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Antigua e Barbuda, viaggio in paradiso

Era il 1493 quando Cristoforo Colombo, senza neanche metterci piede, battezzò l’isola Antigua, dal nome della chiesa di Santa Maria La Antigua di Siviglia. A distanza di 530 anni, al porto di St John, la Capitale dell’arcipelago di Antigua e Barbuda non ci sono più le caravelle ma grosse navi da crociera da 6mila passeggeri che, in alta stagione, fino a cinque al giorno attraccano e scaricano migliaia di crocieristi sull’isola che vengono per esaudire un sogno: quello di scoprire uno dei luoghi più esotici del mondo.

Luogo che ha affascinato scrittori – primo fra tutti Ernest Hemingway che era solito frequentare Antigua e alloggiare nell’hotel che per anni gli è stato intitolato (ora è chiuso, ma è stato tra sformato in ristorante e gift shop) – e teste coronate. Tra gli aficionados di Barbuda, c’era soprattutto Lady Diana, che amava in particolare una spiaggia di sabbia rosa che si trova sull’isola di Barbuda e che oggi è chiamata appunto Princess Diana Beach. Oggi sono i figli Harry e William a tornare di tanto in tanto sull’isola tanto amata dalla loro mamma.

E quando atterri – o sbarchi, se arrivi in nave – ad Antigua ti sembra di tornare indietro di secoli, quando capitani nella divisa della marina britannica si aggiravano impettiti – e accaldati – per le strade sterrate e la gente del posto era presa in mille faccende. L’isola non è cambiata molto, certo ora che è dedita al turismo ci sono nuovi resort di lusso, boutique e ristoranti gourmet, ma sempre perfettamente integrati nel paesaggio, ed è ciò che rende questo luogo ancora unico.

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Fonte: @Yensa Werth – Antigua and Barbuda Tourism Authority

English Harbour ad Antigua

Le 365 spiagge

Poiché siamo ai Caraibi, le spiagge sono un capitolo importante per chi decide di trascorrere una vacanza ad Antigua e Barbuda. Dicono infatti che l’arcipelago fatto di due isole principali – ce ne sono altre ma piccolissime – conti davvero 365 spiagge, una per ogni giorno dell’anno, ed è vero. E ce ne sarebbero ancor più, perché bisogna sapere che le isole sono bagnate a Nord e a Est dall’Oceano Atlantico e che le spiagge che vi si affacciano non sono così praticabili perché rocciose e ventose.

Ma ce ne sono così tante altre che vi basteranno per una vita. Tra l’altro, sono tutte libere, anche quelle davanti agli hotel, quindi si possono provare davvero tutte. Impossibile nominare tutte le 365. Possiamo solo citare le più famose, come Carlisle Bay, sulla costa meridionale, una deliziosa spiaggia di finissima sabbia chiara, Pigeon Beach, non lontana da English Harbour, dove si concentra gran parte dei siti storici di Antigua, una bella spiaggia di morbida sabbia bagnata da un mare turchese. Dickenson Beach è situata sulla costa Nordoccidentale dell’isola ed è raggiungibile da St. John’s, ha un lungo litorale di soffice sabbia bianca.

Long Bay, sulla costa orientale, è una grande spiaggia di sabbia bianca incastonata in una tranquilla insenatura: è l’unica spiaggia da cui si accede alla barriera corallina a nuoto ed è perfetta per chi ama fare snorkeling. Half Moon Bay è una paradisiaca mezzaluna di sabbia dalle sfumature cangianti dal bianco al rosa, bagnata da un bellissimo mare turchese e cristallino.

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Fonte: @Antigua and Barbuda Tourism Authority

La spiaggia di Half Moon Bay ad Antigua

Cosa fare ad Antigua

Il punto da cui parte la visita alla scoperta di Antigua è Heritage Quay, nella Capitale St John’s, i vecchi docks e magazzini riqualificati e oggi trasformati in duty free shop, dove acquistare gemme, oro e preziosi, ma anche brand di lusso e abbigliamento firmato. Tra le lussuose boutique anche negozi di souvenir e food stall dove provare la cucina locale. Tra i tour consigliati a St John’s per catapultarsi negli usi e costumi di Antigua c’è sicuramente un Food tour: sei stop della durata di tre ore tra i banchi e i localini più tipici dell’isola. Annette ha aperto il primo stall di cibo locale, prima per strada e poi con un piccolo locale. Frutta esotica e verdure dal sapore incredibile vengono trasformate in tempo reale in frullati allo Smoothie Palace, un food truck lungo la strada.

Quando è il periodo, merita l’ananas nera, una variante dolcissima e, naturalmente, il mango. La birra locale si assaggia all’Island Bhive, un locale stile chiringuito frequentatissimo. da provare è anche il wrap di pollo o verdure di Roti King che lo cucina da tre generazioni. E non sono Caraibi se non c’è anche un po’ di rum. Ecco allora che merita una degustazione da Quin Farara’s.

