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Bandiere Blu 2023: esce la lista online, ma è falsa. La smentita

Come ogni anno, c’è grande attesa per la nuova lista delle spiagge premiate con la Bandiera Blu 2023: nelle ore scorse è uscito online l’elenco, con largo anticipo rispetto al solito. In effetti, molti si sono chiesti se la notizia fosse attendibile. Ora il mistero è sciolto, con la smentita ufficiale da parte dell’ente che organizza il concorso: la lista è falsa.

Bandiere Blu 2023, la nuova lista: la smentita

Facciamo un passo indietro. Ogni anno, la FEE (Foundation for Environmental Education) premia le migliori spiagge italiane con la Bandiera Blu, un riconoscimento internazionale istituito nel 1987 che vede il supporto persino di due agenzie dell’ONU (l’UNEP e l’UNWTO, l’Organizzazione Mondiale del Turismo). Per poter partecipare al concorso, i Comuni devono segnalare le proprie spiagge compilando un complesso questionario. A seguito di questa procedura, che termina alla fine dell’anno precedente (in questo caso a dicembre 2022), l’organizzazione avvia una lunga serie di controlli per verificare che le candidate abbiano i requisiti per diventare le nuove Bandiere Blu 2023.

Naturalmente, per effettuare tutte queste verifiche ci vuole molto tempo: per questo motivo la lista delle nuove spiagge premiate arriva solitamente a primavera inoltrata. Quest’anno, la notizia della pubblicazione online dell’elenco definitivo è stata lanciata nientemeno che a metà febbraio. Una cosa che ha insospettito molti, ma la certezza che si trattasse di una fake news è arrivata solamente adesso. “Informiamo, a fronte di molte segnalazioni da parte di Comuni, di un presunto elenco delle Bandiere Blu del 2023, apparso sul web. Non essendo ancora terminato il lavoro di valutazione, tale elenco è totalmente falso” – si legge sulla pagina Facebook ufficiale dell’organizzazione.

Bandiere Blu 2023, che cosa aspettarci

Ci vorranno dunque ancora alcune settimane prima di scoprire quali sono le spiagge che verranno premiate con la Bandiera Blu 2023. Ma l’elenco risultato falso ha già attirato l’attenzione su questo importante riconoscimento e ha suscitato molte aspettative su quelle che saranno effettivamente le nuove Bandiere Blu. Lo scorso anno ci sono stati alcuni interessanti stravolgimenti nella lista: diverse spiagge sono state cancellate, perdendo così il titolo tanto agognato (tra queste, la splendida spiaggia di Sapri in Campania, quella di Ventotene nel Lazio e le isole Tremiti in Puglia).

Le new entry sono invece state 14, dei veri e propri gioielli premiati per l’attenzione all’ambiente, la qualità delle acque e la gestione sostenibile del territorio. Ricordiamo quali sono: Alba Adriatica (Abruzzo), Caulonia e Isola di Capo Rizzuto (Calabria), Ispani (Campania), Riccione e San Mauro Pascoli (Emilia Romagna), Porto Recanati (Marche), Cannobio (Piemonte), Castro, Rodi Garganico e Ugento (Puglia), Budoni (Sardegna), Furci Siculo (Sicilia), Pietrasanta (Toscana). Nel 2022, le regioni più premiate sono state la Liguria, che si attesta ancora una volta al primo posto per numero di spiagge Bandiere Blu, la Campania e la Toscana.

In questo momento, la FEE sta compiendo i suoi controlli di rito per verificare che i requisiti per ottenere la Bandiera Blu siano presenti sia nelle spiagge proposte nei mesi scorsi, sia in quelle che sono già state premiate negli scorsi anni (come abbiamo visto, infatti, è possibile anche perdere il riconoscimento). Probabilmente, tra qualche settimana avremo la lista definitiva e ufficiale, così da scoprire quali sono le località più rispettose dell’ambiente e sostenibili per le nostre vacanze estive 2023.

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Il trenino rosa che attraversa i fiori di ciliegio

Esistono luoghi che sono così belli da non sembrare veri. Posti che assomigliano a capolavori dipinti da pittori che hanno preso in prestito i colori più belli dai campi e dai fiori. E invece sono reali e per questo ancora più straordinari.

Il viaggio che facciamo oggi insieme ci conduce proprio verso una di queste destinazioni. Un luogo in cui Madre Natura ha potuto portare in scena una delle visioni più strabilianti del mondo intero e che si perpetua a ogni primavera.

Ci troviamo a Longyan, una città della provincia di Fujian, in Cina. È qui che, in netto anticipo sulla stagione delle fioriture, il territorio si è trasformato nel palcoscenico di uno spettacolo di immensa bellezza da scoprire e riscoprire a bordo di un trenino rosa che attraversa i ciliegi in fiore.

