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Disney100: cento anni di amicizia con Wonder of Friendship

Il 16 ottobre 2023 ricorrerà il 100° Anniversario dal giorno in cui Walt Disney e suo fratello Roy donarono al mondo la magia e la meraviglia dei personaggi Disney: di fronte a questo straordinario traguardo, la Disney festeggerà durante tutto l’anno con una serie di mostre, concerti, esperienze esclusive e una nuova linea di prodotti.

Fiore all’occhiello di Disney100 sarà l’evento Wonder of Friendship: The Experience, in programma dal 12 al 21 maggio 2023 a Londra e successivamente a Berlino e Parigi.

100 anni di amicizia: l’incredibile evento esperienziale di Disney100

In occasione dei festeggiamenti per il 100° Anniversario di The Walt Disney Company, andrà in scena l’incredibile evento esperienziale Wonder of Friendship: The Experience, pensato per un target di giovani adulti, che condurrà i partecipanti in un nuovo mondo dedicato alle storie classiche Disney più amate e li inviterà a esplorare, in modo giocoso, i propri rapporti di amicizia celebrando alcuni dei duetti Disney intramontabili come Topolino e Paperino o Lilo & Stitch.

Saranno oltre 1000 metri quadri di installazioni ed esperienze immersive, suddivisi in quattro differenti aree tematiche: Alice nel Paese delle Meraviglie, Il Re Leone, Topolino e i suoi amici e Lilo & Stitch.

Inoltre, grazie alla Realtà Aumentata di Snapchat, i visitatori avranno l’opportunità di “dare vita” alle storie Disney scannerizzando i QR Code presenti in ciascuna area.

Tutta la magia di Wonder of Friendship: The Experience

Non appena gli ospiti accedono all’evento, si ritrovano immersi all’istante in un mondo magico mentre una chiavetta RFID** traccia i loro movimenti: in questo modo, al termine dell’esperienza, la chiavetta svelerà quali amicizie Disney rappresentano i gruppi di partecipanti che riceveranno anche una speciale stampa Disney “Wonder of Friendship”.

Come prima tappa, ecco il “mondo sotto-sopra” del Garden of Mystery ispirato ad Alice nel Paese delle Meraviglie: i visitatori ripeteranno l’indimenticabile viaggio di Alice e dei suoi amici nella tana del Coniglio.
Per fare questo, dovranno fidarsi dei propri amici avventurandosi tra fiori altissimi, Pan-farfalle, Palmipedoni e Carte-Soldato della Regina, avvolti dall’atmosfera onirica e vibrante del labirinto colmo di nebbia.

Poi, è il momento di godere dei profumi, dei suoni e dei panorami tropicali di Lilo & Stitch a Ohnana Bay: un vero e proprio tuffo nella vita dell’isola, saltando sulla tavola da surf, visitando la spiaggia e passeggiando tra i ricordi di Lilo.

Invece, nell’area Orchestral Oasis dedicata a Il Re Leone, i fan entreranno nel mondo di Simba, Timon e Pumba grazie a un’atmosfera ispirata alla giungla con riproduzioni grafiche di insetti e farfalle, sulle note musicali di Hakuna Matata.

Infine, nell’area Mickey & Friends Wonderverse, ecco le statue a grandezza naturale di Topolino, Minni, Paperino, Paperina, Pippo e Pluto.
Nel momento in cui i visitatori interagiscono con i personaggi, si attivano sensori di movimento che creano animazioni “live art” sugli enormi schermi a LED della stanza: maggiore è l’interazione, più luminose e grandi sono le animazioni, a riprova dell’importanza dello stare insieme.

Non mancano numerosi pop-store, compresa l’esperienza promossa da Creator Studio in cui, grazie alla Realtà Aumentata, sarà possibile creare un capo d’abbigliamento originale e unico.

Al momento, il calendario delle esibizioni prevede le seguenti tappe:

  • Londra, Regno Unito: 180 The Strand, dal 12 al 21 maggio 2023
  • Berlino, Germania: Radsetzerei, dal 9 al 18 giugno 2023
  • Parigi, Francia: Le CENTQUATRE-PARIS, dal 30 giugno al 9 luglio 2023

Nuove date in altri Paesi Europei saranno annunciate successivamente.

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Pulo di Altamura, una voragine nel paesaggio selvatico

È uno degli spettacoli della natura che non ti aspetti, un patrimonio paesaggistico da vivere e da scoprire nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, a sei chilometri da Altamura, la “città del pane DOP”: ecco il Pulo di Altamura, una suggestiva e profonda “voragine nel paesaggio selvaggio”.

Non passa certo inosservata: si tratta della più estesa dolina carsica dell’altopiano dell’Alta Murgia e appare davvero maestosa, sprofondando da 477 metri di altezza e arrivando ai 92 metri di profondità.

Il Pulo di Altamura: la nascita di un meraviglioso anfiteatro naturale

Una meraviglia naturale dal passato millenario di cui, tuttavia, si hanno ancora poche certezze.

Tra le ipotesi più accreditate, il Pulo si sarebbe formato grazie alla natura carsica del territorio: non a caso, nelle vicinanze possiamo osservare altri paesaggi simili, altrettanto interessanti, come il Pulo di Molfetta, il Pulicchio di Gravina e il Pulicchio di Toritto.

Gli squarci nel terreno, quindi, derivano dalla doppia azione chimica e meccanica dell’acqua nella massa rocciosa di natura calcarea, sulla base del fenomeno noto come carsismo.

