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La sorprendente Capitale Europea della Cultura 2024

Nel 2024, l’affascinante Bodø, in Norvegia, sarà Capitale Europea della Cultura, la prima città a nord del Circolo Polare Artico a detenere il prestigioso titolo. Un’occasione imperdibile per scoprire questa sorprendente località, che ha annunciato un programma ricco di eventi – circa 600 – in tutta la contea del Nordland. Ecco quelli di spicco.

Gli eventi a Bodø, Capitale Europea della Cultura 2024

Sarà il 3 febbraio 2024 la data ufficiale di inaugurazione di Bodø Capitale Europea della Cultura, con una grande produzione che si svolgerà nel porto interno della città che, secondo quanto auspicano gli organizzatori, potrebbe vedere la partecipazione di oltre 20.000 spettatori. Si punta ad attirare per il prossimo anno oltre 500.000 visitatori a Bodø e nel Nordland. La festa è già stata annunciata come la più lunga del mondo, sia in termini di tempo che di area coperta, considerando che la contea norvegese si estende per oltre 800 km da nord a sud.

Tra i numerosi eventi e attrazioni da non perdere il prossimo anno a Bodø, spiccano:

  • il primo festival al mondo 100% sostenibile
  • l’unica biennale europea di land art
  • un falò di mezza estate
  • un festival della libertà
  • un viaggio storico lungo la Nordland Railway
  • un concerto in una grotta sommersa
  • una scultura alta 10 metri in mare
  • una mostra che esplora il lato oscuro del premio Nobel Knut Hamsun
  • un’opera lirica sullo stoccafisso
  • un museo pop-up Sámi
  • roadshow e festival del cibo artico
  • il primo festival della luce del Nordland

A un anno dall’inizio, il programma è ancora in fase di sviluppo e sono assicurate molte altre sorprese.

Alla scoperta di Bodø, mini metropoli della Norvegia settentrionale

Prima di Bodø, solo altre due città norvegesi si sono guadagnate il titolo di Capitale Europea della Cultura: Bergen, città dei sette fiordi e sette colli, nel 2000 e Stavanger nel 2008. Questa mini metropoli della Norvegia settentrionale costituisce sia il centro urbano di Salten che il naturale punto di partenza per esplorare il resto della regione, come le mozzafiato isole Lofoten, e si raggiunge facilmente da Oslo con un volo di 90 minuti. A renderla irresistibile è l’incredibile mix di natura, cultura e ospitalità.

Tra le attrazioni di Bodø, che meritano una visita c’è Il Kulturkvartalet Stormen, affascinante polo culturale con la biblioteca definita da “Wired Magazine” nel 2016 una delle 10 più belle al mondo e l’auditorium che attrae star di fama internazionale. Tanti gli eventi e le manifestazioni che hanno trasformato questa città, cresciuta grazie alla pesca delle aringhe, in un vivace e moderno centro culturale. Una volta qui è però d’obbligo anche una escursione a piedi nell’area a nord est chiamata Bodømarka o sulle montagne nei pressi della cittadina. Tra le gite fuori porta preferite dalla gente del posto c’è quella sull’altopiano Keiservarden, adatta quasi a tutti, da cui si può perfino assistere al festival musicale “Nordland Musikkfestuke”, che si tiene ad agosto.

Appena fuori Bodø si può, inoltre, ammirare il gorgo marino più potente al mondo. Quattro volte al giorno un enorme volume di acqua si getta violentemente nello stretto di Saltstraumen, in alcuni punti largo appena 150 metri, creando enormi vortici tra i fiordi. I viaggiatori arrivano fin qui da ogni parte del mondo per osservare questo spettacolare fenomeno naturale famoso in tutto il pianeta. Il momento ideale per ammirarlo è con la luna nuova o la luna piena, e fino a tre giorni dopo, quando la differenza tra l’alta e la bassa marea può arrivare fino a tre metri.

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Londra: la casa delle bambole infestata è l’inizio di un’esperienza da brividi

Organizzare un viaggio a Londra, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. La capitale dell’Inghilterra e del Regno Unito, infatti, è una città che non smette mai di sorprendere. Lo fa con la sua storia antichissima e con i suoi monumenti imponenti e maestosi che arricchiscono la scena urbana.

Lo fa con il Palazzo del Parlamento, l’iconica torre dell’orologio e l’abbazia di Westminster. Con la straordinaria ruota panoramica London Eye e con tutti i quartieri caratteristici che si snodano sulle rive del Tamigi e che pullulano di arte, cultura e vita.

All’ombra dei monumenti più iconici della città, però, c’è adesso una nuova attrazione, inedita e inaspettata che solo a guardarla fa accapponare la pelle. Si tratta di una grande e inquietante casa delle bambole infestata, dove solo i più coraggiosi oseranno entrare. Ma non basterà stargli lontano, perché questa dimora non è altro che l’inizio di un’esperienza da brividi.

Perché c’è una casa infestata a Londra?

All’inizio del 2023 è stata diffusa una notizia che ha fatto esultare gli appassionati del terrore e del paranormale: l’inaugurazione di una nuova attrazione da brivido. Molto più di un parco a tema, quella del The Curse at Alton Manor è una vera e propria avventura del terrore destinata solo ai cuori più impavidi.

Questa nuova e incredibile attrazione è situata ad Alton, un villaggio nello Staffordshire costruito intorno al sito di Alton Mansion, un’antica dimora un tempo appartenuta ai Conti di Shrewsbury, la cui famiglia è ricordata attraverso antiche storie e misteriose leggende.