Fioriscono i ciliegi in Cina: il giardino del tè si trasforma in un dipinto

C’è qualcosa di magico che succede intorno a noi quando la primavera arriva. Quando la natura, risvegliandosi, tinge di meraviglia il mondo che abitiamo regalandoci visioni straordinarie.

Le città, i villaggi e i borghi del mondo intero si trasformano, e assumono le sembianze di capolavori artistici da vivere e da condividere, che incantano la vista e inebriano i sensi. Ed è quello che succede anche a Longyan, dove i fiori di ciliegio stanno esplodendo in un giardino del tè.

Ci troviamo nella provincia di Fujian, nella Cina orientale. È qui che ogni anno migliaia di ciliegi iniziano a fiorire a febbraio raggiungendo il loro apice alla fine del mese, all’interno di un giardino del tè elegante e pittoresco: il Taipin Tea Garden. Un luogo, questo, che con gli anni si è trasformato in una vera e propria attrazione turistica. E a guardare le fotografie il motivo è facilmente intuibile.

La fioritura, che si snoda all’interno di un giardino dalle forme sinuose fiabesche, assomiglia a un’opera d’arte da osservare e da attraversare, per perdersi e immergersi nella grande bellezza della natura. Lo si può fare a piedi, per passeggiare a ritmo lento e toccare con mano il miracolo della natura oppure si può salire a bordo di un trenino rosa che attraversa i ciliegi in fiore e che permette di fare un viaggio unico e mozzafiato.

Fioritura di ciliegi in un campo da tè a Longyan, Fujian

Fonte: Getty Images

Fioritura di ciliegi in un campo da tè a Longyan, Fujian

L’Hanami a bordo di un trenino rosa

Quando il calendario ci ricorda l’arrivo imminente di marzo possiamo tutti prepararci agli spettacoli più straordinari di sempre, quelli delle fioriture. Tra le più celebri ci sono quelle dei ciliegi, che tingono di rosa i viali, i parchi e i giardini delle città.

Ed è proprio a questa straordinaria fioritura che è legato l’Hanami, l’arte giapponese di ammirare e contemplare i fiori in primavera. I cittadini del Paese, in questo periodo, sono soliti organizzare passeggiate a ritmo lento e picnic sotto gli alberi per immergersi nella grande bellezza della stagione.

Un’usanza, questa, che si è diffusa rapidamente in tutto il resto del mondo. Come abbiamo visto, infatti, è possibile vivere questa esperienza sensoriale anche in Cina, e più precisamente a Longyan. È qui che, in un giardino da tè incastonato tra le colline di Fujian a febbraio fioriscono circa 10000 alberi di ciliegio di diverse specie che tingono di rosa tutto il territorio circostante. Ed è sempre qui che è possibile praticare l’Hanami a bordo di un trenino rosa che attraversa la grande bellezza di Madre Natura.

Il treno rosa che attraversa i ciliegi in fiore a Longyan, Fujian

Fonte: Getty Images

Il treno rosa che attraversa i ciliegi in fiore a Longyan, Fujian
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Lufthansa lancia le Green Fares: il nuovo modo di viaggiare

Viaggiare in aereo è senza dubbio molto comodo: questo mezzo di trasporto permette di volare da un capo all’altro del mondo in una manciata di ore, risparmiando tantissimo tempo. Ciò ha rivoluzionato il nostro modo di spostarci, ma ad un prezzo abbastanza importante. L’aereo è infatti un mezzo ad alto impatto ambientale, e solo negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi in avanti tali da poter effettivamente ridurre l’impronta di carbonio che ciascuno di noi lascia quando sale a bordo. Lufthansa ha deciso di fare qualcosa in più: è la prima compagnia a lanciare le Green Fares, scopriamo di che cosa si tratta.

Che cosa sono le Green Fares

Il Gruppo Lufthansa, di cui fanno parte le compagnie aeree Lufthansa, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Swiss, Edelweiss Air, Eurowings Discover e Air Dolomiti, ha annunciato una grande novità: a partire dal 15 febbraio 2023, i suoi passeggeri possono acquistare le nuove Green Fares, tariffe ideate per poter viaggiare in modo sostenibile. Queste tariffe sono attualmente applicate su circa 730mila voli annui in Europa, ma anche verso Paesi quali il Marocco, l’Algeria e la Tunisia. Disponibili sia per la classe Business che per quella Economy, si acquistano online sui siti delle compagnie aeree che hanno aderito.

L’idea alla base della nascita delle Green Fares è di ridurre le emissioni di CO2 e di compensare quelle per cui non possiamo ancora fare nient’altro. Acquistando una tra le tariffe Economy Green e Business Green, i passeggeri contribuiranno direttamente ad un viaggio più ecologico: il prezzo include infatti l’utilizzo di carburanti sostenibili per l’aviazione (SAF), che ridurranno le emissioni di CO2 del 20%. Il restante 80% verrà invece compensato con un contributo equivalente che verrà destinato a progetti di qualità per la tutela del clima.