Cosa vedere ad Antigua

Il luogo più storico di Antigua è Nelson’s Dockyard, nell’English Harbour, dichiarato sito Unesco nel 2016. Lord Nelson è stato qui solo tre anni (1784-1787) come comandante in capo di circa 300 soldati. Il porto, che serviva a esportare rum e canna da zucchero e a importare schiavi, insieme alla cittadella dove vivevano i soldati, ora sono stati riqualificati, trasformati in negozi, ristoranti, boutique hotel e si possono visitare. C’è anche un museo.

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Fonte: 123rf

English Harbour, ad Antigua, visto da Shirley Heights

Nelson’s Dockyard fu realizzato in un’insenatura naturale inespugnabile. Ancora oggi è uno dei porti dei Caraibi preferiti dai naviganti proprio perché è molto protetto. Vi si tengono ogni anno eventi, boat show e regate. Uno dei luoghi più incantevoli da dove si gode una delle viste più belle di Antigua è proprio di fronte al porto e si chiama Shirley Heights. Qui, due sere alla settimana organizzano un Reggae Party al tramonto con BBQ a base di street food locale, birra e tanta musica.

Nei pressi di questo sito c’è una copia di Clarence House, una delle residenze reali britanniche, fatta costruire per il Duca di Wessex.

Fare snorkeling e nuotare con le mante

Antigua è perfetta per chi ama fare snorkeling. I suoi fondali sono ricchi di coralli e di grotte marine, frequentate da miriadi di pesci colorati, tartarughe marine e barracuda. Tanti gli spot dove avventurarsi con maschera e pinne. Oltre alla spiaggia di Long Bay che si trova proprio davanti al reef, ci sono altri punti da cui partire in barca per raggiugere la barriera.

A Sud Ovest dell’isola si attraversa la laguna di mangrovie con il kajak di South Coast Horizons per raggiungere una microscopica spiaggia da dove si viene prelevati e condotti in barca al largo nei pressi della barriera corallina di Cades Bay, un parco marino protetto.

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Fonte: @Antigua and Barbuda Tourism Authority

Snorkeling a Cades Reef

Partono escursioni verso la barriera corallina anche dalla spiaggia di Dickenson Bay, a Nord di Antigua, mentre a Nord Ovest, nei pressi di St. John’s, gli appassionati diver amano immergersi tra i relitti di Deep Bay.

Una delle esperienze più affascinanti che si può fare ad Antigua è il bagno in compagnia delle mante. C’è un posto chiamato Stingray City, la città delle mante, a Est dell’isola dove vive un enorme branco di queste magnifiche creature. Una barca porta i turisti al largo dove il mare sembra una piscina naturale e dove da una piattaforma ci si può immergere con le mante, pesci che possono raggiungere fino agli 8 metri di lunghezza per 3 tonnellate di peso, che spuntano da ogni parte. Anche i meno temerari usciranno da questa esperienza felici come non mai.

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Fonte: @Antigua and Barbuda Tourism Authority

Fare il bagno con le mante a Stingray City ad Antigua

Cosa fare a Barbuda

Completamente diversa e molto più piccola rispetto ad Antigua, l’isola di Barbuda, a poco più di un’ora di traghetto di distanza o 15 minuti d’aereo, è incredibilmente selvaggia, anche se non manca qualche chicca.

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Fonte: @Antigua and Barbuda Tourism Authority

La costa di Two Foot Bay a Barbuda

Qui ci sono splendide spiagge incontaminate – come quella preferita da Lady Di che è fatta davvero di microscopiche conchiglie rosa – dove stendere il proprio telo mare e gettarsi nelle acque cristalline e calde del Mar dei Caraibi.

E non è l’unica spiaggia di sabbia rosa perché c’è anche quella di Coral Bay. Ma c’è anche una zona costiera primordiale, quella di Two Foot Bay Park, a Est dell’isola, dove ci sono caverne e fossili che si possono esplorare.

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Fonte: @Antigua and Barbuda Tourism Authority

Il principe Harry in visita al santuario delle fregate a Barbuda

Si capisce che Barbuda è un paradiso perché questo è anche il luogo preferito dalle fregate, splendidi uccelli che si possono vedere a migliaia a Codrington Lagoon. I maschi con la loro sacca gulare rossa che si gonfia fino quasi a esplodere durante il corteggiamento. L’escursione si fa in barca e merita assolutamente.

Secondo i piani di sviluppo turistico anche Barbuda a breve dovrebbe accogliere molti più visitatori grazie all’apertura di un nuovo aeroporto, nuove proprietà e campi da golf. Al momento c’è un solo hotel ed è di proprietà nientemeno che di Robert De Niro.

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Fonte: @Antigua and Barbuda Tourism Authority

La spiaggia rosa di Coral Bay a Barbuda

Quando andare ad Antigua e Barbuda

Si fa prima a dire quando è meglio non andare ad Antigua e Barbuda perché il periodo degli uragani, come in tutti i Caraibi, va da metà agosto a metà ottobre. Non esiste, invece, una vera stagione delle piogge in quanto spirano sempre i venti alisei che fanno sì che, anche durante i mesi più caldi (dicembre-aprile), le temperature oscillino sempre tra i 26 e i 30°C. La sera è facile dover indossare un golfino per via della brezza.