È proprio per dare un piccolo anticipo a tutto quello che accadrà in questo parco a tema, a partire dal 18 marzo, che l’Alton Towers Resort ha pensato bene di far apparire nella città di Londra una casa delle bambole infestata.

La dimora fatiscente e inquietante è stata installata sull’Isle of Dogs, la penisola situata nell’East End di Londra e circondata su tre lati dal Tamigi. Proprio qui, cittadini e viaggiatori che si trovavano in città, si sono risvegliati negli scorsi giorni davanti a una casa spaventosa ricca di elementi inquietanti e di indizi soprannaturali che anticipano in qualche modo l’esperienza oscura e terrificante che si potrà vivere all’interno del parco a tema.

Ad accogliere i visitatori nella casa è stata la sua proprietaria, Emily Anton, le cui avventure demoniache hanno ispirato il viaggio spaventoso. Una serie di messaggi sinistri e un grande orsacchiotto consumato dal tempo, e forse dalla paura, hanno dato inizio all’avventura.

La casa infestata a est di Londra

Fonte: PA Wire/PA Images / IPA

La casa infestata a est di Londra

Il parco del terrore: l’appuntamento da brividi ad Alton

Come abbiamo anticipato, questa casa infestata delle bambole altro non è che un’assaggio di quello che i più coraggiosi troveranno all’interno del The Curse at Alton Manor. L‘inaugurazione del parco è prevista il 18 marzo del 2023, e possiamo anticiparvi già che quella offerta sarà un’esperienza unica nel suo genere. Grazie alla tecnologia del videomapping, e a tutta una serie di installazioni e scenografie da brivido, i confini tra la realtà e il mondo demoniaco di Emily saranno completamente annullati.

Chi si è lasciato spaventare dalla casa delle bambole apparsa a Londra, deve sapere che in realtà ciò che l’aspetta al The Curse at Alton Manor, questa primavera, sarà molto più inquietante.

L’appuntamento è previsto a marzo, ad Alton, nei pressi della dimora dei Conti di Shrewsbury. È possibile raggiungere il villaggio partendo dalla capitale, dalla quale dista circa 3 ore in auto. Chi ha il coraggio di andare?

Una casa delle bambole "stregata" è apparsa a Londra

Fonte: PA Wire/PA Images / IPA

Una casa delle bambole “stregata” è apparsa a Londra
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I primi 50 anni del viaggio in treno più suggestivo di sempre

Quest’anno la Ferrovia Retica celebra i 50 anni del Bernina Express, il famoso Trenino Rosso, a bordo del quale si può vivere la più spettacolare traversata alpina. Dai ghiacciai scintillanti al paradiso delle palme italiano, collega da mezzo secolo la Svizzera all’Italia, portando alla scoperta di luoghi ricchi di storia, tradizioni e bellezza, da ammirare comodamente seduti nelle sue splendide carrozze panoramiche.

Bernina Express, il Trenino Rosso compie 50 anni

Il Bernina Express, treno più panoramico d’Europa, è stato inaugurato il 3 giugno 1973 sulla centenaria linea delle Ferrovia Retica, con l’obiettivo di un collegamento diretto da Coira a Tirano (in provincia di Sondrio), senza la necessità di un cambio a St. Moritz. A partire dal 2000 sono state introdotte le spettacolari carrozze panoramiche, fiore all’occhiello dello storico convoglio che percorre la tratta ferroviaria alpina più alta.

In cinquant’anni, il Trenino Rosso ha attratto ben 10 milioni di viaggiatori, dei quali più di un milione è italiano. Iscritta nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Umanità dall’UNESCO, la scenografica tratta ferroviaria si inserisce armoniosamente nella cornice montana dell’Albula e del Bernina, viaggiando attraverso il Cantone dei Grigioni. Si passa per Coira, l’Engadina, si affianca il corso del fiume Albula, si valica il passo del Bernina e si percorre la Valposchiavo e la Val di Pila fino a Brusio e Tirano, capolinea italiano della pittoresca linea ferroviaria. Tra le stazioni di Tirano e St. Moritz ne sono presenti altre 20 in cui i passeggeri possono scendere per visitare località ricche di fascino

Il percorso è di particolare interesse anche dal punto di vista ingegneristico e architettonico, considerando che comprende 55 tunnel e gallerie coperte, 196 viadotti e ponti, e tratti a pendenza elevata che coprono ampi dislivelli. In uno dei viaggi più romantici in treno, i passeggeri possono ammirare da vicino attrazioni straordinarie come la curva di Montebello con vista sul massiccio del Bernina, il ghiacciaio del Morteratsch, i tre laghi Lej Pitschen, Lej Nair e Lago Bianco, l’Alp Grüm e il viadotto elicoidale di Brusio. Oltre a offrire paesaggi di una bellezza incredibile, il Bernina Express attraversa territori alpini ricchi di richiami culturali.

Bernina Express: le fermate più suggestive

La fermata di Miralago o quella successiva di Le Prese permettono di godersi una bella passeggiata attorno al lago di Poschiavo, a 962 metri sul livello del mare. Dopo pochi chilometri si può visitare Poschiavo con i suoi interessanti musei. Da qui inizia il tratto più spettacolare del percorso, con il cosiddetto “andamento a chiocciola” del Bernina Express che compie più volte un giro di 180 gradi per superare le pendenze della montagna.

Successivamente, si incontrano il laghetto Palù e in lontananza la cime del Piz Palù, arrivando quindi alla stazione di Alp Grüm, tappa ideale per gli amanti della fotografia e dell’escursionismo. Dall’Ospizio Bernina, il punto più alto di tutto l’itinerario in treno, si scende verso St Moritz, toccando le stazioni di Lagalb e Diavolezza, imperdibili per gli amanti dello sci, e Pontresina, località di villeggiatura engadinese per eccellenza.