Oltre al vantaggio per l’ambiente, le Green Fares garantiscono tutti gli altri servizi offerti rispettivamente dall’Economy e dalla Business Class. In aggiunta, i passeggeri potranno avere maggiore flessibilità per i cambi, un’opzione di riprenotazione gratuita e un 20% in più di miglia status e miglia premio. “Le Green Fares sono già state testate con successo lo scorso anno per i voli da Danimarca, Svezia e Norvegia” – ha affermato Harry Hohmeister, consigliere del CDA di Lufthansa Group – “Ciò ha dimostrato che la domanda di offerte di viaggio più sostenibili è in aumento”.

Come viaggiare in maniera sostenibile

Scegliere le Green Fares è un ottimo modo per viaggiare in maniera sostenibile, ma non è certo l’unico. Ci sono molti stratagemmi che possiamo adottare per tutelare l’ambiente anche durante le nostre vacanze. A partire dalla scelta del mezzo di trasporto: il treno è un’opzione che offre un minor impatto ambientale, oltre che una bellissima esperienza da vivere. E una volta giunti a destinazione, possiamo spostarci a piedi o in bici, scegliendo i mezzi pubblici per raggiungere i posti più lontani.

Un’altra idea per promuovere la sostenibilità consiste nel partire in bassa stagione ed evitare così di alimentare il fenomeno dell’overtourism, che sta danneggiando molti luoghi meravigliosi. Altri piccoli gesti che possiamo compiere per viaggiare in modo ecofriendly sono l’attento riciclo di ogni nostro scarto, l’acquisto di prodotti locali e il sostegno alle comunità presso cui siamo in visita. Inoltre possiamo evitare di utilizzare prodotti monouso, che sono tra i più inquinanti e rappresentano un enorme spreco di plastica.

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Un cammino in sette tappe sulle tracce del lupo

È il “cattivo” delle fiabe, ma anche un animale meraviglioso: il lupo diventa protagonista di un lungo cammino in sette tappe che porta alla scoperta di splendidi paesaggi d’alta quota e di una natura rigogliosa e incontaminata. Dipanandosi tra Italia e Francia, questo lungo e impervio sentiero offre non solo una vista mozzafiato, ma anche la possibilità di incontrare alcuni esemplari di lupo che oggi vivono in pianta stabile nei centri faunistici della regione.

Il Trekking del Lupo, un cammino tra Italia e Francia

Un’escursione tra sentieri di montagna, per ben 75 km di pura magia: è questo il Trekking del Lupo, un itinerario d’alta quota che ha inizio presso una delle località più suggestive del Piemonte, incastonata tra le Alpi Marittime, per poi sconfinare verso la Francia e concludersi presso il Parco Nazionale del Mercantour. Si tratta di un percorso piuttosto arduo, caratterizzato da belle salite che offrono panorami meravigliosi, ma ci sono tappe adatte persino ai più piccini, che rimarranno a bocca aperta davanti alla maestosità dei lupi, indiscussi protagonisti di questa avventura.

Lungo il percorso non è certo facile avvistarli: i lupi sono animali estremamente intelligenti, e nel momento in cui percepiscono la presenza dell’uomo si ritirano nel profondo dei boschi. In compenso, con un po’ di fortuna, si possono incontrare tanti altri splendidi animali come stambecchi, camosci, marmotte e gipeti. È una vera immersione nella natura incontaminata, che vi permetterà di lasciarvi alle spalle il caos della città e vivere intere giornate all’aria aperta, dall’alba al tramonto, circondati solamente dalle montagne.

E i lupi? Niente paura, c’è ovviamente spazio anche per loro: il punto di partenza e quello di arrivo del trekking non sono altro che due centri faunistici dove vivono alcuni di questi meravigliosi esemplari. Qui è possibile ammirarli in totale sicurezza e scoprire qualcosa in più sulla loro specie, che negli ultimi decenni è tornata a popolare le Alpi grazie ad una maggior attenzione nel ricreare quello che è il loro habitat. Il centro italiano è quello di Uomini e Lupi, che si trova presso il borgo di San Giacomo di Entracque. Mentre sul versante francese, come ultima tappa di questo incantevole cammino, potrete trovare il centro faunistico Alpha Loup, nei pressi di Le Boréon.

Le tappe più belle del Trekking del Lupo

Se i due centri faunistici sono senza alcun dubbio la parte più curiosa del trekking, l’intero percorso è un’avventura che non potrete dimenticare. L’itinerario è suddiviso in sette tappe, ciascuna non troppo ardua: nonostante si tratti di sentieri di montagna, il dislivello giornaliero da affrontare non è mai particolarmente impegnativo. Tanto che sono molte le famiglie che decidono di affrontare qualche tappa per regalare una splendida emozione all’aria aperta ai propri bambini. Dopo essere partiti dal centro Uomini e Lupi, il percorso si dipana sino al Rifugio Soria-Ellena (a ben 1800 metri di quota), che conclude la prima giornata.