Come arrivare ad Antigua e Barbuda

Non ci sono voli diretti dall’Italia ma è necessario fare uno scalo in una città europea da dove volano compagnie aeree dirette ad Antigua. Da Londra volano Virgin Atlantic (è più comoda per la connessione) e British Airways, mentre da Francoforte vola la Condor Airlines. In alternativa si può volare negli Stati Uniti – dove però è necessario procurarsi l’ESTA anche solo per fare scalo – da dove partono diversi voli diretti ad Antigua.

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Così puoi cogliere lo spirito più autentico della Valle Aurina

Nel cuore dell’Alto Adige, sorge una valle dalla straordinaria bellezza, circondata da oltre 80 cime che raggiungono i tremila metri di altitudine e caratterizzata da paesaggi che tolgono il fiato fin dal primo sguardo. Si tratta della Valle Aurina, un concentrato di natura, vegetazione, erbe spontanee e racconti mitologici che fanno innamorare qualsiasi viaggiatore dedito all’ascolto dell’ambiente circostante e dei suoi infiniti misteri.

Ed è proprio qui, in questa affascinante valle dell’Alto Adige, che sorge un incantevole sentiero da esplorare passo dopo passo e che vi permetterà di scoprire lo spirito più vero di questa terra unica e la sua anima più autentica, il sentiero Anna. Un viaggio sia fisico che spirituale che vi porterà tra la meraviglia delle sue antiche leggende e dei suoi misteri, per vivere un viaggio di scoperta e dal tasso emozionale altissimo.

Il sentiero Anna e i suoi misteri

Un percorso adatto a chiunque, grandi e piccini, immerso nella natura e da seguire lentamente, vivendone ogni più singolo dettaglio e lasciandosi abbandonare alla vista dei tanti scorci di panorama mozzafiato che caratterizzano questo scrigno di bellezza che è la Valle Aurina.

Annaweg”, questo il nome del suggestivo sentiero, è un tragitto unico per bellezza e valore, un tratto da percorrere in modo agevole grazie ai sui gradini torniti e alle diverse indicazioni che indicano la corretta direzione da prendere e da seguire un passo alla volta e con gli occhi puntati all’ambiente circostante. Tra larici, abeti rossi e pini maestosi. Un sentiero incastonato tra la natura e architetture passate, dall’antica chiesetta gotica del ‘500 della frazione di Acereto a Campo Tures, al Moosmair Mooseum, sito all’interno del Moosmair Farmhotel, dove è possibile ammirare moltissimi reperti del passato a testimonianza della vita contadina del posto.

Tra leggende ed erbe

Ma il sentiero Anna nella Valle Aurina è anche un luogo in cui le leggende e i misteri aleggiano come custodi della magia del luogo. Qui, tra l’armonia delle piante, muri realizzati a secco, stazioni artistiche immerse nella selva, il crescere rigoglioso natura alpina e i suoni della fauna che la abita, si narra la storia delle tre divinità della vegetazione: Wilbeth, Borbeth e Ambeth . Wilbeth è la dea celtica della Luna che rappresenta il percorso della vita con lo scorrere del tempo, Borbeth è la dea del Sole che si indentifica con la vita e la morte, mentre Ambeth è  la prima dea della Terra, progenitrice e madre che simboleggia il ciclo a cui tutti si è destinati di vita, morte e rinascita. Leggende e saperi antichi, preservati nel tempo e tramandati con cura di generazione in generazione. Come lascito e monito a cura del luogo e delle sue incredibili bellezze.

Un sentiero che affascina a ogni passo, pieno di misteri e di tesori, come le tante erbe alpine dalle infinite proprietà che qui crescono spontaneamente e che nei tempi antichi (ma anche oggi) vengono usate per la realizzazione di succulente pietanze, distillati, grappe e per le loro proprietà officinali, da quelle digestive a quelle depurative e fino a quelle antinfiammatorie.

Non c’è che dire, la Valle Aurina e il suo incantevole sentiero Anna valgono davvero la pena di essere visitate e scoperte in ogni singola sfaccettatura. Regalandosi un viaggio di vera scoperta e che tocca l’anima, unendo la natura alla parte più intima di sé e alla voglia di profondità e di vera pace dei sensi.

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Due antichi tesori riemergono dal mare italiano

Il mare a volte restituisce tesori inaspettati, che spesso raccontano di civiltà antichissime, riportandoci indietro di secoli o millenni. L’ultimo ritrovamento, di probabile interesse archeologico, è avvenuto per caso su una delle splendide spiagge della Sardegna. A fare la scoperta, un sessantenne durante una passeggiata, conclusasi in modo del tutto inaspettato.

Su una spiaggia a Sant’Antioco spuntano due anfore

Due antiche anfore sono state ritrovate su una spiaggia a Sant’Antioco da un luogotenente in congedo dei carabinieri, residente a Monza, ma attualmente sull’isola maggiore dell’Arcipelago del Sulcis, nell’estremo sud ovest della Sardegna, che fu colonia fenicio punica, poi città romana, fino a diventare lo splendido borgo di mare apprezzato da moltissimi turisti.

