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In questo hotel puoi scegliere se dormire in Francia o in Svizzera

L’avidità, in senso positivo, è un sentimento che conoscono bene i viaggiatori. Un desiderio incontrollato di conoscere le culture degli altri popoli, di scoprire nuovi territori, di ammirare le bellezze di Madre natura e tutti quei monumenti architettonici e artistici che si sono trasformati in vere e proprie attrazioni turistiche.

Gli avventurieri che hanno fatto del viaggio uno scopo della vita, si riconosceranno senz’altro in questa descrizione. Proprio loro che vagano da una destinazione all’altra creando itinerari che gli permettano di scoprire quante più meraviglie possibili quando sono in viaggio. Dunque, perché accontentarsi? Perché non scegliere di stare in due Paesi contemporaneamente?

Esiste un posto, infatti, che permette di fare questo. Un alloggio unico al mondo in cui tutti dovremmo dormire almeno una volta nella vita. Un hotel che si snoda in due Paesi e che permette agli ospiti di scegliere se dormire in Francia o in Svizzera. Benvenuti all’Hotel Arbez.

Alloggiare in due Paesi contemporaneamente

Gli alloggi, lo sappiamo, sono diventati parte integrante e caratterizzante di esperienze di viaggio straordinarie e indelebili. Negli ultimi hanno ne abbiamo scovati e sperimentati tantissimi, eppure nessuno degli hotel che abbiamo visitato assomiglia a questo.

Il suo nome è Hotel Arbez, conosciuto anche più semplicemente come Arbézie. Si tratta di una struttura accogliente situata al confine tra due Paesi. Passeggiando tra i corridoi, e alloggiando in una delle camere dell’edificio, potrete attraversare i confini tra Francia e Svizzera, e viceversa, senza neanche rendervene conto.

Costruito nel XIX secolo dalla famiglia Arbez nei pressi del piccolo villaggio di La Cure, nel Canton Vaud, l’Arbezie è diventato involontariamente protagonista di una disputa territoriale tra la Francia e la Svizzera per ottenere il controllo della Vallée des Dappes. Al termine di questa il villaggio di La Cure è stato diviso a metà tra le due Nazioni, e le autorità hanno deciso di destinare la stessa sorte alle attività e agli edifici presenti sul territorio. Ma l’hotel Arbez si trovava proprio nel mezzo del confine, così ecco che è diventato per metà svizzero e per metà francese.

Trovandosi in una situazione senza precedenti, l’allora proprietario Max Arbez, ha proclamato l’edificio come sede del principato di Arbézie, creando in maniera umoristica e goliardica una micro-nazione con tanto di bandiera personale. Ecco perché alloggiare in questo edificio permette oggi di attraversare e visitare contemporaneamente non due Paesi, ma tre!

Vuoi dormire in Francia o in Svizzera?

L’hotel Arbez, come anticipato, si trova nel villaggio di La Cure. Costruita nel XIX secolo in stile alpino, la struttura è caratterizzata da un‘atmosfera rustica e accogliente che ha come obiettivo quello di far sentire gli ospiti come a casa.

L’hotel, ancora di proprietà della famiglia Arbez da 4 generazioni, consente ai viaggiatori di soggiornare contemporaneamente in due Paesi. Camminando tra i corridoi, e spostandosi da una parte all’altra dell’edificio, gli ospiti possono attraversare i confini della Francia e della Svizzera senza neanche rendersene conto. La posizione di alcune camere, poi, consente addirittura di dormire con la testa in Francia e con i piedi in Svizzera.

All’interno della struttura, inoltre, è presente anche una locanda, che ogni giorno presenta agli ospiti un menu che comprende le specialità culinarie dei due Paesi in questione.

Insomma, alloggiare qui permette di prendersi una pausa inedita dal caos cittadino e rilassarsi all’interno di un ambiente familiare e accogliente. Ma vuol dire soprattutto concedersi la straordinaria possibilità di stare in due Paesi contemporaneamente. E voi, in quale dei due volete dormire?

Una camera dell'hotel Arbez

Fonte: Photononstop /Alamy/ IPA

Una camera dell’hotel Arbez
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Idee di Viaggio Olanda Viaggi

C’è un posto in Italia che sembra uno scorcio d’Olanda

Organizzare un viaggio in qualsiasi luogo del mondo, e in ogni periodo dell’anno, è sempre un’ottima idea. Lo sanno bene gli avventurieri che non perdono occasione di esplorare il globo in lungo e in largo per andare alla scoperta di tutte le meraviglie che appartengono al nostro pianeta.

Si mettono in viaggio per toccare con mano i grandi capolavori di Madre Natura o per esplorare i monumenti artistici e architettonici che sono diventati i simboli di città e Paesi interi. Lo fanno per conoscere le culture, le usanze e le tradizioni dei popoli del mondo, ma anche per scoprire e riscoprire città, paesi e villaggi che mutano con l’alternarsi delle stagioni.

Ed è proprio per celebrare l’arrivo della stagione più magica di sempre, quella che vede il risveglio della natura, che abbiamo deciso di portarvi in un luogo incantato. Per visitarlo non abbiamo bisogno di volare dall’altra parte del mondo perché questo posto si trova in Italia. Si tratta di un castello del XIII secolo che ospita un giardino fiorito, e che in primavera sembra uno scorcio d’Olanda: è bellissimo.

Fioriscono i tulipani a Torino: l’appuntamento imperdibile

La primavera, dicevamo, è probabilmente una delle stagioni più affascinanti dell’anno. Tutto merito della natura che, con il suo lento risveglio, mette in scena spettacoli grandiosi e straordinari che incantano gli occhi e inebriano i sensi. Stiamo parlando delle fioriture, quelle cangianti e profumate, che colorano di magia le strade, i quartieri e le piazze delle città che conosciamo.

Tra le più celebri del mondo ci sono le fioriture dei tulipani, che ogni anno tingono di bellezza l’Olanda attirando migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Ma come anticipato, non abbiamo bisogno di allontanarci così tanto dal nostro Paese, perché anche l’Italia ha il suo scorcio d’Olanda, ed è un incanto.