Nei giorni seguenti, attraversando rigogliose faggete e seguendo le antiche Strade di Caccia Reali, ovvero i sentieri fatti costruire nell’800 da Re Vittorio Emanuele II per le sue battute di caccia, vi avvicinerete al confine con la Francia. Proseguendo tra le Alpi Marittime Francesi, avrete l’opportunità di ammirare panorami mozzafiato come quello di Pas des Ladres o quello del Lac de Trécolpas. Un ultimo sforzo, tra ampie vallate dove lo sguardo si perde verso l’orizzonte, vi porterà al centro Alpha Loup per un’ultima esperienza a contatto con i lupi.

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Benvenuti nella regione più amata dai turisti internazionali sul web

È italiana ed è una delle regioni più popolari sul web per i turisti internazionali. Vi basti sapere che sono stati quasi 2,8 milioni, e con un incremento del 15%, gli utenti che si sono collegati sul sito turistico regionale nel corso del 2022, con un aumento del 93% del traffico generato dalle ricerche sui motori di ricerca rispetto all’anno precedente. Scopriamo insieme di quale meraviglia italiana stiamo parlando.

La regione più amata del web: la Toscana

Come riporta TTG Italia, una delle regioni più amate in assoluto sul web da parte dei turisti internazionali è la nostra splendida e unica al mondo Toscana.

Ad apprezzarla molto più di altri sono soprattutto inglesi, spagnoli e americani. Non a caso, a far registrare la crescita maggiore sono stati in articolare gli utenti inglesi: il 142,7% in più rispetto al 2021 ma, come scritto su pisatoday.it, anche gli spagnoli sono aumentati di molto: +89%. Sul podio dei mercati più interessati alla regione c’è, infine, quello americano, a +58%, mentre i visitatori italiani del sito sono aumentati di 7 punti percentuali.

Perché la Toscana piace tanto agli stranieri

È impossibile dare una risposta unica alla domanda “Perché la Toscana piace tanto agli stranieri”. Diciamo che per alcuni aspetti la risposta è anche scontata: la Toscana è una delle regioni più belle di tutto il mondo.

Una porzione del nostro territorio che – come praticamente succede anche nel resto del nostro Paese – offre arte, cultura, storia e natura. In sostanza, la Toscana è un incredibile concentrato di città, paesi e borghi. E la cosa più curiosa è che sono tutti bellissimi e famosi per qualche motivo. Ecco perché la Toscana è una regione davvero unica agli occhi dell’intero pianeta.

Non da meno sono i paesaggi straordinari che offre: il mare della costa, come la zona dell’Argentario, o delle isole dell’Arcipelago toscano; i monti dell’Appennino Centrale, delle Alpi Apuane, colline del Chianti, della Val d’Orcia, della Val d’Elsa; le ampie distese di verde della Maremma, oasi naturali, lagune, fiumi, laghi e molto altro ancora.

Come avete avuto modo di capire, quindi, qui non solo non manca niente e tutto quanto si esprime in una massima potenza di equilibrio e armonia.

A conquistare gli stranieri, inoltre, sono anche le eccellenze culinarie toscane. Degli esempi sono, senza ombra di dubbio, le bistecche alla fiorentina, chianina o maremmana. Poi il salame, il prosciutto crudo toscano, il lardo di colonnata, tutti rigorosamente DOP, e il celebre cacciucco alla livornese.

E da non sottovalutare è l’ottimo olio EVO DOP con la relativa fettunta, col pane senza sale, con la ribollita, coi ravioli maremmani, coi tortelli alla mugellana, col panforte e molto altro ancora.

Infine, la Toscana è tanto amata dagli stranieri perché è una terra di sconfinata bellezza e dove hanno lasciato tracce grandi civiltà come quella etrusca, quella romana, fino ad arrivare a essere la culla del Rinascimento.

Grazie alle sue albe nebbiose sulle colline, i tramonti sul mare, i campanili innevati, i boschi rigogliosi e l’amore e l’ospitalità della sua gente, non può non essere amata dai visitatori di tutto il mondo.

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C’è un villaggio incantato in Italia: è il paese degli spaventapasseri. È magico

L’Italia è un Paese meraviglioso, e anche quando crediamo di conoscerlo bene, avendolo visitato in lungo e in largo durante le nostre avventure, lui torna a sorprenderci con nuove e inedite sorprese.