L’affascinante viaggio sulla linea dell’Albula

In seguito alla pandemia è sorto un problema di overbooking, con lunghe liste d’attesa che saranno esaurite tra quest’anno e il 2024. Per questo motivo, la Ferrovia Retica sta puntando sulla linea dell’Albula, che collega St Moritz con Coira capitale del Grigioni e città più antica delle Svizzera. Qui il Trenino Rosso affronta un dislivello di oltre mille metri grazie ai viadotti di Solis e Landwasser e alle spettacolari gallerie elicoidali tra Bergün e Preda. Da non perdere, il Museo ferroviario dell’Albula di Bergün e il sentiero avventura della ferrovia Albula, realizzato nella tratta compresa tra la galleria dell’Albula e il viadotto di Landwasser.

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C’era una volta una stazione fantasma, è stata trasformata in un hotel

I viaggi che conduciamo intorno al mondo ci permettono di scoprire e riscoprire meraviglie inesplorate, capolavori firmati da Madre Natura e monumenti artistici e architettonici creati dall’uomo. Ma ci consentono anche di toccare con mano tradizioni e usanze di popoli e culture lontani da noi e di conoscere le storie e le leggende di luoghi abbandonati ma mai dimenticati.

E questo è il caso della storica stazione ferroviaria di Canfranc, un luogo surreale e bellissimo che è rimasto sospeso per anni tra il passato e il futuro ancora da scrivere. Un edificio monumentale che ricorda per forme e lineamenti i prestigiosi palazzi parigini e che si è trasformato contro il suo volere nel custode di storie, incontri e scontri che si sono susseguiti negli anni.

Il destino di questo edificio, però, è stato riscritto. E quella che era ormai una stazione fantasma è stata trasformata in un hotel di lusso.

Una nuova esperienza in Spagna

Ci troviamo in Spagna, lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa, dalla capitale e dalle attrazioni che ogni giorno sono raggiunte da migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Il nostro viaggio, infatti, ci conduce a Huesca, un comune spagnolo situato nella comunità autonoma dell’Aragona, conosciuto soprattutto per la sede vescovile e per la presenza dell’Universidad de Zaragoza.

È qui che esiste un’antica e storia stazione ferroviaria. Un edificio monumentale e affascinante che è stato crocevia di incontri e di scontri che si sono susseguiti negli anni. Inaugurata nel 1928, e dichiarata Bene di Interesse Culturale nel 2002, la Stazione Internazionale di Canfranc vanta un passato glorioso essendo stata uno dei complessi ferroviari più importanti in Europa nel XX secolo.

Nel 1970, però, l’esercizio ferroviario venne chiuso a causa di un incidente che danneggiò un viadotto. Fu allora che quel glorioso edificio si trasformò in un luogo fantasma, un posto dove i corridoi e i piazzali silenziosi non facevano altro che ricordare con nostalgia la vita pulsante degli anni precedenti. Che ne sarebbe stato, da quel momento in poi, di Canfranc?

Il futuro della stazione fantasma, dopo anni di attese e aspettative, è stato riscritto dal Barceló Hotel Group che dopo una lunga ristrutturazione ha creato il Canfranc Estación, un Royal Hideaway Hotel già premiato come uno dei migliori progetti di sostenibilità alberghiera.

Gli interni dell'hotel ricavato dalla stazione di Canfranc

Fonte: Barceló Hotels & Resorts

Gli interni dell’hotel ricavato dalla stazione di Canfranc

La storica stazione di Canfranc è ora un hotel di lusso

Dopo cinquant’anni dalla sua chiusura, a causa di un deragliamento, la storica stazione di Canfranc sta per rinascere, e sarà ancora più bella. Soprannominata il “Titanic delle montagne”, per lo stato d’abbandono in cui era stata lasciata, adesso la stazione è diventata un hotel di lusso a 5 stelle, mantenendo però lo stesso fascino e la suggestione del passato.

L’obiettivo di questa grandiosa struttura ricettiva è proprio quello di preservare e valorizzare un pezzo del patrimonio culturale del Paese, ma anche di attirare il turismo nell’intera regione.

Con 104 camere, e un design che si ispira agli anni 20′, il Canfranc Estación si prepara a diventare uno degli alloggi più straordinari di sempre. Gli interni, dicevamo, sono stati pensanti con l’obiettivo di rievocare l’eleganza estetica delle vecchie stazioni e dei lussuosi treni del secolo scorso, attraverso colori, elementi tessili e complementi d’arredo.

All’interno dell’hotel di lusso, inoltre, sono presenti due carrozze del secolo scorso, completamente ristrutturate, che oggi ospitano i due ristoranti della struttura. Completano l’offerta anche una Spa e una biblioteca. La storica hall della stazione, invece, è stata trasformata nella reception dell’hotel.

Stazione di Canfranc

Fonte: Barceló Hotels & Resorts

Stazione di Canfranc

 

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È stata fatta un’enorme scoperta risalente a 5000 anni fa

Studiare le antiche civiltà e scoprire quali fossero le loro abitudini quotidiane è qualcosa di sorprendente: è come fare un tuffo nel passato, alla ricerca delle nostre radici. E ogni tanto capita che gli archeologi facciano ritrovamenti in grado di regalarci una nuova visione di ciò che accadeva millenni fa. Proprio come è successo in queste settimane, grazie all’incredibile scoperta avvenuta in Iraq.