Ci troviamo nel cuore del Piemonte, tra Torino e Alba, è più precisamente a Pralormo, un paese di appena 2000 abitanti adagiato su una collina tra  Pianalto e l’inizio del Roero. È qui che sorge un castello medievale dalle fattezze fiabesche che vanta una delle fioriture più belle e straordinarie del BelPaese. A partire dal mese di aprile, infatti, oltre 100000 tulipani, accompagnati da narcisi, colorano i dintorni del Castello di Pralormo regalando ai visitatori uno spettacolo senza uguale.

Per celebrare la fioritura, ogni anno viene organizzata una mostra-evento che prende il nome di “Messer Tulipano”, e che attira visitatori provenienti da ogni parte d’Italia e non solo.

Migliaia di tulipani stanno per fiorire: il Castello di Pralormo sembra l’Olanda

Costruito nel XIII secolo come fortezza per la difesa del territorio, il Castello di Pralormo è stato posseduto da diverse famiglie che ne hanno segnato la storia e i lineamenti attuali,  fino ad arrivare a quella di Pralormo, dal quale prende il nome.

È stata proprio un’erede di questa famiglia a creare il giardino delle meraviglie. Dopo un viaggio in Olanda, e incantata dai colori e dai profumi delle fioriture, Consolata Pralormo ha deciso di inaugurare nella primavera del 2000 un grande evento dedicato proprio a queste piante bulbose.

Da quel momento in poi, e fino a oggi, la manifestazione “Messer Tulipano” è diventata un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti delle fioriture. Con l’arrivo della primavera, infatti, il parco progettato nel XIX secolo dall’architetto Xavier Kurten, si trasforma in un tripudio di colori e profumi che incantano lo sguardo e inebriano i sensi grazie alla fioritura di migliaia di tulipani e narcisi.

L’appuntamento annuale si svolge nel mese di aprile nello storico parco del Castello di Pralormo, con un’esposizione floristica che ogni anno si rinnova, portando in scena la fioritura di oltre 100000 tulipani di specie differenti.

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La location sarda di “Due vite”, il successo di Marco Mengoni

Un’immensa distesa sabbiosa e un cielo nuvoloso, schiarito solamente per un istante da qualche timido raggio di sole: è questa la location che Marco Mengoni ha scelto per il videoclip della sua ultima canzone intitolata Due vite, con la quale ha partecipato – e meritatamente vinto – il Festival di Sanremo 2023. Questo posto magico, che sembra quasi non appartenere al nostro mondo, si trova in realtà in Sardegna ed è una meta naturalistica molto amata dai turisti.

Le Dune di Piscinas, una bellezza sarda

Per una canzone così colma di sentimento, Marco Mengoni ha deciso di volare in Sardegna: non avrebbe mai potuto trovare una location più suggestiva che quella offerta dal parco costiero delle Dune di Piscinas, un’enorme area sabbiosa e incontaminata che si dipana lungo la Costa Verde. Siamo nel territorio di Arbus, piccolo comune situato nella regione sud-occidentale dell’isola, ed è qui che la forza del vento ha dato vita ad uno spettacolo della natura. Le dune sabbiose, modellate continuamente dalle correnti, offrono una vista mozzafiato che si stende ininterrottamente sino all’orizzonte, circondate qua e là solamente da qualche macchia verde.

Le Dune di Piscinas sono tra le più alte in Europa – alcune di esse raggiungono persino i 100 metri! – e si allungano nell’entroterra per almeno un paio di chilometri, lungo i quali l’unica cosa che si può vedere è la sabbia dorata che rifulge sotto i raggi del sole. È nel punto in cui invece incontrano il mare che nasce la Spiaggia di Piscinas, una lunghissima lingua sabbiosa lambita da acque cristalline, una vera e propria cartolina che sembra dipinta con una tavolozza di colori meravigliosi. Impossibile non rimanerne incantati, e i turisti possono trovare qui un angolino di pace dove abbronzarsi o fare un tuffo in mare lontani dalla folla.

Il paesaggio è unico al mondo, e se a prima vista potrebbe sembrare completamente desertico, non c’è niente di più sbagliato. A punteggiare l’enorme distesa sabbiosa sono piccole chiazze di macchia mediterranea, caratterizzate prevalentemente da ginepri secolari, giunchi altissimi e cespugli rigogliosi di splendide ginestre. Anche gli animali non sono certo assenti: qualche fortunato avrà sicuramente potuto avvistare un bell’esemplare di cervo sardo, e in estate le tartarughe marine escono dall’acqua per deporre le loro uova in grandi nidi sotto la sabbia, dove poi avverrà la schiusa. Davanti ad un panorama del genere, si può rimanere soltanto estasiati.

Le Dune di Piscinas

Fonte: Ph. Andrea Bianchera

Le Dune di Piscinas

Come arrivare alla Spiaggia di Piscinas

Come può un luogo così affascinante essere ancora incontaminato? A contribuire è senza dubbio il fatto che, per raggiungerlo, ci sono poche opzioni (e non tutte agevoli). Un paio di strade conducono sino a pochi passi dalla Spiaggia di Piscinas, che è anche dotata di un piccolo parcheggio. Ma sono entrambe sterrate, tortuose e molto strette, quindi non tutti hanno il coraggio di percorrerle. Eppure, è un’occasione unica per scoprire un paesaggio incredibile, dove il tempo sembra essersi fermato. Ci sono infatti alcune tappe che meritano una visita, lungo il percorso.

È il caso dell’antico borgo minerario di Ingurtosu, ormai quasi completamente abbandonato e caratterizzato da piccole abitazioni semidiroccate. Sembra quasi di stare nel far west, con case ridotte in rovina e tutto ciò che gli abitanti vi hanno lasciato che è ormai sepolto sotto strati di sabbia. È a due passi da qui che un tempo si trovavano le miniere più importanti di tutta la regione, dalle quali si estraevano piombo, zinco e argento. L’intera vallata rientra nel Parco Geominerario della Sardegna, e si stende proprio fino alle Dune di Piscinas.

Le Dune di Piscinas

Fonte: Ph. Andrea Bianchera

Le Dune di Piscinas
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Si allunga la ciclabile Garda by Bike, la più panoramica d’Italia

È la pista ciclopedonale più panoramica d’Italia, con una vista mozzafiato su uno degli scorci più pittoreschi del nostro Paese. A strapiombo sul Lago di Garda, una volta ultimata collegherà tutto il lungolago tra Lombardia, Veneto e Trentino. Sarà un anello di 166 chilometri, perfetto per gli appassionati della bicicletta ma anche delle passeggiate della domenica.