Tutto il fascino di un luogo a contatto con la natura

La dolina carsica irrompe nel paesaggio dell’Alta Murgia e cattura irrimediabilmente lo sguardo, luogo arcaico immerso nel silenzio e nei profumi della macchia mediterranea, a pieno contatto con la natura.

Appare come una voragine nel terreno plasmata da due lame e pareti verticali dai colori accesi, punteggiate da innumerevoli anfratti e grotte (tra cui le cavità principali, la Grotta I e la Grotta II), abitate dagli ominidi e da quello che venne definito come “Uomo di Altamura“, i cui resti furono rinvenuti nel 1993 dando vita a una delle scoperte paleontologiche più incredibili effettuate in Italia.

La presenza dell’uomo continua poi per tutto il Medioevo e l’età moderna con la pratica di culti e lo sfruttamento di risorse: lo testimoniano i numerosi ritrovamenti umani, i ciottoli incisi e la celebre conchiglia di Cyprea, gioiello dell’antichità.

Come raggiungere il Pulo di Altamura

Il Pulo, magnifico scenario d’Alta Murgia, è la meta ideale per chi ama le escursioni in un contesto insolito e nella quiete più totale.

È raggiungibile a piedi oppure seguendo la pista sterrata sul suo bordo, dove si può parcheggiare l’auto.

Chi desidera avventurarsi lungo il piccolo sentiero, protetto in alcune zone da balaustre in metallo, deve imboccare il bordo della conca sulla destra e iniziare gradualmente la discesa: subito, ecco l’incanto dei vivi colori delle rocce tra cui cresce la campanula pugliese e svettano, forti e rigogliose, le piante di fico.

Sono momenti preziosi, in un luogo ameno e curioso, quasi surreale, da apprezzare, scoprire e ammirare passo dopo passo, una di quelle esperienze che lasciano sensazioni e ricordi indelebili.

Anche la risalita è semplice e tracciata. Prima di tornare al punto di partenza, però, è doveroso scendere i gradini della grotta che si incontra lungo il percorso: il panorama mozzafiato sulla dolina è difficile da descrivere a parole e sprigiona tutta la forza della natura.

La breve e appagante passeggiata si conclude poi lungo gli aridi e inconfondibili prati della Murgia.

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Sul lago più bello d’Italia sta per nascere l’alloggio dei sogni

L’Italia è un Paese meraviglioso, e anche quando crediamo di aver visto tutto, di averlo esplorato e girato in lungo e in largo, lui torna a sorprenderci con visioni mozzafiato ed esperienze inedite e straordinarie tutte da vivere e condividere.

Ed è proprio di una nuova esperienza che si può vivere nel BelPaese che oggi vogliamo parlarvi. Un’avventura attesa da 20 anni che ci conduce in uno dei luoghi più belli, affascinanti e suggestivi del nostro stivale.

Ci troviamo al cospetto del Lago di Garda, il più grande d’Italia. Lo specchio d’acqua che offre scorci mozzafiato e visioni fiabesche e idilliache che ci ricordano quanto è bello il Paese che abitiamo. È proprio qui, in una posizione strategica che offre una vista diretta e mozzafiato sul grande lago, che sta per nascere l’alloggio dei sogni.

Un balcone naturale sul lago di Garda

Il nostro viaggio di oggi ci porta ad Albisano, una frazione del comune di Torri del Benaco, in Veneto, che si snoda sulla sponda est dello straordinario Lago di Garda. È qui che dopo vent’anni sta per essere realizzato un sogno che si chiama SPA-Hideaway Cape of Senses.

Per scoprire la storia di quello che diventerà l’alloggio dei sogni a partire dal prossimo luglio, dobbiamo fare un viaggio indietro nel tempo, e tornare a quando la famiglia Margesin di Lana decise di realizzare un hotel unico e diverso da tutti gli altri. Ci sono voluti anni, venti per l’esattezza, per trovare il luogo giusto, quello che si sarebbe trasformato in un’esperienza unica e incredibile all’insegna della grande bellezza.

Alla fine il posto è stato scelto, e i lavori per la costruzione di SPA-Hideaway Cape of Senses sono iniziati proprio ad Albisano. Qui, sopra Torri del Benaco, e posto a 200 metri di altezza, sta per inaugurare una struttura ricettiva con vista mozzafiato sul Lago di Garda. Un balcone naturale fatto di paesaggi idilliaci e scorci mozzafiato che permetterà ai viaggiatori di vivere un’esperienza straordinaria.

Il nuovo hotel di lusso sul Lago di Garda

Fonte: Ufficio stampa Cape of Senses

Il nuovo hotel di lusso sul Lago di Garda

Un’esperienza esclusiva sul Lago di Garda

Esclusiva, unica e di lusso: è questa l’esperienza che a partire dal prossimo 8 luglio tutti i viaggiatori potranno vivere all’interno del nuovo SPA-Hideaway Cape of Senses. Un hotel a cinque stelle che, come il nome stesso suggerisce, si è posto l’obiettivo di garantire agli ospiti un’esperienza sensoriale da vivere e condividere in un paesaggio d’eccezione, quello del Lago di Garda.

La struttura ricettiva, che si snoda su 15000 metri quadrati di superficie, ospiterà 55 suite, una spa, 3 piscine e due ristoranti. Tutto intorno, invece, si snoda quello che è un balcone naturale che garantisce una vista totale sul meraviglioso specchio d’acqua nostrano a ogni ora del giorno e della notte.

La struttura, destinata solo a ospiti con un’età maggiore di 14 anni, è dotata di ogni comfort e pensata nei minimi dettagli. Gli esterni, così come gli interni delle suite, sono stati ideati nel rispetto dell’ambiente e sono volti a garantire sostenibilità e minimo impatto nei confronti della meravigliosa cornice naturale in cui l’hotel è inserito. Gli alloggi perpetueranno il dialogo con la natura anche attraverso l’utilizzo di materiali naturali e colori essenziali.

