Che l’Italia celi ancora tesori è noto a tutti, ma che potesse avvenire una scoperta così particolare se lo aspettavano in pochi. Nella splendida cornice di Fano, in provincia di Pesaro e Urbino, sono stati riportati alla luce quelli che si credono essere i resti della Basilica di Vitruvio, architetto e scrittore romano, che ne parlò nel quinto libro del suo “De Architectura”.
Stando a quanto riportano gli scritti, la Basilica sorgeva nella Colonia Julia fanestris di epoca augustea, affacciata sul foro della città romana proprio dove oggi è c’è Fano.
La scoperta avvenuta a Fano
I resti di un imponente edificio, che è un unicum del mondo romano, sono stati individuati da circa un paio di settimane durante alcuni scavi condotti dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Ancona, Pesaro e Urbino. E secondo l’ipotesi più accreditata alla quale stanno lavorando archeologi e restauratori, sembra proprio essere quel che rimane della Basilica di Vitruvio.
Si tratta di complesso costituito da almeno 5 ambienti i cui muri, conservati in alzato per circa due metri, hanno lo spessore di 5 piedi romani (1,50 metri) e sono rivestiti in malta di calce e lastre di marmo. Le pavimentazioni degli ambienti sono in marmi d’importazione, di colore verde e rosato.
Tra le varie meraviglie è stato ritrovato anche un frammento di iscrizione su marmo che riporta le lettere V e I con tracce di campitura in rosso. Stando alla analisi condotte fino a questo momento, l’edificio si data a cavallo tra I secolo avanti Cristo e I secolo dopo Cristo e sembra essere stato frequentato anche in età medievale. A conferma di questo appena detto ci sono alcune tracce di strutture murarie, focolari e frammenti di ceramica invetriata rinvenuti duranti le esplorazioni archeologiche.
Le dichiarazioni degli addetti ai lavori
Come riporta La Repubblica, Giorgia Latini, vice presidente della commissione Cultura della Camera dei Deputati, ha dichiarato: “La notizia della scoperta dei resti romani nel centro storico di Fano è di per sé rilevante, ma diventerebbe di eccezionale importanza se fosse confermato che quello che sta emergendo appartiene alla Basilica di Vitruvio, edificio di cui si legge ampiamente nel celebre trattato vitruviano ‘De Architectura’ e che per lungo tempo è stato una sorta di primula rossa dell’archeologia”.
Latini ha poi continuato: “Da marchigiana attendo con emozione l’esito degli scavi, mettendomi a disposizione per supportare la ricerca e augurandomi che possa davvero vedere la luce l’unico edificio del quale l’architetto romano scrive di aver curato la costruzione”.
Come ha invece spiegato all’ANSA l’archeologa Ilaria Venanzoni, sono circa 500 anni che si è alla ricerca di questo edificio che è emerso durante la ristrutturazione di un palazzo in centro a Fano in cui appaiono i resti di quella che potrebbe essere la Basilica.
Venanzoni ha anche specificato che la struttura è ampia e articolata e che difficilmente sarà accessibile interamente.
Il “De architectura” di Vitruvio
La scoperta appena avvenuta è decisamente molto importante perché il “De architectura” di Vitruvio è l’unico testo sull’architettura che è arrivato integro ai giorni nostri dall’antichità. Fu scritto tra il 35 e il 25 a.C e al suo interno si tratta anche la Basilica di Fano di cui oggi si hanno solo alcuni resti.