I due preziosi reperti, trovati dall’uomo durante una passeggiata, erano con molta probabilità depositati sul fondo del mare e sono stati trasportati a riva dalle mareggiate dei giorni precedenti. Un’anfora si presenta integra, mentre l’altra è solo parzialmente danneggiata. L’uomo ha immediatamente avvisato i carabinieri del ritrovamento, i quali si sono rivolti alla direttrice del Museo Archeologico “F. Barreca” per i successivi accertamenti tecnici che verranno svolti anche a cura del Nucleo tutela patrimonio culturale dei carabinieri di Cagliari e della Sovrintendenza archeologica.

Come ricordano i militari del TPC, i beni archeologici appartengono al patrimonio dello Stato e in caso di rinvenimento fortuito si applica l’articolo 90 del decreto legislativo 42 del 2004 che prevede che “chi scopre fortuitamente cose immobili o mobili di verosimile interesse archeologico deve farne denuncia entro 24 ore al soprintendente o al sindaco o all’autorità di pubblica sicurezza e provvede alla conservazione temporanea del bene, lasciandolo nelle condizioni e nel luogo in cui è stato rinvenuto”.

Il fascino archeologico di Sant’Antioco

Conosciuta non solo per il suo mare, ma anche per la storia e l’archeologia, Sant’Antioco ospita Il MAB, “Museo Archeologico Ferruccio Barreca”, che conserva ed espone al suo interno un’ampia gamma di reperti provenienti dall’isola sarda. Gran parte della collezione porta alla scoperta dell’importante insediamento urbano sorto sulle sponde orientali dell’isola al principio dell’VIII sec. a.C. e conosciuto con il nome di Sulky o Sulci, caposaldo portuale del distretto territoriale della Sardegna sud-occidentale che, insieme al comparto metallifero dell’Iglesiente, costituisce la sub-regione del Sulcis-Iglesiente. Il percorso museale segue un criterio topografico e cronologico incentrato sulle tre componenti principali dell’insediamento urbano sin dalle sue origini: l’abitato, le necropoli e il tofet.

Situato all’estremità settentrionale della cittadina di Sant’Antioco, in posizione periferica rispetto all’abitato fenicio, il tofet è una particolare tipologia di santuario cittadino, diffuso nelle città fenicie e puniche del Mediterraneo centrale. Un’area sacra e funeraria a cielo aperto, posta in posizione periferica rispetto all’abitato e dotata di recinti, altari o sacelli, destinata ad accogliere le sepolture di bambini deceduti in tenerissima età o nati morti. La località conserva ancora oggi il nome di “Sa guardia ‘e is pingiadas” (la guardia delle pentole), reminiscenza popolare della presenza di numerosi contenitori in ceramica che spesso emergevano nella zona.

Uno specchio della vita e della floridezza della città punica di Sulky tra il VI sec. e il III sec. a.C. è offerto dalla grande necropoli di Sant’Antioco, con più di 50 tombe sotterranee scavate nel settore di Is Pirixeddus. Le camere ipogee, alle quali si accedeva attraverso un corridoio scalinato, accoglievano numerose salme, forse i membri di una stessa famiglia, inumate dentro bare di legno, spesso dipinte di rosso o decorate con figure umane intagliate in rilievo. L’impianto funerario rimase in uso anche durante il periodo romano. Le iscrizioni funerarie latine, oggi in buona parte visibili nel Museo Archeologico “Ferruccio Barreca”, rappresentano la memoria vivente dei cittadini della città romana di Sulci.

L’area archeologica nota come Acropoli sorge, invece, sulla cima della collina di Is Pirixeddus, non lontano del forte Su Pisu, che dominava la città antica e l’antistante laguna. Le strutture e pavimenti in cocciopesto ornati con piccole tessere di colore bianco, scoperti negli anni Cinquanta e recentemente restaurati, rappresentano ciò che rimane di un affascinante tempio romano.

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Se vai in Giappone ricordati di non fare mai queste cose: portano sfortuna

Organizzare un viaggio in Giappone è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Il Paese del Sol Levante, infatti, è un concentrato di meraviglie antiche e moderne che convivono da sempre, e che creano scenari urbani e paesaggi mozzafiato.

Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, e non basta un viaggio solo per scoprirle tutte, a partire dalla vista dello skyline della capitale e delle altre città popolose, caratterizzati da grattacieli maestosi e futuristici, passando per i palazzi imperiali, i templi secolari e i santuari, fino ad arrivare ai parchi naturali che si snodano sulle montagne.

Oggi però non siamo qui per dirvi cosa fare e cosa vedere durante un viaggio nel Paese, ma per raccontarvi tutte le cose da non fare mai in Giappone. Il motivo? Portano sfortuna!

Cosa non fare mai in Giappone

Paese che vai, superstizione che trovi! Lo sappiamo bene noi italiani che, da tempi immemori, ci affidiamo a piccoli riti scaramantici e a rituali portafortuna per scacciare le negatività e accogliere positività e buon auspicio. Non è un caso che, secondo le statistiche (LeoVegas), siamo tra i popoli più superstiziosi d’Europa, ma non siamo di certo gli unici al mondo.

In Giappone, per esempio, c’è tutta una serie di regole da osservare, secondo il buon senso, per non attirare la cattiva sorte. Uno di questi ha a che fare proprio con le bacchette per il cibo, quelle che utilizziamo anche noi quando scegliamo di deliziarci con il cibo giapponese. Ma non è certamente l’unica.