Inaugurato nel 2018 il primo tratto, oggi la Garda by Bike va pian piano allungandosi aggiungendo tratti a quegli scarsi – ma bellissimi – 2 km che vanno da Limone sul Garda a Capo Reamol, nel bresciano, al confine con il Trentino-Alto Adige.

È da poco stato inaugurato un nuovo tratto della ciclovia a Malcesine, in provincia di Verona. Poco meno di 2 km che corrono a ridosso della galleria di Navène di Malcesine. Ma in realtà, dei 67 km che toccano la sponda veneta del Lago di Garda, buona parte è già stata completata.

Un’impresa da acrobati

Per costruire il primo tratto della Garda by Bike, che in parte è a strapiombo sull’acqua, c’è voluta un’impresa di acrobati che ha fatto uso di imbracature, cavi e persino di elicotteri per agganciare la sottile passerella di legno e acciaio alle pareti rocciose della montagna a 50 metri d’altezza, con un impatto visivo minimo della struttura sull’ambiente.

I lavori di estensione della pista saranno conclusi entro il 2025, quando la ciclabile toccherà anche il resto dei Comuni trentini e veneti.

Un anello intorno al Garda

Una volta ultimata, la Garda by Bike sarà la pista ciclopedonale più bella e panoramica d’Italia e piacerà agli italiani ma anche agli stranieri che ogni anno visitano il nostro lago. A sua volta, sarà collegata con altre piste ciclabili già esistenti. Prima fra tutte la Ciclovia del Sole, un itinerario di oltre 2.000 km che unisce il Brennero con Santa Teresa di Gallura, in Sardegna, e che attraversa ben undici Regioni.

Sarà collegata anche con la Ciclovia del Vento, la dorsale cicloturistica del Po, in una rete di percorsi che abbracceranno lo specchio d’acqua unendo le sponde del lago e che, nei prossimi anni, offrirà una rete di lunga percorrenza su scala nazionale di oltre mille chilometri.

Se quest’opera ingegneristica è diventata già un’attrazione turistica di primo piano per l’Alto Garda, nei prossimi anni siamo certi che trasformerà tutta la zona in un vero e proprio paradiso per gli amanti del cicloturismo di tutta Europa.

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Fonte: IS

La Garda by Bike a Limone sul Garda
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Koh Kood, l’isola più selvaggia della Thailandia

La Thailandia è una destinazione amata dai turisti di tutto il mondo. Presa d’assalto praticamente tutto l’anno, è un vero paradiso tropicale in cui ognuno di noi può trovare la sua dimensione ideale. Ma c’è un’isola, generalmente meno caotica delle altre, che è una vera esplosione di natura, un fazzoletto di terra selvaggio che saprà conquistare il cuore di tutti i suoi visitatori: Koh Kood.

Dove si trova Koh Kood

La meravigliosa isola Ko Kood si trova nel Golfo di Thailandia, a poca distanza dalla Cambogia, nella provincia di Trat. Chiamata anche Ko Kut, è la quinta isola più grande del Siam e fa parte dell’arcipelago di Mu Ko Chang che è caratterizzato da un totale di 52 isole per lo più disabitate.

Visitarla è come fare un viaggio nella Thailandia più autentica, quella di tanti anni or sono, prima che diventasse una così bramata meta turistica. Ciò vuol dire che non presenta particolari attrazioni turistiche, discoteche o simili: è una vera esplosione di natura esotica, flora e fauna selvaggia, mare turchese cristallino e lunghe spiagge di soffice sabbia bianca.

Facendo tappa a Koh Kood vi ritroverete in un’isola davvero particolare che si distingue per il suo interno selvaggio e lussureggiante impreziosito da un alternarsi continuo di montagne, picchi scoscesi e cascate, per arrivare poi fino a baie e lagune incontaminate che prendono vita tra scogliere di roccia granitica e lava vulcanica. Tante anche le spiagge di sabbia bianchissima lambite da un mare limpido, barriere coralline e pesci tropicali dai mille colori.

A lungo trascurata dal governo thailandese, solo dai primi anni del 2000 ha iniziato a sviluppare un principio di turismo e attualmente può essere raggiunta con uno dei tanti traghetti giornalieri, per via aerea con 1 ora da Bangkok sulla cittadina di Trat, oppure via terra privatamente in circa 4/5 ore con destinazione porto di Laem Sok.

isola Koh Kood

Fonte: iStock

Spiaggia di Ao Tapao sull’isola di Koh Kood

La natura incontaminata di Koh Kood

Scegliendo come meta Koh Kood dovete essere consapevoli che qui non troverete musei o templi per approfondire la conoscenza della cultura locale. Fare un viaggio da questa parti, infatti, vuol dire scegliere di immergersi in numero considerevole di luoghi incantevoli ma nei quali lasciarsi cullare dalle infinite meraviglie della natura.

Sulla costa meridionale, per esempio, potrete mettervi alla prova grazie a una serie di ripide pareti di roccia che possono essere scalate. Non mancano i percorsi percorsi di trekking che si addentrano nella giungla di mangrovie e alberi tropicali.

Essendo un’isola percorsa da diversi torrenti e piccoli corsi d’acqua, Koh Kood pullula anche di splendide cascate. Una di queste è la Klong Yai Kee Waterfall, ma non da meno è la Klong Chao dove è possibile fare un tuffo in un’acqua color smeraldo dai riflessi turchesi.

Questa zona, tra le altre cose, è popolata da scimmie, maiali selvatici, macachi, caprioli, pappagalli, falchi e molti altri uccelli dai mille colori.

Da non perdere, inoltre, sono Sai Yai e Makayuk, due enormi alberi secolari – da 200 a 500 anni – situati nell’entroterra dell’isola. Sono degli incredibili arbusti che sono in grado di produrre delle radici aeree che pendono dai rami, toccano terra e diventano altrettanti fusti supplementari. Una particolarità che rende questi alberi davvero giganteschi.