Come anticipato, il nuovo hotel a 5 stelle vanta per i propri ospiti un’offerta di lusso. Ma il vero lusso sarà quello di poter sostare in mezzo alla natura in quello che assomiglia in tutto e per tutto a un suggestivo palcoscenico a picco sul Lago di Garda.

La pool infinity del nuovo hotel sul Lago di Garda

Fonte: Ufficio stampa Cape of Senses

La pool infinity del nuovo hotel sul Lago di Garda
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Glamping con vista sullo skyline di New York: l’esperienza mozzafiato

Organizzare un viaggio di breve o di lunga percorrenza è sempre un’ottima idea, indipendentemente dalla destinazione da raggiungere. Queste partenze, infatti, ci permettono di scoprire e riscoprire il mondo che abitiamo, di conoscere le sue meraviglie, esplorare le culture, le tradizioni e le usanze di popoli e Paesi interi.

E se è vero che ogni esperienza sa sempre regalarci emozioni uniche e irripetibili, è vero anche che esistono alcune destinazioni che meritano di essere visitate almeno una volta nella vita. E New York, non abbiamo dubbi, rientra tra queste.

Le cose da fare e da vedere nella cosmopolita città che non dorme mai sono tantissime. Le vie dello shopping, le strade che hanno fatto da sfondo a film e serie iconiche, i grandi grattacieli e il suggestivo Central Park, la scintillante Times Square e il teatro di Brodway: impossibile elencare tutte le bellezze della Grande Mela. Quello che possiamo fare oggi, invece, è suggerirvi di vivere un’inedita esperienza mozzafiato in città, quella di un glamping con vista sullo skyline sfavillante di New York. Pronti a partire?

Un’esperienza mozzafiato a New York

New York, dicevamo, è una di quelle destinazioni da raggiungere almeno una volta nella vita. Le cose da fare sono tantissime e tutte sono destinate a sorprendere e a incantare, a realizzare il sogno americano.

Al di là delle passeggiate tra i grattacieli, dei pranzi sui rooftop, delle visite ai musei e ai luoghi iconici della città, è possibile vivere un’esperienza al di fuori dall’ordinario proprio all’ombra delle luci che accendono e infiammano la Grande Mela.

Basta spostarci di qualche chilometro dalle celebri attrazioni cittadine per raggiungere Governors Island. Si tratta di una piccola isola di appena 172 acri appartenente al distretto di Manhattan. Raggiungibile in traghetto, questa isola è diventata un vero e proprio punto di riferimento per i cittadini, nonché una grande attrazione turistica per tutti i viaggiatori che giungono in città. Da qui, infatti, è possibile ammirare la grande bellezza che appartiene allo skyline di New York che, come sappiamo, è tra i più affascinanti del mondo.

L’isola è caratterizzata da ampi spazi verdeggianti, da colline artificiali e da parchi e giardini. Le automobili, i motocicli e tutti i mezzi di trasporto a motore sono vietati, questo fa di Governors Island un piccola oasi di pace dove cittadini e turisti si incontrano ogni giorno per allontanarsi dal caos cittadino e per vivere giornate all’insegna della spensieratezza.

Non solo passeggiate e relax però, chi giunge a Governors Island può scegliere anche di trascorrere la notte qui. Sull’isola, infatti, esiste un glamping straordinario che affaccia direttamente sullo skyline di New York. L’esperienza, qui, è unica.

Dormire in tenda con vista sullo skyline di New York, Governors Island

Fonte: Picture Alliance/ Getty Images

Dormire in tenda con vista sullo skyline di New York, Governors Island

Il glamping con vista sui grattacieli di New York

Basta solo 8 minuti di traghetto per raggiungere un luogo straordinario e vivere un’avventura mozzafiato a due passi da New York. L’isola di Governors, infatti, offre tutta una serie di alloggi di lusso posizionati in maniera strategica per garantire la visuale sullo skyline della città e sulla Statua della Libertà a ogni ora del giorno e della notte.

Sono diverse le soluzioni proposte: ci sono le tende, quelle che permettono di campeggiare all’ombra dei grandi grattacieli e che offrono un’esperienza rilassante e rigenerante con vista mozzafiato. E poi ci sono le case, abitazioni autonome e indipendenti dotate di terrazzi che garantiscono una visione diretta sulla maestosa Statua della Libertà.

Si tratta di alloggi di lusso dotati di ogni comfort e pensati nei minimi dettagli. Ma il vero lusso, lo sappiamo, è quello di poter dormire sotto le luci della città più scintillante del mondo.

Il glamping mozzafiato sull'isola di Governors a New York

Fonte: Picture Alliance/ Getty Images

Il glamping mozzafiato sull’isola di Governors a New York
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Una nuova ricerca svela il giorno i cui i biglietti aerei costano meno

C’è chi ama tantissimo viaggiare da un capo all’altro del mondo, andando sempre alla scoperta di posti nuovi. Ora più che mai, dopo aver dovuto attendere a causa della pandemia, sono molti i turisti che si concedono una bella vacanza, a volte anche senza badare troppo alle spese. Ma c’è un modo per risparmiare, almeno sul costo dei biglietti aerei: una nuova ricerca ha infatti scoperto che c’è un giorno della settimana in cui i prezzi sono mediamente più bassi. Cerchiamo di capirne qualcosa in più.