I numeri, per esempio, hanno un significato molto importante. Se da noi il 17 è considerato portatore di sventura, nel Paese del Sol Levante sono il 4 e il 9 a essere temuti. Il motivo? I numeri si leggono, rispettivamente, shi e ku, che in giapponese vuol dire morte dolorosa. Meglio non pronunciare mai questi numeri insieme!

Se in Italia il ragno porta guadagno, in Giappone porta male, ma solo se lo si avvista la sera. Se lo si vede di mattina, infatti, questo porta buone notizie, quindi è vietato ucciderlo.

Un’altra superstizione molto sentita è legata direttamente alla hinamatsuri, la festa delle bambole dedicata alle ragazze che cade ogni anno il 3 marzo. Dopo questo giorno diventa quasi un obbligo togliere tutte le bambole utilizzate per i festeggiamenti. Il rischio è quello che la più giovane della casa non si sposi.

In Giappone è meglio non cedere alla siesta pomeridiana, almeno non dopo aver mangiato. Secondo le credenze popolari, infatti, addormentarsi subito dopo aver mangiato comporta un grande rischio: quello di trasformarsi in una mucca.

Attenzione all’utilizzo delle bacchette

Come abbiamo anticipato, tra le superstizioni e le osservanze da seguire in Giappone ce n’è una che ci riguarda anche l’utilizzo delle bacchette.

Queste, infatti, non devono mai e poi mai essere infilate direttamente nel riso. Il motivo? Si tratta di una pratica che può essere eseguita solo durante i funerali per ricordare il defunto.

Attenzione anche a incrociare le bacchette mentre mangiate, in questo caso la credenza popolare dice che avrete molta sfortuna. Una sfortuna che aumenta in maniera esponenziale se queste si rompono durante il pasto. Prima di sedervi a tavola, quindi, assicuratevi di utilizzare le bacchette nel modo giusto, senza romperle. Ora siete pronti a raggiungere il Giappone e a scoprire tute le sue meraviglie!

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Ryanair, le nuove rotte per l’estate 2023 (e un’offerta imperdibile)

Le vacanze di Natale sono finite, ormai tutti siamo tornati agli impegni di lavoro e alla routine quotidiana: perché non iniziare a pensare all’estate? In effetti, questo è il momento giusto per organizzare il prossimo viaggio, soprattutto sfruttando la nuova offerta di Ryanair. La compagnia aerea low cost ha infatti annunciato il lancio di tre nuove rotte per la stagione estiva, e ha voluto festeggiare la bella notizia con una promozione assolutamente imperdibile.

Ryanair, le nuove rotte per l’estate 2023

La compagnia aerea low cost si sta preparando per quella che sarà l’estate del grande ritorno del turismo di massa. Dopo un lungo periodo buio, a causa del Covid e della conseguente chiusura delle frontiere, finalmente abbiamo ricominciato a viaggiare. E se nei mesi scorsi ci sono state diverse difficoltà negli aeroporti, per una ripartenza che – seppur prevista – ha dovuto fare i conti con un’improvvisa carenza di personale di terra e di bordo, ora non c’è davvero più motivo per rimandare le vacanze tanto attese.

Per la prossima estate, Ryanair ha deciso di ampliare la propria offerta nazionale aggiungendo tre rotte italiane con destinazione Venezia. A partire da aprile, la compagnia opererà otto voli settimanali da Brindisi, sette da Lamezia e tre da Alghero. Sarà dunque l’occasione perfetta per visitare quella che è senza alcun dubbio una delle città più affascinanti del nostro Paese (e del mondo intero). Adagiata sulla laguna, Venezia è un luogo magico e super romantico assolutamente da scoprire e riscoprire, senza stancarsi mai delle sue infinite meraviglie.

La nuova offerta di Ryanair

Il lancio delle tre nuove rotte italiane è stata l’occasione giusta per un’offerta che non ci si può proprio lasciar sfuggire. Sul sito di Ryanair è infatti possibile prenotare il proprio volo a prezzi imbattibili, trovando biglietti per le principali destinazioni italiane ed europee battute dalla compagnia aerea low cost. La promozione è valida per viaggiare dal 1° aprile al 31 ottobre 2023, dunque potrete sfruttarla per le vostre vacanze estive o per un city break alla scoperta di qualche località estera che non avete ancora visitato.

Ma dovrete affrettarvi: l’offerta è disponibile solo per un numero limitato di posti, e scade il prossimo 3 febbraio 2023. Giusto in tempo per fare una sorpresa di San Valentino al vostro partner e regalargli un bel viaggio. Ma quali sono le destinazioni più belle da esplorare? A soli 19,99 euro si può volare a Marsiglia, deliziosa cittadina portuale sulla costa meridionale della Francia: coloratissima e vivace, è la meta ideale per immergersi in un’atmosfera mondana e per ammirare splendidi panorami sull’azzurro mar Mediterraneo.