Cascata di Klong Chao

Fonte: iStock

La cascata di Klong Chao

I villaggi da non perdere

Chi vuole saperne un po’ di più sulla popolazione locale, non può di certo non fare una sosta al villaggio di Ao Salat dove c’è il molo principale. Si caratterizza per essere un grazioso paesino abitato prevalentemente da pescatori che vivono in palafitte.

Altrettanto tipico è il villaggio di Ao Yai, anch’esso dimora di pescatori, che si distingue per essere davvero colorato e pieno di suggestivi ponticelli.

Le spiagge più belle dell’isola

È praticamente impossibile fare un viaggio in Thailandia e non pensare al suo incantevole mare. E come vi dicevamo in precedenza, l’isola pullula di spiagge che sono un vero sogno a occhi aperti. La principali distese di sabbia bianca e fine sono situate lungo la costa occidentale, ma non sono da meno quelle che si trovano altrove.

Le prime che vi consigliamo sono Secret Beach e Haad Klong Yai Kee beach, due spiagge bellissime un po’ difficili da raggiungere su strada ma che valgono assolutamente la pena. Haad Klong è la più piccolina e lambita da un’acqua dalle tonalità verdi/azzurre. Secret Beach – come lascia intendere il nome- si trova nascosta dietro a un promontorio roccioso. Dall’acqua così limpida che sembra un diamante, è situata di fronte a un’altra straordinaria perla thailandese: l’isola di Koh Raet.

La più centrale e frequentata è Ao Klong Chao Beach che è composta da una finissima sabbia candida circondata dalle mangrovie della foresta tropicale. Qui potrete trovare la maggior parte dei resort più rinomati.

Altrettanto affascinante è Soneva Khiri Beach, una spiaggia privata che dà il nome al vicino hotel. Il posto perfetto per dedicarsi a varie attività sportive come lo snorkeling, la pesca subacquea e il kayak.

Koh Kood spiagge più belle

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Una delle spiagge di Koh Kood

Decisamente più intima Yak Kee Beach, non distante dall’omonima cascata. È importante sapere che è piuttosto difficile da raggiungere a causa delle sconnessioni del sentiero per accedervi, ma una volta arrivati sarete felici di averlo fatto.

C’è poi Tapao Beach, un’altra spiaggia molto interessante lunga circa un chilometro e contornata da alte palme da cocco.

Il viaggio alla scoperta delle fantastiche spiagge di quest’isola continua con Ao Ngam Kho beach, una baia di circa 650 metri di sabbia bianca grezza e porosa. Un punto in cui la bassa marea arriva poco, e quindi ideale per fare tuffi indimenticabili.

Infine – ma le spiagge presenti sull’isola non sono di certo finite qui – Ao Phrao Beach, una delle più incontaminate dell’isola.

Per ultimo, è bene sapere che il periodo migliore per andare nell’isola di Ko Kood va da novembre ad aprile con qualche eccezione per maggio in quanto è un mese transitivo tra la stagione calda (da novembre ad aprile) e quella delle piogge (da maggio ad ottobre).

L’arcipelago in cui si trova quest’isola eccezionale della Thailandia è particolarmente esposto ai venti monsonici che provengono da sud-ovest. Ciò vuol dire che da maggio in poi le piogge diventano sempre più frequenti, e in particolare ad agosto, settembre e ottobre sono molto insistenti.

spiaggia di Koh Kood tramonto

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I tramonti di Koh Kood
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Il Cammino delle Dolomiti, l’itinerario più panoramico d’Italia

La bella stagione è sempre più vicina e, in un modo o nell’altro, si rivela il momento dell’anno ideale per fare trekking. Di sentieri in Italia ce ne sono davvero tantissimi, ma oggi vogliamo portarvi a scoprire il più panoramico del nostro Paese: il Cammino delle Dolomiti.

Cosa c’è da sapere sul Cammino delle Dolomiti

Le Dolomiti, da molti considerate le montagne più belle della Terra, sono in grado di regalarci scorci che il resto del mondo ci invidia. Ammirarle a passo lento e udendo al contempo i suoni della natura, non può che essere un’esperienza a dir poco appagante.

E il Cammino delle Dolomiti ci permette di farlo al massimo possibile: è un percorso ad anello che si dirama in 30 tappe che abbracciano l’intera provincia di Belluno. In poche parole questa straordinario tragitto porta a conoscere le terra di Tiziano, Dino Buzzati, Papa Luciani. Delle Dolomiti Patrimonio Unesco, del Parco Nazionale, del Piave. Di Marmolada, Civetta, Pelmo, Tofane, Tre Cime. Di Belluno, Feltre, Cortina d’Ampezzo, del Vajont.

Una tappa al giorno, per un mese intero, attraverso cinquecento affascinanti chilometri. Ovviamente ognuno può strutturarlo come preferisce, magari due tappe a scelta, per un fine settimana lento, intenso e profondo. In sostanza, lo si può modulare come riteniamo più opportuno.

Questo sentiero che porta nel cuore delle Dolomiti è stato pensato per andare a piedi, ma ai più avventurosi farà piacere sapere che per molti tratti è percorribile anche in bicicletta.

Dolomiti Bellunesi cammino

Fonte: iStock

Alla scoperta delle Dolomiti Bellunesi

Per chi è indicato

Il Cammino delle Dolomiti non è solo un semplice trekking: risponde al bisogno di ritrovare se stessi, nella fatica e nello stress quotidiano, nel silenzio, nel ritmo dei propri passi, nella condivisione e nel confronto con la gente, nel vivere la storia, la spiritualità e la cultura dei luoghi.

Pe compierlo è necessario l’impegno, la dedizione, l’amore per la terra che si attraversa e per la gente che vi si può incontrare. 30 tappe che sono impegnative per lunghezza, ma che allo stesso tempo presentano un tracciato agevole e non pericoloso, pensato per i gruppi e le famiglie desiderose di un contatto emozionante con la natura di queste montagne.

Ma non solo: le soste si possono fare in località dove sono presenti strutture ricettive adatte a chi cammina, spartane ma dignitose e di prezzo contenuto. Parliamo di agriturismi, bed &breakfast, campeggi, ostelli, case per ferie, rifugi. Luoghi in cui ci sono a disposizione anche i timbri per riempire le trenta caselle e completare la tessera del viandante. La difficoltà è E o EE, in funzione della tappa scelta.