Il giorno migliore per comprare i biglietti

Ogni grande viaggio ha un costo, e per potercelo permettere siamo spesso costretti a tagliare qualche voce di spesa. Quello di cui sicuramente non possiamo fare a meno è il volo: l’aereo è il mezzo di trasporto più comodo (e talvolta anche più sostenibile) per poter raggiungere ogni angolo del mondo. E se non abbiamo intenzione di rimanere vicino casa, non ci resta che iniziare a cercare con anticipo le migliori offerte per acquistare biglietti ad un prezzo più economico. C’è chi preferisce comprarli con largo anticipo, e chi invece punta tutto sulla strategia del last minute – anche se di recente non si è rivelata particolarmente efficace per risparmiare.

Un nuovo studio potrebbe cambiare completamente il nostro modo di fare. Jetcost, famoso motore di ricerca di voli, ha condotto una ricerca davvero interessante: questa indagine ci rivela che esiste un giorno della settimana (e persino un orario preciso) in cui i biglietti aerei costano molto meno. Confrontando i prezzi di oltre 250 tra agenzie di viaggio e compagnie aeree, l’analisi ha raggiunto delle conclusioni sorprendenti. A quanto pare, se proprio vogliamo risparmiare un po’, dovremmo acquistare il nostro volo di martedì. Rispetto agli altri giorni della settimana, le tariffe sono più basse: in media, si spendono 138 euro.

E per quanto riguarda l’orario? Il momento in cui è più conveniente comprare un biglietto è durante la notte, e più precisamente attorno alle due: mettendo insieme tutti i dati, la ricerca ha scoperto che, nelle primissime ore di martedì, il prezzo medio di un volo è di appena 123 euro. Insomma, adesso abbiamo una nuova strategia da sperimentare per poter trovare offerte più economiche per il nostro prossimo viaggio. Ma ci sono altri trucchetti utili per risparmiare, soprattutto in un momento come questo, dove i rincari sono all’ordine del giorno?

I trucchi per risparmiare in viaggio

Per riuscire ad acquistare un biglietto aereo a poco prezzo, dobbiamo innanzitutto rivolgerci alle compagnie aeree low cost. Anche così, per risparmiare un po’ possiamo fare attenzione alle tariffe aggiuntive: nella maggior parte dei casi, si applicano per il check in online, per la scelta del posto e per il bagaglio in stiva. Organizzandoci bene, alcune di queste spese potremmo essere in grado di tagliarle. Un altro sistema consiste nell’iniziare a cercare offerte con largo anticipo, navigando su più portali per trovare il prezzo migliore.

È poi dimostrato che volare in bassa stagione e durante la settimana è molto più economico, quindi valutiamo questo fattore al momento di prenotare le vacanze. E se volessimo regalarci, per una volta, un bel volo in Business o First Class? Niente paura: ci sono diversi trucchetti per riuscire ad ottenere un upgrade gratuito, sfruttando ad esempio gli overbooking o anche offrendosi volontari se gli assistenti di volo cercano un passeggero per effettuare un cambio posto all’ultimo momento. Adesso non ci resta che iniziare ad organizzare il nostro prossimo viaggio, adottando tutti questi utilissimi stratagemmi.

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C’è un nuovo e bellissimo itinerario alle porte di Milano

Basta poco per uscire da Milano, dalle sue strade grigie e dai suoi negozi affollati nel weekend, per trovarsi in un’altra dimensione. Molto più lenta, più verde e decisamente più rilassante. Un nuovo itinerario, che tocca luoghi poco noti dal punto di vista turistico, porta alla scoperta di veri e propri gioielli architettonici che si possono visitare.

L’itinerario è la Strada delle Abbazie ed è un cammino che porta alla scoperta di sette meraviglie della Lombardia, radicate nel territorio e che hanno contribuito allo sviluppo dal punto di vista culturale, ma anche economico e ambientale. La secolare presenza delle comunità monastiche in questo territorio, nel Parco agricolo Sud Milano e nel Parco del Ticino, ha lasciato un’impronta importante intorno a Milano, tutt’oggi ben visibile. E che pochi, neppure i milanesi, conoscono.

Questi sette luoghi sono così vicini da poter essere raggiunti a piedi partendo dal Capoluogo lombardo, ma tanto quanto basta per immergersi in una zona troppo spesso trascurata – spesso definita semplicemente periferia – e che oggi può essere valorizzata con una semplice gita fuori porta.

La Strada delle Abbazie: itinerario

L’itinerario ad anello s’inoltra nella campagna milanese, attraversando un paesaggio contrassegnato da rogge, terreni coltivati, navigli e cascine, un tempo fulcro dello sviluppo agricolo, e, oggi, luoghi di aggregazione a contatto con la natura. Lungo il cammino s’incontrano le abbazie medievali, che danno il nome alla strada, quella di San Lorenzo in Monlué, di Chiaravalle, Mirasole, Morimondo e Viboldone, con le loro affascinanti storie, e due chiese, la Basilica di Santa Maria in Calvenzano e la chiesa di San Pietro in Gessate. Sono luoghi di fede, ma anche di cultura e di accoglienza che meritano di essere conosciute.

Il cammino intero è lungo 130 chilometri ed è diviso in sei tappe. Naturalmente, non è necessario percorrerlo interamente, chi desidera può anche fare una sola tappa e fermarsi, magari, a mangiare in una delle tante trattorie lungo la strada.

Le tappe della Strada delle Abbazie

La strada delle Abbazie parte da Milano per giungere alla prima tappa che è quella di Chiaravalle (16,9 km). La tappa successiva è da Chiaravalle a Melegnano (21,8 km), la terza tappa va da Melegnano a Rozzano (25 km), la quarta da Rozzano a Morimondo (21,6 lm), la quinta arriva a Trezzano sul Naviglio (17,9 km) e l’ultima tappa è quella che torna a Milano (14,1 km).