Sempre a 19,99 euro, si può raggiungere Minorca: piccola isola delle Baleari, è l’ideale per chi ama la movida e vuole trascorrere le giornate al sole, tra tuffi e tanto divertimento. Per l’estate, non c’è niente di meglio, soprattutto se si viaggia in compagnia degli amici. E per chi invece vuole visitare qualche bella città d’arte, con 21,99 euro si vola verso Birmingham. Sede di un importante museo che accoglie una delle più grandi gallerie d’arte del Paese, è un luogo ricco di monumenti storici da scoprire e paesaggi da immortalare in foto ricordo.

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Dagli amanti della montagna per gli amanti della montagna: una vacanza a 5 stelle a Plan de Corones

Esclusività, paesaggi mozzafiato ed esperienze indimenticabili: se cerchi avventure ad alta quota, fra le vette più belle delle Dolomiti, da vivere immerso nella sconfinata natura dell’Alto Adige, il Falkensteiner Hotel Kronplatz è senza dubbio la risposta.

Falkensteiner Hotel Kronplatz, vivi la tua vacanza in montagna

Architettura e design contemporanei, perfettamente integrati con la natura circostante, sono alla base del Progetto dell’archistar Matteo Thun, per un soggiorno che, da subito, ti farà capire di essere nel posto giusto. Siamo a Brunico (BZ), proprio ai piedi del Plan de Corones, raggiungibile comodamente con la cabinovia che parte nelle immediate vicinanze dell’hotel. Per una vacanza fatta di sport e panorami mozzafiato, fra piste da sci e sentieri escursionistici.

Tante attività per un soggiorno unico

Arrampicata su ghiaccio, sci alpino e di fondo, ciaspolate: sono tante le attività per goderti la natura incontaminata da protagonista, con esperienze che si modellano sui tuoi desideri, grazie al nostro Experience Concierge che saprà offrirti consigli, idee e suggerimenti che solo un esperto conoscitore della zona può darti.

Ti aspettano tante attività emozionanti che ti permetteranno di goderti al massimo la bellezza della montagna, fra sport, panorami straordinari e un pizzico di adrenalina. Il Falkensteiner Hotel Kronplatz d’altronde è posizionato in un punto strategico, nel cuore della Val Pusteria, il paradiso per chi adora gli sport montani e l’esplorazione delle aree alpine per tutto l’anno. Se d’estate le splendide Dolomiti attirano escursionisti, ciclisti e appassionati di arrampicata, d’inverno è possibile sciar i tutte le aree del comprensorio Dolomiti Super Ski, godendosi totalmente la montagna. Un’avventura che prosegue anche all’interno dell’hotel, grazie ai tanti servizi offerti, fra cui la parete d’arrampicata indoor.

Relax ad alta quota fra massaggi e piscine

Ma sulle Dolomiti c’è anche spazio per il relax grazie all’Acquapura Mountain SPA. Una struttura favolosa di 1.400 mq con trattamenti su misura basati sulla filosofia dei quattro elementi della montagna e saune panoramiche sulle vette circostanti. Roccia, sole alpino, aria di montagna e acqua di sorgente sono i punti cardine attorno a cui ruotano trattamenti e servizi esclusivi costruiti su misura in base alle esigenze. Immaginate di nuotare nella piscina panoramica all’ultimo piano, di depurarvi dalle tossine nella bio sauna o di rilassarvi completamente grazie a un massaggio realizzato da mani esperte: la SPA Acquapura può offrire tutto questo e molto altro, per un benessere totale di corpo e mente.

Cucina d’eccellenza e un ambiente esclusivo

Senza dimenticare l’esclusivo concept di cucina 7Summit Slow Food: un viaggio tra i sapori di un’innovativa cucina altoatesina e i piatti tipici dei paesi con le vette più alte del mondo. Un luogo in cui celebrare l’eccellenza culinaria, accolti in un’atmosfera elegante e accogliente. Dalla luminosa zona Open Kitchen in cui gustare una colazione favolosa ammirando le montagne, alla terrazza con vista panoramica, sino ad arrivare all’On the Rocks Bar per concludere in bellezza la giornata, sorseggiando un delizioso cocktail.

Le offerte

Voglia di una vacanza a cinque stelle in montagna? Il Falkensteiner Hotel Kronplatz ha riservato per i suoi ospiti tantissime offerte. Approfitta dello speciale 4=3 Midweek Special*: se prenoti 4 notti, una è in regalo. Se sei un amante dello sci invece l’offerta Time Out Invernale* è quella che fa per te: 2 skipass già inclusi nel prezzo!

*Offerte soggette a disponibilità limitata. Scopri i termini e condizioni su https://www.falkensteiner.com/it/hotel-kronplatz/offerte

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Mutriku, la città la cui storia è legata al mare

Nella comunità autonoma dei Paesi Baschi, in Spagna, sorge una piccola cittadina il cui sviluppo, vita e anima sono strettamente legati al mare, anche se in realtà dovremmo dire Oceano. La località in questione si chiama Mutriku e sorge in una baia protetta da aspre e ripide scogliere che non lasciano di certo indifferenti.

Si trova a circa 50 chilometri a nord-est dalla ben più conosciuta Bilbao, e sfoggia una costa che è una vera e propria meraviglia geologica, creata dall’incessante lavoro di potenti tempeste e mostruose onde.