Le cose da fare, e da vedere nel BelPaese, sono tantissime. A partire dalle spiagge dorate bagnate dal mare azzurro e cristallino, passando per i capolavori di Madre natura e per tutte le opere artistiche e architettoniche che sono diventate i simboli delle città e del Paese intero. Ma l’Italia, quella bella, è anche fatta di borghi e villaggi, quelli che custodiscono storie, leggende e tradizioni antichissime, gli stessi che si trasformano in esempi virtuosi di resilienza.

Ed è proprio in uno di questi villaggi che vogliamo portarvi oggi, un piccolo paesino in Val Borbera, in provincia di Alessandria che, come molti altri, ha visto andare via tante persone. Ma proprio come gli altri è rinato, trasformandosi in un villaggio incantato. Ora, Vendersi, è diventato il paese degli spaventapasseri, ed è bellissimo.

C’era una volta il villaggio di Vendersi

Incastonato nella natura lussureggiante e selvaggia della Val Borbera, alla stregua di un tesoro prezioso, esiste un piccolo villaggio davvero incantato. Una frazione del comune di Albera Ligure estranea ai sentieri più battuti dal turismo di massa.

Con il tempo il paesino in provincia di Alessandria, come molti altri, ha visto molte persone andare via lontano, alla ricerca della fortuna in città. Qualcuno però è rimasto, forse perché sentiva suo il compito di proteggere la memoria storica di un luogo così bello, o forse perché il fascino di quell’atmosfera sospesa e senza tempo era più forte di ogni cosa. Fatto sta che, proprio grazie a chi qui ha scelto di restare, che Vendersi è rinato.

Tra i luoghi di interesse culturale e storico, come la Chiesa dei Santi Matteo e Fortunato e l’Abbazia di San Pietro, e le poche case che fanno capolino tra le strade si alternano tutta una serie di campi e coltivazioni che si perdono all’orizzonte. Ed è proprio qui che dovete fermarvi per individuare quelli che sono gli ospiti speciali di questo posto già da qualche anno.

Si tratta di spaventapasseri, e tutti hanno un nome e una storia da conoscere. Non abbiate paura di loro però, perché sono innocui e, anzi, sono proprio loro a rendere questo villaggio un posto incantato.

Il Paese degli spaventapasseri

Percorrendo le strade di Albera Ligure si giunge davanti a un cartello, quello che dà il benvenuto ai viandanti a Vendersi. Impossibile non notare che, nelle sue immediate vicinanze, c’è anche una presenza bizzarra e curiosa. Si tratta di uno spaventapasseri, ma non è l’unico. È solo il primo di una famiglia allargata che vive tra le strade del villaggio.

Utilizzati per tenere lontani gli uccelli dalle coltivazioni, in realtà gli spaventapasseri in passato erano considerati dei veri e propri portafortuna, simboli di buon auspicio che proteggevano i campi e scacciavano gli spiriti maligni.

Nel 2019, due abitanti del villaggio hanno decido di ospitare un’intera popolazione di spaventapasseri. A creare questi manichini sono state Silvia e Ivana utilizzando materiali e accessori di riciclo. La prima ad avere messo “piede” nel paese è stata Delfina, una donna elegante e raffinata. Poi è arrivata Matilde insieme a suo marito Manlio, e insieme a loro anche Mariuccia, Giovanni e Aurelio.

Oggi ci sono più di 15 spaventapasseri nel paese, ma non immaginateli solo come fantocci curiosi. Tutti gli spaventapasseri di Vendersi, infatti, hanno un nome e una storia, ispirata proprio alle persone che un tempo sono vissute in questo territorio.

Ed è proprio passeggiando tra questi, e immaginando le loro storie, che il paese degli spaventapasseri sembra prendere vita, come per magia.

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In viaggio verso il Kenya senza cellulare. Chi vuole unirsi?

Le esperienze di viaggio, quelle straordinarie, indelebili e indimenticabili, sono probabilmente quelle all’insegna dell’autenticità e delle avventure genuine e senza fronzoli. Ecco perché sempre più viaggiatori scelgono destinazioni solitarie e immerse nella natura con l’unico desiderio di vivere le meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo senza distrazioni.

Delle vere e proprie esperienze di disconnessione che non solo ci allontanano dalla città, ma anche dai social network, dal web e dalle continue notifiche dei nostri smartphone e dei device. Queste, almeno, sono le intenzioni di partenza delle cosiddette vacanze digital detox che non sempre, però, si traducono i fatti.

E allora ecco la sfida più stimolante dell’anno: partire verso una destinazione straordinaria lasciando il cellulare a casa. Quanti di voi vogliono unirsi a questo viaggio?

Partire senza cellulare: la sfida dell’anno

Partirà da Milano, il 10 marzo del 2023, il primo viaggio totalmente smartphone free dell’anno. A organizzare questa sfida, quella di restare senza cellulare per sette lunghissimi giorni, sono state Monica Bormetti e Stefania Clementi, fondatrici di YogaDigitalDetox.com, che hanno pensato a questa avventura come a un’esperienza di disconnessione totale dalla tecnologia.