Le 30 tappe del Cammino delle Dolomiti

Come vi accennavamo in precedenza, le tappe del Cammino delle Dolomiti sono ben 30 e conducono direttamente a contatto con la dimensione più autentica di queste straordinarie montagne, seguendo le orme lasciate dall’uomo nei secoli.

Ciò vuol dire che il percorso mette in relazione i luoghi della più antica presenza umana e delle più rilevanti testimonianze storiche e artistiche nella provincia di Belluno, perle incastonate in una natura preziosa. Si seguono le antiche muratiere e i sentieri che l’uomo ha tracciato in quota, prima che fossero create le attuali strade di fondovalle.

Nel dettaglio le tappe si suddividono in:

  • tappa n. 1 San Vittore – Facen;
  • tappa n° 2 – Facen, Cima Loreto;
  • tappa n° 3 – Cima Loreto, Croce d’Aune;
  • tappa n° 4 – Croce d’Aune, Arson;
  • tappa n° 5 – Arson, Col Cumano;
  • tappa n° 6 – Col Cumano, Sospirolo;
  • tappa n° 7 – Sospirolo, Val Imperina;
  • tappa n° 8 – Valle Imperina, Col di Prà;
  • tappa n° 25 – Perarolo di Cadore, Longarone;
  • tappa n° 26 – Longarone, Farra d’Alpago;
  • tappa n° 27 – Farra d’Alpago, Nevegal;
  • tappa n° 28 – Nevegal, Belluno;
  • tappa n° 29 – Belluno, Trichiana;
  • tappa n° 30 – Trichiana, San Vittore.

Lungo tutti questi chilometri le meraviglie da non perdere sono davvero tantissime.

trekking delle dolomiti belluno

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Panorami lungo il Cammino delle Dolomiti

Cosa vedere assolutamente

Difficile fare una selezione delle meraviglie da ammirare durante il Cammino delle Dolomiti, ma secondo il nostro punto di vista non dovete assolutamente perdervi ciò che vi stiamo per elencare.

Per prima cosa il punto di partenza: il Santuario dei Santi Vittore e Corona alle porte di Feltre. Si tratta di un’antica basilica che si rivela una gemma della fede arroccata sul Monte Miesna da cui si scende percorrendo il Sentiero dei Capitelli fino all’abitato di Anzù.

Molto interessante è anche la quarta tappa che parte dalla piazza di Croce d’Aune, nel comune di Pedavena, ossia dal territorio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Da qui si imbocca il sentiero “Chiesette pedemontane” che porta al borgo di Arson.

Particolarmente panoramica è la tredicesima tappa che da Passo Falzarego segue diversi sentieri che conducono in angoli del nostro Paese che tolgono davvero il fiato.

Altrettanto eclatante è la tappa numero 17 che ha inizio dalla chiesa parrocchiale di S. Giustina, collocata nella piazza principale di Villagrande e prosegue per via Tarin in direzione Larietto, da dove si può intravedere la via Crucis che porta al Colle del Calvario, un antico sito religioso di epoca preromana.

L’itinerario si sviluppa poi in costa fino ad incontrare la strada forestale. Durante questo tratto avrete l’opportunità di intraprendere il percorso “troi di mistieri” che si snoda prima in discesa fino a Mulino Berto e poi in salita verso Dosoledo. Una volta attraversato questo caratteristico paesino di montagna, si giunge a borgata Sacco dove si incontra un altro interessante itinerario tematico “al troi dli tradizion” che collega Dosoledo a Candide e che presenta numerose sculture rappresentanti la storia e le tradizioni del luogo.

Dosoledo belluno

Fonte: iStock

Il paesino di montagna Dosoledo

La tappa 24, invece, inizia dalla Piazza di Pieve di Cadore, nei pressi della chiesa di S. Maria Nascente, e prosegue fino al santuario del Cristo Crocifisso dove alcune scalette e un sentiero conducono alla pista ciclabile da seguire verso Tai.
Percorrendo la pista ciclabile, una volta superata la vecchia stazione ferroviaria e il campo di pattinaggio, è necessario attraversare la strada asfaltata che porta a Cortina d’Ampezzo. Da lì si prosegue fino ad attraversare un ponte che conduce alla alla meta finale della tappa: Perarolo di Cadore, dove è possibile visitare il Museo del Cidolo e del Legname, la chiesa parrocchiale di S. Nicolò, nonché la “villa reale” Palazzo lazzaris-Costantini.

Infine, molto interessante (anche se in realtà sono una più bella dell’altra) è la tappa numero 29 che parte da Piazza Duomo a Belluno e sale verso il quartiere di Mussoi. Da qui si attraversa poi il Bosco delle Castagne per raggiungere il paese di Tisoi caratterizzato dalla presenza di numerose case tradizionali che conservano ancora il cosiddetto “piol”, la terrazza esterna in legno.

L’itinerario scende verso Bribano e la chiesetta di San Nicolò a Bribanet per poi giungere a Longano e quindi in località San Felice dove si attraversa l’omonimo ponte sul fiume Piave arrivando a Trichiana.

Insomma, passo dopo passo il Cammino delle Dolomiti regala meraviglie davvero uniche nel loro genere.

Belluno dolomiti

Fonte: iStock

Veduta di Belluno
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Puoi dormire “sotto sale” nel primo hotel salato al mondo

Le esperienze di viaggio, quelle uniche, irripetibili e indimenticabili, passano anche e sopratutto per gli alloggi. Le strutture ricettive, infatti, non rappresentano più solo i luoghi del riposo e del ristoro, ma diventano parte integrante e caratterizzante delle nostre avventure.

Case sull’albero, baite immerse nella natura, hotel a tema e strutture ricettive uniche e sensazionali si sono trasformate ormai in vere e proprie attrazioni turistiche da raggiungere e scoprire per vivere esperienze entusiasmanti e inedite.

E se è un’avventura così che volete vivere, allora abbiamo trovato l’alloggio giusto per voi. Si tratta di un luogo unico, suggestivo e surreale, situato al cospetto di una delle più straordinarie meraviglie mai create da Madre Natura: il Salar de Uyuni. Proprio qui, nei pressi del deserto salato che appare come un enorme specchio in cui riflettersi, è stato costruito il primo hotel di sale del mondo. Ed è anche l’unico. Pronti a partire?