Iraq, il ritrovamento a Lagash

L’Iraq è stata la culla di alcune delle più antiche civiltà mai esistite, ed è qui che negli anni sono emerse splendide testimonianze archeologiche (come la recente scoperta del muro di Hammurabi avvenuta per opera di un team italiano). Gli scavi proseguono senza sosta, alla ricerca di ciò che la terra può ancora nascondere ai nostri occhi. Ed è proprio così che, nelle scorse settimane, si è verificato un ritrovamento a dir poco eccezionale, che ci offre uno scorcio di vita quotidiana risalente a ben 5000 anni fa.

La scoperta è avvenuta tra le rovine dell’antica città di Lagash, a non molta distanza da Nassirya: si tratta di un importante sito archeologico, dove un tempo sorgeva quello che gli esperti considerano uno dei primi centri urbani mai edificati dai sumeri. Trovandosi vicino alla confluenza dei fiumi Tigri ed Eufrate, l’area era molto fertile (a dispetto del suo attuale aspetto desertico) e aveva permesso lo sviluppo di una solida civiltà: “Lagash era una delle città più importanti dell’Iraq meridionale. I suoi abitanti dipendevano dall’agricoltura, dal bestiame, dalla pesca e anche dallo scambio di merci” – ha spiegato l’archeologo iracheno Baker Azab Wali.

Nonostante le numerose testimonianze riemerse in questo territorio, non sappiamo ancora molto sulla civiltà sumera, soprattutto in considerazione di quella che doveva essere la vita quotidiana degli abitanti della città di Lagash. Mentre gli studi si concentrano principalmente su re e sacerdoti, i cittadini comuni rimangono spesso all’ombra. Ma la nuova scoperta fa luce su alcune delle abitudini di questa antica popolazione. Un team italo-statunitense ha infatti trovato i resti di una taverna: tutto ciò ci rivela che anche in passato si andava a mangiare e bere fuori, condividendo momenti preziosi in compagnia.

Scoperta una taverna di 5000 anni fa

I resti della taverna sono databili a quasi 5000 anni fa: “Questa scoperta dimostra che a quel tempo esisteva una sorta di uguaglianza tra le classi sociali, in termini di luoghi di intrattenimento e tenore di vita medio” – ha dichiarato Bakar Azab Wali. I reperti individuati sono poi un’istantanea di quelle che dovevano essere le abitudini dei cittadini di Lagash. Il team di ricercatori dell’Università della Pennsylvania e dell’Università di Pisa, guidato da Holly Pittman, ha infatti trovato ciò che rimane di un primitivo sistema di refrigerazione, oltre ad un grande forno.

Sono poi emersi numerosi banchi utilizzati dai commensali e circa 150 ciotole in ceramica, alcune delle quali ancora contenenti ossa di pesci e di altri animali. Infine, hanno scoperto la prova dell’abbondante consumo di birra tra i sumeri, una bevanda che veniva servita in tavola anche più spesso di quanto non lo fosse l’acqua. In uno dei templi vicini alla taverna, in effetti, i ricercatori hanno rinvenuto una tavoletta con incisa sopra, in caratteri cuneiformi, la ricetta di questo nettare degli dei.

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Luoghi da film Viaggi

I luoghi del film (e della fiction Tv) “Il Gattopardo”

Considerato uno tra i più grandi romanzi della letteratura mondiale, “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa fu un grande successo anche quando divenne, nel 1963, un film Tv.

Il racconto di un importante momento storico per il nostro Paese – quello del passaggio dal Regno dei Borboni alla nascita del Regno d’Italia – ambientato in una delle Regioni più suggestive, la Sicilia, ne decretarono il trionfo.

Ora che si celebra il 60° anniversario dall’uscita del film, “Il Gattopardo” diventa anche una fiction televisiva prodotta da Netflix – la data di uscita non è ancora stata annunciata, ma la stanno girando adesso – che farà innamorare chiunque, non soltanto del periodo risorgimentale narrato, ma soprattutto dei luoghi dove il racconto è stato ambientato e che sarà ripercorso dalla macchina da presa.

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Fonte: @IPA

Una delle scene più celebri del film “Il Gattopardo”

I luoghi di “Il Gattopardo”

Il film diretto da Luchino Visconti, che vede protagonisti Claudia Cardinale, Burt Lancaster e Alain Delon e che vinse la Palma d’Oro a Cannes, narra le vicende del principe di Salina, Fabrizio Corbera (Burt Lancaster), e della sua famiglia che decide di rifugiarsi nel Castello di Donnafugata, in Sicilia, prima dello sbarco dei Mille, da dove assisterà al triste e inesorabile declino dell’aristocrazia siciliana.

La residenza di Donnafugata

Donnafugata non esiste nella realtà. Le scene sono state girate nel borgo siciliano di Ciminna, in provincia di Palermo. La Chiesa Madre, con i suoi splendidi pavimenti di maioliche, e alcuni luoghi del paese, sia per gli esterni sia per gli interni, sono serviti da location per il film, come il ringraziamento in chiesa dopo l’arrivo a Donnafugata, le scene di caccia e la partenza del principe Chevalley.

In piazza Matrice, fu addirittura eretta quella che doveva servire come facciata del palazzo dei Salina, mentre le case tutt’attorno sono reali tanto che furono ingaggiati diversi cittadini come comparse.

Fonte: @Rino Porrovecchio – Flickr

Il paese di Ciminna, in Sicilia, la Donnafugata di “Il Gattopardo”

L’entroterra siciliano

Anche l’entroterra della Sicilia ha fatto da sfondo ad alcune scene del film. Il meraviglioso territorio in cui è stata ambientata una delle scene clou, quella in cui l’esercito di Garibaldi tenta di sbarrare la strada alla famiglia dei Salina, è nella Piana degli Albanesi, nel palermitano, che ai tempi era chiamata Piana dei Greci per via del rito greco-bizantino professato dai suoi abitanti. Un bellissimo altopiano con montagne, laghi, siti naturalistici e riserve naturali.