La storia di Mutriku

Mutriku in passato era un grazioso villaggio di pescatori. Nel corso dei secoli è cresciuto insieme al commercio basco, fino a diventare un fiorente porto, dimora di generazioni di pescatori, commercianti, costruttori navali e balenieri.

Oggigiorno è una delle città medievali meglio conservate dei Paesi Baschi grazie al suo bellissimo centro storico fondato agli inizi del XIII secolo e formato da strette strade selciate lungo le quali sorgono numerosi palazzi, torri e case nobiliari. Ma non solo. Mutriku, infatti, è anche molto sensibile verso il tema della sostenibilità

Mutriku, destinazione sostenibile

Nel 2011 la città ha deciso di installare il Mutriku Wave Energy Plant, il primo impianto di energia ondosa commerciale di tutta  Europa. In pratica, grazie all’enorme forza delle onde, 16 turbine riescono a generare fino a 296 kilowatt di elettricità. Una quantità di energia sufficiente per alimentare più o meno 250 abitazioni e ridurre 600 tonnellate di emissioni di carbonio ogni anno.

spagna Mutriku

Fonte: iStock

Veduta di Mutriku

Nel 2020 lo stesso impianto ha raggiunto un traguardo importante, producendo due gigawatt di elettricità cumulativa, un record per qualsiasi impianto che sfrutta l’energia del mare e un anche un chiaro esempio del ruolo che l’energia marina potrebbe avere nella transizione globale verso l’energia pulita.

Cosa vedere a Mutriku

Passeggiare per le vie in salita di Mutriku vuol dire ritrovare costantemente riferimenti al mare. Li si incontrano sia naturali, come pozze bagnate dall’acqua dell’Oceano in cui abitanti e turisti vanno a caccia di refrigerio durante l’estate, sia artificiali e sparsi un po’ ovunque.

Tra le attrazioni da non perdere c’è Palazzo Galdona, un edificio con facciate di blocchi di pietra del XVII secolo. Poi ancora la chiesa parrocchiale di Nuestra Señora de la Asunción che si distingue per essere uno degli esempi neoclassici più rappresentativi di Guipúzcoa, la provincia in cui sorge Mutriku.

Una struttura particolarmente interessante poiché presenta una pianta rettangolare all’esterno e centrale all’interno. Degno di nota è soprattutto il suo portico a forma di tempio greco.

Vale la pena fare una sosta presso il Museo Bentalekua dove poter ammirare una ricca collezione che presenta il mondo delle associazioni dei pescatori attraverso testi, immagini, suoni e oggetti.

Infine, il Museo Nautilus che una vasta collezione di campioni geologici raccolti sulla costa della località di Mutriku.

Mutriku centro storico

Fonte: iStock

Un angolo di Mutriku

Cosa fare nei dintorni di Mutriku

Mutriku è una cittadina la cui storia è strettamente legata al mare. Lo si può comprendere anche a causa degli imponenti frangiflutti che si snodano attraverso la sua baia. Strutture che sono state costruite per proteggere la città dalle tempeste e dalle forti correnti oceaniche individuando, allo stesso tempo, un’opportunità per ottenere qualcosa di più dal mare grazie all’impianto di energia delle onde.

Contemporaneamente, però, Mutriku vanta anche una delle baie più belle dell’intera costa basca, tanto che con la bassa marea è persino possibile fare una passeggiata lungo le Sietes playas che si estendono da Guipúzcoa a Vizcaya.

I suoi dintorni sono un susseguirsi di villaggi e cittadine che meritano una visita, anche perché permettono di ammirare una varietà di paesaggi incredibilmente suggestivi. Uno di questi è Zarautz, dove potrete rilassarvi in un’elegante e ampia spiaggia, ma anche divertirvi in quanto è considerato il paradiso dei surfisti.

Numerose sono le antiche dimore che svettano nel suo centro storico e degne di nota sono senza ombra di dubbio la torre gotica di Luzea, la chiesa medievale di Santa María la Real e il palazzo di Narros,

Bellissimo anche Getaria, così piccolo che si distingue per avere una sola via in cui si affacciano caratteristiche abitazioni medievali. Nonostante questo, la sua storia è ricca di volti noti: ha dato i natali a personaggi illustri come Juan Cristóbal Balenciaga.

Poi ancora Zumaia dove sorge la splendida Playa de Itzurun. Non a caso qui sono state girate alcune scene del “Trono di Spade”. A caratterizzare ancora di più questa località è la presenza del Flysch nelle pareti verticali della scogliera e sul terreno: degli strati di roccia creati dalla continua azione del mare che sembrano essere fogli di pietra.

Zumaia sfoggia anche un pittoresco centro storico impreziosito da viuzze acciottolate e molti edifici medievali. Tra i maggiori luoghi d’interesse ci sono la Casa Museo del pittore Ignacio Zuloaga, che raccoglie importanti dipinti di Rivera, Zurbarán e Goya; la chiesa di San Pedro in stile gotico basco che tra le sue mura conserva gelosamente la tavola d’altare di Juan de Antxieta, unica opera dello scultore basco presente a Guipúzcoa.