L’Abbazia di San Lorenzo in Monlué

L’Abbazia di San Lorenzo in Monlué fu fondata nel 1267 dai monaci dell’ordine degli umiliati. La costruzione è in stile romanico-lombardo, realizzata in cotto. Tutt’intorno venne costruito il borgo: un’ampia corte agricola con gli edifici monastici e i rustici agricoli, tra cui il mulino, circondati da prati e campi, a formare la grangia. Questo luogo era simbolo di laboriosità, di preghiera, di meditazione e di suoni dolci, oggi prevaricati dall’imponenza della tangenziale.

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Fonte: 123rf

L’Abbazia di Chiaravalle

L’Abbazia di Chiaravalle

L’Abbazia di Chiaravalle fu fondata nel XII secolo da San Bernardo di Chiaravalle e costituisce uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia. Tutte le pareti interne dell’abbazia sono impreziosite da cicli pittorici, tra cui gli affreschi realizzati nel 1600 dai fratelli Giovanni Battista e Giovanni Mauro della Rovere. Al di là della strada, nel parco della Vettabbia, c’è un antico mulino, in uso per l’attività dei monaci fino al 1798. Oggi è un centro polifunzionale di educazione alla sostenibilità.

L’Abbazia di Viboldone

L’Abbazia di Viboldone a San Giuliano Milanese fu costruita tra il 1176 e il 1348 ed è una delle più importanti del Medioevo lombardo. La chiesa, con la facciata a capanna di mattoni in cotto, su cui spicca il portale in candido marmo, è un bell’esempio di transizione dal romanico al gotico. All’interno conserva numerose opere d’arte, tra cui diversi affreschi di scuola giottesca dipinti intorno alla metà del XIV secolo. Fondata dagli umiliati, le cui principali attività lavorative erano la coltivazione dei campi e la tessitura dei panni in lana, fu in seguito affidata ai benedettini olivetani e, oggi, è gestita dalle benedettine di Viboldone, dedite alla clausura, che dal 1940 l’hanno restituita a nuova vita.

abbazia-Viboldone

Fonte: 123rf

L’Abbazia di Viboldone

La Basilica di Santa Maria in Calvenzano

Prima di entrare a Melegnano si fa una deviazione per ammirare la Basilica di Santa Maria in Calvenzano. L’edificio è il risultato di tre chiese sovrapposte: la più antica di epoca paleocristiana (IV secolo), quindi una chiesetta dell’anno Mille e, infine, una chiesa cluniacense, che è quella a noi visibile oggi. Quest’ultima, costruita sul finire dell’XI secolo da monaci benedettini riformati di Cluny, fu realizzata in stile romanico, in mattoni e utilizzando pietre di reimpiego, provenienti da costruzioni precedenti o da crolli. Fu il primo priorato cluniacense nella diocesi di Milano, a cui ne seguirono oltre 50 in tutta la Lombardia, promotori dell’emancipazione della Chiesa dal potere feudale.

L’Abbazia di Mirasole

Si arriva poi all’Abbazia di Mirasole, un esempio ottimamente conservato di una corte medievale, da cui deriva l’impianto della cascina lombarda. La chiesa, risalente alla fine del Trecento, conserva all’interno affreschi rinascimentali, mentre la torre campanaria è più antica di un secolo. All’esterno ruba la scena a tutto il complesso il piccolo chiostro quattrocentesco. Il giardino interno è suddiviso in quattro parti per simboleggiare i quattro passi della spiritualità claustrale, che accompagnano il monaco nell’esperienza del paradiso terrestre. Gli edifici della corte formano un quadrilatero ed erano circondati da un fossato con una torre munita di ponte levatoio.

L’Abbazia di Morimondo

L’antica Abbazia cistercense e il borgo di Morimondo racchiudono lo spirito di questo itinerario, un luogo magico e fuori dal tempo a due passi dalla metropoli. Fondata nel 1134 da monaci provenienti da Morimond, nella Haute-Marne, in Francia, fu la prima abbazia cistercense costruita in Lombardia. I monaci scelsero questo luogo sia per la sua posizione elevata rispetto alla valle sia per la ricchezza delle acque e la fertilità del territorio. Oggi, conserva ancora la maestosa e solenne architettura originaria in stile gotico. Per la costruzione vennero utilizzati mattoni prodotti in una fornace costruita dai monaci. L’abbazia è costruita su quattro livelli, sfruttando un terrazzamento ricavato dal terreno. La struttura comprende la chiesa, il chiostro, la sala capitolare, le celle dei monaci, il refettorio e lo scriptorium.

La Chiesa di San Pietro in Gessate

Sulla strada del ritorno s’incontra la Chiesa di San Pietro in Gessate. Documentata già dal XIII secolo, probabilmente eretta dagli umiliati, venne ricostruita alla metà del XV secolo dai benedettini, ai quali fu affidata unitamente al monastero, per diventare, alla fine del Settecento, sede dell’orfanotrofio dei Martinitt. Il complesso fu gravemente danneggiato dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. La chiesa offre oggi un angolo di pace e raccoglimento, sia all’interno, dove sono conservati ancora degli affreschi quattrocenteschi, sia all’esterno, con il piccolo sagrato, le aiuole e le panchine nel pieno centro della città.

L’itinerario è raccolto nella guida “La strada delle abbazie” scritta da Caterina Barbuscia, Valeria Beretta e Denis Trivellato per Terre di mezzo Editore.