Le location a Palermo

Tantissime sono le location palermitane che sono state usate come set per “Il Gattopardo”.

Strade e piazze

Strade, piazze e palazzi sono ben riconoscibili nelle scene, come piazza San Giovanni Decollato con la sua chiesa, la grande piazza Sant’Euno, la verdeggiante piazza della Vittoria allo Spasimo – che prende il nome proprio dalla vittoriosa rivolta dei palermitani del 1820 contro i Borboni -, con la celebre chiesa incompiuta, piazza della Marina e il rione Kalsa, l’antico quartiere arabo di Palermo.

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Fonte: 123rf

La chiesa incompiuta nel rione Kalsa a Palermo

I palazzi

Iconici sono anche gli antichi palazzi dove è stato ambientato il kolossal. Come Villa Boscogrande, usata per le scene nella residenza Salina. Si trova sulla Piana dei Colli di Palermo insieme ad altre splendide ville settecentesche, circondate da ampi e rigogliosi giardini.

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Fonte: @Wikimedia Commons – Stendhal55

Villa Boscogrande, uno dei set palermitani del film “Il Gattopardo”

La sala da ballo

Ma la scena più memorabile del film “Il Gattopardo”, quella del ballo tra Angelica (la Cardinale) e il principe di Salina (Burt Lancaster), per intenderci, è stata girata all’interno di Palazzo Gangi Valguarnera, uno dei migliori esempi di stile Rococò siciliano e uno dei gioielli del centro storico di Palermo. Il palazzo, di proprietà privata, è visitabile su prenotazione.

All’interno si scoprono le sue sontuose sale, tra cui la Galleria degli specchi, per cui il palazzo è spesso paragonato alla Reggia di Versailles, con le sue boiserie, il soffitto con 15 cupole e i tre grandi lampadari di vetro di Murano, uno dei quali, con i suoi 102 bracci, è terzo al mondo per grandezza.

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Fonte: @IPA

La famosa sala da ballo di Palazzo Gangi a Palermo
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La cascata pietrificata è il capolavoro più grandioso di Madre Natura

Esistono luoghi impregnati di così tanta bellezza da non sembrare veri. Assomigliano a paesaggi cinematografici e fantascientifici, a capolavori artistici dipinti da un pittore, a illustrazioni uscite da un libro di fiaba, e invece sono reali e per questo ancora più straordinari.

A creare questi scenari di immensa bellezza è Madre Natura che, come un sapiente artigiano, plasma il mondo che abitiamo rendendolo un posto meraviglioso. Come è successo a Oaxaca, in Messico, dove esiste quella che è, con tutta probabilità, la visione più incredibile e strabiliante di sempre.

Proprio qui, infatti,esiste una maestosa e imponente cascata pietrificata. E non ci sono dubbi per noi: è questo il capolavoro più grandioso mai creato da Madre Natura.

Il paesaggio più bello del mondo

Il nostro viaggio di oggi ci porta alla scoperta di una delle più straordinarie meraviglie del mondo firmate da Madre Natura. Ci troviamo a Oaxaca, in Messico, e più precisamente a circa 70 chilometri dalla città che è simbolo ed emblema delle tradizioni culturali e gastronomiche del Paese.

È qui che, spostandoci dal nucleo urbano, possiamo raggiungere una cascata che non assomiglia a niente di tutto ciò che abbiamo visto fino a questo momento. Non ci sono lo sgorgare continuo dell’acqua e gli zampilli che con impeto si tuffano in ogni dove, ma rocce, bianche e dure, che caratterizzano in maniera univoca l’intero paesaggio.

Il suo nome è Hierve el Agua, che tradotto letteralmente vuol dire “acqua che bolle”. Eppure, ancora una volta, né il nome né l’immagine stessa che si apre davanti agli occhi dei viaggiatori che si spingono fino a qui restituisce la vera natura di questo sito. A primo impatto, infatti, l’immobilità che caratterizza questo monumento naturale rimanda immediatamente a tutte le cascate ghiacciate, quelle che si gelano con l’arrivo del freddo e con le basse temperature. Ma anche in questo caso, la realtà è ben lontana da quello che gli occhi ci suggeriscono.

Sì perché Hierve el Agua, in realtà, è un agglomerato di formazioni rocciose dal colore biancastro che con il tempo si sono unite e modellate, formando la caratteristica forma di cascata che oggi vediamo. A levigarle è stato lo scorrere incessante delle acque provenienti dalle sorgenti situate sulla cima del monte, ricche di calcio e di altri minerali. Sono state proprio loro ad aver schiarito le rocce, conferendogli le caratteristiche tinte che ricordano il ghiaccio e la neve.

Hierve el Agua

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Hierve el Agua, la cascata pietrificata

Hierve el Agua: il più grande capolavoro della natura

Attraversare Oaxaca e giungere fin qui, a circa 14 chilometri dalla città di Mitla, vuol dire ammirare il capolavoro più grande di Madre Natura. L’impatto con questo monumento naturale, infatti, è straordinario.

Si tratta di un luogo incantato tutto da attraversare e da scoprire grazie ai numerosi sentieri percorribili a piedi, gli stessi che aprono, passo dopo passo, una serie di scorci mozzafiato sulla vallata che si snoda tutto intorno.

La magia non finisce qui, però, perché in cima a Hierve el Agua ci sono due piccoli laghi di acqua calda dove i visitatori amano fare il bagno in ogni stagione. Da qui, poi, fuoriescono dei piccoli rivoli lenti ma copiosi che scivolano giù, fino ai piedi della montagna, rendendo il paesaggio incantato.