La destinazione del viaggio è Nairobi e, siamo certi, non ha bisogno di presentazione. La bellezza della capitale del Kenya, infatti, precede il suo nome, così come lo fanno il Parco Nazionale della città, una delle più importanti riserve faunistiche del Paese, e l’orfanotrofio degli eleganti. Insomma, le cose da fare qui sono tantissime e tutte sono destinate a sorprendere. Chissà se i viaggiatori che giungeranno in città potranno apprezzarle di più senza il loro smartphone.

Nairobi, dicevamo, è solo il punto di partenza di un’esperienza autentica e genuina che proseguirà a Watamu, una piccola città costiera del Kenya conosciuta soprattutto per le spiagge di sabbia bianca e per i giardini di corallo. Trascorrere qui una settimana, senza tecnologia, sarà una vera e propria sfida per i partecipanti del viaggio.

Un’esperienza sicuramente al di fuori dall’ordinario che però permetterà alle persone che ne prendono parte di sperimentare un nuovo modo di viaggiare che abbraccia quella tendenza sempre più prepotente nei viaggi: disconnettersi dal mondo lì fuori.

La missione dell’avventura, infatti, è quella di andare alla scoperta di un luogo bellissimo senza distrazioni, con l’obiettivo di rilassarsi, riconnettersi a sé stessi e con la natura e ricaricare le batterie in un ambiente sereno e incontaminato. A rendere l’esperienza ancora più straordinaria ci pensa il meraviglioso paesaggio offerto da Watamu che fa da cornice a quello che si prospetta un viaggio indimenticabile.

In viaggio senza smartphone: un’opportunità

Ma è davvero possibile mettersi in viaggio senza uno smartphone? Una domanda lecita, questa, per la nostra generazione che è cresciuta proprio a pane e tecnologia. Siamo convinti, ormai, che il cellulare sia indispensabile per ogni spostamento, figuriamoci per quelli a lungo viaggio. E invece non è proprio così.

Lasciare lo smartphone a casa, e vivere un’esperienza totale di digital detox, può permetterci di esplorare le meraviglie del mondo senza distrazioni, ansie o preoccupazioni che, naturalmente, nascondo quando siamo sempre connessi.

Senza cellulare, invece, possiamo davvero concentrarci sull’avventura e su nient’altro, senza doverci preoccupare di postare ogni movimento sui social network o di essere connessi agli altri e per gli altri. Insomma, se è vero che è più importante “vivere che condividere”, questo viaggio lo dimostrerà.

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Il futuro del Green Pass: perché salverà il turismo

Introdotto nel 2021 per contrastare la diffusione del Covid-19 e al tempo stesso permettere ai cittadini di tornare a spostarsi liberamente anche al di fuori dei confini nazionali, il Green Pass europeo si è rivelato uno strumento particolarmente utile. Soprattutto se confrontato alle altre misure di sicurezza adottate sia dai singoli Stati che a livello di Unione Europea. Sarà dunque proprio questo certificato a fare da modello per il futuro, qualora dovesse mai ripresentarsi una situazione di emergenza come quella che abbiamo vissuto negli ultimi anni.

Green Pass, che cosa succederà in futuro

Ufficialmente chiamato certificato digitale Covid UE, il Green Pass è stato uno dei principali strumenti adottati dall’Unione Europea per garantire nuovamente la libertà di movimento al di fuori dei confini nazionali, anche in tempi di emergenza sanitaria. Come ben ricorderemo, si tratta di un documento che dimostra l’avvenuta vaccinazione completa contro il Covid-19, la guarigione dall’infezione o l’effettuazione di un tampone negativo per accertarsi di non aver contratto la malattia. Per molti mesi ci ha accompagnati nei nostri primi viaggi post-pandemia, ed è stato proprio il Green Pass ad aver permesso al turismo di risollevarsi pian piano. Tanto che ora verrà preso come modello per future emergenze che potremmo trovarci ad affrontare, essendo un po’ più preparati.

La Corte dei Conti europea (ECA) ha recentemente affermato che questo strumento potrebbe salvaguardare i viaggi e gli spostamenti all’interno dell’UE, nel caso in cui dovessimo nuovamente vivere una crisi di portata simile a quella che il Covid ha portato con sé. È per questo che le autorità dovrebbero già pensare all’adozione di un quadro normativo comune a tutti i Paesi europei che permetta l’introduzione o la riattivazione tempestiva di un certificato digitale. In effetti, la base giuridica su cui il Green Pass ha visto la luce sta per venire meno, con la scadenza fissata per giugno 2023. È tempo di guardare al futuro e sfruttare questo modello per non trovarci nuovamente in difficoltà davanti ad una nuova emergenza.