Dormire nei pressi del Salar de Uyuni: l’esperienza “sotto sale”

Esistono luoghi così belli che non si possono descrivere o raccontare, ma solo vivere. E il Salar de Uyuni è uno di questi. Situato in Bolivia, questo bacino endoreico che si snoda su una superficie di oltre 10000 chilometri quadrati è considerato tra i più grandi del mondo. Formatosi a seguito dell’evaporazione di laghi preistorici si è trasformato nella più grande distesa salata del pianeta, nonché in uno dei luoghi più magici del mondo intero.

Il Salar de Uyuni sembra una favola, un paesaggio onirico e una visione: durante la stagione delle piogge, quando la superficie si ricopre d’acqua, la distesa si trasforma in uno specchio nel quale riflettersi. E tutto diventa magico!

Insomma, raggiungere il Salar de Uyuni è una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita. Ma si può fare di più, una volta giunti qui. Si può dormire all’interno del Palacio de Sal, il primo e unico hotel di sale al mondo, situato proprio nei pressi del grande deserto di sale.

Palacio de Sal, interni

Fonte: 123rf

Palacio de Sal, interni

Palacio de Sal: dormire in un hotel di sale

Nato dalla straordinaria visione dell’architetto Juan Quesada Valda, è probabilmente ispirato dalla grande distesa di sale che si snoda proprio nelle vicinanze, il Palacio de Sal è il primo hotel di sale al mondo, ed è uno degli alloggi più straordinari del mondo intero.

La struttura ricettiva è situata a sud di La Paz, ed è il punto di partenza perfetto per raggiungere il Salar de Uyuni e scoprire tutte le meraviglie straordinarie che appartengono a questo luogo. Progetto per la prima volta degli anni ’90, nel 2004 l’hotel è stato completamente ricostruito con l’obiettivo di portare avanti la missione dell’architetto: quella di coniugare in un unico luogo la bellezza della natura e i servizi di lusso.

E alla fine il sogno si è avverato. Palacio de Sal oggi è un hotel elegante, lussuoso e sicuramente eco sostenibile, dato che la struttura è realizzata interamente con il sale. Le pareti, così come i tetti e i soffitti a cupola, sono realizzati con mattoni di sale e non sono gli unici. Il sale, infatti, è elemento ricorrente anche nel design e nell’arredamento degli interni così da perpetuare quel dialogo continuo con le meraviglie che si snodano tutto intorno all’hotel.

Come abbiamo anticipato, Palacio de Sal è un hotel di lusso. Non mancano, infatti, un ristorante raffinato, una Spa bellissima e numerose suite dotate di tutti i comfort a completare l’offerta. Il vero lusso, però lo sappiamo, sta nella possibilità di dormire all’interno di una struttura bellissima che si affaccia su uno dei capolavori più incredibili di Madre Natura.

I tetti si sale del Palacio de Sal

Fonte: iStock/SL_Photography

I tetti si sale del Palacio de Sal
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Queste sono le coordinate per raggiungere un lago segreto a forma di cuore

È all’ombra dei sentieri più battuti dal turismo di massa che si nascondo le meraviglie più straordinarie che appartengono al mondo che abitiamo. Capolavori naturali o artificiali apparentemente invisibili che si svelano davanti agli sguardi attoniti degli avventurieri che osano spingersi ai confini di ciò che non conoscono.

Ed è proprio uno di questi luoghi che vogliamo raggiungere insieme a voi oggi. Una piccola oasi naturale sconosciuta ai più, dove la natura lussureggiante e più rigogliosa che mai è diventata la cornice di uno dei paesaggi più suggestivi che abbiamo mai visto.

Ci troviamo nel cuore rurale della Polonia occidentale, e più precisamente tra i comuni di Miedzyrzecz e di Trzciel. È qui che è stato scoperto uno specchio d’acqua dalla bellezza mozzafiato che però rivela il suo lato più romantico solo dall’alto. E noi abbiamo trovato le coordinate per raggiungere il lago segreto a forma di cuore. Curiosi di scoprirle?

Il lago a forma di cuore in Polonia

Sono immagini, quelle del lago Czarne, che hanno fatto il giro del web. Del resto quando la natura ci restituisce istantanee così è impossibile restare immuni da tanta bellezza. Le fotografie che raffigurano questo specchio d’acqua a forma di cuore, sono state scattate da un drone che stava sorvolando proprio i territorio della Polonia occidentale. Al confine tra Miedzyrzecz e Trzciel il piccolo aeromobile ha svelato l’immagine più romantica di sempre.

Non sappiamo le origini di questo lago immerso nella natura, né la sua età anagrafica. Sicuramente si tratta di un luogo segreto che è stato custodito dagli abitanti dei villaggi limitrofi per molto tempo, almeno fino a quando un uomo ha diffuso le prime immagini scattate proprio con un drone inviandole ad alcuni media locali.

Grazie alla veduta a volo d’uccello, è stato possibile ammirare questo bacino d’acqua da una prospettiva del tutto nuova. Si tratta di un cuore azzurro nascosto nel verde lussureggiante delle foreste circostanti. Ora tutti parlano di lui. Cittadini e viaggiatori hanno iniziato la ricerca di questo lago segreto per toccare con mano tutta la magia che gli appartiene.

Le coordinate del lago segreto

Per raggiungere questa piccola oasi romantica, occorre raggiungere la Polonia rurale occidentale. È in questo lato del Paese, e più precisamente nei pressi dei comuni Miedzyrzecz e di Trzciel, che inizia la nostra avventura. Una volta lasciata l’automobile nei pressi del parcheggio forestale situato proprio ai confini delle due cittadine, è possibile proseguire a piedi prendendo il sentiero che conduce direttamente al lago.

In circa 30 minuti di cammino si arriva al cuore del lago segreto, un luogo completamente immerso nella natura lussureggiante che è diventato l’habitat di numerosi esemplari di flora e di fauna.

Una volta diffuse le fotografie in rete, il lago Czarne si è trasformato in una vera e propria attrazione turistica, una meta imprescindibile per tutti gli amanti del silenzio e della natura. Del resto, a guardare le immagini, il desiderio di raggiungere questo luogo e trascorrere qui momenti all’insegna della grande bellezza, ha riguardato tutti.