Hierve el Agua

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Hierve el Agua
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L’Estonia è la migliore meta green dell’anno

È da poco andata in scena la Borsa internazionale del turismo e, come ogni anno, durante questo evento vengono assegnati degli importanti premi del settore. Gruppo Italiano Stampa Turistica ha deciso di destinare il riconoscimento Green Travel Award a Visit Estonia per la categoria Best Green Destination Estero. Un premio che è giunto alla sua undicesima edizione e che è stato istituito per esaltare le eccellenze del turismo sostenibile e responsabile.

Il premio è stato consegnato da Sabrina Talarico, Presidente GIST e Diana de Marsanich, Responsabile Giuria Green Travel Award ed è stato ritirato da Rainer Aavik, Head of Estonian Tourist Board / Visit Estonia insieme a Kristiina Talisainen, B2B Marketing Manager at Estonian Tourist Board / Visit Estonia e Lucrezia Martinengo Co-Owner di Martinengo Communication, Ufficio Rappresentanza e Comunicazione di Visit Estonia in Italia.

Le dichiarazioni degli addetti al lavori

In seguito alla consegna del premio, Rainer AavikHead of Estonian Tourist Board –  ha dichiarato: “È con estremo piacere che riceviamo questo importante riconoscimento. L’Estonia rappresenta oggi una nazione completamente sostenibile, che incentiva la sua popolazione ad optare per scelte consapevoli al fine di prendersi cura della natura circostante risparmiando risorse e prediligendo prodotti locali. Ringraziamo la giuria per il riconoscimento ricevuto e sottolineiamo come, di fatto, la sostenibilità sia un’opportunità e non un sacrificio: è importante presentare ai visitatori l’offerta verde della destinazione, sensibilizzare le aziende ad analizzare le loro attività sulla base di principi sostenibili e richiedere un marchio di qualità ecologica.”

Il premio giunge all’apertura dell’anno in cui la spettacolare Capitale estone, Tallinn, è European Green Capital. Dall’inizio del 2023, infatti, Tallinn guida la rete europea delle città che stanno attuando gli obiettivi sostenibili delle Nazioni Unite a livello locale, concentrandosi sul contrasto alla povertà, la parità di genere, l’acqua pulita, il cambiamento climatico, la sostenibilità energetica, la crescita economica e l’occupazione.

tallin capitale verde

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Veduta di Tallin

Durante questo 2023 in cui ricoprirà il ruolo di Green Capital, Tallinn mira ad avviare nuove attività sostenibili, accelerare l’eco-innovazione e la crescita verde, coinvolgendo i cittadini e le organizzazioni al fine di dare maggior spazio alle comunità locali nello sviluppo della città, trovare opportunità per sostenere e attuare l’innovazione verde, sviluppare la mobilità a zero emissioni di carbonio e stimolare i cittadini a comprendere meglio l’importanza della protezione ambientale.

L’Estonia si conferma quindi il Paese ideale per i green traveller, per i viaggiatori che sono orientati sempre ad optare per scelte consapevoli. Questo perché la natura incontaminata, la gestione ecocompatibile del territorio e la mobilità sostenibile sono solo alcune delle esperienze che i visitatori possono sperimentare per vivere a pieno un’Estonia 100% Green.

Non sono Tallin, tutto il meglio dell’Estonia

Natura, cultura, arte, storia, ma anche innovazione e modernità sono sono alcune delle esperienze possibili racchiuse in un viaggio in Estonia, Paese dalle mille sfaccettature, con una popolazione di 1.300.000 abitanti su una superficie di 45.300 kmq, che aspetta solo di essere scoperto.

Atterrare in Estonia vuol dire inebriarsi di un arcobaleno di colori: dal verde dei boschi, che occupano il 51% del Paese, al blu del mare e degli innumerevoli corsi d’acqua e laghi, al rosso e viola dei tramonti infuocati, dal bianco candore delle immense distese di neve nei mesi invernali agli innumerevoli toni di giallo e marrone delle torbiere.

Dalle lunghe notti d’estate a una sorprendente “quinta stagione”, fino a una combinazione di profumi baltici, nordici e scandinavi. In poche parole l’Estonia è un mistero che si svela ai viaggiatori curiosi, liberi di esplorare a modo proprio un luogo unico e senza tempo.

Parco Nazionale di Lahemaa estonia

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Il meraviglioso Parco Nazionale di Lahemaa

Qui la natura la fa da padrona, ma al contempo un rapido sviluppo tecnologico ha contribuito a renderlo un Paese digitale e uno dei più informatizzati al mondo, combinando con molta semplicità tradizione e innovazione, l’architettura del legno con gli ambienti tecnologici più innovativi.

Un viaggio in Estonia è in grado di mescolare la voglia di perdersi nella natura con il desiderio di rivivere tradizioni storiche. Tutto questo, per esempio, è possibile con una visita alla città di Tallinn, patrimonio mondiale dell’UNESCO, il cui centro medievale è uno dei meglio conservati al mondo; o Tartu nel Sud del paese, la più antica città baltica, sede della prima università del nord Europa. Ma scopriamo insieme 5 luoghi da non perdere assolutamente in questo Paese.

5 luoghi da vedere assolutamente in Estonia

È un Paese che, seppur non troppo esteso, ha veramente molto da offrire ai suoi visitatori. Per questo motivo abbiamo raccolto per voi 5 mete imperdibili (oltre alla Capitale Tallin).