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Pietravairano, il borgo dominato da un teatro-tempio

Le più belle scoperte accadono spesso per caso. E questa è avvenuta così tardi nel tempo che quasi non ci si crede. Era, infatti, il 4 febbraio 2000 quando Nicolino Lombardi, studioso e storico, appassionato di ultraleggeri, sorvolando i cieli di Pietravairano scorge i ruderi di quello che si sarebbe presto rivelato uno spettacolare teatro-tempio di epoca romana tardo-repubblicana, tra i gli esempi più belli e rari di impianti del tipo in Sud Italia.

La scoperta del teatro-tempio romano a Pietravairano

“Fu come vedere il tempio col colonnato ancora in piedi e il teatro con le gradinate colme di spettatori”, ha dichiarato Nicolino Lombardi, autore di questa incredibile scoperta tanto sognata, avvenuta dopo un’infinità di ricognizioni e ricerche nella zona. Il teatro-tempio di Pietravairano, accogliente borgo in provincia di Caserta, sorge sulla sommità di Monte San Nicola (una collina, in realtà), nella frazione Sant’Eremo.

Ci troviamo nell’area storico-geografica del Sannio, abitata dall’omonimo popolo italico che a partire dal IV sec. a.c. entrò in contatto con Roma, la cui supremazia si affermò nella zona tra il 343 e il 290 a.c. con la vittoria nelle tre Guerre Sannitiche cui seguì un processo di romanizzazione. Il tragitto panoramico consente di raggiungere in circa 15 minuti di cammino, a tratti impervio, il teatro-tempio situato a 410 metri di altezza, in un’area caratterizzata dalla presenza di una cinta muraria megalitica di età preromana, che offre un panorama unico.

L’impianto del teatro-tempio è, secondo gli archeologi, un progetto unitario, sviluppato su due terrazze a diverse altezze, che sembra rispecchiare la filosofia della Magna Grecia. Su quella superiore, resti visibili e rilievi planimetrici hanno mostrato la presenza di un tempio a pianta rettangolare, di stile tuscanico. Sui lati, in corrispondenza delle colonne frontali, vi erano due vasche di raccolta dell’acqua piovana, di cui resta solo quella orientale.

Sulla terrazza inferiore, a una ventina di metri più in basso, si trova, invece, il teatro del quale si conserva la cavea semicircolare, ricavata sfruttando il pendio naturale della collina sul modello dei teatri greci, con una capienza che si suppone non dovesse essere superiore ai 2.000 posti a sedere.

Come e quando visitare il teatro-tempio di Pietravairano

Il sito archeologico è stato recuperato attraverso un importante intervento di restauro durato diversi anni e giunto quasi a conclusione. Nel 2015 la Regione Campania finanziò anche la costruzione di un impianto di risalita che permettesse di raggiungere il sito in pochi minuti, evitando l’itinerario impervio, ma il progetto non è ancora stata realizzato. In tempi recenti, il teatro è stato restaurato e reso di nuovo agibile e funzionante, benché non siano mancate le polemiche per gli interventi ritenuti molto invasivi.

Se state pensando di organizzare una visita al teatro-tempio di Pietravairano, evitate se possibile i mesi più caldi dell’anno, poiché il percorso è interamente esposto al sole. Ricordatevi anche di portare con voi acqua e qualche spuntino. Il sentiero è accessibile a tutti ma presenta brevi tratti un po’ più impegnativi. La fatica è, tuttavia, ricompensata da uno dei panorami più spettacolari della provincia del medio-Volturno.

Una visita al borgo di Pietravairano

Il delizioso borgo di Pietravairano, in provincia di Caserta, si sviluppa su una serie di terrazze come un gigantesco presepe. Conserva ancora molto del suo impianto medievale, con il castello che domina un reticolo di stradine che invitano a fare una passeggiata rigenerante, costellata di belvedere che regalano straordinarie vedute del paesaggio circostante. Tra le sue attrazioni imperdibili c’è il Santuario di Santa Maria della Vigna, ricostruito nel secolo XVII, che conserva nella sua cripta originaria interessanti affreschi tardogotici.

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Il paese dei mulini a vento esiste. E non è quello di Don Chisciotte

Libri, film, serie televisive e racconti ispirano da sempre i nostri viaggi. Lo fanno quando a fare da sfondo alle storie che ci appassionano ci sono le città, i villaggi e i borghi del mondo che conosciamo o che ancora dobbiamo esplorare. E quale occasione migliore, se non quella di trasformarci nei nostri protagonisti preferiti, per organizzare l’ennesima avventura?

Oggi è proprio uno di questi luoghi che vogliamo raggiungere insieme a voi per vivere un’esperienza incredibile. Una destinazione che tutti abbiamo immaginato almeno una volta, visualizzandola nella mente quando abbiamo letto uno dei romanzi più celebri delle letteratura spagnola, quello che raccontava le avventure di Don Chisciotte e Sancio Panza.

Stiamo parlando del paese dei mulini a vento, che però, nel nostro caso, non è quello che ha fatto da sfondo alle vicende del leggendario cavaliere errante, ma è comunque meraviglioso.

Viaggio in Olanda, nel Paese dei mulini a vento

Miguel de Cervantes Saavedra, lo sappiamo tutti, aveva scelto la Spagna come scenografia delle avventure di Don Chisciotte della Mancia. Aveva scelto i paesaggi solitari e suggestivi della Castiglia-La Mancia, quelli caratterizzati dai mulini a vento e dai castelli diroccati che sono diventati con il tempo una vera e propria attrazione turistica per migliaia di viaggiatori.