Volete raggiungerlo anche voi? Queste sono le coordinate del lago segreto a forma di cuore: 52.430137947369104, 15.704703118384254. Vi basterà inserirle su Google Maps e iniziare la navigazione.

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Alla scoperta della Foresta Nera sulle orme delle sue particolari leggende

Con questo nome un po’ misterioso ed evocativo, la curiosità è davvero tanta: che cos’è la Foresta Nera, e quali sono le sue infinite bellezze assolutamente da scoprire? Quest’ampia regione montuosa della Germania, che si dipana al confine con la Francia e la Svizzera, è senza dubbio uno dei luoghi più affascinanti che possano esistere al mondo. Paesaggi naturali così tanto diversi tra loro si affastellano in un territorio che da secoli è popolato di leggende da brividi, che rendono tutto ancora più emozionante.

La Foresta Nera, un posto incantato

Dalle colline erbose alle imponenti montagne dal profilo inquietante, dai rigogliosi boschi di abeti neri scuri ai piccoli laghi di acque turchesi: la Foresta Nera è una regione ricca di sorprese, dove immergersi in una natura incontaminata come difficilmente si può trovare altrove. Questa ampia zona montuosa si trova lungo il confine occidentale della Germania ed è costellata di luoghi meravigliosi, di piccoli borghi fatati e di tradizioni antichissime. I turisti ne rimangono incantati, portando via con loro un ricordo memorabile di paesaggi bellissimi e di piatti tipici prelibati che hanno fatto breccia nel cuore (e nello stomaco).

Quali sono le tappe più suggestive di un viaggio alla scoperta della Foresta Nera? Sicuramente c’è Friburgo, pittoresca cittadina di confine che offre un panorama spettacolare: nel centro storico spicca il campanile della Cattedrale di Nostra Signora, capolavoro gotico di rara bellezza. A non molta distanza si può visitare il villaggio museo di Gutach, che si estende per ben 50mila metri quadri accogliendo moltissime strutture tipiche della regione. Passeggiare all’aria aperta ammirando gli edifici è come fare un tuffo indietro nel tempo, ed è un modo davvero curioso di fare la conoscenza di culture così lontane dalla nostra.

Chi ama i paesaggi naturali, non può che sorprendersi davanti allo spettacolo delle Cascate di Triberg, le più alte di tutta la Germania. Con un totale di oltre 160 metri di salto, le loro acque spumeggianti si tuffano tra le rocce ricoperte di muschio, formando una piccola piscina cristallina. Per arrivarci, si possono percorrere diversi sentieri panoramici: è l’ideale per chi vuole fare un’escursione, con la promessa di giungere in un luogo magico dove potersi concedere un po’ di relax, con il fragore dell’acqua a fare compagnia. A poca distanza, si può poi visitare un curioso museo che raccoglie centinaia di orologi a cucù.

Le misteriose leggende della Foresta Nera

Miti e leggende si rincorrono per tutta la Foresta Nera, regalando suggestioni ai turisti che le ascoltano dagli abitanti del luogo. Una delle storie più affascinanti è quella che riguarda il monastero di St. Blasien, un complesso architettonico meraviglioso: si narra che due monaci, tanti e tanti secoli fa, fossero particolarmente malvagi con i poveri paesani del villaggio di St. Blasien, e dopo la loro morte continuassero ad infestare i dintorni sotto forma di spettri. Un giovane monaco cappuccino avrebbe quindi compiuto un vero e proprio miracolo, riuscendo a catturarli e a rinchiuderli in due sacchi, per poi gettarli dalla vetta del monte Feldberg e lasciarli affondare tra le acque del lago Feldsee.

Un’altra leggenda inquietante ha invece come protagonista una giovane ragazza sottomessa alle angherie di suo fratello, soprannominato il “servo nero”. Quest’ultimo la costrinse a sposare un uomo di cui non era innamorata, e dal quale veniva trattata malissimo. In preda alla disperazione, la donna riuscì a fuggire e, perdutasi nel bosco, venne soccorsa da alcuni nani che le indicarono una grotta segreta, quella che oggi conosciamo con il nome di Grotta di Hasel (un gioiello ricco di stalattiti). Il fratello e il marito, inseguendola, rimasero vittime di alcuni massi caduti dalla cima della montagna, e la giovane fu finalmente libera.

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Carnevale: le manifestazioni imperdibili nei borghi d’Italia

Il Carnevale è una delle feste più colorate, divertenti e attese da grandi e piccini e sono tantissime le manifestazioni storiche in tutta Italia. Oltre a quelle più antiche e famose anche all’estero, ci sono anche moltissimi appuntamenti, alcuni dei quali ancora poco conosciuti, cui vale assolutamente la pena partecipare. Ecco quelli da non perdere.

Gli appuntamenti con il Carnevale in Trentino-Alto Adige

El Carneval de Valfloriana in Val di Flemme

Sabato 18 febbraio nel borgo di Valfloriana, in Val di Flemme, si terrà un lungo corteo di personaggi con maschere lignee e costumi sgargianti che parte da frazione Sicina fino alla frazione Villaggio. Si tratta di uno dei Carnevali più antichi del Trentino Alto Adige. L’evento è noto per i famosi ‘Matoci’, maschere di legno lavorate a mano che rendono questo appuntamento davvero imperdibile.

Carnevale e Sciata asburgica a Madonna di Campiglio

Dal 19 al 24 febbraio Madonna di Campiglio, amata per le sue piste, rivive l’atmosfera dei fasti della corte asburgica con la Principessa Sissi e l’Imperatore Francesco Giuseppe. Accanto alle numerose iniziative da osservare come spettatori, ci saranno altrettante occasioni da vivere come protagonisti di una fiaba. Tra queste la “Sciata asburgica” (su prenotazione) in programma giovedì 23 febbraio. Gli ospiti potranno noleggiare il costume d’epoca, da scegliere in una collezione di numerosi modelli, e poi avventurarsi sulle piste della Skiarea Campiglio Dolomiti di Brenta a fianco della coppia imperiale, culminando l’esperienza con un gustoso aperitivo in rifugio alpino.

