore amava salire spesso sul tetto del palazzo per dipingere.
I luoghi che lo hanno ispirato
Barcellona è anche pregna di luoghi che hanno ispirato la produzione dell’artista. Passeggiando lungo La Rambla ci si imbatte nel Parc de la Ciutadella per poi arrivare alla spiaggia della Barceloneta, posti che hanno fatto breccia nel cuore dell’artista.
Poi ancora la Chiesa di Sant Pau del Camp, nel quartiere del Raval, dove scoprì l’arte romanica. Durante uno dei suoi successivi brevi soggiorni a Barcellona, lavorò ai costumi e alla scenografia per il balletto Parade, che debuttò al teatro dell’opera della città, il Gran Teatre del Liceu, nel 1917.
Gli eventi del 2023
Ma oltre a fare un itinerario sulle orme di Picasso, il 2023 è l’anno perfetto per partecipare ad alcuni eventi in suo onore. Tanti appuntamenti prenderanno vita in tutta la Spagna (così come nel resto del mondo). E in particolare a Malaga, sua città natale, Madrid, città in cui ricevette gli insegnamenti classici e poi ancora Bilbao e La Coruña.
A Barcellona, oltre a visitare il Museo Picasso che costituisce una chiara testimonianza del legame che unì questo artista universale alla città, è possibile partecipare, dal 22 giugno al 17 settembre, a The will of Picasso. The ceramics that inspired the artist, una mostra presso il Museu del Disseny de Barcelona che racconta un interessante spaccato di vita dell’artista.
Nel 1957 Picasso visitò la mostra sulla ceramica spagnola organizzata dal Palais Miramar di Cannes. Secondo la stampa dell’epoca, quando vide le opere in mostra, disse: “Ma è possibile che l’abbiano fatto prima di me?” Fu così che decise di donare 16 opere in ceramica da lui stesso create ai Musei d’Arte di Barcellona, oggi nelle collezioni del Museu del Disseny.
La mostra si concentra su questa storia, i fatti correlati, le persone coinvolte e, soprattutto, la volontà espressa da Picasso di mostrare le sue ceramiche accanto a quelle della collezione del Museo, una rappresentazione dei pezzi più importanti della storia della ceramica spagnola.
Dal 19 ottobre 2023 al 25 febbraio 2024, invece, è possibile partecipare a MIRÓ – PICASSO (II) presso la Fundació Joan Miró di Barcellona. Si tratta di una coproduzione, e per la prima volta queste due strutture organizzano, producono e ospitano insieme una mostra nelle rispettive sedi. In poche parole è un’unica mostra in due istituzioni che vuole essere il simbolo ed esteso rapporto che Miró e Picasso intrattenevano con la città di Barcellona.
Il filo conduttore dell’esposizione si basa su due concetti essenziali: l’amicizia di una vita tra Joan Miró e Pablo Picasso, un rapporto che si riflette in numerosi documenti e che rimanda ai loro incontri e differenze in campo artistico; e il loro apprezzamento per Barcellona, il cui ultimo risultato è stato l’eredità che entrambi hanno lasciato alla città sotto forma dei due musei monografici che portano i loro nomi.