Gli altri strumenti che hanno fallito

Assieme al Green Pass, l’UE ha adottato altri strumenti che non si sono però rivelati affatto così efficaci come sperato. Stiamo parlando dell’applicazione per il tracciamento dei contatti positivi, dei moduli digitali di localizzazione dei passeggeri (PLF) e delle piattaforme utilizzate per scambiare informazioni sanitarie tra i vari Paesi europei. Sebbene, come evidenziato dall’ECA, la Commissione Europea si sia mossa velocemente per affrontare la situazione di crisi, l’adozione di questi strumenti è stata inevitabilmente demandata poi ai singoli Stati membri, e molti di loro non hanno saputo sfruttarli al meglio.

“Purtroppo, non tutti gli strumenti sono stati recepiti e attuati in maniera rapida e corretta. Il successo del certificato digitale Covid UE non è stato quindi replicato” – ha affermato Baudilio Tome Muguruza, responsabile ECA per la revisione degli strumenti digitali. È sufficiente dare qualche cifra per capire l’insuccesso di queste misure di sicurezza. Il PLF, ad esempio, è stato utilizzato davvero solamente da quattro Paesi (e l’Italia è stata la capolista, avendo prodotto circa il 90% dei moduli complessivamente emessi nell’UE). Mentre l’app di tracciamento ha trovato un riscontro effettivo solo in Germania. Non è stato così per il Green Pass: “È stato l’unico strumento utilizzato in tutti gli Stati membri e anche da 45 Paesi non UE. Più di 1,7 miliardi di certificati sono stati emessi fino a marzo 2022″ – ha affermato l’ECA.

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Italia e Francia unite da 11 chilometri di sentiero

Italia e Francia sono unite da un nuovo tracciato internazionale dedicato allo scialpinismo con magnifico scorcio sul Monte Bianco: sono operativi e percorribili gli 11 chilometri del percorso transfrontaliero Skialp al Piccolo San Bernardo, tra Savoia e Valle d’Aosta.

L’iniziativa è sostenuta dal programma europeo Interreg ALCOTRA Italia-Francia con la partecipazione dei Comuni di La Thuile (coordinatore), Séez, Montvalezan, della Communauté de Communes de Haute- Tarentaise (CCHT) e del GEIE La Thuile La Rosière Sud Mont-Blanc.

Lo scenario del nuovo percorso senza frontiere

Il nuovo tracciato tra Italia e Francia si presenta come un’occasione unica per gli appassionati di scialpinismo di vivere un’esperienza rigenerante e potente dal punto di vista fisico ed emotivo, e di praticare l’attività sulla neve scoprendo luoghi di notevole valore naturalistico, storico e culturale del territorio italiano e francese al Piccolo San Bernardo.

Il percorso, infatti, consente di esplorare pendii e altopiani dell’Espace San Bernardo passando da un’altitudine variabile tra i 1.460 e i 2.574 metri con indimenticabili scorci sul Monte Bianco innevato, sui ghiacci perenni del Rutor e sulla più dolce distesa del Piccolo San Bernardo, con il suo ricco bagaglio di storia umana contrassegnata nei secoli dal passaggio di mercanti, pellegrini ed eserciti.

Un’ imperdibile e rara occasione per confrontarsi con la potenza della montagna in uno scenario mozzafiato, che non può lasciare indifferenti.

Gli undici chilometri di tracciato sono dotati di segnaletica per la sicurezza e la serenità degli sciatori nonché di un’app web che consente la geolocalizzazione e la scoperta dei punti di maggiore interesse.

I tracciati di Skialp

Il percorso appena inaugurato che unisce Italia e Francia offre una rara possibilità di confrontarsi con una montagna senza frontiere capace di restituire agli occhi e allo spirito tutta la sua forza e bellezza.

A scelta, può avere inizio dal lato italiano oppure da quello francese.

Il tracciato che inizia dall’Italia, lungo 11 chilometri, parte da Les Suches a 2176 metri e continua per circa 4 chilometri lungo una pista battuta e percorribile in piena sicurezza, fino a raggiungere il Colle del Belvedere a 2558 metri.
Da qui, è possibile proseguire verso la Francia seguendo la pista Carabiniers che conduce alla partenza della seggiovia Chardonnay con cui si raggiunge il Col de la Traversette, per poi scendere fino a La Rosière.

Invece, partendo da La Rosière sul lato francese, il tracciato sale fino al Col de la Traversette a quota 2383 metri per poi scendere fino alla partenza dello skilift Bellecombe 1: servendosi degli impianti Bellecombe 1 e Bellecombe 2 si raggiungono i 2558 metri del Colle del Belvedere da cui è possibile scendere fino a La Thuile. In questo caso il percorso misura 11,8 chilometri.