Il Carnevale ladino in Val di Fassa

Sono numerose le manifestazioni organizzate per Carnevale nelle diverse piazze dei paesi della Val di Fassa, mondo fatato in Trentino, ma l’appuntamento più atteso è senza dubbio quello di Campitello. Come ogni anno, la domenica che precede Martedì Grasso, in Piaz de Ciampedel, sfilano moltissime maschere che indossano le tipiche “facères da bel e da burt” (maschere, “belle” o “brutte”, finemente intagliate nel legno da artisti locali) e si esibiscono in sketch spiritosi e scherzi, coinvolgendo gli spettatori. Come da tradizione, la parata è aperta dal “Grop de la Mescrès de Cianacei e Gries” (Gruppo delle maschere di Canazei e Gries) che si esibirà con Lachè, Bufon e Marascons, le maschere “guida” uniche in tutto l’arco alpino, nei loro costumi riccamente decorati.

Carnevale sulle Fontane a Vigo di Fassa

Il Carnevale Fassano è il periodo più allegro, spensierato e chiassoso di tutto l’anno. Fino al 21 febbraio, a Vigo, in provincia di Trento, si può seguire un’originale percorso a tappe che accompagna i visitatori alla scoperta delle tradizioni ladine. L’itinerario conduce negli angoli caratteristici del paese, uno dei Borghi più belli d’Italia, dove ci si imbatte in 11 casette sulle fontane, realizzate artigianalmente da privati, scolaresche ed associazioni di volontariato, ognuna delle quali racconta un aspetto diverso del Carnevale, dalle maschere tipiche, le cosidette “faceres”, ai variopinti costumi, dalle leggende agli antichi riti propiziatori. Il 21 febbraio si terrà anche la grande parata di carnevale con tante maschere lungo Strada Rezia e, a seguire, festa con musica, ballo e delizie gastronomiche tipiche.

Gli appuntamenti con il Carnevale in Friuli-Venezia Giulia

Una delle tradizioni più caratteristiche di Sappada/Plodn, isola linguistica di matrice tedesca, è il Carnevale (Vosenòcht), momento fondamentale in cui si intrecciano ritualità e folclore. Protagoniste assolute sono le maschere in legno intagliate da artigiani locali e tramandate di generazione in generazione. I festeggiamenti si svolgono come un tempo nelle tre domeniche che precedono la Quaresima, dedicate ai tre diversi ceti della società: la “Domenica dei poveri” (pèttlar sunntach), in cui si usa vestire abiti dimessi e svolgere i lavori più umili per guadagnarsi da vivere; la “Domenica dei contadini” (paurn sunntach) che rievoca gli antichi lavori agricoli e la “Domenica dei signori” (hearn Sunntach), espressione della classe benestante e occasione di sfoggio dei costumi più raffinati. Durante questo periodo si possono gustare specialità come i mogn kropfen e le orecchiette di coniglio. La manifestazione dura fino al 21 febbraio.

L’antichissimo Carnevale di Muggia

Nel bellissimo borgo di Muggia scopriamo le origini antichissime di un Carnevale imperdibile, citato ufficialmente per la prima volta negli statuti comunali del 1420. El Carneval de Muja era caratterizzato da alcune usanze, tra cui la caccia al toro, d’origine veneta, e il ballo della verdura, che si svolgeva il martedì grasso in quella che oggi è Piazza Marconi. Le donne e gli uomini danzano con il capo ornato da verdi ghirlande, reggendo in mano un arco d’oro di fronde e di arance. La sfilata avrà luogo il 19 febbraio. Tra i dolci troviamo le frittole triestine, “polpettine ” con uvetta e pinoli, fritte e in alcuni casi farcite con crema o cioccolato.

Carnevale di Resia, tra dolci e monumenti

Un fitto calendario di eventi, escursioni naturalistiche e stage di danza è in programma dal 17 al 22 febbraio a Resia, in occasione del Carnevale (Püst), oltre alla possibilità di gustare le pietanze tipiche nei ristoranti del borgo e di visitare il Museo dell’Arrotino e il Museo della Gente della Val Resia. Protagonisti della manifestazione diventano due dolci molto particolari: la sope e il bujarnik, quest’ultimo annoverato tra i prodotti agroalimentari tipici del Friuli Venezia Giulia.

Carnevale di Sauris con la “Notte delle Lanterne”

Sauris/Zahre, borgo incastonato nelle Alpi Carniche, ha una tradizione legata al Carnevale tra le più radicate dell’arco alpino: protagonisti della festa sono il Rölar, figura magica e demoniaca con il volto ricoperto dalla fuliggine, e il Kheirar, il re delle maschere. La tradizione prevede la preparazione dei vledlan (frittelle con le erbe), che nella frazione di Lateis assume la forma tronca di ‘vlé’ (nella lingua germanica locale significa anche pulce), a base di farina, zucchero, uova e arricchiti da grappa ed erbe aromatiche, come la menta selvatica e la salvia. Il sabato prima del mercoledì delle Ceneri, il 18 febbraio, avrà luogo la tradizionale “Notte delle Lanterne”, suggestiva passeggiata al chiaro di luna.

Le altre manifestazioni imperdibili

Ritorna la Zinghenesta nella Valle del Biois

Domenica 19 febbraio, la Zinghenesta, tradizionale festa in maschera di Canale d’Agordo, in provincia di Belluno, celebra la decima edizione dopo due anni di stop. L’iniziativa coinvolgerà tutta la Valle del Biois, per l’intera giornata: la sfilata partirà alle 8 della mattina da Falcade in direzione Caviola e intorno a mezzogiorno giungerà a Canale d’Agordo, nella piazzetta di Tancon, davanti alla Casa delle Regole. Qui ci sarà uno dei momenti più importanti della giornata: la rivelazione della Zinghenesta, cioè della ragazza più bella del paese, cui seguirà la sfilata della protagonista della festa e del suo seguito, fino all’evento clou del pomeriggio: il processo al Carnevale, preceduto dal concorso della maschera più bella.

Carnevale dei Bambini ad Acquasparta

Il 19 febbraio sarà l’ultimo giorno dedicato al Carnevale dei Bambini di Acquasparta, perla umbra in provincia di Terni, inserita nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia. In programma l’esibizione delle Majorettes Pomezia Diamond e del gruppo bandistico Città di Acquasparta. In occasione della manifestazione sarà attiva la taverna, dove poter degustare menù a base di piatti tipici locali.