I mulini a vento però lo sappiamo, non sono solo quelli che si snodano nella Mancia. In Europa, infatti, esiste un luogo affascinante e suggestivo caratterizzato paesaggi da fiabeschi e onirici dove fanno capolino mulini colorati e di diverse dimensioni.

Si tratta del paese dei mulini a vento, un piccolo villaggio dove il tempo pare essersi fermato. Il suo nome è Zaanse Schans, e per visitarlo dobbiamo volare in Olanda. Pronti a partire?

Zaanse Schans, il villaggio dei mulini a vento

Fonte: iStock

Zaanse Schans, il villaggio dei mulini a vento

Benvenuti a Zaanse Schans

Non ci stupisce poi molto sapere che la nostra destinazione di oggi è l’Olanda. Del resto il Paese è da sempre conosciuto in tutto il mondo proprio per quel paesaggio bucolico e affascinante dove si alternano canali, campi di tulipani e mulini a vento.

Ci troviamo a nord est di Amsterdam, e più precisamente sulla riva del fiume Zaan. È qui, nell’Olanda Settentrionale, che si trova una piccola comunità dove si snodano appena 40 case, dietro le quali si stagliano straordinari e maestosi i mulini a vento.

Zaanse Schans, questo il suo nome, è da sempre considerato il paese dei mulini a vento. In questa zona di Zaandam, nella municipalità di Zaanstad, esistevano un tempo oltre 700 strutture costruite proprio per sfruttare l’energia eolica. Le prime testimonianze dell’esistenza dei mulini a vento risalgono al 1321. Nei secoli successivi molti altri ne furono costruiti raggiungendo un primato davvero strabiliante, basti pensare che nel 1731 questa zona contava oltre 250 mulini, mentre Amsterdam appena 30.

Con l’avvento dell’industria, però, gli antichi mulini furono sostituiti, un destino che per fortuna non toccò a tutte le costruzioni. Alcune di questi furono conservate proprio con l’obiettivo di preservare la memoria storica del luogo e della vita di un tempo.

Oggi a Zaanse Schans sono rimasti poco più di 10 mulini a vento a testimoniare il passato del territorio, e quelli di sono trasformati in una vera e propria attrazione turistica. Del 2007, invece, è il mulino a vento più recente, la cui costruzione è stata ispirata proprio dagli altri edifici storici. Nella metà dello scorso secolo è stato poi inaugurato anche il Molenmuseum, che oggi gestisce i 12 mulini del villaggio che ogni giorno sono raggiunti da migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Passeggiare per questo piccolo villaggio è davvero un’esperienza al di fuori dell’ordinario, un viaggio che attraversa i secoli e che permette di immergersi in un’atmosfera affascinante e senza tempo.

Raggiungere il villaggio è semplicissimo. Zaanse Schans, infatti, si trova ad appena 20 chilometri da Amsterdam, ed è facilmente raggiungibile dalla capitale in macchina o in autobus.

Zaanse Schans

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Gole del Forello, luogo impervio e incredibile

In Umbria, a pochi passi da Civitella del Lago, nel territorio di Baschi, ci si imbatte nelle affascinanti Gole del Forello (o Gola del Forello), situate tra tra Todi e Orvieto. Un luogo incontaminato e altamente suggestivo, cuore del Parco Fluviale del Tevere, che regala esperienze speciali.

Alla scoperta delle Gole del Forello

Valle formata dal fiume Tevere, le Gole del Forello sono un luogo alquanto impervio e poco antropizzato, che attraversa la dorsale Monte Peglia-Monti Amerini, stretto tra pareti rocciose alte più di 200 metri ammantate da una fitta vegetazione mediterranea. I rilievi calcarei che circondavano il lago Tiberino nel Terziario e Quaternario mostrano voragini circolari e profonde, simili a inghiottitoi.

Ad attirare qui gli appassionati di speleologia sono le insenature carsiche e gli straordinari complessi di grotte scavate dal Tevere nelle rocce calcaree delle pareti. Tra queste spiccano:

  • la Grotta della Piana, che si estende per 2500 metri in un banco di travertino, alla quale si può accedere una volta giunti a Titignano, dove sono stati rinvenuti reperti risalenti al neolitico e all’età del bronzo
  • la Grotta del Vorgozzino, nella formazione della scaglia rossa, che raggiunge una profondità di 123 metri

Quest’area sorprende anche gli amanti di arrampicata per la presenza di una piccola falesia, particolarmente suggestiva per l’ambiente ancora intatto e selvaggio in cui si trova, con circa 20 vie, ideali da esplorare nelle mezze stagioni o nelle mattine d’estate.

Il lago di Corbara, tra passeggiate nella natura e grotte

La splendida valle che si apre a partire dalle gole è occupata dal lago di Corbara, un bacino artificiale realizzato con lo sbarramento del fiume Tevere nei pressi dell’omonimo abitato, frazione di Orvieto. Uliveti e vigneti lo circondano nella zona meridionale, mentre boschi ad alto fusto riempiono di verde la zona più a monte.

Gli amanti della natura possono regalarsi emozionanti passeggiate lungo le sue sponde, visitare le Gole del Forello, le insenature carsiche scavate dal Tevere e le affascinanti grotte che si aprono sui fianchi del lago, tra cui la Grotta Bella e la Grotta della Piana. Oltre a essere di grande interesse paesaggistico, il lago di Corbara è tra i più apprezzati del Centro Italia dai pescatori sportivi, in particolare per la pesca alla carpa.