Un altro luogo da non perdere nei dintorni di Mutriku è Lekeitio che si colloca su un’estremità del Golfo di Vizcaya. Visitare questa cittadina vuol dire poter godere di ampie spiagge, due delle quali guardano la vicina Isola di San Nicola. Grazie alla sua posizione è considerato uno dei più bei villaggi dei Paesi Baschi spagnoli: affaccia sul Mar Cantabrico e  sfoggia alcuni eleganti palazzi appartenenti all’antica aristocrazia basca. In stile gotico, e da non perdere, è una visita alla Basilica dell’Asunción di Santa María de Lekeitio che prende vita in completa armonia con l’architettura tradizionale basca.

Ea, dal canto suo, è un villaggio davvero particolare puntellato da incredibili insenature. Ma a renderlo davvero unico è anche il suo centro storico attraversato da canali e suggestivi ponti in pietra.

Infine, vale la pena fare un salto a Elantxobe dove vivono poche centinaia di anime. Un colorato villaggio che sembra diviso in due: una parte sorge in riva al porto, l’altra in cima a una collina. Inutile dire che da lassù il panorama è splendido. Inoltre, tra le deliziose strade ripide che conducono al porto svetta un enorme sasso di 300 chili che pare che essere arrivato proprio qui durante una burrasca avvenuta nell’ormai lontano 1990.

Lekeitio paesi baschi

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Il grazioso villaggio di Lekeitio
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La notte stellata in questo villaggio è un incanto: l’esperienza magica

Esistono luoghi che sono così belli da non sembrare veri. Posti che per forme e lineamenti rimandano a tutte quelle visioni che sono appartenute, fino a questo momento, solo all’immaginario onirico. Ma che sono veri, e per questo ancora più straordinari.

La bellezza che appartiene a questi luoghi remoti e silenziosi non si può descrivere, non si può raccontare, ma solo vivere. È per questo che oggi abbiamo pensato di fare un viaggio ideale insieme a voi per portarvi alla scoperta di una destinazione che raccoglie, preserva e mostra tutta la meraviglia che appartiene al nostro pianeta.

Ci troviamo in Bolivia, nel Paese delle meraviglie naturalistiche, tra le bellezze di un territorio variegato che offre straordinarie visioni sulle Ande e sul deserto di Atacama, passando per la foresta pluviale del bacino dell’Amazzonia e per quella sterminata distesa bianca del Salar de Uyuni. Ed è proprio qui che, a una manciata di chilometri da uno degli spettacoli più belli del mondo intero, esiste un villaggio autentico e genuino, all’interno del quale è possibile trascorrere momenti condivisi con la comunità locale e trascorrere la notte sotto il cielo stellato più bello del mondo. Pronti a vivere un’esperienza magica?

Dormire in un villaggio comunitario in Bolivia: l’esperienza unica

È un viaggio della vita, quello che conduce gli avventurieri in Bolivia, e che è destinato a sorprendere e incantare. Tantissime sono le cose da fare e da vedere e tutte, questo è certo, lasciano senza fiato. Tra le tante, ne abbiamo scelta una da condividere con voi oggi. Un’esperienza davvero unica da fare almeno una volta nella vita.

Ci troviamo nei pressi del Salar de Uyuni, uno dei più grandi capolavori mai creati di Madre Natura. Proprio a pochi chilometri dalla distesa di sale, esiste il Jukil Lodge, un rifugio comunitario all’interno dei quali i viaggiatori possono vivere e condividere esperienze con le comunità locali e toccare con mano la cultura indigena delle popolazioni che vivono a Santiago de Agencha.

In questo villaggio boliviano, infatti, gli ospiti sono chiamati a partecipare alle attività quotidiane, a praticare l’agricoltura e a scoprire tutti i segreti della produzione di quinoa, ma sono anche esortati a scoprire tutte le meraviglie che preservano i dintorni.

Santiago de Agencha

Fonte: 123rf

Santiago de Agencha

Il Jukil Lodge e la sua notte stellata: un sogno che si avvera

Raggiungere Santiago de Agencha, e scegliere di dormire all’interno del Jukil Lodge, è un’esperienza che cambia la vita. Immersi tra gli altopiani boliviani, i lodge sono il perfetto punto di partenza per immergersi completamene nella cultura e nella vita delle popolazioni locali.

I viaggiatori che arrivano fin qui sono chiamati a diventare parte integrante della quotidianità, visitando e lavorando nei campi di quinoa che si snodano intorno al villaggio. In alcuni periodi dell’anno, inoltre, è possibile anche prendere parte alla semina o alla raccolta del chicco d’oro.

Le esperienze da vivere, qui, passano per i sensi e le emozioni, e permettono ai viaggiatori di ammirare visioni che lasciano senza fiato a ogni ora del giorno e della notte.

Dal Mira Mirador del Cielo Calvario, infatti, è possibile osservare lo spettacolo del tramonto e del crepuscolo. Poi quando il buio arriva, il villaggio e i suoi dintorni sprofondano nel buio mentre milioni di stelle iniziano a popolare il cielo e a offrire ai viaggiatori la notte stellata più bella del mondo.

Jukil Community lodge

Fonte: 123rf

Jukil Community lodge, Bolivia