Chi ama la natura non può perdersi assolutamente il Parco Nazionale di Lahemaa, il più grande di tutto l’Estonia, caratterizzato da un tratto di costa frastagliato con baie e penisole e oltre 475 chilometri di boschi rigogliosi. Poi ancora fiumi, paludi e laghi, pini e diversi siti di interesse culturale e storico.

Molto interessante anche Tartu che è considerata la Capitale spirituale dell’Estonia. Non a caso i suoi abitanti parlano di uno speciale vaim (spirito) del passato che si percepisce nelle case di legno e negli imponenti edifici anche oggi. Una cittadina che vanta un bel centro con numerosi edifici dalle sobrie linee settecentesche, gallerie d’arte e musei.

Tartu estonia

Fonte: iStock – Ph: MayaAfzaal

La città di Tartu, in Estonia

Probabilmente non tutti sanno che in Estonia ci sono anche delle isole meravigliose. Ma nello specifico vogliamo parlarvi di Saaremaa, la più grande del Paese e con paesaggi naturali di rara bellezza come foreste di abeti rossi e coste frastagliate impreziosite da fortezze, manieri, mulini a vento e strutture storiche.

Poi ancora il villaggio di Kuguva, un luogo fiabesco che oggi è protetto come museo all’aperto. Qui si possono visitare la vecchia scuola e due fattorie, una delle quali espone splendidi tessuti tradizionali della zona e diversi costumi realizzati con cura minuziosa per i dettagli. L’altra, invece, è la casa natale dello scrittore Juhan Smuul (1922-71).

Infine, in Estonia vi consigliamo di fare una tappa a Pärnu, la sua più importante stazione balneare. La località si estende su entrambe le sponde del fiume omonimo, nel punto in cui questo corso d’acqua sfocia nella Baia di Pärnu. La lunga e vasta spiaggia, con campi da pallavolo, caffè e minuscole cabine spogliatoio, è il posto perfetto in cui rilassarsi e/o lasciarsi andare al divertimento.

Pärnu estonia

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La spiaggia di Pärnu
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Puoi sposarti in un bosco monumentale gratis: succede in Italia

Il nostro Paese è un luogo meraviglioso. Lo è per via di quel patrimonio storico, artistico e culturale di immenso valore conosciuto in tutto il mondo. Per i paesaggi plasmati da Madre Natura, quelli che si perdono nel mare e nell’orizzonte, per i monumenti architettonici che sono diventati i simboli di città e regioni, per le sculture, le case, il cibo e le persone.

Insomma, l’Italia è davvero bellissima e non smette mai di sorprendere. Lo sanno bene tutti quei viaggiatori che ogni giorno attraversano il globo per raggiungere le città d’arte, le grandi metropoli e i piccoli borghi che custodiscono tradizioni, storie e leggende che appartengono al nostro popolo.

Le cose da fare e da vedere nel BelPaese sono tantissime, e tutte sono destinate a incantare. Proprio in Italia, infatti, è possibile vivere e condividere quelle che sono le esperienze più suggestive e romantiche di sempre, come sposarsi all’interno di un bosco monumentale.

Sposarsi in un bosco in Italia

Le meraviglie che appartengono al nostro Paese, dicevamo, sono tantissime e tutte sono destinate a sorprendere e a incantare. Parte del nostro immenso patrimonio è caratterizzato dalla presenza di aree naturalistiche bellissime. Spiagge, mari e laghi, parchi boschi e foreste sono i luoghi prediletti degli amanti della natura, ma anche posti destinati a regalare visioni incredibili e straordinarie.

Ed è proprio all’interno di un bosco situato a pochi chilometri dalla Capitale che oggi vogliamo portarvi. Tra Roma e Frosinone, infatti, esiste un’oasi naturalistica davvero incredibile, inserita nel Monumento Naturale Mola di Piscoli e Selva di Paliano.

Il suo nome è Bosco di Paliano, e si tratta di un terreno che si snoda su una superficie di oltre 30 ettari, dove tutto viene svolto nel massimo rispetto della natura che qui ha scelto di manifestarsi in tutto il suo splendore.

Si tratta di un vero e proprio luogo magico che permette a cittadini e viaggiatori di scoprire e riscoprire la bellezza più autentica della natura, invitando a recuperare un contatto primordiale con questa.

Sotto le maestose querce secolari si snodano diversi sentieri ombreggiati accessibili a tutti. Una passeggiata qui, infatti, si trasforma in un’esperienza incredibile, accompagnata dalla colonna sonora più bella di sempre: la musica della natura.

Non solo passeggiate però, il Bosco di Paliano, infatti, può diventare anche la location naturale di uno dei momenti più romantici e significativi della vita di una coppia. Sì perché all’interno di questa oasi ci si può sposare gratuitamente.

Matrimonio da fiaba nel Bosco di Paliano

Fonte: Bosco di Paliano

Matrimonio da fiaba nel Bosco di Paliano

Come in una fiaba: come sposarsi nel Bosco di Paliano gratis

Tutti i promessi sposi, che attendono solo di pronunciare il fatidico sì e di scambiarsi promesse d’amore eterno, potranno farlo quest’anno all’interno dello splendido Bosco di Paliano. L’oasi naturalistica inserita nel Monumento Naturale Mola di Piscoli e Selva di Paliano, infatti, ha scelto di trasformarsi nella location fiabesca di un matrimonio indimenticabile.

L’offerta è destinata a unioni e matrimoni civili: il Bosco di Paliano viene messo a disposizione e in maniera gratuita per la prima cerimonia dell’anno. I promessi sposi che effettueranno la prima prenotazione dell’anno, infatti, non pagheranno alcun costo per organizzare il matrimonio in questa location fiabesca.