Area archeologica di Scoppieto

Nei dintorni ci si imbatte nell’area archeologica di Scoppieto, che occupa un pianoro dominante la valle del Tevere, in una zona ricca di giacimenti di argilla, acqua e terre fertili. La visita al sito rappresenta il punto di partenza o di arrivo di un itinerario naturalistico – archeologico offerto dal Parco Fluviale del Tevere, che racchiude i resti di un antico insediamento produttivo sorto in funzione del fiume, mezzo di comunicazione e trasporto.

Lo scavo è stato promosso dal Dipartimento di Scienze Storiche dell’Antichità dell’Università di Perugia nel 1995, e ha rivelato la lontana esistenza di una manifattura romana di ceramica risalente alla fine del I secolo a.C. Cessata l’attività, l’area si trasformò in un quartiere residenziale fino al IV secolo d.C. Ciò che è venuto alla luce è un intero villaggio di artigiani, con postazioni di lavoro allineate dei vasai, che sedevano vicino ad una vasca per l’argilla, al tornio e a un braciere: si tratta della prima struttura del genere, di tipo industriale.

Eremo della Pasquarella, fascino e mistero

Incastonato in mezzo alle rocce e alla fitta vegetazione delle Gole del Forello, sorge l’Eremo della Pasquarella, segnalato come “Centro escursionistico della Pasquarella”, in cui ci si imbatte andando verso Todi. La sua costruzione risale all’XI secolo ed è stata attribuita a San Romualdo, fondatore di numerosi eremi nati intorno all’anno Mille.

È situato in un’area sacrale sotto il pianoro di Scoppieto, dove sono stati scoperti i resti di un tempio italico risalente ai sec. IV-III a.C. Estremamente affascinante la sua storia, ricca di leggende e credenze popolari. Tre le feste che vi si celebrano durante l’anno: per l’Epifania, la domenica in Albis e l’ultima domenica di maggio.

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Il villaggio magico e rurale all’ombra della Reggia di Versailles

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, e anche se sono diversi tra loro, tutti sono accomunati dal medesimo desiderio di conoscere ed esplorare il mondo che abitiamo e le sue meraviglie. Ma gli avventurieri più attenti, quelli che hanno fatto del viaggio una missione di vita, sanno bene che la vera bellezza spesso di nasconde all’ombra delle attrazioni più celebri, quelle che ogni giorno sono raggiunte da migliaia di turisti.

Ed è proprio in uno di questi luoghi, celati dalla grande maestosità di una reggia, che oggi vogliamo raggiungere insieme a voi. Un piccolo villaggio rurale con edifici di legno e tetti di paglia, un borgo caratterizzato da un’atmosfera bucolica che vive e sopravvive ancora oggi. Un luogo dove le feste, lo sfarzo e il lusso non potevano entrare, perché tutto era dedicato alla più autentica e genuina semplicità.

Hameau de la Reine, questo è il suo nome, è il villaggio voluto dalla regina Maria Antonietta per sfuggire alla corte e agli impegni reali. Ed è un borgo magico e rurale situato proprio all’ombra della celebre Reggia di Versailles.

C’era una volta un villaggio incantato

Correva l’anno 1782 quando, la Regina Maria Antonietta d’Asburgo-Lorena, commissionò all’architetto Richard Mique, la realizzazione di questo piccolo villaggio. Il suo desiderio era quello di potersi allontanare dalla corte di Versailles, dallo sfarzo e dal lusso, dalle feste e dagli eventi regali, per abbracciare uno stile di vita più autentico e genuino.

Ispiratasi agli scritti di Rousseau, la regina fece costruire un borgo rustico e campestre totalmente estraneo agli sfarzi del palazzo. Furono costruiti diversi edifici, tra i quali una fattoria, una torre con un faro, una stalla, un mulino e un boudoir. Realizzati con materiali naturali, come tetto e paglia, tutti erano circondati da orti, giardini e frutteti.

L’Hameau de la Reine, che tradotto letteralmente vuol dire Villaggio della Regina, si sviluppava intorno all’edificio maggiore, la Casa della Regina, ed era diviso da un piccolo fiume artificiale che culminava in un laghetto. Un luogo magico e fiabesco all’interno del quale Maria Antonietta amava trascorrere le giornate.

Il Villaggio della Regina, poi, fu abbandonato dopo la Rivoluzione francese. Ma nessuno lo ha mai dimenticato. Dopo tre tentativi di restauro, l’ultimo risalente agli anni ’90 del secolo scorso, il borgo è tornato ai suoi antichi splendori e resta ancora oggi un luogo straordinario e segreto tutto da scoprire.

Il Villaggio della Regina Maria Antonietta all'ombra di Versailles

Fonte: 123rf

Il Villaggio della Regina Maria Antonietta all’ombra di Versailles

Come raggiungere il Villaggio della Regina

Quello che resta dell’antico Villaggio della Regina, è il simbolo di un passato che non può essere dimenticato. Passeggiando tra le vie del paesino si ha come la sensazione che l’intero luogo sia stato vittima di un incantesimo che ha fermato il tempo.

Gli edifici, restaurati negli anni ’90 da Pierre-André Lablaude, e ancora prima da Napoleone Bonaparte e dall’imprenditore John Rockefeller jr, conservano ancora la loro originale bellezza. Tutto intorno, invece, la natura rigogliosa e lussureggiante fa da cornice a un paesaggio bucolico e silenzioso dove sembrano sopravvivere gli echi del passato.

L’Hameau de la Reine si trova nel Petit Trianon, una zona del Parco della Reggia di Versailles, ed è raggiungibile proprio durante le visite all’antica e grandiosa residenza, anche se è sicuramente una delle parti meno conosciute di tutto il complesso. E per questo, forse, è ancora più bella.

Hameau de la Reine

Fonte: 123rf

Hameau de la Reine