Gli sviluppi futuri

Il progetto Nouvelles Liaisons Transfrontalières (sostenuto dal Programma Interreg europeo Alcotra Italia-Francia) prevede 4 percorsi transfrontalieri che si aggiungono alle 2 Liaisons esistenti, quella stradale in estate e quella invernale tra gli impianti di risalita di sci alpino.

Si tratta di percorsi che agevolano la riconnessione con la montagna in tutte le stagioni, ristabilendo le relazioni tra persone, ambiente e antiche memorie.

Oltre al percorso Skialp per lo scialpinismo, sono in corso l’allestimento di un percorso per la bike (sia in mountain bike che in e-bike, con vari punti di ricarica), un sentiero escursionistico sull’itinerario del Consiglio d’Europa di Saint Martin de Tours nella tratta tra la Thuile e Séez, e una passeggiata sulle tracce della Memoria, alla scoperta del patrimonio del Colle del Piccolo San Bernardo, dall’antico Cromlech celtico alla Mansio romana fino all’Ospizio del Piccolo San Bernardo.

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Oslo, la Capitale con una foresta nel cuore della città

Oslo è una capitale tutta da scoprire, abbracciata da una natura rigogliosa e variegata, città europea con standard elevati, ristoranti di qualità, occasioni di shopping, vivace movida notturna e hub tecnologico in continua evoluzione.

È una meta particolare, cui dedicare il giusto tempo, ricca di sorprese e attrazioni sia all’aperto che al chiuso, con nientemeno che una foresta a venti minuti dal centro.

Oslo: i punti salienti da non perdere

Quando si pensa alla Norvegia, la prima immagine che viene in mente è la natura straordinaria, la motivazione principale per un viaggio da queste parti.

Una città allora, per quanto sia la capitale, potrebbe risultare meno interessante ed essere un po’ trascurata: niente di più sbagliato, soprattutto quando si tratta di Oslo, località da vivere e apprezzare grazie ai numerosi parchi, all’innovativa architettura, ai musei di fama internazionale e al variegato scenario culturale.

Per conoscerla meglio, il tour può iniziare con una tranquilla passeggiata nel centro, seguendo la lunghissima “Karl Johans Gate“, via dello shopping che, dalla stazione centrale, conduce alle tre attrazioni principali: la seicentesca Cattedrale con imponente torre campanaria, il Palazzo Reale, risalente alla prima metà del XIX secolo come residenza del re e aperto al pubblico dal 2002, e il parco pubblico che lo abbraccia, lo Slottsparken del 1840.

Imperdibili sono poi i musei, tra cui vanno citati quello dedicato a Munch, il Museo del popolo norvegese per scoprire il passato millenario della Norvegia e della Scandinavia, e il Museo delle Navi Vichinghe che ospita tre navi funerarie dell’epoca vichinga e propone un entusiasmante viaggio indietro nel tempo.

Spettacolari sono poi l’Oslofjord, il fiordo navigabile in barca, traghetto o mini crociera con partenza dal cuore pulsante della capitale, Aker Brygge, dai numerosi locali e bar all’aperto affacciati sul mare, e il Parco Vigeland, con un autentico museo a cielo aperto dedicato alle incredibili opere del noto scultore norvegese.

La Foresta di Nordmarka, cuore selvaggio in città

Fiore all’occhiello di Oslo, immersione perfetta nell’incanto dei paesaggi naturali della Norvegia, è la Foresta di Nordmarka (la “foresta del nord”), comodamente raggiungibile dal centro anche con i mezzi pubblici.

È una distesa incontaminata di verde, un luogo magico dove si esprime tutta la forza della natura norvegese, amata dagli abitanti in tutte le stagioni, luogo di relax, di benessere e di vita all’aria aperta.

I suoi boschi, a nord del celebre trampolino di salto con gli sci “Holmenkollen”, sono un’oasi ideale per gli amanti delle escursioni, del trekking, delle passeggiate, dello sci di fondo, delle gite in mountain bike oppure in slitta.

Inoltre, la vasta foresta di alberi secolari abbonda di ruscelli e laghi in cui ci si può divertire in kayak.

I percorsi e i sentieri sono ben segnalati e l’Ufficio Informazioni Turistiche fornisce cartine gratuite della zona per scegliere l’itinerario preferito: uno dei più gettonati è quello che esplora la zona attorno al lago Sognsvann (3,2 chilometri) il cui panorama appare uscito da un libro di fiabe, soprattutto al tramonto o ammantato dalla candida coltre di neve durante l’inverno.

Da qui partono numerosi altri sentieri che consentono di raggiungere zone più lontane e impervie, immerse nel silenzio e nell’atmosfera unica della foresta, al cospetto di laghi, scorci favolosi e un’indimenticabile vista panoramica sulla capitale.

Un’esperienza davvero da “una volta nella vita”.