Insomma, se avete intenzione di sposarvi, e coronare il vostro sogno d’amore, questo bosco è davvero il posto giusto.

Il Bosco di Paliano, l'area naturalistica a pochi chilometri da Roma

Fonte: Bosco di Paliano

Il Bosco di Paliano, l’area naturalistica a pochi chilometri da Roma
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Il Carnevale di Ronciglione, nel borgo d’origine di Marco Mengoni

In questi giorni si sta sentendo molto parlare di Ronciglione, splendida cittadina della Tuscia e del Lazio abbarbicata su uno sperone tufaceo, che ha dato i natali a Marco Mengoni, vincitore della 73° edizione del Festival di Sanremo, con il brano “Due Vite”. Inserita nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia, questo affascinante e importante centro storico e turistico, situato nelle vicinanze del Lago di Vico, a pochi km da Viterbo, è famoso anche per il suo antichissimo Carnevale.

Il Carnevale di Ronciglione, tra i più antichi d’Italia

La grande energia del Carnevale di Ronciglione, tra i più antichi d’Italia, è nell’animo degli abitanti di questo incantevole borgo. Una manifestazione che “non ha tempo, non teme i ritardi, il freddo, o altro”, scrivono gli organizzatori. Basti pensare che storia della manifestazione è lunga oltre tre secoli.

Per quasi un mese Ronciglione si trasforma nella città del divertimento tra sfilate, corsi di Gala, maschere, artisti di strada, gastronomia, veglioni e imperdibili appuntamenti gastronomici. Uno spettacolo sempre nuovo, entusiasmante e affascinante, il cui inizio viene annunciato dal suono del “Campanone”, posto sopra il tetto del Municipio.

Imperdibile l’ultimo appuntamento con il celebre Corso di Gala, che si terrà domenica 19 febbraio, che racconta la passione di chi si lascia tutto alle spalle per lanciarsi in uno sfrenato divertimento che non ha età, trasformando le vie del borgo in uno spettacolare palcoscenico su cui sfilano migliaia di figuranti, con addosso i costumi realizzati dalle sarte del posto, e favolosi carri allegorici, realizzati in cartapesta dagli artisti e dai ragazzi del paese. Quest’anno è stato realizzato anche un carro con uno striscione dedicato a Marco Mengoni, originario di Ronciglione, di buon auspicio per la sua partecipazione a Sanremo: obiettivo che è stato pienamente raggiunto, con la vittoria del cantante.

Carnevale di Ronciglione, date e programma 2023

Per chi non volesse perdersi il Carnevale di Ronciglione, e scoprire storia e tradizioni di uno dei paesi più belli della Tuscia, terra delle meraviglie, ecco i prossimi eventi in programma.

16 febbraio – Giovedì Grasso

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa per annunciare il ritorno di Re Carnevale.
  • Ore 15.00 – Ha inizio la follia di Carnevale. Le autorità cittadine e del Carnevale consegnano le chiavi della Città di Ronciglione a Re Carnevale scortati da un drappello di Ussari.
  • Ore 15.30 – Parata Storica degli Ussari.
  • Ore 16.00 – Gran Carnevale dei Bambini e mascherate spontanee.
  • Ore 17.00 – La Confraternita di Sant’Orso offre tozzetti e vino a tutti gli ospiti.
    Grande Merenda per tutti i bambini.
    A seguire tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello di Carnevale con la Banda cittadina “A. Cantiani”.

18 febbraio – Sabato Ghiotto

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa per annunciare il Carnevale.
  • Ore 15.00 – Piazza della Nave. Carnevale Soap Box Race (parata di carrozzette).
  • Ore 17.00 – Carnevale Jotto. Pomeriggio gastronomico con: Polentari, Tripparoli.
    Degustazione di carne di maiale condita e cotta al forno. (Porchetta).
    A seguire tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello di Carnevale con la Banda cittadina “A. Cantiani”.

20 febbraio 2023 – Lunedì dei Nasi Rossi

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa.
  • Ore 16.30 – 123° Tradizionale Carica dei Nasi Rossi.
  • Ore 17.30 – Degustazione di fagioli con le cotiche a cura dei “Faciolari”.
  • Ore 20.30 – Tradizionale cena di gala e veglione dell’associazione “Società dei Nasi Rossi” presso il Ristorante “Due Cigni”.

21 febbraio 2023 – Martedì Grasso

  • Ore 14.30 – Il Campanone di Carnevale suona a distesa.
  • Ore 15.30 – Parata Storica degli Ussari.
  • Ore 16.00 – Gran Carnevale dei Bambini e mascherate spontanee.
  • Ore 17.30 – Tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello e musiche carnascialesche.
  • Ore 18.30 – Rappresentazione della Morte di Re Carnevale e apertura del suo testamento.
    Corteo funebre con la tradizionale Fiaccolata della “Compagnia della Penitenza” e della “Compagnia della Buona Morte”.
  • Ore 19.30 – Partenza di Re Carnevale con il Globo Aerostatico.
    A seguire tutti in Piazza della Nave a ballare il tradizionale Saltarello di Carnevale con la Banda cittadina “A. Cantiani”.

Carnevale di Ronciglione, info utili

Nella domenica dei Grandiosi Corsi di Gala l’ingresso al percorso cittadino è di 7,50 euro, mentre è gratuito per i ragazzi fino a sedici anni. È disponibile, inoltre, una scontistica dedicata alle famiglie: con l’acquisto di almeno un ticket adulto, i ragazzi accompagnati, anche se superano i 14 anni di età, avranno ingresso gratuito. Le biglietterie sono collocate in tutte le entrate del paese.